Telegrammi. 583



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 583 dell'11 giugno 2011

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Antonella Litta: Quattro si' ai referendum

2. Mao Valpiana: Settantasettesimo giorno di digiuno nonviolento collettivo a staffetta per opporsi alla guerra e al nucleare

3. Peppe Sini: Al male qui non si arrende nessuno

4. Er tempo allora de la contentezza

5. Benedetto XVI: Adottare in ogni circostanza un modo di vivere rispettoso dell'ambiente

6. Giulio Vittorangeli: Una lettera

7. Si e' svolta a Blera il 9 giugno una conferenza su "Acqua: bene e responsabilita' di tutti"

8. Stefano Citati intervista Abraham Yehoshua

9. Frediano Sessi presenta "La Repubblica del dolore" di Giovanni De Luna

10. Per sostenere il Movimento Nonviolento

11. Segnalazioni librarie

12. La "Carta" del Movimento Nonviolento

13. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. ANTONELLA LITTA: QUATTRO SI' AI REFERENDUM

[Ringraziamo Antonella Litta (per contatti: antonella.litta at gmail.com) per questo intervento.

Antonella Litta svolge l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi. E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia) e per questa associazione e' responsabile e coordinatrice nazionale del gruppo di studio su "Trasporto aereo come fattore d'inquinamento ambientale e danno alla salute". E' referente per l'Ordine dei medici di Viterbo per l'iniziativa congiunta Fnomceo-Isde "Tutela del diritto individuale e collettivo alla salute e ad un ambiente salubre". Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta' locali ed internazionali. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente. E' la portavoce del Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti. Come rappresentante dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (Isde-Italia) ha promosso una rilevante iniziativa per il risanamento delle acque del lago di Vico e in difesa della salute della popolazione dei comuni circumlacuali. E' oggi in Italia figura di riferimento nella denuncia della presenza dell'arsenico nelle acque destinate a consumo umano, e nella proposta di iniziative specifiche e adeguate da parte delle istituzioni per la dearsenificazione delle acque e la difesa della salute della popolazione]

 

E' assolutamente necessario votare si' al referendum per fermare la criminale follia nucleare.

Perche' consentire la realizzazione di  nuove centrali nucleari significa sia rendere possibili nuovi incidenti dalle conseguenze catastrofiche come quelli di Chernobyl e di Fukushima, sia provocare comunque (anche senza incidenti, col solo normale funzionamento delle centrali) gravissime patologie in moltissime persone delle comunita' che in prossimita' di tali impianti vivono.

*

E' assolutamente necessario votare si' al referendum in difesa dell'acqua bene comune e comune responsabilita', e in difesa della gestione pubblica e responsabile di essa garantendo a tutti gli esseri umani l'accesso all'acqua.

Perche' consentire che l'acqua, elemento fondamentale per la vita, sia privatizzata e mercificata a fini di speculazione, significa nel giro di poche decine di anni condannare a morte in tutto il mondo innumerevoli esseri umani che essendo poveri verrebbero cosi' privati dell'accesso all'acqua.

*

Ed e' assolutamente necessario votare si' al referendum che difende il fondamentale principio democratico secondo cui tutte le persone sono uguali dinanzi alla legge.

Perche' permettere che i potenti si sottraggano con vari escamotages ai controlli di legalita' sarebbe uno scandalo cosi' grave che le fondamenta stesse dello stato di diritto e della civile convivenza ne sarebbero scosse e dirute.

*

Infine e' assolutamente necessario votare si' a tutti e quattro i referendum per riaffermare il diritto dell'intero popolo italiano a partecipare alle decisioni su questioni fondamentali che riguardano la vita e i diritti di tutte le persone; per riaffermare il diritto dell'intero popolo italiano a difendere la Costituzione della Repubblica Italiana gia' ignobilmente e atrocemente violata dal governo con i crimini della guerra e della persecuzione razzista dei migranti.

 

2. INIZIATIVE. MAO VALPIANA: SETTANTASETTESIMO GIORNO DI DIGIUNO NONVIOLENTO COLLETTIVO A STAFFETTA PER OPPORSI ALLA GUERRA E AL NUCLEARE

[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) per questo intervento.

Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive e ha lavorato come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' segretario nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Con Michele Boato e Maria G. Di Rienzo ha promosso l'appello "Crisi politica. Cosa possiamo fare come donne e uomini ecologisti e amici della nonviolenza?" da cui e' scaturita l'assemblea di Bologna del 2 marzo 2008 e quindi il manifesto "Una rete di donne e uomini per l'ecologia, il femminismo e la nonviolenza". Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007; un'altra recente ampia intervista e' in "Coi piedi per terra" n. 295 del 17 luglio 2010]

 

La nonviolenza non e' un principio astratto, ma e' il risultato di tante azioni nonviolente che si vanno concretizzando. Lo dice bene Aldo Capitini: "la nonviolenza ha cominciato ad aprire in ogni paese un conto, in cui ognuno puo' depositare via via impegni e iniziative".

Domani ognuno di noi puo' depositare in questo conto, aperto dalla nonviolenza in Italia, quattro impegni precisi: due a difesa dell'acqua pubblica, uno contro il nucleare, ed uno per confermare che la legge deve essere uguale per tutti.

