Telegrammi. 653
- Subject: Telegrammi. 653
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- Date: Sat, 20 Aug 2011 00:16:30 +0200 (CEST)
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 653 del 20 agosto 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Sommario di questo numero:
1. Sette domande a Tiziana Bartolini
2. Sette domande a Gianfranco Bettin
3. Sette domande a Mauro Furlotti
4. Sette domande a Matteo Richetti
5. Sei domande ad Antonella Santarelli
6. Sette domande a Cristina Tajani
7. Surekha Kadapa-Bose: Liberta' di creare
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'
1. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A TIZIANA BARTOLINI
[Ringraziamo Tiziana Bartolini (per contatti: tbartolini at noidonne.org) per questa intervista.
Tiziana Bartolini e' giornalista con specializzazione nei temi sociali, delle Pari Opportunita' e del Terzo Settore. Dal 2000 e' direttora della storica rivista mensile "noidonne" e della testata online omonima. E' laureata in Storia e Filosofia e ha frequentato il Corso di formazione e aggiornamento professionale per giornalisti "Capire meglio l'Europa" (2009, Parlamento Europeo, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Associazione Stampa Romana), il Master in Formazione ed Esperti in Pari Opportunita' (2002/3 - Universita' degli Studi Roma Tre); il Corso di Alta Specializzazione in Comunicazione e Marketing nel No Profit (2000 - Ateneo Impresa Formazione manageriale innovativa). Ha maturato un'esperienza professionale nel mondo del giornalismo e della comunicazione collaborando con Rai Radiotelevisione Italiana alle pagine di Televideo nazionale dedicate al Terzo Settore dal 1999 al 2003; dal 1999 al 2004 e' stata responsabile nazionale Area Comunicazione e pubbliche relazioni per Special Olympics Italia - onlus di carattere internazionale che promuove l'integrazione sociale delle persone con disabilita' mentale attraverso lo sport - anche coordinando l'ufficio stampa per gli eventi nazionali ed internazionali. E' stata coordinatrice editoriale del mensile nazionale "Mondo Sociale", rivista specializzata del Terzo Settore (2000-2001). Dal 2006 al 2008 ha gestito l'area comunicazione del Centro occupabilita' femminile di Salerno. Pubblicazioni: ottobre 1998, in collaborazione con la Commissione delle elette della Provincia di Roma pubblicazione "Donne in politica" (a cura di); dicembre 2001, "Donne & Agricoltura nel Lazio ieri, oggi e domani" (a cura di); aprile 2011, "Una conversazione con Giancarla Codrignani", in "Stiano pure scomode, signore" di Giancarla Codrignani (con prefazione di Clara Sereni)]
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Tiziana Bartolini: Aver consolidato una tradizione che ha conquistato ogni anno di piu' forza e autorevolezza sui temi del pacifismo e del rispetto nelle relazioni tra esseri umani. La tenacia che ha accompagnato e nutrito questo appuntamento ha aiutato tante persone a riflettere sulle ragioni che scatenano le violenze e a pensare che cambiare e' possibile.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Tiziana Bartolini: Il pianeta e' scosso da tante crisi che sembrano rendere ineluttabili dei cambiamenti, sia nel mondo occidentale che in tante altre realta'. Abbiamo l'impressione, tutte e tutti, che l'umanita' sia giunta ad un bivio e che devono essere prese decisioni destinate ad incidere profondamente nella vita di milioni di persone. Se a prevalere sara' il rispetto per la dignita' delle donne e degli uomini e non le leggi del profitto economico potremo sperare di avviarci verso la costruzione di un mondo migliore perche' libero da prevaricazioni. Il 25 settembre si marcera' pensando che tutto questo e' possibile perche' i segnali positivi ci sono, dalla richiesta di democrazia nei paesi arabi alle reazioni contro la malapolitica in Europa.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Tiziana Bartolini: Non ho elementi sufficienti per entrare nel merito in modo approfondito. In generale mi sembra che il movimento debba prendere maggiormente parola pubblica, che debba puntare ad una maggiore visibilita' e protagonismo.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Tiziana Bartolini: Tutte e tutti abbiamo bisogno di sentire voci "diverse", che offrano prospettive critiche alternative sull'attualita'. Penso che questo il Movimento possa e debba farlo.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Tiziana Bartolini: In Italia l'esito dei referemdum e della tornata elettorale hanno rappresentato un potenziale notevole. Anche le proteste in Spagna, in Grecia e in Inghilterra testimoniano un crescente malessere. Purtroppo le classi dirigenti del mondo occidentale non dimostrano di avere la capacita' di dare risposte adeguate ad una crisi che e' sistemica. Cosi' come nel mondo arabo le rivolte di piazza non hanno ottenuto sinora risultati significativi.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Tiziana Bartolini: Mi pare che la partita si giochera' molto sul piano economico, sara' un braccio di ferro tra chi dovra' pagare il costo delle speculazioni. Il Movimento dovrebbe poter intervenire in questo ambito, per evitare che a soccombere siano i piu' deboli e i più poveri.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Tiziana Bartolini: Proporrei di fare insieme un percorso di conoscenza e riflessione. A partire dal 25 settembre 2011.
2. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A GIANFRANCO BETTIN
[Ringraziamo Gianfranco Bettin (per contatti: assessore.bettin at comune.venezia.it) per questa intervista.
Gianfranco Bettin e' assessore del Comune di Venezia ad Ambiente e citta' sostenibile (parchi, verde e beni comuni), Politiche giovanili e Centro pace, Informatizzazione e cittadinanza digitale. Dal sito gianfrancobettin.it riprendiamo la seguente scheda: "Gianfranco Bettin, nato a Marghera 54 anni fa, ha vissuto a Venezia e abita a Mestre; consigliere regionale per due legislature, ha prima insegnato e lavorato a lungo nel campo della ricerca e delle scienze politiche e sociali (all'Universita' di Padova e con i principali istituti di ricerca pubblici e privati), giornalista pubblicista, collabora a diversi quotidiani e riviste; narratore e saggista ha pubblicato romanzi e saggi (tra i quali "Dove volano i leoni. Fine secolo a Venezia", Garzanti editore), i piu' recenti dei quali sono "Il clima e' uscito dai gangheri" (editore Nottetempo), un saggio sui mutamenti climatici, e "Gorgo. In fondo alla paura" (editore Feltrinelli), un saggio sull'insicurezza e lo spaesamento nel Nordest, "Duemilauno. Politica e futuro" (Feltrinelli) scritto con Massimo Cacciari. E' stato deputato al parlamento, assessore comunale alle politiche sociali e prosindaco di Mestre. In questi ruoli nell'amministrazione locale e' stato, in particolare, tra i protagonisti della riorganizzazione e del potenziamento del sistema del welfare municipale, di politiche forti di lotta alla criminalita', della riqualificazione urbana di Mestre e della terraferma, della riconversione e bonifica del polo e delle aree industriali di Marghera, della salvaguardia della laguna e della rivitalizzazione di Venezia". Dal sito della casa editrice Feltrinelli riprendiamo la seguente scheda: "Gianfranco Bettin, veneziano, ha insegnato e lavorato a lungo nel campo della ricerca e degli studi politico-sociali. Scrive sui quotidiani locali dell'Agl - gruppo "Espresso-Repubblica" e su alcune riviste, tra cui il mensile "Lo straniero". Tra i fondatori dei Verdi italiani, e' stato prosindaco del Comune di Venezia e dal 2005 consigliere regionale del Veneto. Narratore e saggista, i suoi romanzi sono: Qualcosa che brucia (Garzanti, 1989, nuove edizioni Baldini e Castoldi 1995 e 2003), Sarajevo Maybe (Feltrinelli 1994), Nemmeno il destino (Feltrinelli 1996, nuova edizione 2004), da cui e' stato tratto il film omonimo di Daniele Gaglianone, Nebulosa del Boomerang (Feltrinelli 2004). Alcuni suoi racconti sono presenti in antologie: "Fantasia" in Sconfinare (Fernandel edizioni, 1999), "Novi Ligure 21 febbraio" in Storie d'amore (L'ancora del Mediterraneo, 2003), "Pozo Colorado" in Patrie impure (a cura di Benedetta Centovalli, Rizzoli, 2003), "Senti l'estate che torna" in Smemoranda 2004. I suoi libri di taglio saggistico sono: Dove volano i leoni. Fine secolo a Venezia ( Garzanti, 1991), L'erede. Pietro Maso, una storia dal vero (Feltrinelli 1992), Petrolkimiko. Le voci e le storie di un crimine di pace (Baldini e Castoldi, 1998), La strage. Piazza Fontana, verita' e memoria (con Maurizio Dianese, Feltrinelli, 1999), Duemilauno. Politica e futuro (con Massimo Cacciari, Feltrinelli, 2001), Petrolkiller (con Maurizio Dianese, Feltrinelli, 2002), Il clima e' uscito dai gangheri (nottetempo, 2004). Nel 2007 nell'Universale Economica Feltrinelli ha pubblicato Eredi. Da Pietro Maso a Erika e Omar, che raccoglie "L'erede. Pietro Maso, una storia dal vero" e "Una storia che parla da sola. Erika e Omar". Nel 2008 ha pubblicato "Federalismo" nel volume collettivo Sinistra senza sinistra. Idee plurali per uscire dall'angolo (Feltrinelli). Nel 2009, Gorgo. In fondo alla paura (Feltrinelli)"]
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Gianfranco Bettin: Innanzitutto il suo riproporsi da cinquanta anni ci richiama alla memoria che la pace non va mai data per acquisita, va perseguita sempre con tenacia e consapevolezza, va perseguita con l'impegno di ognuno a partire dalla gestione del quotidiano. Questa necessita' la ritroviamo anche ripercorrendo i "titoli" con cui si e' declinata la convocazione di ogni singola marcia. Inoltre le marce hanno accompagnato in questi anni l'impegno di tutto il movimento pacifista per la soluzione di molti conflitti internazionali, dalla ex-Iugoslavia, al Kosovo, al Medioriente.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Gianfranco Bettin: Ribadire sempre il rifiuto della guerra, cosi' come affermato nella nostra Costituzione; 50 anni di marcia inoltre impongono un'occasione straordinaria di riflessione sulla storia e sulle prospettive del movimento pacifista italiano; rilanciare la nonviolenza come pratica reale e concreta di trasformazione dell'esistente.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Gianfranco Bettin: E' una dinamica che attraversa, a volte sottotraccia, altre piu' visibilmente, molte delle pratiche dei movimenti nel nostro paese, nella consapevolezza che rappresenta il fulcro dell'alternativa e del cambiamento, che non puo' esserci (troppa) differenza tra i fini perseguiti e i mezzi utilizzati.