Telegrammi. 659



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 659 del 26 agosto 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Alex Zanotelli: Manovra e armi, il male oscuro

2. Sette domande a Stefano Ciccone

3. Sette domande ad Augusta De Piero

4. Sei domande a Carla Roncaglia

5. Sette domande a Nara Zanoli

6. Aldo Capitini: Il manuale di Charles C. Walker sull'azione diretta nonviolenta

7. Segnalazioni librarie

8. La "Carta" del Movimento Nonviolento

9. Per saperne di piu'

 

1. APPELLI. ALEX ZANOTELLI: MANOVRA E ARMI, IL MALE OSCURO

[Dal sito www.ildialogo.org riprendiamo il seguente appello.

Alessandro Zanotelli, missionario comboniano, ha diretto per anni la rivista "Nigrizia" conducendo inchieste sugli aiuti e sulla vendita delle armi del governo italiano ai paesi del Sud del mondo, scontrandosi con il potere politico, economico e militare italiano: rimosso dall'incarico e' tornato in Africa a condividere per molti anni vita e speranze dei poveri; negli ultimi anni e' tornato in Italia costantemente impegnato per la pace, la biosfera, i diritti umani di tutti gli esseri umani; e' direttore responsabile della rivista "Mosaico di pace" promossa da Pax Christi; e' tra i promotori della "rete di Lilliput" ed e' una delle voci piu' prestigiose della nonviolenza nel nostro paese. Tra le opere di Alessandro Zanotelli: La morte promessa. Armi, droga e fame nel terzo mondo, Publiprint, Trento 1987; Il coraggio dell'utopia, Publiprint, Trento 1988; I poveri non ci lasceranno dormire, Monti, Saronno 1996; Leggere l'impero. Il potere tra l'Apocalisse e l'Esodo, La meridiana, Molfetta 1996; Sulle strade di Pasqua, Emi, Bologna 1998; Inno alla vita, Emi, Bologna 1998; Ti no ses mia nat par noi, Cum, Verona 1998; La solidarieta' di Dio, Emi, Bologna 2000; R...esistenza e dialogo, Emi, Bologna 2001; (con Pietro Ingrao), Non ci sto!, Piero Manni, Lecce 2003; (con Mario Lancisi), Fa' strada ai poveri senza farti strada. Don Milani, il Vangelo e la poverta' nel mondo d'oggi, Emi, Bologna 2003; Nel cuore del sistema: quale missione? Emi, Bologna 2003; Korogocho, Feltrinelli, Milano 2003. Opere su Alessandro Zanotelli: Mario Lancisi, Alex Zanotelli. Sfida alla globalizzazione, Piemme, Casale Monferrato (Al) 2003. Cfr. anche l'intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 273]

 

In tutta la discussione nazionale in atto sulla manovra finanziaria, che ci costera' 20 miliardi di euro nel 2012 e 25 miliardi nel 2013, quello che piu' mi lascia esterrefatto e' il totale silenzio di destra e sinistra, dei media e dei vescovi italiani sul nostro bilancio della Difesa. E' mai possibile che in questo paese nel 2010 abbiamo speso per la difesa ben 27 miliardi di euro? Sono dati ufficiali questi, rilasciati lo scorso maggio dal Sipri, l'autorevole istituto internazionale con sede a Stoccolma. Se avessimo un orologio tarato su questi dati, vedremmo che in Italia spendiamo oltre 50.000 euro al minuto, 3 milioni all'ora e 76 milioni al giorno. Ma neanche se fossimo invasi dagli Ufo, spenderemmo tanti soldi a difenderci!

E' mai possibile che a nessun politico sia venuto in mente di tagliare queste assurde spese militari per ottenere i fondi necessari per la manovra invece di farli pagare ai cittadini? Ma ai 27 miliardi del Bilancio della Difesa 2010, dobbiamo aggiungere la decisione del governo, approvata dal Parlamento, di spendere nei prossimi anni altri 17 miliardi di euro per acquistare i 131 cacciabombardieri F 35. Se sommiamo questi soldi, vediamo che corrispondono alla manovra del 2012 e 2013. Potremmo recuperare buona parte dei soldi per la manovra, semplicemente tagliando le spese militari. A questo dovrebbe spingerci la nostra Costituzione che afferma :"L'Italia ripudia la guerra come strumento di risoluzion delle controversie internazionali" (art. 11). Ed invece siamo coinvolti in ben due guerre di aggressione, in Afghanistan e in Libia. La guerra in Iraq (con la partecipazione anche dell'Italia), le guerre in Afghanistan e in Libia fanno parte delle cosiddette "guerre al terrorismo", costate solo agli Usa oltre 4.000 miliardi di dollari (dati dell'Istituto di Studi Internazionali della Brown University di New York). Questi soldi sono stati presi in buona parte in prestito da banche o da organismi internazionali. Il governo Usa ha dovuto sborsare 200 miliardi di dollari in dieci anni per pagare gli interessi di quel prestito. Non potrebbe essere, forse, anche questo alla base del crollo delle borse? La corsa alle armi e' insostenibile, oltre che essere un investimento in morte: le armi uccidono soprattutto civili.