Con quattro schede referendarie e quattro si', possiamo accrescere enormemente il conto della nonviolenza italiana.

Sono 167 le amiche e gli amici della nonviolenza che hanno finora aderito al digiuno promosso dal Movimento Nonviolento "per opporsi alla guerra e al nucleare". C'e' chi digiuna anche se malato in ospedale, chi in una cella di convento o di carcere, chi partecipa ma preferisce non farlo sapere pubblicamente e chi, non potendo aderire per vari motivi, lo fa spiritualmente.

Questa iniziativa nonviolenta prosegue dal 27 marzo scorso, e nuovi aderenti hanno gia' annunciato la loro partecipazione fino alla consultazione referendaria del 12-13 giugno. Si digiuna in ogni parte d'Italia, da Trieste a Palermo, da Torino a Venezia, da Verona a Bari.

La nonviolenza e' contagiosa; abbiamo iniziato con un digiuno di 48 ore, che sta proseguendo da 77 giorni.

Chi desidera aderire al digiuno lo puo' comunicare a: azionenonviolenta at sis.it (indicare nome, cognome, citta', giorno o giorni di digiuno).

*

Di seguito l'elenco delle persone che digiuneranno nei prossimi giorni.

Sabato 11 giugno: Marco Iannelli (Roma); domenica 12 giugno: Sergio Lamonea (Verona); lunedi' 13 giugno: Paolo Lupattelli (Citta' di Castello), Giovanni Sarubbi (Monteforte Irpino - Avellino), Pasquale Dioguardi (Livorno), Gianluca D'Andrea (Potenza); martedi' 14 luglio: Oriana Gorinelli (Rivalta di Torino), Mao Valpiana (Verona).

Evelina Savini (Jesi), Angela Genco (Jesi), Angela Liuzzi (Jesi) porteranno avanti il digiuno a staffetta, alternandosi, fino alla fine della guerra; Gianluca D'Andrea, Pasquale Dioguardi, Adalgisa Freddi, Marco Rizzinelli e Giovanni Sarubbi digiuneranno tutti i lunedi'; Oriana Gorinelli digiunera' tutti i martedi'; Anna Bellini e Marco Palombo digiuneranno tutti i mercoledi'; Claudio Bedussi digiunera' tutti i giovedi'; Rocco Altieri, Paola e Marco Baleani, Teresa Gargiulo, Piero P. Giorgio, Raffaele Ibba e Giovanni Mannino digiuneranno tutti i venerdi'; Marco Iannelli digiunera' tutti i venerdi' e i sabato; Giovanni Cianchini digiunera' tutti i sabato. Alessandro Natalini e Marzia Manca digiuneranno un giorno a settimana.

 

3. EDITORIALE. PEPPE SINI: AL MALE QUI NON SI ARRENDE NESSUNO

[Queste sono le cose essenziali che ho detto nell'ultimo intervento prima della mezzanotte di venerdi' 10 giugno nel corso dell'iniziativa promossa dal centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" nel quartiere medioevale di Viterbo a conclusione della campagna di informazione e coscientizzazione per i quattro si' ai referendum]

 

Noi votiamo si' ai referendum, per motivi semplici e fondamentali.

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Votiamo si' al referendum per fermare il nucleare in primo luogo perche' sappiamo che non esiste il nucleare sicuro ma sempre questa tecnologia implica rilasci radioattivi che provocano malattie e morte; in secondo luogo perche' sappiamo che vi e' un nesso ineliminabile tra nucleare militare e nucleare civile, tra Hiroshima, Chernobyl e Fukushima: il nucleare e' di per se' totalitario, belligeno e onnicida; in terzo luogo perche' sappiamo che e' indispensabile dismettere l'uso delle fonti e delle tecnologie inquinanti e passare subito alle fonti energetiche rinnovabili ed alle tecnologie pulite e sostenibili.

Sono cose che sappiamo da molti anni, perche' noi siamo di quelli che per dieci anni resistettero a contrastare la costruzione della centrale nucleare a Montalto di Castro: eravamo a Pian dei Cangani in quella festa della primavera del '77 che fu la prima grande mobilitazione di massa antinucleare in Italia, ed eravamo ancora li' a bloccare i cancelli quando, vinto il referendum dell'87, Enel e governo pretendevano ancora di violare la legge e la sovranita' popolare continuando proditoriamente a costruire la centrale atomica.

*

Votiamo si' ai due referendum sull'acqua per impedire la mercificazione dell'acqua e per impedire la privatizzazione dell'accesso ad essa. Lo sappiamo bene cosa significhi mercificare e privatizzare l'acqua. Poiche' l'acqua, come l'aria, e' indispensabile all'organismo umano, se si accettasse la logica che essa sia una merce in mano a privati che la mettono in vendita per ricavarne un profitto, cio' implicherebbe condannare a morire di sete i poveri che non potranno pagare, ovvero la commissione di un mostruoso crimine contro l'umanita'.

E noi siamo di quelli che da anni si battono nel nostro territorio per il diritto di tutti all'acqua potabile, e da anni affermiamo il diritto di tutti gli esseri umani a una vita degna, il diritto di tutti gli esseri umani, comprese le future generazioni, alla preservazione della biosfera e ad accedere alle risorse indispensabili per la vita.

