Telegrammi. 584



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 584 del 12 giugno 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Contro tutte le guerre e le uccisioni

2. Mao Valpiana: Settantottesimo giorno di digiuno nonviolento collettivo a staffetta per opporsi alla guerra e al nucleare

3. Nel quartiere medioevale di San Pellegrino a Viterbo conclusa la campagna di informazione referendaria

4. Brevi schede su alcune ragioni del si' ai quattro referendum

5. Associazione "Respirare": mercoledi' 15 giugno a Blera conferenza del professor Alessandro Pizzi

6. Katha Pollitt intervista Wajeha al-Huwaider

7. Corrado Stajano presenta "Ribellarsi e' giusto" di Massimo Ottolenghi

8. Per sostenere il Movimento Nonviolento

9. Segnalazioni librarie

10. La "Carta" del Movimento Nonviolento

11. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. CONTRO TUTTE LE GUERRE E LE UCCISIONI

 

Le genti uccise, proprio perche' uccise

rimangono per sempre testimoni

della violenza di chi le divise

dal dolce lume e ne brucio' i polmoni.

 

Quei cuori divorati, quelle irrise

carni squarciate, tutte le orazioni

del mondo e tutte del mondo le assise

non possono occultare. Le uccisioni

 

cruenta lasciano un'inobliabile

traccia ed un segno sconvolgente e immondo

dell'atto maledetto irrevocabile

 

e non vi e' abisso che sia piu' profondo

di questo orrore estremo ed insanabile:

aver sottratto a una persona il mondo.

 

2. INIZIATIVE. MAO VALPIANA: SETTANTOTTESIMO GIORNO DI DIGIUNO NONVIOLENTO COLLETTIVO A STAFFETTA PER OPPORSI ALLA GUERRA E AL NUCLEARE

[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento.

Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' segretario nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]

 

Il voto referendario e' una delle espressioni della democrazia.

Dice Gandhi: "la vera democrazia non verra' dalla presa del potere da parte di qualcuno, ma dal potere che tutti avranno un giorno di opporsi agli abusi dell'autorita'". Oggi abbiamo la possibilita' di opporci agli abusi fatti contro i beni comuni, contro l'uguaglianza della legge, contro l'ambiente e la salute.

Sono 167 le amiche e gli amici della nonviolenza che hanno finora aderito al digiuno promosso dal Movimento Nonviolento "per opporsi alla guerra e al nucleare". C'e' chi digiuna anche se malato in ospedale, chi in una cella di convento o di carcere, chi partecipa ma preferisce non farlo sapere pubblicamente e chi, non potendo aderire per vari motivi, lo fa spiritualmente.

Questa iniziativa nonviolenta prosegue dal 27 marzo scorso, e nuovi aderenti hanno gia' annunciato la loro partecipazione fino alla consultazione referendaria del 12-13 giugno. Si digiuna in ogni parte d'Italia, da Trieste a Palermo, da Torino a Venezia, da Verona a Bari.

La nonviolenza e' contagiosa; abbiamo iniziato con un digiuno di 48 ore, che sta proseguendo da 78 giorni.

Chi desidera aderire al digiuno lo puo' comunicare a: azionenonviolenta at sis.it (indicare nome, cognome, citta', giorno o giorni di digiuno).

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Di seguito l'elenco delle persone che digiuneranno nei prossimi giorni.

Domenica 12 giugno: Sergio Lamonea (Verona), Antonio Santini (Trieste); lunedi' 13 giugno: Paolo Lupattelli (Citta' di Castello), Giovanni Sarubbi (Monteforte Irpino - Avellino), Pasquale Dioguardi (Livorno), Gianluca D'Andrea (Potenza); martedi' 14 luglio: Oriana Gorinelli (Rivalta di Torino), Mao Valpiana (Verona).

Evelina Savini (Jesi), Angela Genco (Jesi), Angela Liuzzi (Jesi) porteranno avanti il digiuno a staffetta, alternandosi, fino alla fine della guerra; Gianluca D'Andrea, Pasquale Dioguardi, Adalgisa Freddi, Marco Rizzinelli e Giovanni Sarubbi digiuneranno tutti i lunedi'; Oriana Gorinelli digiunera' tutti i martedi'; Anna Bellini e Marco Palombo digiuneranno tutti i mercoledi'; Claudio Bedussi digiunera' tutti i giovedi'; Rocco Altieri, Paola e Marco Baleani, Teresa Gargiulo, Piero P. Giorgio, Raffaele Ibba e Giovanni Mannino digiuneranno tutti i venerdi'; Marco Iannelli digiunera' tutti i venerdi' e i sabato; Giovanni Cianchini digiunera' tutti i sabato. Alessandro Natalini e Marzia Manca digiuneranno un giorno a settimana.

 

3. INIZIATIVE. NEL QUARTIERE MEDIOEVALE DI SAN PELLEGRINO A VITERBO CONCLUSA LA CAMPAGNA DI INFORMAZIONE REFERENDARIA

 

La sera di venerdi' 10 giugno 2011, immediatamente prima dello scoccare della mezzanotte, nel quartiere medioevale di San Pellegrino a Viterbo si e' conclusa la campagna di informazione referendaria per i quattro si' in difesa di ambiente, diritti e democrazia.

