Archivi. 61



 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XII)

Numero 61 del 2 marzo 2011

 

In questo numero:

1. Alcuni estratti dai "Telegrammi della nonviolenza in cammino" di settembre 2010

2. Il colpo di stato razzista. La guerra assassina

3. Il maschilismo e' gia' il fascismo

4. Sakineh, o dell'umanita'

5. Contro la guerra e contro il colpo di stato razzista

6. La peste

7. Lo striscione

8. A proposito di tecniche deliberative nonviolente. Per la sperimentazione del metodo del consenso: il gioco della quadriglia

9. Il 2 ottobre una giornata per la nonviolenza

10. Nelle scuole e negli enti locali

11. A cosa serve una giornata internazionale della nonviolenza?

12. Dall'11 settembre al 2 ottobre

13. Fra tre settimane

14. Severino Vardacampi: Una cosa di sinistra

15. Con la nonviolenza

16. Giobbe Santabarbara: Una parola di Piero Maroncelli

17. Una giornata particolare

18. Verso il 2 ottobre, giornata internazionale della nonviolenza

19. Invitiamo Comuni e scuole a celebrare la Giornata internazionale della nonviolenza istituita dall'Onu

20. Jones Mannino come educatore

21. La guerra assassina

22. Adesione alla giornata dell'Onu per la nonviolenza

23. Insistenze

24. Insorgere occorre contro il colpo di stato razzista, insorgere occorre contro la guerra assassina

25. Il regime

26. Il criminale regime della guerra e del colpo di stato razzista

27. Ancora no al crimine e alla follia nucleare

28. La nonviolenza e' plurale, aperta, infinita

 

1. MATERIALI. ALCUNI ESTRATTI DAI "TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO" DI SETTEMBRE 2010

 

Riproponamo alcuni estratti dai "Telegrammi della nonviolenza in cammino" di settembre 2010.

 

2. IL COLPO DI STATO RAZZISTA. LA GUERRA ASSASSINA

 

Il colpo di stato razzista. La guerra assassina.

Quando cesseranno questi orrori?

Cesseranno solo quando noi li faremo cessare.

Quando il popolo italiano insorgera' per il rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Quando il popolo italiano insorgera' contro tutte le uccisioni.

Quando il popolo italiano insorgera' per far valere la Costituzione della Repubblica Italiana.

Quando il popolo italiano insorgera' per difendere la legalita' che salva le vite, per difendere la civile convivenza, per difendere la dignita' e i diritti di ogni persona.

Con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.

Cessi ogni complicita' con la guerra assassina.

Cessi ogni complicita' con il colpo di stato razzista.

Vi e' una sola umanita'.

 

3. IL MASCHILISMO E' GIA' IL FASCISMO

 

Ogni condotta maschilista e' gia' il fascismo.

Ogni ideologia maschilista e' gia' il fascismo.

Ogni regime maschilista e' gia' il fascismo.

Questo sanno le persone amiche della nonviolenza.

*

Ed anche questo le persone amiche della nonviolenza sanno.

Che il femminismo e' la maggiore esperienza storica della nonviolenza.

Che il femminismo e' la corrente calda della nonviolenza.

Che solo la lotta del movimento di liberazione delle donne difende e promuove i diritti umani di tutti gli esseri umani.

 

4. SAKINEH, O DELL'UMANITA'

 

Sakineh Mohammadi Ashtiani e' una donna iraniana condannata a morte.

Il processo che ha portato alla condanna sembra gravemente viziato da profonde irregolarita'. E' stata gia' sottoposta a trattamenti inumani. Vi e' motivo di ritenere che sia vittima di una grave persecuzione perche' donna in una societa' e sotto un regime totalitario ferocemente maschilisti e patriarcali.

Infine: nulla autorizza l'uccisione di un essere umano.

E' in corso una vasta mobilitazione internazionale sia della societa' civile che delle istituzioni per salvare la vita di Sakineh.

A questa mobilitazione per salvare una vita ogni persona di retto sentire e di volonta' buona si associa.

Per le stesse ragioni per cui ci opponiamo alla guerra, per le stesse ragioni per cui ci opponiamo al razzismo, per le stesse ragioni per cui ci opponiamo a tutte le uccisioni e a tutte le persecuzioni: perche' vi e' una sola umanita', e a tutti gli esseri umani devono essere riconosciuti tutti i diritti umani, in primo luogo il diritto a non essere uccisi - senza del quale nessun altro diritto sussiste.

 

5. CONTRO LA GUERRA E CONTRO IL COLPO DI STATO RAZZISTA

 

Due lotte sono da condurre qui ed ora, necessarie e urgenti.

Contro la guerra e contro il colpo di stato razzista.

Con la forza della verita' e con la scelta della nonviolenza.

Con l'insurrezione democratica del popolo italiano contro la barbarie assassina, in difesa della legalita' che salva le vite, in difesa della Costituzione della Repubblica Italiana, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Fino ad ottenere la cessazione della criminale partecipazione militare italiana all'abominevole guerra afgana.

Fino ad ottenere l'abolizione delle misure razziste, schiaviste e squadriste imposte al nostro paese da uno scellerato governo hitleriano.

Due lotte sono da condurre qui ed ora, necessarie e urgenti.

Contro la guerra e contro il colpo di stato razzista.

 

6. LA PESTE

 

Quante persone ogni giorno soffrono sofferenze inenarrabili a causa della guerra in corso in Afghanistan? Quante muoiono uccise e di stenti?

