Telegrammi. 502
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- Date: Tue, 22 Mar 2011 00:37:56 +0100 (CET)
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 502 del 22 marzo 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini: In digiuno contro la guerra
2. Associazione per la pace: Ancora e sempre: no alla guerra
3. Giovanni Giudici, presidente di Pax Christi Italia: Odissea della politica
4. Movimento Nonviolento: Libia. La prima fondamentale direttrice d'azione del Movimento Nonviolento e' l'opposizione integrale alla guerra
5. Un terzo estratto da "Luisa Muraro. Bibliografia degli anni 1963-2009" a cura di Clara Jourdan
6. Per sostenere il Movimento Nonviolento
7. "Azione nonviolenta"
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'
1. INIZIATIVE. PEPPE SINI: IN DIGIUNO CONTRO LA GUERRA
Ho iniziato oggi, lunedi' 21 marzo 2011, un digiuno contro la guerra.
Contro la guerra afgana, contro la guerra libica, contro la guerra nemica dell'umanita'.
Per una persona amica della nonviolenza il digiuno non e' un modo per imporre qualcosa ad altri, ma per assumere su di se' una responsabilita'.
Vivo in un paese che nella sua legge fondamentale, la Costituzione della Repubblica Italiana, ha scritto che "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali": perche' non sono stato capace, non siamo stati capaci, di far rispettare questa legge?
Mi sono formato in una tradizione culturale che da Socrate di Atene a Gesu' di Nazaret ha saputo affermare che e' preferibile subire il male anziche' commetterlo: perche' non sono stato capace, non siamo stati capaci, di far rispettare questa legge?
Condivido l'opinione di ogni persona ragionevole secondo cui il primo diritto di ogni essere umano e' il diritto a non essere ucciso: perche' non sono stato capace, non siamo stati capaci, di far rispettare questa legge?
So che la guerra e' nemica dell'umanita', so che nell'epoca attuale ogni guerra puo' evolvere in un conflitto mondiale in grado di mettere fine alla civilta' umana, so che il primo dovere di ogni essere umano e' impedire che questo accada, ergo: il primo dovere di ogni essere umano e' opporsi alla guerra. Perche' non sono stato capace, non siamo stati capaci, di far rispettare questa legge?
Conosco il modo in cui si puo' contrastare l'oppressione, l'ingiustizia, il crimine, la violenza: questo modo e' la nonviolenza.
Conosco il modo in cui si possono gestire i conflitti: questo modo e' la nonviolenza.
Conosco il modo in cui si possono condurre le lotte di liberazione: questo modo e' la nonviolenza.
Conosco il modo in cui si possono inverare i diritti umani di tutti gli esseri umani: questo modo e' la nonviolenza.
Ho iniziato oggi un digiuno come forma di azione nonviolenta. Per assumermi la mia responsabilita' di essere umano tra esseri umani. Per esprimere il mio impegno a far rispettare la legge che dice: tu non uccidere, tu adoperati per salvare le vite, vi e' una sola umanita'.
2. RIFLESSIONE. ASSOCIAZIONE PER LA PACE: ANCORA E SEMPRE: NO ALLA GUERRA
[Dall'Associazione per la pace (per contatti: Luisa Morgantini, portavoce Associazione per la Pace, tel. 3483921465, e-mail: luisamorgantini at gmail.com, sito: www.assopace.org) riceviamo e diffondiamo]
Ancora e sempre: no alla guerra
L'operazione "Odissea all'alba" e' cominciata, con le solite litanie sulla necessita' degli attacchi aerei per difendere la popolazione civile dagli attacchi delle forze mercenarie, e non solo, del colonnello Gheddafi.
Lo hanno deciso a Parigi, e il governo italiano ed opposizione che insieme, a parte alcune lodevoli eccezioni, avevano votato a favore del Trattato di partenariato con la Libia, hanno aderito ed offerto piena disponibilita'. Intanto quello che vediamo sono enormi file di popolazione civile che se ne va anche da Bengasi per paura dei bombardamenti, non solo quelli di Gheddafi ma anche delle forze autorizzate dalle Nazioni Unite.
Ad operazione terminata, e successivamente nella transizione, vedremo quanti civili per "effetti collaterali" saranno stati uccisi e quanti ne moriranno dopo per azioni terroriste.
Abbiamo gia' visto i risultati degli interventi militari e le menzogne che ci sono state raccontate sull'Iraq e l'Afghanistan, migliaia e migliaia di civili uccisi e dopo tanti anni la pace e la giustizia non stanno certo di casa in quei paesi. Lo ripetono le organizzazioni democratiche afghane: "Con il costo di un giorno di guerra, avremmo potuto costruire tutte le scuole e tutti gli ospedali di cui abbiamo bisogno ed uscire dal sottosviluppo".
Noi dell'Associazione per la Pace continuiamo a dire che la guerra non si deve fare e che si puo' evitare se si mettono in gioco tutte le capacita' di pressione diplomatica.
La strada che noi indichiamo non e' stata ancora praticata perche' i nostri governi hanno sempre scelto la guerra.
In questo senso ci auguriamo che l'Unione Africana, che non ha partecipato al summit di Parigi, possa svolgere un ruolo determinante nei colloqui che avra' con le parti libiche in conflitto perche' vi sia un cessate il fuoco immediato rispettato da tutte le parti.
In Libia la situazione non e' come in Egitto e Tunisia, dove la rivolta di un'intera popolazione si e' manifestata in modo pacifico e nonviolento per liberarsi da un regime dittatoriale, ma vi e' anche una rivolta armata e scontro fra i diversi settori del potere libico.
Anche se in Barhein, nello Yemen ed in Palestina si uccidono persone che manifestano in modo pacifico e nonviolento, nessun governo occidentale chiede interventi per proteggere la popolazione civile. Ma nel Barhein vi e' una base militare Usa e allora la' possono anche intervenire le truppe dell'Arabia Saudita, noto paese dove vige la pii' ampia "democrazia", e Israele, che solo con i bombardamenti su Gaza uccide 1.400 persone, e' un alleato che non si puo' toccare.
Dire questo non diminuisce minimamente il fatto che Gheddafi sia un dittatore che deve andarsene e che il nostro sostegno al popolo libico perche' possa vivere in liberta' sia indispensabile. Ci auguriamo che non vi siano pero' vendette e che non succeda a Gheddafi quello che e' successo a Saddam Hussein, perche' crediamo nella giustizia e nella legalita' e siamo sempre contro la pena di morte.
Ci dicono che siamo "anime belle" ed irresponsabili. Noi consideriamo irresponsabile chi invece di aiutare forze democratiche a crescere, porta solo bombe in nome della difesa dei diritti umani e invece di difendere i diritti umani per tutte e tutti difende i propri interessi, siano essi economici o geopolitici, e mentre parte con dispiego di aerei e missili per "difendere diritti umani calpestati", respinge dalle sue coste popolazioni civili in fuga dalla poverta', dalle dittature e dalle guerre.
