Archivi. 12
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- Date: Wed, 12 Jan 2011 07:46:51 +0100 (CET)
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XII)
Numero 12 del 12 gennaio 2011
In questo numero:
1. Dal settembre 2005 al maggio 2006
2. Le litoti di Strambotto
3. Osvaldo Caffianchi: Tra Perugia e Assisi
4. Omero Dellistorti: La nonviolenza difficile
5. Luciano Bonfrate: Week-end a Lampedusa
6. Un crimine
7. Per Marco Mariani, educatore
8. Mauro Otello Fenedisci: Del diffidar sincero l'elogio breve e acre
9. Luciano Bonfrate: I morti di Bengasi
10. Osvaldo Caffianchi: La scuola dello stupro
11. Luciano Bonfrate: Anna Moffo
12. Dove
13. Laconio Magnaserpi: Non esiste piu'
14. Osvaldo Caffianchi: Primo maggio
15. L'unico modo di rendere omaggio alle persone uccise
16. Osvaldo Caffianchi: Sul torpedone
17. Osvaldo Caffianchi: Portando tutto a casa
18. Luciano Bonfrate: Di noi vegliardi il privilegio e' questo
19. L'alternativa
20. Piccola prosa sul che fare tutti
1. EDITORIALE. DAL SETTEMBRE 2005 AL MAGGIO 2006
[Riproponiamo i seguenti testi gia' raccolti in "Voci e volti della nonviolenza" n. 333 del 15 maggio 2009]
Riproduciamo di seguito alcuni testi in versi - o quasi - apparsi sul notiziario tra il settembre 2005 e il maggio 2006. Abbamo omesso vari testi che abbiamo gia' riproposto altre volte, ad esempio tutti quelli della campagna a sostegno del referendum brasiliano contro il commercio delle armi. Il quart'ultimo testo e' un bilancio della campagna che ideammo e conducemmo - trovando solidarieta' vastissime - per proporre alla presidenza della Repubblica una prestigiosa figura di partigiana e femminista amica della nonviolenza; quella carica fu poi lottizzata more solito, e quella persona pochi mesi dopo non seppe opporsi alla prosecuzione della partecipazione militare italiana alla guerra afgana, non seppe difendere l'articolo 11 della Costituzione. Gli ultimi due testi furono parte dell'impegno anche del nostro foglio a sostegno della sorella di Paolo Borsellino, Rita, come candidata del movimento antimafia alla presidenza della Regione Sicilia; l'esito del voto fu negativo: venne rieletto presidente l'avversario, quel Cuffaro su cui poi la magistratura si pronuncio' con sentenza di primo grado di condanna a 5 anni di reclusione nonche' all'interdizione perpetua dai pubblici uffici, e che fu quindi costretto a dimettersi (ma siede oggi nel Senato della Repubblica - e se non e' un segno dei tempi questo...).
2. LE LITOTI DI STRAMBOTTO
Parlano ancora, sempre, gli assassini.
Gli assassinati non possono piu'.
Ed alla logorrea che ancor sgocciola sangue
almeno io non voglio dare ascolto.
3. OSVALDO CAFFIANCHI: TRA PERUGIA E ASSISI
Tra Perugia e Assisi lunga e' la strada, la parola
un dono fragrante, tesa una mano
unisce persone, trattiene pensieri, ricorda
il futuro. Da schiudere ancora.
E tu non uccidere piu'.
Tra Perugia e Assisi traendo lor passi
Aldo e Chiara e Francesco
e Virginia la maestra britanna
van ragionando
come sconfiggere il fascismo ancora.
E tu non uccidere piu'.
4. OMERO DELLISTORTI: LA NONVIOLENZA DIFFICILE
Amo la nonviolenza difficile.
Quella facile, non e' la nonviolenza.
La nonviolenza e' lotta come amore.
Solo nel cuore del dolore esiste
riscatta solo chi ha da esser riscattato.
Sa che domani tutto e' da rifare
ma intanto oggi tu contrasta il male
ma intanto oggi riconosci i volti
e reca aiuto e resistenza ancora.
La nonviolenza sa che tutto e' assenza
ma in questo lampo che chiamiamo vita
tutta per tutti una felicita' e' possibile.
E dunque portala e donala dunque.
Mio buon Giacobbe, mia buona Sulamita.
5. LUCIANO BONFRATE: WEEK-END A LAMPEDUSA
Vi accade quello che tutti gia' sappiamo
vi accade quello che accade in ogni campo.
Tu ti commuovi solo quando tocca
a uno della nostra nazionale
a uno che frequenta il bar del vicolo
a uno che si e' visto alla tivu'.
Ma li' ogni giorno l'orco trita vite
una vi langue sterminata umanita'
se tu non abolisci i campi, i campi
aboliranno l'umanita' intera.
*
"E adesso un poco di pubblicita'"
gracchia lo schermo, e la rivista alterna
al bieco orrore le pagine ammiccanti
di donne denudate esposte merce.
