Coi piedi per terra. 392



 

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COI PIEDI PER TERRA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Numero 392 del 22 ottobre 2010

 

In questo numero:

1. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Giovanna Fiume

2. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Giovanni Mandorino

3. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Tiziana Plebani

4. Alcune interviste ed alcuni interventi sulla situazione della nonviolenza oggi in Italia

5. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo

 

1. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO GIOVANNA FIUME

[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Giovanna Fiume.

Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.

Giovanna Fiume insegna storia moderna presso la facolta' di Scienze politiche dell'Universita' di Palermo; fa parte della direzione di "Quaderni storici", della redazione della "Rivista di storia delle donne" e del comitato scientifico di "Crime, histoire & societes"; e' persona di nitido impegno civile. Tra le pubblicazioni di Giovanna Fiume: La crisi sociale del 1848 in Sicilia, Messina 1982; Bande armate in Sicilia. Violenza e organizzazione del potere, 1819-1849, Palermo 1984; La vecchia dell'aceto. Un processo per veneficio nella Palermo di fine Settecento, Palermo 1990; (a cura di), Madri. Storia di un ruolo sociale, Venezia 1995; con M. Modica, San Benedetto il Moro. Santita', agiografia e primi processi di canonizzazione, Palermo 1998; (a cura di), Il santo patrono e la citta', San Benedetto il Moro. Culti strategie, devozioni di eta' moderna, Venezia 1999; Il Santo Moro. I processi di canonizzazione di Benedetto da Palermo (1594-1807), Franco Angeli, Milano 2002; Mariti e pidocchi. Storia di un processo e di un aceto miracoloso, XL Edizioni, 2008; Schiavitu' mediterranee. Corsari, rinnegati e santi di eta' moderna, Bruno Mondadori, Milano 2009; il sito di Giovanna Fiume e': www.storialab.blogspot.com Si veda anche la risposta all'ultima domanda di questa intervista]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza?

- Giovanna Fiume: La capacita' di controllare gli impulsi aggressivi e rispondere a un'aggressione vera o presunta alla luce della ragione; prendere coscienza delle proprie fragilita' e non nasconderle sotto vesti "militari".

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali sono le personalita' e le esperienze a suo parere piu' significative della nonviolenza?

- Giovanna Fiume: Gli studenti di Tien an men; i militanti di Greenpeace.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa consiglierebbe di leggere sulla nonviolenza?

- Giovanna Fiume: Il saggio di Anna Bravo sull'aborto, pubblicato dalla rivista "Genesis", dove ha il coraggio di chiedersi come mai le femministe degli anni '70 non ci siamo mai poste il problema della eventuale sofferenza del feto, e il libro di Benedetta Tobagi, Come mi batte forte il tuo cuore.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze o iniziative nonviolente a suo parere oggi meritano maggior sostegno ovvero meriterebbero di essere intraprese?

- Giovanna Fiume: Non c'e' nessuna educazione alla nonviolenza nelle scuole e nelle universita', e una insufficiente ricerca sulla violenza da un punto di vista di gender. Andrebbe ripresa (anzi urge) l'analisi del terrorismo nel nostro recente passato.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Giovanna Fiume: Docente universitaria, storica, nonviolenta.

 

2. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO GIOVANNI MANDORINO

[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Giovanni Mandorino.

Per un breve profilo di Giovanni Mandorino si veda la risposta all'ultima domanda di questa intervista]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Giovanni Mandorino: Quando nel 1983 ho fatto la visita di leva (a quel tempo era obbligatoria) avevo gia' apprezzato le canzoni di Fabrizio De Andre' (La ballata dell'eroe, La guerra di Piero) e letto "Un anno sull'Altopiano" di Emilio Lussu. Diciamo che, a quel punto, non ero propriamente entusiasta di entrare a far parte di una organizzazione il cui scopo precipuo e' quello di addestrare e preparare al massacro di perfetti sconosciuti che hanno l'unica colpa di avere "la divisa di un altro colore". Tuttavia, a Galatina (Lecce) in quel periodo (sono meno di trent'anni, ma sembra un secolo) non era semplice approfondire questi temi. Una volta venuto a Pisa per studiare all'Universita', ho cercato di approfondire le mie motivazioni e, nel corso di questa ricerca, sono entrato in contatto, tra gli altri, con il "Gruppo Franz Jagerstatter per la Nonviolenza" con cui ho iniziato a collaborare e grazie a cio' sono giunto alla consapevolezza che quella organizzata negli eserciti e' solo la forma piu' macroscopica ed immediatamente evidente che assume la violenza di cui e' permeata la societa' in cui viviamo: partendo dall'antimilitarismo (e antiautoritarismo) sono arrivato alla nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?