Mobilitiamoci per affermare il nostro no alla guerra, il nostro si' alla pace con giustizia.
Mettiamo le bandiere della pace ai nostri balconi e alle nostre finestre.
Aiutiamo i profughi e le forze democratiche in Libia.
*
Associazione per la Pace
Roma, 20 marzo 2011
Per informazioni e contatti: Luisa Morgantini, portavoce Associazione per la Pace, tel. 3483921465, e-mail: luisamorgantini at gmail.com, sito: www.assopace.org
3. RIFLESSIONE. GIOVANNI GIUDICI, PRESIDENTE DI PAX CHRISTI ITALIA: ODISSEA DELLA POLITICA
[Da Pax Christi (per contatti: e-mail: segreteriavescovo at diocesi.pavia.it, info at paxchristi.it, sito: www.paxchristi.it) riceviamo e diffondiamo]
Mentre parlano solo le armi, si resta senza parole. Ammutoliti, sconcertati. Anche noi di Pax Christi, come tante altre persone di buona volonta'.
Il regime di Gheddafi ha sempre mostrato il suo volto tirannico. Pax Christi, con altri, ha denunciando le connivenze di chi, Italia in testa, gli forniva una quantita' enormi di armi senza dire nulla, anche dopo la sua visita in Italia, "sui diritti umani violati in Libia, sulla tragica sorte delle vittime dei respingimenti, su chi muore nel deserto o nelle prigioni libiche. Il dio interesse e' un dio assoluto, totalitario, a cui tutto va immolato. Anche a costo di imprigionare innocenti, torturarli, privarli di ogni diritto, purche' accada lontano da qui. In Libia" (Pax Christi, 2 settembre 2010).
Il Colonnello era gia' in guerra con la sua gente anche quando era nostro alleato e amico!
Non possiamo tacere la triste verita' di un'operazione militare che, per quanto legittimata dal voto di una incerta e divisa comunita' internazionale, portera' ulteriore dolore in un'area cosi' delicata ed esplosiva, piena di incognite ma anche di speranze. Le operazioni militari contro la Libia non ci avvicinano all'alba, come si dice, ma costituiscono un'uscita dalla razionalita', un'"odissea" perche' viaggio dalla meta incerta e dalle tappe contraddittorie a causa di una debolezza della politica.
Di fronte a questi fatti, vogliamo proporre cinque passi di speranza e uno sguardo di fede.
1) Constatiamo l'assenza della politica e la fretta della guerra. E' evidente a tutti che non si sono messe in opera tutte le misure diplomatiche, non sono state chiamate in azione tutte le possibili forze di interposizione. L'opinione pubblica deve esserne consapevole e deve chiedere un cambiamento della gestione della politica internazionale.
2) Si avverte la mancanza di una polizia internazionale che garantisca il Diritto dei popoli alla autodeterminazione.
3) Non vogliamo arrenderci alla logica delle armi. Non possiamo accettare che i conflitti diventino guerre. Teniamo desto il dibattito a proposito delle azioni militari, chiediamo che esse siano il piu' possibile limitate e siano accompagnate da seri impegni di mediazione. Perche' si sceglie sempre e solo la strada della guerra? Ce lo hanno chiesto piu' volte in questi anni i tanti amici che abbiamo in Bosnia, in Serbia, in Kosovo, in Iraq.
4) Operiamo in ogni ambito possibile di confronto e di dialogo perche' si faccia ogni sforzo cosi' che l'attuale attacco armato non diventi anche una guerra di religione. In particolare vogliamo rivolgerci al mondo musulmano e insieme, a partire dall'Italia, invocare il Dio della Pace e dell'Amore, non dell'odio e della guerra. Ce lo insegnano tanti testimoni che vivono in molte zone di guerra.
5) Come Pax Christi continuiamo con rinnovata consapevolezza la campagna per il disarmo contro la produzione costosissima di cacciabombardieri F-35. Inoltre invitiamo tutti a mobilitarsi per la difesa della attuale legge sul commercio delle armi, ricordiamo anche le parole accorate di don Tonino Bello: "dovremmo protenderci nel Mediterraneo non come arco di guerra ma come arca di pace".
Giovanni Paolo II per molti anni ha parlato dei fenomeni bellici contemporanei come "avventura senza ritorno", "spirale di lutto e di violenza", "abisso del male", "suicidio dell'umanita'", "crimine", "tragedia umana e catastrofe religiosa". Per lui "le esigenze dell'umanita' ci chiedono di andare risolutamente verso l'assoluta proscrizione della guerra e di coltivare la pace come bene supremo, al quale tutti i programmi e tutte le strategie devono essere subordinati" (12 gennaio 1991).
In questa prospettiva Pax Cristi ricorda ai suoi aderenti che il credente riconosce nei mali collettivi, o strutture di peccato, quel mistero dell'iniquita' che sfugge all'atto dell'intelligenza e tuttavia e' osservabile nei suoi effetti storici. Nella fede comprendiamo che di questi mali sono complici anche l'acquiescenza dei buoni, la pigrizia di massa, il rifiuto di pensare. Chi e' discepolo del Vangelo non smette mai di cercare di comprendere quali sono state le complicita', le omissioni, le colpe. E allo stesso tempo con ogni mezzo dell'azione culturale tende a mettere a fuoco la verita' su Dio e sull'uomo.
*
Mons. Giovanni Giudici, presidente di Pax Christi Italia
Pavia, 21 marzo 2011
Per informazioni e contatti: e-mail: segreteriavescovo at diocesi.pavia.it, sito: www.paxchristi.it
4. RIFLESSIONE. MOVIMENTO NONVIOLENTO: LIBIA. LA PRIMA FONDAMENTALE DIRETTRICE D'AZIONE DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO E' L'OPPOSIZIONE INTEGRALE ALLA GUERRA
[Dal Movimento Nonviolento (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) riceviamo e diffondiamo]
La prima fondamentale direttrice d'azione del Movimento Nonviolento e' l'opposizione integrale alla guerra
"Noi dobbiamo dire no alla guerra ed essere duri come pietre" (Aldo Capitini)
"Meglio un anno di negoziati che un giorno di guerra" (Alexander Langer)
*
Sul perche' condanniamo l'intervento, non firmiamo appelli, cerchiamo di capire e lavoriamo per fare della Marcia Perugia-Assisi un'occasione di crescita nonviolenta per tutto il movimento pacifista
Difendere le vittime inermi e' doveroso. Quando qualcuno interviene per tutelare i diritti umani e salvare una vita, e' una buona notizia. Da quando il samaritano ha soccorso il poveretto incappato nei briganti sulla strada di Gerico, e' sempre stato cosi'.