E in Italia, quante persone immigrate e viaggianti sono perseguitate, minacciate, ricattate, ridotte in schiavitu', umiliate, percosse, violentate, vittime del colpo di stato razzista? Quante sono gia' morte come conseguenza di tale orrore?

Cessi la partecipazione militare italiana alla guerra afgana.

Siano abolite le criminali e criminogene misure del colpo di stato razzista in Italia.

Dimissioni immediate del governo hitleriano.

Si insorga, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.

Si contrasti la peste della guerra e del razzismo.

Si torni al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana.

Vi e' una sola umanita'.

 

7. LO STRISCIONE

 

Nella mobilitazione internazionale per salvare la vita di Sakineh Mohammadi Ashtiani, una donna iraniana torturata e condannata a morte, uno striscione mi e' parso cogliere una delle verita' fondamentali di questa drammatica vicenda, esso recava queste parole: "Il femminismo non ha mai ucciso nessuno. Il maschilismo uccide tutti i giorni".

Io penso che uccidere sia un crimine.

Io penso che ogni essere umano ha diritto a non essere ucciso.

Tutte le ideologie e tutti i poteri che avallano l'omicidio, sono ideologie e poteri criminali, sono ideologie e poteri nemici dell'umanita'.

 

8. A PROPOSITO DI TECNICHE DELIBERATIVE NONVIOLENTE. PER LA SPERIMENTAZIONE DEL METODO DEL CONSENSO: IL GIOCO DELLA QUADRIGLIA

 

In un incontro di formazione alla comuncazione nonviolenta ho proposto una serie di domande per sperimentare un gioco attraverso cui si potrebbe giungere a definire, tramite l'espressione delle opinioni di ogni persona, alcune utili indicazioni per i criteri condivisi piu' adeguati per realizzare una serie di interazioni efficaci con le persone e con l'ambiente, costruendo procedure e relazioni basate sulla scelta della nonviolenza.

L'idea sarebbe che utilizzando le domande proposte si avviasse un percorso di interlocuzione, confronto ed elaborazione collettiva basato sul metodo del consenso per verificare se si puo' riuscire per questa via a stabilire alcune regole di condotta orientative che siano effettivamente e sinceramente condivise (con spirito critico e con apertura alla reversibilita' di ogni decisione pragmatica nel mutare dei contesti, naturalmente, ferma restando l'adesione ai valori del rispetto della dignita' e dei diritti propri ed altri ed alla scelta della nonviolenza) tra le persone che si accingono a dar vita ad un'esperienza comunitaria.

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Naturalmente questa e' solo una proposta, e piu' precisamente la proposta di un gioco formativo se fa piacere di giocarlo; non e' ne' una scorciatoia (semmai un'allungatoia), ne' un modo per forzare delle decisioni.

Inoltre le domande non sono frutto di lunghi studi, ma sono state buttate giu' in pochi minuti e piuttosto di fretta: se ne potevano formulare molte di piu', o magari di meno.

Ugualmente la misura delle tre risposte per domanda non e' in nessun ricettario, e' solo una proposta che mi e' sembrata ragionevole.

E qui finiscono le premesse.

*

La proposta e di sperimentare questa specifica modalita' applicativa del metodo del consenso, che definirei "il gioco della quadriglia" (poiche' come in quel ballo si comincia con i danzatori distanti che poi si uniscono a coppie, e poi a gruppi di quattro, e cosi' via raddoppiando fino a coinvolgere in un unico movimento di danza l'intero gruppo dei presenti nella sala, cosi' in questa ipotesi di lavoro si comincia con ogni persona che formula individualmente delle proposte, poi si confronta con un'altra persona e confronta ed armonizza le proprie opinioni con le altrui, poi le due si confrontano con altre due, poi il gruppo di quattro con un altro gruppo di quattro fino a coinvolgere in un unico confronto tutti i presenti).

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Il gioco consiste in questo:

a) riunito il gruppo dei partecipanti, ad ogni persona si chiede di scrivere (quindi ogni persona deve avere una penna e vari fogli di carta) una o piu' risposte a una o piu' domande (nel caso piu' semplice: ogni persona deve dare una e una sola risposta ad una ed una sola domanda; nel nostro caso particolare ogni persona scrive tre risposte per ogni domanda);

b) poi ogni persona confronta le sue risposte con quelle di un'altra persona (ad esempio: quella seduta al suo fianco), e le due persone discutendone tra loro devono raggiungere il consenso sulla risposta (nel caso piu' semplice: ognuna delle due individualmente ha dato una propria risposta alla medesima domanda, probabilmente le risposte delle due persone saranno diverse: in questo caso discutendo tra loro due devono concordare su una risposta unitaria, che sia per quanto possibile inclusiva delle esigenze di entrambe le persone - ovvero che "superi", cioe' incorpori, entrambe le risposte precedenti riducendole a una sola; nel nostro caso particolare le risposte sono tre per ogni domanda, ergo: ogni persona ha dato tre risposte, e quando le due persone si confrontano devono fare in modo che dalle loro sei risposte riescano a raggiungere il consenso su tre - che possono essere o alcune di quelle gia' scritte da una singola persona, o risposte nuove che superino o sintetizzino le precedenti);

c) poi ogni coppia di persone si riunisce con un'altra coppia e si ripete il procedimento: devono raggiungere il consenso su una risposta comune (nel nostro caso specifico su tre risposte per ogni domanda);

d) e si procede cosi' finche' le due meta' dell'assemblea si riuniscono insieme ed insieme arrivano alla risposta definitiva (nel nostro caso specifico tre risposte per ogni domanda).

