Coi piedi per terra. 398
- Subject: Coi piedi per terra. 398
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- Date: Thu, 28 Oct 2010 09:03:12 +0200 (CEST)
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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 398 del 28 ottobre 2010
In questo numero:
1. Il programma del XXIII Congresso nazionale del Movimento Nonviolento
2. Maria Rosaria Baldin: La nonviolenza per la citta' aperta
3. Alberto Cacopardo: Opposizione integrale alla guerra
4. Pietro Lazagna: La sfida piu' impegnativa
5. Sergio Paronetto: La profezia della pace per una citta' conviviale
6. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Gabriella Falcicchio
7. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Asdrubale Scarrone
8. Alcune interviste ed alcuni interventi sulla situazione della nonviolenza oggi in Italia
9. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo
1. INCONTRI. IL PROGRAMMA DEL XXIII CONGRESSO NAZIONALE DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
[Dal Movimento Nonviolento (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) riceviamo e volentieri diffondiamo]
XXIII Congresso nazionale del Movimento Nonviolento "La nonviolenza per la citta' aperta" Brescia, 29-31 ottobre - primo novembre 2010.
Tutti i lavori si svolgono presso il Centro Saveriano di Animazione Missionaria, via Piamarta, 9 (zona via dei Musei).
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Programma
Venerdi' 29 ottobre
- ore 20,30: Dibattito aperto alla cittadinanza sul tema: "La nonviolenza per la citta' aperta" con: Massimo Tedeschi, giornalista, redattore di "Bresciaoggi"; Carlo Melegari, sociologo, direttore del Cestim, Centro Studi Immigrazione; intervistati da Massimo Valpiana, direttore di "Azione nonviolenta".
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Sabato 30 ottobre
- ore 10: Apertura, accoglienza, iscrizioni, insediamento presidenza; distribuzione cartelline. Quota di iscrizione al Congresso, euro 5,00 (non richiesta agli iscritti al Movimento Nonviolento in regola per il 2010 - sara' possibile rinnovare o iscriversi anche in quella sede).
- ore 11: Relazione del presidente; relazione del segretario; saluti delle autorita' e degli ospiti; premiazione degli studenti realizzatori del Manifesto del Congresso; inizio assemblea plenaria.
- ore 13: Buffet.
- ore 15-18,30: Proseguimento dell'Assemblea plenaria.
- ore 18,30-19,30: Presentazione delle Commissioni da parte dei conduttori: Educazione aperta, nella citta' e nella scuola, Elena Buccoliero, Caterina Del Torto; Ecologia politica per fermare il nucleare, Mao Valpiana, Rocco Pompeo; La nonviolenza per la liberazione dalle mafie, Pasquale Pugliese, Daniele Lugli; Gli strumenti per l'agire del Movimento, Mao Valpiana, Piercarlo Racca; L'antimilitarismo oggi: disarmo e corpi di pace, Renato Fiorelli, Adriano Moratto; Per una nuova convivenza nella citta' aperta, Pasquale Pugliese, Elena Buccoliero, Enrico Pompeo. L'obiettivo delle commissioni e' definire gli obiettivi di lavoro del Movimento Nonviolento per i prossimi tre anni e indicare gli strumenti di praticabilita' per conseguire questi obiettivi.
- ore 20: Cena libera.
- ore 21: Spettacolo teatrale con video e letture.
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Domenica 31 ottobre
- ore 9,30: Apertura lavori.
- ore 10-13: Lavori delle commissioni (n. 1, 2, 3).
- ore 13: Pranzo.
- ore 15: Lavori delle commissioni (n. 4, 5, 6).
- ore 18: Dibattito in plenaria sulle commissioni.
- ore 21: Cena e serata libere (con probabile visita guidata al Castello o alla citta').
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Lunedi' primo novembre
- ore 9: Presentazione dei risultati delle commissioni; dibattito.
- ore 11: Votazioni delle mozioni emerse dalle sei commissioni.
- ore 12: Votazione della mozione generale; elezioni del Presidente, del Comitato Direttivo, del Comitato di Coordinamento.
- ore 13: Conclusioni.
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Si ricorda che il Congresso del Movimento Nonviolento e' aperto a tutti, ma possono votare solo gli iscritti.
Per informazioni: Movimento Nonviolento, sede nazionale, tel. 0458009803, Centro per la Nonviolenza di Brescia, tel. 0303229343.
Le informazioni logistiche (pernottamenti, ospitalita', vitto) saranno indicate prossimamente.
Nel numero di agosto-settembre di "Azione nonviolenta" sono state pubblicate le tracce di lavoro delle Commissioni, cosi' che ogni congressista possa partecipare in modo adeguato e portando un fattivo contributo. Il Congresso e' il massimo organo decisionale del Movimento. E' il momento di sintesi e valutazione del lavoro fatto, e di programmazione del lavoro futuro. Gli iscritti assumono la responsabilita' di contribuire - ognuno come puo' - alla realizzazione degli impegni comuni.
2. VERSO IL CONGRESSO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO. MARIA ROSARIA BALDIN: LA NONVIOLENZA PER LA CITTA' APERTA
[Ringraziamo Maria Rosaria Baldin (per contatti: labottegadellestorie at gmail.com) per questo intervento di augurio al congresso del Movimento Nonviolento che si svolgera' a Brescia tra il 29 ottobre e il primo novembre 2010.
Per un breve profilo di Maria Rosaria Baldin dall'intervista apparsa nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 316 riprendiamo la seguente notizia biografica "Mi chiamo Maria Rosaria Baldin, sono nata l'8 ottobre 1955 a Sandrigo (VI) dove vivo tuttora. Mi sono sempre interessata agli altri, in particolare alle problematiche legate al sud del mondo. Il mio grande maestro, in questo, e' stato Raoul Follereau. L'esperienza con Aifo (che allora si chiamava "Amici dei lebbrosi") e' stata fondamentale per me. E poi Fausto Marinetti, Alex Zanotelli. Ho fatto Teatro dell'Oppresso con l'Associazione Giolli di Roberto Mazzini; sono legata alla rete dei Bilanci di giustizia. Ho fatto la casalinga per piu' di venti anni, tenendomi informata e facendo attivita' di volontariato in comune, parrocchia e scuola (animazione alla lettura, catechismo, classi aperte, distribuzione materiale e sensibilizzazione delle insegnanti). Mi sono poi avvicinata al mondo della migrazione con altra attivita' di volontariato che dal '98 e' diventata il mio lavoro. Ho pubblicato storie di migranti per l'agenzia stampa "Migranews", raccolte in seguito nel libro "Avanti il prossimo" della casa editrice La Meridiana. Sono storie di migranti regolari che ho conosciuto nella mia attivita' di sportello in provincia di Vicenza. In seguito ho conosciuto la Libera Universita' dell'autobiografia di Anghiari (Ar) a cui sono tuttora legata e con cui collaboro proponendo laboratori di scrittura di se' in vari ambiti. Sono socia dell'Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione (Asgi) che si occupa di tutelare i diritti di migranti, apolidi, richiedenti asilo, Rom e Sinti"]
Cari amici,
so di essere in ritardo nel rispondervi, manca poco all'inizio del congresso del Movimento Nonviolento.
