Telegrammi. 399
- Subject: Telegrammi. 399
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- Date: Thu, 9 Dec 2010 00:43:02 +0100 (CET)
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 399 del 9 dicembre 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Sommario di questo numero:
1. Sezione Anpi di Nepi: Rispettare il diritto alla salute, ridurre subito l'esposizione delle persone all'arsenico
2. Annamaria Rivera: Dopo la gru
3. Wilpf - Lega Internazionale di donne per la pace e la liberta': Cancun
4. Piero Calamandrei: Epigrafi per donne, uomini e citta' della Resistenza
5. Per sostenere il Movimento Nonviolento
6. "Azione nonviolenta"
7. Segnalazioni librarie
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'
1. DOCUMENTI. SEZIONE ANPI DI NEPI: RISPETTARE IL DIRITTO ALLA SALUTE, RIDURRE SUBITO L'ESPOSIZIONE DELLE PERSONE ALL'ARSENICO
[Riceviamo e diffondiamo]
La sezione Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) "Emilio Sugoni" di Nepi, appellandosi con forza al rigoroso rispetto dell'articolo 32 della Costituzione Italiana che afferma: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettivita', e garantisce cure gratuite agli indigenti...", chiede l'immediata attuazione di quanto disposto dalla Commissione europea con il documento CE n. C(2010)7605.
Questo documento, del 28 ottobre 2010, ribadisce il livello massimo di 10 microgrammi/litro per la presenza di arsenico, sostanza tossica e cancerogena, nelle acque destinate a consumo umano e respinge definitivamente l'ulteriore richiesta di deroga ( fino a 50 microgrammi/litro) del governo italiano.
La sezione Anpi di Nepi esprime quindi tutto il proprio sostegno, apprezzamento e solidarieta' a quanti, cittadini, comitati, associazioni, medici, studiosi e rappresentanti delle istituzioni, nazionali ed europee, si stanno adoperando per una rigorosa ed attenta tutela della salute pubblica.
*
Il direttivo della sezione Anpi "Emilio Sugoni" di Nepi
Nepi, 8 dicembre 2010
Per comunicazioni: arch. Giuseppe Tacconi, presidente della sezione Anpi di Nepi, tel. 0761570405
2. RIFLESSIONE. ANNAMARIA RIVERA: DOPO LA GRU
[Ringraziamo Annamaria Rivera (per contatti: annamariarivera at libero.it) per averci messo a disposizione il seguente articolo apparso sul quotidiano "Liberazione" del 7 dicembre 2010 dal titolo "Dopo la gru. La cecita' selettiva dei 'catoni di sinistra'".
Annamaria Rivera, antropologa, vive a Roma e insegna etnologia all'Universita' di Bari. Fortemente impegnata nella difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, ha sempre cercato di coniugare lo studio e la ricerca con l'impegno sociale e politico. Attiva nei movimenti femminista, antirazzista e per la pace, si occupa, anche professionalmente, di temi attinenti. Al centro della sua ricerca, infatti, sono l'analisi delle molteplici forme di razzismo, l'indagine sui nodi e i problemi della societa' pluriculturale, la ricerca di modelli, strategie e pratiche di concittadinanza e convivenza fra eguali e diversi. Fra le opere di Annamaria Rivera piu' recenti: (con Gallissot e Kilani), L'imbroglio etnico, in quattordici parole-chiave, Dedalo, Bari 2001; (a cura di), L'inquietudine dell'Islam, Dedalo, Bari 2002; Estranei e nemici. Discriminazione e violenza razzista in Italia, DeriveApprodi, Roma 2003; La guerra dei simboli. Veli postcoloniali e retoriche sull'alterita', Dedalo, Bari 2005; Regole e roghi. Metamorfosi del razzismo, Dedalo, Bari 2009]
In Italia e' corrente un luogo comune, una solfa, che si esprime di solito tramite formule del genere "dove sono gli intellettuali di sinistra? perche' non prendono posizione?". Ogniqualvolta le circostanze esigono un presa di posizione pubblica contro un'ingiustizia palese, una scandalosa violazione di diritti fondamentali, un'infamia ai danni dei piu' sfavoriti, o in favore di chi sta lottando per difendere i propri diritti, questo o quel catone di sinistra si lascia andare alla tiritera sulla defezione degli intellettuali, ma a cose ormai fatte. Di solito si tratta di qualcuno che gode del privilegio di scrivere abitualmente per testate piu' o meno prestigiose o perfino d'essere ospite abituale di salotti televisivi. Il catone non ne approfitta per pronunciarsi al momento giusto, sollecitare la propria cerchia, proporre qualche iniziativa di solidarieta'. No, si limita a prepararsi per la sua reprimenda ex post. Nel frattempo alcuni intellettuali - che egli disconosce come tali poiche' non "vanno in televisione" e non scrivono per testate mainstream - pur negli ambiti limitati che sono loro concessi, denunciano l'infamia, protestano con vigore, solidarizzano con le vittime. Ancor peggio va se i meschini, non avendo altri mezzi per farsi ascoltare, lanciano un appello pubblico che magari raccoglie molte migliaia di firme, escluse quelle dei censori degli intellettuali di sinistra. La reazione abituale del catone e': "A che servono ormai gli appelli?"; oppure: "Che noia! Questi chierici di sinistra non sanno far altro che proporre e sottoscrivere appelli".
