Archivi. 58
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- Date: Sun, 27 Feb 2011 08:56:44 +0100 (CET)
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XII)
Numero 58 del 27 febbraio 2011
In questo numero:
1. Alcuni estratti dai "Telegrammi della nonviolenza in cammino" di giugno 2010
2. Contro la guerra e contro il razzismo, occorre la scelta della nonviolenza
3. Una strage
4. Questo orrore
5. Il 2 giugno contro la guerra e contro il razzismo
6. Sempre
7. Contro la guerra, gli eserciti, le armi
8. Contro il razzismo
9. Dopo la strage, la nonviolenza
10. L'unico modo di opporsi alla guerra e al razzismo
11. La via
12. Alcune parole dette in memoria di Alfio Pannega nel trigesimo della scomparsa
13. Il disarmo e la solidarieta'
14. Non uccidere
15. Per l'acqua bene comune e diritto umano
16. I due primi doveri
17. Opporsi alla guerra assassina ed al colpo di stato razzista
18. Contro la guerra e contro il razzismo
19. Non si dovrebbe
20. Contro la guerra e contro il razzismo con la forza della nonviolenza
21. Parlare d'altro
22. L'opposizione integrale alla guerra, l'opposizione integrale al colpo di stato razzista
23. La pace e la dignita'
24. Ridurre il trasporto aereo, ridurre l'automobilismo privato
25. Fermare le stragi e le persecuzioni
26. In breve
27. Tre anni di menzogne, deliri e mascalzonate
28. Erasmo Annibale Carsolari: Righe interrotte in memoria di Corso Salani, cineasta, militante
29. Sciopero
30. Per Enzo Tiezzi
31. Contro la guerra e contro il razzismo
32. Contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni
1. MATERIALI. ALCUNI ESTRATTI DAI "TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO" DI GIUGNO 2010
Riproponamo alcuni estratti dai "Telegrammi della nonviolenza in cammino" di giugno 2010.
2. CONTRO LA GUERRA E CONTRO IL RAZZISMO, OCCORRE LA SCELTA DELLA NONVIOLENZA
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
3. UNA STRAGE
Provo a dire il mio orrore col minor numero di parole possibile.
Un commando armato della marina militare israeliana ha assalito in acque internazionali un convoglio di imbarcazioni che recavano aiuti umanitari alla popolazione di Gaza. Ha ucciso delle persone. Ha sequestrato le imbarcazioni ed i superstiti.
E' stato commesso un atto di pirateria. E' stata commessa una strage. E' stato commesso un illecito sequestro di beni e un rapimento di persone. La marina militare dello stato di Israele ha commesso un crimine atroce e insensato.
*
Nelle successive dichiarazioni di personalita' rappresentative dello stato di Israele si sostengono, se ben intendo, tre cose: a) che le vittime dell'arrembaggio resistevano all'aggressione; b) che sulle imbarcazioni c'erano delle armi; c) che tra gli aggrediti vi erano sostenitori di Hamas.
In merito vorrei osservare che: a) resistere a un'aggressione e' diritto di ogni persona aggredita; b) anche se vi fossero state armi sulle imbarcazioni cio' comunque non giustifica ne' un atto di pirateria in acque internazionali ne', tantomeno, una strage; c) il fatto di essere sostenitori di Hamas (organizzazione che ritengo criminale, razzista e fascista, come - mutatis mutandis - la Lega Nord in Italia) non puo' essere un motivo per essere assassinati.
*
Sono un antifascista: mi sta a cuore l'esistenza dello stato di Israele e mi sta a cuore l'esistenza di uno stato palestinese. Uno stato di Israele libero, sicuro, democratico. Uno stato di Palestina libero, sicuro, democratico.
Sono un antifascista: come ci ha insegnato il nostro comune maestro Rene' Cassin occorre difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Sono un antifascista: la guerra e' nemica dell'umanita', il terrorismo e' nemico dell'umanita'.
Vi e' una sola umanita'.
4. QUESTO ORRORE
Questo orrore della strage di civili compiuta in acque internazionali dalla marina militare di Israele.
Questo orrore del colpo di stato razzista in Italia.
Questo orrore della partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan.
Questo orrore delle infinite dittature mafiose, fasciste, razziste, maschiliste e patriarcali.