*

Votiamo si' al referendum sul cosiddetto "legittimo impedimento" per riaffermare quell'idea elementare e fondativa della democrazia e dello stato di diritto, della civilta' giuridica cosi' come e' affermata nella Costituzione della Repubblica Italiana, nella Dichiarazione universale dei diritti umani, nelle principali Carte del costituzionalismo moderno: tutte le persone sono eguali dinanzi alla legge; ovvero: la legge e' uguale per tutti. A nessun potente sia consentito di compiere atti criminali e sottrarsi ai controlli di legalita'.

*

Infine, noi votiamo si' a tutti e quattro i referendum non solo per gli specifici argomenti relativi a ciascuno di essi, ma anche per un ulteriore motivo che tutti li concerne, ed il motivo e' questo: vi e' evidentissimo in Italia un tentativo di eversione dall'alto che intende violare la Costituzione, aggredire la democrazia, corrompere e disfare la Repubblica come bene comune. A questa scellerata infamia noi ci opponiamo. Noi ci opponiamo alla guerra. Noi ci opponiamo al razzismo. Noi ci opponiamo al regime maschilista e patriarcale che fornisce l'ideologia di sostegno al femminicidio. Noi ci opponiamo alla devastazione e alla distruzione della biosfera, casa comune dell'umanita' intera. Noi ci opponiamo ai poteri criminali, alla loro violenza e alla loro pretesa di impunita'.

Noi ci opponiamo con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.

E' anche il lascito morale e civile del nostro amico, fratello e compagno Alfio Pannega: al cui messaggio vogliamo restare fedeli.

Al male qui non si arrende nessuno. Tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani.

 

4. CONVERSARI. ER TEMPO ALLORA DE LA CONTENTEZZA

 

'Sto referenno, io dico, embe' vedemo

de vincelo, mannaggia a li pescetti.

Io nu lo so si ce famo o ce semo

'n sacco de vorte a esse cretinetti

 

ma c'e' la vorta che si nun l'avemo

capito mo', addio a li confetti:

se more tutti, 'r furbo co' lo scemo

e i primi ariso' ssempre li poretti.

 

'Sto nucleare, dico pe' capisse,

a me mme pare cosi' 'na schifezza

che ce vorrebbe resurgisse Brisse

 

co' lo spadone e tutto, e 'sta monnezza

sfragnesse via pe' ssempre, e ppoi venisse

er tempo allora de la contentezza.

 

5. RIFLESSIONE. BENEDETTO XVI: ADOTTARE IN OGNI CIRCOSTANZA UN MODO DI VIVERE RISPETTOSO DELL'AMBIENTE

[Attraverso Paolo Candelari (per contatti: paolocand at gmail.com) riceviamo il testo del discorso tenuto dal pontefice cattolico Benedetto XVI il 9 giugno 2011, cosi' come pubblicato dall'"Osservatore romano"]

 

I primi sei mesi di quest'anno sono stati caratterizzati da innumerevoli tragedie che hanno riguardato la natura, la tecnica e i popoli. L'entita' di tali catastrofi ci interpella. E' l'uomo che viene per primo, ed e' bene ricordarlo. L'uomo, al quale Dio ha affidato la buona gestione della natura, non puo' essere dominato dalla tecnica e divenirne il soggetto. Una tale presa di coscienza deve portare gli Stati a riflettere insieme sul futuro a breve termine del pianeta, di fronte alle loro responsabilita' verso la nostra vita e le tecnologie.

L'ecologia umana e' una necessita' imperativa. Adottare in ogni circostanza un modo di vivere rispettoso dell'ambiente e sostenere la ricerca e lo sfruttamento di energie adeguate che salvaguardino il patrimonio del creato e non comportino pericolo per l'uomo devono essere priorita' politiche ed economiche.

In questo senso, appare necessario rivedere totalmente il nostro approccio alla natura. Essa non e' soltanto uno spazio sfruttabile o ludico. E' il luogo in cui nasce l'uomo, la sua "casa", in qualche modo. Essa e' fondamentale per noi. Il cambiamento di mentalita' in questo ambito, anzi gli obblighi che cio' comporta, deve permettere di giungere rapidamente a un'arte di vivere insieme che rispetti l'alleanza tra l'uomo e la natura, senza la quale la famiglia umana rischia di scomparire.

Occorre quindi compiere una riflessione seria e proporre soluzioni precise e sostenibili. Tutti i governanti devono impegnarsi a proteggere la natura e ad aiutarla a svolgere il suo ruolo essenziale per la sopravvivenza dell'umanita'. Le Nazioni Unite mi sembrano essere il quadro naturale per una tale riflessione, che non dovra' essere offuscata da interessi politici ed economici ciecamente di parte, cosi' da privilegiare la solidarieta' rispetto all'interesse particolare.