Per questo mi meraviglia molto il silenzio dei nostri vescovi, delle nostre comunita' cristiane, dei nostri cristiani impegnati in politica. Il Vangelo di Gesu' e' la buona novella della pace: e' Gesu' che ha inventato la via della nonviolenza attiva. Oggi nessuna guerra e' giusta, ne' in Iraq, ne' in Afghanistan, ne' in Libia. E le folli somme spese in armi sono pane tolto ai poveri, amava dire Paolo VI. E da cristiani come possiamo accettare che il governo italiano spenda 27 miliardi di euro in armi, mentre taglia 8 miliardi alla scuola e ai servizi sociali?

Ma perche' i nostri pastori non alzano la voce e non gridano che questa e' la strada verso la morte?

E come cittadini in questo momento di crisi, perche' non gridiamo che non possiamo accettare una guerra in Afghanistan che ci costa 2 milioni di euro al giorno? Perche' non ci facciamo vivi con i nostri parlamentari perche' votino contro queste missioni? La guerra in Libia ci e' costata 700 milioni di euro!

Come cittadini vogliamo sapere che tipo di pressione fanno le industrie militari sul Parlamento per ottenere commesse di armi e di sistemi d'arma. Noi vogliamo sapere quanto lucrano su queste guerre aziende come la Finmeccanica, l'Iveco-Fiat, la Oto-Melara, l'Alenia Aeronautica. Ma anche quanto lucrano la banche in tutto questo.

E come cittadini chiediamo di sapere quanto va in tangenti ai partiti, al governo, sulla vendita di armi all'estero (ricordiamo che nel 2009 abbiamo esportato armi per un valore di quasi 5 miliardi di euro).

E' un autunno drammatico questo, carico di gravi domande. Il 25 settembre abbiamo la 50ma Marcia Perugia-Assisi iniziata da Aldo Capitini per promuovere la nonviolenza attiva. Come la celebreremo? Deve essere una marcia che contesta un'Italia che spende 27 miliardi di euro per la Difesa.

E il 27 ottobre sempre ad Assisi, la citta' di S. Francesco, uomo di pace, si ritroveranno insieme al Papa i leader delle grandi religioni del mondo. Ci aspettiamo un grido forte di condanna di tutte le guerre e un invito al disarmo.

Mettiamo da parte le nostre divisioni, ricompattiamoci, scendiamo per strada per urlare il nostro no alle spese militari, agli enormi investimenti in armi, in morte.

Che vinca la vita!

 

2. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A STEFANO CICCONE

[Ringraziamo Stefano Ciccone (per contatti: ciccone at romascienza.it) per questa intervista.

Stefano Ciccone, intellettuale e militante della sinistra piu' limpida e rigorosa, e' da sempre impegnato per la pace e i diritti umani, e in una profonda e acuta riflessione individuale e collettiva sull'identita' sessuata e nell'analisi critica e trasformazione nonviolenta dei modelli e delle culture del maschile all'ascolto del pensiero e delle prassi dei movimenti delle donne; e' uno dei promotori dell'esperienza di "Maschileplurale" e dell'appello "La violenza contro le donne ci riguarda". Tra le opere di Stefano Ciccone: con Lea Melandri, Il legame insospettabile tra amore e violenza, Effigi, 2008; Essere maschi. Tra potere e liberta', Rosenberg & Sellier, 2009]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Stefano Ciccone: Per me e' stata l'occasione di incontro tra storie e culture tra loro molto differenti che si sono lasciate attraversare e interrogare dalla nonviolenza come sguardo che metteva in discussione le loro tradizioni, le loro culture politiche, le loro narrazioni. Lo straniamento di una "manifestazione" senza piazza, senza fine, senza inizio, senza una "testa", e' sempre stata l'occasione per ribaltare le liturgie delle mobilitazioni. Una delle occasioni per scoprire che si puo' essere sorpresi da una manifestazione.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Stefano Ciccone: Credo sia importante che riesca ad entrare nell'attualita'. Sarebbe bello se riuscisse a focalizzare su un punto, le spese militari di fronte alla crisi e alla manovra finanziaria, con la capacita' di essere precisi (individuare specifici progetti di investimento) con una lettura della realta' piu' generale (la fine dei blocchi militari, la trasformazione delle guerre, gli interventi militari e i loro costi, le relazioni col sud del mondo, il ventennio di guerre di cui e' fatta la nostra pace).