Questo orrore delle innumerevoli guerre neppure piu' dichiarate, senza nome, senza senso.
Questa oscena carneficina.
*
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Solo la nonviolenza.
L'umanita'.
5. IL 2 GIUGNO CONTRO LA GUERRA E CONTRO IL RAZZISMO
Il 2 giugno e' la festa della Repubblica Italiana che ripudia la guerra. Cessi quindi la partecipazione italiana alla guerra afgana.
Il 2 giugno e' la festa della Repubblica Italiana che riconosce i diritti umani di tutti gli esseri umani. Cessi quindi la criminale persecuzione razzista.
Il 2 giugno si ricordi che le armi uccidono e che occorre fare la scelta del disarmo.
Il 2 giugno si ricordi che vi e' una sola umanita' e che ad ogni essere umano va recato soccorso da parte di tutti gli altri esseri umani.
Solo la scelta della nonviolenza invera il patto scritto nella Costituzione della Repubblica Italiana.
6. SEMPRE
Alla guerra occorre opporsi sempre.
Sempre occorre opporsi alle stragi.
Al razzismo occorre opporsi sempre.
Sempre occorre opporsi alle persecuzioni.
7. CONTRO LA GUERRA, GLI ESERCITI, LE ARMI
Se si ritiene che le vite umane abbiano un valore, si dovrebbe convenire sul fatto che sopprimerle e' un crimine ingiustificabile.
Ne discende che guerre, eserciti ed armi, in quanto finalizzati alla commissione del crimine della soppressione di vite umane, devono essere aboliti.
Pace, smilitarizzazione e disarmo: sono i primi passi da compiere affinche' prevalga la civilta' umana fondata sul rispetto del primo diritto umano, il diritto a non essere uccisi.
8. CONTRO IL RAZZISMO
Vi e' una sola umanita'.
9. DOPO LA STRAGE, LA NONVIOLENZA
Dopo la strage compiuta dalla marina militare israeliana, cosa resta?
Resta la nonviolenza.
Resta l'evidenza che solo la nonviolenza puo' proteggere, liberare, riconciliare, salvare l'umanita'.
Solo la nonviolenza.
10. L'UNICO MODO DI OPPORSI ALLA GUERRA E AL RAZZISMO
E' la nonviolenza. La lotta la piu' nitida e la piu' intransigente contro tutte le oppressioni e le menzogne.
E' la nonviolenza. La lotta che muove dal principio che ogni vita umana e' un valore infinito.
E' la nonviolenza. La lotta di liberazione che nella liberazione include l'umanita' intera.
E' la nonviolenza. La nonviolenza in cammino.
11. LA VIA
La nonviolenza e' la via.
12. ALCUNE PAROLE DETTE IN MEMORIA DI ALFIO PANNEGA NEL TRIGESIMO DELLA SCOMPARSA
[Le parole che seguono costituiscono la trama delle considerazioni svolte a braccio (e qui sommariamente ricostruite a memoria quasi una settimana dopo) il 30 maggio 2010 presso il centro sociale autogestito "Valle Faul" ricordando Alfio Pannega nel trigesimo della scomparsa; ad esse si accompagnava il riferimento ad alcuni canti della Divina Commedia, particolarmente cari al cuore di Alfio che ne era un appassionato e fine dicitore. Questa rievocazione faceva seguito alla consumazione di un pasto in comune durante una riunione simposiale degli amici (tra gli altri, ed ovviamente, Luciano Bernabei, Osvaldo Ercoli...), e fungeva da introduzione alla lettura di alcune luminose poesie ed alcune memorialistiche riflessioni estratte dal libro di Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io (Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010), lettura poi effettuata da Antonello Ricci e da Michela e Pietro Benedetti, Olindo Cicchetti, Sara Grimaldi, del gruppo teatrale de "La banda del racconto". Dopo la lettura-recitazione delle sue parole l'omaggio ad Alfio Pannega e' proseguito con il consueto incontro del seminario domenicale di accostamento alla nonviolenza - cui Alfio aveva sempre attivamente partecipato - e con una conclusiva performance musicale.