Vi ringrazio moltissimo e sono onorata che mi abbiate contattata. Vi scrivo ugualmente per dirvi che mi fa molto piacere che abbiate scelto il tema dell'accoglienza. E' qualcosa che vivo sulla mia pelle nel lavoro con i migranti, con i Sinti italiani e i Rom. Ho visto che avrete la presenza di Carlo Melegari che vi portera' l'esperienza di Verona e piu' in generale del Cestim.
Ma anche qui, nel vicentino, le amministrazioni pubbliche si stanno sbizzarrendo con delibere e ordinanze oltremodo fantasiose. E vi confesso che tutte le assurdita' che vedo, mi fanno venire idee che della nonviolenza hanno molto poco. Il rischio e' l'isolamento, il pensare che non si puo' far nulla, che le cose non possono ne' potranno mai cambiare. Sappiamo tutti che non e' cosi', ed e' per questo che incontri come il vostro sono fondamentali, ci si puo' conoscere e confrontare, si puo' discutere e si possono scambiare idee e buone pratiche.
Vi porto un paio di esempi tratti dalla cronaca di quest'ultimo periodo: il comune di Arzignano, nella zona delle concerie, ha deciso che non c'e' nulla di meglio che mandare i vigili urbani ad assistere alle assemblee condominiali nei condomini con forte presenza di migranti; la presenza dei vigili dovrebbe permettere un andamento tranquillo; pare ci sia addirittura una specie di semaforino - gestito dai vigili - fatto appositamente per permettere a tutti di parlare. In seguito lo stesso comune ha emanato un'ordinanza ribattezzata anti-moschee che, con la scusa della destinazione d'uso e delle leggi urbanistiche, impone criteri rigidissimi ai circoli culturali, ma e' chiaro che e' rivolta soprattutto ai centri islamici.
Anche Vicenza citta' si distingue per la linea dura: dopo alcune risse con accoltellamenti si e' deciso di far chiudere alle 21 i locali del centro, oltre all'aumento delle forze dell'ordine e alla restrizione dell'utilizzo dei parchi (divieto di stendersi sulle panchine, di essere piu' di tre oltre una certa ora, divieto di mangiare, bere, giocare e cosi' via). A questa ordinanza i migranti vicentini hanno risposto dimostrando estrema saggezza, impegnandosi a: tradurre l'ordinanza in varie lingue, pulire il parco, organizzare feste, mercatini, giochi per bambini e cosi' via, per far si' che il degrado sparisca. Magari se il sindaco si fosse ricordato prima di loro...
Non sono in grado di farvi avere il testo, perche' non e' ancora disponibile nei siti dei comuni.
Piu' in generale, a livello nazionale, ho registrato l'assurda pretesa della Rai di farsi pagare il canone dalle badanti conviventi (anche se prive di televisore proprio) che non sono nello stesso stato di famiglia dell'assistito. Assistito che, a sua volta, non ha diritto alle agevolazioni previste dall'art. 1, comma 132, legge 24 dicembre 2007, n. 248 (niente piu' canone per gli over 75) perche' non rientra nelle condizioni previste: aver compiuto 75 anni di eta' entro il termine di pagamento del canone; non convivere con altri soggetti diversi dal coniuge titolare di reddito proprio; possedere un reddito che unitamente a quello del proprio coniuge convivente, non sia superiore complessivamente ad euro 516,46 per tredici mensilita' (euro 6.713,98 annui).
L'altro aspetto e' l'aumento esponenziale delle complessita' burocratiche legate alla presenza regolare in Italia, per cui i migranti devono continuamente dimostrare nuove e piu' complesse conoscenze oltre a un ottimo livello di integrazione (non si sa in base a cosa lo si puo' misurare).
Proprio oggi Caritas-Migrantes hanno presentato il dossier statistico 2010: 5 milioni di persone che non abbiamo ancora imparato ad accogliere. Dopo 35 anni di immigrazione non si riesce ad uscire dalla logica dell'emergenza e della sicurezza.
Accogliere dunque guardando all'Altro non come a qualcuno che ci minaccia, ma come a qualcuno che ci puo' arricchire, non tanto e non solo economicamente, ma soprattutto culturalmente. Sappiamo che l'incontro non e' mai semplice, che c'e' sempre di mezzo il conflitto, ma sappiamo anche che il conflitto e' positivo se utilizzato come risorsa piuttosto che come limite o scusa per "litigare".
Personalmente credo che una citta' aperta e accogliente debba saper ascoltare le narrazioni degli altri. Il mio professore Duccio Demetrio lo ripete spesso: "Proprio in questo tempo in cui i diritti fondamentali delle persone sono messi in discussione, e' fondamentale, attraverso la scrittura, restituire loro la soggettivita' e la dignita' di cui sono portatori". Ci occupiamo infatti di scrittura autobiografica e di raccolta di storie e memorie locali. Ecco, io credo che sia una bella sfida: pensate a dei laboratori autobiografici meticci, in cui ognuno racconta la sua visione di territorio, paese, casa, nazione... Non sarebbe un ottimo sistema per capire meglio (molto meglio della presenza dei vigili alle assemblee condominiali), il perche' di certi comportamenti (non necessariamente negativi, solo diversi dai nostri)? E contemporaneamente raccontarsi la storia del posto in cui ci si trova e dei posti in cui si e' vissuto, storia viva perche' fatta di carne, lacrime, sudore e sangue, visto che e' raccontata dalle persone e non dai libri.
Per finire questo mio scritto piuttosto confuso (ma e' difficile in poche righe riassumere la complessita'), ritengo fondamentale guardare all'altro solo come altro, senza bisogno di vederne il passaporto. In fondo siamo tutti uomini donne bambini e bambine vecchi e vecchie; tutti nasciamo, viviamo, gioiamo, soffriamo, amiamo e moriamo. Stessa umanita', stesse esperienze a qualsiasi latitudine, con qualsiasi colore della pelle, religione, nazionalita', ecc.
Non so se c'entra e vi puo' interessare, ma c'e' un racconto di fantascienza (molto bello e che magari conoscete gia'), incredibile per come ci mostra l'altro: "Sentinella" di Fredric Brown.
Vi auguro un proficuo lavoro in questi giorni.
Grazie ancora e scusate se, fedele agli insegnamenti scolastici (sob!), non sono riuscita, come sempre, a utilizzare un linguaggio rispettoso del mio genere!
Maria Rosaria Baldin
3. VERSO IL CONGRESSO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO. ALBERTO CACOPARDO: OPPOSIZIONE INTEGRALE ALLA GUERRA
[Ringraziamo Alberto Cacopardo (per contatti: alberto.cacopardo at alice.it) per questo intervento di augurio al congresso del Movimento Nonviolento che si svolgera' a Brescia tra il 29 ottobre e il primo novembre 2010.
Per un breve profilo di Alberto Cacopardo da un'intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 357 riprendiamo la seguente notizia biografica: "La mia persona ha poca rilevanza. Quello che ho scritto e' soprattutto ricerca etno-antropologica. Ai nonviolenti possono interessare particolarmente i due scritti che ho menzionato piu' sopra e il prossimo libro che pubblichero', chiamato "Chi ha inventato la democrazia?". Chi vuole seguire qualcuno dei miei pensieri, puo' consultare il blog che ho iniziato nel settembre 2010. Si chiama "Politics, poetry and peace" e si trova a: http://albertocacopardo.blogspot.com/ "]
Cari amici del Movimento Nonviolento,
non potendo presenziare personalmente al vostro XXIII Congresso, desidero ringraziare presidenza e segreteria del Movimento per l'invito rivoltomi, ed inviarvi un saluto.