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Gianfranco Bettin: Intanto bisognerebbe far conoscere meglio e di piu' la figura e l'opera di Capitini, farne circolare i libri, le idee, l'esperienza. Se ne potrebbe desumere con piu' facilita' che la nonviolenza e' la forma piu' radicale di cambiamento. Quindi dovrebbero mescolarsi piu' attivamente ai movimenti che gia' agiscono su molti fronti sugli stessi temi.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Gianfranco Bettin: Sicuramente le rivolte del Nord Africa, in particolare in Tunisia ed Egitto, le forme di dissenso manifestate dagli "indignados" in Spagna e in altri paesi, anche se e' auspicabile che evolvano in un progetto piu' generale, per non ridursi a fuochi di paglia (in Europa) o per non esporsi a reazioni e regressioni che purtroppo stanno in qualche caso emergendo (in Nord Africa e Medio Oriente). In Italia segnalerei in particolare i risultati referendari, prodotti da un meticoloso e capillare lavoro di decine e decine di comitati diffusi sul territorio nazionale che spontaneamente o in modo piu' strutturato si impegnano per la difesa e la tutela dei beni comuni.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Gianfranco Bettin: Osservando quando succede in questi giorni di crisi economica, occasione formidabile per i poteri dominanti per appropriarsi dei beni pubblici, per demolire i diritti di tutti e per impoverire ulteriormente la gente comune (l'uso strumentale della crisi per aggredire diritti e condizioni di vita, oltre che i servizi pubblici, sembra un caso da manuale di quanto descritto da Naomi Klein nel suo "Shock Economy" nel 2007), si ripropone l'urgenza di sviluppare un progetto di convivenza, di trasformazione dei fondamentali socio-economici, ponendo al centro gli interessi delle persone e di tutto il mondo vivente in alternativa a quelli del denaro e del potere.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Gianfranco Bettin: Nonviolenza non e' solo l'opposto di violenza. E' una pratica di vita, un modo di intendere le relazioni in comunita' e anche di stare con se stessi. E' inoltre il modo piu' radicale, forse l'unico per certi aspetti, per costruire una vera alternativa di societa' a un modello distruttivo della vita dell'ambiente e delle persone. E' insomma un'istanza e una pratica positiva, costruttiva, rigeneratrice.
3. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A MAURO FURLOTTI
[Ringraziamo Mauro Furlotti (per contatti: mauro.furlotti at mostramida.it) per questa intervista.
Per un profilo di Mauro Furlotti dall'ampia intervista apparsa nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 278 riprendiamo la seguente notizia biografica: "Sono nato e cresciuto a Roma nel quartiere di Montesacro. Ho frequentato il liceo scientifico nella seconda meta' degli anni '70 e successivamente corsi serali di elettrotecnica. Da anni lavoro nella promozione di sistemi idrici ed energetici sostenibili basati su fonti rinnovabili e sul risparmio. Socio di due cooperative di finanza etica: Mag6 (Reggio Emilia) e Mag Roma. Di recente compartecipe di un progetto di lavoro e convivenza comunitaria nella provincia di Viterbo"]
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Mauro Furlotti: La rappresentazione/testimonianza di quanto sia potenzialmente ampio, in Italia, l'arcipelago di gruppi, associazioni, singoli militanti e semplici cittadini coscientemente orientati alla pace e alla nonviolenza. Inoltre la scelta di marciare in luoghi particolarmente evocativi, al centro del Paese, ma lontani dal grande palcoscenico mediatico delle piazze romane e milanesi, luoghi stancamente deputati ad una routine manifestante ormai logora.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Mauro Furlotti: Penso soprattutto l'opposizione alle guerre in atto in Afghanistan e in Libia con la partecipazione dell'esercito italiano.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Mauro Furlotti: Mi sembra che il "mondo" nazionale piu' appariscente, quello dei partiti, dei grandi media, dell'economia, ecc. sia sempre piu' lontano dal recepimento di un concetto di tale portata etica.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Mauro Furlotti: Il mio auspicio e' che questo arcipelago multicolore, parallelamente alla storica attivita' di critica teorica a questo sistema di potere, agita attraverso le varie pubblicazioni, riesca a realizzare dei modelli accessibili e riproducibili di coesistenza, cooperazione, lavoro, educazione, cura, in una parola di vita, nonviolenta.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Mauro Furlotti: Conosco poco di quello che accade all'estero, in Italia direi la straordinaria vittoria nei referendum, l'opposizione nonviolenta alla Tav, l'incontro estivo della Rete Italiana dei Villaggi Ecologici.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Mauro Furlotti: Sull'organizzazione della marcia Perugia-Assisi e la creazione sul territorio di isole, comunicanti, efficienti e gioiose di sperimentazione concreta della nonviolenza relazionale.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Mauro Furlotti: Le direi di partecipare, a partire da mercoledi' 7 settembre, agli incontri periodici di comunicazione nonviolenta che si tengono presso la cooperativa "il Vignale" a Blera (Vt).
4. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A MATTEO RICHETTI
[Ringraziamo Matteo Richetti (per contatti: mrichetti at regione.emilia-romagna.it) per questa intervista.
Matteo Richetti e' Presidente dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna. E' nato a Sassuolo, in provincia di Modena, il 3 agosto 1974. Dal 2005 al 2010 e' stato membro dell'Ufficio di Presidenza dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna e componente delle Commissioni "Bilancio, Affari generali ed istituzionali" e "Politiche per la Salute e Politiche Sociali". Inoltre e' stato Vicepresidente regionale Ucsi e corrispondente de "Il Resto del Carlino", collaboratore della Segreteria provinciale della Cisl modenese ed ha lavorato nella Direzione generale della Provincia di Modena occupandosi di comunicazione pubblica. Cfr. anche il sito www.matteorichetti.it]
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Matteo Richetti: Fin dalla sua nascita, la marcia Perugia-Assisi ha saputo offrire una testimonianza condivisa della necessita' ineludibile di lottare attivamente, in maniera nonviolenta, per un mondo di pace e fratellanza, fino a diventare, di anno in anno, un rito collettivo di enorme valore simbolico. Tanto piu' questa testimonianza assume valore oggi, in anni cioe' in cui la conflittualita' sociale - origine di tutte le guerre - non abita solamente terre piu' o meno distanti da noi, ma vive al nostro interno nelle tensioni derivate, ad esempio, dai grandi flussi migratori che stanno cambiando radicalmente il nostro Paese.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Matteo Richetti: La marcia di quest'anno e' partita il 23 giugno scorso da Sidi Bouzid, la citta' tunisina da cui hanno avuto origine le rivolte che successivamente hanno infiammato molta parte del mondo arabo mediterraneo. Da quegli sconvolgimenti, non sono emersi ancora nuovi e chiari assetti politici e sociali e in alcuni paesi, Libia e Siria in testa, si combatte violentemente tra diverse fazioni. Ecco allora che, piu' che mai, la marcia di quest'anno deve assumere il senso di una solidarieta' a tutto tondo - senza se e senza ma - verso quei popoli in un sentimento di fratellanza universale che unisce noi essere umani al di la' di qualsiasi differenza di razza, religione o ideologia.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Matteo Richetti: In Italia la nonviolenza vive un periodo che potremmo definire di "minor impatto sociale" rispetto ai decenni precedenti, anche in conseguenza dell'11 settembre 2001 e dell'enorme flusso propagandistico che ne e' seguito in cui si e' teorizzata la necessita' di "militarizzare" molte parti del mondo in nome di una supposta sicurezza dell'Occidente. A distanza di dieci anni da quegli eventi, possiamo avere la conferma che l'uso della forza non porta mai ad una soluzione salvifica e rischia di sommare problemi a problemi complicando le situazioni anziche' semplificarle.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Matteo Richetti: I movimenti nonviolenti, italiani e non, devono costantemente mantenere alto il richiamo teorico e pratico alla nonviolenza come mezzo reale, efficace ed efficiente, per la risoluzione dei conflitti. Un ruolo storico che nessun altro puo' raccogliere. E che non deve mai far mancare la propria voce forte e chiara in un mondo che, dopo il crollo del blocco sovietico, promessa di un mondo non piu' fondato sull'equilibrio del terrore, ha completamente disatteso le aspettative di pace, liberta' e fratellanza dei popoli.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Matteo Richetti: Gli eventi piu' significativi dal punto di vista della nonviolenza dei mesi scorsi, mi paiono le rivoluzioni pacifiche avvenute - se non in tutti - almeno in alcuni paesi arabi mediterranei, a dimostrazione che nemmeno un apparato militare e poliziesco di stampo dittatoriale puo' resistere alla volonta' di un popolo di riappropriarsi delle proprie liberta' e del proprio destino. Quando appunto non e' piu' un singolo individuo, ma un'intera collettivita', a operare all'unisono in tal senso. Senza alcun bisogno di usare mezzi violenti a parte la dimostrazione della propria volonta'.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Matteo Richetti: Cio' che mi preoccupa maggiormente dal punto di vista interno e' la crescita esponenziale dell'intolleranza nei confronti degli altri popoli. Dell'incapacita' di riconoscere la differenza come valore, non come elemento di timore. E' per questo che, forse un po' banalmente, ritengo che la cultura e la conoscenza sono le grandi vie da diffondere e seguire per "generare pace" e prevenire le possibili conflittualita'.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Matteo Richetti: La nonviolenza e' la grande opportunita' che l'umanita' disattende, non sempre ma quasi, da migliaia e migliaia di anni. E' il sogno di un mondo non privato dei conflitti, ma dotato finalmente di "armi" diverse per risolverli. Un mondo aperto, solidale, libero. Il modo migliore per accostarsi ad essa? La vera nonviolenza - diceva Gandhi - significa anche rinuncia ai privilegi che la coscienza non puo' accettare. Ecco, io partirei da questo.
5. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SEI DOMANDE AD ANTONELLA SANTARELLI
[Ringraziamo Antonella Santarelli (per contatti: info at mediterraneoforpeace.it) per questa intervista.
Sociologa, alla ricerca perenne di modalita' e ambiti espressivi a lei congeniali, ha diretto il sito mediterraneoforpeace aprendolo ai contributi di quanti hanno voluto condividere riflessioni e interventi sulla pace, il ripudio delle frontiere e la difesa dell'ambiente. Ha pubblicato la silloge poetica "Periferie", edizioni Nulla die, e l'ebook "Clochard", raccolta di racconti. Sta lavorando attualmente alla documentazione dell'ecosistema del Mediterraneo con i suoi reportage e testimonianze fotografiche dei fondali marini da lei conosciuti. Cfr. anche l'intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 347]
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni? E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Antonella Santarelli: Nel rispondere a queste domande ho cercato di immedesimarmi in una persona della mia eta', collega, vicina, parente, lontana dalla tematica della nonviolenza. Penso che la fonte da cui potrebbe avere appreso la notizia, nel corso degli anni, sia stata la tv con il suo scialbo resoconto dell'iniziativa. Mi auguro che lo sventolare delle bandiere della pace, nel territorio cosi' sacro per i cristiani, possa avere avuto un impatto positivo nell'elaborazione della notizia, per quanto scarna. Penso che oggi, con l'uso dei social network, i giovani possano apprendere piu' notizie in merito rispetto alla mia generazione ed elaborare convinzioni piu' approfondite. Forse questo e' l'aspetto piu' rilevante, a mio avviso, su cui dovremmo impegnarci tutti: e' bene coniugare la tematica della nonviolenza con l'utilizzo dei nuovi linguaggi che veicolano le conoscenza a cui tutti possono avvicinarsi in maniera diretta.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Antonella Santarelli: Lo stato dell'arte della nonviolenza e' affidato al sacrificio e all'impegno di donne e uomini di buona volonta' che testimoniano cultura ed esperienze dall'alto valore umano e sociale.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Antonella Santarelli: Il movimento della nonviolenza puo' svolgere il ruolo cruciale di portatore di riflessioni e risposte al malessere individuale e collettivo di fronte alle problematiche del presente e del futuro, su cui i singoli individui sentono di avere perso la capacita' di lettura e la possibilita' di incidere in qualche modo.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Antonella Santarelli: I fatti piu' significativi sono stati, per me, il continuare a ignorare il dramma di Gaza e dei territori, l'uccisione di Vittorio Arrigoni su cui non c'e' stata la necessaria mobilitazione e indignazione da parte di tutti i gruppi operanti nel movimento della pace, la problematica delle popolazioni colpite da interessi della casta dei palazzinari (leggi Tav), la guerra in Libia che, ancora una volta, ha visto convinta ed entusiasta dell'uso delle armi gran parte dell'opinione pubblica, l'indifferenza pressoche' generalizzata verso i migranti. Segnale positivo e' stata, di contro, la risposta della gente ai quesiti referendari, scivolati dalle mani di chi si era illuso di poter continuare a manipolare le coscienze.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Antonella Santarelli: La grande sfida e' la comunicazione: invadere spazi illimitati e immediatamente ricettivi con i contenuti della nonviolenza sara' cruciale nei prossimi mesi. Utilizziamoli, creiamo pagine, eventi, eccetera.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Antonella Santarelli: La nonviolenza e' prassi individuale che nasce da una grande riflessione sull'esistenza che ha attraversato epoche e ambiti diversi: personalita' come Gandhi, Capitini e altri hanno saputo trasformare in esperienze individuali pensieri e ideali comuni a tanta gente. Il linguaggio della violenza, i soprusi quotidiani, l'uso della forza e del non rispetto di persone e popoli, sebbene sempre piu' presenti, in realta' non sono condivisi dalle persone: testimoniamo soprattutto ai piu' giovani la nostra indignazione.