Piu' o meno cosi' e' andata in occasione delle proteste della gru a Brescia e della torre di via Imbonati a Milano. E' vero, questa volta sono stati davvero pochi, un numero sparuto, gli intellettuali che hanno preso posizione e solidarizzato pubblicamente. Ma lo hanno fatto in compagnia di un buon numero di associazioni, sindacati, coordinamenti studenteschi, partiti, organizzazioni di base, centri sociali, semplici cittadini o abitanti della zona. Dunque, parlare dell'"agghiacciante solitudine" che avrebbe caratterizzato la protesta della gru e' alquanto inesatto e perfino controproducente. Si rischia, infatti, di avallare la tesi del gesto "disperato e isolato", sostenuta da alcuni grandi quotidiani, per non parlare del ministro dell'Interno, per il quale quelle proteste non sono state altro che un "ricatto" da reprimere nel modo piu' duro possibile.
In realta', dalla gru di Brescia e dalla torre di via Imbonati a Milano si e' potuto guardare ancor piu' chiaramente la frattura che caratterizza, fra le tante cose negative, il panorama italiano: da un lato, c'e' il palco mediatico-politico mainstream, di cui fanno parte tutti coloro che sono e/o si mettono in vista, compresi i leader di certi partiti dell'opposizione, anche di sinistra-sinistra; fuori del teatro, il piccolo mondo composito dei solidali: attivisti, intellettuali, militanti, sindacalisti, cattolici di base o solo persone "comuni"... I quali di solito sono percepiti come anonimi e senza importanza anche dopo che, per un attimo, qualcuno di loro sia riuscito a salire sul palco mediatico. E' altrettanto vero, pero' - lo ha scritto di recente su questo giornale Laura Eduati - che la protesta clamorosa e coraggiosa di Brescia, seguita da quella di Milano, non e' restata senza conseguenze.
Negative, certo: la rappresaglia del Viminale e della Questura contro i migranti ha reso ancor piu' difficile la loro vita, e' costata loro ulteriori sofferenze, persecuzioni, internamenti, espulsioni, come se ce ne fosse bisogno (e forse, a tal proposito, si sarebbe dovuti essere piu' pessimisti e percio' lungimiranti).
Ma anche positive: ha conferito un'ottima visibilita' alla vicenda della sanatoria-truffa e alla rivendicazione della regolarizzazione. Soprattutto ha avuto un grande impatto simbolico: le proteste di questi giorni degli studenti e dei ricercatori hanno emulato l'andare verso l'alto dei migranti di Brescia e di Milano. Si puo' sperare che questa emulazione contenga il germe d'una possibile alleanza o almeno convergenza fra i vari soggetti sociali che in questa fase lottano per i propri diritti. Certo, non aiuta, anzi contribuisce ad allargare la frattura, il comportamento di certi politici dell'opposizione: li abbiamo visti fare la coda per salire sul tetto della facolta' di Architettura di Roma; non ci risulta che si siano messi in fila per scalare la gru di Brescia o la torre di Milano. Li si puo' comprendere, e' una questione di stile. Infatti, fin dai primordi del movimento studentesco e' chic farsi vedere ad Architettura occupata, dove oltre tutto si puo' incontrare tanta bella gente del jet set. Viceversa, che caduta di stile sarebbe arrampicarsi goffamente su una gru o su una torre per mostrarsi con quegli straccioni!