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Stefano Ciccone: Credo ci sia una grande difficolta' a parlare fuori dai circuiti che culturalmente hanno riflettuto sulla nonviolenza. Ed e' un male. Crescono mobilitazioni che rifiutano la violenza, che rifiutano le logiche gerarchiche e di appartenenza, di riduzione delle diversita' che la militarizzazione dei conflitti produce. Ma questo non diventa consapevole cultura politica. Pratiche tra loro molto diverse convivono accanto senza interrogarsi reciprocamente. Quasi in un gioco di ruoli: chi sceglie lo scontro, chi lo rifiuta, chi preferisce la creativita'... Credo sarebbe necessario far emergere che linguaggi, forme di lotta, forme di organizzazione sono fatti pienamente politici che caratterizzano profondamente i movimenti quasi piu' degli specifici contenuti di merito o delle piattaforme rivendicative.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Stefano Ciccone: Dovrebbe appunto ricostruire e attualizzare una memoria della nonviolenza come critica attuale alle forme di riproduzione di forme di potere nelle esperienze di mobilitazione e nelle pratiche collettive. Esplicitare che nonviolenza non vuol dire pacificazione o annacquamento dei conflitti ma al contrario esplicitazione dei conflitti, ricerca di una piu' esplicita ed esigente radicalita'.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Stefano Ciccone: La scelta degli studenti, dopo gli scontri del 14 dicembre, di abbandonare lo scontro per penetrare nella zona rossa e andare a manifestare nelle periferie, parlando alla citta', smontando la logica emergenziale dell'assedio della polizia e smentendo la logica emergenziale e di militarizzazione dello scontro portata avanti da parti del movimento, giornali etc. E poi le mobilitazioni nonviolente in Val di Susa che non si sono fatte risucchiare da chi amava fare le simulazioni di guerra in montagna e dalla provocazione della polizia in assetto di guerra e i suoi abusi. Il fatto che il decennale di Genova non si sia ridotto a rievocazione reducistica ma abbia tenuto aperta una riflessione critica su forme di lotta e culture politiche.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Stefano Ciccone: Certamente, da subito, nella mobilitazione sulla manovra finanziaria. Portando anche nello sciopero generale del 6 settembre rivendicazioni precise di taglio delle spese militari. In secondo luogo proporre una rilettura dei tanti interventi militari evitando la semplificazione tra "necessita'" dell'intervento o "tradimento" del popolo della pace. La costruzione di alternative, la produzione di una proposta differente che non si sottragga all'urgenza delle crisi e' complessa e richiede capacita' di analisi, elaborazione collettiva, memoria, conoscenza... questo va ricostruito. Anche in vista di un possibile mutamento del quadro politico. E poi la costruzione di esperienze e occasioni di confronto e dialogo con realta' esistenti come le reti degli studenti, del mondo della ricerca, delle mobilitazioni no-tav, delle reti di solidarieta' con i migranti, per proporre la nonviolenza come "strumento" utile e contributo culturale alla crescita di quelle esperienze.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Stefano Ciccone: Per me e' la capacita' di guardare con occhio critico e di costruire continuamente una critica alle nostre forme di complicita' e subalternita' a modelli gerarchici e di dominio. Non contentarsi di "essere contro" ma costruire continuamente una pratica collettiva di trasformazione che faccia i conti con le nostre complicita', con le nostre pigrizie e con forme di potere, negazione dell'alterita' e della differenza che attraversano anche le esperienze piu' radicali.

 

3. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE AD AUGUSTA DE PIERO

[Ringraziamo Augusta De Piero (per contatti: augusta.depiero at tin.it) per questa intervista.