Un saluto che non sia puramente formale, poiche' condivido con tutto il cuore quel proposito di "opposizione integrale alla guerra" che Mao Valpiana e Daniele Lugli richiamavano nel loro messaggio d'invito.
Vorrei dirvi soltanto che sono fermamente convinto che la fine di tutte le guerre non sia un ideale utopico immaginabile per chissa' quale futuro remoto, ma al contrario un obiettivo politico concreto, larghissimamente condiviso, praticamente realizzabile e storicamente urgente in un momento come questo.
Io non ho dubbi che sara' realizzato. L'unico dubbio, non poco angoscioso, e' se questo avverra' prima o dopo una terza conflagrazione mondiale.
Che la nostra speranza nella pace prevalga sull'odio e sulla cecita' dei potenti.
Colgo l'occasione, se mi e' consentito, per informarvi che ho da poco creato un blog dal titolo "Politica, poesia e pace" in cui sarebbero particolarmente graditi interventi e osservazioni di fonte nonviolenta. E' raggiungibile inserendo nel motore di ricerca la parola blog seguita dal mio nome.
A tutti voi, i miei migliori auguri di buon lavoro.
Alberto Cacopardo
4. VERSO IL CONGRESSO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO. PIETRO LAZAGNA: LA SFIDA PIU' IMPEGNATIVA
[Ringraziamo Pietro Lazagna (per contatti: pietro.lazagna at alice.it) per questo intervento di augurio al congresso del Movimento Nonviolento che si svolgera' a Brescia tra il 29 ottobre e il primo novembre 2010.
Per un breve profilo di Pietro Lazagna da una recente intervista nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 346 riprendiamo la seguente notizia biografica: "Lavorando alla tesi di laurea su Mounier verso la meta' degli anni '50, in stretto contatto col gruppo genovese del Gallo ho avuto la fortuna di incontrare Clovis Lugon, il padre Regamey, il pastore Trocme', Jean Goss e Hildegard Mayer, il pastore Vinay, Danilo Dolci, Jean van Lierde, don Sirio Politi, padre Umberto Vivarelli, padre Balducci; con alcuni di questi sono rimasto per sempre in contatto stretto frequentando Agape, Viareggio, Parigi, Lione ecc. In Francia ho avuto la fortuna, anche grazie a un cugino domenicano (Jean de Menasce) di incontrare Jacques Loew, Andre' Depierre, Louis Massignon, Rene' Voillaume, Arturo Paoli... Erano gli anni della guerra d'Algeria e partecipai con disertori e obiettori al congresso di Bruxelles di "Paix et coexistence" (1958). Si scopriva il terzo mondo, Bandung, Gandhi e la problematica connessa. Per la tesi lessi molto e ricordo l'importanza di Aldous Huxley di "Fine e mezzi". Venendo da una famiglia di frontiera che aveva molto macerato i temi della guerra e della Resistenza in continuo confronto con opinioni di marxisti e socialisti comunisti di varie confessioni... e cristiani di varie opzioni, anche a contatto con coetanei atei e credenti (io venivo dallo scoutismo) mi tovai imbarcato in una ricerca non solo teorica. Demmo vita a un periodico universitario "Il Quarantacinque" in cui si confrontarono visioni molto diverse, e prima fra tutte la questione della violenza rivoluzionaria e la nonviolenza. Conobbi Pietro Pinna e partecipai a campi di nonviolenza in cui il confronto assai complesso e caotico era con un arcipelago multicolore: basti pensare che al Vietnam si era aggiunta la questione nera con la drammatica dialettica tra figli dei fiori e ortodossie e eresie di matrice marxiana (si pensi ai testi di Malcolm X, di Fanon, di Mao, di Carmichael, di Marcuse cui si pensava di poter "contrapporre" Martin Luther King) di cui arrivavano i testi con la "Monthly rewew" o "La sinistra" di Lucio Colletti, ma anche di Galtung e di Paulo Freire. Il punto focale era per me il cambiamento e non riuscivo a vederne prospettive fuori da una dialettica interna alle sinistre sempre settarie o ortodosse ed egemoniche. Attraverso l'esperienza dei gruppi spontanei (Liguria, Piemonte, Emilia) e del dissenso arrivai alle Acli che elaborarono molto materiale sulla questione armiera come sui temi del nucleare. Ricordo quando grazie a don Sirio Politi ospitammo a La Spezia cinque monaci buddisti che venivano da Hiroshima e con loro fummo a incontrare il consiglio di fabbrica dell'Oto-Melara o centinaia di studenti. Poi venne la stagione della mostra navale bellica di Genova a cavallo degli anni '70/'80, la nascita del Centro ligure di documentazione per la pace con Salvatore Senese, Joyce Lussu, Carlo Cassola, Ruggero Orfei, Falco Accame... poi la Lega del disarmo unilaterale con Davide Melodia e tanti altri... poi la Rete per il dialogo est-ovest in cui mi impegnai molto incontrando a Parigi, Vienna, Praga, Varsavia, Cracovia, Amsterdam i coraggiosi discepoli di Sacharov, Patocka, Michnik, Charta 77, e uno straordinario universo di vivacita' che finalmente sembrava saldare gli spezzoni sempre divergenti di lotta per la giustizia, per la pace e per i diritti civili. Partecipai alla nascita dei verdi e li' scoprii un universo di grande vivacita' culturale coll'immissione della problematica ecologica fino allora poco presente nella sovranita' limitata delle sigle pacifiste. Ritrovai Sereno Regis e Nanni Salio, Alberto L'Abate e il Gruppo Abele, Beati i costruttori di pace, Pax Christi e infinite insperate realta' vitali e vivacissime"]
Ai cari amici che da anni si impegnano per sollevare dallo scempio di natura e uomini questa nostra disastratissima terra.
Le forze vengono meno se pensiamo alla sproporzione fra noi e questa macchina che stritola ogni germe di bellezza e di vita.
Eppure al caro Daniele Lugli per gli anni ferraresi, a Tonino Drago, a Salio... a Mao degli anni "verdi", nella scia di Sirio Politi, di Beppe Socci, di Umberto Vivarelli, di Luciano Chiappini, auguro di non scoraggiarsi catalizzando il fiume di donne e uomini che cresce malgrado noi stessi.
Le nostre povere capacita' sono minacciate dal piccolo narciso che quasi mai e' stato in grado di reggere una campagna elettorale senza soccombere al rito cannibalico che ci perseguita come una maledizione e isterilisce le speranze piu' audaci.
Nel panorama squallido che ci circonda questa mi sembra la sfida piu' impegnativa necessaria a restituire fiducia a un popolo che non osa alzare lo sguardo eppure lotta e non si rassegna.
5. VERSO IL CONGRESSO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO. SERGIO PARONETTO: LA PROFEZIA DELLA PACE PER UNA CITTA' CONVIVIALE
[Ringraziamo Sergio Paronetto (per contatti: paxchristi_paronetto at yahoo.com) per averci messo a disposizione questo intervento di saluto a nome di Pax Christi al congresso del Movimento Nonviolento che si svolgera' a Brescia tra il 29 ottobre e il primo novembre 2010.