Questo il metodo proposto.

Il senso di questa procedura e':

I. costruire l'affinita' tra le persone, favorendo un processo di confronto che va dalla meditazione solitaria, al confronto a quattr'occhi con un'altra persona, e poi via via sempre radoppiando con gruppi di persone piu' ampi;

II. favorire la partecipazione chiedendo a  tutte le persone di formulare delle proposte e poi di discuterle ripetutamente a livelli di inclusione sempre maggiori;

III. costruire le decisioni dal basso valorizzando e discutendo il contributo ogni singola persona.

E' un metodo che come tutti i metodi puo' avere i suoi vantaggi ed i suoi svantaggi (ovviamente non vi sono metodi perfetti in assoluto), ma puo' talora essere utilmente alternato, o meglio: combinato con quello del parlare in cerchio (alla fine della procedura, infatti, e' sicuramente opportuno un esame dell'esito svolto col metodo del cerchio).

Naturalmente e' un metodo molto lento, ma la lentezza nei processi decisionali, e nel confronto delle opinioni, e' sempre un'ottima cosa (ovviamente: se non ci si trova a dover affrontare delle urgenze improcrastinabili).

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Ho proposto di giocare questo gioco con una serie di 15 domande a ciascuna delle quali ogni persona dovrebbe dare 3 risposte.

Ecco le domande proposte (e' sottinteso che gli interlocutori cui esse sono rivolte siano persone interessate a partecipare a un'esperienza comunitaria; e quindi le risposte non devono essere per cosi' dire astratte e universali, ma riferite alle regole di condotta che sarebbe opportuno condividere nella realizzazione di quell'esperienza):

1. Proporre tre regole di condotta da adottare nei rapporti con tutte le persone.

2. Proporre tre regole di condotta nei rapporti con gli animali.

3. Proporre tre regole di condotta nei rapporti con le piante.

4. Proporre tre regole di condotta nei rapporti con le cose.

5. Proporre tre regole di condotta nei rapporti con la comunita' locale (i vicini, il paese...).

6. Proporre tre regole di condotta nei rapporti con gli ospiti/clienti.

7. Proporre tre regole di condotta nei rapporti con i fornitori/compratori di merci e servizi.

8. Proporre tre regole di condotta sintetiche generali nei rapporti tra l'esperienza comunitaria e l'esterno.

9. Proporre tre regole di condotta nel rapporto col denaro comune (ovvero: la cassa comune).

10. Proporre tre regole di condotta nel rapporto col lavoro condiviso.

11. Proporre tre regole di condotta nel rapporto con i servizi comuni necessari alla convivenza.

12. Proporre tre regole di condotta nel rapporto con lo studio.

13. Proporre tre regole di condotta sulle procedure e i poteri decisionali in casi di emergenza.

14. Proporre tre regole di condotta nei rapporti con le istituzioni.

15. Proporre tre regole di condotta nei rapporti con le famiglie (non solo quelle presenti nell'esperienza, ma anche quelle di provenienza ed in generale le reti di parentela).

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Mi piacerebbe se tutte e tutti ci si ragionasse. E, se ci fosse il consenso di tutte e tutti, che su queste domande si sperimentasse la modalita' di riflessione comune descritta sopra. Il che ovviamente implica che lo stesso procedimento dal singolo alla coppia al quartetto eccetera si ripete ogni volta per ogni domanda; con l'esito di quindici interi e distinti percorsi decisionali, che naturalmente richiedono molto tempo. La pseudoscorciatoia di fare il confronto una sola volta per tutte e quindici le domande insieme vanificherebbe l'efficacia della proposta (ho voluto scriverlo per evitare che a qualcuno venisse la tentazione di "fare prima", mentre il gioco ha proprio la finalita' di "darci tempo").

Non ci dovrebbe essere bisogno di dirlo, ma e' meglio rendere esplicito l'ovvio anziche' lasciare non detto l'essenziale: il gioco va giocato "in presenza" delle persone, non "per corrispondenza": ovvero, la posta elettronica non consente la riflessione che qui si propone, poiche' elemento fondamentale e' che le persone siano faccia a faccia...

 

9. IL 2 OTTOBRE UN GIORNATA PER LA NONVIOLENZA

 

Il 2 ottobre e' la giornata internazionale della nonviolenza.

Indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Mohandas Gandhi, avvenuta appunto il 2 ottobre del 1869.

Non sarebbe una buona idea promuovere il 2 ottobre 2010 iniziative in tutta Italia per far conoscere - e scegliere - la nonviolenza?

*

Nell'attuale distretta dell'umanita' nulla e' puo' necessario ed urgente che conoscere e scegliere la nonviolenza.

In difesa dell'ambiente, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, contro la guerra, contro il colpo di stato razzista, contro i poteri criminali.

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Come iniziativa democratica dal basso, plurale, diffusa, il 2 ottobre organizziamo in tutti i luoghi in cui sia possibile una giornata di informazione, di coscientizzazione e di impegno per la nonviolenza.

 

10. NELLE SCUOLE E NEGLI ENTI LOCALI

 

Promuoviamo il 2 ottobre nelle scuole e negli enti locali iniziative di celebrazione della giornata internazionale della nonviolenza indetta dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi.

