Telegrammi. 660
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- Date: Sat, 27 Aug 2011 00:20:56 +0200 (CEST)
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 660 del 27 agosto 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini: Che fare
2. Continuano le stragi della Nato
3. Sette domande a Daniele Gallo
4. Sette domande a Nadia Monti
5. Sette domande a Mario Pancera
6. Movimento Nonviolento: Una lettera aperta a Susanna Camusso
7. Kate Kellaway: Rifugiate
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'
1. EDITORIALE. PEPPE SINI: CHE FARE
Lo sciopero generale del 6 settembre indetto dalla Cgil, e la marcia Perugia-Assisi del 25 settembre promossa congiuntamente dalla tavola della Pace e dal Movimento Nonviolento, costituiscono per l'Italia due decisive mobilitazioni che possono segnare un punto di svolta nel conflitto politico e sociale di lungo periodo tuttora in corso - e, verrebbe da dire con lessico gramsciano, due passaggi cruciali per la "riforma intellettuale e morale" la cui necessita' ed urgenza e' evidente ormai a tutti.
Ambedue le iniziative ovviamente non si danno "in vitro", ma nel vortice di una crisi profonda i cui esiti nessuno e' in grado di prevedere, e quindi nelle loro rispettive convocazioni presentano anche aspetti ancora non del tutto chiariti, ma nella sostanza pongono in modo corretto due questioni, che poi sono una e la stessa: la necessita' e l'urgenza di opporsi alla politica economica ed istituzionale ferocemente classista e rapinatrice del governo golpista; la necessita' di opporsi alla politica interna ed internazionale ferocemente razzista e assassina del governo golpista.
Bene ha fatto il Movimento Nonviolento ad aderire allo sciopero del 6 settembre e ad invitare la Cgil sia a sostenere la marcia Perugia-Assisi, sia a portare la proposta della drastica riduzione delle spese militari come elemento cruciale nella piattaforma dello sciopero generale.
Il nocciolo della questione e' che occorre sia riunificare il movimento di opposizione al governo golpista e al regime della corruzione, sia - e soprattutto - di definire nel vivo della mobilitazione sociale un programma minimo ma essenziale di alternativa di governo che sia realmente adeguato alla distretta presente.
Questo programma minimo di alternativa non solo al "berlusconismo", ma alla gestione da parte del capitalismo finanziario della crisi da esso stesso provocata, deve riuscire ad essere non solo egemonico, ma innanzitutto concreto ed efficace, sia nelle misure immediate che nelle prospettive a medio termine che nel progetto politico ed amministrativo complessivo.
Elementi sostanziali di esso devono essere:
1. la smilitarizzazione e il disarmo, con scelte drastiche ed unilaterali;
2. la difesa nitida e intransigente dei diritti umani di tutti gli esseri umani (e quindi in primo luogo l'abrogazione immediata di tutte le misure razziste illegalmente introdotte nel corso degli anni nell'ordinamento);
3. la difesa dell'ambiente e la lotta ai poteri criminali e all'economia illegale, con scelte anche qui drastiche: ad esempio: blocco immediato delle cosiddette "grandi opere", disinquinamento, tutela e ricostituzione dei beni comuni; semplificazione e velocizzazione delle procedure di confisca dei beni ai poteri criminali e per il loro riuso in forme adeguatamente controllate e pienamente trasparenti a fini di pubblica utilita';
4. una politica fiscale, del territorio e dei servizi orientata a difendere la dignita' e i diritti fondamentali di tutti gli esseri umani, quindi esplicitamente antagonista alla speculazione e all'affarismo illecito, ed energicamente perequativa:
a) applicando pertanto meccanismi di prelievo fiscale fortemente progressivi;
b) riducendo la spesa pubblica ove e' possibile agevolmente ridurla: oltre che nelle spese militari, per le "grandi opere" et similia, abolendo lo sperpero per prebende e vitalizi al ceto politico, amministrativo e dei tecnici; abolendo gli enti inutili; abolendo il foraggiamento ad intraprese pretesamente di pubblica utilita' ed in realta' meri carrozzoni clientelari e parassitari; riorganizzando strutture, funzioni e personale della macchina amministrativa restituendo ad essa trasparenza ed efficacia;
5. una politica economica mirata alla conversione ecologica delle attivita' produttive, al risanamento del territorio, alle energie rinnovabili e al risparmio energetico, alla gestione sostenibile e partecipata del ciclo produttivo.