Sergio Paronetto insegna presso l'Istituto Tecnico "Luigi Einaudi" di Verona dove coordina alcune attivita' di educazione alla pace e ai diritti umani. Tra il 1971 e il 1973 e' in Ecuador a svolgere il servizio civile alternativo del militare con un gruppo di volontari di Cooperazione internazionale (Coopi). L'obiezione di coscienza al servizio militare gli viene suggerita dalla testimonianza di Primo Mazzolari, di Lorenzo Milani e di Martin Luther King. In Ecuador opera prima nella selva amazzonica presso gli indigeni shuar e poi sulla Cordigliera assieme al vescovo degli idios (quechua) Leonidas Proano con cui collabora in programmi di alfabetizzazione secondo il metodo del pedagogista Paulo Freire. Negli anni '80 e' consigliere comunale a Verona, agisce nel Comitato veronese per la pace e il disarmo e in gruppi promotori delle assemblee in Arena suscitate dall'Appello dei Beati i costruttori di pace. In esse incontra o reincontra Alessandro Zanotelli, Tonino Bello, Ernesto Balducci, David Maria Turoldo, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Perez Esquivel, Beyers Naude' e tanti testimoni di pace. Negli anni '90 aderisce a Pax Christi (che aveva gia' conosciuto negli anni Sessanta) del cui Consiglio nazionale e del cui Centro studi fa parte e di cui attualmente e' vicepresidente nazionale. E' membro del Gruppo per il pluralismo e il dialogo e del Sinodo diocesano di Verona. Opere di Sergio Paronetto: La nonviolenza dei volti. Forza di liberazione, Editrice Monti, Saronno (Va) 2004]
Cari amici e care amiche, e' un piacere per me essere presente, assieme ad Anna Scalori, all'inizio del vostro Congresso per testimoniare la nostra vicinanza.
Lo sguardo dell'operatore di pace e' necessariamente ampio o "internazionale" (dall'Iraq all'Afghanistan, dalla Palestina a tutto il Medio Oriente, dal Congo al Sudan, dal Centro America ai Balcani, dal Myanmar alla Cina), attento al disarmo atomico a quello convenzionale, alla Difesa nonviolenta e all'educazione alla pace, al dialogo ecumenico a quello interreligioso, alla nonviolenza come cittadinanza attiva.
Nel pensare-fare questo, con tutti i nostri limiti ovviamente, e' oggi importante mettere in evidenza la dimensione della pace quotidiana, l'annuncio di pace come novita' di vita nelle nostre citta' (discriminazioni razziali e ingiustizie sociali, violenze in famiglia, violenze contro le donne e i bambini, morti sul lavoro, criminalita' organizzata e culture mafiose, reati ambientali, "questione morale", evasione fiscale, morti sulle strade, suicidi...). L'azione nonviolenta puo' e deve affrontare le paure diffuse nelle realta' urbane dove avviene l'incubazione di tristezze e di solitudini ai bordi della disperazione. Pensiamo a molte citta' "padane" dove si gioca il futuro della cittadinanza umana, si stanno costruendo sperimentazioni autoritarie e tribali, si sta elaborando una politica controdemocratica anticostituzionale, si agitano populismi etnici o religioni civili settarie, si scatenano periodicamente violenze familiari orribili o miniviolenze che degradano lo spirito pubblico e il clima sociale.
La citta' e' incontro di tensioni locali-universali; incrocio problematico di culture, di religioni, di storie; sintesi di persone in migrazione identitaria perenne. Sono citta' mondo, citta' globali. Associazioni, movimenti, comunita' cristiane, enti locali dovrebbero porsi alcune domande. Quale citta' intendiamo costruire e abitare? Come e' possibile gestire i conflitti nelle citta'? Come operare la liberazione dalla paura? Come esercitare una cittadinanza attiva nonviolenta? Probabilmente le nostre citta' hanno bisogno di buone pratiche sociali orientate al bene comune o alla sicurezza comune, di spazi e momenti di riconoscimento reciproco, di servizi per l'educazione al conflitto, di arte e bellezza, di contemplazione e preghiera. Il vostro Congresso puo' aiutarci nel cammino.
Alla Settimana sociale dei cattolici di Reggio Calabria, abbiamo presentato un documento intitolato "Promotori della famiglia umana per un'Italia giusta e solidale" e un volantino sulla "Costituzione come carta del bene comune e dell'unita' nazionale" con l'idea di esercitare una cittadinanza attiva permanente coscienti della necessita' di "concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale" (art. 49). Oltre ogni relativismo etico-politico, la Costituzione italiana va difesa e sviluppata come la carta del bene comune e dell'unita' nazionale, come impegno quotidiano per la pace, come alta espressione della civilta' del diritto.
Nel tentativo di recuperare un'identita' dialogante per una citta' conviviale, ci poniamo sempre una domanda autocritica: siamo capaci di dialogare? Di parlare con tutti? Di convincere? Di lavorare assieme a tanti? Stiamo adoperando un linguaggio adeguato e persuasivo? Lo chiede piu' volte il cardinal Tettamanzi ai cristiani milanesi spesso in giorni di mobilitazione leghista contro di lui. L'uso politico della religione tipico dell'ossessione identitaria neopopulista, oltre a svuotare l'essenza della fede cristiana, introduce modelli autoritari da respingere e superare con calma determinazione richiamandosi alla lezione di Bonhoeffer: "Sotto la schiacciante impressione prodotta dall'ostentazione di potenza si viene spesso derubati della propria indipendenza interiore. Ma per chi e' responsabile la domanda ultima non e': come me la cavo eroicamente in questa vicenda, ma: quale potra' essere la vita della generazione che viene?".Come garantire il futuro della democrazia? Come non farsi derubare la dignita' della coscienza morale? Oggi la questione morale e' questione democratica costituzionale, riguarda la rinascita morale e civile dell'Italia.
Nella nostra Assemblea Nazionale di aprile, a Triuggio, abbiamo affrontato il tema della pace come cittadinanza responsabile. Abbiamo scritto nel comunicato del 17 aprile 2010: "Viviamo un momento di rottura costituzionale. Dovere civico degli operatori di pace e di tutti e' arrestare e prevenire una deriva etica e politica devastante, vigilare sull'erosione delle regole democratiche, sullo svuotamento delle istituzioni, sull'unita' del nostro paese, sull'aggressione alle coscienze civili, sui rischi di assuefazione al degrado, sul linguaggio aggressivo e volgare... In una citta' conviviale nelle sue differenze, nella citta' come bene comune, la sicurezza puo' essere solo comune. E' importante ribadire l'importanza di un linguaggio pulito e gentile e di uno stile di vita semplice e sobrio, nutrito di mitezza, di fiducia, di passione e di tenerezza. Disarmo per noi e' anche costruire citta' disarmate dalle violenze, dalle discriminazioni, dai pregiudizi, dalle paure, dalle solitudini. Solo cosi' possiamo essere sicuri e sereni".
Vengo da Verona che ha ospitato in Arena i famosi incontri dei "Beati costruttori di pace". Circa vent'anni fa, il 30 aprile 1989, il nostro don Tonino ha lanciato l'appello "in piedi costruttori di pace!" che risuona sempre caro e intenso nella profondita' del nostro cuore, come l'ultima sua frase: "Invocheremo lo Spirito Santo. Non solo perche' rinnovi il volto della terra. Ma perche' faccia un rogo di tutte le nostre paure" (Sui sentieri di Isaia, La Meridiana, Molfetta 1999, p. 57).
