Telegrammi. 363



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 363 del 3 novembre 2010

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Peppe Sini: La persuasione contro la rettorica

2. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Marco Baleani

3. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Paolo Nerozzi

4. Alcune interviste ed alcuni interventi sulla situazione della nonviolenza oggi in Italia

5. Ann Jones: La guerra non finisce mai

6. 16 giorni di attivismo contro la violenza di genere. 25 novembre - 10 dicembre 2010

7. Per sostenere il Movimento Nonviolento

8. "Azione nonviolenta"

9. Segnalazioni librarie

10. La "Carta" del Movimento Nonviolento

11. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: LA PERSUASIONE CONTRO LA RETTORICA

 

Sotto il peso degli ennesimi turpi scandali potrebbe avviarsi al tramonto il governo personale dell'attuale presidente del Consiglio dei ministri.

Ma occorre che il fronte antifascista ed antimafioso non resti su una posizione di mero attendismo (e' attendismo anche quello di tanti urlatori che ogni giorno dicono il contrario di quel che hanno detto - e fatto - il giorno prima, ovvero nel precedente governo) bensi' elabori un programma comune minimo sulla base del quale proporsi come alleanza ed alternativa (e le due cose sono connesse: non c'e' ragione di alleanza senza un programma di alternativa, ma non c'e' neppure possibilita' di vera alternativa senza un'alleanza del fronte antifascista).

E questo programma comune minimo dovrebbe avere i seguenti irrinunciabili punti condivisi:

1. l'immediata cessazione della illegale partecipazione militare italiana alla guerra in Afghanistan; e il conseguente impegno per la pace con mezzi di pace, attraverso il disarmo e la smilitarizzazione del conflitto, la promozione concreta dei diritti umani di tutti gli esseri umani con effettivi aiuti umanitari alla popolazione gestiti democraticamente;

2. l'abolizione di tutte le disposizioni razziste in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana: e quindi innanzitutto l'abrogazione della legge 94/2009; la cessazione delle illegali espulsioni di massa; l'abolizione degli antigiuridici Centri di identificazione ed espulsione.

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Su tanti altri temi (il principio di legalita', la divisione dei poteri...) non sara' difficile raggiungere un accordo fra tutte le forze del fronte antifascista ed antimafioso; ma questi due punti di programma sono decisivi ed irrinunciabili.

E sono decisivi proprio perche' il campo delle forze politiche non-berlusconiane quando ha governato all'interno del ventennio berlusconiano - il governo Prodi, poi D'Alema, poi Amato tra 1996 e 2001; il secondo governo Prodi tra 2006 e 2008 - su questi due temi, la guerra e il razzismo, cedette e cedette, fu anch'esso criminalmente complice di guerra e razzismo, e cosi' prostituendosi al male favoreggio' il ripetuto trionfo dell'eversione dall'alto berlusconiana.

Sull'opposizione alla guerra assassina e sull'opposizione al colpo di stato razzista va costruito il programma e il significato del fronte antifascista ed antimafioso che affronti e sconfigga l'eversione dall'alto berlusconiana alle prossime elezioni.

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Cada il regime della corruzione.

Si unisca un fronte antifascista ed antimafioso per la pace e per la dignita' e i diritti di ogni essere umano, contro la guerra assassina e contro il colpo di stato razzista.

Che viva la Costituzione della Repubblica Italiana, che viva la Dichiarazione universale dei diritti umani.

 

2. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO MARCO BALEANI

[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Marco Baleani.

Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.

Marco Baleani, eugubino, fa parte del comitato di coordinamento del Movimento Nonviolento, e ha dato un contributo fondamentale alla promozione della camminata nonviolenta da Assisi a Gubbio del 2003. Si veda anche la risposta all'ultima domanda di questa intervista]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza?

- Marco Baleani: Che dire della nonviolenza... io trovo che l'apertura all'esistenza di tutti gli esseri viventi e non, il Tu-Tutti che abbraccia il mondo intero di cui ha parlato Capitini sia per me la stella polare che guida le mie scelte di vita (nonviolenza, vegetarianesimo, no ad ogni guerra, apertura e solidarieta' con i migranti, sobrieta', pace, amore, impegno nel movimento nonviolento).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali sono le personalita' e le esperienze a suo parere piu' significative della nonviolenza?

- Marco Baleani: Direi che non c'e' una personalita' preminente, certo Capitini e tutti gli altri grandi sono riferimenti inevitabili, ma credo che anche tutti gli altri amici della nonviolenza, con cui sono via via venuto in contatto, abbiano lasciato qualcosa dentro di me. In ogni caso imparo moltissimo da mia moglie, una persona sempre pronta al dialogo, a stemperare gli animi, ad intervenire per trovare soluzioni ai piccoli conflitti che sono inevitabili in una famiglia, con la serenita', la pacatezza e la saggezza che e' pari a quella dei grandi della nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa consiglierebbe di leggere sulla nonviolenza?

- Marco Baleani: Tra i libri direi che sia inevitabile "Il potere di tutti" di Aldo Capitini, ma anche (perche' no?) "Siddharta" di Hermann Hesse.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze o iniziative nonviolente a suo parere oggi meritano maggior sostegno ovvero meriterebbero di essere intraprese?

- Marco Baleani: Gli obiettivi restano quelli indicati nella Carta programmatica del Movimento Nonviolento: opposizione integrale alla guerra (a cominciare da quella in corso in Afghanistan), lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, salvaguardia dell'ambiente e della biodiversita'.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Marco Baleani: Personalmente sono un apprendista manovale della nonviolenza e non credo che ci sia niente di rilevante da dire su di me (ho ancora tutto da imparare).