2. EDITORIALE. CONTINUANO LE STRAGI DELLA NATO
Continuano le stragi della Nato
in Libia, in Afghanistan, ovunque
giunge l'artiglio e il becco corazzato
che tutto strazia e uccide e che qualunque
vita degrada e annienta. E risultato
di quell'agire e' che da chiunque
possiede armi e rabbia e' rispecchiato
e stragi stragi seguono dovunque.
Fermare questa dissennata giostra
e' necessario e urgente. La clemenza
sostituire all'odio e' la nostra
scommessa, il nostro compito. Demenza
sarebbe proseguire in questa mostra
di atrocita'. Tempo e' di nonviolenza.
3. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A DANIELE GALLO
[Ringraziamo Daniele Gallo (per contatti: d.gallo at viator.it) per questa intervista.
Daniele Gallo (Milano, 21 novembre 1954) e' laureato in scienze politiche con specializzazione e master in sociologia del lavoro (con la professoressa Bianca Beccalli) all'Universita' Statale di Milano; corsista in giurisprudenza all'Universita' Statale di Milano, ha maturato, anche attraverso esperienze seminariali, competenze certificate nelle scienze criminologiche (con il professor Gian Luigi Ponti), nelle tematiche relative alla sociologia e filosofia del diritto (con il professor Renato Treves) e in quelle della teoria generale del diritto; master in diritto sportivo con il professor Carlo Masera; uditore alla facolta' di Teologia dell'Italia Settentrionale di Milano; giornalista e saggista, e' direttore responsabile delle pubblicazioni "Viator" e "Quaderni di ricerca spirituale" e direttore editoriale del Gruppo Editoriale Viator (Milano) che gestisce la casa editrice Servitium, dei frati Servi di Maria di Sotto il Monte (Bg), e docente di lingua e letteratura italiana e di teoria e tecnica della traduzione presso la Scuola Universitaria Superiore per Mediatori Linguistici Ciels di Padova. Fra le opere pubblicate: Studio critico sulla funzione del sindacato in Eduard Bernstein (Edizioni Universitarie, Milano, 1991); Legge 903/1977: storia di una parita'. Diritto e realta' (Edizioni Universitarie, Milano,1992); Commento tecnico al primo convegno sul tema "Evoluzione e sviluppo del diritto sportivo" (Milano 1997); Toto', vita e arte di un genio (Gruppo Editoriale Viator-Fondazione Ente dello spettacolo, Milano, 2008); Fare anima con le cose (Gruppo Editoriale Viator, 2009); Eduardo, la magia del teatro (Gruppo Editoriale Viator - Fondazione Ente dello spettacolo, Milano 2010). Opere in uscita: Informazione e verita'. Far conoscere per riconoscere (Gruppo Editoriale Viator, 2011); Teologia della gratuita' (Servitium, Sotto il Monte 2011). E' socio fondatore e consigliere del centro "Riabitare la terra e la citta'" (Pavia), e dell'associazione "Etica, Sviluppo, Ambiente Adriano Olivetti". E' consigliere delle associazioni: Societa' Umanizzata (Milano), Arco Consumatori (Pescara); ed e' componente del comitato tecnico-scientifico dell'Istituto nazionale di ricerca delle scienze criminali e della sicurezza (Padova), e della giuria del premio istituito dalla fondazione don Carlo Gnocchi e dalla Biennale di Venezia alla Mostra internazionale di Arte cinematografica sulle opere di valore sociale. Cfr. anche l'intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 354]
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Daniele Gallo: La marcia Perugia-Assisi ha acquistato negli anni un valore altamente simbolico e profetico. Attorno ad essa si e' alimentato di linfa vitale il "mondo buono" di chi vuole realizzato il progetto divino del Regno, di chi crede che le creature debbano vivere e relazionarsi in nome della fratellanza e nella consapevolezza di una egualitaria e democratica condivisione della valorizzazione del dono del Creato, in nome della nonviolenza.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Daniele Gallo: Il mondo sta cambiando: la crisi economica globale, le ribellioni di popoli stanchi di essere oppressi, la crescente sfiducia della gente comune nelle istituzioni tratteggiano un quadro impegnativo e di difficile lettura. La marcia del 25 settembre puo' diventare una grande occasione per riaffermare, da una parte, la sacralita' dei diritti umani e, dall'altra, la necessita' di non abbassare mai la guardia nell'esaltazione dell'unica strada possibile, quella della nonviolenza.