Proponiamo agli istituti scolastici ed ai Comuni (ed alle Province, ed alle Regioni) di realizzare in quella giornata iniziative di memoria, di riflessione e di impegno per la nonviolenza.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

11. A COSA SERVE UNA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA?

 

A cosa serva una giornata internazionale della nonviolenza?

Serve a ricordare all'umanita' che e' possibile vivere insieme come un'unica famiglia, aiutandosi l'un l'altro, prendendosi cura della vita e del mondo.

Ma questo sara' possibile solo se l'umanita' cessera' di fare le guerre, di far soffrire ed uccidere tanti esseri viventi, di sfruttare e di opprimere, di devastare la biosfera casa comune.

Sara' possibile solo se prevarra' il riconoscimento dei diritti di tutti e l'impegno alla solidarieta'.

Sara' possibile solo se ci si oppone alla violenza che offende e distrugge, e si sceglie la nonviolenza che riconosce, libera e sostiene.

*

Il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, l'Onu ha istituito la "Giornata internazionale della nonviolenza".

Certo: e' solo una ricorrenza; ma puo' diventare l'occasione e lo stimolo per promuovere ovunque (citta' per citta', paese per paese, quartiere per quartiere, scuola per scuola, istituzione per istituzione, centro di aggregazione per centro di aggregazione) una molteplicita' di iniziative che facciano conoscere la nonviolenza a chi ancora non la conosce, e che motivino chi gia' la conosce ad applicarne i criteri e il messaggio tanto nelle attivita' benefiche che gia' svolge quanto nelle relazioni della vita quotidiana, ed a proporla ad altri ancora.

*

Il 2 ottobre organizziamo ovunque possibile iniziative per e con la scelta della nonviolenza, proponiamo a tutte le persone disponibili all'ascolto e all'impegno un cammino comune per il bene comune.

Vi e' una sola umanita'.

La nonviolenza e' in cammino.

 

12. DALL'11 SETTEMBRE AL 2 OTTOBRE

 

Se nella percezione della societa' dei mass-media, dell'immagine e dello spettacolo l'11 settembre 2001 ha evidenziato l'orrore dell'uccidere, del terrorismo, della guerra, delle planetarie ingiustizie e violenze; parimenti nel comune sentire la figura di Mohandas Gandhi e la sua proposta di lotta contro la violenza, la scelta della nonviolenza, rappresenta l'alternativa possibile e necessaria alla barbarie onnicida.

*

Il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, e' la data scelta dall'Onu per celebrare la Giornata internazionale della nonviolenza.

Noi crediamo che si possa valorizzare questa occasione per promuovere la conoscenza della nonviolenza e quindi la sua diffusione; per permettere a tante persone di scoprirne la reale praticabilita', la concreta efficacia, l'urgente necessita'.

Per questo chiediamo a chiunque ci legga di voler promuovere in quella giornata ovunque possibile iniziative per e con la scelta della nonviolenza.

Facciamo del 2 ottobre una giornata di crescente presa di coscienza, di autentico accostamento alla nonviolenza.

Ve ne e' grande bisogno, particolarmente in questo momento in cui l'umanita' e la biosfera sono aggredite con ferocia inaudita dalla guerra, il razzismo, il terrore totalitario, i poteri criminali, la violenza maschilista, la devastazione dell'ambiente, la violazione dei piu' elementari diritti umani.

Solo la scelta della nonviolenza invera la democrazia.

Solo la scelta della nonviolenza difende e promuove i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Solo la scelta della nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

 

13. FRA TRE SETTIMANE

 

Fra tre settimane, sabato 2 ottobre 2010, su iniziativa dell'Onu si celebrera' in varie parti del mondo la Giornata internazionale della nonviolenza, nell'anniversario della nascita di Mohandas K. Gandhi.

Sarebbe cosa bella, buona e giusta che anche in Italia in ogni citta', in ogni scuola, in ogni istituzione, in ogni centro d'aggregazione in cui vi siano persone di volonta' buona e di retto sentire si promuovessero iniziative di testimonianza e di sensibilizzazione, per la pace, la solidarieta', la difesa della biosfera.

In tre settimane e' possibile organizzare iniziative ovunque: iniziative modeste e chiare, iniziative limpide e coerenti, iniziative polifoniche ed accoglienti, iniziative che informino ed impegnino; ed e' questo l'appello che rivolgiamo a tutte le persone amiche della nonviolenza, a tutte le persone amiche dell'umanita'.

 

14. SEVERINO VARDACAMPI: UNA COSA DI SINISTRA

 

Non mi appassiona affatto la querelle tra Berlusconi e Fini: questo e quello per me pari sono; insieme al loro degno compare Bossi, sono i vertici dell'eversione dall'alto che negli ultimi vent'anni ha cercato di restaurare, mutatis mutandis, tanti aspetti di un altro funesto ventennio. Largamente riuscendosi, per nostra comune sventura.

Mi interessa invece molto la crisi del regime berlusconiano, nella sua accelerazione giunta forse a un nuovo fracasso, a un nuovo possibile punto di svolta, e forse di non ritorno.

E se vi fosse in Italia un pezzo di ceto politico in grado di rappresentare con un minimo di intelligenza la parte democratica ed antifascista della popolazione italiana - che e' tuttora maggioritaria anche se da anni ripetutamente subisce il dominio del governo golpista di una minoranza organizzata -, ebbene, il berlusconismo come macchina politica sarebbe gia' morto e sepolto dal 1996, o dal 2006. Invece.