6. VERSO LA MARCIA PERUGIA-ASSISI. SETTE DOMANDE A CRISTINA TAJANI
[Ringraziamo Cristina Tajani (per contatti: assessore.tajani at comune.milano.it) per questa intervista.
Cristina Tajani e' assessore comunale di Milano alle Politiche per il lavoro, Sviluppo economico, Universita e ricerca; ha competenze e deleghe per la definizione delle politiche del lavoro e dell'occupazione, per creare lavoro e dare lavoro ai giovani, agli adulti, alle donne, agli immigrati, ai disabili; e di indirizzo e controllo sulle attivita' della Fondazione "Welfare ambrosiano". Ha 32 anni, e' nata a Terlizzi in provincia di Bari. Sposata, vive a Milano dal 1997. Laureata presso l'Universita' Bocconi in Discipline Economiche e Sociali, ha conseguito il dottorato di ricerca in Scienze del Lavoro presso l'Universita' degli studi di Milano. E' specializzata in economia del lavoro, sociologia economica, relazioni industriali. Come ricercatrice ha dedicato particolare interesse ai metodi quantitativi per la valutazione delle politiche pubbliche. Lavora presso il Centro studi della Camera del Lavoro di Milano ed e' segretaria della Flc-Cgil di Milano, il sindacato dei lavoratori della conoscenza, con delega all'universita'. Per l'osservatorio congiunto Assolombarda-Cgil-Cisl-Uil ha curato i 5 rapporti intitolati "Il lavoro a Milano". Ha pubblicato diversi saggi sul tema del precariato e dello sviluppo locale. Collabora con siti e giornali dedicati a questi argomenti]
- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' stato il significato piu' rilevante della marcia Perugia-Assisi in questi cinquanta anni?
- Cristina Tajani: La marcia, purtroppo, non e' mai diventata un appuntamento rituale. Anno dopo anno negli ultimi 50 anni i conflitti mondiali sono diventati piu' numerosi e maggiormente atroci. Eppure la marcia Perugia-Assisi non e' stata solamente un appuntamento del movimento pacifista del nostro paese ma occasione di riflessione e diffusione ampia del discorso sulla nonviolenza. E' stata anche momento di incontro di culture diverse, laiche e cattoliche, che nel corso di 50 anni della storia dell'Italia e del mondo con difficolta' hanno trovato terreni di incontro fatta eccezione per la costruzione della marcia.
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- "La nonviolenza e' in cammino": E cosa caratterizzera' maggiormente la marcia che si terra' il 25 settembre di quest'anno?
- Cristina Tajani: Il conflitto in Libia ancora aperto e' per me fonte di forte preoccupazione. Mentre in buona parte del mondo arabo si chiude, con ritardo, il '900, in Libia, la gestazione di una nuova storia di quel paese sembra infinita. Responsabilita' di chi in Europa per anni ha confuso i rapporti diplomatici con la complicita'.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale e' lo "stato dell'arte" della nonviolenza oggi in Italia?
- Cristina Tajani: Lo spirito degli ampi movimenti contro la guerra in Afghanistan e Iraq purtroppo non ha sufficientemente contagiato la politica. Eppure le nuove generazioni mi sembrano piu' aperte al ragionamento sulla nonviolenza come grande forza di trasformazione della realta' perche' capace di travolgere il mondo senza lasciare conti aperti con la storia dell'umanita'.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quale ruolo puo' svolgere il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini, e gli altri movimenti, associazioni e gruppi nonviolenti presenti in Italia?
- Cristina Tajani: Oggi la crisi economica ha mostrato a tutto il mondo la debolezza politica del nostro continente. I primi avvisi arrivarono proprio dalla gestione del conflitto libico con le azioni unilaterali e senza un coordinamento continentale. Gia' in quel momento era chiaro che l'Europa politica stava arretrando. La crisi economica ha accelerato un processo di divisioni e distinguo. L'Italia e il suo governo invece di proporre soluzioni su scala europea hanno subito con sofferenza le indicazioni sulla finanza pubblica. L'Europa puo' tornare ad essere un attore della pace internazionale se riscoprira' la sua unione politica. Non e' un caso che in nessun paese europeo vi sia la pena di morte, e' la prova di una comune cultura e di una stessa idea di stato che attraversa i paesi del nostro continente. La nonviolenza italiana dovrebbe fortemente incalzare verso la ricostruzione dell'Europa ad incominciare dalla necessita' di una comune carta costituzionale europea che faccia proprio l'art. 11 della Costituzione italiana.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Quali i fatti piu' significativi degli ultimi mesi in Italia e nel mondo dal punto di vista della nonviolenza?