Occorre inoltre interrogarsi sul giusto posto che deve occupare la tecnica. I prodigi di cui e' capace vanno di pari passo con disastri sociali ed ecologici. Estendendo l'aspetto relazionale del lavoro al pianeta, la tecnica imprime alla globalizzazione un ritmo particolarmente accelerato. Ora, il fondamento del dinamismo del progresso corrisponde all'uomo che lavora e non alla tecnica, che non e' altro che una creazione umana. Puntare tutto su di essa o credere che sia l'agente esclusivo del progresso o della felicita' comporta una reificazione dell'uomo, che sfocia nell'accecamento e nell'infelicita' quando quest'ultimo le attribuisce e le delega poteri che essa non ha. Basta constatare i "danni" del progresso e i pericoli che una tecnica onnipotente e in ultimo non controllata fa correre all'umanita'. La tecnica che domina l'uomo lo priva della sua umanita'. L'orgoglio che essa genera ha fatto sorgere nelle nostre societa' un economismo intrattabile e un certo edonismo, che determina i comportamenti in modo soggettivo ed egoistico.

L'affievolirsi del primato dell'umano comporta uno smarrimento esistenziale e una perdita del senso della vita. Infatti, la visione dell'uomo e delle cose senza riferimento alla trascendenza sradica l'uomo dalla terra e, fondamentalmente, ne impoverisce l'identita' stessa. E' dunque urgente arrivare a coniugare la tecnica con una forte dimensione etica, poiche' la capacita' che ha l'uomo di trasformare e, in un certo senso, di creare il mondo per mezzo del suo lavoro, si compie sempre a partire dal primo dono originale delle cose fatto da Dio (Giovanni Paolo II, Centesimus annus, n. 37). La tecnica deve aiutare la natura a sbocciare secondo la volonta' del Creatore. Lavorando in questo modo, il ricercatore e lo scienziato aderiscono al disegno di Dio, che ha voluto che l'uomo sia il culmine e il gestore della creazione. Le soluzioni basate su questo fondamento proteggeranno la vita dell'uomo e la sua vulnerabilita', come pure i diritti delle generazioni presenti e future. E l'umanita' potra' continuare a beneficiare dei progressi che l'uomo, per mezzo della sua intelligenza, riesce a realizzare.

Consapevoli del rischio che corre l'umanita' dinanzi a una tecnica vista come una "risposta" piu' efficiente del volontarismo politico o del paziente sforzo educativo per civilizzare i costumi, i Governi devono promuovere un umanesimo rispettoso della dimensione spirituale e religiosa dell'uomo. Infatti, la dignita' della persona umana non cambia con il fluttuare delle opinioni. Il rispetto della sua aspirazione alla giustizia e alla pace consente la costruzione di una societa' che promuove se stessa quando sostiene la famiglia o quando rifiuta, per esempio, il primato esclusivo delle finanze.

Un Paese vive della pienezza della vita dei cittadini che lo compongono, essendo ognuno consapevole delle proprie responsabilita' e potendo far valere le proprie convinzioni. Inoltre, la tensione naturale verso il vero e verso il bene e' fonte di un dinamismo che genera la volonta' di collaborare per realizzare il bene comune. Cosi', la vita sociale puo' arricchirsi costantemente, integrando la diversita' culturale e religiosa attraverso la condivisione di valori, fonte di fraternita' e di comunione. Dovendo considerare la vita in societa' anzitutto come una realta' di ordine spirituale, i responsabili politici hanno la missione di guidare i popoli verso l'armonia umana e verso la saggezza tanto auspicate, che devono culminare nella liberta' religiosa, volto autentico della pace.

 

6. RIFLESSIONE. GIULIO VITORANGELI: UNA LETTERA

[Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per questo intervento.

Per un profilo di Giulio Vittorangeli - che e' da sempre uno dei principali collaboratori di questo foglio e uno degli amici piu' cari - dall'ampia intervista apparsa in "Coi piedi per terra" n. 325 riprendiamo la seguente breve notizia biobibliografica "Giulio Vittorangeli e' nato a Tuscania (Vt) il 18 dicembre 1953, impegnato da sempre nei movimenti della sinistra di base e alternativa, ecopacifisti e di solidarieta' internazionale, con una lucidita' di pensiero e un rigore di condotta impareggiabili. E' il responsabile dell'Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo, ha promosso numerosi convegni ed occasioni di studio e confronto, ed e' impegnato in rilevanti progetti di solidarieta' concreta; ha costantemente svolto anche un'alacre attivita' di costruzione di occasioni di incontro, coordinamento, riflessione e lavoro comune tra soggetti diversi impegnati per la pace, la solidarieta', i diritti umani. Ha svolto altresi' un'intensa attivita' pubblicistica di documentazione e riflessione, dispersa in riviste ed atti di convegni; suoi rilevanti interventi sono negli atti di diversi convegni. Ha partecipato alla realizzazione, stesura e pubblicazione di tre libri: Que linda Nicaragua!, Associazione Italia Nicaragua, Fratelli Frilli editori, Genova 2005; Nicaraguita, la utopia de la ternura, Terra Nuova, Managua, Nicaragua, 2007; Nicaragua. Noi donne le invisibili, Associazione Italia-Nicaragua di Viterbo, Davide Ghaleb editore, Vetralla (Vt) 2009. Per anni ha curato una rubrica di politica internazionale e sui temi della solidarieta' sul settimanale viterbese "Sotto Voce" (periodico che ha cessato le pubblicazioni nel 1997). Attualmente cura il notiziario "Quelli che solidarieta'"]

 

"Ciao Marius, ciao Cristina, ciao Ana, ciao a voi tutti bambini del campo di Segrate.