 

3. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO PAOLO NEROZZI

[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Paolo Nerozzi.

Per un breve profilo di Paolo Nerozzi si veda la risposta all'ultima domanda di questa intervista]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Paolo Nerozzi: Con la guerra in ex Jugoslavia.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?

- Paolo Nerozzi: Gandhi, don Milani, Gene Sharp, Jean Goss, Pat Patfoort, Alberto L'Abate, Nanni Salio, perche' hanno formato il mio sentire in qualcosa che non e' solo un sogno ma concretezza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Paolo Nerozzi: Gene Sharp, Politica dell'azione nonviolenta; Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza; Martin Luther King; La nonviolenza evangelica; Pat Patfoort, costruire la nonviolenza; Lennart Parknas, Attivi per la pace; il vangelo.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Paolo Nerozzi: Greenpeace; gli obiettori di coscienza israeliani; le azioni nonviolente in Congo e in Sudan.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Paolo Nerozzi: La formazione, la cultura.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalarebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?

- Paolo Nerozzi: Peace Brigades International.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Paolo Nerozzi: Porgere l'altra guancia non e' passivita'.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?

- Paolo Nerozzi: La cultura dell'accogliere.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?

- Paolo Nerozzi: Il metodo dello sviluppo della vita e i suoi mutamenti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani?

- Paolo Nerozzi: Il confronto come occasione di crescita.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia?

- Paolo Nerozzi: La politica nonviolenta che si fa testimonianza, denuncia e costruzione.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse?

- Paolo Nerozzi: Le tecniche; pero' ci si e' troppo fermati allo sciopero.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?

- Paolo Nerozzi: Il respiro di poter vivere, la sopravvivenza che si fa lotta.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo?

- Paolo Nerozzi: Pensiero positivo della pace, ma non e' sufficiente.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e antimilitarismo?

- Paolo Nerozzi: Fondamento della Difesa popolare nonviolenta.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e disarmo?

- Paolo Nerozzi: La Difesa popolare nonviolenta.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e diritto alla salute e all'assistenza?

- Paolo Nerozzi: Consapevolezza del proprio se'.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e informazione?

- Paolo Nerozzi: La verita'.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione filosofica?

- Paolo Nerozzi: Che l'uomo ha bisogno di essere amato.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione delle e sulle religioni?

- Paolo Nerozzi: Come sopra.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'educazione?

- Paolo Nerozzi: Il training.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'economia?

- Paolo Nerozzi: L'economia di villaggio.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sul diritto e le leggi?

- Paolo Nerozzi: L'obbedienza non e' piu' una virtu'.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'etica e sulla bioetica?

- Paolo Nerozzi: Il rispetto per ogni respiro di vita e accogliere i propri limiti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sulla scienza e la tecnologia?

- Paolo Nerozzi: La capacita' di accogliere il limite per essere illimitati.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione storica e alla pratica storiografica?

- Paolo Nerozzi: La cooperazione e le lotte nonviolente.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?

- Paolo Nerozzi: Un cervello collettivo che naviga nel mare anche con chi viaggia in treno e in aria, sentendosi dentro a un viaggio che lo sta trasformando.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e perche'?

- Paolo Nerozzi: Per il conflitto micro pensare che l'altro ha ragione. Per il conflitto macro: togliere il consenso.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza?

- Paolo Nerozzi: Tramite training.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe l'addestramento all'azione nonviolenta?

- Paolo Nerozzi: Come sopra.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Paolo Nerozzi: Il web, campi estivi, eventi ecc.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Paolo Nerozzi: Una volta era l'obiezione di coscienza, sarebbe utilissimo ripristinarla (ma in questo momento storico e' impossibile), bisognerebbe rendere il servizio civile obbligatorio. Oggi: servizio civile, le lotte degli studenti, progetti di proposta di azione diretta nonviolenta in zone di conflitto, corsi sul conflitto micro per la gestione dei propri conflitti interpersonali.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'?

- Paolo Nerozzi: Se si parla di visibilita' direttamente correlata con la scelta consapevole di una coscienza e azione nonviolenta, la nonviolenza e' in effetti marginale. Ma sotto l'apparenza di un mare piatto in realta' nelle profondita' c'e' movimento, e molto.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: E perche' accade?

- Paolo Nerozzi: C'e' un impegno piu' che altro intellettuale che di comunita'. La nonviolenza in se' non viene ancora sentita come base per costruire qualcosa in cui spendere la vita. Diventa piu' concreta la cooperazione, la carita', ecc. Ma questi sono in realta' segnali di azioni nonviolente, anche se magari chi li attua non ne fosse consapevole.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: E come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e l'efficacia della loro azione?

- Paolo Nerozzi: Creare punti di comunita'. Guardare il modello di Greepeace.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di migliori forme di coordinamento? E se si', come?

- Paolo Nerozzi: Per azioni dirette nonviolente si', ma non creiamoci un capro espiatorio con la questione di un miglior coordinamento.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di ulteriori strumenti di comunicazione? E con quali caratteristiche?

- Paolo Nerozzi: La strada e' il web, e oltre a comunita' virtuali anche comunita' concrete. Il metodo e' quello indicato da Lennart Parknas in Attivi per la pace.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e movimenti sociali: quali rapporti?

- Paolo Nerozzi: Fini e mezzi.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e istituzioni: quali rapporti?

- Paolo Nerozzi: Controllo e stimolo.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cultura: quali rapporti?