Era dovere della comunita' internazionale mobilitarsi per impedire che a Bengasi potesse avvenire un massacro (nel 1996 l'Europa si macchio' di "omissione di soccorso" quando non fece nulla per impedire il genocidio a Srebrenica).
L'obiettivo delle due risoluzioni dell'Onu (n. 1970 e 1973) sulla crisi libica e' quello di proteggere i civili, gli insediamenti urbani e garantire assistenza umanitaria. L'uso della forza viene invocato per limitare i danni che gia' sono in corso sul campo, affermando il chiaro rifiuto dell'opzione di occupazione militare straniera, la priorita' del cessate il fuoco e della soluzione politica, il rafforzamento dell'embargo militare e commerciale, il riconoscimento del ruolo prioritario della Unione Africana, della Lega Araba, della Conferenza Islamica.
Ci sono pero' due cattive notizie. La prima e' il ritardo spaventoso (e l'ambiguita') con cui si e' mossa la diplomazia degli stati, e la seconda e' che l'Onu non dispone di una forza di polizia internazionale permanente ma deve affidarsi, di volta in volta, agli eserciti degli stati membri (articoli 43-49 della Carta della Nazioni Unite, in questo caso Francia, Inghilterra, Stati Uniti).
Quando la parola passa dalla diplomazia alle armi, succede che le operazioni militari si trasformano subito in guerra. E' quello che sta accadendo in Libia. Gli strumenti utilizzati (bombardieri, caccia, tornado, missili, incrociatori, portaerei, sommergibili, ecc.) sono quelli tradizionali della guerra, gli unici disponibili, pronti, efficienti. Come nei Balcani, come in Iraq, come in Afghanistan, viene messa in campo solo l'opzione militare, l'unica che e' stata adeguatamente preparata e finanziata. Una cosa e' certa: non sara' con un'altra guerra che la democrazia potra' affermarsi nel mondo arabo.
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Appelli che cadono nel vuoto
Subito dopo l'annuncio del primo raid aereo, hanno iniziato a circolare in "rete" gli appelli pacifisti. Ci sono quelli "senza se e senza ma" che dicono: "non ci puo' essere guerra in nome dei diritti umani"; e quelli "realisti" che dicono: "l'uso della forza serve ad impedire ulteriori massacri".
Noi non firmiamo appelli che non contemplino una precedente opzione per la nonviolenza costruttiva, ne' convochiamo mobilitazioni che si limitino a proteste e condanne di cio' che e' gia' avvenuto. Non basta mettere a verbale il nostro "no" alla guerra. Certo, meglio che niente, ma bisogna aggiungere una parola in piu': quando la guerra inizia nessuno riesce a fermarla; bisogna prevenirla una guerra, affinche' non avvenga. Lo si puo' fare solo non collaborando in nessun modo alla sua preparazione.
Quando la prima bomba e' stata sganciata, ormai lo sappiamo bene, a nulla serve dire "basta", essa cadra' e molte altre ne seguiranno. La guerra, una volta accettata, conduce a tali delitti e tali stragi che e' assurdo pensare di farla e contenerla. Come in un terremoto, l'unica possibilita' - se non si sono adottate serie misure antisismiche - e' il "si salvi chi puo'". Poi, i sopravvissuti dovranno pensare alla prevenzione per rendere innocuo il terremoto successivo. Ma troppo spesso capita che, passata la prima paura, se ne dimenticano e anche il prossimo terremoto li cogliera' impreparati.
Il limite di molti appelli e' quello di rivolgersi ai governi e alle istituzioni per chiedere a loro di fare la pace. C'e' un'inscindibile correlazione fra mezzi e fini: come possiamo aspettarci scelte di pace da governi (compreso quello italiano) che mantengono gli eserciti e le loro strutture, che finanziano missioni militari, che aumentano le spese belliche, che accettano il traffico legale e illegale di armi? Chiediamo ai governi di ridurre le spese militari, e regolarmente, finanziaria dopo finanziaria, queste spese aumentano esponenzialmente. Insistere in quest'errore di ingenuita' diventa una colpa. La pace non verra' dai governi che utilizzano lo strumento militare, ma potra' venire solo dai popoli che rifiuteranno di collaborare con essi.
E' a noi stessi, dunque, che dobbiamo rivolgere gli appelli per la pace.
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Distinguere la violenza dalla forza
Per uscire dall'apparente contraddizione fra chi e' sempre, e comunque, contro la guerra e chi e' favorevole, a volte, ad azioni anche armate, bisogna saper vedere la differenza che c'e' tra la violenza e la forza; tra la polizia internazionale e l'esercito. Gli amici della nonviolenza sono sempre stati favorevoli al Diritto e alla Polizia, due istituzioni che servono a garantire i deboli dai soprusi dei violenti. E' per questo che da anni sono impegnati, a partire dalle iniziative europee di Alexander Langer, per lo studio, la ricerca, la sperimentazione e l'istituzione di Corpi Civili di Pace. Gli amici della nonviolenza chiedono la diminuzione dei bilanci militari e il sostegno finanziario alla creazione di una polizia internazionale, anche armata, che intervenga nei conflitti a tutela della parti lese, per disarmare l'aggressore e ristabilire pace e diritto. Contemporaneamente al sostegno di questi progetti, gli amici della nonviolenza sono contro la preparazione della guerra (qualsiasi guerra: di attacco, di difesa, umanitaria, chirurgica o preventiva), contro il commercio delle armi, contro gli eserciti nazionali, contro i bilanci militari e lo fanno anche con le varie forme di obiezione di coscienza. La proposta politica dei nonviolenti e' quella di uno stato che rinunci al proprio esercito nazionale, e si impegni a fornire mezzi, finanziamenti e personale per la polizia internazionale di cui si dovra' dotare l'Onu.
La diplomazia la fanno i governi, ma la nonviolenza la fanno i popoli.
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Le responsabilita' di Gheddafi e dell'Europa
Dobbiamo percio' perseguire con sempre maggiore decisione la strada della distanza da qualsiasi regime che violi i diritti umani e democratici, denunciando con forza le responsabilita' dei nostri governi e del loro servilismo davanti a un personaggio come Gheddafi (e al suo gas e petrolio) che per oltre 40 anni ha occupato la scena con politiche che hanno sponsorizzato ogni tipo di violazione di qualsivoglia diritto, ha nutrito le guerre e le destabilizzazioni che hanno martoriato un buon numero di paesi africani dal Ciad, al Niger, al Burkina Faso, alle sanguinarie guerre di Liberia, Sierra Leone e del Darfur, finanziando le milizie armate. I mercenari al soldo di Gheddafi sono il frutto delle diaspore di oltre 40 anni di destabilizzazione, sono persone che non hanno nulla da perdere. Lo sbocco per tanti giovani del continente africano, ovvero l'emigrazione, e' stata messo dall'Europa sotto la custodia interessata di Gheddafi e della sua polizia che taglieggia, stupra, ricatta, vende e rivende i poveracci che speravano di trovare una via di salvezza al di la' del Mediterraneo. Sono migliaia e migliaia i profughi dimenticati del Bangladesh che fuggono dalla Libia verso la Tunisia, nella speranza di un viaggio della disperazione verso casa.