Voi non leggerete il nostro saluto sul giornale, perche' i vostri genitori non sanno leggere e il giornale non lo comperano. E' proprio per questo che vi hanno iscritti a scuola e che hanno continuato a mandarvi nonostante la loro vita sia difficilissima, perche' sognano di vedervi integrati in questa societa', perche' sognano un futuro in cui voi siate rispettati e possiate veder riconosciute le vostre capacita' e la vostra dignita'. Vi fanno studiare perche' sognano che almeno voi possiate avere un lavoro, una casa e la fiducia degli altri. Sappiamo quanto siano stati difficili per voi questi mesi: il freddo, tantissimo, gli sgomberi continui che vi hanno costretti ogni volta a perdere tutto e a dormire all'aperto in attesa che i vostri papa' ricostruissero una baracchina, sapendo che le ruspe di li' a poco l'avrebbero di nuovo distrutta insieme a tutto cio' che avete.

Le vostre cartelle le abbiamo volute tenere a scuola perche' sappiate che vi aspettiamo sempre, e anche perche' non volevamo che le ruspe che tra pochi giorni raderanno al suolo le vostre casette facessero scempio del vostro lavoro, pieno di entusiasmo e di fatica.

Saremo a scuola ad aspettarvi, verremo a prendervi se non potrete venire, non vi lasceremo soli, ne' voi ne' i vostri genitori che abbiamo imparato a stimare e ad apprezzare.

Grazie per essere nostri scolari, per averci insegnato quanta tenacia possa esserci nel voler studiare, grazie ai vostri genitori che vi hanno sempre messi al primo posto e che si sono fidati di noi.

I vostri compagni ci chiederanno di voi, molti sapranno gia' perche' ad accompagnarvi non sara' stata la vostra mamma ma la maestra.

Che spiegazioni potremo dare loro? E quali potremo dare a voi, che condividete con le vostre classi le regole, l'affetto, la giustizia, la solidarieta': come vi spiegheremo gli sgomberi?

Non sappiamo cosa vi spiegheremo, ma di sicuro continueremo ad insegnarvi tante, tante cose, piu' cose che possiamo, perche' domani voi siate in grado di difendervi dall'ingiustizia, perche' i vostri figli siano trattati come bambini, non come bambini rom, colpevoli prima ancora di essere nati.

Vi insegneremo mille parole, centomila parole, perche' nessuno possa piu' cercare di annientare chi come voi non ha voce. Ora la vostra voce siamo noi, insieme a tantissimi altri maestri, professori, genitori dei vostri compagni, insieme ai volontari che sono con voi da anni e a tanti amici e abitanti della nostra zona.

A presto bambini, a scuola.

Le vostre maestre: Irene Gasparini, Flaviana Robbiati, Stefania Faggi, Ornella Salina, Maria Sciorio, Monica Faccioli".

*

Colpisce direttamente al cuore questa lettera delle maestre dei bambini rom, dopo lo sgombero di Via Rubattino a Milano, marzo 2010, che inizia chiamandoli per nome. Ecco, di una cosa siamo certi, la nuova Milano di Pisapia non proseguira' nella dissennata politica degli sgomberi, nella guerra a bassa intensita' contro i rom che ha caratterizzato i dieci anni di "cura De  Corato".

Una lettera che sintetizza la passione, la frustrazione, l'impotenza ma anche la determinazione a essere resistenza civica laddove la politica assume modalita' disumane. L'Italia e' anche questa.

E' quella dei movimenti, certamente frammentata e variegata, che non ha mai smesso di sperimentare, inventare, confliggere, produrre pratiche e saperi attraverso un lavoro spesso sotterraneo, talora invisibile, perche' ingiustamente ignorato, troppe volte, dalla miopia e dalla ottusita' del mondo dell'informazione e della politica istituzionale.

E' quella che ha una qualche idea di societa' profondamente diversa da quella attuale, che vuole incidere all'interno della politica, che non ha paura dei conflitti, che crede nelle azioni trasformative, che si riconosce nella nostra Costituzione; per questo non vagheggia dietro le alchimie di una sua modifica, ma piuttosto chiede la sua piena attuazione.

E' quella consapevole che la sperabile caduta di Berlusconi non portera' automaticamente a una rinascita. Il berlusconismo e' soprattutto una malattia del capitalismo avanzato, che in vent'anni di devastazione sociale e politica e di corruzione civile e morale ha sfigurato il Paese.

Non e' ingenua, questa Italia, e' consapevole che occorrera' un lavoro lungo, paziente, tenace per cancellare privilegi e restituire decenza ed equita'.

Ma a questo ha sempre lavorato ed a questo continuera' a lavorare, con tenerezza e determinazione.

 

7. INCONTRI. SI E' SVOLTA A BLERA IL 9 GIUGNO UNA CONFERENZA SU "ACQUA: BENE E RESPONSABILITA' DI TUTTI"

[Dalle amiche e dagli amici della cooperativa agricola "Il Vignale" di Blera (per contatti: tel. 3475988431 - 347811696, e-mail: ilvignale at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]

 

Giovedi' 9 giugno 2011, a Blera (Vt), presso la Biblioteca Comunale si e' svolta una conferenza dal titolo: "Acqua: bene e responsabilita' di tutti" organizzata dalla Cooperativa Agricola "Il Vignale".