- Paolo Nerozzi: Teoria del potere e conflitto.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e forze politiche: quali rapporti?

- Paolo Nerozzi: Partecipazione e servizio.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e organizzazioni sindacali: quali rapporti?

- Paolo Nerozzi: Aiuto ad andare oltre lo sciopero, verso altre azioni dirette nonviolente; nella loro ufficialita' le organizzazioni sindacali sono troppo statiche per pensarle, impegnarsi e attuarle; si creano da parte dei gruppi di base che hanno situazioni di pericolo per il proprio posto di lavoro. Poi c'e' la questione delle scelte e della partecipazione: a parole vige un sistema democratico, ma nei fatti vige un sistema di ordine militare.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e pratiche artistiche: quali rapporti?

- Paolo Nerozzi: Espressione della propria consapevolezza di aver bisogno di essere amato.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e amicizia: quale relazione? E come concretamente nella sua esperienza essa si e' data?

- Paolo Nerozzi: Passi verso un confronto interpersonale con mezzi cooperativi.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e percezione dell'unita' dell'umanita': quale relazione e quali implicazioni?

- Paolo Nerozzi: Empatia con la natura, gli esseri viventi e l'arte.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e politica: quale relazione?

- Paolo Nerozzi: E' come l'acqua con il pesce.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e vita quotidiana: quale relazione?

- Paolo Nerozzi: Confronto interpersonale.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cura del territorio in cui si vive: quale relazione?

- Paolo Nerozzi: Mediazione sociale.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cura delle persone con cui si vive: quale relazione?

- Paolo Nerozzi: Confronto interpersonale.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: La nonviolenza dinanzi alla morte: quali riflessioni?

- Paolo Nerozzi: Accogliere il limite per divenire illimitati.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali le maggiori esperienze storiche della nonviolenza?

- Paolo Nerozzi: La scelta della debolezza per divenire piu' forti nel senso dell'evoluzione dell'uomo, e la trasversalita' della scelta di cooperazione come fondamentale sempre per l'evoluzione dell'uomo.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi nel mondo?

- Paolo Nerozzi: Maggiore consapevolezza della forza nonviolenta nei casi in cui ci si trova deboli se non si e' gia' impotenti. Maggiore utilizzo della nonviolenza (come metodo) in modo inconsapevole, senza avere un chiaro riferimento dei fini. Maggiore speranza di sognare un mondo nonviolento (fini) senza avere chiaro che e' il gruppo a realizzarlo e non la ricerca e speranza di un leader che "risolva" tutto.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi in Italia? E quale le sembra che sia la percezione diffusa della nonviolenza oggi in Italia?

- Paolo Nerozzi: Come sopra.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: E' adeguato il rapporto tra movimenti nonviolenti italiani e movimenti di altri paesi? E come migliorarlo?

- Paolo Nerozzi: Una piccola e marginale idea che potrebbe essere la nostra piccola "marcia del sale", potrebbe essere quella di organizzare insieme l'evento dell'anniversario del centenario della pace del natale 1914 da parte degli eserciti al fronte.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative intraprendere perche' vi sia da parte dell'opinione pubblica una percezione corretta e una conoscenza adeguata della nonviolenza?

- Paolo Nerozzi: Ne ho gia' parlato prima.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e intercultura: quale relazione?

- Paolo Nerozzi: Ha bisogno di vivere il presente per continuare ad essere evento storico che accompagna i giri della terra per nutrire di speranza il futuro.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e conoscenza di se': quale relazione?

- Paolo Nerozzi: Fondamentale il lavoro di consapevolezza personale, per il proprio cammino verso la nonviolenza. Quando ci si crede nonviolenti e non al contrario in cammino verso la nonviolenza significa che il percorso sulla conoscenza di se' si e' fermato. Se non c'e' un cammino costante di conoscenza di se' che accompagna la propria vita non puo' esistere un cammino verso la nonviolenza. Il cammino verso la nonviolenza vive del cammino di conoscenza del se' come il cammino di conoscenza del se' vive del cammino verso la nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e scienze umane: quale relazione?

- Paolo Nerozzi: Basi morali e strategie.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e stili di vita: quale relazione?

- Paolo Nerozzi: Politica nonviolenta individuale e collettiva.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e critica dell'industrialismo: quali implicazioni e conseguenze?

- Paolo Nerozzi: Maggiore progresso verso uno sviluppo sostenibile nella direzione di una decrescita felice.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e rispetto per i viventi, la biosfera, la "madre terra": quali implicazioni e conseguenze?

- Paolo Nerozzi: Per tutti: un futuro per il pianete terra. Per me: empatia all'interno dei respiri della terra, un lavoro che aiuta tra l'altro la conoscenza di se'.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza, compresenza, convivenza, scelte di vita comunitarie, riconoscimento dell'altro, principio responsabilita', scelte di giustizia, misericordia: quali implicazioni e conseguenze?

