Telegrammi. 665



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 665 del primo settembre 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Benito D'Ippolito: Risposta alla domanda: Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

2. Benito D'Ippolito: Risposta alla domanda: Cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

3. Sette domande a Dario Cambiano

4. Sette domande a Federica Curzi

5. Sette domande a Roberto Della Seta

6. Tavola della Pace, Movimento Nonviolento: Appello per la marcia Perugia-Assisi del 25 settembre 2011

7. Movimento Nonviolento: Mozione del popolo della pace: ripudiare la guerra, non la Costituzione

8. Segnalazioni librarie

9. La "Carta" del Movimento Nonviolento

10. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. BENITO D'IPPOLITO: RISPOSTA ALLA DOMANDA: QUALE E' STATO IL SIGNIFICATO PIU' RILEVANTE DELLA MARCIA PERUGIA-ASSISI IN QUESTI CINQUANTA ANNI?

 

Innumerevoli son le persone

che in questi cinquant'anni hanno marciato

e nel cammino hanno ragionato

e illimpidito l'ima persuasione

 

che tu ti devi opporre a ogni uccisione

recare aiuto al leso e all'umiliato

restituire il pane all'affamato

tu devi opporti al crimine e al taglione.

 

Lungo la strada tra Perugia e Assisi

un popolo si accorge che i piu' gravi

pesi puo' sostener se condivisi

 

e del futuro sa di aver le chiavi

riunendo quelli che erano divisi

e costruendo un mondo senza schiavi.

 

2. EDITORIALE. BENITO D'IPPOLITO: RISPOSTA ALLA DOMANDA: COSA CARATTERIZZERA' MAGGIORMENTE LA MARCIA CHE SI TERRA' IL 25 SETTEMBRE DI QUEST'ANNO?

 

La marcia di quest'anno dovra' dire

parole chiare ed inequivocabili:

che pace innanzitutto e' abolire

le guerre e le ingiustizie, inconciliabili

 

essendo l'aiutare e il far morire,

vi son diritti che sono inviolabili.

La marcia e' un lento, arduo costruire

un mondo di persone responsabili.

 

Cessi l'Italia di partecipare

alle guerre assassine della Nato;

siano abrogate senza piu' tardare

 

le infami leggi del colpo di stato

razzista; ed ogni spesa militare

sia abolita. E' il compito immediato.

 

3. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A DARIO CAMBIANO

[Ringraziamo Dario Cambiano (per contatti: dariocam at inwind.it) per questa intervista.

Dario Cambiano, amico della nonviolenza, laureato all'Universita' di Torino in Scienze della comunicazione (con indirizzo Comunicazioni di massa: semiotica del testo, scrittura creativa, sceneggiatura, storia del cinema, semiotica del linguaggio dello spettacolo), e' ricercatore, formatore, giornalista, regista, autore di importanti documentari, impegnato in varie rilevanti esperienze di pace, di solidarieta', per i diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera; collabora con il Centro studi "Sereno Regis" di Torino]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Dario Cambiano: 50 anni fa, a neanche un mese dalla costruzione del muro di Berlino, all'apice della guerra fredda, la Marcia della Pace fu un momento di eccezionale importanza nel raccogliere in un unico evento il mondo del pacifismo italiano, e fargli acquisire coscienza del proprio valore e del proprio potere. Mantenere questa tradizione nei successivi cinquant'anni e' stato importante: come lo sventolare di una bandiera, di un simbolo: rimanendo coscienti che la pace non si costruisce sventolando bandiere ma affrontando i conflitti. E ricordandosi che non basta mai marciare un giorno, magari in mezzo a tanti politici che si fanno vedere solo quella volta li'.