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Daniele Gallo: Non stiamo attraversando un momento particolarmente esaltante, la nonviolenza in Italia puo' essere considerata ancora fenomeno di nicchia, come testimonianza dell'impegno di pochi. Dobbiamo riuscire, al di la' dell'ottima dimensione qualitativa, a raggiungere una piu' consistente dimensione quantitativa. La nonviolenza deve diventare un fatto culturale diffuso ed entrare nella coscienza collettiva come un sesto senso.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Daniele Gallo: Da sentinelle vigili nelle loro garritte i componenti del mondo nonviolento devono fare apostolato con i giovani, devono saper comunicare i valori della nonviolenza, la dimensione sociale, culturale e spirituale dell'essenza di un nuovo modo di concepire la vita e le relazioni umane. Il Movimento deve aiutare la societa' civile e la stessa Chiesa a rivedere il concetto di "guerra giusta", e ad eliminare l'abiezione della pena di morte.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Daniele Gallo: Mi hanno colpito gli Indignados di Madrid e mi sono rallegrato per la vittoria dei referendum su acqua, nucleare e legittimo impedimento.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Daniele Gallo: Come accennato prima il mondo sta cambiando: la crisi globale sara' difficile da affrontare e da superare. Sarebbe fantastico se riuscissimo a rendere consapevole la gente che la nonviolenza offre progettualita' alternativa a un modello liberista perdente con la proposizione di paradigmi sociali ed economici positivi e vincenti.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Daniele Gallo: E' l'unica strada possibile per sperare in un mondo migliore, piu' aderente al progetto del Creatore. Ci si puo' accostare con grande semplicita', solo ascoltando la purezza della scintilla divina presente in tutti noi. Fare il bene e praticare la nonviolenza e' semplicemente la prima automatica conseguenza.
4. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A NADIA MONTI
[Ringraziamo Nadia Monti (per contatti: Nadia.Monti at comune.bologna.it) per questa intervista.
Nadia Monti e' assessore a Commercio, Attivita' Produttive, Turismo e Legalita' del Comune di Bologna. Nata a Forli' nel 1981, laureata in Scienze Internazionali e Diplomatiche, con specializzazione in Relazioni Internazionali, e' attualmente Junior Sales Manager per una multinazionale italiana operante nel settore design e arredamento outdoor, referente principale per la clientela professionale mitteleuropea e australiana, il suo incarico prevede la gestione delle relazioni commerciali estere al fine di rafforzare il posizionamento della societa' sul mercato internazionale. Sempre in ambito industriale ha maturato esperienze professionali nel settore dell'alta moda gestendo e coordinando la rete commerciale europea, definendo piani di marketing per lo sviluppo di progetti relativi al brand sui mercati esteri. Durante la fusione per incorporazione di un noto e importante istituto bancario - dal 2008 - ha svolto attivita' di back-office relativamente alla gestione e allo studio delle posizioni patrimoniali, reddituali e finanziarie. Dal 2006 al 2007 ha partecipato a un progetto di servizio civile svolgendo attivita' di promozione e valorizzazione del patrimonio artistico e culturale per il Comune di Castrocaro Terme e Terra del Sole collaborando a progetti culturali delle Pro-Loco e degli enti turistici della provincia di Forli'-Cesena. Dal 2001 al 2005, durante gli anni universitari, ha maturato esperienze nel settore turistico tramite attivita' di interpretariato e di segreteria commerciale presso gruppi alberghieri di prestigio. Le lingue abitualmente utilizzate per lavoro sono il tedesco, l'inglese e il francese, parlate fluentemente. Nel 2000 ha inoltre conseguito la Zeugnis Zentrale Mittelstufenpruefung all'Istituto Goethe di Bolzano. Ha inoltre partecipato al Corso multidisciplinare "Educazione allo Sviluppo", Comitato