- Paolo Nerozzi: Ne abbiamo gia' parlato prima.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Paolo Nerozzi: Mi sono avvicinato alla nonviolenza con la guerra in ex Jugoslavia, partecipando a Mir Sada (agosto 1993); ho conosciuto i Beati costruttori di pace e Pax Christi; con la preparazione a Mir Sada ho conosciuto il metodo training; in seguito ho fatto parte della Rete di formazione alla nonviolenza e ho partecipato a vari training per formatori. Dopo Mir Sada ho fatto parte della Campagna per una soluzione nonviolenta in Kossovo: sono stato in Kossovo per l'apertura dell'ambasciata di pace con Alberto L'Abate; come osservatore alle elezioni parallele dei kossovari; per l'azione diretta nonviolenta fatta il 10 dicembre 1998 a Pristina. Allo stesso tempo con altri amici abbiamo fatto rinascere il gruppo locale di Pax Christi a Bologna, e come Pax Christi bolognese abbiamo promosso attivita' varie in citta'. Sono stato tra i promotori della Rete Llliput a Bologna; ho partecipato all'organizzazione del campo su "Vangelo e nonviolenza" a Monte Sole (per quattro anni) e di viaggi per conoscere la Sicilia e lotta alla mafia, poi la Rosa bianca, Franz Jagerstatter, il natale 1914. Ho effettuato vari training su conflitti micro e macro e sono formatore per il servizio civile. Attualmente come gruppo di Pax Christi stiamo costruendo il sentiero della Costituzione italiana che collega Monte Sole a Barbiana con la posa dei cartelli della Costituzione italiana. Niente scritti e opere varie: sono un semplice militante.

 

4. MATERIALI. ALCUNE INTERVISTE ED ALCUNI INTERVENTI SULLA SITUAZIONE DELLA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA

 

Di seguito riportiamo l'elenco delle interviste e degli interventi della e sulla inchiesta sulla situazione della nonviolenza oggi in Italia condotta da Paolo Arena e Marco Graziotti apparsi fin qui su "La nonviolenza e' in cammino" nei mesi da luglio 2010 a oggi (aggiornato al 3 novembre 2010).

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- "Telegrammi", n. 240 del 3 luglio 2010: Andrea Cozzo;

- "Telegrammi", n. 242 del 5 luglio 2010: Roberto Malini;

- "Telegrammi", n. 243 del 6 luglio 2010: Leila D'Angelo, Enzo Mazzi;

- "Telegrammi", n. 244 del 7 luglio 2010: Michela De Santis;

- "Telegrammi", n. 245 dell'8 luglio 2010: Norma Bertullacelli, Augusto Cavadi, Franca Guana;

- "Telegrammi", n. 246 del 9 luglio 2010: Michele Meomartino, Sergio Paronetto;

- "Telegrammi", n. 247 del 10 luglio 2010: Paola Mancinelli, Dacia Maraini, Helene Paraskeva;

- "Telegrammi", n. 248 dell'11 luglio 2010: Omero Caiami Persichi, Mimma Ianno' Latorre;

- "Telegrammi", n. 249 del 12 luglio 2010: Benito D'Ippolito, Marco Palombo, Piercarlo Racca, Carlo Schenone, Alberto Castiglione;

- "Telegrammi", n. 250 del 13 luglio 2010: Maria G. Di Rienzo, Roberto Mazzini, Marilena Spriano;

- "Coi piedi per terra", n. 291 del 13 luglio 2010: Laura Tussi (parte prima);

- "Telegrammi", n. 251 del 14 luglio 2010: Paolo Cacciari, Giobbe Santabarbara;

- "Coi piedi per terra", n. 292 del 14 luglio 2010: Mario Di Marco, Laura Tussi (parte seconda e conclusiva);

- "Telegrammi", n. 252 del 15 luglio 2010: Gino Buratti;

- "Telegrammi", n. 253 del 16 luglio 2010: Letizia Lanza, Paolo Predieri;

- "Coi piedi per terra", n. 294 del 16 luglio 2010: Eleonora Bellini, Alessio Di Florio;

- "Telegrammi", n. 254 del 17 luglio 2010: Luisa Mondo, Anselmo Palini;

- "Coi piedi per terra", n. 295 del 17 luglio 2010: Mao Valpiana;

- "Telegrammi", n. 255 del 18 luglio 2010: Benito D'Ippolito, redazionale, Carla Biavati;

- "Coi piedi per terra", n. 296 del 18 luglio 2010: Nicoletta Crocella;

- "Telegrammi", n. 256 del 19 luglio 2010: Raffaele Mantegazza;

- "Telegrammi", n. 257 del 20 luglio 2010: Matteo Renato Dabascio;

- "Telegrammi", n. 258 del 21 luglio 2010: Daniela Musumeci;

- "Telegrammi", n. 260 del 23 luglio 2010: redazionale, Marina Martignone;

- "Telegrammi", n. 261 del 24 luglio 2010: Marilena Salvarezza;

- "Telegrammi", n. 262 del 25 luglio 2010: Peppe Sini, Franca Bimbi, Sonia Giardina, Giorgio Montagnoli;

- "Coi piedi per terra", n. 303 del 25 luglio 2010: Franca Maria Bagnoli;

- "Telegrammi", n. 263 del 26 luglio 2010: Sandro Canestrini, Alberto Camata, Christiana Soccini, Paola Pavese;

- "Telegrammi", n. 264 del 27 luglio 2010: Enrico Peyretti;

- Coi piedi per terra, n. 305 del 27 luglio 2010: Alessandro Colocolli, Carlo Ruta;

- "Telegrammi", n. 266 del 29 luglio 2010: Aristarco Scardanelli;

- "Coi piedi per terra", n. 307 del 29 luglio 2010: Peppe Sini, Pierpaolo Calonaci, Antonino Drago;

- "Telegrammi", n. 267 del 30 luglio 2010: Pasquale Pugliese;

- "Telegrammi", n. 268 del 31 luglio 2010: Burbanzio Malvolenti, Assunta Signorelli;

- "Coi piedi per terra", n. 309 del 31 luglio 2010: Severino Vardacampi, Giannarosa Marino, Francesco Pullia;