Ha aperto l'incontro e moderato gli interventi Lucia Valeri, presidente della cooperativa.

E' poi intervenuta, svolgendo un'ampia ed approfondita relazione, la dottoressa Antonella Litta, medico, dell'"Associazione italiana medici per l'ambiente", da anni nel viterbese la piu' autorevole ed impegnata esperta delle problematiche dell'acqua in relazione alla salute della popolazione.

Sono tra gli altri intervenuti all'incontro il presidente dell'Universita' Agraria di Civitella Cesi, il presidente della Cooperativa Olivicoltori di Blera "Colli Etruschi".

Mauro Furlotti, presidente dell'Associazione Mida, con una grande esperienza nel campo della didattica ambientale, ha svolto un accurato intervento in merito ai consumi eccessivi di acqua.

Ha preso la parola tra gli altri anche un taglialegna di Blera, riguardo alle responsabilita' sul controllo della qualita' delle acque, ribadendo anche il fatto che l'acqua non puo' continuare ad essere sfruttata come bene privato: nessun nonno l'ha lasciata in eredita' esclusiva a qualcuno.

Dopo la replica finale della relatrice Antonella Litta che ha risposto alle domande del pubblico fornendo ulteriori rilevanti ed esaurienti informazioni su tutte le questioni poste, l'incontro e' stato concluso da Lucia Valeri che ha ringraziato i partecipanti e dato appuntamento a mercoledi' 15 giugno sempre presso la biblioteca comunale di Blera per una nuova conferenza sul tema "Ambiente, salute, energia: perche' rifliutare la follia nucleare", conferenza in cui sara' relatore il professor Alessandro Pizzi, docente di fisica e matematica, una delle figure piu' autorevoli dell'ambientalismo scientifico e delle buone pratiche amministrative nell'Alto Lazio.

Un'ampia, attenta e appassionata partecipazione ha caratterizzato l'incontro.

*

Cooperativa agricola "il Vignale"

Per informazioni: tel. 3475988431 - 3478113696; e-mail ilvignale at gmail.com

Blera, 10 giugno 2011

 

8. RIFLESSIONE. STEFANO CITATI INTERVISTA ABRAHAM YEHOSHUA

[Dal quotidiano "Il fatto" del 7 giugno 2011 col titolo "Netanyahu, un negoziatore con il mitra" e il somario "Lo scrittore Yehoshua attacca la politica del premier israeliano".

Stefano Citati, giornalista, ha lavorato al quotidiano "La Repubblica" ed attualmente lavora a "Il fatto".

Avraham (Abraham) B. Yehoshua, scrittore israeliano nato a Gerusalemme nel 1936, docente di letteratura comparata all'Universita' di Haifa, e' impegnato per la pace e i diritti umani. Tra le opere di Abraham B. Yehoshua: i suoi romanzi sono: L'amante (1977), Un divorzio tardivo (1982), Cinque stagioni (1987), Il signor Mani (1990), Ritorno dall'India (1994), Viaggio alla fine del millennio (1997), La sposa liberata (2002), Tre giorni e un bambino (2003), Il responsabile delle risorse umane (2004), Fuoco amico (2008), tradotti in Italia da Einaudi, che ha anche pubblicato Il lettore allo specchio (2003), Tutti i racconti (1999), i saggi Il potere terribile di una piccola colpa, Etica e letteratura (2000), la commedia Possesso (2001), gli articoli Diario di una pace fredda (1996) e il saggio Antisemitismo e sionismo (2004). Presso altri editori italiani sono apparsi: Il poeta continua a tacere, La Giuntina, Firenze 1987, poi anche Mondadori e Leonardo; Elogio della normalita', La Giuntina, Firenze 1991; Ebreo, israeliano, sionista: concetti da precisare, Edizioni e/o, Roma 2000 (saggio estratto da Elogio della normalita')]

 

"Benjamin Netanyahu non crede ai palestinesi, non crede alla riconciliazione. Partendo da questo punto la sua strategia e' quella di tirare per le lunghe, di arrivare a settembre, alla risoluzione che portera' alla nascita dello Stato palestinese, per iniziare le vere trattative, per ridurre al minimo l'estensione della nuova nazione, che per lui non puo' essere uno Stato a tutti gli effetti, ma avere solo la consistenza di un'ampia autonomia. Vista sotto quest'ottica la resistenza all'America, alle proposte di Obama, si spiega con la volonta' di prendere tempo e far esaurire le possibilita' di trattative, per arrivare a concedere ai palestinesi il 60-70% dei territori occupati della Cisgiordania". Lo scrittore israeliano Abraham Yehoshua e' piu' arrabbiato che stupito dopo l'ennesimo atto di violenza del suo governo che ha sparato addosso ai manifestanti nel Golan; una nuova strage che attira su Israele gli strali della comunita' internazionale e la frustrazione rabbiosa dei palestinesi. Dal suo punto di osservazione di Haifa - che lascia piuttosto raramente per rispondere agli inviti internazionali: il prossimo, questo fine settimana, a Marina di Pietrasanta per parlare del progetto del suo prossimo libro - non risparmia critiche al suo premier in modo chiaro e netto, come e' nel suo stile.