Unicef di Forli' - Universita' degli studi di Bologna, Facolta' di Scienze Politiche "Roberto Ruffilli", al Corso multidisciplinare "Diritti umani, sviluppo e responsabilita' sociale", progetto Made in the World, sezione italiana di Amnesty International, Comitato di Forli', e al corso Alta Formazione "Global business: strumenti e metodi per l'internazionalizzazione", Cofimp - Unindustria, Bologna. Durante il suo percorso accademico ha fatto attivamente parte di associazioni studentesche occupandosi di diritto allo studio, in particolare e' stata membro della Commissione Didattica di Udu, Unione degli Universitari. Un forte interesse per il volontariato nazionale ed europeo l'ha spinta a seguire corsi di specializzazione di pronto soccorso e seminari di diritto internazionale umanitario all'interno della Croce Rossa Italiana per la quale ha svolto attivita' di volontariato dal 2001 al 2007. Fa parte dell'Italia dei Valori]
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Nadia Monti: La volonta' di non fermarsi mai per costruire un percorso di pace. Negli ultimi 50 anni la marcia ha svolto un vero e proprio ruolo politico, ha sancito una partecipazione nuova, libera e di profondo senso civico. Ha raccolto e unito cittadini, associazioni di diverse origini e ideologie. Ha rappresentato un nuovo linguaggio, ha dato la speranza che una nuova forma di comunicazione fra popoli esiste, e' possibile.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Nadia Monti: Stiamo vivendo un anno di inquietudine mondiale, nuove economie monopolistiche si stanno preparando sempre piu' alla guerra economica. Ogni giorno assistiamo a una lotta fra Stati, banche, gruppi finanziari e imprese spingendo i lavoratori in guerra gli uni contro gli altri. Nei paesi ricchi, il capitalismo non e' piu' in grado di garantire ai lavoratori quanto garantiva prima e taglia il potere d'acquisto dei salari e i posti di lavoro. Nei paesi meno sviluppati, la crisi sta generando un'epocale ribellione contro la fame e la miseria. Tra gli effetti piu' tragici, c'e' quello dell'esodo di centinaia di migliaia di profughi che cercano di fuggire dalla disoccupazione insopportabile, dalla miseria dilagante e dalle guerre civili. I popoli del Medio Oriente devono lottare contro le rispettive borghesie corrotte e dittatoriali che li hanno ridotti alla fame. I popoli europei contro le loro che stanno smantellando lo Stato sociale, che aumentano lo sfruttamento, la disoccupazione e la miseria dei "nuovi poveri". Occorre pero' che tanta rabbia e disponibilita' a lottare trovino la reciproca solidarieta' tra le due sponde del Mediterraneo. La marcia di quest'anno deve essere di stimolo per un'unita' fra popoli. Nel tempo di pace bisogna creare legami nonviolenti per evitare che le guerre vengano preparate.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Nadia Monti: La mia visione e' molto pessimista: troppe volte viene teorizzata ed utilizzata la violenza, con giustificazioni che si rivelano sempre piu' inconsistenti. Siamo un paese che ospita ancora basi militari, anche nucleari, con l'aperto appoggio dei governi, si stanno diffondendo iniziative razziste e questo la dice lunga sul deficit di pace e nonviolenza in Italia. Nonviolenza pero' significa anche democrazia e giustizia e oggi questi valori nel nostro Paese sono calpestati, derisi, annullati; penso alla perdita di controllo della legalita' e della trasparenza, la violenza non e' solo di tipo fisico. Altro aspetto che sta venendo a mancare in Italia e' la consapevolezza da parte di alcuni sindacati della natura profondamente nonviolenta dello sciopero e in generale della loro missione di difesa dei diritti non solo economici di larga parte della popolazione.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Nadia Monti: Questi movimenti possono andare al cuore del modello economico e sociale, proponendo un nuovo stile di vita, una rete di reciproco sostegno non solo economico: penso alla produzione e al consumo locale-regionale, all'artigianato, all'agricoltura biologica, alla cooperazione e la sobrieta'. Possono insomma lanciare una sana alternativa ad ambienti urbani, tendenzialmente anonimi e aggressivi.