L'incontro, promosso dal movimento "Radioattivi" e dal centro sociale occupato autogestito "Valle Faul", ha avuto come momento centrale la testimonianza di Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo e memoria storica delle lotte antinucleari degli anni '70 e '80.

Nel suo discorso Peppe Sini ha esordito ricordando le lotte condotte dai movimenti ambientalisti, della solidarieta' e per la giustizia globale con la scelta dell'approccio rigorosamente nonviolento, l'unico adeguato alle sfide che l'umanita' ha di fronte nell'epoca attuale. Ha rievocato alcune figure significative e tra gli altri un simbolo della Viterbo popolare, Alfio Pannega, con cui tanti dei presenti hanno condiviso non solo lotte sociali ma anche una vita di impegno ecoequosolidale e di generosa e accudente responsabilita' per il bene comune.

"Quale che sia il risultato dei referendum - ha detto il responsabile della struttura pacifista viterbese - qui non si arrende nessuno: noi continueremo nel nostro impegno in difesa della biosfera casa comune dell'umanita' intera, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, comprese le generazioni future, compresi coloro che non hanno voce ed anche per i quali noi dovremo votare il 12-13 giugno quattro volte si' per fermare la criminale follia nucleare, per impedire la sostanzialmente genocida mercificazione e privatizzazione dell'acqua e dell'accesso ad essa, per riaffermare che la legge e' uguale per tutti".

Entrando nel merito dei singoli referendum Peppe Sini ha articolato un'analisi dettagliata delle questioni cruciali.

"Votiamo si' al referendum per fermare il nucleare in primo luogo perche' sappiamo che non esiste il nucleare sicuro ma sempre questa tecnologia implica rilasci radioattivi che provocano malattie e morte; in secondo luogo perche' sappiamo che vi e' un nesso ineliminabile tra nucleare militare e nucleare civile, tra Hiroshima, Chernobyl e Fukushima: il nucleare e' di per se' totalitario, belligeno e onnicida; in terzo luogo perche' sappiamo che e' indispensabile dismettere l'uso delle fonti e delle tecnologie inquinanti e passare subito alle fonti energetiche rinnovabili ed alle tecnologie pulite e sostenibili. Sono cose che sappiamo da molti anni, perche' noi siamo di quelli che per dieci anni resistettero a contrastare la costruzione della centrale nucleare a Montalto di Castro: eravamo a Pian dei Cangani in quella festa della primavera del '77 che fu la prima grande mobilitazione di massa antinucleare in Italia, ed eravamo ancora li' a bloccare i cancelli quando, vinto il referendum dell'87, Enel e governo pretendevano ancora di violare la legge e la sovranita' popolare continuando proditoriamente a costruire la centrale atomica".

"Votiamo si' ai due referendum sull'acqua - ha poi aggiunto - per impedire la mercificazione dell'acqua e per impedire la privatizzazione dell'accesso ad essa. Lo sappiamo bene cosa significhi mercificare e privatizzare l'acqua. Poiche' l'acqua, come l'aria, e' indispensabile all'organismo umano, se si accettasse la logica che essa sia una merce in mano a privati che la mettono in vendita per ricavarne un profitto, cio' implicherebbe condannare a morire di sete i poveri che non potranno pagare, ovvero la commissione di un mostruoso crimine contro l'umanita'. E noi siamo di quelli che da anni si battono nel nostro territorio per il diritto di tutti all'acqua potabile, e da anni affermiamo il diritto di tutti gli esseri umani a una vita degna, il diritto di tutti gli esseri umani, comprese le future generazioni, alla preservazione della biosfera e ad accedere alle risorse indispensabili per la vita".

E ancora: "Votiamo si' al referendum sul cosiddetto 'legittimo impedimento' per riaffermare quell'idea elementare e fondativa della democrazia e dello stato di diritto, della civilta' giuridica cosi' come e' affermata nella Costituzione della Repubblica Italiana, nella Dichiarazione universale dei diritti umani, nelle principali Carte del costituzionalismo moderno: tutte le persone sono eguali dinanzi alla legge; ovvero: la legge e' uguale per tutti. A nessun potente sia consentito di compiere atti criminali e sottrarsi ai controlli di legalita'".

Inoltre, ha proseguito, "noi votiamo si' a tutti e quattro i referendum non solo per gli specifici argomenti relativi a ciascuno di essi, ma anche per un ulteriore motivo che tutti li concerne, ed il motivo e' questo: vi e' evidentissimo in Italia un tentativo di eversione dall'alto che intende violare la Costituzione, aggredire la democrazia, corrompere e disfare la Repubblica come bene comune. A questa scellerata infamia noi ci opponiamo. Noi ci opponiamo alla guerra. Noi ci opponiamo al razzismo. Noi ci opponiamo al regime maschilista e patriarcale che fornisce l'ideologia di sostegno al femminicidio. Noi ci opponiamo alla devastazione e alla distruzione della biosfera, casa comune dell'umanita' intera. Noi ci opponiamo ai poteri criminali, alla loro violenza e alla loro pretesa di impunita'".