Per questi disperati i governi europei non si sono mossi. Cosi' come e' passata del tutto inosservata la feroce repressione da parte delle forze armate saudite del movimento che chiedeva liberta' e democrazia nel Bahrain (arcipelago del Golfo Persico fra l'Arabia Saudita e il Qatar).
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Per la pace e la fratellanza fra i popoli
Agitarsi, lamentarsi, angosciarsi, non serve. La prima risposta, immediata, che possiamo dare e' quella di offrire soccorso concreto alle vittime, e poi di un rafforzato impegno per sostenere la nonviolenza organizzata. Fra sei mesi si svolgera' la Marcia Perugia-Assisi, nel cinquantesimo anniversario della prima edizione, quella pensata ed organizzata da Aldo Capitini. All'indomani della Marcia del 24 settembre 1961 lo stesso Capitini volle dare vita al "Movimento Nonviolento per la pace", per avere a disposizione uno strumento utile al proseguimento delle istanze emerse dalla Marcia stessa e al lavoro "per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, al livello locale, nazionale e internazionale". Al primo punto del programma del Movimento, Capitini indico' "l'opposizione integrale alla guerra". Dopo cinquant'anni il cammino deve ripassare da li'. Per questo abbiamo assunto l'impegno, come Movimento Nonviolento, di promuovere questa Marcia, che deve essere l'occasione per "mostrare che la nonviolenza e' attiva e in avanti, e' critica dei mali esistenti, tende a suscitare larghe solidarieta' e decise noncollaborazioni, e' chiara e razionale nel disegnare le linee di cio' che si deve fare nell'attuale difficile momento". E poi "pronto, dopo la Marcia, a lavorare ad un Movimento nonviolento per la pace". Sono parole di Capitini di straordinaria attualita', pronunciate nel 1961 (mentre la guerra infiammava il Vietnam e il Congo), valide per il 2011 (mentre la guerra infiamma l'Afganistan e la Libia).
L'appuntamento e' per il prossimo 25 settembre alla Marcia Perugia-Assisi per la pace e la fratellanza fra i popoli. Vogliamo che sia "un'assemblea itinerante", il momento conclusivo di una discussione/mobilitazione che avviamo da subito. Un passo che ciascuno puo' fare contro la guerra e per la nonviolenza.
*
Movimento Nonviolento
Verona, 21 marzo 2011
Per informazioni e contatti: Movimento Nonviolento, via Spagna 8, 37123 Verona (Italy), tel. 0458009803, fax: 0458009212, sito: www.nonviolenti.org
5. MATERIALI. UN TERZO ESTRATTO DA "LUISA MURARO. BIBLIOGRAFIA DEGLI ANNI 1963-2009" A CURA DI CLARA JOURDAN
[Dall'ampio utilissimo saggio Luisa Muraro. Bibliografia degli anni 1963-2009, a cura di Clara Jourdan, con la collaborazione di Franca Cleis, edito dalla Libreria delle donne di Milano, stampato in proprio nel marzo 2010 (e disponibile nella versione integrale facendone richiesta all'indirizzo di posta elettronica: info at libreriadelledonne.it) riprendiamo il seguente estratto.
Clara Jourdan, prestigiosa intellettuale femminista, e' particolarmente impegnata nelle esperienze della Libreria delle donne di Milano e della rivista "Via Dogana".
Luisa Muraro, una delle piu' influenti pensatrici femministe, ha insegnato all'Universita' di Verona, fa parte della comunita' filosofica femminile di "Diotima"; dal sito delle sue "Lezioni sul femminismo" riportiamo la seguente scheda biobibliografica: "Luisa Muraro, sesta di undici figli, sei sorelle e cinque fratelli, e' nata nel 1940 a Montecchio Maggiore (Vicenza), in una regione allora povera. Si e' laureata in filosofia all'Universita' Cattolica di Milano e la', su invito di Gustavo Bontadini, ha iniziato una carriera accademica presto interrotta dal Sessantotto. Passata ad insegnare nella scuola dell'obbligo, dal 1976 lavora nel dipartimento di filosofia dell'Universita' di Verona. Ha partecipato al progetto conosciuto come Erba Voglio, di Elvio Fachinelli. Poco dopo coinvolta nel movimento femminista dal gruppo "Demau" di Lia Cigarini e Daniela Pellegrini e' rimasta fedele al femminismo delle origini, che poi sara' chiamato femminismo della differenza, al quale si ispira buona parte della sua produzione successiva: La Signora del gioco (Feltrinelli, Milano 1976), Maglia o uncinetto (1981, ristampato nel 1998 dalla Manifestolibri), Guglielma e Maifreda (La Tartaruga, Milano 1985), L'ordine simbolico della madre (Editori Riuniti, Roma 1991), Lingua materna scienza divina (D'Auria, Napoli 1995), La folla nel cuore (Pratiche, Milano 2000). Con altre, ha dato vita alla Libreria delle Donne di Milano (1975), che pubblica la rivista trimestrale "Via Dogana" e il foglio "Sottosopra", ed alla comunita' filosofica Diotima (1984), di cui sono finora usciti sei volumi collettanei (da Il pensiero della differenza sessuale, La Tartaruga, Milano 1987, a Il profumo della maestra, Liguori, Napoli 1999). E' diventata madre nel 1966 e nonna nel 1997". Dal sito della Libreria delle donne di Milano riprendiamo la seguente breve notizia biobibliografica aggiornata "Luisa Muraro, profonda conoscitrice del femminismo delle origini, e' tra le fondatrici della Libreria delle Donne di Milano (1975) e nel 1984 della Comunita' filosofica Diotima. Ha lavorato al concetto della differenza, favorendone la divulgazione e contribuendo a renderlo imprescindibile anche nel dibattito politico e filosofico italiano. Autrice di molte monografie, ha pubblicato numerosi saggi e articoli, ospitati in riviste accademiche, ma anche in quotidiani e riviste indirizzate al grande pubblico. Tra le sue pubblicazioni: La signora del gioco. Episodi della caccia alle streghe, Milano, Feltrinelli, 1976; Maglia o uncinetto. Racconto linguistico-politico sulla inimicizia tra metafora e metonimia, Milano, Feltrinelli, 1981; L'ordine simbolico della madre, Roma, Editori Riuniti, 1991; Lingua materna, scienza divina. Scritti sulla filosofia mistica di Margherita Porete, Napoli, D'Auria, 1995; Le amiche di Dio, Napoli, D'Auria, 2001; Il Dio delle donne, Milano, Mondadori, 2003; Guglielma e Maifreda, Milano, La Tartaruga, 1985, 2003; Al mercato della felicita'. La forza irrinunciabile del desiderio, Milano, Mondadori, 2009; Hipatia de Alejandria, Sabina Editorial, 2010"]
Libri collettivi, contributi a libri collettanei, Atti di convegni
2000 Margarita Porete teologa en lengua materna (traduzione di Maria Milagros Rivera Garretas), in Angela Munoz Fernandez (a cura di), La escritura femenina. De leer a escribir II, Al-Mudayna, Madrid 2000, pp. 83-94. E cfr. Le amiche di Dio. Scritti di mistica femminile, a cura di Clara Jourdan, D'Auria, Napoli 2001, pp. 96-105 (Margherita Porete teologa in lingua materna).