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Nadia Monti: Penso ai "No tav", a forme nonviolente di protesta come il boicottaggio, penso a nuovi stili di vita, alla promozione delle energie rinnovabili. Penso alla campagna per l'abolizione della pena di morte in tutti i paesi del mondo e la nostra recente iniziativa referendaria per salvare l'acqua dalle logiche del profitto imprenditoriale. In ultimo, ma non meno importante, la lotta contro le mafie espressa da Libera e da tutta le associazioni che operano con lei.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Nadia Monti: Su azioni di sensibilizzazione e di educazione. La gente deve conoscere, sapere e la cultura della legalita', della pace, della nonviolenza va insegnata fin dall'infanzia. Il problema e' culturale, bisogna lavorare sui bambini, nelle scuole, puntando sull'educazione alla nonviolenza e la prevenzione. Nonviolenza e' anche rapporti interpersonali paritari, solidali, rilassati e tendenti all'amicizia.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Nadia Monti: Risponderei con una citazione di Gandhi che racchiude un ottimo insegnamento: "Apprendere che nella battaglia della vita si puo' facilmente vincere l'odio con l'amore, la menzogna con la verita', la violenza con l'abnegazione dovrebbe essere un elemento fondamentale nell'educazione di un bambino". Spesso, inoltre, cadiamo nell'errore di parlare di "battaglia, lotta, combattere ecc.", spiegherei che possiamo dire le cose senza utilizzare un linguaggio di guerra.
5. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A MARIO PANCERA
[Ringraziamo Mario Pancera (per contatti: mariopancera at interfree.it) per questa intervista.
Mario Pancera si e' occupato di arte e letteratura per numerose testate tra cui "Oggi", "Domenica del Corriere", "la Repubblica", "La Stampa" e il mensile "Arte", di cui e' stato direttore. Ha collaborato al quindicinale "Adesso" di Primo Mazzolari. Ha insegnato nella Scuola di specializzazione in comunicazioni sociali dell'Universita' Cattolica di Milano. Ha pubblicato tra l'altro La guerra e' schiavitu', La Locusta, 1966; I nuovi preti, Sperling e Kupfer, 1976; Conversazioni con Bettazzi, La Locusta, 1978; Tra fede e rivoluzione, Rusconi, 1981; San Pietro, Rusconi, 1981; Lorenzo Milani, Edizioni Paoline, 1987; Il design oggi, con M. C. Tommasini, Edizioni Giorgio Mondadori, 1993; Vite scolpite, Simonelli, 1999; La morte assurda di Ottone Rosai, Acquaviva, 2003; Primo Mazzolari e "Adesso" 1949-1951, Edizioni Messaggero di Padova, 2005; Le donne di Marx, Rubbettino, 2007. Ha tradotto Lettera a un giovane cattolico di Heinrich Boell, La Locusta, 1968]
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Mario Pancera: Il fatto stesso che esista. Ormai tutti sanno che c'e': il solo darne la notizia e' un ricordare la pace nella mente dei cittadini.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Mario Pancera: Non so. Ho una speranza: che tutti, chi vi partecipera' e chi vi assistera' attraverso i mass media, pensino che anche noi italiani siamo in guerra in varie parti del mondo, e che vi riflettano. Se fossi un sacerdote farei suonare le campane a stormo tutti i giorni. Di notte, per ricordare i bombardamenti.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Mario Pancera: Non so.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Mario Pancera: Come dicevo all'inizio, il fatto che questo e altri movimenti simili esistano e' un ammonimento continuo. Non li conosco abbastanza e quindi non ne posso parlare, ma all'interno di questi movimenti ci devono pur essere uomini e donne di alto livello, in grado di dedicarsi all'attivita' politica concreta (parlamento, comuni, regioni): sappiamo tutti che alla testimonianza verbale occorre dare forza con una testimonianza concreta e visibile.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Mario Pancera: A parte la presenza, costante e fondamentale per l'informazione, di vari siti web, non ho in mente fatti particolari (ma puo' essere colpa della mia distrazione o della mia memoria).