Poi il responsabile del "Centro di ricerca per la pace" ha aggiunto un ultimo e decisivo argomento: "Perdere i referendum, ovvero non raggiungere il quorum (dato dalla partecipazione al voto della meta' piu' uno degli elettori), avrebbe conseguenze disastrose, poiche' la sconfitta non lascerebbe affatto la situazione com'e', ma rafforzerebbe enormemente - e nel breve periodo finanche pressoche' irreversibilmente a livello legislativo - le scellerate decisioni governative tradotte nelle norme di legge che i referendum propongono di abrogare. Non raggiungere il quorum nel referendum per fermare il nucleare avra' come risultato un fortissimo sostegno alla criminale follia nucleare; non raggiungere il quorum nei due referendum in difesa dell'acqua e del diritto umano all'accesso all'acqua avra' come risultato un fortissimo sostegno alla mercificazione dell'acqua e alla privatizzazione dell'accesso ad essa; non raggiungere il quorum nel referendum sul principio dell'uguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge avra' come risultato un fortissimo sostegno all'eversione dall'alto cesarista e neofeudale. E' questa una decisiva ragione perche' tutte le persone di retto sentire e di volonta' buona sollecite del pubblico bene si impegnino affinche' i referendum siano validi, ovvero ottengano la partecipazione almeno della meta' piu' uno degli elettori".

Concludendo la sua perorazione la storica figura dei movimenti ecopacifisti dell'Alto Lazio ha invitato ad un ultimo sforzo per far sapere a tanti che ancora ne sono ignari che chi non vota con cio' stesso esprime un sostegno cruciale a leggi pessime ed a scellerate scelte politiche incompatibili con l'ambiente e con i diritti dell'umanita'; ed ha nuovamente espresso la persuasione - testimoniata lungo decenni - che nell'impegno per i diritti umani di tutti gli esseri umani e nella difesa della biosfera, per quanto subdola e volenta possa essere l'aggressione dei criminali poteri distruttori della natura e di tante vite umane, "qui non si arrende nessuno. La nonviolenza e' piu' forte".

 

4. MATERIALI. BREVI SCHEDE SU ALCUNE RAGIONI DEL SI' AI QUATTRO REFERENDUM

[Da varie persone amiche riceviamo e volentieri diffondiamo le seguenti schede (di cui non siamo riusciti a ricostruire la fonte originaria)]

 

Un si' per fermare il nucleare (scheda grigia)

1. Le nuove centrali sono sicure: e' falso.

Non c'e' innovazione radicale, solo dei miglioramenti. In piu' sono costruite secondo una logica di mercato che lima su tutti i costi: sicurezza compresa.

2. L'elettricita' da nucleare costa meno: e' falso.

La bolletta salira' almeno del 20% perche' le banche considerano il nucleare ad alto rischio finanziario.

3. Il nucleare e' pulito: e' falso.

Oltre agli incidenti, che sono migliaia negli ultimi 50 anni, l'attivita' quotidiana delle centrali rilascia radioattivita' nell'ambiente, come e' stato dimostrato in Germania.

4. Le scorie non sono un problema: e' falso.

Nessun paese al mondo ha risolto il problema e da 50 anni si stoccano scorie radioattive in depositi provvisori che non garantiscono la sicurezza negli anni.

5. E' in corso il "rinascimento nucleare": e' falso.

Il peso del nucleare nel mondo per la produzione elettrica e' sceso dal 17,2% al 13,5%. In Occidente si stanno costruendo solo due nuovi reattori.

6. Il nucleare risolvera' la scarsita' dei fossili: e' falso.

L'uranio disponibile e' limitato come il petrolio. Estrarre uranio dall'acqua del mare ha costi proibitivi.

7. La moratoria del Governo e' uno stop al nucleare: e' falso.

E' solo un trucco per sabotare il referendum. Nello stesso giorno in cui ha approvato la moratoria, il Governo ha approvato il decreto per la localizzazione delle centrali.

8. Tutti hanno centrali nucleari: e' falso.

Molte nazioni le hanno avute, ma hanno bloccato, come la Germania, ulteriori sviluppi dell'atomo.

9. Con il nucleare si salva il clima: e' falso.

La costruzione di una centrale e la sua filiera di funzionamento emettono CO2 pari al 25% di una tradizionale. Raddoppiando l'attuale potenza mondiale installata si taglierebbe la CO2 solo del 5%.

10. Incidenti come in Giappone da noi sono impossibili: e' falso.

I sistemi d'emergenza e di raffreddamento delle centrali nucleari sono identici in tutte le centrali. L'Italia e' ad alto rischio sismico e idrogeologico. Non serve uno tsunami, basta un'alluvione.

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Un si' per l'acqua bene comune (scheda rossa e scheda gialla)

- Con la privatizzazione dell'acqua bollette piu' salate

Nel 2002 i cittadini pagavano, in media, 182 euro l'anno per il servizio idrico. Oggi siamo arrivati a 301, il 65% in piu'. Gli abitanti di Toscana, Umbria, Emilia e Liguria - le regioni dove il processo di privatizzazione e' piu' avanti - sono quelli che pagano prezzi piu' elevati.

- Privatizzare significa fare un favore alle multinazionali

Ad Agrigento l'acqua arriva a prezzi carissimi, due volte a settimana e solo in due terzi dela citta', mentre il gestore privato Girgenti Acque ne riserva molta a Coca Cola. I privati hanno a cuore solo il proprio profitto, non certo un servizio efficiente e a buon prezzo per la collettivita'.