- Cristina Tajani: Quella che viene chiamata primavera araba dimostra come poteri violenti e repressivi possano essere sovvertiti attraverso il consenso attorno ad un'idea di convivenza dell'umanita'. Quell'esito non era scontato ne' fino al 1989 in presenza dei due blocchi mondiali, ne' nel primo decennio degli anni 2000 dove sembrava che a quei due blocchi si fosse sostituito il conflitto occidente-terrorismo. Quello che e' successo e' stato, per questa parte di mondo, imprevedibile.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Su quali iniziative concentrare maggiormente l'impegno nei prossimi mesi?
- Cristina Tajani: L'Europa e' sicuramente un'urgenza. Non solo intesa come costruzione politica. Quello che e' successo nelle periferie londinesi qualche giorno fa rischia di non essere piu' un fatto isolato e circoscritto. Era gia' successo in Francia e potrebbe ripetersi. E' un'ondata di violenza repressa che non si puo' arrestare solo con la repressione. Una violenza rapace ed egoista che affida al movimento nonviolento in Italia e in Europa il compito di fare una proposta ad una nuova generazione di europei dalle radici mondiali. E' necessaria una proposta politica di emancipazione, la costruzione di una nuova speranza su scala europea. Forse sarebbe il caso di raccogliere chi ha questa ambizione.
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- "La nonviolenza e' in cammino": Se una persona del tutto ignara le chiedesse "Cosa e' la nonviolenza, e come accostarsi ad essa?", cosa risponderebbe?
- Cristina Tajani: Io non posso che partire da me stessa. Da qualche settimana ho assunto un impegno di governo nella nuova amministrazione milanese frutto di un movimento arancione, inconsapevolmente nonviolento, che ha saputo rispondere con ironia ad una campagna elettorale attraversata da una buona dose di violenza verbale. Per chi fa politica in Italia, per chi lavora nelle imprese italiane, per chi costruisce una propria partecipazione alla vita civile del paese la piu' grande sfida e' sapere che ognuno di noi in quanto appartenente ad una rete sociale di relazioni detiene una quota di potere di cambiamento. Un potere da maneggiare con estrema cura per evitare di danneggiare altri. Nonviolenza e' "convivialita' delle differenze", per dirla con don Tonino Bello, ovvero la capacita' di dismettere ogni tentazione di riduzione dell'altro a se'.
7. DIRITTI. SUREKHA KADAPA-BOSE: LIBERTA' DI CREARE
[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per averci messo a disposizione nella sua traduzione il seguente articolo di Surekha Kadapa-Bose apparso sul "Women's Feature Service" (www.wfsnews.org).
Surekha Kadapa-Bose e' una giornalista indipendente di Mumbai, India]
Una donna gira un film sulle sopravvissute al traffico di esseri umani in Nepal che ora cercano attivamente i trafficanti per assicurarli alla giustizia. Una donna crea gioielli con le pallottole esplose. Queste ed altre hanno ricevuto il riconoscimento di "Freedom to Create" un'organizzazione che si concentra sul potere dell'arte di guarire e cambiare.
Quando la giornalista indipendente australiana Wendy Champagne si imbatte' in una sedicenne sfuggita alla prostituzione forzata, il suo percorso per creare il film "Bas! Beyond Red Light" comincio'. Il film narra le storie di giovani donne nepalesi che sono scappate dai bordelli e che stanno lottando per fermare il traffico di donne nepalesi in India.
Champagne e' stata ispirata da Geeta, una ragazza identificata solo con il primo nome, che ha mostrato una straordinaria resistenza. "La maggior parte delle sopravvissute preferisce dimenticare cio' di cui ha fatto esperienza", dice Wendy Champagne, "Geeta era diversa. Dopo che fu soccorsa e rimandata a Kathmandu la sua determinazione era portare chi l'aveva trafficata in tribunale".
Geeta ha vissuto per un anno in un rifugio gestito da un'ong chiamata "Maiti Nepal". Dopo aver lasciato il rifugio, si e' messa a cercare i trafficanti. "Dopo un anno ne ha rintracciato uno ed ha subito informato la polizia", racconta ancora Champagne, "Piu' tardi e' riuscita a rintracciare gli altri due ed ha fatto il giro dei tribunali per assicurarli alla giustizia. Infine e' tornata a Mumbai, ha trovato lavoro presso la Rescue Foundation, un'organizzazione che soccorre le ragazze vendute ai bordelli, ed ha rintracciato il tenutario di quello in cui era stata portata, e che l'aveva sfruttata crudelmente".
Il film ha fatto parte dell'evento multimediale che ha incluso pellicole, video, musica, dipinti, e che si e' tenuto dal 19 maggio al 2 giugno qui a Mumbai, organizzato da "Freedom to Create", organizzazione con base a Singapore.
I travagli di Geeta ebbero inizio a Kathmandu, Nepal, quando aveva 13 anni e lavorava presso una scuola cattolica prendendosi cura dei bambini piccoli. Qui conobbe due uomini amichevoli che le presentarono le loro "sorelle". Una di esse chiese aiuto a Geeta per la cura dei suoi due bambini e quando ebbe la ragazzina in casa le somministro' della droga. Qualche giorno piu' tardi Geeta riprese piena coscienza a Nuova Delhi, dove venne poi venduta ad un bordello di Mumbai. Ci sarebbero voluti due anni prima che fosse soccorsa.