*

Perche' questo e' il nocciolo della questione secondo il mio modesto punto di vista di vecchio dirigente della sinistra italiana del secolo scorso: che una ragionevole alleanza del fronte antifascista potrebbe sconfiggere il blocco berlusconiano per la terza volta, e difficilmente Berlusconi potrebbe dall'opposizione mantenere l'impunita' e tenere insieme la sua coalizione di fascisti, razzisti, mafiosi, prosseneti, corruttori e corrotti per un quinquennio ancora. Privati del potere politico, i malfattori e i golpisti dovranno prima o poi rispondere dei loro crimini nelle aule di giustizia.

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Ma il punto decisivo e' il seguente: che per ricostituire un'alleanza antifascista dignitosa occorre la presenza nell'agone politico - ed elettorale - di una sinistra decente. Una sinistra nonviolenta.

E questa sinistra dovrebbe avere due punti programmatici fondamentali: l'opposizione alla guerra assassina, l'opposizione al colpo di stato razzista.

Su tutto il resto e' possibile e finanche facile trovare accordi per costruire un'alleanza con il resto del fronte che almeno a parole si dichiara democratico e costituzionale, antifascista e antimafia: ma sull'opposizione alla guerra ed al colpo di stato razzista occorre un soggetto politico che abbia fatto la scelta della nonviolenza. Rompendo ogni ambiguita', uscendo da ogni subalternita'.

E la costruzione di questo soggetto politico non puo' essere delegata ai partiti che durante l'esperienza dei due governi Prodi si sono prostituiti al razzismo (la legge Turco-Napolitano che riapri' i campi di concentramento) e alla guerra (la guerra afgana che tuttora perdura).

Ed in tale compito non ci sono di aiuto neppure i cialtroni che pur proclamandosi amici della nonviolenza dal ceto politico razzista e guerrafondaio si sono lasciati comprare e corrompere.

Se una cosa serve oggi in Italia, e' la costruzione di un'autonoma presenza della nonviolenza organizzata nelle istituzioni, affrontando il confronto elettorale promuovendo persuasamente e necessariamente la coalizione antifascista, ma insieme presentando proprie autonome liste.

Il resto e' silenzio; o peggio: chiacchiericcio narcotico e complice.

*

Cosi' come nell'Ottocento il movimento delle oppresse e degli oppressi costrui' proprie organizzazioni di lotta sociale e politica; cosi' come nel secondo Novecento una nuova sinistra si oppose allo stalinismo per le ragioni che Rosa Luxemburg aveva indicato negli anni Dieci antivedendo gli sviluppi totalitari di tutti gli approcci rivoluzionari fondati su modelli e metodi autoritari e militaristi; cosi' come successivamente il femminismo e l'ambientalismo hanno aperto nuove prospettive di pensiero ed azione e relazione; oggi si pone la necessita' che la nonviolenza, ereditando, intrecciando e inverando secolari esperienze socialiste e libertarie, antirazziste ed internazionaliste, femministe ed ecologiste, divenga esperienza politica di solidarieta' e di liberazione, di inveramento dei diritti umani di tutti gli esseri umani e di difesa della biosfera, anche nelle forme specifiche di un cammino di piena valorizzazione delle istituzioni democratiche: e l'autonoma organizzazione politica - reticolare e plurale, reversibile e biodegradabile, ma organizzazione -, cosi' come la partecipazione diretta al confronto elettorale - costruita dal basso, in forme revocabili ed aperte, ma con un'autonoma esplicita presenza -, ne sono passaggi ineludibili.

Di questo, a me sembra, dovremmo urgentemente ragionare.

 

15. CON LA NONVIOLENZA

 

Come opporsi alla guerra? Con la nonviolenza.

Come impedire la devastazione della biosfera? Con la nonviolenza.

Come costruire relazioni di solidarieta'? Con la nonviolenza.

Come promuovere i diritti umani di tutti gli esseri umani? Con la nonviolenza.

*

Cosa e' la nonviolenza?

L'opposizione alla violenza e alla menzogna.

L'affermazione della dignita' di tutti gli esseri umani.

L'amore rispettoso e accudente per la vita ed il mondo.

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Facciamo del 2 ottobre, giornata internazionale della nonviolenza, un'occasione di riflessione e di azione comune.

Organizziamo ovunque possibile iniziative d'informazione, di coscientizzazione, di solidarieta', per la pace, i diritti umani di tutti gli esseri umani, la difesa della biosfera.

 

16. GIOBBE SANTABARBARA: UNA PAROLA DI PIERO MARONCELLI

 

Una riedizione delle Mie prigioni di Silvio Pellico mi ha offerto in questi giorni l'occasione della rilettura del capolavoro di uno degli eroi della mia studiosa infanzia.

E sospettando sempre delle ultime ristampe (la tecnologia migliora, ma l'attenzione redazionale e' sempre piu' labile, al punto che - roba da universi paralleli - una recente reimpressione dei Promessi sposi ometteva addirittura le fondamentali pagine dell'Introduzione con la trascrizione e il commento del "dilavato e graffiato autografo" dell'anonimo secentista il cui incipit per nostra consolazione tutti noi poveri vecchierelli sappiamo a memoria: "L'Historia si puo' veramente deffinire una guerra illustre contro il Tempo...") ho ripreso in mano per confronto polverosa la mia copia dell'amata tascabile edizione rizzoliana del 1953.