Invece noi, che apparteniamo alla piccola cerchia di intellettuali molto radical e poco chic (nondimeno coltiviamo un'eleganza tutta nostra), amiamo arrampicarci verso il basso della condizione sociale. Non per "populismo", come chioserebbe l'ipotetico catone di cui prima, ma perche' pensiamo che la vera volgarita' risieda in tutto quel che oggi puzza di potere, comunque si travesta. E perche' intuiamo che per essere al passo con i tempi e provare ad anticipare il futuro si debba stare dalla parte dei meteci. Che' meteci in fondo siamo pure noi, quantunque con qualche privilegio in piu': artigiani della cultura, abitanti di rango inferiore della Citta'-Stato, esclusi dai suoi luoghi piu' simbolici - lo spettacolo, la Politica, l'Accademia. Percio' anche noi invisibili o disconosciuti da chi ciancia: "dove sono gli intellettuali di sinistra? perche' non prendono posizione?".
3. DOCUMENTI. WILPF - LEGA INTERNAZIONALE DI DONNE PER LA PACE E LA LIBERTA': CANCUN
[Dalla Wilpf - Lega Internazionale di donne per la pace e la liberta' (Consultative Status with United Nations Ecosoc, Unotad and Unesco; Special consultative relations with Fao, Ilo and Unicef), sezione italiana, via Misurina 69, 00135 Roma, e-mail: antonia.sani at alice.it, tel. e fax: 06372374, riceviamo e diffondiamo]
1. Il 6 gennaio 2010 il Bureau Internazionale della Wilpf si e' riunito a Ahmedabad in India per studiare un'ipotesi di rinnovamento del movimento, nato nel 1915 per protestare "contro la follia e gli orrori della guerra". Fino a oggi l'opzione per il disarmo, per la necessita' di una pace costruita nella giustizia e nella democrazia, per il diritto all'autodeterminazione di tutti i popoli, sono stati i terreni privilegiati di azione della Wilpf, contribuendo alla formazione di una cultura della nonviolenza, e alle affermazioni contenute nell'Unsc res. 1325/2000 (protezione e partecipazione delle donne e al riconoscimento di un loro ruolo nella prevenzione dei conflitti).
2. Il testo uscito da un'elaborazione della Wilpf francese e condiviso dalle varie sezioni si fonda ora sull'art. 3 dello Statuto dell'associazione: "La Wilpf considera come obiettivo ultimo l'instaurazione di un ordine economico internazionale basato sul principio della soddisfazione dei bisogni di tutti e non sul profitto e il privilegio". E' impressionante la lucidita' e la lungimiranza di queste donne di ormai cento anni fa!
3. I mutamenti climatici e il loro collegamento all'inquinamento atmosferico, alle violenze operate sulla biosfera, allo sfruttamento delle terre e dei mari per il privilegio dei ricchi del mondo e la sudditanza di milioni di poveri costretti a subire una colonizzazione alimentare sono oggetto di studi e di convegni, ma si e' ben lontani dal vedere le soluzioni radicali che solo un diverso ordine economico internazionale potrebbe rendere possibili. Il mondo globalizzato ci mette davanti a una situazione - appunto - globale. Non si puo' parlare di "ecosistema" da preservare come se si trattasse di fenomeni geofisici. Non si puo' parlare di riduzione delle emissioni di gas tossici, di tendenza all'impatto zero, se non si mette al centro il problema della soddisfazione dei bisogni di tutti.
4. I convegni internazionali sono invece sempre settoriali. Si parla di clima, si parla di agricoltura, si parla di poverta' e di esclusione, si parla di economia... La prima grande questione da affrontare oggi e' relativa ai bisogni. La Wilpf considera fondamentali a questo fine l'azione di due movimenti, entrambi con centralita' nel Sud del mondo: i Social Forum, che rivendicano l'abolizione di un sistema economico dominato dalla finanza al servizio del profitto e dei privilegi delle elites, e l'instaurazione di un sistema al servizio di tutti; l'emersione dei popoli indigeni e tribali, il cui obiettivo principale e' la conquista del diritto all'accesso alle proprie risorse naturali e a quella che viene definita la "sovranita' alimentare". Lo slogan comune di questi due movimenti e' "Giustizia sociale e climatica".
5. La definizione dei bisogni coinvolge gli stili di vita dei paesi del Nord (mai messi veramente in discussione, ne' a Copenhagen nel 2009, ne' a Cochabamba nel 2010). I paesi del Nord sono responsabili della colonizzazione storica e del neocolonialismo economico, nonche' dei disastri ecologici, nei confronti dei paesi del Sud del mondo.