Per completare il film Wendy Champagne ci ha messo piu' di quattro anni. E' ora usato per istruire, informare e raccogliere fondi a beneficio delle sopravvissute al traffico di esseri umani. Champagne dice che il piu' grosso ostacolo sono stati i trafficanti e i proprietari di bordelli nei distretti a luce rossa, che proprio non gradivano la sua videocamera. "Era pericoloso. A volte abbiamo dovuto chiedere aiuto ai politici locali. Ma il mio interesse come regista era che le ragazze potessero raccontare le loro storie, piuttosto che illustrare la sordida vita dei bordelli".
Il lavoro di Laura Boushnak, fotografa palestinese nata in Kuwait, ha pure fatto parte dell'esposizione. Le sue istantanee ritraggono donne egiziane che seguono corsi di alfabetizzazione nei sobborghi del Cairo. Laura ha lavorato con un'ong ed il beneplacito del Ministero per l'Istruzione per disegnare il programma diretto a donne fra i 15 e i 45 anni.
"L'Egitto e' fra i numerosi paesi che hanno firmato gli Obiettivi del Millennio delle Nazioni Unite", dice la fotografa, riferendosi alle promesse globali che le nazioni hanno fatto per migliorare lo standard di vita in alcuni dei paesi piu' poveri del mondo, "Uno degli obiettivi e' lo sradicamento dell'analfabetismo". Laura Boushnak pensava che le partecipanti avrebbero mirato ad un'istruzione ancora migliore: ha scoperto invece che le donne volevano aiuto dall'alfabetizzazione per le difficolta' delle loro vite quotidiane. "Come la donna che si era persa nel labirinto dei trasporti pubblici e voleva essere in grado di leggere i cartelli stradali. O la donna che voleva imparare a contare il danaro per non essere piu' imbrogliata al mercato. E un'altra voleva leggere le prescrizioni del medico, per essere sicura di dare le medicine giuste a suo figlio".
Laura Boushnak dice che queste donne cresceranno i loro figli in modo migliore dopo aver partecipato ai corsi: "Tutte erano d'accordo su una cosa, e cioe' che i loro bambini sarebbero andati regolarmente a scuola". La fotografa non ha mai incontrato gli uomini che condividono l'esistenza di queste donne, ma ne ha percepito tutto il potere: "Prima che io potessi scattare una foto, la maggior parte delle donne doveva chiedere il permesso ad un membro maschio della famiglia, il marito o il padre. Alcuni membri delle loro famiglie le hanno estraniate, perche' vedono la loro alfabetizzazione come una minaccia".
Un'altra fotografa presente all'evento era la giornalista statunitense Lynsey Addario. Non c'e' nulla che possa preparare chi guarda le sue immagini, allo stesso tempo commoventi e spaventose, di donne che si sono date fuoco per sfuggire alle loro terribili esistenze. Rilasciata da una prigione libica nel marzo scorso, assieme a tre colleghi del "New York Times", Addario ha vinto il Premio Pulitzer per il suo lavoro in Afghanistan ed altri paesi dilaniati dalla guerra: "Centinaia e centinaia di donne in Afghanistan si danno fuoco nel tentativo di sfuggire a mariti violenti o agli abusi quotidiani", dice Addario, "Numerose giovani donne non vedono altra via d'uscita da cio' che subiscono". La giornalista ha anche incontrato e ritratto i medici ed personale sanitario dei centri per ustionati, che lavorano intensamente per salvare queste donne.
Altra donna sotto le luci dei riflettori e' stata Salome', una rapper iraniana. Salome' non vuole la compassione di nessuno. Nel catalogo di "Freedom to Create" scrive: "Non intendo lamentarmi su quanto e' dura la vita per una rapper in Iran. Voglio essere conosciuta per le mie canzoni". Canzoni che parlano di ingiustizia sociale, guerra, potere femminile e pace.
E poi c'era Lovetta Conto, una liberiana che e' cresciuta in un campo profughi del Ghana. Lovetta ha dovuto lasciare la Liberia dopo aver perso l'intera famiglia nella lunga guerra civile del paese. Questa donna trasforma i proiettili e le schegge di bombe in gioielli. Fonde il metallo e sulle collane, gli orecchini, i bracciali che crea incide una semplice iscrizione: Vita.
8. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riedizioni
- Heinz Kohut, Narcisismo e analisi del Se', Boringhieri, Torino 1976, Rcs, Milano 2011, pp. XII + 368, euro 9,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Vittorio Lingiardi, Compagni d'amore. Da Ganimede a Batman. Identita' e mito nelle omosessualita' maschili, Raffaello Cortina Editore, Milano 1997, Fabbri-Rcs, Milano 2008, pp. X + 260, euro 9,90.
9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
10. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 653 del 20 agosto 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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