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi fa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti. Un piu' ampio ricordo - una sintesi dell'orazione funebre alle esequie del primo maggio 2010 - e' nel n. 179 dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino"]
1. Dall'emarginazione sociale al protagonismo politico
Alfio Pannega, ben lo sappiamo noi che oggi siamo qui convenuti per ricordarlo ancora, fino alla fine dei suoi giorni non e' mai stato un oggetto passivo dell'altrui azione, ma un soggetto attivo, originale e creativo, una figura esemplare della vita sociale, culturale, civile e politica di Viterbo.
E bastera' ricordare il suo orgoglioso ed energico antifascismo, la sua persuasa militanza nel movimento dei lavoratori contro lo sfruttamento e l'ingiustizia, la sua intensa e feconda partecipazione alle lotte per la pace e contro il razzismo, contro l'emarginazione e per i diritti sociali, in difesa dell'ambiente e della democrazia (e tra le sue piu' recenti splendide lotte civili ricordiamo la sua partecipazione fin dalla fondazione al movimento contro il mega-aeroporto e in difesa del Bulicame, la sua ultima grande lotta per il diritto alla casa).
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2. Alfio Pannega e il centro sociale, una storia d'amore
Alfio Pannega e' sempre stato inserito nella vicenda della Viterbo popolare e resistente, ma e' stata la nascita del centro sociale che ne ha suscitato e inverato il passaggio da una condizione di dura emarginazione sociale al pieno, incisivo protagonismo politico, e ne ha rivelato a tutta la citta' la vocazione di educatore, l'originale e profondo magistero pedagogico.
Il centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" e' stato il luogo, il contesto, la comunita' in cui Alfio ha potuto finalmente pienamente valorizzare ed esercitare le sue molte virtu' di maestro di vita e di compagno di lotte, di memoria profonda e di utopia incarnata, di guida comprensiva e generosa, di persona ironica e misericorde; ed Alfio a sua volta ha caratterizzato il centro sociale costituendone il peculiare punto di riferimento. Alcune delle scelte maggiormente caratterizzanti dell'esperienza di questo centro sociale, come quella della nonviolenza, sono anche il frutto della sua presenza, del suo apporto di intelligenza e saggezza, di esperienza e benignita'.
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3. Tre caratteristiche
Tre caratteristiche di Alfio Pannega vorrei ora sottolineare, usando come termine di riferimento tre canti danteschi, di quel Dante che amava declamare a memoria e che recava nello scrigno del suo animo come un tesoro prezioso e incandescente.
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4. La virtu' della compassione
La compassione verso tutti i sofferenti, l'indignazione per tutte le ingiustizie, l'impegno inesauribile per la solidarieta', la verita', la giustizia.
E del suo amato Dante prediligeva declamare a memoria il canto del conte Ugolino, il XXXIII dell'Inferno, il canto del dolore piu' atroce e della pieta' piu' profonda.
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5. L'amore per la vita, per il mondo reale
Aveva una visione lucreziana e leopardiana della vita, sobria ed eroica, mai astratta e mai sacrificale, ma sempre accudente e responsabile.
Un amore profondo per il mondo, per la vita, per tutti gli esseri viventi che amorevolmente, empaticamente conosceva, per l'umanita' come realmente e'; senza alcuna illusione, senza nascondersi il dolore, la sofferenza, lo scacco, la miseria, ma insieme con l'orgoglio di fare la cosa buona, la cosa giusta, di amare ed aiutare senza riserve, con assoluta generosita'.
E qui sovviene il canto X dell'Inferno dantesco, quello di Farinata e di Cavalcante, dell'eroismo che si prolunga "com'avesse l'inferno a gran dispitto" e dello strazio infinito per ogni altrui sofferenza.
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6. Un amore sconfinato per il sapere e la virtu'
Ed aveva un amore sconfinato per il sapere che e' fondamento del ben operare. Volonta' orientata verso la conoscenza e la virtu', in una rigorosa e avventurosa ricerca della verita' e della condivisione.
A lui piu' che a ogni altra persona si addiceva come motto quel distico dell'"orazion picciola" del XXVI canto dell'Inferno, il canto di Ulisse, che suona "Fatti non foste a viver come bruti / ma per seguir virtute e canoscenza". La virtu', senza la quale la conoscenza e' vana; e la conoscenza, senza la quale la virtu' e' cieca.