"Nata nel 1938, pensionata, vivo a Udine. Sono stata insegnante di storia e filosofia nei licei scientifici di Udine, e successivamente consigliera regionale (1988-1993). In questa veste ho costruito il testo e promosso l'approvazione della legge regionale del Friuli Venezia Giulia n. 15/1987 sulla cultura della pace. Ora mi occupo del mio blog (diariealtro.altervista.org) e poco piu'"]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Augusta De Piero: Per me aver cercato di tramettere la conoscenza di metodi e riflessioni basilari per una presenza politica nonviolenta nella societa' civile.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Augusta De Piero: Fra i tanti - e tutti importanti - sottolineo il contrasto al razzismo (presenza flagrante anche nella legislazione italiana) e all'indifferenza, caratteristica importante della societa' "civile".

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Augusta De Piero: Quasi nullo perche' e' diventato un messaggio esclusivo di realta' associative incapaci di contrastare il degrado istituzionale e politico, cui non sembrano interessate.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Augusta De Piero: Riprendere un discorso politico e che consenta un confronto con partiti e istituzioni, uscendo dall'esclusivismo che caratterizza molte associazioni.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Augusta De Piero: Non ho visto fatti, mi spiace.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Augusta De Piero: Il contrasto al razzismo e la capacita' di trovare termini di dialogo comprensibili e, lo ripeto fino alla noia, non orientati a un uso esclusivo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Augusta De Piero: Mi spiace, non so costruire slogan e chiudere un ragionamento complesso in una risposta.

 

4. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SEI DOMANDE A CARLA RONCAGLIA

[Ringraziamo Carla Roncaglia (per contatti: croncaglia at comune.livorno.it) per questa intervista.

Carla Roncaglia e' assessore allo Sviluppo della persona del Comune di Livorno. E' nata a Livorno il 15 gennaio 1943, e' laureata in pedagogia. Dal 1983 al 1993 e' stata presidente del Comitato scientifico per l'istituzione sperimentale "Villaggio scolastico" di Corea. Quale membro del direttivo della sezione livornese del Cidi (Comitato Insegnanti Democratici italiani) ha maturato una larga esperienza nel campo della formazione dei docenti e della progettazione didattica. E' stata inoltre, dai primi anni Novanta fino al 1999, collaboratrice dell'Osservatorio ecclesiale per le ricerche sociologiche relative alla condizione giovanile e alle sue problematiche. Dal 1995 e' vicina al Movimento per l'Ulivo e partecipa al Coordinamento Donne dell'Ulivo di Livorno, occupandosi delle politiche scolastiche. Dal 1999 al 2004 e' stata vicepresidente della Provincia di Livorno, con delega alla Qualita' sociale e all'Istruzione. Come assessore si e' occupata anche del Museo di Storia Naturale del Mediterraneo, curando il completamento dei lavori di ristrutturazione e l'ampliamento delle sale espositive della struttura museale. Ama il mare, i viaggi, la lettura (soprattutto i gialli e la saggistica) e il basket. Nel mandato amministrativo 2004-2009 e' stata assessore con le seguenti deleghe: politiche educative e servizi scolastici, politiche della formazione. Attualmente e' assessore allo sviluppo della persona, alle politiche educative e scolastiche, all'edilizia scolastica, alla formazione professionale e politiche attive per il lavoro, al coordinamento delle reti di relazione e cooperazione allo sviluppo, allo sviluppo delle politiche di partecipazione]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Carla Roncaglia: La Marcia ha contribuito a tenere vivo il rifiuto della guerra e il desiderio di pace, che in questi 50 anni ha continuato ad attraversare le diverse generazioni ed e' stato un segno importante di contraddizione rispetto alle tante guerre che si sono succedute imperterrite, alcune delle quali ci hanno anche toccato da vicino.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Carla Roncaglia: La marcia di quest'anno sara' anzitutto una festa "d'argento" per il traguardo raggiunto, ma credo che non potra' fare a meno di mettere la propria attenzione sul tema degli immigrati e dei profughi, divenuto ancora piu' caldo per tutti gli eventi che hanno interessato le diverse sponde del Mediterraneo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Carla Roncaglia: E' un movimento che fa poco notizia ed e' difficile averne una misura precisa, ma la mia impressione e' che il principio della nonviolenza sia sentito in modo diffuso specialmente tra i giovani.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Carla Roncaglia: Il Movimento Nonviolento ha bisogno di attualizzarsi e dotarsi anche di mezzi comunicativi nuovi e informali se vuole svolgere un ruolo pedagogico e politico incisivo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza? E su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Carla Roncaglia: I fatti piu' significativi mi sono sembrati quelli legati alle nuove ondate migratorie e alle reazioni che esse hanno prodotto nel Paese, che hanno fatto emergere non solo situazioni di violenza, ma anche molte realta' disponibili all'accoglienza e alla convivenza pacifica.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Carla Roncaglia: La nonviolenza e' una aspirazione e un progetto di vita, che puo' essere solo il frutto di una riflessione matura, propria di adulti che, per fede religiosa o laica, hanno un profondo rispetto per se', per la vita e per la creazione.