Grazie e grazia a tutti e a ciascuno. Un grande abbraccio. Buon cammino.
Sergio Paronetto (vicepresidente di Pax Christi Italia)
6. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO GABRIELLA FALCICCHIO
[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Gabriella Falcicchio.
Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.
Per un breve profilo di Gabriella Falcicchio si veda la risposta all'ultima domanda di questa intervista]
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza?
- Gabriella Falcicchio: Credo che la nonviolenza sia un grandissimo ideale, che tuttavia perde significato se non cerca instancabilmente canali di realizzazione e di perfezionamento. Definirla, nel senso letterale, comporta secondo me l'appassimento della nonviolenza, perche', se rimangono come punti ineludibili la lotta alla violenza e l'impegno per la costruzione di una realta' di segno diverso, tuttavia l'apertura e' la cifra che, unica, puo' caratterizzarla e garantire - garantirci - che la nonviolenza non diventi dogma, confessione, visione autoritaria che chiudendosi in una verita' precostituita impedisce la ricerca di soluzioni creative e inedite. Per me la nonviolenza e', capitinianamente, tensione trasformativa, anzi tramutativa, capace di cambiare la struttura stessa del mondo affetto dal limite e di introdurre al suo interno elementi di novita' radicale che la liberano. La nonviolenza peraltro va re-imparata e rivissuta continuamente, con un lavoro di coltivazione del tessuto sociale molto simile a quello dell'agricoltore, perche' il processo di costruzione della realta' liberata non e' scevro da cadute, da regressi, da rischi davanti ai quali va mantenuto alto il livello di vigilanza. La nonviolenza inoltre per me e' essenzialmente relazione, relazione feconda tra esseri che si riconoscono senza paura e intessono rapporti di pace. Nell'interpersonale si radica profondamente la possibilita' di dare solidita' all'ideale, con tutte le complessita' e le criticita' delle relazioni, fatte anche di divergenze e conflitti. Se sono convinta che il cambiamento delle strutture in senso nonviolento sia essenziale a imprimere un segno decisivo nella realta' limitata, sono tuttavia dell'idea che la base primaria di ogni processo nonviolento sia nelle interazioni tra esseri umani in carne ed ossa, capaci di vivere la quotidianita' insieme e di trasformarla, non solo agendo "su" di essa insieme, ma vivendola in modo diverso attraverso la relazione. Si tratta di quella "offerta del tu a tutti" di cui parla Aldo Capitini, tutti nessuno escluso, senza la quale non inizia alcun movimento di tramutazione della realta'.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali sono le personalita' e le esperienze a suo parere piu' significative della nonviolenza?
- Gabriella Falcicchio: Nell'orizzonte cosi' ampio della nonviolenza e limitatamente ai campi che conosco e che pratico, credo che nel contesto italiano sia imprescindibile conoscere Aldo Capitini e Danilo Dolci, come riferimenti classici che tutti gli italiani dovrebbero almeno aver sentito nominare prima dei 18 anni. Tuttavia, se includiamo nel campo della nonviolenza anche chi non sempre in modo esplicito si e' riferito a una tradizione nonviolenta, ma ha operato in modo significativo per decisivi cambiamenti nelle visioni del mondo e dell'uomo, includerei Maria Montessori, Raimon Panikkar e tra i contemporanei Michel Odent. Maria Montessori e' un'anima educativa abbastanza dimenticata, o relegata nelle sezioni o nelle scuole che presentano la denominazione ufficiale di "montessoriane". Nella concezione montessoriana c'e' un rispetto per il bambino che sa coniugare il rigore metodologico dell'approccio scientifico con l'appassionamento per la liberazione dell'infanzia, che in ogni epoca e contesto, oggi non meno che nei secoli passati (ma con molte merendine e coca cola in piu'), e' una delle condizioni di oppressione e di devastazione. Al principio basilare di "seguire il bambino", ancora non siamo giunti davvero, se non in casi virtuosi; dalla sua attuazione siamo lontanissimi. Raimon Panikkar e' una personalita' luminosissima della nostra contemporaneita'. Credo che la sua vita, ricca di scelte forti (come il sacerdozio) e straordinaria per la sua capacita' di mantenersi fecondamente in equilibrio tra diverse culture e religioni, sia stata lo specchio di un pensiero complesso e coinvolgente, appassionato e capace di conquistare uditori e lettori. Credo sia stata e continuera' a essere una voce nonviolenta di grandissima potenza e finezza. Michel Odent, occupandosi, da scienziato e da pratico, di ostetricia, sta offrendo un contributo essenziale per comprendere come un'umanita' di pace si costruisca dal primo giorno di concepimento e credo che questo ne faccia senza dubbio un vero amico della nonviolenza. Anche in questo caso come nei due precedenti, la forza del suo messaggio deriva dalla capacita' di coniugare in modo creativo punti di vista solitamente tenuti separati, secondo un'epistemologia delle distinzioni disciplinari che oggi non ha piu' ragion d'essere. La sua vicinanza alla nonviolenza, io la vedo nella ricerca e nella pratica quotidiana di un "mettere al mondo" che rimette in primo piano il bambino e la mamma - e quindi la loro relazione -, i loro bisogni di intimita' che affondano le radici nel nostro essere animali, evidenziando come nascere in pace sia un passo decisivo per diventare un'umanita' di pace.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa consiglierebbe di leggere sulla nonviolenza?
- Gabriella Falcicchio: I riferimenti che riporto non appartengono tutti alla tradizione nonviolenta, anzi solo uno. Tuttavia ritengo che lo siano intimamente e in modo pregnante. Li indico anche per evitare di citare i classici nei quali chi si stesse accostando alla nonviolenza si imbatterebbe facilmente. Sono testi in commercio. A. Capitini, L'atto di educare, riedito recentemente e unico testo pedagogico disponibile in modo integrale; C. Gonzales, Besame moucho. Come crescere i vostri figli con amore, Coleman, 2005; M. Odent, La scientificazione dell'amore. L'importanza dell'amore per la sopravvivenza, Apogeo, 2008; R. Panikkar, Pace e disarmo culturale, Rizzoli, 2003; J. Rifkin, La civilta' dell'empatia, Mondadori, 2010.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze o iniziative nonviolente a suo parere oggi meritano maggior sostegno ovvero meriterebbero di essere intraprese?
- Gabriella Falcicchio: I campi nei quali ritengo siano da incrementare iniziative nonviolente sono: il rapporto tra gli umani e gli altri viventi; gli stili di vita alternativi, per incrementare culture e pratiche che valorizzino la vita dal quotidiano; l'incontro con le altre culture; la formazione dei genitori e la formazione alla nascita intesa come quel processo che, vissuto in modo nonviolento, permette di mettere al mondo davvero esseri umani che amano la pace.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona a un lettore che non la conoscesse affatto?