2000 Marguerite Porete lectrice de l'Epistola aurea, in AA.VV., Signy l'Abbaye et Guillaume de Saint-Thierry, Actes du Colloque international d'Etudes cisterciennes, 9-11 septembre 1998, Les Vieilles Forges (Ardennes), Association des amis de l'Abbaye de Signy, Signy l'Abbaye 2000, pp. 555-563. E cfr. Le amiche di Dio. Scritti di mistica femminile, a cura di Clara Jourdan, D'Auria, Napoli 2001, pp. 214-227 (Margherita Porete lettrice della Lettera d'oro).
2000 Die goettliche Schule der Rechtfertigung (traduzione di Traudel Sattler), in Andrea Guenter und Verena Wodtke-Werner (hgs.) Frauen Mystik Politik in Europa, Ulrike Helmer Verlag, Koenigstein/Taunus 2000, pp. 89-101. E cfr. (traduzione di M. Milagros Rivera Garretas) Reirse de Augustin, "Duoda. Revista de Estudios Feministas", 2000, n. 18, pp. 13-25. E cfr. Le amiche di Dio. Scritti di mistica femminile, a cura di Clara Jourdan, D'Auria, Napoli 2001, pp. 228-231 (Ridere di Agostino).
2000 Mayfreda, traduzione di Traudel Sattler, in Dagmar von Garnier (hg.), Buch der 1000 Frauen. Das Frauen-Gedenk-Labyrinth, Teil 1, Christel Goettert Verlag, Ruesselsheim 2000, pp. 173-175.
2000 Autoridad y autoria, trad. di M. Milagros Rivera Garretas, in Ana I. Cerrada Jimenez e Cristina Segura Graino (ed.), Las mujeres y el poder. Representaciones y practicas de vida, Al-Mudayna e Aeihm, Madrid 2000, pp. 9-20. E cfr. Autorita' e autoria, maggio 1999 (dattiloscritto, pp. 8).
2000 Duemilaeuna. Donne che cambiano l'Italia, Cura con Annarosa Buttarelli e Liliana Rampello, Pratiche, Milano 2000, pp. 285. E cfr. (traduzione catalana di Begonya Pozo) Dues mil una dones que caniven l'Italia, Cura con Annarosa Buttarelli e Liliana Rampello, Edicions del Crec i Denes Editorial, Xativa 2004. E cfr. (traduzione spagnola di Joaquin Martinez Ortiz) Dos mil una mujeres que cambian Italia, Cura con Annarosa Buttarelli e Liliana Rampello, Edicions del Crec y Denes Editorial, Xativa 2005, pp. 263.
2000 La maestra di Socrate, in Annarosa Buttarelli, Luisa Muraro, Liliana Rampello (a cura di), Duemilaeuna. Donne che cambiano l'Italia, Pratiche, Milano 2000, pp. 145-156. E cfr. (traduzione catalana) La mestra de Socrates, "Transversal. Revista de cultura contemporania", 2001, n. 15 (numero monografico El cos de les idees), pp. 24-29. E cfr. La maestra di Socrate e mia, in Diotima, Approfittare dell'assenza. Punti di avvistamento sulla tradizione, Liguori, Napoli 2002, pp. 27-43. E cfr. (trad. catalana di Begonya Pozo) Intelligencia de l'amor. La mestra de Socrates, in Annarosa Buttarelli, Luisa Muraro, Liliana Rampello (a cura di), Dues mil una dones que caniven l'Italia, Edicions del Crec i Denes Editorial, Xativa 2004, pp. 133-143. E cfr. (traduzione spagnola di Joaquin Martinez Ortiz) La maestra de Socrates, Annarosa Buttarelli, Luisa Muraro, Liliana Rampello (a cura di), Dos mil una mujeres que cambian Italia, Edicions del Crec y Denes Editorial, Xàtiva 2005, pp. 137-147.
2000 La fortuna di nascere donna, in Gruppo donne via Grioli, Sapere donna. Atti del corso di formazione sulla vita femminile, Centro documentazione formazione dell'Associazione San Martino, ottobre 2000 (in realta', Mantova 2001), pp. 55-61.
2001 Interventi (Luisa Muraro), in Stare in relazione. Con parole dell'esperienza, Asolo 16-17-18 giugno 2000, a cura dell'Associazione "Identita' e Differenza", Spinea (Ve), 2001, pp. 106.
2001 Vida pasiva. Aprender a padecer para aprender a actuar (traduzione di Carolina Ballester Meseguer di Vita passiva, 1997), in VV.AA., Una revolucion inesperada. Simbolismo y sentido del trabajo de las mujeres, Narcea, Madrid 2001, pp. 65-81.
2001 Verso un'etica della differenza sessuale, in Carmelo Vigna (a cura di), Introduzione all'etica, Vita e Pensiero, Milano 2001, pp. 211-229.
2001 Muttersprache, (Lingua materna), traduzione di Traudel Sattler, in Dagmar von Garnier (hg.), Buch der 1000 Frauen. Das Frauen-Gedenk-Labyrinth, Teil 2, Christel Goettert Verlag, Ruesselsheim 2001, pp. 35-41.
2001 Praticare i passaggi, in Movimento di autoriforma della scuola, Le maestre e il professore, Atti Quinto incontro nazionale del movimento, Roma 28-29 aprile 2001, pp. 40-42.
2001 "De que' lagrimas lloradas y de que' sangre" y de que' esperma (traduzione di Maria Echaniz di "Di che lagrime grondi e di che sangue" e di che sperma, 1999), in VV.AA., Guerras que yo he visto. Saberes de mujeres en la guerra, Horas y Horas, Madrid 2001, pp. 7-14.
2001 Si la politica vence a la guerra (traduzione di Maria Echaniz di Se la politica vince sulla guerra, 1999), in VV.AA., Guerras que yo he visto. Saberes de mujeres en la guerra, Horas y Horas, Madrid 2001, pp. 23-25.
2001 Guerras que he visto (traduzione di Maria Echaniz di Guerre che ho visto, 1999), in VV.AA., Guerras que yo he visto. Saberes de mujeres en la guerra, Horas y Horas, Madrid 2001, pp. 39-46.