- "Telegrammi", n. 269 del primo agosto 2010: Geremia Cattristi;

- "Coi piedi per terra", n. 311 del 2 agosto 2010: Paolo Borsoni;

- "Telegrammi", n. 271 del 3 agosto 2010: Arnaldo Nesti, Giuseppe Anelli, Virginia Del Re;

- "Telegrammi", n. 273 del 5 agosto 2010: Alex Zanotelli;

- "Telegrammi", n. 274 del 6 agosto 2010: Luciano Bonfrate, Nicola Lo Bianco;

- "Telegrammi", n. 275 del 7 agosto 2010: Peppe Sini, Giobbe Santabarbara, Angelo Cavagna;

- "Telegrammi", n. 276 dell'8 agosto 2010: Severino Vardacampi, Pierluigi Consorti;

- "Coi piedi per terra", n. 317 dell'8 agosto 2010: Giobbe Santabarbara, Paolo Macina;

- "Telegrammi", n. 277 del 9 agosto 2010: Nino Lisi;

- "Telegrammi", n. 278 del 10 agosto 2010: Mauro Furlotti, Daniele Lugli;

- "Coi piedi per terra", n. 319 del 10 agosto 2010: Marta Ghezzi;

- "Telegrammi", n. 279 dell'11 agosto 2010: Pia Covre, Paolo Bertagnolli, Vincenzo Puggioni;

- "Telegrammi", n. 280 del 12 agosto 2010: Catiuscia Barbarossa, Tiziano Cardosi, Francesca Fabbri;

- "Telegrammi", n. 281 del 13 agosto 2010: Giovanni Benzoni, Valter Toni, Angela Giuffrida;

- "Telegrammi", n. 282 del 14 agosto 2010: Daria Dibitonto, Achille Scatamacola;

- "Telegrammi", n. 283 del 15 agosto 2010: Vergiliano Scorticossi;

- "Telegrammi", n. 284 del 16 agosto 2010: Giuseppe Moscati;

- "Coi piedi per terra", n. 325 del 16 agosto 2010: Giulio Vittorangeli;

- "Telegrammi", n. 285 del 17 agosto 2010: Gaetano Farinelli, Gloria Gazzeri, Fredo Olivero;

- "Telegrammi", n. 286 del 18 agosto 2010: Generoso Canagliozzi;

- "Coi piedi per terra", n. 327 del 18 agosto 2010: Maria D'Asaro;

- "Telegrammi", n. 288 del 20 agosto 2010: Francesco Comina;

- "Telegrammi", n. 289 del 21 agosto 2010: Osvaldo Caffianchi;

- "Telegrammi", n. 291 del 23 agosto 2010: Crispino Scotolatori, Antonio Vigilante;

- "Telegrammi", n. 292 del 24 agosto 2010: Massimo Grandicelli; Anna Pascuzzo;

- "Telegrammi", n. 295 del 27 agosto 2010: Luigi Sandri;

- Telegrammi", numero 299 del 31 agosto 2010: Michele Boato;

- "Coi piedi per terra", numero 340 del 31 agosto 2010: Patrizia Caporossi, Alessandro Pizzi;

- "Telegrammi", numero 301 del 2 settembre 2010: Francesco de Notaris;

- "Telegrammi", numero 302 del 3 settembre 2010: Wanda Tommasi;

- "Telegrammi", numero 303 del 4 settembre 2010: Vittorio Pallotti;

- "Telegrammi", numero 304 del 5 settembre 2010: Luciano Benini;

- "Telegrammi", numero 306 del 7 settembre 2010: Anna Baluganti;

- "Telegrammi", numero 307 dell'8 settembre 2010: Mariella Cao, Mauro Cereghini, Giovanni Sarubbi;

- "Coi piedi per terra", numero 348 dell'8 settembre 2010: Giampiero Girardi;

- "Telegrammi", numero 312 del 13 settembre 2010: Carla Mariani;

- "Telegrammi", numero 313 del 14 settembre 2010: Luigi Mochi Sismondi; Bruna Peyrot; Francesco Pistolato;

- "Telegrammi", numero 315 del 16 settembre 2010: Zenone Sovilla;

- "Coi piedi per terra", numero 356 del 16 settembre 2010: Giacomo Alessandroni;

- "Telegrammi", numero 316 del 17 settembre 2010: Maria Rosaria Baldin;

- "Coi piedi per terra", numero 357 del 17 settembre 2010: Gianni Tamino;

- "Coi piedi per terra", numero 358 del 18 settembre 2010: Chiara Cavallaro;

- "Telegrammi", numero 318 del 19 settembre 2010: Agostino Letardi;

- "Coi piedi per terra", numero 359 del 19 settembre 2010: Marcello Vigli;

- "Telegrammi", numero 319 del 20 settembre 2010: Marino Marinelli;

- "Telegrammi", numero 322 del 23 settembre 2010: Antonio Mazzeo;

- "Telegrammi", numero 323 del 24 settembre 2010: Itala Ricaldone;

- "Telegrammi", numero 324 del 25 settembre 2010: Giovanni Balacco;

- "Telegrammi", numero 328 del 29 settembre 2010: Gennaro Abele Avalimi; Luca Carlini;

- "Coi piedi per terra", numero 369 del 29 settembre 2010: Annarosa Buttarelli; Peppe Sini;

- "Telegrammi", numero 329 del 30 settembre 2010: Giulio De la Pierre;

- "Coi piedi per terra", numero 370 del 30 settembre 2010: Amerigo Bigagli; Pancrazio Degnente;