- Gabriella Falcicchio: Mi chiamo Gabriella Falcicchio, sono felice di vivere in un piccolo paese del barese, Grumo Appula, e di lavorare come ricercatrice in Pedagogia sociale all'Universita' di Bari, nel Dipartimento di Scienze Pedagogiche e Didattiche. Tra i miei interessi piu' vicini alla tradizione nonviolenta, ci sono i viventi. Ho sempre amato molto gli animali, di cui mi occupo quando occorre, anche in situazioni di emergenza, difendendo un'etica dell'avere cura che si basa sull'idea che la "comunita' morale" includa tutti gli esseri "venuti alla vita" (A. Capitini). Anche per questo, ho scelto, sebbene in eta' piu' avanzata, di diventare vegetariana e di vivere la quotidianita' secondo uno stile di vita meno consumistico, piu' rispettoso dell'ambiente e degli esseri che lo abitano, vicini e lontani. Sono mamma di una bambina di tre anni e mezzo, che senza alcuna pressione da parte mia, ha smesso con un atto di volonta' di mangiare esseri viventi e la sua liberta' gioiosa di alleggerirsi di questo fardello e' stata uno dei regali piu' belli della vita. Coerentemente con quello che sono e che cerco di essere, mi occupo anche a livello di ricerca e formazione di educazione interculturale, educazione alla pace e alla nonviolenza con un'attenzione particolare alla prima infanzia. Di recente questi ambiti si declinano in attivita' di formazione con i genitori.
7. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO ASDRUBALE SCARRONE
[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista ad Asdrubale Scarrone.
Asdrubale Scarrone e' un vecchio amico di questo foglio]
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?
- Asdrubale Scarrone: Dagli anni Settanta del secolo scorso, rendendo sempre piu' nitido e rigoroso il mio impegno politico di militante e dirigente della sinistra rivoluzionaria antimilitarista e antitotalitaria, e di suscitatore ed animatore di movimenti di lotta, di solidarieta', di liberazione degli oppressi e di difesa della biosfera.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei?
- Asdrubale Scarrone: Vittorio Emanuele Giuntella, Danilo Dolci, Rosanna Benzi, Alfio Pannega. Ma anche una piu' vasta costellazione di riferimenti e di influenze parimenti decisiva per la mia formazione e le mie scelte: Socrate, Erasmo, Diderot e Kant, Leopardi; la Resistenza e la scuola di Francoforte; Dubcek e Solzenicyn, Hannah Arendt e Agnes Heller, Guenther Anders e Erich Fromm, Boell e Camus, Sartre e Fanon, Rosa Luxemburg e Simone de Beauvoir, Victor Serge e Claude Levi-Strauss, Franco Basaglia e Gregory Bateson, Lelio Basso e Nuto Revelli, Giulio A. Maccacaro e Marcello Bernardi, Ernesto De Martino e Franco Fortini, Giulio Girardi e Michel Foucault, Ernst Bloch e Gustavo Gutierrez, Emmanuel Levinas e Hans Jonas, e soprattutto il femminismo, le esperienze latinoamericane e il dissenso dell'est, la scuola di Barbiana, poi la rivoluzione sandinista e la lotta antinucleare, Gandhi e Capitini, Murray Bookchin e Colin Ward, il movimento antimafia e la solidarieta' col movimento antiapartheid...
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?
- Asdrubale Scarrone: Le vignette di Scalarini; molti testi di Brecht; tutto Voltaire; Obbedienza all'autorita' di Stanley Milgram; I sommersi e i salvati di Primo Levi; tutto Guenther Anders e tutta Hannah Arendt, l'autobiogafia di Nelson Mandela, le opere di Vandana Shiva. E naturalmente tutti i classici greci, Dante, Shakespeare e Cervantes. Teoria e pratica della nonviolenza di Gandhi, gli Scritti sulla nonviolenza di Capitini (e l'altra fondamentale antologia capitiniana: Il messaggio di Aldo Capitini), L'antibarbarie di Giuliano Pontara.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?
- Asdrubale Scarrone: Qui in Italia occorre promuoverne urgentemente due: contro la guerra assassina e contro il colpo di stato razzista.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?
- Asdrubale Scarrone: Qui in Italia nei due appena citati: l'opposizione alla guerra assassina e l'opposizione al colpo di stato razzista.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalarebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?
- Asdrubale Scarrone: Il Movimento Nonviolento.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?
- Asdrubale Scarrone: E' stato gia' detto e ripetuto: della nonviolenza il femminismo e' il piu' rilevante inveramento storico.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e perche'?
- Asdrubale Scarrone: Occorre fare un'analisi concreta della situazione concreta; le tecniche di lotta nonviolente vanno considerate nel contesto in cui sono utilizzate. E' questione assai complessa e qui non aggiungo altro, mi limito a rinviare al repertorio e alle analisi contenuti nel secondo volume della monumentale Politica dell'azione nonviolenta di Gene Sharp, e anche all'aureo libretto di Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?
- Asdrubale Scarrone: Nell'ultimo decennio innanzitutto questo foglio telematico quotidiano. Poi ovviamente alcune benemerite riviste: "Azione nonviolenta", "Qualevita", "Mosaico di pace", "Quaderni Satyagraha".
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?
- Asdrubale Scarrone: Ve ne sono diverse, di diverso valore. Trovo ovviamente eccezionali la testimonianza di Tolstoj, il lavoro di Mario Lodi, l'esperienza della scuola di Barbiana, la riflessione e le opere di Gianni Rodari, Dalla parte delle bambine di Elena Gianini Belotti; e naturalmente i decisivi contributi di Francisco Ferrer, Maria Montessori, John Dewey, Celestin Freinet, Alexander S. Neill, Paulo Freire, Ivan Illich, Emilia Ferreiro. E l'azione maieutica di Danilo Dolci, la ricerca pedagogica di Aldo Capitini, e ancora Lamberto Borghi, Ernesto Balducci, Mario Alighiero Manacorda, Aldo Visalberghi. Ma anche le riflessioni di Vygotskij, Piaget, Bruner... Il lavoro della comunita' filosofica femminile di Diotima; ed ovviamente le riflessioni di cruciale rilevanza anche pedagogica di Hannah Arendt, Simone de Beauvoir, Martin Buber, Emmanuel Levinas, Franca Ongaro Basaglia, Vandana Shiva, Silvia Vegetti Finzi, Virginia Woolf...
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e politica: quale relazione?
- Asdrubale Scarrone: Il mio punto di vista (ve ne sono molti altri molto diversi e finanche opposti al mio) e' che la nonviolenza sia innanzitutto una risorsa politica, una scelta politica, un progetto politico.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale le sembra che sia la percezione diffusa della nonviolenza oggi in Italia?
- Asdrubale Scarrone: Purtroppo caricaturale; anche per responsabilita' di chi ne straparla senza avervi seriamente riflettuto (atteggiamento di cui e' traccia, ahinoi, anche in alcune di queste interviste), o di chi la considera solo un insieme di tecniche (delle quali oscenamente abusare).
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative intraprendere perche' vi sia da parte dell'opinione pubblica una percezione corretta e una conoscenza adeguata della nonviolenza?
- Asdrubale Scarrone: Promuovendo iniziative e campagne nonviolente rigorose e adeguate; adoperandosi come persone amiche della nonviolenza a viverla e presentarla pubblicamente nella sua complessita' e nella sua profondita', nella sua contestualita' e concretezza di azione politica e sociale, resistenziale, costruttiva e giuriscostituente; ponendosi alla scuola del pensiero e dei movimenti delle donne. Uscendo dalla subalternita', dismettendo le ambiguita', rompendo le complicita'. Hic et nunc contrastando la guerra assassina, il colpo di stato razzista, il femminicidio, la devastazione della biosfera; decidendosi a difendere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?