2001 "Lointain-proche" - le Dieu des femmes, in Bernard van Meenen (dir.), La mystique, Publications des Faculte's universitaires Saint-Louis, Bruxelles 2001, pp. 51-66.
2001 La sapienza di partire da se'. Cambiare la forma della domanda e riuscire a leggere quello che accade, in Franca Cleis e Osvalda Varini-Ferrari (a cura di), Pensare un mondo con le donne. Saperi femminili nella scienza, nella societa' e nella letteratura. Atti, Associazione Dialogare-Incontri e Centro didattico cantonale, Bellinzona 2001, pp. 39-52.
2001 Un linguaggio che lo renda memorabile, in AA.VV., Un'eredita' senza testamento. Inchiesta di "Fempress" sui femminismi di fine secolo, Quaderni di Via Dogana, Libreria delle donne, Milano 2001, pp. 29-33.
2002 Interventi (Luisa Muraro), in L'amore e i suoi mondi. Incontro-scambio, Asolo 23-24 giugno 2001, a cura dell'Associazione "Identita' e Differenza", Spinea (Ve), 2002, pp. 96.
2002 Nominare i conflitti per impedire il formarsi degli schieramenti, in Comunita' di pratica e riflessione pedagogica e di ricerca storica, Cambia il mondo cambia la storia. La differenza sessuale nella ricerca storica e nell'insegnamento (Atti del Convegno, Milano 29.9.2001), Milano 2002, pp. 49-51.
2002 Le amiche di Dio. Incontro con Luisa Muraro (Atti, 26.1.2002), a cura dell'Associazione "Identita' e Differenza", Spinea (Ve), 2002, pp. 24.
2002 Ein authentisches Selbstbewusstsein, das zu Lust, Freiheit und wirkungsvollem Handeln fuehrt, in Dorothee Markert, Wachsen am Mehr anderer Frauen. Vortraege ueber Begehren Dankbarkeit und Politik, Christel Goettert Verlag, Ruesselsheim 2002, pp. 90-107.
2002 Introduzione, in Diotima, Approfittare dell'assenza. Punti di avvistamento sulla tradizione, Liguori, Napoli 2002, pp. 3-6. Ripubblicata (Viva la differenza), "l'Unita'", 17 ottobre 2002.
2002 La maestra di Socrate e mia, in Diotima, Approfittare dell'assenza. Punti di avvistamento sulla tradizione, Liguori, Napoli 2002, pp. 27-43.
2002 La "distance abyssale" (traduzione di Francesca Solari e Laurent Cornaz del capitolo IV de L'ordine simbolico della madre, 1991), in Christiane Veauvy (dir.), Les femmes dans l'espace public, n. s. du Fil d'Ariane, Cahiers du Ceme, Universite' Paris 8, Paris 2002, pp. 133-142.
2002 L'intelligence de l'amour, traduzione di Dorothee Bauschke, in Christiane Veauvy (ed.), Les femmes dans l'espace public, n.s. du Fil d'Ariane, Cahiers du Ceme, Universite' Paris 8, Paris 2002, pp. 144-151.
2002 Sottosopra postawione na glowie (traduzione polacca di Malgorzata Fic di Pratica dell'inconscio e movimento delle donne, 1974 e dei "Sottosopra" 1976, 1983, 1987, 1989), Fundacja Psf Centrum Kobiet, Warszawa 2002, pp. 101.
2002 "Ce n'est pas arrive' par hazard" ou la fin du patriarcat (traduzione di Christiane Veauvy di E' accaduto non per caso, 1996), con altre, in Christiane Veauvy (dir.), Les femmes dans l'espace public, n.s. du Fil d'Ariane, Cahiers du Ceme, Universite' Paris 8, Paris 2002, pp. 188-205. Ripubblicato in Christiane Veauvy (dir.), Les Femmes dans l'espace public. Itineraires francais et italiens, Nouvelle edition revue et completee, Maison des sciences de l'Homme/Le Fil d'Ariane (Universite' Paris 8, Saint-Denis), Paris 2004, pp. 243-270.
2002 Du feminisme a' la politique des femmes (traduzione di Christiane Veauvy di La verita' delle donne, 1999; La liberta' femminile? E' appena cominciata, 2000; Che strana politica. Oltre l'identita' e senza organizzazione, 2000; Se la politica gioca col desiderio, 2000), in Christiane Veauvy (dir.), Les femmes dans l'espace public, n. s. du Fil d'Ariane, Cahiers du Ceme, Universite' Paris 8, Paris 2002, pp. 214-221. Ripubblicato in Christiane Veauvy (dir.), Les Femmes dans l'espace public. Itineraires francais et italiens, Nouvelle edition revue et completee, Maison des sciences de l'Homme/Le Fil d'Ariane (Universite' Paris 8, Saint-Denis), Paris 2004, pp. 279-290.
2002 Jacques Maitre, Mystique et feminite' (Qui sait ce qui se passe entre la femme et Dieu?), traduzione di Christiane Veauvy, in Christiane Veauvy (dir.), Les femmes dans l'espace public, n. s. du Fil d'Ariane, Cahiers du Ceme, Universite' Paris 8, Paris 2002, pp. 248-250.
2002 Prefacio, in Diotima, El perfume de la maestra. En los laboratorios de la vida cotidiana, traduzione di Nuria Perez de Lara, Icaria, Barcelona 2002, pp. 9-12.
2002 Acompanar a la mente enferma. En la encrucijada del otro (traduzione di Nuria Perez de Lara di Fare compagnia alla mente inferma. All'incrocio di altro, 1999), in Diotima, El perfume de la maestra. En los laboratorios de la vida cotidiana, Icaria, Barcelona 2002, pp. 73-79.
2002 Diotima en Costagrande, in Diotima, El perfume de la maestra. En los laboratorios de la vida cotidiana, traduzione di Nuria Perez de Lara, Icaria, Barcelona 2002, pp. 183-197.
2003 Interventi (Luisa Muraro), in Stare in relazione. Donne e uomini, dirsi la verita'. Convegno, Asolo 22-23 giugno 2002, a cura dell'Associazione "Identita' e Differenza", Spinea (Ve), 2003, pp. 92.
2003 Il Vangelo...?, in Domande per il terzo millennio. Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia, interventi di Gad Lerner, Luisa Muraro e Giuliana Martirani, Centro Documentazione e Studi "Presenza donna", Vicenza 2003, pp. 29-47. E cfr. Dove se non qui e ora, fra noi?, in Emma Fattorini (a cura di), Dire Dio, Marietti 1820, Genova-Milano 2002, pp. 141-152.
2003 Plus femmes que feministes (de ce qu'on appelle feminisme de la difference), in Franziska Frei Gerlach, Annette Kreis-Schinck, Claudia Opitz, Beatrice Ziegler (Hrsg.), Koerperkonzepte/Concepts du corps, Waxmann, Muenster/New York/Muenchen/Berlin 2003, pp. 215-220.