- L'Acqua come bene comune democratico

Ci sono dei beni che non e' possibile privatizzare, tanto piu' se sono essenziali alla vita. Il sole, l'acqua, l'aria, il verde, sono beni di cui e' stata data a tutti la disponibilita', gli unici beni davvero "democratici". E' assurdo pensare che, un domani, potra' bere solo chi potra' pagare.

- Oggi guerre per il petrolio, domani per l'acqua

La carenza d'acqua e' destinata ad accentuarsi con conseguenze sociali devastanti. Gia' in moltissime parti del mondo il controllo delle risorse idriche e' causa di guerre. Non e' estraneo il conflitto arabo-palestinese: basti pensare che Israele riceve i due terzi della sua acqua dai territori conquistati nel '67 con la "guerra dei sei giorni".

- Per una gestione equa e solidale dei beni comuni

In Italia si assiste al sistematico sfruttamento delle risorse di tutti, l'acqua, il suolo, il verde pubblico, per utilizzarle a fini privatistici e speculativi con la complicita' del Governo e, purtroppo, molto spesso anche degli enti locali. L'acqua e' un bene universale, a cui tutti devono avere libero accesso, un diritto inalienabile, un bene primario di tutti e quindi nelle disponibilita' dello Stato, che deve gestirlo con logiche lontane da quella del profitto.

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Un si' affinche' la legge sia davvero uguale per tutti (scheda verde)

- Difendiamo l'art. 3 della Costituzione che recita: "tutte le cittadine e i cittadini sono uguali dinanzi alla legge"

Non c'e' democrazia senza legalita', le leggi valgono allo stesso modo per tutte le cittadine e i cittadini senza alcuna distinzione. Tutti sono uguali di fronte alla legge, dall'uomo di Stato all'uomo della strada, dal potente al comune cittadino.

- Pari diritti e pari doveri per tutti: nessun impedimento e' legittimo per la giustizia

La casalinga che non puo' permettersi una baby-sitter e non sa a chi lasciare il bambino e' "legittimamente impedita" nel presentarsi a un processo che la vede imputata? Lo e' un medico che deve operare d'urgenza e salvare una vita? E il vigile del fuoco chiamato a spegnere un incendio? Perche' un Presidente del Consiglio dovrebbe essere privilegiato? Le regole funzionano perche' valgono per tutti.

- Promuovere la giustizia, non cercare l'impunita'

Chi governa non occupa una carica per diritto divino. E' il voto degli italiani che gli ha delegato il potere di occuparsi delle questioni che interessano la collettivita'. Chi governa deve essere di esempio alla collettivita' nel rispetto delle regole e non cercare l'impunita'. Non possiamo permettere che chi rappresenta lo Stato usi il potere che i cittadini gli hanno dato per sfuggire alla legge.

- Lo Stato deve occuparsi dei problemi dei cittadini, non dei guai giudiziari di un uomo solo

Con la disoccupazione giovanile al 29% e una crisi economica, ambientale e occupazionale senza precedenti, Berlusconi non ha niente di meglio da fare che attaccare i magistrati che lottano contro criminalita' e malaffare? L'Italia merita un governo capace di affrontare i veri problemi del paese.

- Sosteniamo la magistratura

Un paese democratico si basa sulla legittimazione e il bilanciamento dei poteri. E' inaccettabile che i magistrati, che quotidianamente lottano contro corruzione, disastri ambientali, mafia, siano sottoposti a un attacco senza precedenti. I giudici devono poter giudicare, il Parlamento deve fare le leggi, il Governo deve governare e rispettare l'equilibrio dei poteri.

 

5. INCONTRI. ASSOCIAZIONE "RESPIRARE": MERCOLEDI' 15 GIUGNO A BLERA CONFERENZA DEL PROFESSOR ALESSANDRO PIZZI

[Riceviamo e diffondiamo]

 

Mercoledi' 15 giugno 2011, con inizio alle ore 17,30, presso la biblioteca comunale di Blera (Vt), in via Roma n. 61, la cooperativa agricola "Il Vignale" organizza una conferenza sul tema: "Ambiente, salute, energia: perche' rifiutare la follia nucleare".

Relatore sara' il professor Alessandro Pizzi, docente di fisica e matematica, una delle figure piu' autorevoli dell'ambientalismo scientifico e delle buone pratiche amministrative nell'Alto Lazio.

Per informazioni: Cooperativa agricola "il Vignale", tel. 3475988431 - 3478113696: e-mail  ilvignale at gmail.com

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Breve notizia sul professor Alessandro Pizzi