Sottile rutilante patinato
specchio traslucido di molte infamie.
Plurimo orrore, nell'indifferenza
che quell'orrore stabilizza e duplica,
che quell'orrore origina e propaga.
6. UN CRIMINE
Il Senato della Repubblica ridotto a bivacco di manipoli.
La Costituzione fatta a pezzi da un'orda di barbari.
I martiri della Resistenza assassinati la seconda volta.
7. PER MARCO MARIANI, EDUCATORE
Cosi' trascorre questa notte oscura
che passo dopo passo nel deserto
verso il nulla dell'orco s'infutura
la nostra carovana, ed alcun serto
lenira' mai il dolore della dura
penosa traversata, e senza merto
l'artiglio della morte strappa e fura
le vite nostre ad una ad una, il certo
inesorabile comune fato
della piu' lieve foglia e del piu' carco
di ansie e glorie spirto umano, dato
questo ci fu dei giorni al breve arco
termine, e la bellezza del creato.
Addio per sempre buon amico Marco.
8. MAURO OTELLO FENEDISCI: DEL DIFFIDAR SINCERO L'ELOGIO BREVE E ACRE
Non ti fidare mai di chi possiede un'automobile
non ti fidare mai di chi a cuor nobile si atteggia.
Non ti fidare di chi si commuove
quando lo dice la televisione,
non ti fidare di chi cose nuove
proclama e intanto aspira a una pensione,
una prebenda, un finanziamento.
non ti fidare di chi ha sempre un commento
pronto per l'uso ed un vestito adatto,
non ti fidare di chi gioca a dar di matto
e di chi mai emette un sol lamento:
non ti fidare di chi e' salito su un aereo.
Non ti fidare di nessun nunzio sidereo,
non ti fidare di chi indossa la divisa
di prete, di affarista o generale
o di liberatore o in altra guisa:
ogni divisa porta sempre male.
Non ti fidare di chi non ha una scheggia
piantata nel petto che sanguini ancora.
Ed ogni imperio vada alla malora.
9. LUCIANO BONFRATE: I MORTI DI BENGASI
Vorrei saperne i nomi
dei morti di Bengasi.
Vorrei che si piangesse
su ogni assassinato.
Vorrei che gli assassini
ed i provocatori
venissero per sempre disarmati.
10. OSVALDO CAFFIANCHI: LA SCUOLA DELLO STUPRO
Sono un uomo ormai vecchio, so bene
che si dice nei bar, nelle caserme,
dal barbiere, nelle officine,
nei bagni dei maschi di fabbriche e scuole.
E lo so che un fascista e' in agguato
dentro il pozzo nel cuore di ogni uomo,
so che lotta interiore si duri
a combattere il mostro che hai dentro.
Che nessuno ad ingenuo si atteggi:
dalle pagine dei quotidiani
degli annunci dalle molte a
ai fumetti ai programmi notturni
delle televisioni private
so che merce, che ideologia
vien spacciata e com'essa percuote
e da' forma alle menti e prepara
l'ora e il morso del lupo.
So dai tempi tebani e di Ilio
quali orrori nasconda la casa
e protervi quali orchi nel chiuso
dietro l'uscio domestico affilino
i coltelli che hanno per denti.
Queste cose le so
e so che e' mio dovere contrastarle
con tutte le mie forze senza requie.
Ma so anche che a questo le leggi
devono essere intese: a salvare
le persone, i corpi, il convivere
nel rispetto dell'umanita' di tutti
nel rispetto dell'umanita' tutta
incarnata in ogni persona.
E nell'ora in cui l'ermellino
da' man forte all'artiglio del drago
ecco anch'io me ne indigno, e ne grido
con lo strazio la rabbia l'orrore
che ti toglie il respiro e la voce.
Chi plaude agli assassini e' un assassino,
chi insulta le vittime e' complice
del carnefice, chi trova
argomenti a favore di chi stupra
di chi stupra si fa mentore e mandante,
ed offusca e contamina il mondo
e di nuovo l'umanita' annienta.
E di essere un uomo hai vergogna.
11. LUCIANO BONFRATE: ANNA MOFFO
Ricordi, quando il canto era canto
e noi eravamo giovani e la vita
lucente. A quel tempo
tutti amavamo Anna Moffo.
Io la ricordo Serpina
in quel trattato magno di dialettica
di storia e coscienza di classe, d'interpretazione
(ironica e capovolta - diderotiana, certo)
dei sogni avanti lettera, ed insieme
smascheramento della complicita'
tra patriarcato e rendita, il potere
del capitale che tutto aliena e rompe.
Quanto mi sono interrogato, e ancora
continuo a interrogarmi su quel gioco,
tragico gioco, e quel muto Vespone,
e doppia e tripla l'ansia e la passione
in uno specchio e come per enigma
di Oberto che non sa pensare a se'.