*

- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Dario Cambiano: Al di la' del doveroso ricordo di un evento per certi versi epico (immaginate cosa voleva dire sfilare, e con un gesto quasi sacrificale - i tanti chilometri percorsi sotto il sole - davanti a un mondo che di fronte allo strapotere atomico non osava che guardare attonito alle superpotenze sull'orlo di un conflitto irrimediabile), la marcia di quest'anno dovrebbe ricordare ai nostri politici il corrotto rapporto avuto con il governo libico e la criminale politica dei respingimenti effettuata con la collusione di Gheddafi. Ma, al di la' delle proteste, chi si ritrovera' sotto la bandiera di Capitini dovrebbe interrogarsi sulla persistente frammentazione dei movimenti progressisti e la loro incapacita' di esprimere appieno le proprie potenzialita' a livello politico: testimoniare la volonta' di pace non basta piu', bisogna andare oltre.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Dario Cambiano: La nonviolenza e' un percorso continuo, che coinvolge l'individuo e la societa' dal livello politico fino a quello spirituale. La nonviolenza non puo' essere una "tecnica" da insegnare come una qualsiasi altra materia: la nonviolenza partecipa di tutto l'essere che l'adotta, e di questo si nutre, coinvolgendo profondamente i valori e le risorse umane dell'individuo. La nonviolenza ha  una potenza eccezionale, se si crede veramente, in senso capitiniano, nel non considerare mai l'avversario come un nemico ma come un soggetto che partecipa alla risoluzione del conflitto al nostro pari. Certo, bisogna interrogarsi perche' siamo e restiamo un movimento di nicchia, mentre il tessuto morale della nostra societa' continua a impoverirsi. Forse il nostro rapporto con la societa' civile e' troppo cauto, moderato, da "studiosi"; o, peggio, da intellettuali convinti di aver raggiunto un livello morale superiore, tutte cose che ci allontanano dalla gente.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Dario Cambiano: Un ruolo di ispirazione: e' utile pensare che un giorno tutto il mondo sara' pacifista e nonviolento, ma non bisogna confondere i sogni con la realta'. E bisogna pensare a come arrivarci, a quel giorno. Ripeto, interroghiamoci sulla frammentazione dei movimenti: agire divisi non e' piu' un paradigma vincente. E interroghiamoci sul perche' l'insegnamento della nonviolenza non e' inserito nei programmi scolastici, ad esempio.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Dario Cambiano: Le rivolte egiziana e tunisina, ovviamente; gli indignados spagnoli. Ma anche la grande, gioiosa mobilitazione che ha portato alla vittoria dei referendum, la grande mobilitazione delle donne: gli italiani hanno riscoperto la possibilita' di agire, di far sentire la propria voce. Ora la sfida e' trasformare questi episodi sporadici in una partecipazione attiva e continua: e in Italia non sembra facile come in Nordafrica o in Spagna.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Dario Cambiano: Indubbiamente la creazione di un movimento politico dal basso. Credo che l'epoca dei "mille rivoli" che sparpagliati possano modificare la societa' vada ridiscussa, analizzata alla luce dei risultati che ha portato. E se fosse ora di tentare una nuova esperienza riunificatrice dei movimenti, una nuova "rete" che ci coordini e ci ispiri?

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Dario Cambiano: La nonviolenza e' una esperienza di vita. Nasce dall'ahimsa che se seguita correttamente porta a occuparsi in modo nonviolento di tutta la Creazione, dalle piante agli animali agli uomini. La nonviolenza e' vegetariana, non solo per ripudio della sofferenza animale, ma perche' il consumo di carne e' causa di violenza strutturale nella nostra societa'. La nonviolenza e' antinucleare, perche' non si puo' crescere industrialmente a discapito delle risorse ambientali, ne' mettendole in irrimediabile pericolo. La nonviolenza e' no-tav, perche' vede nei trasporti la violenza che essa perpetra sulla natura e sulle infrastrutture umane e sulle culture. La nonviolenza e' a km zero, felicemente decrescente e semplicemente volontaria: perche' il progresso non puo' passare per la sottrazione di risorse ad altrui, e deve passare per la condivisione di quanto si produce.  La nonviolenza e' gestione dei conflitti con il coraggio dell'ascolto dell'altro, della comprensione, capitiniana, che non abbiamo di fronte un nemico, ma un interlocutore con cui arrivare a una pacificazione.

 

4. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A FEDERICA CURZI

[Ringraziamo Federica Curzi (per contatti: federica.curzi at comune.macerata.it) per questa intervista.