Nella lectio magistralis tenuta pochi mesi fa alla Sala Regia di Palazzo dei Priori, sede del Comune di Viterbo, conclusa poi con quel gesto fiero e luminoso, magnifico e sublime del rifiuto di un'onorificenza finche' non fosse stato rispettato il diritto, ai giovani studenti delle scuole medie li' convenuti ad ascoltarlo (in una tensione ed un entusiasmo che molto lo conforto') Alfio indico' lo studio, l'accostamento al sapere, come primo dovere, come prassi di solidarieta' e di liberazione; un dovere non avulso dagli altri, ma fondativo del ben operare, dell'azione buona perche' consapevole, perche' solidamente basata su una adeguata conoscenza, comprensione, interpretazione, riflessione, scelta. Esortando quei giovanissimi allo studio, Alfio Pannega testimoniava una volta ancora: recando ad esempio la sua medesima vicenda di persona dalla vita travagliata, vissuta sempre in dignitosa, eroica poverta', ed insieme sempre generosa, e sempre generosa perche' ricca di quell'amore del vero profondamente inteso, di quella sapienza del giusto intimamente sentito, di quell'esperienza del bene auteticamente compiuto, in cui consiste la sola comune saggezza, la sola condivisa salvezza dall'oceano del dolore in cui ogni vita e' naufraga.
*
7. Due immagini, una persona
E poiche' mi capita sovente di veder tutte le cose e le vicende lacerarsi in due e solo raramente e faticosamente ricomporsi in una, vorrei aggiungere infine che, ancora una volta, anche in questo caso, vi sono due immagini di Alfio Pannega nella memoria dei viterbesi.
L'una, falsa, e' quella stereotipata, puerile, di figurina pittoresca, personaggio folklorico, un'immagine ridotta a caricatura, a macchietta; di rovina archeologica e mummificato monumento, di enigmatico residuo e patetico relitto di una oleografica Viterbo del passato, remota e inattingibile, ormai ridotta a frammenti e frantumi, a favola e nuvola.
Ma questa e' solo un'immagine fittizia, una scorza svuotata, un fantasma ed un'allucinazione. Alfio non era questo.
Ma e' sintomatico che taluni che pur pretendono di averlo conosciuto ne ricordino solo il lavoro umile e faticoso ed al piu' pochi motti burberi e frizzanti, tramandati di bocca in bocca. Costoro credono di conoscere Alfio, ma non lo hanno mai ascoltato, non si sono mai veramente accostati a lui da persona a persona, come eguali. Costoro hanno avuto nei suoi confronti un atteggiamento nella migliore delle ipotesi scioccamente ed arrogantemente paternalista, ed hanno perso cosi' un'occasione unica di arricchimento spirituale.
Perche' c'e' un'altra memoria e un'altra immagine di Alfio, la memoria e l'immagine dell'Alfio reale, concreto, persona poliedrica e colta, sapiente di infinite esperienze ed inesausto studiare, maestro di vita che insegnava la responsabilita', il prendersi cura degli altri, la condivisione di tutto, l'amore per la vita, l'incontro fraterno con tutti.
Noi che abbiamo avuto la fortuna di conoscerlo lo ricorderemo e lo onoreremo e lo testimonieremo sempre come veramente era: una persona buona come il pane, luminosa come le stelle.
E qualche scintilla della sua generosita', della sua sapienza, della sua saggezza, risplendera' ora ancora nella lettura delle sue poesie.
13. IL DISARMO E LA SOLIDARIETA'
Al crimine della guerra occorre opporre la pace e il disarmo, la difesa intransigente della vita e della dignita' di ogni essere umano.
Al crimine del razzismo occorre opporre la difesa di tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani e la solidarieta' che tutti gli esseri umani raggiunge, riconosce, soccorre.
14. NON UCCIDERE
E' tutto qui.
A tutte le uccisioni opponiti sempre.
A tutte le persecuzioni opponiti sempre.
A tutte le umiliazioni opponiti sempre.
A tutte le violenze opponiti sempre.
A tutti gli oppressi e i bisognosi reca aiuto.
E' tutto qui.