6. Passi avanti sono stati fatti in quest'ultimo anno dal meeting sull'Alimentazione (Roma, Fao, novembre 2009) in cui i popoli indigeni e le Ong che ne sostengono i diritti hanno opposto ufficialmente alla Sicurezza Alimentare (politica della Fao e dell'Onu) il concetto di "Sovranita' Alimentare", che si basa sulla liberta', sulla dignita' umana, sul rispetto delle risorse naturali dei territori di cui le donne si evidenziano come le piu' coraggiose e costanti fautrici. Lo stesso Comitato per l'Agricoltura riunito presso la Fao nel mese di settembre si e' espresso per la scelta di un'agricoltura fondata sui piccoli coltivatori, per spezzare la grande rete dei monopoli nazionali e internazionali, in linea con quanto affermato e sostenuto con forza dal Cisa (Comitato Italiano per la Sovranita' Alimentare).
Il tema e' vastissimo, ricco di implicazioni, di nodi da affrontare se si vuole veramente passare dall'enunciazione a una sperimentazione diffusa.
Questo dovrebbe essere ormai il traguardo di convegni internazionali come questo di Cancun... Ma ne disperiamo. Per questo aderiamo con speranza al controvertice dei movimenti per una "Giustizia ambientale e sociale".
4. MEMORIA. PIERO CALAMANDREI: EPIGRAFI PER DONNE, UOMINI E CITTA' DELLA RESISTENZA
[I testi che qui ancora una volta riproponiamo sono estratti dal libro di discorsi, scritti ed epigrafi di Piero Calamandrei, Uomini e citta' della Resistenza, edito nel 1955 e successivamente ristampato da Laterza, Bari 1977 (l'edizione da cui citiamo), poi riproposto da Linea d'ombra, Milano 1994, e nuovamente da Laterza nel 2006.
Piero Calamandrei, nato a Firenze nel 1889 ed ivi deceduto nel 1956, avvocato, giurista, docente universitario, antifascista limpido ed intransigente, dopo la Liberazione fu costituente e parlamentare, fondatore ed animatore della rivista "Il Ponte", impegnato nelle grandi lotte civili. Dal sito dell'Anpi di Roma (www.romacivica.net/anpiroma) riprendiamo la seguente notizia biografica su Piero Calamandrei: "Nato a Firenze nel 1889. Si laureo' in legge a Pisa nel 1912; nel 1915 fu nominato per concorso professore di procedura civile all'Universita' di Messina; nel 1918 fu chiamato all'Universita' di Modena, nel 1920 a quella di Siena e nel 1924 alla nuova Facolta' giuridica di Firenze, dove ha tenuto fino alla morte la cattedra di diritto processuale civile. Partecipo' alla Grande Guerra come ufficiale volontario combattente nel 218mo reggimento di fanteria; ne usci' col grado di capitano e fu successivamente promosso tenente colonnello. Subito dopo l'avvento del fascismo fece parte del consiglio direttivo dell'"Unione Nazionale" fondata da Giovanni Amendola. Durante il ventennio fascista fu uno dei pochi professori che non ebbe ne' chiese la tessera continuando sempre a far parte di movimenti clandestini. Collaboro' al "Non mollare", nel 1941 aderi' a "Giustizia e Liberta'" e nel 1942 fu tra i fondatori del Partito d'Azione. Assieme a Francesco Carnelutti e a Enrico Redenti fu uno dei principali