- Giovanni Mandorino: Sebbene in materia di religione sia agnostico, e per quanto mi sia possibile fare una graduatoria, probabilmente (sulla base dell'ordine con cui li ho conosciuti e hanno influito sulla mia formazione) un ruolo fondamentale nel mio percorso lo ha avuto (che sia realmente esistito o meno) il Gesu' di Nazareth del "comandamento nuovo" e delle beatitudini (non quello delle prediche in Chiesa). Subito dopo devo mettere il S. Francesco che parla al lupo e incontra il sultano. Tra i contemporanei (che ho conosciuto piu' tardi) don Lorenzo Milani con la sua pedagogia della responsabilita' e l'impegno a fianco degli ultimi, Aldo Capitini con la "riforma di religione" che e' anche progetto operativo di "potere dal basso" (i C.O.S., Centri di Orientamento Sociale), Lanza del Vasto, Danilo Dolci, il Mahatma Gandhi. Mi  sembra importante segnalare che tutti questi uomini non sono stati (solamente o principalmente) pensatori teorici ma riformatori sociali e organizzatori di comunita'. Non cito, per non rischiare di fare torto a nessuno, i molti amici della nonviolenza che ho avuto modo di incontrare e con cui ho collaborato in questi anni.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza?  E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Giovanni Mandorino: Troppi ne andrebbero elencati. Indico alcuni testi (i primi non particolarmente lunghi): "Lezioni di vita" di Lanza del Vasto; "L'obbedienza non e' piu' una virtu'" (ossia la "Lettera ai cappellani militari toscani che hanno sottoscritto il comunicato dell'11 febbraio 1965" e la "Lettera ai giudici") di don Lorenzo Milani; "Hind Swaraj or Indian Home Rule" di Mohandas K. Gandhi (permette di associare lo studio dell'inglese e contiene un interessante passaggio a proposito dell'Italia - attuale ancora oggi - dove si legge, tra l'altro: "In primo luogo vale la pena notare la differenza tra Mazzini e Garibaldi. Le speranze di Mazzini a proposito dell'Italia non furono e non sono ancora state realizzate. Nei suoi scritti sul dovere dell'uomo, Mazzini ha mostrato che ogni uomo ha il dovere di imparare a governare se stesso. In Italia cio' non e' avvenuto. Garibaldi non concordava, in questo, con Mazzini. Garibaldi diede le armi, ed ogni Italiano le prese"); "Se questo e' un uomo" e "La tregua" di Primo Levi; "E Johnny prese il fucile" di Dalton Trumbo; "Un anno sull'altopiano" di Emilio Lussu. Per approfondimenti: "Una guerra senza violenza" di Mohandas K. Gandhi; "La mia vita per la Liberta'" di M. K. Gandhi "Teoria e pratica della nonviolenza" di M. K. Gandhi; "Per un futuro nonviolento" di M. Nagler; "Politica dell'azione nonviolenta" (in tre volumi) di Gene Sharp; "A force more powerful" di P. Ackerman e J. Duvall.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Giovanni Mandorino: Non sono in grado di rispondere alla domanda posta in questo modo: sicuramente le iniziative nonviolente in corso sono molte piu' di quelle che io conosco e azzardo che quasi tutte meriterebbero di essere conosciute e sostenute con maggior impegno. Tra quelle che conosco in corso in Italia mi sembrano particolarmente importanti (anche per le ricadute che possono avere oltre il loro obbiettivo immediato): il presidio del territorio della Val di Susa contro la devastazione imposta dalla Tav; l'opposizione alla nuova base militare Usa presso l'aeroporto Dal Molin a Vicenza; le iniziative per il ripristino del rispetto dei diritti umani e civili nella legislazione nazionale sull'immigrazione; il nascente movimento di opposizione alla realizzazione del mega-hub aeroportuale militare presso l'aeroporto di Pisa: una infrastruttura che, nei progetti, dovrebbe essere in grado di "proiettare" 30.000 (trentamila) uomini e relativi equipaggiamenti al mese. Nel mondo: le iniziative per la difesa dei diritti del popolo palestinese.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Giovanni Mandorino: Sarebbe necessaria un'iniziativa in ogni Paese (e coordinata a livello globale) per la cessazione immediata delle guerre e la restituzione dei territori alle popolazioni autoctone con il ritiro delle basi militari all'estero. Piu' limitatamente e nell'immediato, un'inziativa che prevenga l'estensione del conflitto armato all'Iran.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?