 

5. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A NARA ZANOLI

[Ringraziamo Nara Zanoli (per contatti: naraleonardo at tin.it) per questa intervista.

"Sono un'insegnante elementare e ho 53 anni. Abito a Cavezzo in provincia di Modena. I miei genitori,piccoli coltivatori diretti, hanno fatto molti sacrifici per far studiare me e mia sorella fino al termine delle scuole superiori. Fin da bambina ho aiutato nel lavoro domestico e da ragazza durante le vacanze estive andavo a raccogliere la frutta e a seguire i bambini nei centri estivi e nelle colonie. Terminate le scuole magistrali a 18 anni ho iniziato a fare supplenze nelle scuole d'infanzia dei comuni vicini al mio e nelle scuole a tempo pieno della provincia. Ho superato vari concorsi comunali per entrare di ruolo come insegnante di scuola dell'infanzia e di asilo nido e intanto mi sono iscritta alla Facolta' di Pedagogia di Bologna per frequentare i corsi serali. Lavoravo nella scuola di giorno e la sera correvo all'universita' tre volte alla settimana con l'auto e con il treno per seguire le lezioni. Nel 1983 sono entrata di ruolo nello stato dopo aver superato regolare concorso per la scuola elementare dove ho iniziato svolgendo le attivita' integrative nel tempo scuola normale e poi insegnando in classi con i nuovi moduli e infine nel tempo pieno. Molti cambiamenti e molto impegno hanno caratterizzato quegli anni perche' erano entrati nella scuola i nuovi programmi. Nel frattempo mi sono sposata, ho avuto un figlio e mi sono occupata della salute dei miei genitori anziani che vivevano vicino a me. Poiche' il mio ex-marito partiva al mattino e tornava alla sera ho dovuto occuparmi della gestione della casa, della cura del figlio e della salute dei genitori. Ho dovuto poi divorziare dal marito, assistere mio figlio diabetico e i miei genitori negli ultimi anni di vita. Grazie a Dio sono riuscita ad affrontare tutto questo ma alla fine ero stremata e mi sono presa un anno di giubileo in Brasile presso la diocesi di Goias gemellata con quella di Modena. Ho scritto poi un libro su questa esperienza intitolato "Giubileo di donna". In tutto questo cammino ho trovato sostegno e grande conforto partecipando ai gruppi di lettura popolare della Bibbia di cui posso inviare un testo che ne spiega il senso e il percorso. Attualmente insegno italiano alle straniere e agli stranieri presenti nel territorio, sempre nella scuola statale"]

 

- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?

- Nara Zanoli: Il senso della marcia e' anche vedere che non siamo soli a lottare contro il male fuori e dentro di noi.

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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?

- Nara Zanoli: La marcia di quest'anno rafforzera' e consolidera' l'idea di resistenza.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?

- Nara Zanoli: La nonviolenza puo' essere perseguita meglio se ci colleghiamo e facciamo rete fra i tanti gruppi impegnati in questo.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?

- Nara Zanoli: Possono svolgere un ruolo di collegamento e coinvolgimento anche con realta' esterne al nostro paese.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?

- Nara Zanoli: Gli indignados, la lettura popolare della Bibbia, le rivoluzioni arabe, i giovani israeliani, la risposta islandese alla crisi, l'educazione alla pace nelle scuole.

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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?

- Nara Zanoli: La partecipazione alle varie manifestazioni contro il governo e le sue iniziative ingiuste.gli scioperi, la coscientizzazione nella scuola e la coscientizzazione attraverso la Parola (vedi sito www.laparolanellavita.com).

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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?

- Nara Zanoli: Cerca gruppi e persone che gia' hanno iniziato questo cammino e possono indicare modalita' e percorsi dando informazioni in proposito.