Rileggo l'Introduzione biografica stesa nel 1833 da Piero Maroncelli, di Pellico il sodale nella sventura e nella grandezza, ed a p. 19 (p. 35 della riedizione apparsa or non e' guari) vi trovo questa formulazione: "non-ripudio d'umanita'", che pare quasi una parola capitiniana ante litteram, ed una eccellente definizione della nonviolenza.

 

17. UNA GIORNATA PARTICOLARE

 

Il 2 ottobre, che l'Onu ha dichiarato Giornata internazionale della nonviolenza, e' certamente una giornata particolare.

Perche' nella generalita' delle giornate si assiste piuttosto all'orgia della violenza: guerre, ingiustizie, sopraffazioni, crimini e devastazioni indicibili che stanno mettendo in pericolo la civilta' umana e la biosfera.

*

Ma Mohandas Gandhi, della cui nascita il 2 ottobre ricorre l'anniversario, a chiunque ha voluto prestargli ascolto ha suggerito di ricambiare il male con il bene, ha suggerito che la violenza puo' essere efficacemente contrastata con la nonviolenza, ha suggerito proprio a te di essere tu il benefico cambiamento che vorresti vedere nel mondo.

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Facendo leva sulla Giornata internazionale della nonviolenza - e promuovendo quindi ovunque possibile il 2 ottobre iniziative di educazione, sensibilizzazione e solidarieta' nonviolenta - impegnamoci a persuadere via via sempre piu' persone che ogni giorno merita di essere la giornata della nonviolenza.

La nonviolenza e' in cammino.

La nonviolenza e' il cammino.

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

 

18. VERSO IL 2 OTTOBRE, GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA

 

Il 2 ottobre, che l'Onu ha dichiarato "Giornata internazionale della nonviolenza" nell'anniversario della nascita di Gandhi, impegnamoci a promuovere e sollecitare ovunque possibile - nelle scuole, nelle istituzioni, nei luoghi di incontro e di aggregazione - iniziative di accostamento alla nonviolenza.

 

19. INVITIAMO COMUNI E SCUOLE A CELEBRARE LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA ISTITUITA DALL'ONU

 

Il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, l'Onu ha istituito la Giornata internazionale della nonviolenza, proponendo che si svolgano ovunque iniziative di commemorazione e di impegno.

Chiediamo che in tutti gli enti locali ed in tutte le scuole d'Italia si svolgano iniziative.

A tal fine presentiamo di seguito due modelli di lettere ai Sindaci ed ai Dirigenti scolastici, pregando i lettori di utilizzarli sottoscrivendoli ed inviandoli all'amministrazione comunale ed alle scuole del proprio territorio.

 

20. JONES MANNINO COME EDUCATORE

 

Redigendo ahime' frettolosamente la breve notizia biografica che accompagnava ieri un intervento di Jones Mannino lo ho definito ricercatore sociale e docente.

Nella sua limpidezza ed intransigenza di persona di adamantina onesta' Jones mi ha scritto per chiedermi di rettificare. Mi scrive: "Caro Peppe, ti prego di rettificare la mia nota biografica. Non sono ricercatore, ne' docente, ne insegnante di alcunche'... Sono precario da dieci anni in una pubblica amministrazione regionale e impegnato nel sindacato per tirare fuori me stesso e le/i mie/i colleghi da questa frustrante condizione. Mi occupo di gestione di database statistici epidemiologici e sanitari regionali. Fin dagli anni '80 impegnato nei movimenti pacifisti (Comiso) e antinucleari, ambientalisti e antimafia e successivamente nei movimenti studenteschi post-pantera. Ho militato in numerose organizzazioni politiche di partito e di movimento e in diverse associazioni politico-culturali. Nel 2000 ho incontrato la riflessione dei gruppi maschili impegnati contro la violenza maschile sulle donne, l'omofobia, e i saperi e le pratiche politiche neutre-universali (maschili) e ho contribuito alla costruzione di una rete nazionale di tali gruppi. Nel 2001 ho partecipato alle giornate di Genova con il gruppo romano di azione diretta nonviolenta 'Brigata Molle'. Appassionato (da profano) alla storia orale ho collaborato alle attivita' del Circolo 'Gianni Bosio' di Roma e con ricercatori delle universita' di Palermo e Catania ho avuto la straodinaria possibilita' di partecipare a una lunga e approfondita ricerca di storia orale sulla strage di Portella della Ginestra. Nel 2006 ho promosso con altri uomini l'appello 'La violenza contro le donne ci riguarda: prendiamo la parola come uomini' e la nascita dell'associazione nazionale Maschileplurale. Dallo stesso anno faccio parte della redazione del sito www.maschileplurale.it Credo che diverse persone del circolo Bosio seguano il notiziario e non vorrei che qualcuno pensasse che mi faccio bello con il nome del circolo in un campo in cui il mio impegno (per altro sempre piu' ridotto al lumicino) non ha nulla di professionale".

*

Cosi' mi scrive questo eccellente amico, e le sue parole mi piace riportare poiche' gli fanno vieppiu' onore.

Ma devo insistere nella mia opinione: Jones Mannino e' anche un ricercatore sociale, cosi' come lo erano Danilo Montaldi e Danilo Dolci. Ed e' anche un educatore, certo alternativo, come lo e' stata Virginia Woolf, come lo e' stato Lorenzo Milani.

E l'esperienza di "Maschile plurale" in cui e' cosi' intensamente impegnato a me sembra, infatti, un rilevante esempio di ricerca-azione e un'intrapresa educativa profonda e necessaria; un'esperienza nitidamente nonviolenta perche' postasi e cresciuta alla scuola del femminismo, che della nonviolenza e' la corrente calda e il maggior inveramento storico.