15. PER L'ACQUA BENE COMUNE E DIRITTO UMANO
E' necessario opporsi alla scandalosa mercificazione dell'acqua ed alla scellerata privatizzazione coatta dei servizi idrici.
L'acqua e' indispensabile per la vita: e l'accesso all'acqua e' un diritto, non una merce.
L'acqua e' un bene comune, e l'accesso all'acqua e' un diritto umano.
Privatizzare l'acqua e' come privatizzare l'aria. E' come negare il diritto di ogni essere umano alla vita.
*
E' quindi necessario sostenere il referendum promosso da un vasto arco di movimenti democratici contro la privatizzazione dell'acqua.
16. I DUE PRIMI DOVERI
Opporsi alla guerra assassina.
Opporsi al colpo di stato razzista.
*
Difendere la vita, la dignita', i diritti umani di tutti gli esseri umani.
17. OPPORSI ALLA GUERRA ASSASSINA ED AL COLPO DI STATO RAZZISTA
E' diritto e dovere di ogni persona decente.
Ogni vita umana e' un valore infinito.
18. CONTRO LA GUERRA E CONTRO IL RAZZISMO
Con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.
Per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
19. NON SI DOVREBBE
Non si dovrebbe guardare la televisione. E non si dovrebbe prestar attenzione al calcio. Ne' esser corrivi ai riti della societa' dello spettacolo.
Ma la serata musicale di apertura dei mondiali di calcio in Sudafrica e' iniziata con "Pata pata", la canzone simbolo dell'indimenticabile Miriam Makeba, l'eroica lottatrice antirazzista che venne a morire in Italia sulla barricata di Castel Volturno per chiamarci alla lotta ad un tempo contro il razzismo e contro la camorra.
E quando ha parlato il nostro fratello e compagno e maestro Desmond Tutu, con la travolgente sua passione, ricordando al mondo che tutti gli esseri umani sono una sola umanita', un'umanita' che e' nata in Africa, per cui siamo tutti africani, anche il vecchio catafratto comunardo che scrive queste righe fino alle lacrime si commuove.
Ma asciugale queste lacrime, e continua la lotta, qui, adesso: contro il colpo di stato razzista nel nostro paese; contro la partecipazione italiana alla guerra afgana; per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
20. CONTRO LA GUERRA E CONTRO IL RAZZISMO CON LA FORZA DELLA NONVIOLENZA
Occorre contrastare la guerra assassina, la guerra crimine dei crimini.
Occorre contrastarla con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, con la rivendicazione nitida e intransigente della dignita' e dei diritti di ogni essere umano.
Occorre contrastare il colpo di stato razzista, l'hitlerismo che torna.
Occorre contrastarlo con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, con la rivendicazione nitida e intransigente della dignita' e dei diritti di ogni essere umano.
21. PARLARE D'ALTRO
Cosi' funziona il sistema dei mass-media della societa' dello spettacolo. Cosi' funziona il sistema di potere del regime della corruzione. Cosi' funziona la costruzione del consenso nella struttura del sempreuguale e del sempreiniquo. Cosi' funziona questa dittatura di classe che totalitariamente si pretende mondo senza alternative. Che si parla sempre d'altro, e mai di cio' che veramente conta.
Noi invece vogliamo parlare della guerra assassina e del dovere di ogni essere umano decente di contrastarla.
Noi invece vogliamo parlare del colpo di stato razzista e del dovere di ogni essere umano decente di contrastarlo.
Noi invece vogliamo parlare dei rapporti di produzione e di proprieta' e del dovere di ogni essere umano decente di contrastare un modello di sviluppo e un'organizzazione della societa' e delle relazioni tra le persone e tra i popoli e tra l'umanita' e la natura che sta distruggendo la biosfera, i diritti umani di tutti gli esseri umani, la civilta'.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
E l'ora della lotta e' adesso.
22. L'OPPOSIZIONE INTEGRALE ALLA GUERRA, L'OPPOSIZIONE INTEGRALE AL COLPO DI STATO RAZZISTA
"Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del Movimento Nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli".
*
E' il testo integrale della "carta" del Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini. Che ogni giorno viene riprodotta in questo notiziario. Un documento e un appello che almeno noi prendiamo sul serio.