Federica Curzi e' assessore del Comune di Macerata alla Partecipazione e decentramento, Politiche giovanili, Rapporti con l'Europa, Pari opportunita', Nonviolenza. E' dottore di ricerca in materie filosofiche, operatrice sociale, progettista per le politiche giovanili, saggista; alla sua tesi di laurea nel 2002 e' stato attribuito il premio dell'Associazione nazionale Amici di Aldo Capitini; collabora alla rivista on line www.peacereporter.net Tra le opere di Federica Curzi: Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004. Scritti su Federica Curzi: cfr. l'ampio saggio dedicato al suo libro da Enrico Peyretti ne "La domenica della nonviolenza" n. 23]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Federica Curzi: Rischiando di essere banale credo che il valore piu' autentico della marcia sia stato quello originario ispirato da Aldo Capitini: la domenica e il cammino. Guardando il filmato originario di quella domenica del 1961 e vedendo i contadini, i lavoratori, le donne, i bambini, gli anziani che accorrono e si uniscono alla marcia viene da pensare che manifestare per la pace sia la cosa piu' bella e piu' naturale del mondo. Il giorno di festa permette a tutti di fare presenza, parola cara e fondamentale per Capitini e per tutta la filosofia della nonviolenza. Essere in tanti, tutti diversi e uniti dal cammino, da una meta comune. Truffaut diceva che le gambe sono il compasso con cui misuriamo il mondo: camminare insieme verso un traguardo ci dice che tutto e' raggiungibile.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Federica Curzi: La partecipazione. Si noteranno molto i giovani, a cui e' dedicata la marcia e l'happening che la precede. Hanno un grande desiderio di partecipare e di vivere il loro presente. Sono la generazione decisiva per le sorti del mondo, senza voler esagerare: o loro, o mai piu'. E io sono estremamente fiduciosa nella capacita' che questi nuovi movimenti hanno di costruire la pace. Inoltre, mi piacerebbe molto uno sguardo che da Assisi raggiunga il Nordafrica e i giovani tunisini, egiziani, tutti quanti stanno facendo la storia della liberazione dei loro paesi.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Federica Curzi: Purtroppo non e' possibile avere il polso della situazione. E questo e' gia' il primo limite. La nonviolenza come idea e come metodo si insinua nelle pratiche e nella quotidianita' delle persone, dei gruppi, a volte - rarissimamente - anche dei partiti politici senza mai divenire esplicita scelta o bandiera. Questo fa parte della natura della nonviolenza, che non si fa ideologizzare. Ma e' anche il segno di quanto faccia paura, soprattutto ai poteri. Occorre ripensare - a dieci anni dal G8 di Genova - alla costruzione di una rete di movimenti, associazioni, cittadini che abbiano nella scelta della nonviolenza il loro filo rosso. Soltanto con la capacita' di fare massa (critica, si diceva un tempo) si puo' pensare di essere incisivi.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Federica Curzi: Anzitutto il Movimento ha il compito di non disperdere la memoria del suo fondatore, di divulgare il suo pensiero, di ristampare il suoi scritti. I movimenti nonviolenti presenti in Italia possono fare questo lavoro dal basso e a bassa intensita' di ingresso nella cultura diffusa: possono entrare nelle scuole e nei programmi didattici, nelle universita' con argomenti per tesi di laurea, promuovere la conoscenza di un pensiero alternativo, che non ha bisogno di tante parole per persuadere le persone che e' la strada giusta, ha soltanto bisogno di essere imparato!

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Federica Curzi: Purtroppo quelli che mi vengono in mente non sono fotografie della nonviolenza, bensi' i suoi negativi. In questi ultimi mesi sono accadute cose di gravita' estrema, che fanno pensare ad un arretramento della civilta': i bagni di sangue dei governi (o dei dittatori) che sparano sulla folla, l'attentato in Norvegia, i massacri famigliari che hanno riempito le cronache italiane. Ci fanno dire che la nonviolenza non e' questione filosofica, bensi' sociale, civile, una virtu' quotidiana di cui parlare a colazione e non nelle sale dei convegni. Tuttavia, a testimonianza che la nonviolenza e' un percorso che si infila nei metodi e nelle pratiche, ci sono alcuni fatti significativi: la vittoria del referendum sui beni comuni; il movimento pacifico e dilagante delle donne "se non ora quando". Esperienze che dovrebbero far riflettere il movimento sulle potenzialita' delle rete web a livello di potere diffuso, partecipazione e diritti culturali.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Federica Curzi: Proporrei di iniziare a riflettere sulla rete di cui parlavo prima. Penserei a una modifica dei piani e programmi scolastici per rivedere l'abc su cui crescono i nostri giovani; penserei a corsi di aggiornamento per insegnanti sulla mediazione nonviolenta dei conflitti e sui "maestri" della nonviolenza; insisterei, anche attraverso il coordinamento degli enti locali per la pace, su una stretta collaborazione con i Comuni, le Province e le Regioni per costituire reti civiche di prossimita', educazione alla pace, cittadinanza, diritti.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Federica Curzi: Per avvicinarsi alla nonviolenza direi tre cose: parlare con o leggere le lettere di un condannato a morte; conoscere la biografia di Danilo Dolci; leggere un libro di Gandhi e uno di Capitini. Quanto a che cos'e' la nonviolenza, direi che la domanda e' mal posta, che non esiste una definizione di nonviolenza, ne' si puo' pensare di essere nonviolenti, ma esserlo di volta in volta dicendo a se stessi, di fronte ad ogni scelta, "compi l'azione giusta". Insomma, la nonviolenza e' in cammino...

 

5. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A ROBERTO DELLA SETA

[Ringraziamo Roberto Della Seta (per contatti: r.dellaseta at partitodemocratico.it) per questa intervista.