 

6. MATERIALI. ALDO CAPITINI: IL MANUALE DI CHARLES C. WALKER SULL'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA

[Riproponiamo ancora una volta il testo del capitolo dodicesimo, "Il Manuale di Charles C. Walker (1961)", del libro di Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza, Libreria Feltrinelli, 1967 (poi ristampato da Linea d'ombra, Milano 1989; e successivamente ripreso anche in Aldo Capitini, Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992). L'opuscolo di Walker, Manuale per l'azione diretta nonviolenta, arricchito da ulteriori materiali, e' stato successivamente pubblicato dalle Edizioni del Movimento Nonviolento nei "Quaderni di azione nonviolenta", cui puo' essere richiesto; e' un materiale di lavoro utilissimo (per richieste: tel. 0458009803, e-mail: azionenonviolenta at sis.it); il solo testo dell'opuscolo di Walker abbiamo anche piu' volte riprodotto sul nostro foglio quotidiano.

Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' ancora quella a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori, Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); ma notevole ed oggi imprescindibile e' anche la recente antologia degli scritti a cura di Mario Martini, Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004, 2007; delle singole opere capitiniane sono state recentemente ripubblicate: Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989, Edizioni dell'asino, Roma 2009; Elementi di un'esperienza religiosa, Cappelli, Bologna 1990; Colloquio corale, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2005; L'atto di educare, Armando Editore, Roma 2010; cfr. inoltre la raccolta di scritti autobiografici Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; La religione dell'educazione, La Meridiana, Molfetta 2008; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Piu' recente e' la pubblicazione di alcuni carteggi particolarmente rilevanti: Aldo Capitini, Walter Binni, Lettere 1931-1968, Carocci, Roma 2007; Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008; Aldo Capitini, Guido Calogero, Lettere 1936-1968, Carocci, Roma 2009. Opere su Aldo Capitini: a) per la bibliografia: Fondazione Centro studi Aldo Capitini, Bibliografia di scritti su Aldo Capitini, a cura di Laura Zazzerini, Volumnia Editrice, Perugia 2007; Caterina Foppa Pedretti, Bibliografia primaria e secondaria di Aldo Capitini, Vita e Pensiero, Milano 2007; segnaliamo anche che la gia' citata bibliografia essenziale degli scritti di Aldo Capitini pubblicati dal 1926 al 1973, a cura di Aldo Stella, pubblicata in Il messaggio di Aldo Capitini, cit., abbiamo recentemente ripubblicato in "Coi piedi per terra" n. 298 del 20 luglio 2010; b) per la critica e la documentazione: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Mario Martini (a cura di), Aldo Capitini libero religioso rivoluzionario nonviolento. Atti del Convegno, Comune di Perugia - Fondazione Aldo Capitini, Perugia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Gian Biagio Furiozzi (a cura di), Aldo Capitini tra socialismo e liberalismo, Franco Angeli, Milano 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; Maurizio Cavicchi, Aldo Capitini. Un itinerario di vita e di pensiero, Lacaita, Manduria 2005; Marco Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007; Alarico Mariani Marini, Eligio Resta, Marciare per la pace. Il mondo nonviolento di Aldo Capitini, Plus, Pisa 2007; Maura Caracciolo, Aldo Capitini e Giorgio La Pira. Profeti di pace sul sentiero di Isaia, Milella, Lecce 2008; Mario Martini, Franca Bolotti (a cura di), Capitini incontra i giovani, Morlacchi, Perugia 2009; Giuseppe Moscati (a cura di), Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle giovani generazioni, Levante, Bari 2010; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; e Amoreno Martellini, Fiori nei cannoni. Nonviolenza e antimilitarismo nell'Italia del Novecento, Donzelli, Roma 2006; c) per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato ed i volumi bibliografici segnalati sopra; numerosi utilissimi materiali di e su Aldo Capitini sono nel sito dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini: www.aldocapitini.it; una assai utile mostra e un altrettanto utile dvd su Aldo Capitini possono essere richiesti scrivendo a Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a Lanfranco Mencaroni: l.mencaroni at libero.it, o anche al Movimento Nonviolento: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it o anche redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org]

 

Nel 1961 e' uscito il Manuale dell'organizzatore dell'azione diretta nonviolenta, redatto da Charles C. Walker, direttore del Laboratorio della nonviolenza (Cheney, Pa, USA). Jean Fremont lo ha tradotto in francese. L'opuscolo e' edito dalla War Resisters' International, 88 Park Avenue, Enfield, Middlesex, Inghilterra. E' un ampio e organico lavoro, e il confronto con il Piano De Ligt mostra quanto l'esperienza dell'azione nonviolenta si sia accresciuta negli anni, specialmente per le grandi campagne gandhiane e per quelle degli Stati Uniti d'America e di altrove. Del resto, il manuale integra spesso i suoi suggerimenti con indicazioni bibliografiche. Metteremo in luce la struttura del lavoro, e i punti piu' rilevanti e utilizzabili.