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- Stefano Citati: Visto dall'Italia e piu' in generale dall'estero, l'atteggiamento di Netanyahu appare spesso ottuso e catastrofico. E' lo stesso in Israele?

- Abraham Yehoshua: L'opinione pubblica israeliana e' tendenzialmente sbilanciata verso il centro-destra: la loro visione e' pero' quella di non rompere la corda che lega all'America e all'Europa, e per questo la posizione migliore e' quella di tenere spesso la testa sott'acqua, in modo da non doversi occupare troppo della situazione. Il timore di Netanyahu di dover rimpatriare di fatto i coloni e' condiviso, ed e' questo ostacolo interno che condiziona il modo di fare del premier ben oltre le pressioni internazionali, partendo dalla sfiducia nei confronti della controparte.

 

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- Stefano Citati: Netanyahu non rischia di trovarsi a settembre con uno stato di fatto contro il quale non sara' piu' possibile trattare?

- Abraham Yehoshua: Tantissimi Stati riconosceranno il nuovo Paese, ma Netanyahu potra' ancora contare sulla debolezza europea: l'incapacita' dimostrata finora di sostituirsi agli Stati Uniti, che non possono essere i guardiani del mondo, e di essere un interlocutore credibile e solido, che controbilanci il potere e l'influenza statunitense. Al premier interessa tenere in piedi la facciata del processo di pace senza agire, spostando il pendolo della pace da una parte all'altra senza arrivare a un movimento completo e decisivo, prendendosi tutto il tempo possibile e annacquando le possibilita' di uno Stato palestinese forte e completo.

 

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- Stefano Citati: Cosa puo' rompere questo meccanismo?

- Abraham Yehoshua: Dimostrazioni ripetute e davvero pacifiche dei palestinesi nei territori occupati. Se sapranno scendere in strada con le mani disarmate disinnescheranno la reazione delle forze di sicurezza israeliane e non daranno motivo di essere attaccate e all'uso della forza. Toglieranno l'alibi a Netanyahu e spezzeranno il meccanismo della risposta violenta. Per cambiare questa atmosfera e questo futuro prossimo questo Israele dovrebbe da subito compiere un gesto unilaterale: fermare e riportare indietro tutti i coloni, anche senza accordi con i palestinesi; sarebbe un segno di volonta' seria e responsabile.

 

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- Stefano Citati: Come si vede da Israele il sommovimento del mondo arabo; da' piu' timori o piu' speranze?

- Abraham Yehoshua: E' ancora in una fase interlocutoria, ma la chiave resta l'Egitto, se non diventera' un regime ancor piu' militare, o fondamentalista, un cambio generale sara' possibile.

 

9. LIBRI. FREDIANO SESSI PRESENTA "LA REPUBBLICA DEL DOLORE" DI GIOVANNI DE LUNA

[Dal "Corriere della Sera" del 6 giugno 2011 col titolo "De Luna: cadute le utopie, e' tempo di mitezza"

Su Frediano Sessi riproponiamo questa scheda di alcuni anni fa: Scrittore, studioso della Shoah. Dalla rete telematica riprendiamo la seguente scheda: "Frediano Sessi e' nato a Mantova nel 1949; narratore, saggista, consulente editoriale e traduttore; i suoi ambiti di indagine privilegiata sono lo studio della Shoah e della Resistenza. Dopo gli studi universitari in Italia e all'estero, ha cominciato la sua collaborazione con riviste di cultura quali 'Il piccolo Hans' e 'Alfabeta'. Comincia nella meta' degli anni Settanta la sua consulenza con l'editore Einaudi, per il quale cura, tra l'altro, traduzioni e saggi sui temi della persecuzione degli ebrei sotto il nazismo. Porta in Italia l'edizione definitiva del Diario di Anna Frank e il monumentale saggio di Hilberg La distruzione degli ebrei d'Europa. Dirige presso Marsilio la collana 'Gli specchi della memoria' e collabora alle pagine culturali del 'Corriere della Sera'. Alcuni dei suoi romanzi per adulti e per ragazzi trattano il tema dell'irruzione della grande storia nelle vite quotidiane di uomini e donne, che cercano di resistere alla violenza e al sopruso. Vincitore del premio Hemingway con il romanzo L'ultimo giorno (1995), sviluppa i suoi interessi narrativi e saggistici nella direzione di una ricerca sugli effetti che la violenza totalitaria ha prodotto sugli uomini e sulle donne che ne sono stati vittime o spettatori indifferenti". Opere di Frediano Sessi: fondamentale lo studio Auschwtz 1940-1945, Rizzoli, Milano 1999; molto utile anche Non dimenticare l'Olocausto, Rizzoli, Milano 2002. Oltre ad aver scritto vari romanzi ed opere per ragazzi, ha curato l'edizione definitiva del Diario di Anna Frank, Il ghetto di Varsavia di Mary Berg, Il libro ritrovato di Simha Guterman, Il diario di David Sierakowiak, La distruzione degli ebrei d'Europa di Raul Hilberg. Altre opere di Frediano Sessi: Il diavolo in chiostro , Elitropia, 1986; Il ragazzo celeste, Marsilio, 1991; Ritorno a Berlino, Marsilio, 1993; L'ultimo giorno, Marsilio, 1995; Alba di nebbia, Marsilio, 1998; Sotto il cielo d'Europa, Einaudi, 1998; Ultima fermata Auschwitz, Einaudi, 1996; Nome di battaglia: Diavolo, Marsilio, 2000; con E. Collotti e R. Sandri, Dizionario della Resistenza, Einaudi, 2000; L'isola di Rab (1941-1943), Mondadori, 2001; con Roberto Merlo, Mantova in volo, Tormena, 2002.