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Mario Pancera: Allontanare i guerrafondai dal Parlamento e' chiedere troppo? (Certo, e' impossibile).
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Mario Pancera: Io partirei dal Vangelo.
6. DOCUMENTI. MOVIMENTO NONVIOLENTO: UNA LETTERA APERTA A SUSANNA CAMUSSO
[Dagli amici del Movimento Nonviolento (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) riceviamo e diffondiamo]
Lettera aperta a Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil
Il Movimento Nonviolento alla Cgil su sciopero, spese militari, guerra
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Gentile Susanna Camusso,
mentre prepariamo la "Marcia per la pace e la fratellanza dei popoli", il 25 settembre da Perugia ad Assisi nel cinquantesimo anniversario della prima del 1961, noi che ci diciamo "amici della nonviolenza", secondo la definizione che volle dare Aldo Capitini, fondatore del nostro Movimento Nonviolento, saremo nelle piazze d'Italia anche il 6 settembre insieme ai lavoratori italiani.
Saremo in piazza con voi per sottolineare con forza che, mentre con il pretesto della crisi internazionale si taglia tutto cio' che ancora rimanda ad un'idea di Stato come patto solidale tra i cittadini voluto dalla Costituzione, non si opera nessun taglio alle spese militari che sono invece gia' di per se' una rottura in atto e permanente della stessa Costituzione, in quanto preparano lo "strumento guerra" che essa ripudia, sottraendo preziose e ingenti risorse al bilancio dello Stato.
Mentre l'economia del nostro Paese scivola sempre piu' in basso, l'Italia e' invece stabilmente all'ottavo posto tra i paesi che spendono di piu' per spesa pubblica militare, come ci ricorda tutti gli anni l'autorevole osservatorio del Sipri di Stoccolma. E mantiene questa posizione non solo non operando tagli in questo settore, ma aumentando - anno dopo anno - l'investimento pubblico nelle spese per la guerra. La cifra astronomica di 25 miliardi di euro, ormai raggiunta dalla spesa bellica, e' il valore di un'intera finanziaria di lacrime e sangue per i cittadini e i ceti popolari!
Il Parlamento ha recentemente confermato l'acquisto di 131 cacciabombardieri ad armamento anche nucleare F35, per un costo complessivo di ulteriori 16 miliardi di euro, senza considerare le successive spese di manutenzione. Con il costo di uno solo di questi orrendi mostri, portatori di morte, si possono aprire 300 asili nido o pagare l'indennita' di disoccupazione per 15.000 cassintegrati.
Se poi si vanno a vedere gli impegni per i programmi pluriennali dei sistemi d'arma, si scopre che dal 2011 al 2019, per nuovi bombardieri, elicotteri, portaerei, fregate, sommergibili e veicoli blindati, il Governo ha impegnato una spesa di 46 miliardi e mezzo, ossia l'equivalente di un'altra enorme finanziaria!
Noi del Movimento Nonviolento saremo a fianco della Cgil nello sciopero generale ed invitiamo Lei ad essere al nostro fianco alla Marcia Perugia-Assisi, ma chiediamo anche che il piu' grande sindacato italiano, faccia suo l'appello del Presidente Pertini: "si svuotino gli arsenali, strumenti di morte, e si colmino i granai, strumenti di vita". Chiediamo che nelle piazze dei lavoratori si dica, chiaro e forte, che il primo principio di equita', di civilta' e di costituzionalita' e' il taglio drastico delle spese militari e la loro riconversione in spese civili e sociali.
Come insegnava don Lorenzo Milani ai ragazzi di Barbiana, due sono le leve per cambiare le leggi ingiuste degli uomini, il voto e lo sciopero. E poiche' in questo momento ci e' impedito lo strumento democratico del voto, condividiamo la scelta del piu' grande sindacato italiano di usare il piu' importante strumento di lotta nonviolenta di cui il movimento sindacale e' custode: lo sciopero generale.