2003 Sull'essere in relazione come capacita' di essere, in Francesca Brezzi (a cura di), Amore ed empatia. Ricerche in corso, Franco Angeli, Milano 2003, pp. 13-22.
2003 Nella vicinanza di altro, in Anna Botta, Monica Farnetti, Giorgio Rimondi (a cura di), Le eccentriche. Scrittrici del Novecento, Tre Lune, Mantova 2003, pp. 43-49.
2003 Le genealogie femminili, in Casa di accoglienza delle donne maltrattate, Uscire dal deserto/Come in from the desert, Franco Angeli, Milano 2003, pp. 68-72, 79-80, 86-87, e (in traduzione inglese) 185-189, 196-197, 203-204.
2004 Iris Murdoch. Una filosofia da vivere, in Concepire l'infinito. Emily Dickinson Ingeborg Bachmann Cristina Campo Iris Murdoch Flannery O'Connor Anna Maria Ortese Virginia Woolf Maria Zambrano, catalogo a cura di Maria Pia Mazziotti e Elisabetta Segna, Biblioteche di Roma, Roma 2004, p. 21.
2004 La maestra di Socrate: Diotima. 24 marzo 2001, in Franca Cleis e Osvalda Variniferrari (a cura di), Pensare un mondo con le donne. Il femminile: vivere la scrittura, la scrittura di pensiero, la scrittura delle donne in Svizzera. Atti, Associazione Dialogare-Incontri Divisione della formazione professionale, Bellinzona 2004, pp. 175-182.
2004 Interventi (Luisa Muraro), in Donne e uomini. Rendere creativa la politica. Convegno Asolo, 13-14.15 giugno 2003, a cura dell'Associazione "Identita' e Differenza", Spinea (Ve), 2004, pp. 96.
2004 Conversazione con Luisa Muraro. Il Dio delle donne. Atti 13.12.2003, Spinea (Ve) 2004, pp. 24.
2004 L'esperienza delle mistiche, in P. Boitani, M. Mancini, A. Varvaro (dir.), Lo spazio letterario del Medioevo. 2. Il Medioevo volgare, Volume IV L'attualizzazione del testo, Salerno Editrice, Roma 2004, pp. 629-649.
2004 La messa celebrata da Maifreda a Milano nel 1300, in Dinora Corsi (a cura di), Donne cristiane e sacerdozio. Dalle origini all'eta' contemporanea, Viella, Roma 2004, pp. 51-63.
2004 La felicita', niente di meno, in Donatella Alesi e Laura Fortini (a cura di), Movimenti di felicita'. Storie, strutture e figure del desiderio, Manifestolibri, Roma 2004, pp. 47-53.
2004 Dues mil una dones que caniven l'Italia, Cura con Annarosa Buttarelli e Liliana Rampello, traduzione catalana di Begonya Pozo, Edicions del Crec i Denes Editorial, Xativa 2004.
2004 Intelligencia de l'amor. La mestra de Socrates, in Annarosa Buttarelli, Luisa Muraro, Liliana Rampello (a cura di), Dues mil una dones que caniven l'Italia, traduzione catalana di Begonya Pozo, Edicions del Crec i Denes Editorial, Xativa 2004, pp. 133-143.
2005 Enseigner les passages a' un autre ordre de rapports, in Christiane Veauvy, Marguerite Rollinde, Mireille Azzoug (dir.), Les femmes entre violences et strategies de liberte'. Maghreb et Europe du Sud, Editions Bouchene, Saint-Denis 2005.
2005 Dove se non qui e ora, fra noi?, in Emma Fattorini (a cura di), Dire Dio, Marietti 1820, Genova-Milano 2002, pp. 141-152.
2005 Scrittura in-finita. Una introduzione a Iris Murdoch, in Annarosa Buttarelli (a cura di), Concepire l'infinito, La Tartaruga, Milano 2005, pp. 57-75.
2005 Concepire l'infinito, in Annarosa Buttarelli (a cura di), Concepire l'infinito, La Tartaruga, Milano 2005, pp. 153-163 (ripubblicazione del cap. 21 di Le amiche di Dio. Scritti di mistica femminile, a cura di Clara Jourdan, D'Auria, Napoli 2001, pp. 232-238).
2005 A casa nostra: il mondo. Un'esperienza dell'Associazione Ospitalita' Baldo-Garda, in W. Tommasi, G. Longobardi, C. Zamboni, L. Muraro (a cura di), Imprese di territorio e di comunita', Edizioni Mag, Verona 2005, pp. 141-164.
2005 Dos mil una mujeres que cambian Italia, Cura con Annarosa Buttarelli e Liliana Rampello, traduzione di Joaquin Martinez Ortiz, Edicions del Crec y Denes Editorial, Xativa 2005, pp. 263.
2005 La maestra de Socrates, in Annarosa Buttarelli, Luisa Muraro, Liliana Rampello (a cura di), Dos mil una mujeres que cambian Italia, traduzione di Joaquin Martinez Ortiz, Edicions del Crec y Denes Editorial, Xativa 2005, pp. 137-147.
2006 Continuare l'opera della madre, in Il lavoro della creatura piccola 1, a cura dell'Associazione N.A.T.U.R.&-Onlus, Seveso 2006.
2006 Seleccion de textos, in Clara Jourdan, Luisa Muraro (1940), traduzione di Maria-Milagros Rivera Garretas, Ediciones del Orto e Al-Mudayna, Madrid 2006, pp. 59-90.
2006 Interventi (Luisa Muraro, Libreria delle donne), in Anna Celadin (a cura di), Donne al lavoro oggi. L'importanza di non saper aspettare, Camera del lavoro Metropolitana di Milano, Milano 2006, pp. 19-20, 34, 49, 55-56, 87-89.
2006 Non una lingua qualsiasi, in Vita Cosentino (a cura di), Lingua bene comune, Citta' Aperta, Troina (En) 2006, pp. 79-87.
2006 Interventi (Luisa Muraro), in Donne e uomini per un nuovo orizzonte simbolico. Amore conflitto e azzardo politico. Asolo, 11-12 giugno 2005, a cura dell'Associazione "Identita' e Differenza", Spinea (Ve), 2006, pp. 96.
2006 L'amore come forza in campo, in Giovanna Providenti, La nonviolenza delle donne, Libreria Editrice Fiorentina e Centro Gandhi Edizioni, Pisa 2006, pp. 31-41.
2006 Il posto vuoto di Dio, cura con Adriana Sbrogio', Marietti 1820, Genova 2006, pp. 245.
2006 Presentazione del libro, in Luisa Muraro e Ariana Sbrogio' (a cura di), Il posto vuoto di Dio, Marietti 1820, Genova 2006, pp. 7-10.