Ed in questi tempi in cui l'Italia - ormai da un decennio - prende illegalmente parte alla scellerata guerra afgana, in questi tempi in cui in Italia e' stato commesso - ormai da un anno - un abominevole colpo di stato razzista, almeno noi non cessiamo di chiamare ogni persona di volonta' buona e di retto sentire ad insorgere contro la guerra assassina, ad insorgere contro il colpo di stato razzista, ad insorgere con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, in difesa della Costituzione della Repubblica Italiana, in difesa della legalita' democratica, in difesa della civilta' giuridica, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa dell'unica umanita' di cui tutte e tutti facciamo parte.
23. LA PACE E LA DIGNITA'
Senza pace e senza riconoscimento della dignita' umana non vi e' civile convivenza, ma oppressione e barbarie.
Opporsi occorre quindi sempre e sempre alla guerra assassina, nemica dell'umanita'.
Opporsi occorre qui e adesso altresi' al colpo di stato razzista che nega la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Un'insurrezione nonviolenta occorre, contro la guerra e contro il razzismo, per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
24. RIDURRE IL TRASPORTO AEREO, RIDURRE L'AUTOMOBILISMO PRIVATO
Per contrastare il surriscaldamento del clima e la catastrofe dell'inquinamento globale occorrono scelte precise. Tra esse la riduzione del trasporto aereo e la riduzione dell'automobilismo privato.
E poiche' vi sono aree del mondo in cui sara' necessario nell'interesse dell'umanita' ovvero per il riconoscimento e la promozione e salvaguardia dei diritti umani di tutti gli esseri umani accrescere nell'immediato e nel medio periodo la disponibilita' dell'uno e dell'altro, a maggior ragione la riduzione deve essere consistente qui, nella parte piu' industrializzata e consumista del pianeta, dove massimo e' l'abuso.
Ed occorre insieme l'azione delle rappresentanze istituzionali democratiche e la modificazione degli stili di vita delle comunita' e delle persone: scelte di sobrieta', di semplicita' volontaria, di piu' profondo sentire e sapere, di responsabilita' per il bene comune.
Per questo sono cosi' decisive le iniziative contro nuovo dissennati mega-aeroporti, contro l'ampliamento dei sedimi aeroportuali esistenti, per la riduzione del trasporto aereo tout court.
Per questo sono cosi' decisive le iniziative contro nuove autostrade, contro ulteriori cementificazioni del territorio, contro l'incremento dell'automobilismo privato.
E per questo sono cosi' decisive le iniziative per la pedonalizzazione dei centri abitati, per la diffusione delle biciclette, per il trasporto pubblico e per le ferrovie, per un modello di mobilita' e un modello di sviluppo sostenibili e rispettosi dell'ambiente e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Avere a cuore la biosfera, avere a cuore il diritto delle generazioni future a un mondo vivibile, significa avere a cuore la dignita' umana propria e di tutti, avere a cuore la civilta' umana e il suo futuro.
25. FERMARE LE STRAGI E LE PERSECUZIONI
Per fermare le stragi e le persecuzioni qui e adesso in primo luogo due azioni occorrono.
Opporsi alla guerra afgana e far immediatamente cessare la partecipazione italiana ad essa: la guerra e' sempre assassina, la guerra e' sempre nemica dell'umanita'.
Opporsi al colpo di stato razzista in Italia, ed ottenere l'immediata abrogazione dell'incostituzionale legge 94/2009 e di tutte le altre misure razziste, schiaviste, squadriste imposte da un ceto politico hitleriano: difendere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani e' il primo dovere di ogni essere umano.
26. IN BREVE
Per dirla in breve: dobbiamo opporci alla guerra: e quindi qui e adesso dobbiamo innanzitutto far cessare la partecipazione italiana alla guerra afgana; e tornare al rispetto dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana.
E inoltre: dobbiamo opporci al colpo di stato razzista: e quindi qui e adesso dobbiamo innanzitutto ottenere l'abrogazione della legge 94/2009 e delle altre misure razziste imposte nel nostro paese dai governi susseguitisi negli ultimi decenni; e tornare al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
In breve: facciamo queste due cose, il resto sara' facile.