Giovanni De Luna e' storico e docente universitario. Tra le opere di Giovanni De Luna: Storia del Partito d'Azione 1942-1947, nuova edizione Editori Riuniti, Roma 1997; (con Marco Revelli), Fascismo antifascismo, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1995; Il corpo del nemico ucciso, Einaudi, Torino 2006]

 

Da anni il parco memoriale degli Stati europei e dell'Italia e' cresciuto, dando voce a una molteplicita' di vittime del XX secolo, spesso messe tra loro in concorrenza, come ricordava una quindicina d'anni fa un saggio del filosofo e sociologo francese Jean-Michel Chaumont (La concourrence des victimes, La Decouverte). Alle nuove date memoriali che si apprestano a scandire un rinnovato e piu' denso calendario della nostra religione civile e spesso si propongono di sostituire quelle attualmente condivise e riconosciute (anche se da qualche parte contestate, come il 25 aprile), corrispondono frequentemente conflitti, recriminazioni, proposte di riscritture radicali della storia, anche alla luce dell'uso che politica e mass media ne fanno, non tanto per scopi di conoscenza del passato, ma per giustificare scelte e posizioni del presente.

Giovanni De Luna, ne La Repubblica del dolore, sottolinea come proprio "il paradigma vittimario si presenti oggi nello spazio pubblico con i tratti di una marcata egemonia culturale", spesso a scapito della conoscenza storica. E sottolinea come il termine "vittima" ricorra con insistenza nelle leggi che dal 20 luglio del 2000 (data dell'istituzione del 27 gennaio come Giornata della memoria delle vittime della Shoah) sono state approvate dal parlamento italiano, tanto da considerarlo la "spia linguistica del tenere insieme - scrive De Luna - Resistenza e Ragazzi di Salo', foibe e lager, terrorismo delle Br e mafia, attraverso la costruzione, nel segno della compassione per le vittime, di una memoria avvinta dall'emozione e assorbita dalla sofferenza".

E' indubbio che questo sguardo all'indietro sul nostro passato sia una caratteristica determinata anche dall'eclissi delle grandi utopie. Mutilato del suo orizzonte, il XX secolo al nostro sguardo - sottolinea il sociologo della politica Enzo Traverso - si mostra come un'epoca di guerre, totalitarismi e genocidi. Cosi', anche grazie alla voce dei testimoni dei lager nazisti e dei gulag, ormai accolta nell'universo della letteratura, le vittime sono diventate i "passatori" della storia...

Il problema, sottolinea De Luna, riguarda l'Italia e l'Europa nel suo insieme, ma che affidamento oggi puo' essere concesso a una simile memoria "carica di contraddizioni e cosi' esposta ai venti delle passioni e dei sentimenti?". Prendere atto del fallimento della classe politica nel dare vita a un nuovo patto di memoria per rafforzare la comunita' civile e la nazione non significa rinunciare a cercare, proprio a partire da questa crisi, una soluzione possibile. Cosi' a conclusione del suo bel saggio, De Luna sceglie la "mitezza" come venne enunciata da Bobbio, una virtu' sociale che "per rifulgere ha bisogno dell'altro, deve essere inserita nei legami sociali che tengono avvinta una comunita'". Forse, proprio la mitezza puo' essere il fondamento di una memoria immune dalle contese risarcitorie tra vittime ed eredi delle vittime.

 

10. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Sostenere economicamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.

Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

11. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- AA. VV:, Dieci parole della nonviolenza. Forza della verita', coscienza, amore, festa, sobrieta', giustizia, liberazione, potere di tutti, bellezza, persuasione, Edizioni del Movimento Nonviolento, Verona 2003, p. 44, s.i.p. (ma euro 3). Per richieste: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

- AA. VV., La nonviolenza per la citta' aperta. Attualita' del "decalogo per la convivenza inter-etnica", Edizioni del Movimento Nonviolento, Verona 2011, pp. 64 con un dvd con un intervento di Alexander Langer, s.i.p. (ma euro 6).

- AA. VV., Un secolo fa, il futuro. Sei casi storici di resistenza nonviolenta nel Novecento: India, Danimarca, Stati Uniti, Cile, Polonia, Sudafrica, Edizioni del Movimento Nonviolento, Verona s.d., pp. 52, s.i.p. (ma euro 3).

- Nanni Salio, Elementi di economia nonviolenta. Relazioni tra economia, ecologia ed etica. Con un saggio di Brian Martin, Nonviolenza contro capitalismo, Edizioni del Movimento Nonviolento, Verona 2001, pp. , s.i.p. (ma euro 3).

 

12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

13. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 583 dell'11 giugno 2011

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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