2006 Il posto vuoto di Dio, discussione con altre/i, in Luisa Muraro e Ariana Sbrogio' (a cura di), Il posto vuoto di Dio, Marietti 1820, Genova 2006, pp. 23-96.
2006 Avanti dove?, in Luisa Muraro e Ariana Sbrogio' (a cura di), Il posto vuoto di Dio, Marietti 1820, Genova 2006, pp. 130-133.
2006 Al gruppo: "Non ho detto tutto", in Luisa Muraro e Ariana Sbrogio' (a cura di), Il posto vuoto di Dio, Marietti 1820, Genova 2006, pp. 187-195.
2006 Un farmaco per i primi, discussione con Natalina Zanatta e Adriana Sbrogio', in Luisa Muraro e Ariana Sbrogio' (a cura di), Il posto vuoto di Dio, Marietti 1820, Genova 2006, pp. 231-238.
2006 Diotima, voce per Centro studi filosofici di Gallarate, Enciclopedia filosofica, 12 volumi, Bompiani, Milano 2006, vol. VI, pp. 2927-2929.
2006 La cultura patas arriba. Seleccion de la revista Sottosopra (1973-1996), con altre (Libreria delle donne di Milano), Traduccion y prologo de Maria-Milagros Rivera Garretas, Horas y Horas, Madrid 2006, pp. 226.
2006 Il dilemma della differenza e il paradosso delle quote, in AA. VV., Lezioni napoletane, Regione Campania, Napoli 2006, pp. 9-13.
2007 Interventi (Luisa Muraro), in Potere e sessualita'. Convegno, Asolo 10-11 giugno 2006, a cura dell'Associazione "Identita' e Differenza", Spinea (Ve), 2007, pp. 94.
2007 Il pensiero dell'esperienza, in Per amore del mondo... il taglio del conflitto, dalla rivista online di Diotima, Nicolodi, Rovereto 2007, pp. 13-15. E cfr. Thinking Experience (traduzione di Il pensiero dell'esperienza), "Per amore del mondo", Il taglio del conflitto, autunno 2006, www.diotimafilosofe.it (documento, pp. 3). E cfr. In realta', in Annarosa Buttarelli e Federica Giardini (a cura di), Il pensiero dell'esperienza, Baldini Castoldi Dalai, Milano 2008, pp. 19-27.
2007 La lezione di Ratisbona, in Per amore del mondo... il taglio del conflitto, dalla rivista online di Diotima, Nicolodi, Rovereto 2007, pp. 84-86.
2008 Interventi (Luisa Muraro), in Legami e liberta'. Convegno, Camposampiero 16-17 giugno 2007, a cura dell'Associazione "Identita' e Differenza", Spinea (Ve), 2008, pp. 96.
2008 E' il desiderio grande che disegna l'orizzonte, in Vita Cosentino e Giannina Longobardi (a cura di), La vita alla radice dell'economia, Mag, Verona (a. non indicato ma 2008), pp. 34-35 (e intervento a pp. 52-53).
2008 In realta', in Annarosa Buttarelli e Federica Giardini (a cura di), Il pensiero dell'esperienza, Baldini Castoldi Dalai, Milano 2008, pp. 19-27.
2008 La sineddoche femminista, in Andrea Grillo e Fabio Milana (a cura di), Imago Dei la teologia di Edoardo Benvenuto, Marietti 1820, Genova-Milano 2008, pp. 140-153.
2008 Interventi (Luisa Muraro), in Laura Minguzzi e Serena Fuart (a cura di), E cosi' via in un circolo di potenza illimitata, Circolo della rosa, Milano 2008.
2008 Il mio '68, in AA. VV., La risata del '68, Nottetempo, Roma 2008, pp. 49-64.
2008 Feminismo criminal? (traduzione di Sara Alcina di Femminismo criminale?, 1991), in Valerie Solanas e altre, Manifiesto Scum. Edicion comentada, Herstory, Barcelona 2008, pp. 87-93.
2008 La fragilidad de los inicios, (traduzione di Maria-Milagros Rivera Garretas del "Seminario de Luisa Muraro", Entredos, Madrid 1.2.2003) in Lia Cigarini, Luisa Muraro, M. Milagros Rivera Garretas, El trabajo de las palabras. Una creacion inacabada nacida de la relacion entre mujeres, Horas y Horas, Madrid 2008, pp. 169-230.
2008 Quale futuro per il pensiero femminile?, con altre (forum), in Paola Ricci Sindoni e Carmelo Vigna (a cura di), Di un altro genere: etica al femminile, Vita e Pensiero, Milano 2008, pp. 209-237 (216-223).
2009 Interventi (Luisa Muraro), in Donne e uomini. Strade che si aprono. Convegno, Asolo 14-15 giugno 2008, a cura dell'Associazione "Identita' e Differenza", Spinea (Ve), 2009, pp. 82.
2009 La schivata, in Diotima, Immaginazione e politica. La rischiosa vicinanza fra reale e irreale, Liguori, Napoli 2009, pp. 5-12.
2009 Al mercato della felicita'. La forza irrinunciabile del desiderio di Luisa Muraro, incontro, Presentazione di Francesca Lazzari, in Centro documentazione e studi "Presenza Donna", In punta di penna. Libri di donne, Vicenza 2009, pp. 28-44.
2009 Introduzione di una idea, in Diotima, Potere e politica non sono la stessa cosa, Liguori, Napoli 2009, pp. 5-13. E cfr. El poder y la politica no son lo mismo, traduzione di Maria-Milagros Rivera Garretas, "Duoda. Estudis de la diferencia sexual", 2009, n. 37, pp. 47-59.
6. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Sostenere economicamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.
Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
7. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.
E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".
8. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa Orientale. Dall'Unita' alla marcia su Roma, Laterza, Roma-Bari 1976, Mondadori, Milano 1992, pp. X + 926.
- Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa Orientale. La conquista dell'Impero, Laterza, Roma-Bari 1979, Mondadori, Milano 1992, pp. VIII + 784.
- Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa Orientale. La caduta dell'Impero, Laterza, Roma-Bari 1982, Mondadori, Milano 1992, pp. X + 626.
- Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa Orientale. Nostalgia delle colonie, Laterza, Roma-Bari 1984, Mondadori, Milano 1992, pp. VIII + 624.
- Angelo Del Boca, Gli italiani in Libia. Tripoli bel suol d'amore 1860-1922, Laterza, Roma-Bari 1986, Mondadori, Milano 1993, pp. VIII + 484.
- Angelo Del Boca, Gli italiani in Libia. Dal fascismo a Gheddafi, Laterza, Roma-Bari 1988, Mondadori, Milano 1994, pp. VI + 572.
- Mimmo Franzinelli, Le stragi nascoste, Mondadori, Milano 2002, 2003, pp. VI + 426.
9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
10. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 502 del 22 marzo 2011
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
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