27. TRE ANNI DI MENZOGNE, DELIRI E MASCALZONATE
Negli ultimi anni tanta parte del ceto politico viterbese ha ingannato la popolazione sostenendo che il rimedio per tutti i mali dell'Alto Lazio era nella realizzazione di un mega-aeroporto nel cuore dell'area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame.
Un'idea semplicemente insensata: come voler abbattere il Colosseo per realizzarvi un centro commerciale.
Ma un'idea intorno a cui una lobby speculativa di affaristi e carrieristi senza scrupoli ha costruito una propaganda subdola e forsennata, al cui amo tanti deboli, tanti insipienti, tanti irresponsabili hanno abboccato.
E su questa idea insensata pressoche' tutto il ceto politico locale ha costruito dal 2007 ad oggi campagne elettorali e promesse clientelari, ha corrotto le coscienze ed ottenebrato le intelligenze di molti.
Senonche' alle menzogne dei farneticanti e dei mascalzoni si contrappone la dura replica della realta'.
E la realta', per dirla in breve e per ripetere ancora una volta una riflessione condivisa da ogni viterbese onesto, e' che la realizzazione di un mega-aeroporto nella preziosa area naturalistica, archeologica e termale del Bulicame di dantesca memoria, un'area di immenso pregio ambientale, culturale e terapeutico, e a ridosso di popolosi quartieri della citta', avrebbe come immediate conseguenze lo scempio dell'area del Bulicame e dei beni ambientali e culturali che vi si trovano; la devastazione dell'agricoltura della zona circostante; l'impedimento alla valorizzazione terapeutica e sociale delle risorse termali; un pesantissimo inquinamento chimico, acustico ed elettromagnetico di grave nocumento per la salute e la qualita' della vita della popolazione locale; il collasso della rete infrastrutturale dell'Alto Lazio, territorio gia' gravato da pesanti servitu'; uno sperpero colossale di soldi pubblici; una flagrante violazione di leggi italiane ed europee e dei vincoli di salvaguardia presenti nel territorio.
E non c'e' bisogno di ricordare che la magistratura penale ha gia' aperto un'inchiesta per corruzione a carico di amministratori e dirigenti del Comune di Viterbo in relazione a operazioni urbanistiche connesse alla realizzazione del mega-aeroporto.
*
Il mega-aeroporto non si fara'.
Perche' e' nocivo, distruttivo ed illegale. Perche' e' irrealizzabile e fuorilegge.
Ma gia' solo aver per tre anni orientato l'attivita' amministrativa (e il dibattito politico ed economico) locale in materia di modello di sviluppo e sistema della mobilita' al pressoche' unico scopo di voler realizzare un irrealizzabile e criminale mega-aeroporto ha avuto effetti disastrosi per il territorio. Perche' anche il proporre l'impossibile tralasciando il necessario ha esiti estremamente dannosi. E valga il vero.
In questi tre anni si poteva fare molto per le ferrovie; si poteva fare molto per il trasporto pubblico locale; si poteva fare molto per l'adeguamento sostenibile e funzionale della viabilita' provinciale e comunale nell'Alto Lazio; invece si e' perso tempo dietro al delirio speculativo del mega-aeroporto.
Ed in questi tre anni si poteva fare molto per l'agricoltura, per l'artigianato, per il turismo - quello vero, adeguato, responsabile -; invece si e' perso tempo dietro al delirio speculativo del mega-aeroporto.
Ed in questi tre anni si poteva fare molto per difendere e valorizzare le straordinarie risorse naturalistiche e storico-culturali del viterbese; invece si e' perso tempo dietro al delirio speculativo del mega-aeroporto.
Ed in questi tre anni si poteva fare moltissimo per il termalismo; invece si e' perso tempo dietro al delirio speculativo del mega-aeroporto.
Si e' mentito, imbrogliato, truffato, corrotto: in un'orgia di deliri e mascalzonate.