Roberto Della Seta, senatore, gia' presidente di Legambiente, e' una delle figure piu' autorevoli dell'impegno ambientalista in Italia. Dalla Wikipedia, edizione italiana, riprendiamo per stralci la seguente voce: "Roberto Della Seta (Roma, 15 agosto 1959) e' un politico e pubblicista italiano, e' stato a lungo dirigente di Legambiente. Dal 2003 al 2007 e' stato presidente nazionale dell'associazione. Giornalista, autore di saggi sulla storia del pensiero e del movimento ambientalisti, nel 2007 e' stato eletto nell'assemblea costituente del Partito Democratico. Membro del primo comitato esecutivo nazionale del Pd, nel 2008 e' stato eletto senatore. Fa parte della Commissione Ambiente del Senato, dove ricopre l'incarico di capogruppo del Pd. Tra le opere di Roberto della Seta: La difesa dell'ambiente in Italia. Storia e cultura del movimento ecologista, Franco Angeli, Milano 1999; (con Daniele Guastini), Dizionario del pensiero ecologico. Da Pitagora ai no-global, Carocci, Roma 2007". Cfr. anche il sito www.robertodellaseta.it]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Roberto Della Seta: Quando e' nata, la marcia Perugia-Assisi ha avuto l'enorme merito di mettere in campo una visione pacifista e nonviolenta autentica, libera da ogni collateralismo politico-partitico. Questa impronta iniziale ha consentito di far vivere la marcia fino ad oggi, di farne una delle espressioni piu' autorevoli e genuine, non solo in Italia, di un'idea di impegno per la pace nella quale convivono ispirazione ideale e capacita' di proposta politica. Cosi', la marcia Perugia-Assisi da' voce a un pacifismo che non e' sola testimonianza ma e' indicazione di un radicale cambio di orizzonte nel modo d'intendere le relazioni tra i popoli.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Roberto Della Seta: Penso che quest'anno piu' che mai, al centro della marcia vi sara' l'obiettivo di coniugare sempre piu' strettamente lotta per la pace e lotta per la democrazia: dal Nord Africa al Medio Oriente, dall'Afghanistan alle tante guerre dimenticate d'Africa, questo nesso emerge con sempre maggiore forza, e chiede anche a noi europei, a noi occidentali di allargare e adattare il nostro impegno per la pace.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Roberto Della Seta: La nonviolenza cresce nella societa', ma la politica non solo in Italia fatica terribilmente ad accoglierla. Da destra come da sinistra, viene vista soprattutto come una sensibilita' personale, lodevole ma irrealistica e in ogni caso impolitica.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Roberto Della Seta: I movimenti nonviolenti devono battersi soprattutto per dimostrare che il proprio punto di vista non e' il frutto di una generosa e irrealistica utopia, ma anzi e' piu' realistico ed efficace come risposta ai problemi del mondo attuale.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Roberto Della Seta: Per me, il dato piu' rilevante e incoraggiante e' nel lavoro della Corte penale internazionale: con l'arresto di Karadzic e Mladic, presto mi auguro con quello di Gheddafi e con l'incriminazione del siriano Assad, si va affermando l'idea che punire i crimini di guerra e i crimini contro l'umanita' non e' un "affare dei vincitori" come fu (allora inevitabilmente) con i criminali nazisti a Norimberga, ma un compito della comunita' internazionale.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Roberto Della Seta: Credo che due obiettivi prioritari siano la riforma dell'Onu e la nascita di un'Europa unita anche in campo militare, passaggi indispensabili per dare coerenza, chiarezza, efficacia al principio che io ritengo irrinunciabile dell'ingerenza umanitaria.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Roberto Della Seta: Risponderei che la nonviolenza, per me da quando scelsi 25 anni fa di essere obiettore di coscienza, e' cercare di impegnarmi per un mondo dove nessuno - nessuno Stato, nessun potere - possa impunemente usare con altri violenza e prepotenza per raggiungere i propri scopi, e poi coltivare la consapevolezza che in fatto di violenza organizzata il fine non giustifica in nessun caso i mezzi.

 

6. INIZIATIVE. TAVOLA DELLA PACE, MOVIMENTO NONVIOLENTO: APPELLO PER LA MARCIA PERUGIA-ASSISI DEL 25 SETTEMBRE 2011

[Riproponiamo il seguente appello.

Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' ancora quella a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori, Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); ma notevole ed oggi imprescindibile e' anche la recente antologia degli scritti a cura di Mario Martini, Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004, 2007; delle singole opere capitiniane sono state recentemente ripubblicate: Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989, Edizioni dell'asino, Roma 2009; Elementi di un'esperienza religiosa, Cappelli, Bologna 1990; Colloquio corale, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2005; L'atto di educare, Armando Editore, Roma 2010; cfr. inoltre la raccolta di scritti autobiografici Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; La religione dell'educazione, La Meridiana, Molfetta 2008; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Piu' recente e' la pubblicazione di alcuni carteggi particolarmente rilevanti: Aldo Capitini, Walter Binni, Lettere 1931-1968, Carocci, Roma 2007; Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008; Aldo Capitini, Guido Calogero, Lettere 1936-1968, Carocci, Roma 2009. Opere su Aldo Capitini: a) per la bibliografia: Fondazione Centro studi Aldo Capitini, Bibliografia di scritti su Aldo Capitini, a cura di Laura Zazzerini, Volumnia Editrice, Perugia 2007; Caterina Foppa Pedretti, Bibliografia primaria e secondaria di Aldo Capitini, Vita e Pensiero, Milano 2007; segnaliamo anche che la gia' citata bibliografia essenziale degli scritti di Aldo Capitini pubblicati dal 1926 al 1973, a cura di Aldo Stella, pubblicata in Il messaggio di Aldo Capitini, cit., abbiamo recentemente ripubblicato in "Coi piedi per terra" n. 298 del 20 luglio 2010; b) per la critica e la documentazione: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Mario Martini (a cura di), Aldo Capitini libero religioso rivoluzionario nonviolento. Atti del Convegno, Comune di Perugia - Fondazione Aldo Capitini, Perugia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Gian Biagio Furiozzi (a cura di), Aldo Capitini tra socialismo e liberalismo, Franco Angeli, Milano 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; Maurizio Cavicchi, Aldo Capitini. Un itinerario di vita e di pensiero, Lacaita, Manduria 2005; Marco Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007; Alarico Mariani Marini, Eligio Resta, Marciare per la pace. Il mondo nonviolento di Aldo Capitini, Plus, Pisa 2007; Maura Caracciolo, Aldo Capitini e Giorgio La Pira. Profeti di pace sul sentiero di Isaia, Milella, Lecce 2008; Mario Martini, Franca Bolotti (a cura di), Capitini incontra i giovani, Morlacchi, Perugia 2009; Giuseppe Moscati (a cura di), Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle giovani generazioni, Levante, Bari 2010; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; e Amoreno Martellini, Fiori nei cannoni. Nonviolenza e antimilitarismo nell'Italia del Novecento, Donzelli, Roma 2006; c) per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato ed i volumi bibliografici segnalati sopra; numerosi utilissimi materiali di e su Aldo Capitini sono nel sito dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini: www.aldocapitini.it; una assai utile mostra e un altrettanto utile dvd su Aldo Capitini possono essere richiesti scrivendo a Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a Lanfranco Mencaroni: l.mencaroni at libero.it, o anche al Movimento Nonviolento: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it o anche redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org]

 

A 50 anni dalla prima Marcia organizzata da Aldo Capitini il 24 settembre 1961, domenica 25 settembre 2011 si svolgera' la Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoli.

Perugia, ore 9, Giardini del Frontone

Assisi, ore 15, Rocca Maggiore.

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Vieni anche tu.

"Un solo essere, purche' sia intimamente persuaso, sereno e costante, puo' fare moltissimo, puo' mutare situazioni consolidate da secoli, far crollare un vecchiume formatosi per violenza e vile silenzio" (Aldo Capitini,1966)

Ci sono persone che meritano la tua e la nostra attenzione. Giovani che non riescono a trovare un lavoro, altri che vivono nella precarieta', ragazze e ragazzi che non si possono permettere di studiare, persone che si sentono uno zero perche' nessuno le ha mai valorizzate, gente intimidita e ricattata dalle mafie e dalla criminalita' organizzata, famiglie che faticano ad arrivare alla terza settimana, gente senza casa, persone che pagano le tasse nel nostro paese a cui neghiamo i diritti di cittadinanza, operai che muoiono sul lavoro, anziani soli e abbandonati, giovani che perdono la vita per difendere i diritti umani, bambini strappati all'infanzia e alle proprie famiglie, donne violentate, abusate e sfruttate, persone terrorizzate dalla guerra e dalla violenza, gente che muore ammazzata in carcere, altra che muore nel deserto o nel Mediterraneo cercando di sfuggire alla guerra, alle persecuzioni e alla miseria. Ci sono donne, bambini e uomini a cui non viene nemmeno riconosciuta la dignita' di esseri umani, che sopravvivono in condizioni drammatiche senza pace ne' giustizia.

Per loro e con loro, in nome di tutte le vittime e dei loro familiari, della dignita' e dei diritti di ogni persona, ti invitiamo a marciare per la pace e la fratellanza dei popoli il 25 settembre 2011 da Perugia ad Assisi, lungo la strada tracciata cinquant'anni fa da Aldo Capitini.