ispiratori dei Codice di procedura civile del 1940, dove trovarono formulazione legislativa gli insegnamenti fondamentali della scuola di Chiovenda. Si dimise da professore universitario per non sottoscrivere una lettera di sottomissione al duce che gli veniva richiesta dal Rettore del tempo. Nominato Rettore dell'Universita' di Firenze il 26 luglio 1943, dopo l'8 settembre fu colpito da mandato di cattura, cosicche' esercito' effettivamente il suo mandato dal settembre 1944, cioe' dalla liberazione di Firenze, all'ottobre 1947. Presidente del Consiglio nazionale forense dal 1946 alla morte, fece parte della Consulta Nazionale e della Costituente in rappresentanza del Partito d'Azione. Partecipo' attivamente ai lavori parlamentari come componente della Giunta delle elezioni della commissione d'inchiesta e della Commissione per la Costituzione. I suoi interventi nei dibattiti dell'assemblea ebbero larga risonanza: specialmente i suoi discorsi sul piano generale della Costituzione, sugli accordi lateranensi, sulla indissolubilita' del matrimonio, sul potere giudiziario. Nel 1948 fu deputato per "Unita' socialista". Nel 1953 prese parte alla fondazione del movimento di "Unita' popolare" assieme a Ferruccio Parri, Tristano Codignola e altri. Accademico nazionale dei Lincei, direttore dell'Istituto di diritto processuale comparato dell'Universita' di Firenze, direttore con Carnelutti della "Rivista di diritto processuale", con Finzi, Lessona e Paoli della rivista "Il Foro toscano" e con Alessandro Levi del "Commentario sistematico della Costituzione italiana", nell'aprile del 1945 fondo' la rivista politico-letteraria "Il Ponte". Mori' a Firenze nel 1956". Tra le opere di Piero Calamandrei segnaliamo particolarmente Uomini e citta' della Resistenza, edito nel 1955 e successivamente ristampato da Laterza, Roma-Bari 1977, poi riproposto da Linea d'ombra, Milano 1994, e nuovamente ripubblicato da Laterza nel 2006]
VIVI E PRESENTI CON NOI
FINCHE' IN LORO
CI RITROVEREMO UNITI
MORTI PER SEMPRE
PER NOSTRA VILTA'
QUANDO FOSSE VERO
CHE SONO MORTI INVANO
(In limine al libro Uomini e citta' della Resistenza)
*
DA QUESTA CASA
OVE NEL 1925
IL PRIMO FOGLIO CLANDESTINO ANTIFASCISTA
DETTE ALLA RESISTENZA LA PAROLA D'ORDINE
NON MOLLARE
FEDELI A QUESTA CONSEGNA
COL PENSIERO E COLL'AZIONE
CARLO E NELLO ROSSELLI
SOFFRENDO CONFINI CARCERI ESILII
IN ITALIA IN FRANCIA IN SPAGNA
MOSSERO CONSAPEVOLI PER DIVERSE VIE
INCONTRO ALL'AGGUATO FASCISTA
CHE LI RICONGIUNSE NEL SACRIFICIO
IL 9 GIUGNO 1937
A BAGNOLES DE L'ORNE
MA INVANO SI ILLUSERO GLI OPRESSORI
DI AVER FATTO LA NOTTE SU QUELLE DUE FRONTI
QUANDO SPUNTO' L'ALBA
SI VIDERO IN ARMI
SU OGNI VETTA D'ITALIA
MILLE E MILLE COL LORO STESSO VOLTO
VOLONTARI DELLE BRIGATE ROSSELLI
CHE SULLA FIAMMA RECAVANO IMPRESSO
GRIDO LANCIATO DA UN POPOLO ALL'AVVENIRE
GIUSTIZIA E LIBERTA'
(Epigrafe sulla casa dei fratelli Rosselli, in Firenze, via Giusti n. 38)
*
GIUSTIZIA E LIBERTA'
PER QUESTO MORIRONO
PER QUESTO VIVONO
(Epigrafe sulla tomba dei fratelli Rosselli, nel cimitero di Trespiano - Firenze)