Sono accadute soperchierie cosi' miserabili che solo a rammentarle l'indignazione nuovamente erompe: si sono oscenamente ingannati e manipolati tanti giovani disoccupati arrivando al punto di farsi inviare i loro curricula ambiguamente promettendo loro l'impossibile; si sono sperperati soldi pubblici per fare video promozionali di un mega-aeroporto inesistente; si sono costruite carriere amministrative e finanche forze politiche fondate su un imbroglio squallido e ignobile; si sono condotte campagne elettorali basate sulle menzogne piu' spudorate; e si e' data in dimensioni mastodontiche una corruzione, una prostituzione e una complicita' della generalita' del ceto politico locale (personggi che praticano amenamente la doppia verita': per cui in privato ammettono ghignando che il mega-aeroporto e' un'irrealizzabile idiozia, una iattura sesquipedale e una trappola per gonzi; ma in veste ufficiale, nelle sedi ed occasioni istituzionali, ripetono compunti la beffarda truffaldina litania che il mega-aeroporto e' il giardino delle delizie, la panacea e l'eldorado).
*
Il mega-aeroporto non si fara'.
Perche' lo impediremo. Perche' vogliamo difendere la salute della nostra gente dall'avvelenamento che esso produrrebbe, perche' vogliamo difendere il nostro territorio dalla devastazione che esso provocherebbe, perche' vogliamo difendere la legalita', la democrazia, la civile convivenza dall'aggressione dei nuovi vandali.
Il mega-aeroporto non si fara'.
Ma gli speculatori, gli imbroglioni, i corruttori, i devastatori, gli avvelenatori, i saccheggiatori ed i cinici complici loro che per tre anni - ed ancora in questi ultimi giorni - hanno tentato in tutti i modi di imporre questo crimine e questa follia, dovranno rendere conto del loro turpe e scellerato agire nei tribunali della Repubblica; e devono essere al piu' presto allontanati dal governo della cosa pubblica.
28. ERASMO ANNIBALE CARSOLARI: RIGHE INTERROTTE IN MEMORIA DI CORSO SALANI, CINEASTA, MILITANTE
[Ringraziamo il nostro buon amico Erasmo Annibale Carsolari per questo epicedio]
Poi vi era il cinema di Corso Salani
saltatore di muri, voci nel vento
motori di sabbia, cristalli di legno
la denuncia del patriarcato
che strazia le carni e le anime.
Poi vi era la parola di Corso Salani
torrente di fuoco, chiave spezzata
eterno ritorno nel niente che annienta
sfida alla morte, sfida al razzismo
che squarta le genti e le persone.
Poi vi era lo sguardo di Corso Salani
ipnotico, enigmatico, speculare
stridulo, randagio, liminare
di tutti i confini nemico
che gli esseri umani fanno nemici.
E poi la morte di Corso Salani
il nastro che si riavvolge
la lotta che deve continuare.
29. SCIOPERO
Lo sciopero generale di oggi ha un grande valore politico e morale.
Esso non solo contrasta la criminale politica economica governativa, ma si oppone altresi' allo smantellamento dello stato di diritto, della democrazia e della legalita'; in breve: si oppone al colpo di stato berlusconiano.
E di una resistenza democratica al colpo di stato berlusconiano vi e' estremo bisogno.
Ed elementi cruciali di questa resistenza sono l'opposizione alla guerra e l'opposizione alla persecuzione razzista.
Che il Movimento Nonviolento abbia voluto prendere una nitida e forte posizione a sostegno dello sciopero generale di oggi chiarisce cio' che e' decisivo: che uno stesso impegno unisce pace, diritti umani, democrazia, lotta delle classi oppresse contro il sistema dello sfruttamento, contro il regime della corruzione, contro i poteri criminali. Che qui e adesso occorre contrastare l'eversione dall'alto del governo berlusconiano e del sistema di interessi e del blocco sociale di cui e' espressione.
E' oggi che occorre resistere alla barbarie assassina.
E' oggi che occorre insorgere contro l'eversione governativa.
E' oggi che occorre difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani.
La nonviolenza e' in cammino.
30. PER ENZO TIEZZI
Il dolore per la scomparsa di Enzo Tiezzi.
La gratitudine per la sua esistenza.
31. CONTRO LA GUERRA E CONTRO IL RAZZISMO
Contro la guerra e contro il razzismo, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, la nonviolenza e' la via.
32. CONTRO TUTTE LE UCCISIONI, CONTRO TUTTE LE PERSECUZIONI
Allora comincia la civilta'. Quando ci si oppone a tutte le uccisioni, a tutte le persecuzioni.
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XII)
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Numero 58 del 27 febbraio 2011
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