Ti invitiamo a camminare insieme perche', come tanti giovani del Mediterraneo e dell'Europa, sentiamo un bisogno forte di cambiamento. Dentro e fuori dal nostro paese ci sono situazioni croniche d'ingiustizia, di poverta', di violenza e di sofferenza che non possono piu' essere tollerate. Siamo indignati e preoccupati, perche' sappiamo che se le cose non cambiano, i rischi e i pericoli diventeranno sempre piu' grandi e noi diventeremo sempre piu' poveri, si moltiplicheranno le guerre, sprofonderemo sempre di piu' nell'incertezza e nella barbarie, aumenteranno le tensioni, gli scontri, la collera, le rivolte e la violenza.

Ti invitiamo a camminare insieme perche' liberta' vuol dire piu' responsabilita' e partecipazione di ciascuno. E, se vogliamo provocare un nuovo futuro, dobbiamo superare ogni forma d'indifferenza, di individualismo, di inerzia e di rassegnazione. Ognuno di noi deve stare dentro la storia da protagonista, con la propria coscienza, sensibilita' e responsabilita'.

Ti invitiamo a camminare insieme per rimettere al centro della nostra societa' i valori della nonviolenza, della giustizia, della liberta', della pace, dei diritti umani, della responsabilita' e della speranza, perche' vogliamo riscoprirne il significato autentico, per costruire insieme una nuova cultura, per dire basta alla manipolazione e allo stravolgimento delle parole, perche' la guerra e' guerra anche quando la si chiama in altro modo e le ingiustizie restano ingiustizie anche quando sono coperte dalle menzogne e dal silenzio mediatico, perche' vogliamo una Rai e un'informazione di pace.

Ti invitiamo a camminare insieme perche' vogliamo dire forte e chiaro ai rappresentanti di tutte le istituzioni che a ciascuno di questi valori debbono corrispondere azioni politiche concrete, un'agenda politica che parte dai quartieri dove viviamo fino all'Europa e all'Onu, che la Costituzione, la Dichiarazione Universale dei diritti umani e la Carta dei Diritti dell'Unione Europea non sono belle parole ma la bussola da seguire per uscire in tempo da questa gravissima condizione.

Ti invitiamo a camminare insieme perche', nel 150mo anniversario dell'Unita' d'Italia, vogliamo difendere e attuare la nostra Costituzione e ricordare a tutti che "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".

Ti invitiamo a camminare ancora una volta insieme, come fece Aldo Capitini nel 1961 e come in questi cinquant'anni abbiamo rifatto tante volte, perche' crediamo nella nonviolenza come metodo e stile di vita, strada maestra per contrastare ogni forma d'ingiustizia, perche' crediamo che la nonviolenza sia "per l'Italia e per tutti via di uscita dalla difesa di posizioni insufficienti, strumento di liberazione, prova suprema di amore, varco a uomo, societa' e realta' migliori".

Negli ultimi decenni sono gia' state sprecate tantissime opportunita' e risorse. Ma quello che ieri era desiderabile oggi e' diventato necessario e urgente. Per questo c'e' bisogno di una tua e nostra diversa assunzione di responsabilita'.

Entra a far parte della soluzione. Vieni, domenica 25 settembre 2011, alla Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza dei popoli.

*

Nell'idea di "fratellanza dei popoli" si riassumono molte delle scelte urgenti che dobbiamo fare per superare la crisi che stiamo vivendo: riscoprire la nostra umanita', mettere le persone al centro dell'economia e non piu' il contrario, riconoscere i diritti dei piu' poveri e dei piu' deboli e non continuare a calpestarli, gestire l'accoglienza e non i respingimenti, batterci contro le poverta' e le disuguaglianze sociali e non piu' aumentarle, investire sui giovani e non disperdere la nostra principale ricchezza, ridare piena dignita' al lavoro e ai lavoratori di tutto il mondo e non peggiorare le loro condizioni, investire sull'educazione, sulla cultura e sulla formazione e non tagliare le opportunita' del nostro futuro, difendere il pluralismo, il diritto e la liberta' d'informazione, cambiare i nostri consumi e stili di vita personali e collettivi smettendo di distruggere e sprecare i beni comuni, ripudiare davvero la guerra e la sua preparazione, tagliare le spese militari, costruire l'Europa dei cittadini e la Comunita' del Mediterraneo, democratizzare e rafforzare l'Onu, mettere fine al traffico delle armi e impegnarci a costruire la pace in Medio Oriente, nel Mediterraneo, in Africa e nel resto del mondo, fermare il cambiamento climatico, rompere la schiavitu' dai combustibili fossili e proteggere l'ambiente, costruire le citta' dei diritti umani e non le cittadelle dell'odio e dell'esclusione, investire sulla societa' civile e sul volontariato, investire sulla cooperazione a tutti i livelli anziche' sulla competizione selvaggia, promuovere la globalizzazione dei diritti umani, della democrazia e della solidarieta' contro la violenza, le guerre, le mafie, la corruzione, la censura, gli egoismi, il razzismo e la paura.

"Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignita' e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza" (articolo 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani).

Tavola della pace, Movimento Nonviolento

Perugia, 10 giugno 2010

Per adesioni, comunicazioni e informazioni: Tavola della Pace, via della viola 1, 06122 Perugia, tel. 0755736890, fax: 075/5739337, e-mail: segreteria at perlapace.it, sito: www.perlapace.it

 

7. DOCUMENTI. MOVIMENTO NONVIOLENTO: MOZIONE DEL POPOLO DELLA PACE: RIPUDIARE LA GUERRA, NON LA COSTITUZIONE

[Riproponiamo il seguente appello del Movimento Nonviolento (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org)]

 

Marcia per la pace e la fratellanza tra i popoli Perugia - Assisi, 25 settembre 2011

Mozione del popolo della pace: ripudiare la guerra, non la Costituzione

"Una marcia non e' fine a se stessa; continua negli animi, produce onde che vanno lontano, fa sorgere problemi, orientamenti, attivita'" Aldo Capitini (1962)

Quando Aldo Capitini scriveva queste parole a commento della "Marcia per la  pace e la fratellanza tra i popoli" del 1961 era consapevole di aver aperto un  varco nella storia del '900 attraverso il quale per la prima volta era entrato in scena ed aveva preso la parola, in prima persona, il "popolo della pace" che, convocato in una "Assemblea itinerante" partita da Perugia e giunta alla Rocca  di Assisi, approvava la Mozione del popolo della pace.

Da quel settembre di 50 anni fa il popolo della pace non e' piu' uscito di scena e non ha piu' rinunciato al diritto alla parola. Molte altre volte si e' riconvocato in assemblea ed ha marciato da Perugia ad Assisi, ponendo problemi, indicando orientamenti, promuovendo attivita'.

L'onda prodotta dalla prima Marcia e' ora giunta fino a noi. Noi ci assumiamo la responsabilita' di convocare ancora il popolo della pace, non solo perche' c'e' da celebrare il suo cinquantesimo anniversario, ma soprattutto perche' e' necessario che esso faccia sentire ancora la sua voce, approvi oggi una  nuova Mozione del popolo della pace. Faccia ancora sorgere problemi, orientamenti, attivita'.

Il problema fondamentale che vuole far sorgere il popolo della pace, nel 50mo anniversario della prima Marcia per la pace e nel 150mo anniversario dell'Unita' d'Italia, e' il rispetto integrale della Costituzione della Repubblica italiana.

La Costituzione e' da tempo sotto attacco sotto molteplici aspetti, ma sotto uno in particolare e' gia' profondamente e dolorosamente lacerata, anzi ripudiata. I padri costituenti hanno accuratamente selezionato le parole con le quali scrivere il Patto fondativo della nazione e solo nei confronti della guerra  hanno usato, all'articolo 11, il verbo "ripudiare" - che vuol dire rinnegare,  sconfessare, respingere - non solo "come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli", ma anche "come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali". Da tempo ormai, attraverso l'artificio retorico dell'"intervento umanitario", e' invece questo articolo della Costituzione ad essere stato ripudiato (rinnegato, sconfessato, respinto) e la guerra e' tornata ad essere strumento e mezzo accettato, preparato e utilizzato. Inoltre la preparazione di questo mezzo risucchia la parte piu' consistente della spesa pubblica che non puo' essere utilizzata ne' per garantire i diritti sociali affermati dalla stessa Costituzione, ne' per costruire e sperimentare altri mezzi di risoluzione delle controversie internazionali coerenti con la lettera e lo spirito della Costituzione.

Questo e' il problema fondamentale che pone il popolo della pace e riguarda le basi stesse del nostro ordinamento democratico, del nostro patto civile nazionale: occorre ripudiare la guerra, non la Costituzione.

Il popolo della pace non si limita a denunciare il problema, ma indica un orientamento per la sua soluzione: la nonviolenza. Che non e' principio astratto ma concreta ricerca di mezzi alternativi alla violenza e alla guerra.