*
per il Movimento Nonviolento: Mao Valpiana, presidente, Raffaella Mendolia, segretaria, Pasquale Pugliese, segretario
Verona, 26 settembre 2011
7. DIRITTI. KATE KELLAWAY: RIFUGIATE
[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per averci messo a disposizione nella sua traduzione il seguente articolo di Kate Kellaway dal titolo originale "Asylum life: the trials of women refugees, through their own eyes" apparso su "The Observer" del 14 agosto 2011.
Kate Kellaway e' giornalista e saggista]
Il seminterrato di un edificio nei pressi di Old Street, Londra orientale, e' pieno: rifugiate da tutto il mondo - Eritrea, Afghanistan, Iran, Repubblica democratica del Congo, Angola, Zimbabwe, Somalia, Burundi, Iraq e Camerun - si stanno riunendo qui. Diversi corsi di inglese si stanno tenendo in contemporanea e il posto ribolle di rumori. Si tratta della sede di una piccola associazione, "Women for Refugee Women", che aiuta le rifugiate a camminare con le proprie gambe ed a trovare la propria voce.
Molte di loro sono in completa miseria. Hanno passato mesi, ed in alcuni casi anni, sulle strade mentre lottavano con il sistema di asilo britannico. Sto facendo loro visita a causa di una eccellente mostra delle loro fotografie chiamata, con un'ironia che non ha bisogno di spiegazioni, "Casa dolce casa": un tentativo di catturare cio' che "casa" in questo paese significa per loro.
Natasha Walter, una scrittrice che ha scoperto l'associazione dopo aver incontrato a Londra una rifugiata indigente, spiega che l'intenzione originaria era di aiutare le donne che sanno poco l'inglese a trovare un modo alternativo di comunicare le difficolta' delle loro vite in questa citta': uno scatto vale mille parole. L'idea era anche che usando le macchine fotografiche le rifugiate avrebbero potuto illuminarci, ed e' cio' che hanno fatto. In superficie le istantanee non sembrano altro che una registrazione neutra ma e' proprio questo a dar loro la forza di una protesta. Le macchine fotografiche non mentono. E la mostra finisce per dire molto su di noi e sulle nostre responsabilita' nei confronti delle rifugiate: una lezione che colpisce profondamente.
E' impossibile guardare queste immagini senza provare un'indignata compassione. Esse documentano la lotta per una sopravvivenza elementare; il senso di quanto poco le donne abbiano e' inevitabile. Le necessita' di base sono dominanti: le valigie non sono mai disfatte (le donne sono sempre in movimento), una borsa d'acqua calda tiene lontano il freddo, magre quantita' di cibo (zucchero, riso) sono disposte come per un ritratto di gruppo. Molte delle fotografie suggeriscono l'idea di un ufficio oggetti smarriti, solo che sono le proprietarie e non gli oggetti ad essere sperdute.
Natasha Walter spiega che la mostra non tratta di casi individuali ma "dell'importanza di far conoscere alla gente le difficili circostanze in cui queste donne si trovano. La stragrande maggioranza di quelle che sono qui sono sfuggite a pesanti violazioni dei loro diritti umani, inclusa la violenza sessuale, la persecuzione etnica e quella politica. Sono traumatizzate dalla perdita delle loro case e delle loro famiglie. Ed e' terribile che la richiesta di asilo le traumatizzi ancora di piu'. Devono negoziare all'interno di un sistema assai complesso, e nonostante la realta' delle persecuzioni che hanno subito molto spesso non vengono credute".
Se la richiesta di asilo non viene accettata, le donne sono spostate da un luogo all'altro e possono essere classificate come "destitute" ("miserabili"), il che significa essere senza casa, non percepire alcun aiuto, e non avere il diritto di lavorare. "Vogliamo mostrare l'impatto di un sistema ingiusto nelle loro vite quotidiane", spiega ancora Natasha Walter.
In un'immagine particolarmente inquietante, "Ombra", una scarpa senza lacci sta su un marciapiede londinese. Il corpo della donna che la indossa getta un'ombra sulla pietra. La fotografia mi appare un invito: potete immaginare di indossare le loro scarpe? (Ovvero di "mettervi nei loro panni" - ndt.).