Alessandro Pizzi, docente di fisica e matematica, gia' apprezzatissimo sindaco di Soriano nel Cimino (Vt), citta' in cui il suo rigore morale e la sua competenza amministrativa sono diventati proverbiali, e' fortemente impegnato in campo educativo e nel volontariato, ha preso parte a molte iniziative di pace, di solidarieta', ambientaliste, per i diritti umani e la nonviolenza, tra cui l'azione diretta nonviolenta in Congo con i "Beati i costruttori di pace"; ha promosso l'esperienza del corso di educazione alla pace presso il liceo scientifico di Orte (istituto scolastico in cui ha lungamente insegnato); e' uno dei principali animatori del comitato che si oppone al mega-aeroporto a Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo; su sua iniziativa nel 2007 il congresso nazionale del Movimento Nonviolento ha approvato all'unanimita' una mozione per la riduzione del trasporto aereo. Sul tema del trasporto aereo, del suo impatto sugli ecosistemi locali e sull'ecosistema globale, e sui modelli di mobilita' in relazione ai modelli di sviluppo e ai diritti umani, ha tenuto rilevanti relazioni a vari convegni di studio; e rilevanti relazioni ha tenuto in vari convegni scientifici sui temi della sostenibilita' ambientale, delle scelte economiche ecocompatibili, dell'energia, della giustizia globale. Si veda anche una recente intervista in "Coi piedi per terra" n. 340.

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L'associazione "Respirare"

Viterbo, 11 giugno 2011

L'associazione "Respirare" e' stata promossa a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.

 

6. DIRITTI UMANI. KATHA POLLITT INTERVISTA WAJEHA AL-HUWAIDER

[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per averci messo a disposizione nella sua traduzione la seguente intervista apparsa su "The Nation" dell'8 giugno 2011.

Katha Pollitt, giornalista e saggista, scrive per "The Nation" dal 1980, suoi articoli sono apparsi anche sul "New Yorker", "Harper's Magazine", "Ms." e il "New York Times". I pezzi scritti per la sua rubrica su "The Nation", chiamata "Subject to Debate", sono stati raccolti nel 2001 in un libro dallo stesso titolo, ovvero Soggetto di cui discutere: senso e dissenso su donne, politica e cultura; il suo volume di saggi Imparare a guidare ed altre storie di vita e' stato di recente pubblicato dalla casa editrice Random House. Il suo sito web e' www.kathapollitt.com

Wajeha al-Huwaider, scrittrice ed attivista per i diritti umani, e' cofondatrice della Societa' per la difesa dei diritti delle donne in Arabia Saudita]

 

Wajeha al-Huwaider e' forse la piu' nota attivista saudita per i diritti delle donne, i diritti umani e la democrazia. Ha protestato energicamente contro la mancanza di leggi formali nel regno (supplisce il Corano) e di liberta' basilari, in particolare contro il sistema di "tutela" grazie al quale ogni femmina, dalla nascita alla morte, necessita del permesso di un parente maschio per prendere decisioni in ogni area importante della sua vita: istruzione, viaggi, matrimonio, impiego, danaro e persino interventi chirurgici.

Nel 2008, un video di Wajeha che guida l'automobile (cosa proibita alle donne in Arabia Saudita) ha fatto sensazione quando e' stato postato su YouTube. Al-Huwaider e' una convinta sostenitrice del Movimento 17 giugno, che chiama le donne a guidare l'auto in quella data, ed ha prodotto il celebre video della co-fondatrice del movimento stesso Manal al-Sherif: Manal e' stata arrestata per breve tempo dalla polizia quando ha tentato di far visita a Nathalie Morin, una donna franco-canadese tenuta segregata dal marito assieme ai suoi bambini.

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- Katha Pollitt: Perche' le proteste in automobile? E perche' ora?

- Wajeha al-Huwaider: Le questione delle donne autiste e' rimasta irrisolta sin dalle proteste simili del 1990. Proprio prima di lanciare la campagna del 17 giugno, un gruppo di donne e uomini assai conosciuti hanno firmato una lettera diretta alla Shura, o Assemblea consultiva, chiedendo di riaprire la discussione. Il loro tentativo e' stato respinto. Questa e' stata la scintilla che ha fatto scattare la protesta di Manal e di altre donne. La questione e' sempre li'.

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- Katha Pollitt: Di quanto sostegno godono le guidatrici?

- Wajeha al-Huwaider: E' difficile dirlo con esattezza, ma sta crescendo, e potrebbe ammontare a piu' del 50% della societa' saudita.

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- Katha Pollitt: Ho incontrato una donna saudita, a Houston, che ha riso di questa concentrazione sulla guida (mi stava proprio portando in macchina ad un incontro, in quel momento). Lei dice che il bando non e' importante perche' "chiunque" in Arabia Saudita ha un autista. In che modo non poter guidare rende difficoltose le vite delle donne saudite?

- Wajeha al-Huwaider: Non ogni famiglia puo' permettersi di assumere un autista. Molte donne devono fare affidamento sui parenti maschi, che possono non essere disponibili o non essere disposti a guidare quando le donne ne hanno bisogno. E' incredibilmente frustrante! Inoltre, non tutti vogliono un autista. Io non ce l'ho, e neppure Manal. Noi non abbiamo un sistema di trasporti pubblici, percio' io cammino per tutto il tempo, e prendo tassi' per tornare a casa dopo aver fatto la spesa. Ma in moltissimi villaggi, questo "lusso" del tassi' non e' alla portata delle donne.

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- Katha Pollitt: Non e' strano che alle saudite non sia permesso restare da sole con un uomo che non sia un parente, fatta eccezione per gli autisti?