*
NON PIU' VILLA TRISTE
SE IN QUESTE MURA
SPIRITI INNOCENTI E FRATERNI
ARMATI SOL DI COSCIENZA
IN FACCIA A SPIE TORTURATORI CARNEFICI
VOLLERO
PER RISCATTARE VERGOGNA
PER RESTITUIR DIGNITA'
PER NON RIVELARE IL COMPAGNO
LANGUIRE SOFFRIRE MORIRE
NON TRADIRE
(Epigrafe sulla villa di via Bolognese, a Firenze - dove fu la sede della banda Carita' - nella quale Enrico Bocci fu torturato: e che fu chiamata in quei mesi "Villa triste")
*
GIANFRANCO MATTEI
DOCENTE UNIVERSITARIO DI CHIMICA
NELL'ORA DELL'AZIONE CLANDESTINA
FECE DELLA SUA SCIENZA
ARMA PER LA LIBERTA'
COMUNIONE COL SUO POPOLO
SILENZIOSA SCELTA DEL MARTIRIO
SU QUESTA CASA OVE NACQUE
RIMANGANO INCISE
LE ULTIME PAROLE SCRITTE NEL CARCERE
QUANDO SOTTRASSE AL CARNEFICE
E INVITTA CONSEGNO' ALL'AVVENIRE
LA CERTEZZA DELLA SUA FEDE
"SIATE FORTI - COME IO LO FUI"
Milano 11 dicembre 1916 - Roma febbraio 1944
(Epigrafe sulla casa di Milano, ove nacque l'11 dicembre 1916 Gianfranco Mattei)
*
LA MADRE
QUANDO LA SERA TORNAVANO DAI CAMPI
SETTE FIGLI ED OTTO COL PADRE
IL SUO SORRISO ATTENDEVA SULL'USCIO
PER ANNUNCIARE CHE IL DESCO ERA PRONTO
MA QUANDO IN UN UNICO SPARO
CADDERO IN SETTE DINANZI A QUEL MURO
LA MADRE DISSE
NON VI RIMPROVERO O FIGLI
D'AVERMI DATO TANTO DOLORE
L'AVETE FATTO PER UN'IDEA
PERCHE' MAI PIU' NEL MONDO ALTRE MADRI
DEBBAN SOFFRIRE LA STESSA MIA PENA
MA CHE CI FACCIO QUI SULLA SOGLIA
SE PIU' LA SERA NON TORNERETE
IL PADRE E' FORTE E RINCUORA I NIPOTI
DOPO UN RACCOLTO NE VIENE UN ALTRO
MA IO SONO SOLTANTO UNA MAMMA
O FIGLI CARI
VENGO CON VOI
(Epigrafe dettata per il busto, collocato nella sala del consiglio del Comune di Campegine, di Genoveffa Cocconi, madre dei sette fratelli Cervi, morta di dolore poco dopo la loro fucilazione)
*
A POCHI METRI DALL'ULTIMA CIMA
AVVOLTA NEL NEMBO
QUALCUNO PIU' SAGGIO DISSE SCENDIAMO
MA LIVIO COMANDA
QUANDO UN'IMPRESA SI E' COMINCIATA
NON VALE SAGGEZZA
A TUTTI I COSTI BISOGNA SALIRE
DALLA MONTAGNA NERA
DOPO DIECI ANNI DAL PRIMO CONVEGNO
S'AFFACCIANO LE OMBRE IN VEDETTA
L'HANNO RICONOSCIUTO
SVENTOLANO I VERDI FAZZOLETTI
RICANTAN LE VECCHIE CANZONI
E' LIVIO CHE SALE
E' IL LORO CAPO
CHE PER NON RINUNCIARE ALLA VETTA
TRA I MORTI GIOVANI
GIOVANE ANCH'EGLI
E' VOLUTO RESTARE
ASCIUGHIAMO IL PIANTO
GUARDIAMO SU IN ALTO
IN CERCA DI TE
COME TI VIDERO I TEDESCHI FUGGENTI
FERMO SULLA RUPE
LE SPALLE QUADRATE MONTANARE
LA MASCHIA FRONTE OSTINATA
L'OCCHIO ACCESO DI DOLCE FIEREZZA
FACCI UN CENNO LIVIO
SE VACILLEREMO
A TUTTI I COSTI BISOGNA SALIRE
ANCHE SE QUESTO
E'
MORIRE
(Epigrafe per la morte di Livio Bianco avvenuta nel luglio del 1953, per una sciagura di montagna)
*
DALL'XI AGOSTO MCMXLIV
NON DONATA MA RICONQUISTATA
A PREZZO DI ROVINE DI TORTURE DI SANGUE
LA LIBERTA'
SOLA MINISTRA DI GIUSTIZIA SOCIALE
PER INSURREZIONE DI POPOLO
PER VITTORIA DEGLI ESERCITI ALLEATI
IN QUESTO PALAZZO DEI PADRI
PIU' ALTO SULLE MACERIE DEI PONTI
HA RIPRESO STANZA
NEI SECOLI
(Epigrafe apposta dopo la liberazione sulla parete di Palazzo Vecchio che guarda Via dei Gondi, a Firenze)