Ho incontrato quattro delle fotografe: Evelyne, Madeleine, Esther ed Herlinde. Sono accoglienti ma guardinghe. Vengono tutte dalla Repubblica democratica del Congo ma non si conoscevano prima di incontrarsi, per la prima volta, in questa stanza. Stanno fuggendo da persecuzioni etniche e politiche ma qui, almeno, possono condividere esperienze, essere indirizzate a un avvocato, essere parte di una rete.
Chiacchieriamo in una volonterosa mistura di inglese e francese. Cominciamo con che tempo fa a Londra - ridono, rompono in esclamazioni, scuotono le spalle - e ci spostiamo sul cibo. Herlinde ricorda una visita al supermercato, la repulsione per i cibi inglesi ed il suo ingannarsi su di essi, mentre gli occhi di Evelyne si illuminano nel descrivere il "kwanga", le radici vegetali che le ricordano casa sua. Le ha comprate a Dalston e le ha fotografate affettuosamente. Quando parlano dei loro sentimenti, le risate scompaiono. Herlinde descrive la sua testa "come una noce di cocco. Come se il mio cervello ci tremasse dentro. Dicono che e' depressione". Herlinde e', fra le quattro, quella dall'inglese migliore. Da poco le e' stato garantito il permesso di restare. "Essere una 'destitute' ha effetto sulla tua mente, sul tuo corpo, sulla tua anima", racconta, "Quando io lo ero non potevo pianificare la mia esistenza. Ti senti inutile e abbattuta, non sei stabile, diventi come una bambina".
Madeleine, una donna regale vestita come una macchinista delle ferrovie, mi parla con spirito delle sfide affrontate nella sua vita, e del pericolo costituito dai falsi amici, in particolare dagli uomini: "Gli uomini dicono che vogliono aiutarti ma in effetti quel che vogliono e' abusare di te. E poi ti ritrovi da sola con un bimbo. O malata di Aids". Madeleine e' qui da otto anni: "Vago con la mente. Non sono in pace. Vorrei lavorare per aiutare me stessa, ma il tempo sta passando".
Tutte le donne vorrebbero lavorare, ma a causa del loro status se lo fanno vengono arrestate. Molte hanno figli lasciati nei loro paesi ed il dolore della separazione e' quasi indicibile. "Non posso parlare con la mia bambina di 11 anni. E' un problema per me", spiega Evelyne semplicemente. Esther mi dice che ha tre figli e poi ammutolisce. Herlinde soffre una crudele e persistente nostalgia di casa: "Starei meglio se fossi in Congo. Ma non posso andare la'".
Quando narrano della gentilezza e dell'ostilita' che hanno incontrato a Londra, Madeleine trova assurde quelle persone che credono che loro si trovino qui per ragioni opportunistiche. "Perche' avremmo dovuto voler venire?", chiede, "Siamo venute solo per salvarci la vita! Non siamo venute perche' ci piace l'avventura". Herlinde e' d'accordo: "Quando una donna in fuga arriva qui, con una paura reale, e' perche' ha un vero problema. A noi sembra che l'Home Office (l'ufficio immigrazione) non ci tratti con giustizia".
Pure, sono deliziate e persino esaltate dalla mostra fotografica. Madeleine crede che possa aiutare la gente a capire il loro travaglio e che "fara' crescere questo gruppo e cio' sara' un bene per le donne". Prima di andarmene, chiedo loro se vogliono provare a descrivermi le case che si sono lasciate alle spalle. Sembra difficile: qualcosa di piu' della barriera del linguaggio impedisce loro di farlo. Poi Esther, inaspettatamente, mi prende il taccuino di mano e faticosamente scrive il suo indirizzo congolese. Me lo ripassa come se, in un'altra vita, io potessi farle visita la'.
8. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Giulio Preti, Praxis ed empirismo, Einaudi, Torino 1957, 1975, pp. 248.
- Ferruccio Rossi-Landi, Ideologia, Isedi, Milano 1978, pp. X + 348.
- Ernst Topitsch, A che serve l'ideologia, Laterza, Roma-Bari 1975, pp. XVI + 176.
- Carlo Augusto Viano, Etica, Isedi, Milano 1975, 1977, pp. 192.
- Franz Wiedmann, Pensatori d'urto, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1990, pp. 272.
9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
10. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 660 del 27 agosto 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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