- "Coi piedi per terra", numero 371 del primo ottobre 2010: Giuliano Falco;

- "Coi piedi per terra", numero 372 del 2 ottobre 2010: Livio Miccoli;

- "Telegrammi", numero 338 del 9 ottobre 2010: Stella Bertuglia;

- "Coi piedi per terra", numero 381 dell'11 ottobre 2010: Andrea Alessandrini; Onorato Delipomeni;

- "Telegrammi", numero 343 del 14 ottobre 2010: Giancarla Codrignani;

- "Telegrammi", numero 344 del 15 ottobre 2010: Farid Adly; Luciano Capitini; Marinella Correggia;

- "Coi piedi per terra", numero 385 del 15 ottobre 2010: Sergio Albesano;

- "Telegrammi", numero 345 del 16 ottobre 2010: Angela Dogliotti Marasso; Ermete Ferraro; Alberto L'Abate; Silvano Tartarini;

- "Coi piedi per terra", numero 386 del 16 ottobre 2010: Massimo Bonfatti; Alessandro Murgia; Nora Rodriguez;

- "Telegrammi", numero 346 del 17 ottobre 2010: Ivan Bettini; Pietro Lazagna; Nello Margiotta; Antonio Parisella; Fabrizio Truini; Beppe Pavan.

- "Coi piedi per terra", numero 387 del 17 ottobre 2010: Angelo Bertani; Alessandro Capuzzo; Piero P. Giorgi;

- "Telegrammi", numero 347 del 18 ottobre 2010: Liliana Boranga; Silvio Cinque; Silvano Leso; Elena Liotta; Stefano Melis; Antonella Santarelli; Olivier Turquet;

- "Coi piedi per terra", numero 388 del 18 ottobre 2010: Lino Cattabianchi; Franco Lorenzoni;

- "Telegrammi", numero 348 del 19 ottobre 2010: Davide Berruti; Vittorio Merlini; Gualtiero Via;

- "Coi piedi per terra", numero 389 del 19 ottobre 2010: Francesco Andreini; Floriana Lipparini;

- "Telegrammi", numero 349 del 20 ottobre 2010: Federico Fioretto; Vito La Fata;

- "Coi piedi per terra", numero 390 del 20 ottobre 2010: Gianluca Carmosino; Maria Luisa Paroni;

- "Telegrammi", numero 350 del 21 ottobre 2010: Davide Arnone; Monica Lanfranco; Amalia Navoni; Filomena Perna; Giorgio Beretta;

- "Coi piedi per terra", numero 391 del 21 ottobre 2010: Umberto Santino;

- "Telegrammi", numero 351 del 22 ottobre 2010: Pierluca Gaglioppa; Silvia Quattrocchi;

- "Coi piedi per terra", numero 392 del 22 ottobre 2010: Giovanna Fiume; Giovanni Mandorino; Tiziana Plebani;

- "Telegrammi", numero 352 del 23 ottobre 2010: Silvia Montevecchi; Fabio Ragaini;

- "Coi piedi per terra", numero 393 del 23 ottobre 2010: Luisa Morgantini;

- "Telegrammi", numero 353 del 24 ottobre 2010: Osvaldo Ercoli; Anna Bravo; Piero Coltelli; Carlo Sansonetti;

- "Coi piedi per terra", numero 394 del 24 ottobre 2010: Amilcare Ammonio Annazzoni;

- "Telegrammi", numero 354 del 25 ottobre 2010: Giuliano Pontara; Daniele Gallo; Raffaella Mendolia; Marta Mureddu; Marisa Pessione e Alessandro Mortarino; Antonia Sani;

- "Coi piedi per terra", numero 395 del 25 ottobre 2010: Roberto Tecchio; Amedeo Tosi; Maurizia Giavelli; Johannes Steger;

- "Telegrammi", numero 355 del 26 ottobre 2010: Remo de Ciocchis; Lorenzo Porta;

- "Coi piedi per terra", numero 396 del 26 ottobre 2010: Sebastiano Malcontenti; Nadia Scardeoni; Luca Buzzi;

- "Telegrammi", numero 356 del 27 ottobre 2010: Giobbe Santabarbara; Silvia Berruto; Valerio Gennaro; Arianna Marullo; Andrea Mazzi;

- "Telegrammi", numero 357 del 28 ottobre 2010: Alberto Cacopardo; Tiziana Valpiana;

- "Coi piedi per terra", numero 398 del 28 ottobre 2010: Gabriella Falcicchio; Asdrubale Scarrone;

- "Telegrammi", numero 358 del 29 ottobre 2010: Carlo Gubitosa;

- "Coi piedi per terra", numero 399 del 29 ottobre 2010: Giovanna Providenti;

- "Telegrammi", numero 359 del 30 ottobre 2010: Andrea Casini; Lorenzo Guadagnucci; Marcello Paolocci; Brunetto Salvarani; Massimo Sforzi; Saverio Tommasi;

- "Coi piedi per terra", numero 400 del 30 ottobre 2010: Fiorella Manzini; Mercedes Mas; Raffaello Saffioti;

- "Telegrammi", numero 360 del 31 ottobre 2010: Barberino Bavarozzi; Eva Lotz (con la collaborazione di Marco Ambrosini); Mauro Morucci; Giorgio Nebbia;

- "Coi piedi per terra", numero 401 del 31 ottobre 2010: Fulvio Cesare Manara;

- "Coi piedi per terra", numero 402 del primo novembre 2010: Giovanni Esposito; Roberto Mancini;

- "Telegrammi", numero 363 del 3 novembre 2010: Marco Baleani; Paolo Nerozzi.