*
SULLE FOSSE DEL VOSTRO MARTIRIO
NEGLI STESSI CAMPI DI BATTAGLIA
O SUPPLIZIATI DI BELFIORE
O VOLONTARI DI CURTATONE E MONTANARA
DOPO UN SECOLO
MANTOVA VI AFFIDA
QUESTI SUOI CADUTI DELLA GUERRA PARTIGIANA
COME VOI SONO ANDATI INCONTRO ALLA MORTE
A FRONTE ALTA CON PASSO SICURO
SENZA VOLTARSI INDIETRO
ACCOGLIETELI OMBRE FRATERNE
SONO DELLA VOSTRA FAMIGLIA
MUTANO I VOLTI DEI CARNEFICI
RADETZKY O KESSELRING
VARIANO I NOMI DELLE LIBERAZIONI
RISORGIMENTO O RESISTENZA
MA L'ANELITO DEI POPOLI E' UNO
NELLA STORIA DOVE I SECOLI SONO ATTIMI
LE GENERAZIONI SI TRASMETTONO
QUESTA FIAMMA RIBELLE
PATIBOLI E TORTURE NON LA SPENGONO
DOPO CENT'ANNI
QUANDO L'ORA SPUNTA
I CIMITERI CHIAMANO LIBERTA'
DA OGNI TOMBA BALZA UNA GIOVANE SCHIERA
L'AVANZATA RIPRENDE
FINO A CHE OGNI SCHIAVITU' SARA' BANDITA
DAL MONDO PACIFICATO
(Epigrafe murata nella sala del Palazzo Provinciale di Mantova nel primo decennale della Resistenza, giugno 1954)
*
RITORNO DI KESSELRING
NON E' PIU' VERO NON E' PIU' VERO
O FUCILATI DELLA RESISTENZA
O INNOCENTI ARSI VIVI
DI SANT'ANNA E DI MARZABOTTO
NON E' PIU' VERO
CHE NEL ROGO DEI CASALI
DIETRO LE PORTE INCHIODATE
MADRI E CREATURE
TORCENDOSI TRA LE FIAMME
URLAVANO DISPERATAMENTE PIETA'
AI CAMERATI GUASTATORI
CHE SI GLORIARONO DI QUELLE GRIDA
SIA RESA ALFINE GIUSTIZIA
RIPRENDANO TORCE ED ELMETTI
SI SCHIERINO IN PARATA
ALTRI ROGHI DOVRANNO ESSERE ACCESI
PER LA FELICITA' DEL MONDO
NON PIU' FIORI PER LE VOSTRE TOMBE
SONO STATI TUTTI REQUISITI
PER FARE LA FIORITA
SULLE VIE DEL LORO RITORNO
LI COMANDERA' ANCORA
COLL'ONORE MILITARE
CUCITO IN ORO SUL PETTO
IL CAMERATA KESSELRING
IL VOSTRO ASSASSINO
*
IL MONUMENTO A KESSELRING
LO AVRAI
CAMERATA KESSELRING
IL MONUMENTO CHE PRETENDI DA NOI ITALIANI
MA CON CHE PIETRA SI COSTRUIRA'
A DECIDERLO TOCCA A NOI
NON COI SASSI AFFUMICATI
DEI BORGHI INERMI STRAZIATI DAL TUO STERMINIO
NON COLLA TERRA DEI CIMITERI
DOVE I NOSTRI COMPAGNI GIOVINETTI
RIPOSANO IN SERENITA'
NON COLLA NEVE INVIOLATA DELLE MONTAGNE
CHE PER DUE INVERNI TI SFIDARONO
NON COLLA PRIMAVERA DI QUESTE VALLI
CHE TI VIDE FUGGIRE
MA SOLTANTO COL SILENZIO DEI TORTURATI
PIU' DURO D'OGNI MACIGNO
SOLTANTO CON LA ROCCIA DI QUESTO PATTO
GIURATO FRA UOMINI LIBERI
CHE VOLONTARI SI ADUNARONO
PER DIGNITA' NON PER ODIO
DECISI A RISCATTARE
LA VERGOGNA E IL TERRORE DEL MONDO
SU QUESTE STRADE SE VORRAI TORNARE
AI NOSTRI POSTI CI RITROVERAI
MORTI E VIVI COLLO STESSO IMPEGNO
CHE SI CHIAMA
ORA E SEMPRE
RESISTENZA
(Lapide murata nel Palazzo Comunale di Cuneo il 21 dicembre 1952)
*
ALL'OMBRA DI QUESTE MONTAGNE
IL 12 SETTEMBRE 1943
POCHI RIBELLI QUI CONVENUTI
ARMATI DI FEDE E NON DI GALLONI
FURONO LA PRIMA PATTUGLIA
DELLA RESISTENZA PIEMONTESE
CHE DOPO DUE INVERNI
CON DUCCIO E LIVIO AL COMANDO
PER OGNI CADUTO CENTO SOPRAGGIUNTI
DIVENTO'
L'ESERCITO DI GIUSTIZIA E LIBERTA'
DILAGANTE VITTORIOSO IN PIANURA
NEL PRIMO DECENNALE
I VIVI SALUTANO I MORTI
DORMITE IN PACE COMPAGNI
L'IMPEGNO DI MARCIARE INSIEME
VERSO L'AVVENIRE
NON E' CADUTO
(Epigrafe murata sulla Chiesa di Madonna del Colletto, inaugurata il 27 settembre 1953 con un discorso di Ferruccio Parri)