E quella voce di cristallo e argento
che era di Anna Moffo reco incisa
nel cuore come acqua che scintilla
e limpida la luna che rischiara.
12. DOVE
Dove si comincia col mentire si finisce con l'uccidere.
13. LACONIO MAGNASERPI: NON ESISTE PIU'
Non esiste piu' la politica estera, esiste solo la politica internazionale.
Una e' l'umanita', ciascuno e' responsabile di tutto.
14. OSVALDO CAFFIANCHI: PRIMO MAGGIO
E' il giorno della lotta degli oppressi. E' il giorno della gioia che verra'.
E' il giorno del ricordo del dolore
e dell'amore e della lotta per il pane, per la giustizia e per la liberta'.
E' il giorno in cui si scuote dal servaggio
questa internazionale futura umanita'.
E' il primo maggio.
15. L'UNICO MODO DI RENDERE OMAGGIO ALLE PERSONE UCCISE
E' non uccidere piu'.
Mettere la guerra fuori dalla storia.
Cessare di produrre le armi.
Abolire gli eserciti.
A tutti gli esseri umani riconoscere tutti i diritti umani.
16. OSVALDO CAFFIANCHI: SUL TORPEDONE
"Quando lo stato si prepara a uccidere si fa chiamare patria"
(Friedrich Duerrenmatt)
Non disturbatelo il manovratore:
di avere la tivu' siate contenti
mangiate merendine, e dopo i denti
lavateli con cura, per favore.
E' poco fine emettere lamenti
mentre vi governiam con tanto ardore:
non lo vedete il nostro gran pallore?
soffriamo tanto anche noi prominenti.
Votaste, no? e allora non scocciate
che' a noi un gran lavoro adesso incombe
di governare e tra le mareggiate
la nave dello stato, e tra le tombe
le bare delle genti assassinate.
Taccian le voci, e squillino le trombe.
17. OSVALDO CAFFIANCHI: PORTANDO TUTTO A CASA
Ci disse una volta il nostro buon maestro di retorica Juan de Mairena: "Vosotros debeis hacer politica, aunque otra cosa os digan los que pretenden hacerla sin vosotros, y, naturalmente, contra vosotros. Solo me atrevo a aconsejaros que la hagais a cara descubierta..." (cosi' in Antonio Machado, Juan de Mairena - citiamo dall'edizione curata da Jose' Maria Valverde per i Clasicos Castalia, Madrid 1987, p. 109).
E' stato bello in queste settimane
che tante e tanti abbiano provato
il desiderio buono come il pane
di voler Lidia a capo dello Stato
e non son state le lor voci vane.
E ne' il silenzio di quel degradato
del mondo gran teatro e di panzane
inesauribil fabbrica, o il beato
torpido non vedere e non sentire
di chi gia' si e' ridotto all'obbedienza
del cortigiano al seguito del sire
rilevano alcunche'. La nonviolenza
da se' sa aprir cammino al suo buon ire,
serena persuasione e gaia scienza.
18. LUCIANO BONFRATE: DI NOI VEGLIARDI IL PRIVILEGIO E' QUESTO
Di noi vegliardi il privilegio e' questo,
e il maleficio: di saper gia' tutto.
Conoscer quanti del governo lesto
gia' complici del falso, il malo, il brutto
furono dianzi, e ancora - triste e mesto
facile vaticinio - un tosco frutto
daranno. E quello che per disonesto
ambire meno' guerra e stragi e lutto
depose immenso su genti indifese,
e quello che del grande corruttore
fu mentore e usignolo e gran dottore,
e quel che del mafioso fu aquilotto,
e quello che nell'anno novantotto
riapriva i lager qui nel bel paese.
19. L'ALTERNATIVA
Non siamo noi che sosteniamo Rita
e' Rita che sostiene la speranza
nostra e di tutti di farla finita
con le catene, il raffio e la mattanza.
Non e' per la Sicilia bella e ardita
ne' solo per l'Italia o piu' gran stanza
che la mafia dev'essere abolita:
e' per l'umanita', che muore o avanza.
Non e' ora questa in cui ci si trastulla
non e' ora di lazzi o luminarie:
la lotta e' fra il diritto e la barbarie,
la lotta e' tra resistere o schiantarsi,
la lotta e' tra restare umani o farsi
ancora cuoio, sassi, ombre, nulla.
20. PICCOLA PROSA SUL CHE FARE TUTTI
Nel poco tempo che rimane ancora
ciascun or faccia quello che sa fare
per contrastare ancora il malaffare
per far cessare infine la malora.
Ogni persona parli, e' questa l'ora
di persuadere tutte e tutti a dare
un voto che le vite puo' salvare
un voto che ti libera e ti onora.
E la persona che vive lontana
alla memoria il volto si richiami
di chi conosce in terra siciliana
gli scriva, gli telefoni, lo chiami
per dirgli: sii la mano che risana,
invera tu il mondo come l'ami.
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Numero 12 del 12 gennaio 2011
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