 

5. RIFLESSIONE. ANN JONES: LA GUERRA NON FINISCE MAI

[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per averci messo a disposizione nella sua traduzione il seguente estratto dal libro di Ann Jones "War Is Not Over When It's Over", uscito in settembre per Metropolitan Books, pubblicato in "Women's eNews".

Ann Jones, scrittrice e fotografa, autrice di altri sette libri oltre a quello qui menzionato (fra cui "Kabul in inverno") lavora con le donne nelle zone di conflitto e post-conflitto. L'ultimo anno lo ha passato in giro per il mondo offrendo a queste donne la sua macchina fotografica affinche' condividessero tramite le immagini cio' che la guerra ha fatto alle loro vite. E' stata "Consigliera di genere" alle Nazioni Unite. I suoi articoli sono apparsi su numerosi quotidiani, fra cui il "New York Times" e "The Nation". Il sito di Ann Jones e': http://annjonesonline.com]

 

Io sono qui per ascoltare. Ascolto cio' che persone come Ahmad e Azhar, rifugiati iracheni che vivono  in Libano, mi dicono della guerra e della violenza che essa implica, perche' la mia stessa vita - l'unica vita che posso conoscere di prima mano, ed anch'essa in modo imperfetto - e' stata oscurata dalla guerra.

La guerra di cui parlo e' ora commemorata con papaveri di carta. La "grande guerra", a cui mio padre partecipo' distinguendosi e da cui torno' eroe, irrevocabilmente cambiato, soggetto ad incubi e ad improvvisi scoppi di rabbia da ubriaco che avevano per bersaglio oggetti innocenti e mia madre e me, seguiti da riconciliazioni piene di lacrime che non ci era permesso rifiutare.

Guardo il servizio della Bbc sul remoto rituale del Giorno dell'Armistizio e vedo parecchie persone, in maggioranza donne, tutte ben oltre la mezza eta', che piangono ricordando. Quei ricordi, immagino, potrebbero essere come i miei: le memorie di persone che non hanno mai partecipato direttamente alla guerra eppure non sono mai riuscite a sfuggire ad essa.

Mio padre, a 16 anni, si arruolo' per prendere parte alla guerra che doveva metter fine a tutte le guerre. Ma non ando' cosi'. In parecchi modi, come anche il presentatore della Bbc ricorda, la grande guerra getto' le fondamenta delle guerre future, e certamente le getto' per le guerre domestiche, come quella che mio padre ha fatto per vent'anni e piu' contro mia madre e me in una casa semidiroccata di una piccola citta' del Wisconsin.

Quella guerra mio padre la porto' a casa nella sua borsa di stoffa kaki, dalle trincee delle Fiandre alla valle dei monti Chippewa nella cui ombra ho vissuto la mia solitaria esistenza. E questa e' sicuramente la ragione per cui, ora che ho settant'anni, siedo in una stanza malconcia di un fatiscente hotel di Beirut da tempo prediletto dai giornalisti, e fisso le bruciature di sigaretta nel tappeto consunto, ma quel che vedo sono le dita dei piedi di Ahmad, ancora color porpora a causa delle torture subite in una prigione irachena, e i lividi giallastri sul viso di sua moglie Azhar, che vanno sbiadendo mentre lei guarisce dalle botte che il marito le ha dato.

Mio padre era solito dire che le guerre erano dichiarate da uomini che in guerra non ci erano stati mai, uomini che non sapevano che, una volta cominciata, la guerra non finisce. La "grande guerra" ebbe termine con l'Armistizio nel 1918, ma mio padre visse per altri sessant'anni, e durante tutto quel tempo la guerra non abbandono' ne' la sua memoria ne' i suoi incubi. Ne' fu mai distante dalla mia memoria e dai miei incubi, perche' la violenza che mio padre porto' a casa cadde su di me e ridusse in pezzi qualsiasi fiducia infantile io avessi mai avuto nella semplicita' dell'amore.

La violenza della guerra non finisce quando la pace viene dichiarata. Spesso non fa altro che spostarsi dalla vita pubblica a quella privata. Io sono qui a Beirut a parlare di guerra, a scrivere di guerra, perche' mio padre combatte' in una guerra brutale. E perche' questo cambio' ogni cosa per lui, e di conseguenza per me.

Io credo ancora che la violenza domestica sia un danno per tutti. Come filtra nelle strade, istruisce alla violenza la prossima generazione. Ma ora mi chiedo se e' davvero li' che inizia, nelle case.

Quando mio padre aggrediva mia madre o me, era spesso arrabbiato per qualcosa di totalmente differente. Assaliva noi - in special modo me - perche' eravamo a portata di mano. Ma: le risposte alle situazioni? Le tecniche? Quelle erano cose che aveva imparato nell'esercito.

In effetti, dev'essere stato il suo successo nell'apprendere ad agire cosi' velocemente, cosi' efficacemente, in maniera cosi' violenta, a fare di lui un eroe ed a guadagnargli il massimo onore concesso dai tre paesi alleati. Le sue medaglie pendono dal muro, a casa, sotto vetro. Gli amici di famiglia sovente mi dicono: "Devi essere cosi' orgogliosa di tuo padre". Io lo ero. Lo ammiravo e lo amavo, anche se sapevo cosa costava il suo eroismo, a lui e a noi.