- Wajeha al-Huwaider: Chi ci governa rompe facilmente le sue stesse leggi pur di mantenere le donne isolate. In un altro paese, una donna con un autista sarebbe vista come una privilegiata: qui, il messaggio e' che e' debole e inaffidabile. Questo tipo di atteggiamento si trasmette di generazione in generazione. Anche dopo che le donne avranno ottenuto il diritto di guidare ci vorranno anni per liberarsene.

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- Katha Pollitt: Nella maggioranza dei paesi musulmani, persino in una monarchia come il Marocco, le donne hanno piu' liberta' sociali e diritti legali che in Arabia Saudita. Perche' l'Arabia Saudita e' cosi' impegnata a reprimere le donne?

- Wajeha al-Huwaider: A dire il vero e' impegnata a reprimere chiunque, uomini e donne, sauditi e non sauditi. E' la ragione per cui la polizia religiosa vaga per le strade molestando e arrestando le persone. I ragazzi sono picchiati solo perche' portano i capelli lunghi. Ma la polizia e' piu' brutale con le donne, perche' le donne sono meta' della societa', e crescono l'altra meta'. Percio' reprimere le donne ed instillare paura in loro e' il modo piu' efficace di controllare la societa' intera. Esempi di progressi sauditi: la Shura ha appena raccomandato che si permetta alle donne di votare alle elezioni locali, ma non di essere eleggibili, ed il re ha decretato che unicamente le donne possono vendere biancheria intima da donna.

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- Katha Pollitt: Alcune femministe musulmane stanno tentando di reinterpretare - loro magari direbbero di interpretare correttamente - il Corano in modo egualitario per i due generi. Per esempio, sottolineano che il Corano dice alle donne solo di vestirsi modestamente, non di essere coperte da capo a piedi, e neppure di coprirsi la testa. Tu pensi possibile un Islam femminista?

- Wajeha al-Huwaider: C'e' gia' un Islam femminista, piu' che altro guidato da donne musulmane che vivono in Occidente. Pero' esse tendono a dimenticare che nessuna delle religioni monoteiste tratta uomini e donne allo stesso modo, e che c'e' un limite a quello che gli studi accademici possono fare per cambiare questa realta'. Per esempio, le figlie ereditano meta' di quel che ereditano i figli. Agli uomini e' permesso sposare sino a quattro mogli. Due testimoni donne valgono un testimone uomo. Una societa' laica e' una scommessa migliore, per le donne e anche per gli uomini.

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- Katha Pollitt: Vedremo una primavera saudita?

- Wajeha al-Huwaider: Non ora. La maggioranza delle persone non sono ben consce di avere dei diritti umani. Non c'e' stampa libera, non c'e' una societa' civile, e nessuna ong o gruppo politico che possa organizzare un movimento. A molta gente e' stato fatto il lavaggio del cervello, nel senso che credono che la nostra sia una societa' "speciale": ed e' percio' che noi possiamo avere leggi che non sono islamiche ma che vengono accettate, come l'impedire alle donne di guidare l'auto. Tuttavia, grazie ad internet, le giovani donne e i giovani uomini hanno un luogo in cui esprimersi e sviluppare le loro individualita'. Sono di mente piu' aperta degli anziani e cio' dara' forma alla societa' saudita del futuro.

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- Katha Pollitt: Il presidente Obama ha lodato le sollevazioni nel mondo arabo, ma gli Usa sono amici fidati del governo saudita, nonostante le sue flagranti violazioni dei diritti umani, la sua mancanza di democrazia eccetera. Che ne pensi?

- Wajeha al-Huwaider: Non mi sono mai aspettata che uno qualsiasi dei leader del mondo occidentale parlasse delle violazioni dei diritti umani in Arabia Saudita, e tutti loro hanno infatti risposto alle mie aspettative. L'Occidente ha bisogno del nostro petrolio, e noi "non abbiamo bisogno di niente" da loro. Ho imparato a convivere con quest'amara realta' tanto tempo fa.

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- Katha Pollitt: Perche' a paragone di altri luoghi c'e' cosi' poco attivismo fra le donne saudite? O ce n'e' di piu' di quanto venga riportato?

- Wajeha al-Huwaider: La paura e' la ragione principale. Inoltre, le donne sono trattate per tutte le loro vite come proprieta': questo ha effetto. E la religione e' un'altra ragione. I sauditi sono molto devoti ed il governo e' molto bravo nell'usare la religione come arma per mantenere le donne sottomesse. Tante lo accettano. Non sono felici, ma lo accettano.

 

7. LIBRI. CORRADO STAJANO PRESENTA "RIBELLARSI E' GIUSTO" DI MASSIMO OTTOLENGHI

[Dal "Corriere della sera" del 3 giugno 2011 riprendiamo pressoche' integralmente la seguente recensione dal titolo "La riconquista dell'avvenire" e il sottotitolo "Ribellarsi e' giusto, di Massimo Ottolenghi".