Il Manuale e' diviso in quindici sezioni.

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1. Preparazione

Bisogna scegliere e presentare chiaramente gli scopi da raggiungere, dando rilievo ad una situazione ingiusta e cercando di ottenere l'appoggio del pubblico. La volonta' di resistenza viene sviluppata diffondendo continuamente notizie, commentandole e facendo appello all'azione immediata, indicando alle vittime anche una situazione migliore. Inoltre: assicurarsi il nome e l'indirizzo di persone che possono cooperare, e consultare gruppi e associazioni che possono simpatizzare.

Gia' in questa prima sezione si trovano i suggerimenti sempre dati per le azioni nonviolente: cercare le piu' larghe solidarieta', diffondere apertamente notizie sulla situazione e sulle prospettive di mutamento. Se ne deduce: prima di un'azione impiantare un bollettino apposito da diffondere largamente.

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2. Lancio di un programma costruttivo

Il programma deve colpire un male alla radice, venire in aiuto alle vittime, stimolare gli atteggiamenti nonviolenti. Reagire, quindi, attivamente all'apatia, con pieno altruismo e ispirando fiducia. L'azione puo' essere preparata da un lavoro costruttivo come campi di lavoro, cooperative, assistenza alle vittime di ingiustizie, lavoro caritatevole, lavoro in comunita'. Utile anche un lavoro fisico dopo un'estrema tensione nervosa.

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3. Apprendimento del metodo

Anzitutto una ricerca sui fatti, sulle forze sociali, politiche, economiche, implicate nella situazione (come abbiamo gia' visto), sull'atteggiamento dei vari gruppi.

Impostare la possibilita' di negoziati (uno stadio molto importante prima di ogni azione nonviolenta).

Appello vastissimo all'opinione pubblica, con tutti i mezzi possibili.

Giorni di digiuno e (oppure) di preghiera, rinuncia a distinzioni onorifiche date dagli autori dell'ingiustizia; dirsi disposti ad una concessione importante, purche' non leda il principio.

Presentare un "ultimatum" che espone le lagnanze, i tentativi fatti per rimediare, le concessioni proposte, e fissare una data limite. Informare tutti gli implicati nella cosa.

Infine, dopo aver tutto tentato, intraprendere l'azione diretta, senza rompere definitivamente la possibilita' di riprendere i negoziati.

L'azione diretta ha questi aspetti:

- Veglia in un luogo simbolico;

- Picchetti di militanti;

- Digiuno o sciopero della fame;

- Noncooperazione;

- Boicottaggio;

- Arresto del lavoro per un certo periodo;

- Sciopero;

- Sciopero a rovescio (lavorando dove e quando non permesso);

- Intervento p. es. in un luogo proibito;

- Disobbedienza civile;

- Migrazione;

- Manifestazioni: riunioni, sfilate, proteste.

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4. L'addestramento

Studiare la teoria e la messa in pratica della nonviolenza, le campagne nonviolente; organizzare un laboratorio della nonviolenza, proiettare film, fare riunioni e discussioni pubbliche e anche "scene drammatiche" di realizzazione di iniziative nonviolente; meditare, cantare in coro, raccontare fatti eroici, prendere pasti in comune, formare bene gli individui per i compiti che saranno a loro affidati; distinguere tra l'addestramento generale e quello per determinate azioni.

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5. Il piano di campagna dell'azione diretta nonviolenta

L'organizzazione realizzatrice deve avere delle infrastrutture con un comitato d'insieme e un comitato amministrativo, un direttore del progetto e comitati speciali (per la pubblicita', per i mezzi di trasporto, per stampare, per l'alloggio, il cibo ecc.), e deve fare un bilancio preliminare.

Mettere a punto il piano di esecuzione (utilizzando anche un consiglio giuridico).

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6. La preparazione dell'azione

Scegliere un quartiere generale delle operazioni, esponendo materiale pubblicitario, inaugurandolo con una conferenza stampa. Lettere e visite ai funzionari interessati; avvisi ai giornali. Raccogliere fondi. Fare riunioni pubbliche. Tener pronto materiale indispensabile: macchina da scrivere, anche per fare molte copie, letti e sacchi per dormire, materiale per affissioni, automobili ecc. (e vedere quali servizi di trasporto sono nella zona). Stabilire un indirizzo postale. Sviluppare i mezzi di comunicazione: telefono, altoparlanti, bollettini giornalieri. Preparare istruzioni appropriate per i capi di gruppi, fare l'elenco dei partecipanti, preparare manifesti e volantini (da apprestare molto per tempo).