 

6. INIZIATIVE. 16 GIORNI DI ATTIVISMO CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE. 25 NOVEMBRE - 10 DICEMBRE 2010

[Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per averci messo a disposizione nella sua traduzione il seguente estratto dal testo che ha lanciato per il 2010 la Campagna dei "16 giorni di attivismo contro la violenza di genere", una campagna internazionale attiva dal 1991. Le due date, 25 novembre (Giornata internazionale contro la violenza sulle donne) e 10 dicembre (Giornata internazionale dei diritti umani) sono legate per sottolineare che la violenza di genere e' una violazione dei diritti umani. per contattare la struttura promotrice della campagna: www.cwgl.rutgers.edu]

 

Quest'anno ricorre il ventesimo anniversario della Campagna "16 Giorni di Attivismo Contro la Violenza di Genere". Anno dopo anno, nuovi soggetti si sono aggiunti alla "Campagna 16 Giorni" per portare il loro contributo alla conoscenza delle differenti forme di violenza commesse contro le donne, a livello locale, nazionale e mondiale. L'attenzione che la violenza di genere ha ricevuto e' una testimonianza delle forti energie e delle efficaci mobilitazioni realizzate dalle attiviste e dagli attivisti per la protezione dei diritti delle donne nel mondo. Eppure, malgrado questa maggiore presa di coscienza, il numero delle violenze e degli abusi contro le donne e' allarmante ed emergono, anzi, nuove forme di violenza. Noi, in quanto diffensore/i dei diritti umani delle donne, abbiamo la responsabilita' di osservare piu' da vicino le strutture che permettono alla violenza di genere di esistere e persistere. Dopo diverse consultazioni con attiviste/i, organizzazioni ed esperte/i di tutto il mondo, il militarismo e' apparso come la struttura chiave di perpetuazione della violenza.

Benche' esistano diversi modi per definire il militarismo, la nostra definizione di base descrive il militarismo come un'ideologia che crea una cultura di paura e giustifica e favorisce la violenza, le aggressioni o gli interventi militari per risolvere conflitti ed imporre interessi economici e politici.

E' un'ideologia che molto spesso ha conseguenze gravissime per la sicurezza delle donne e della societa' in generale. Il militarismo e' un approccio caratteristico che influenza la maniera di osservare il mondo; cambia la percezione del prossimo, della famiglia e dell'intera vita pubblica.

Abbracciare il militarismo e' dare per scontato che ognuno ha nemici e che la violenza e' un mezzo efficace per risolvere i problemi. Non opporsi a questo modo di pensare militarista implica il perpetuare certe forme di mascolinita', il lasciare che le gerarchie di potere restino al proprio posto, ed accordare l'impunita' agli autori delle violenze contro le donne in tempi di guerra.

Ridurre il militarismo significa ispirare idee piu' ampie su una sicurezza vera, significa accrescere la partecipazione delle donne alla sfera pubblica, e creare un mondo costruito su rapporti autentici di fiducia e cooperazione, e non sulla vendita competitiva delle armi.

C'e' un urgente bisogno di affrontare la questione militarista in tutta la nostra societa'. Il militarismo non solo ha conseguenze materiali ed istituzionali, ma anche culturali e psicologiche, piu' difficili da misurare. Guerre, conflitti interni, e repressioni violente di movimenti di giustizia sociale e politica - che risultano tutti dalla cultura del militarismo - hanno un impatto particolare e spesso sproporzionato sulle donne. Lo stupro e' usato come una tattica di guerra per creare paura e per umiliare le donne e le loro comunita'. Ma la violenza sessuale e' solo una delle forme di violenza che le donne e ragazze affrontano attraverso il continuum di violenza che esiste prima, durante e dopo l'apparente fine di un conflitto. Il militarismo non finisce ne' comincia in zone di guerra, ne' si limita alla sfera pubblica.

Anche regioni che non conoscono situazioni di conflitto diretto sono vulnerabili al militarismo; inviano truppe, producono e vendono armi, e investono nelle forze armate di governi stranieri piuttosto che nel sostegno agli sforzi di sviluppo. Questi governi hanno priorita' distorte; spendono un'alta percentuale del loro bilancio in spese militari e in armi piuttosto che nei settori sociali come l'istruzione, il servizio sanitario, il lavoro e lo sviluppo, che permetterebero una vera sicurezza per le donne.

Per queste ragioni, il tema internazionale della Campagna 16 Giorni e': Le strutture della violenza: definire le connessioni tra militarismo e violenza contro le donne.

Siamo coscienti che questa campagna non sara' facile da realizzare, e che molte attiviste e molti attivisti potrebbero essere esposti a reazioni negative e brutali per il loro lavoro. Il Centro per la leadership globale delle donne (Center for Women's Global Leadership - Cwgl) esorta le attiviste e gli attivisti a considerare la loro sicurezza con la massima attenzione mentre collaborano a questa campagna. Il Cwgl continuera' a fornire risorse e informazioni generali, per contatti: www.cwgl.rutgers.edu

 

7. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Sostenere finanziariamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.

Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

 

8. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"

 

"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.

Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.

E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".

 

9. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Eric A. Havelock, Cultura orale e civilta' della scrittura. Da Omero a Platone, Laterza, Roma-Bari 1973, 1995, pp. XVI + 368.

- Eric A. Havelock, La Musa impara a scrivere. Riflessioni sull'oralita' e l'alfabetismo dall'antichita' al giorno d'oggi, Laterza, Roma-Bari 1987, 1995, pp. VIII + 184.

- David R. Olson, Nancy Torrance (a cura di), Alfabetizzazione e oralita', Raffaello Cortina Editore, Milano 1995, pp. XII + 310.

 

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

11. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 363 del 3 novembre 2010

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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