Su Corrado Stajano dalla Wikipedia, edizione italiana, riprendiamo la seguente scheda: "Corrado Stajano (Cremona, 24 settembre 1930) e' un giornalista e scrittore italiano. Laureato in giurisprudenza all'Universita' Statale di Milano, e' stato collaboratore, redattore, inviato del 'Mondo' di Mario Pannunzio, di 'Tempo Illustrato', 'Panorama', 'Il Giorno', 'Il Messaggero'. Dal 1987 al 2003 e' stato articolista e inviato del 'Corriere della sera'. Dal 2003 al 2006 ha tenuto una rubrica sull''Unita''. Dal gennaio 2010 scrive di nuovo sul 'Corriere della sera'. Ha lavorato a lungo per la Rai, autore di documentari televisivi di argomento politico, sociale, culturale. Tra gli altri: In nome del popolo italiano; Le radici della liberta'; Nascita di una formazione partigiana, tutti con Ermanno Olmi. E poi: La repubblica di Salo' (con Gianfranco Campigotto) e (con Campigotto e Marco Fini) La forza della democrazia... Ha scritto numerosi libri. Professore a contratto nella Facolta' di Scienze politiche dell'Universita' di Padova nell'anno accademico 1985-1986, senatore della Republica eletto come indipendente nelle liste del Partito democratico della sinistra nella XII legislatura (1994-1996). Ha fatto parte della Commissione Giustizia e e della Commissione Antimafia. Tra le opere di Corrado Stajano: a) libri: Il sovversivo. Vita e morte dell'anarchico Serantini, Einaudi, 1975; Bfs, 2002; La pratica della liberta'. Ritratto critico di Franco Antonicelli, Einaudi, 1976; La forza della democrazia. La strategia della tensione in Italia (1969-1976), Einaudi, 1977; Africo. Una cronaca italiana di governanti e governati, di mafia, di potere e di lotta, Einaudi, 1979; con Giovanni Russo,Terremoto,  Garzanti, 1981; L'Italia nichilista. Il caso di Marco Donat Cattin, la rivolta, il potere, Mondadori 1982, Einaudi, 1992; Un eroe borghese. Il caso dell'avvocato Giorgio Ambrosoli assassinato dalla mafia politica, Einaudi 1991 (dal libro e' stato tratto il film omonimo diretto da Michele Placido, 1995); Il disordine, Einaudi, 1993; Promemoria. Uno straniero in patria tra Campo de' Fiori e Palazzo Madama, Garzanti, 1997 (Premio Viareggio); con Gherardo Colombo, Ameni inganni. Lettere da un paese normale, Garzanti, 2000; Patrie smarrite. Racconto di un italiano, Garzanti, 2001; I cavalli di Caligola. L'Italia riveduta e corretta, Garzanti, 2005; Maestri e Infedeli. Ritratti del Novecento, Garzanti, 2008; La citta' degli untori. Alla ricerca del cuore e dell'anima di una metropoli, Garzanti 2009 (Premio Bagutta); L'Italia ferita. Storie di un popolo che vorrebbe vivere secondo le regole della democrazia, Edizioni Cinemazero, Pordenone 2010; b) documentari: La fatica di leggere, 1970; In nome del popolo italiano, 1971; Le radici della liberta', 1972; Nascita di una formazione partigiana, 1973; La forza della democrazia, 1977".

Dal sito della casa editrice Chiarelettere riprendiamo la seguente scheda biobibliografica su Massimo Ottolenghi: Massimo Ottolenghi e' nato nel 1915 a Torino. Amico e compagno di scuola di Oreste Pajetta, Emanuele Artom, Luigi Firpo, allievo di Massimo Mila, partecipo' fin dall'inizio alla Resistenza con Giustizia e Liberta' (e' stato anche responsabile del quotidiano "GL"). Come scrive lo storico Gian Carlo Jocteau nell'introduzione a Per un pezzo di patria, 'la Resistenza di Ottolenghi fu una resistenza civile, piuttosto che militare. Personalmente poco propenso all'uso delle armi, egli fu investito di compiti di alto livello nei contatti fra comandi militari, formazioni partigiane e istituzioni locali, sia nelle valli di Lanzo, sia fra le valli e Torino, e si adopero' efficacemente e con frequente grave rischio personale anche per proteggere combattenti, sfollati, ebrei e popolazione civile da arresti, rastrellamenti e rappresaglie. Come uomo di legge, agi' inoltre per favorire, nei contrasti interni e nei tribunali partigiani, il rispetto di regole ragionevoli e, per quanto possibile, condivise'. Gia' militante del Partito d'azione con Ada Gobetti, Alessandro Galante Garrone, Giorgio Agosti, fu magistrato negli anni del dopoguerra, quindi avvocato civilista. Nella sua lunga carriera forense ha anche partecipato, in qualita' di avvocato della famiglia, alla liberazione di Carla Ovazza, madre di Alain Elkann, rapita nel 1974. E' autore di diversi libri, tutti scritti negli ultimi anni: Il palazzo degli stemmi (Gribaudo 1990), La finestra di Kuhn (Gribaudo 1994), Dal paese di Darvindunque (Elede 1997), Pendolo (Araba Fenice 2004), Perle nere. Storia di una vita ritrovata (Araba Fenice 2006), Per un pezzo di patria (Blu edizioni 2009), Ribellarsi e' giusto (Chiarelettere 2011)"]

 

Un "giovanissimo" novantacinquenne che, come un nonno, o meglio un bisnonno, carico di esperienze di vita, esorta in un libro i ragazzi di oggi ad avere coraggio: "Nato nel 1915, a Torino, di famiglia ebrea, sopravvissuto a due guerre mondiali e alle persecuzioni naziste e fasciste, invito voi che siete piu' giovani a ribellarvi". L'autore di Ribellarsi e' giusto (Chiarelettere, pp. 121, euro 12) si chiama Massimo Ottolenghi, avvocato, magistrato, partigiano nelle valli di Lanzo, uomo di "Giustizia e Liberta'" e poi del Partito d'Azione, con Ada Gobetti, Alessandro Galante Garrone, Giorgio Agosti, autore di altri libri di memoria e di invenzione. Si definisce "un vecchio testardo rimasto resistente anche nell'oggi, un democratico che crede ancora nella liberta', nella giustizia, nell'uguaglianza".