- Asdrubale Scarrone: La lotta contro la violenza; empatica, fallibilista, processuale, aperta, dialogica, plurale, in cammino. La scelta di salvare le vite. Coscienza del limite, principio responsabilita'.
8. MATERIALI. ALCUNE INTERVISTE ED ALCUNI INTERVENTI SULLA SITUAZIONE DELLA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA
Di seguito riportiamo l'elenco delle interviste e degli interventi della e sulla inchiesta sulla situazione della nonviolenza oggi in Italia condotta da Paolo Arena e Marco Graziotti apparsi fin qui su "La nonviolenza e' in cammino" nei mesi da luglio 2010 a oggi (aggiornato al 28 ottobre 2010).
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- "Telegrammi", n. 240 del 3 luglio 2010: Andrea Cozzo;
- "Telegrammi", n. 242 del 5 luglio 2010: Roberto Malini;
- "Telegrammi", n. 243 del 6 luglio 2010: Leila D'Angelo, Enzo Mazzi;
- "Telegrammi", n. 244 del 7 luglio 2010: Michela De Santis;
- "Telegrammi", n. 245 dell'8 luglio 2010: Norma Bertullacelli, Augusto Cavadi, Franca Guana;
- "Telegrammi", n. 246 del 9 luglio 2010: Michele Meomartino, Sergio Paronetto;
- "Telegrammi", n. 247 del 10 luglio 2010: Paola Mancinelli, Dacia Maraini, Helene Paraskeva;
- "Telegrammi", n. 248 dell'11 luglio 2010: Omero Caiami Persichi, Mimma Ianno' Latorre;
- "Telegrammi", n. 249 del 12 luglio 2010: Benito D'Ippolito, Marco Palombo, Piercarlo Racca, Carlo Schenone, Alberto Castiglione;
- "Telegrammi", n. 250 del 13 luglio 2010: Maria G. Di Rienzo, Roberto Mazzini, Marilena Spriano;
- "Coi piedi per terra", n. 291 del 13 luglio 2010: Laura Tussi (parte prima);
- "Telegrammi", n. 251 del 14 luglio 2010: Paolo Cacciari, Giobbe Santabarbara;
- "Coi piedi per terra", n. 292 del 14 luglio 2010: Mario Di Marco, Laura Tussi (parte seconda e conclusiva);
- "Telegrammi", n. 252 del 15 luglio 2010: Gino Buratti;
- "Telegrammi", n. 253 del 16 luglio 2010: Letizia Lanza, Paolo Predieri;
- "Coi piedi per terra", n. 294 del 16 luglio 2010: Eleonora Bellini, Alessio Di Florio;
- "Telegrammi", n. 254 del 17 luglio 2010: Luisa Mondo, Anselmo Palini;
- "Coi piedi per terra", n. 295 del 17 luglio 2010: Mao Valpiana;
- "Telegrammi", n. 255 del 18 luglio 2010: Benito D'Ippolito, redazionale, Carla Biavati;
- "Coi piedi per terra", n. 296 del 18 luglio 2010: Nicoletta Crocella;
- "Telegrammi", n. 256 del 19 luglio 2010: Raffaele Mantegazza;
- "Telegrammi", n. 257 del 20 luglio 2010: Matteo Renato Dabascio;
- "Telegrammi", n. 258 del 21 luglio 2010: Daniela Musumeci;
- "Telegrammi", n. 260 del 23 luglio 2010: redazionale, Marina Martignone;
- "Telegrammi", n. 261 del 24 luglio 2010: Marilena Salvarezza;
- "Telegrammi", n. 262 del 25 luglio 2010: Peppe Sini, Franca Bimbi, Sonia Giardina, Giorgio Montagnoli;
- "Coi piedi per terra", n. 303 del 25 luglio 2010: Franca Maria Bagnoli;
- "Telegrammi", n. 263 del 26 luglio 2010: Sandro Canestrini, Alberto Camata, Christiana Soccini, Paola Pavese;
- "Telegrammi", n. 264 del 27 luglio 2010: Enrico Peyretti;
- Coi piedi per terra, n. 305 del 27 luglio 2010: Alessandro Colocolli, Carlo Ruta;
- "Telegrammi", n. 266 del 29 luglio 2010: Aristarco Scardanelli;
- "Coi piedi per terra", n. 307 del 29 luglio 2010: Peppe Sini, Pierpaolo Calonaci, Antonino Drago;
- "Telegrammi", n. 267 del 30 luglio 2010: Pasquale Pugliese;
- "Telegrammi", n. 268 del 31 luglio 2010: Burbanzio Malvolenti, Assunta Signorelli;
- "Coi piedi per terra", n. 309 del 31 luglio 2010: Severino Vardacampi, Giannarosa Marino, Francesco Pullia;
- "Telegrammi", n. 269 del primo agosto 2010: Geremia Cattristi;
- "Coi piedi per terra", n. 311 del 2 agosto 2010: Paolo Borsoni;
- "Telegrammi", n. 271 del 3 agosto 2010: Arnaldo Nesti, Giuseppe Anelli, Virginia Del Re;
- "Telegrammi", n. 273 del 5 agosto 2010: Alex Zanotelli;
- "Telegrammi", n. 274 del 6 agosto 2010: Luciano Bonfrate, Nicola Lo Bianco;
- "Telegrammi", n. 275 del 7 agosto 2010: Peppe Sini, Giobbe Santabarbara, Angelo Cavagna;
- "Telegrammi", n. 276 dell'8 agosto 2010: Severino Vardacampi, Pierluigi Consorti;
- "Coi piedi per terra", n. 317 dell'8 agosto 2010: Giobbe Santabarbara, Paolo Macina;
- "Telegrammi", n. 277 del 9 agosto 2010: Nino Lisi;
- "Telegrammi", n. 278 del 10 agosto 2010: Mauro Furlotti, Daniele Lugli;
- "Coi piedi per terra", n. 319 del 10 agosto 2010: Marta Ghezzi;
- "Telegrammi", n. 279 dell'11 agosto 2010: Pia Covre, Paolo Bertagnolli, Vincenzo Puggioni;
- "Telegrammi", n. 280 del 12 agosto 2010: Catiuscia Barbarossa, Tiziano Cardosi, Francesca Fabbri;
- "Telegrammi", n. 281 del 13 agosto 2010: Giovanni Benzoni, Valter Toni, Angela Giuffrida;
- "Telegrammi", n. 282 del 14 agosto 2010: Daria Dibitonto, Achille Scatamacola;
- "Telegrammi", n. 283 del 15 agosto 2010: Vergiliano Scorticossi;
- "Telegrammi", n. 284 del 16 agosto 2010: Giuseppe Moscati;
- "Coi piedi per terra", n. 325 del 16 agosto 2010: Giulio Vittorangeli;
- "Telegrammi", n. 285 del 17 agosto 2010: Gaetano Farinelli, Gloria Gazzeri, Fredo Olivero;
- "Telegrammi", n. 286 del 18 agosto 2010: Generoso Canagliozzi;
- "Coi piedi per terra", n. 327 del 18 agosto 2010: Maria D'Asaro;
- "Telegrammi", n. 288 del 20 agosto 2010: Francesco Comina;
- "Telegrammi", n. 289 del 21 agosto 2010: Osvaldo Caffianchi;
- "Telegrammi", n. 291 del 23 agosto 2010: Crispino Scotolatori, Antonio Vigilante;
- "Telegrammi", n. 292 del 24 agosto 2010: Massimo Grandicelli; Anna Pascuzzo;
- "Telegrammi", n. 295 del 27 agosto 2010: Luigi Sandri;