*
CONTRO OGNI RITORNO
INERMI BORGATE DELL'ALPE
ASILO DI RIFUGIATI
PRESE D'ASSALTO COI LANCIAFIAMME
ARSI VIVI NEL ROGO DEI CASALI
I BAMBINI AVVINGHIATI ALLE MADRI
FOSSE NOTTURNE SCAVATE
DAGLI ASSASSINI IN FUGA
PER NASCONDERVI STRAGI DI TRUCIDATI INNOCENTI
QUESTO VI RIUSCI'
S. TERENZIO BERGIOLA ZERI VINCA
FORNO MOMMIO TRAVERDE S. ANNA S. LEONARDO
SCRIVETE QUESTI NOMI
SON LE VOSTRE VITTORIE
MA ESPUGNARE QUESTE TRINCEE DI MARMO
DI DOVE IL POPOLO APUANO
CAVATORI E PASTORI
E LE LORO DONNE STAFFETTE
TUTTI ARMATI DI FAME E DI LIBERTA'
VI SFIDAVA BEFFARDO DA OGNI CIMA
QUESTO NON VI RIUSCI'
ORA SUL MARE SON TORNATI AL CARICO I VELIERI
E NELLE CAVE I BOATI DELLE MINE
CHIAMAN LAVORO E NON GUERRA
MA QUESTA PACE NON E' OBLIO
STANNO IN VEDETTA
QUESTE MONTAGNE DECORATE DI MEDAGLIE D'ORO
AL VALORE PARTIGIANO
TAGLIENTI COME LAME
IMMACOLATO BALUARDO SEMPRE ALL'ERTA
CONTRO OGNI RITORNO
(Epigrafe scolpita sul marmo della stele commemorativa delle Fosse del Frigido, inaugurata il 21 ottobre 1954)
*
FANTASMI
NON RAMMARICATEVI
DAI VOSTRI CIMITERI DI MONTAGNA
SE GIU' AL PIANO
NELL'AULA OVE FU GIURATA LA COSTITUZIONE
MURATA COL VOSTRO SANGUE
SONO TORNATI
DA REMOTE CALIGINI
I FANTASMI DELLA VERGOGNA
TROPPO PRESTO LI AVEVAMO DIMENTICATI
E' BENE CHE SIANO ESPOSTI
IN VISTA SU QUESTO PALCO
PERCHE' TUTTO IL POPOLO
RICONOSCA I LORO VOLTI
E SI RICORDI
CHE TUTTO QUESTO FU VERO
CHIEDERANNO LA PAROLA
AVREMO TANTO DA IMPARARE
MANGANELLI PUGNALI PATIBOLI
VENT'ANNI DI RAPINE DUE ANNI DI CARNEFICINE
I BRIGANTI SUGLI SCANNI I GIUSTI ALLA TORTURA
TRIESTE VENDUTA AL TEDESCO
L'ITALIA RIDOTTA UN ROGO
QUESTO SI CHIAMA GOVERNARE
PER FAR GRANDE LA PATRIA
APPRENDEREMO DA FONTE DIRETTA
LA STORIA VISTA DALLA PARTE DEI CARNEFICI
PARLERANNO I DIPLOMATICI DELL'ASSE
I FIERI MINISTRI DI SALO'
APRIRANNO
I LORO ARCHIVI SEGRETI
DI OGNI IMPICCATO SAPREMO LA SEPOLTURA
DI OGNI INCENDIO SI RITROVERA' IL PROTOCOLLO
CIVITELLA SANT'ANNA BOVES MARZABOTTO
TUTTE IN REGOLA
SAPREMO FINALMENTE
QUANTO COSTO' L'ASSASSINIO
DI CARLO E NELLO ROSSELLI
MA FORSE A QUESTO PUNTO
PREFERIRANNO RINUNCIARE ALLA PAROLA
PECCATO
QUESTI GRANDI UOMINI DI STATO
AVREBBERO TANTO DA RACCONTARE
(Epigrafe pubblicata sul "Ponte" dopo le elezioni politiche del 7 giugno 1953)
5. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Sostenere economicamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.
Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
6. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.
E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".
7. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Delio Cantimori, Storici e storia, Einaudi, Torino 1971, pp. VIII + 696.
- Ruggiero Romano, La storiografia italiana oggi, Espresso Strumenti, 1978, pp. 128.
8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
9. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 399 del 9 dicembre 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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