Mentre i padri costituenti sanciscono il ripudio della guerra come "mezzo" di  risoluzione delle controversie, i padri e le madri della nonviolenza si concentrano proprio sulla ricerca dei "mezzi" per affrontare e trasformare positivamente i conflitti. "Nella grossa questione del rapporto tra il mezzo e il fine, la nonviolenza porta il suo contributo in quanto indica che il fine della pace non puo' realizzarsi attraverso la vecchia legge 'Se vuoi la pace,  prepara la guerra', ma attraverso un'altra legge: 'Durante la pace prepara la  pace'", scrive Aldo Capitini. Perche', come spiega Gandhi, "tra mezzo e fine vi e' lo stesso inviolabile nesso che c'e' tra seme e albero".

L'orientamento che indica il popolo della pace e' di investire le risorse pubbliche non piu' per le ingenti, e sempre crescenti, spese militari e per armamenti, ma per ricercare, promuovere e sperimentare efficaci strumenti e mezzi di pace. Sia sul piano culturale di una diffusa educazione alla pace e alla nonviolenza, volta a rivitalizzare sentimenti di responsabilita' individuale, di partecipazione democratica, di apertura alla convivenza. Sia sul piano dell'organizzazione sociale, economica ed energetica fondata sulla  sostenibilita', la semplicita', i beni comuni. Sia sul piano dell'approntamento degli strumenti non armati per gli interventi veri e propri nelle situazioni di  oppressione e di conflitto, interni e internazionali.

Nel porre il problema del ripudio della guerra, e non della Costituzione, nell'indicare l'orientamento alla nonviolenza e ai mezzi non armati per la risoluzione dei conflitti, il popolo della pace promuove le attivita' e le campagne necessarie: il disarmo e la costituzione dei corpi civili di pace.

La guerra, comunque aggettivata - umanitaria, preventiva, giusta, chirurgica  ecc. - e' un costo insostenibile sia in termini di vite umane e sofferenze per le popolazioni, sia in termini di tenuta del patto democratico, sia in termini di  bilanci economici. Mentre tutti i settori della spesa pubblica subiscono pesanti e continue contrazioni, mentre i settori produttivi risentono delle crisi finanziarie internazionali, solo il settore delle spesa pubblica militare lievita incessantemente e solo il settore dell'industria degli armamenti diventa piu' florido. In questo preparare quotidianamente, ed economicamente, il mezzo della guerra, la Costituzione e' gia' ripudiata. L'invio dei bombardieri ne e' solo la tragica ma inevitabile conseguenza. Percio' la condizione preliminare e necessaria per il ripudio della guerra e' il disarmo. In tempo di crisi, l'invito del presidente Pertini e' sempre piu' attuale: "Svuotare gli arsenali e riempire i granai": questa e' la prima attivita'.

La seconda attivita' e' darsi i mezzi e gli strumenti necessari per intervenire all'interno dei conflitti, come prevedono sia la Costituzione italiana che la Carta delle Nazioni Unite, ossia costituire i Corpi Civili di Pace nazionali e internazionali. Dotare il nostro Paese, e orientare in questo senso le Organizzazioni internazionali, di Forze disarmate costituite da personale formato ed equipaggiato, presente nei luoghi dei conflitti prima che questi degenerino in guerra. Corpi civili esperti nella complessa ma indispensabile arte della prevenzione, mediazione, interposizione e riconcliazione tra le parti.

Significa costruire un nuovo ordine internazionale fondato sulla nonviolenza. Se poi tutti gli interventi civili messi in campo, fino in fondo, all'interno di un conflitto non saranno stati efficaci e sara' necessario un intervento, limitato e circoscritto, di una forza armata, sara' compito della Polizia internazionale al servizio delle Nazioni Unite. La quale, come tutte le polizie, non fara' guerre e bombardamenti ma separera' i contendenti, neutralizzando i soggetti piu' violenti e arrestando chi si rende responsabile di crimini.

Per il popolo della pace questo e' il nuovo varco da aprire oggi nella storia.

Questa la sua mozione: ripudiare la guerra, non la Costituzione.

Per questo marcera' ancora una volta da Perugia ad Assisi

*

Il Movimento Nonviolento

Per informazioni e contatti: Movimento Nonviolento, via Spagna 8, 37123 Verona, sito: www.nonviolenti.org, e-mail: azionenonviolenta at sis.it

 

8. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Giorgio Simoncini, Citta' e societa' nel Rinascimento, Einaudi, Torino 1974, 2 voll. di pp. XVI + 302 e VIII + 454.

- Alberto Tenenti, Il senso della morte e l'amore della vita nel Rinascimento, Einaudi, Torino 1957, 1977, pp. XL + 496 (+ 65 illustrazioni fuori testo).

 

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

10. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 665 del primo settembre 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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