 

21. LA GUERRA ASSASSINA

 

Uccide la guerra.

Ed uccide il razzismo.

Cosa si aspetta a far cessare la partecipazione militare italiana alla mostruosa guerra afgana? Cosa si aspetta a impegnare il nostro paese per la pace che salva le vite, contro la guerra che le vite sopprime?

E cosa si aspetta ad impegnarsi contro il colpo di stato razzista?

Cosa si aspetta a difendere la dignita' e i diritti di ogni essere umano?

Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

22. ADESIONE ALLA GIORNATA DELL'ONU PER LA NONVIOLENZA

 

Il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo aderisce alla Giornata internazionale della nonviolenza indetta dall'Onu per il 2 ottobre nell'anniversario della nascita di Gandhi.

La scelta della nonviolenza deve presiedere alle relazioni tra gli esseri umani e tra gli esseri umani e la natura.

Il messaggio di Gandhi e delle innumerevoli altre persone che nel corso della storia umana hanno praticato la nonviolenza a beneficio dell'umanita' e del mondo e' di ispirazione per ogni persona di volonta' buona e di retto sentire, e puo' e deve diventare la base necessaria di una politica condivisa della comunita' internazionale degli stati e dei popoli che ripudi la guerra e le devastazioni ed inveri l'impegno fondante della civilta' umana: la solidarieta' che tutte e tutti raggiunge, l'affermazione della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani, il rispetto per la vita, la salvaguardia della biosfera unica casa comune dell'umanita' intera.

 

23. INSISTENZE

 

Opporsi alla guerra assassina.

Cessi la partecipazione militare italiana alla scellerata guerra afgana. Si adoperi l'Italia per la costruzione della pace con mezzi di pace, per la smilitarizzazione dei conflitti, per il disarmo.

Solo la pace salva le vite. Vi e' una sola umanita'.

*

Opporsi al colpo di stato razzista.

Insorga il popolo italiano contro le criminali e criminogene misure hitleriane del governo golpista che stanno provocando sofferenze inaudite a viaggianti e migranti.

Insorga il popolo italiano con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Per la legalita' costituzionale, per la civilta' giuridica, per l'umanita' che e' una.

*

Solo la nonviolenza invera il diritto, solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.

 

24. INSORGERE OCCORRE CONTRO IL COLPO DI STATO RAZZISTA, INSORGERE OCCORRE CONTRO LA GUERRA ASSASSINA

 

 

 

Tre volte voglio ripeterlo.

 

Insorgere occorre contro il colpo di stato razzista, insorgere occorre contro la guerra assassina.

 

Insorgere occorre contro il colpo di stato razzista, insorgere occorre contro la guerra assassina.

 

Insorgere occorre contro il colpo di stato razzista, insorgere occorre contro la guerra assassina.

 

*

 

Insorgere: con la scelta della nonviolenza, con la forza della verita'.

 

Insorgere: per affermare la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani, in primo luogo il diritto a non essere uccisi.

 

"Insorgere per risorgere": era il motto di "Giustizia e liberta'". Insorgere oggi: vi e' una sola umanita'.

 

 

 

25. IL REGIME

 

Il regime del colpo di stato razzista. Il criminale regime del colpo di stato razzista.

Il regime della guerra assassina. Il criminale regime della guerra assassina.

Il regime della corruzione. Il criminale regime della corruzione.

Cosa si attende ancora a insorgere, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza?

Cosa si attende ancora a insorgere, con la forza della legalita', contro il bivacco dei manipoli fascisti e mafiosi?

Cosa si attende ancora a insorgere, per difendere la Costituzione della Repubblica Italiana, per difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani?

 

26. IL CRIMINALE REGIME DELLA GUERRA E DEL COLPO DI STATO RAZZISTA

 

Prosegue la guerra in Afghanistan, strage dopo strage. E continua l'illegale partecipazione militare italiana a quel crimine. E continua il silenzio, quindi la complicita' con quel crimine, della popolazione italiana e delle sue rappresentanze politiche. Quando basterebbe rispettare l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana che la partecipazione italiana a quel crimine contro l'umanita' proibisce. Diciamolo una volta ancora: cessi immediatamente la partecipazione militare italiana alla guerra afgana, e si adoperi l'Italia contro la guerra e contro le stragi, per la pace con mezzi di pace, per la pace che salva le vite; si torni immediatamente alla legalita' costituzionale, all'ordinamento democratico e repubblicano, alla civilta' giuridica, al rispetto dell'umanita'.

E perdura in Italia la persecuzione razzista, il colpo di stato razzista, l'hitlerismo al governo. Nella sostanziale generalizzata indifferenza, e quindi nella effettuale complicita', della popolazione italiana e delle sue rappresentanze politiche. Quando basterebbe rispettare gli articoli 2, 3, 4, 8 e 10 della Costituzione della Repubblica Italiana che alla barbarie razzista e schiavista esplicitamente ed intransigentemente si oppongono. Diciamolo una volta ancora: siano immediatamente abrogate le misure criminali e criminogene del colpo di stato razzista, e torni l'Italia al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani, torni l'Italia ad essere uno stato di diritto; si torni immediatamente alla legalita' costituzionale, all'ordinamento democratico e repubblicano, alla civilta' giuridica, al rispetto dell'umanita'.

La pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani: meritano un'insurrezione nonviolenta contro il barbaro regime assassino e razzista.

La pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani: meritano un'insurrezione nonviolenta per il ripristino della legalita' costituzionale.

 

27. ANCORA NO AL CRIMINE E ALLA FOLLIA NUCLEARE

 

Come preparazione e invito all'incontro che si svolgera' la sera del 30 settembre a Viterbo, presso il centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" in strada Castel d'Asso snc, ci permettiamo di riproporre ancora una volta alcune semplici riflessioni.

*

Il presidente del Consiglio dei ministri italiano insiste nel dichiarare la volonta' di realizzare centrale nucleari in Italia, condendo questo diktat con le consuete gravi mistificazioni e omissioni, e ricantando la medesima ipnotica e narcotica canzoncina di chi ci voleva imporre il crimine e la follia nucleare negli anni '70 e '80.

*

Sara' consentito a chi gia' negli anni Settanta ed Ottanta a quel crimine e a quella follia si oppose, di replicare brevemente sul piano della verita' effettuale.

1. La crisi energetica ed ecologica puo' essere risolta solo promuovendo la valorizzazione delle fonti rinnovabili con tecnologie pulite e sicure.

2. Le centrali nucleari sono esposte ad incidenti come tutte le opere umane; quel che fa la differenza sono le conseguenze degli eventuali incidenti: si rompe un pannello solare e non muore nessuno; c'e' un guasto in una centrale atomica e mezza Europa ne subisce le terrificanti conseguenze (come accadde dopo il disastro di Cernobyl).

3. Le centrali nucleari sono anche esposte ad attentati con effetti letali incalcolabili: il che rende necessaria una vasta militarizzazione del territorio a fini di sorveglianza, che tuttavia per quanto capillare, soffocante e preventivamente repressiva possa essere, resterebbe sempre insufficiente poiche' dopo l'11 settembre 2001 l'intera umanita' sa che la criminale follia terrorista e' in grado di colpire ovunque provocando stragi immani.

4. Il problema delle scorie e' semplicemente irrisolvibile.

5. Il legame tra nucleare civile e nucleare militare e' chiarissimo e indiscutibile (la controversia tra gli Stati Uniti d'America e l'Iran lo dimostra inconfutabilmente). Il nucleare civile favorisce il riarmo atomico, mentre l'umanita' ha tra i suoi obiettivi primari di smantellare gli arsenali e fermare la proliferazione degli armamenti nucleari.

6. Molti altri argomenti possono addursi per contestare e contrastare l'insensata, illecita e pericolosissima scelta nucleare; ma basteranno questi, elementari, evidenti, inconfutabili.

*

Uno dei piu' grandi pensatori morali del XX secolo, Hans Jonas, ha argomentato in modo definitivo contro il delirio nucleare, e cosi' un altro grande pensatore che e' stato maestro di rigore intellettuale ed impegno civile a molti, Guenther Anders.

Per cogliere le dimensioni etiche, politiche e finanche gnoseologiche fondamentali della questione suggeriremmo al presidente del Consiglio dei ministri di leggere di Hans Jonas, Il principio responsabilita', edito da Einaudi; e di Guenther Anders le sue Tesi sull'eta' atomica, ripubblicate in opuscolo per le cure del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo.

Se poi il capo del governo volesse anche cogliere le dimensioni umane e conoscere dalla viva voce delle vittime e dei sopravvissuti gli esiti della scelta atomica, legga il terribile reportage di Svetlana Aleksievic, Preghiera per Cernobyl, pubblicato in Italia dalle Edizioni e/o.

E mediti.

 

28. LA NONVIOLENZA E' PLURALE, APERTA, INFINITA

 

Se una cosa emerge lampante dalla serie di interviste condotte da Paolo Arena e Marco Graziotti sulla nonviolenza oggi in Italia - se non vado errato oltre cento ne abbiamo gia' pubblicate in questi tre mesi, altre ancora ne pubblicheremo nei prossimi giorni, ed a tutte le persone che hanno partecipato e parteciperanno a questa "autoanalisi popolare" rivolgiamo il piu' sincero e sentito dei ringraziamenti - e' che la nonviolenza e' plurale, aperta, infinita: che ogni persona che sceglie la nonviolenza lo fa con motivazioni, percorsi, ragionamenti, percezioni, sensazioni, sentimenti, aperture, espressioni sue proprie; che ogni persona che sceglie la nonviolenza apporta al suo inveramento storico un contributo originale, prezioso, illuminante.

E' questo colloquio corale (per usare una formula capitiniana), e' questa polifonia, questa concreta incarnazione che varia da persona a persona, e da persona a persona vibra, ed ogni persona dispone all'incontro dell'infinita differenza altrui e della comune necessaria convivenza, a fare della nonviolenza una scelta di autonomia e di solidarieta', di giustizia e liberta', di lotta e di ascolto, di verita' che riconosce, accudisce e salva.

Per questo la nonviolenza - la nonviolenza femminile e plurale, la nonviolenza in cammino, la nonviolenza iridescente e nutriente, la nonviolenza "storia dei nostri esperimenti con la verita'", la nonviolenza che incessantemente lotta contro la violenza e la menzogna, la nonviolenza dialettica e dialogica, la nonviolenza dei volti e delle voci che chiedono e recano aita -, e' una grande ricchezza per l'umanita'. E una grande speranza.

 

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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XII)

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 61 del 2 marzo 2011

 

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