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7. Studio preliminare della situazione dal punto di vista legale

Conoscere le disposizioni legali del luogo e cercar di avere assistenza legale.

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8. Messa a punto di una disciplina collettiva

Il comitato d'azione deve concretare i termini di questa disciplina.

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9. Sviluppo di una campagna di propaganda

Esporre con grande chiarezza. Fare un "memorandum" generale, e brevi biografie dei capi e dei partecipanti importanti, frequenti comunicati alla stampa e alla radio, registrare sul nastro magnetico importanti discorsi, visitare (o scrivere a) persone influenti della stampa, raccogliere ritagli di giornali.

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10. La riunione dei partecipanti all'azione

Farne l'elenco; tenere una riunione degli aderenti, esponendo il piano dell'azione e discutendolo; scegliere un presidente adatto per le riunioni (alcune questioni possono esser trattate non dalle riunioni generali, ma dai comitati).

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11. L'avvio dell'azione

Scegliere il gruppo che comincera' l'azione; e formare anche il secondo gruppo d'urto. Recarsi sul luogo (sfilare o star seduti, sempre a testa alta e tranquillamente). Esser pronti a rispondere ai giornalisti, alle guardie. Seguire le istruzioni dei capi e non lasciare il proprio posto senza averli avvisati. Distribuire i fogli (non disturbare mai il passaggio dei pedoni), e se piove, tenere i fogli in un sacco di materia plastica. Conservare, in quanto possibile, un silenzio assoluto.

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12. Fronteggiare le rappresaglie

L'avversario puo' provocare a condursi in modo agitato, a farsi prendere dal disordine, a lanciare insulti, a fare recriminazioni di un capo verso l'altro, a far sorgere defezioni nelle file dei nonviolenti, a reagire con la violenza. Percio' bisogna restare calmi e affabili, stare al proprio posto disciplinati. Se ci sono urti, il capo fa allontanare i feriti.

In caso di arresto, non opporre resistenza, e accettare i regolamenti della prigione in cio' che non siano contro la propria coscienza.

Le rappresaglie possono essere molto gravi (colpi, tortura, presa di ostaggi, linciaggio, cacciata dal posto, proibizioni di assemblee ecc.), e in tale caso insistere presso i responsabili della societa' perche' agiscano e reprimano la violenza, chiedere un'inchiesta, aiutare le vittime (le sofferenze redentrici possono liberare dal veleno della violenza accumulatosi da tanto tempo).

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13. Mantenere la vitalita' del movimento

Valersi di nuovi simboli (azioni eroiche, gli eroi di esse, le vittime delle rappresaglie, gl'imprigionati, anniversari, saluti, vesti, insegne, ecc.).

Sforzi costanti di persuasione anche presso gli avversari, tenere al corrente gli aderenti.

Incoraggiare e organizzare azioni di sostegno (dichiarazioni di personalita' eminenti, di gruppi di simpatizzanti ecc.).

Trattare i dissidenti in modo paziente e leale; educare e allenare gli aderenti, formare nuovi capi, incoraggiare il lavoro teorico e pratico; far agire il maggior numero di volontari che sia possibile.

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14. I capi

Sono dei primi tra eguali, sono dei coordinatori, abituati a lavorare in gruppo.

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15. Quando la lotta si fa lunga

Secondo Gandhi una campagna nonviolenta provoca cinque reazioni: l'indifferenza, il ridicolo, l'insulto, la repressione, il rispetto. Per arrivare al quinto punto talvolta ci vuole molto tempo.

Non si deve tendere alla "sconfitta" dell'avversario, ma ad una trasformazione dei rapporti tra le parti interessate (una vittoria della giustizia e dell'onesta' umana).

 

7. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Il teatro greco. Tutte le tragedie, Sansoni, Firenze 1970, 1975, pp. LXIV + 1198.

- Jean-Jacques Rousseau, Opere, Sansoni, Firenze 1972, 1993, pp. LXVIII + 1430.

- Soeren Kierkegaard, Opere, Sansoni, Firenze 1972, 1988, pp. LXXVI + 1028.

 

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

9. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 659 del 26 agosto 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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