- Telegrammi", numero 299 del 31 agosto 2010: Michele Boato;
- "Coi piedi per terra", numero 340 del 31 agosto 2010: Patrizia Caporossi, Alessandro Pizzi;
- "Telegrammi", numero 301 del 2 settembre 2010: Francesco de Notaris;
- "Telegrammi", numero 302 del 3 settembre 2010: Wanda Tommasi;
- "Telegrammi", numero 303 del 4 settembre 2010: Vittorio Pallotti;
- "Telegrammi", numero 304 del 5 settembre 2010: Luciano Benini;
- "Telegrammi", numero 306 del 7 settembre 2010: Anna Baluganti;
- "Telegrammi", numero 307 dell'8 settembre 2010: Mariella Cao, Mauro Cereghini, Giovanni Sarubbi;
- "Coi piedi per terra", numero 348 dell'8 settembre 2010: Giampiero Girardi;
- "Telegrammi", numero 312 del 13 settembre 2010: Carla Mariani;
- "Telegrammi", numero 313 del 14 settembre 2010: Luigi Mochi Sismondi; Bruna Peyrot; Francesco Pistolato;
- "Telegrammi", numero 315 del 16 settembre 2010: Zenone Sovilla;
- "Coi piedi per terra", numero 356 del 16 settembre 2010: Giacomo Alessandroni;
- "Telegrammi", numero 316 del 17 settembre 2010: Maria Rosaria Baldin;
- "Coi piedi per terra", numero 357 del 17 settembre 2010: Gianni Tamino;
- "Coi piedi per terra", numero 358 del 18 settembre 2010: Chiara Cavallaro;
- "Telegrammi", numero 318 del 19 settembre 2010: Agostino Letardi;
- "Coi piedi per terra", numero 359 del 19 settembre 2010: Marcello Vigli;
- "Telegrammi", numero 319 del 20 settembre 2010: Marino Marinelli;
- "Telegrammi", numero 322 del 23 settembre 2010: Antonio Mazzeo;
- "Telegrammi", numero 323 del 24 settembre 2010: Itala Ricaldone;
- "Telegrammi", numero 324 del 25 settembre 2010: Giovanni Balacco;
- "Telegrammi", numero 328 del 29 settembre 2010: Gennaro Abele Avalimi; Luca Carlini;
- "Coi piedi per terra", numero 369 del 29 settembre 2010: Annarosa Buttarelli; Peppe Sini;
- "Telegrammi", numero 329 del 30 settembre 2010: Giulio De la Pierre;
- "Coi piedi per terra", numero 370 del 30 settembre 2010: Amerigo Bigagli; Pancrazio Degnente;
- "Coi piedi per terra", numero 371 del primo ottobre 2010: Giuliano Falco;
- "Coi piedi per terra", numero 372 del 2 ottobre 2010: Livio Miccoli;
- "Telegrammi", numero 338 del 9 ottobre 2010: Stella Bertuglia;
- "Coi piedi per terra", numero 381 dell'11 ottobre 2010: Andrea Alessandrini; Onorato Delipomeni;
- "Telegrammi", numero 343 del 14 ottobre 2010: Giancarla Codrignani;
- "Telegrammi", numero 344 del 15 ottobre 2010: Farid Adly; Luciano Capitini; Marinella Correggia;
- "Coi piedi per terra", numero 385 del 15 ottobre 2010: Sergio Albesano;
- "Telegrammi", numero 345 del 16 ottobre 2010: Angela Dogliotti Marasso; Ermete Ferraro; Alberto L'Abate; Silvano Tartarini;
- "Coi piedi per terra", numero 386 del 16 ottobre 2010: Massimo Bonfatti; Alessandro Murgia; Nora Rodriguez;
- "Telegrammi", numero 346 del 17 ottobre 2010: Ivan Bettini; Pietro Lazagna; Nello Margiotta; Antonio Parisella; Fabrizio Truini; Beppe Pavan.
- "Coi piedi per terra", numero 387 del 17 ottobre 2010: Angelo Bertani; Alessandro Capuzzo; Piero P. Giorgi;
- "Telegrammi", numero 347 del 18 ottobre 2010: Liliana Boranga; Silvio Cinque; Silvano Leso; Elena Liotta; Stefano Melis; Antonella Santarelli; Olivier Turquet;
- "Coi piedi per terra", numero 388 del 18 ottobre 2010: Lino Cattabianchi; Franco Lorenzoni;
- "Telegrammi", numero 348 del 19 ottobre 2010: Davide Berruti; Vittorio Merlini; Gualtiero Via;
- "Coi piedi per terra", numero 389 del 19 ottobre 2010: Francesco Andreini; Floriana Lipparini;
- "Telegrammi", numero 349 del 20 ottobre 2010: Federico Fioretto; Vito La Fata;
- "Coi piedi per terra", numero 390 del 20 ottobre 2010: Gianluca Carmosino; Maria Luisa Paroni;
- "Telegrammi", numero 350 del 21 ottobre 2010: Davide Arnone; Monica Lanfranco; Amalia Navoni; Filomena Perna; Giorgio Beretta;
- "Coi piedi per terra", numero 391 del 21 ottobre 2010: Umberto Santino;
- "Telegrammi", numero 351 del 22 ottobre 2010: Pierluca Gaglioppa; Silvia Quattrocchi;
- "Coi piedi per terra", numero 392 del 22 ottobre 2010: Giovanna Fiume; Giovanni Mandorino; Tiziana Plebani;
- "Telegrammi", numero 352 del 23 ottobre 2010: Silvia Montevecchi; Fabio Ragaini;
- "Coi piedi per terra", numero 393 del 23 ottobre 2010: Luisa Morgantini;
- "Telegrammi", numero 353 del 24 ottobre 2010: Osvaldo Ercoli; Anna Bravo; Piero Coltelli; Carlo Sansonetti;
- "Coi piedi per terra", numero 394 del 24 ottobre 2010: Amilcare Ammonio Annazzoni;
- "Telegrammi", numero 354 del 25 ottobre 2010: Giuliano Pontara; Daniele Gallo; Raffaella Mendolia; Marta Mureddu; Marisa Pessione e Alessandro Mortarino; Antonia Sani;
- "Coi piedi per terra", numero 395 del 25 ottobre 2010: Roberto Tecchio; Amedeo Tosi; Maurizia Giavelli; Johannes Steger;
- "Telegrammi", numero 355 del 26 ottobre 2010: Remo de Ciocchis; Lorenzo Porta;
- "Coi piedi per terra", numero 396 del 26 ottobre 2010: Sebastiano Malcontenti; Nadia Scardeoni; Luca Buzzi;
- "Telegrammi", numero 356 del 27 ottobre 2010: Giobbe Santabarbara; Silvia Berruto; Valerio Gennaro; Arianna Marullo; Andrea Mazzi;
- "Telegrammi", numero 357 del 28 ottobre 2010: Alberto Cacopardo; Tiziana Valpiana;
- "Coi piedi per terra", numero 398 del 28 ottobre 2010: Gabriella Falcicchio, Asdrubale Scarrone.
9. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO
Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at gmail.com
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Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 398 del 28 ottobre 2010
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