Il libro e' un'appassionata orazione: "Il solo vero valore per cui vale e occorre battersi e' la legge, nel rispetto della Costituzione, dello Stato nella sua unita' e legittimita' e nelle sue istituzioni e della giustizia in particolare, per la salvezza della democrazia, della liberta' di tutti e di ognuno".

Negli ultimi mesi sono usciti, in Italia e anche in altri Paesi d'Europa, libri analoghi, campanelli d'allarme, inviti alla responsabilita', a uscire dalla rassegnazione, dalla passivita', dall'indifferenza. E non e' certo un fatto casuale. Indignatevi!, di Stephane Hessel (Add editore) e, dello stesso autore, classe 1917, partigiano e poi diplomatico di carriera, Dalla parte giusta (Bur); Luciana Castellina, Ribelliamoci! (Aliberti); Dove andremo a finire, a piu' voci, a cura di Alessandro Barbano (Einaudi); La questione morale, di Roberta de Monticelli (Raffaello Cortina); Onesta', di Hans Kung (Rizzoli); Indignarsi non basta, di Pietro Ingrao (Aliberti); Scegliete!, di Paolo Ruffini (Add editore). Sono stati ripescati poi testi di autori famosi, nella stessa onda, Ripartiamo, di Franklin Delano Roosevelt (Add editore), Odio gli indifferenti, di Antonio Gramsci e A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca, di don Lorenzo Milani (entrambi di Chiarelettere). Nell'aria c'e' qualcosa di nuovo, pare di capire.

Massimo Ottolenghi, dunque, e il suo Ribellarsi e' giusto. E' una continua comparazione tra presente e passato: il cuore e la mente dell'autore non hanno mai dimenticato il tempo orribile del fascismo e delle persecuzioni razziali. Sapeste, ragazzi, che cosa e' stata la legislazione antiebraica del 1938, resa ancora piu' crudele dalla repubblica di Salo', ricorda Ottolenghi. Ma non gli piace per nulla la politica di oggi, "la Shoah dei valori e dei diritti", come la definisce, un mondo popolato di veline, dove la corruzione e l'illegalita' non destano le reazioni dovute, dove responsabili di reati possono "grazie alla prescrizione e a leggi ad personam conservare, a volto aperto, il potere".

Ragazzi, "il vostro futuro dipende da voi, percio' potete e dovete pretenderlo nuovo, pulito, libero, senza compromessi, senza scorie, depurato dagli errori di chi vi ha preceduto. Provate a pensare il futuro a vostra immagine, non secondo quella dei vostri padri che sono schiacciati sul presente e incapaci di andare oltre questo fango". Ribellarsi e' giusto e' un confronto di generazioni. Ottolenghi racconta. Dal pericolo di essere arrestati e di finire in un lager senza ritorno, alla guerra partigiana, al Partito d'Azione che ebbe breve vita ma suscito', quando nacque, e ancora oggi, un inimmaginabile rancore... Ancora oggi, come documenta Paolo Borgna nel suo Un Paese migliore. Vita di Alessandro Galante Garrone (Laterza), gli azionisti sono la bestia nera della nuova destra italiana, insultati, derisi, vittime di analfabetiche aggressioni, capri espiatori.

Ottolenghi non dimentica mai l'oggi e il domani. La Costituzione e' la nostra somma Carta da difendere con le unghie e con i denti. Ai ragazzi ricorda l'articolo 54: "I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina e onore". Vorrebbe che il Paese fosse quello sognato per tutta la vita. Battetevi ragazzi, e' compito vostro "ridestare una nuova consapevolezza per restituire fiducia e ragioni di speranza a tutti e soprattutto per assicurare quel futuro che vi spetta".

 

8. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Sostenere economicamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.

Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

9. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Letture

- Richard Leakey, Le origini dell'umanita', Paul D. MacLean, Evoluzione del cervello e comportamento umano, Rcs, Milano 2011, pp. XXXVIII + 324, euro 9,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

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Riletture

- Fondazione Alexander Langer Stiftung, Lentius profundius suavius, s.l. 2009, pp. 48, s.i.p.

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Riedizioni

- Chistopher A. Bayly, La nascita del mondo moderno 1780-1914, Einaudi, Torino 2007, Mondadori, Milano 2011, pp. XLVIII + 660, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori).

- Stefania Lapenta, Cezanne, Skira-Rcs, Milano 2003, 2011, pp. 192, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

- Luis Sepulveda, Diario di un killer sentimentale, Guanda, Parma 1998, Il sole 24 ore, Milano 2011, pp. 78, euro 2 (in supplenemto a "Il sole 24 ore").

 

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

11. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 584 del 12 giugno 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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