- Giovanni Mandorino: Il Movimento Nonviolento; Peacelink; se vivesse dalle parti di Pisa il Gruppo F. Jagerstatter; dalle parti di Viterbo, il Centro di ricerca per la pace di Viterbo.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Giovanni Mandorino: Sono state scritte migliaia di pagine su questo. Sapendo di essere parziale direi: "La risposta razionale alle sfide alla sopravvivenza e al progresso della specie umana". Una caratteristica fondamentale della nonviolenza e' di non poter essere limitata al pensiero (alla teorizzazione) ma di dover avere costante influenza nell'azione pratica. Una caratteristica fondamentale dell'agire nonviolento e' quella di scegliere tra le diverse alternative che costantemente ci si presentano, la modalita' di azione che darebbe l'esito piu' desiderabile - considerandone le conseguenze indirette e di medio-lungo termine - per tutti se fosse scelta da tutti (in uno slogan: "Agisci come se la tua azione dovesse essere regola universale").

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?

- Giovanni Mandorino: Ciascun termine ha, tradizionalmente, varie declinazioni di significato. A questo va aggiunto che, ultimamente, va di moda impadronirsi di termini "mainstream" e pervertirne il significato fino ad usarli nel senso contrario a quello che avevano originariamente. Questo "cappello" vale per tutte le domande che seguono perche' i termini messi in rapporto, pur essendo piuttosto "giovani", sono stati quasi tutti vittime di questi abusi. Detto questo, ritengo che il movimento femminista sia stato un chiaro esempio di metodi ed obbiettivi nonviolenti e della forza della nonviolenza (intuita gia' da Aristofane qualche centinaio d'anni avanti Cristo, migliaia di anni prima che il termine "nonviolenza" fosse coniato). Aggiungo (a rischio di dire cose sgradite a molte/i "femministe/i") che non ritengo esempi di emancipazione della donna, ma anzi li ritengo segni di indebolimento del movimento, "conquiste" e "rivendicazioni" come l'integrazione nelle forze armate o l'assunzione di ruoli di vertice (economico o politico) all'interno di paradigmi di violenza strutturale (che sono gli stessi che si contestano quando se ne e' vittime).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?

- Giovanni Mandorino: Se intendiamo con "ecologia" il perseguimento di un equilibrio armonico tra esseri umani e l'ambiente naturale (vivente o meno) di cui sono ospiti (e parte), ritengo che il rapporto sia di piena equivalenza. Non riesco a considerare "ecologico" l'atteggiamento di chi, all'estremo, "difende" l'integrita' del panorama, ma si disinteressa delle sofferenze causate dalla guerra o dalle privazioni fino alla morte causate da una certa distribuzione delle risorse.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani, tra nonviolenza e lotta antimafia, tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse, tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?

- Giovanni Mandorino: In tutti i casi sopra indicati, la nonviolenza non puo' che stare dalla parte degli oppressi ed adoperarsi per la fine dell'oppressione, ma e' anche (innumerevoli casi storici stanno a dimostrarlo) l'unico strumento di emancipazione che non rischi, anche nel caso di esito (apparentemente) positivo della lotta, di far emergere dagli oppressi di ieri un nuovo gruppo di oppressori. Purtroppo non e' raro che, in questi campi, la nonviolenza sia ridotta/interpretata come l'utilizzo di un insieme di tecniche e modalita' operative e (salvo che in specifiche personalita') privata della piu' impegnativa tensione ideale.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo?

- Giovanni Mandorino: Il pacifismo (altro termine spesso abusato e distorto) ha come oggetto specifico di opposizione la "guerra tra Stati" e non necessariamente (a dire il vero quasi mai) inquadra tale fenomeno all'interno di una visione complessiva della presenza di violenza da parte degli uomini (a livello individuale o sociale ed economico a diversa scala). Questo e' un grave fattore di debolezza del pacifismo (ma spiega anche perche' l'idea pacifista sia piu' largamente/facilmente diffusa di quella nonviolenta).

La nonviolenza fa qualche passo in piu' inquadrando la guerra come una delle espressioni (e delle conseguenze) di una organizzazione sociale ed economica in cui i rapporti tra le organizzazioni e le persone (e la natura) sono intrisi di violenza (a vari gradi di espressione esplicita) e perseguendo la "riforma" di tutto questo. Un nonviolento non puo' non opporsi alla guerra, ma opporsi alla guerra non basta per dirsi nonviolenti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e antimilitarismo?

- Giovanni Mandorino: L'antimilitarismo e', a mio avviso, una componente fondamentale della nonviolenza. L'antimilitarismo che non abbia una base nonviolenta porta in se' una contraddizione che lo mina alla radice. Non puo' darsi nonviolenza senza antimilitarismo: si tratterebbe di una contraddizione in termini.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e disarmo?

- Giovanni Mandorino: Ritengo che, come nonviolenti, non possiamo che sostenere e promuovere il disarmo (non solo a livello degli Stati, ma anche individuale).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e informazione?

- Giovanni Mandorino: Una delle traduzioni piu' accettate di Satyagraha e' "forza nella verita'" e, quando si parla di verita' e menzogna, l'informazione viene subito chiamata in causa come moltiplicatore sia dell'una che dell'altra.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione filosofica, alla riflessione delle e sulle religioni, alla riflessione sull'educazione, alla riflessione sull'economia?

- Giovanni Mandorino: Ritengo che, in tutti questi campi, l'aggiunta della nonviolenza stia nell'indicare il fine nel progresso della specie umana (integrata nell'ambiente in cui vive) e la necessita' della coerenza tra i fini e i mezzi. Ci tengo a segnalare che il progresso della specie (per come lo intendo sopra) non ha nulla a che vedere con quello tecnologico, con l'aumento dei parametri di misurazione normalmente utilizzati in economia (o, peggio ancora, con forme di eugenetica).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sul diritto e le leggi?

- Giovanni Mandorino: In uno dei tanti libri citati sopra si trova l'espressione "Non l'uomo per la Legge, ma la legge per l'Uomo". Credo non si possa dire meglio.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'etica e sulla bioetica?

- Giovanni Mandorino: "Etica" e, soprattutto, "bioetica" sono parole spesso utilizzate a fini strumentali ed in modo privo di coerenza: per il modo in cui sono correntemente utilizzate, quando le sento pronunciare mi metto, quasi istintivamente, sulla difensiva. Senza rischiare di cadere nel "relativismo etico", ritengo che l'atteggiamento nonviolento su questi temi debba essere quello della consapevolezza, del dialogo e della con-prensione associato ad una ferma resistenza alle pretese di "superiorita'" di una su un'altra visione etica.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?

- Giovanni Mandorino: E' un metodo deliberativo che consente di raggiungere la migliore decisione possibile sul problema in esame. Il metodo responsabilizza al massimo grado tutti i partecipanti alla deliberazione e garantisce il loro impegno nell'applicazione di quanto stabilito. Permette che nessuna competenza esistente nel gruppo deliberante sia sprecata.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza?

- Giovanni Mandorino: La formazione alla nonviolenza non deve essere concepita solo come l'insegnamento/apprendimeno di una serie di "tecniche" ma deve essere mirata a far emergere (dalla coscienza degli attori coinvolti) la consapevolezza delle ragioni e della forza della nonviolenza. La formazione e' un percorso di crescita comune che coinvolge, come genitori e figli, a pari dignita', sia chi e' piu' avanti nella consapevolezza sia chi e' ai primi passi dello stesso.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe l'addestramento all'azione nonviolenta?

- Giovanni Mandorino: L'addestramento all'azione nonviolenta (sulla base di una solida formazione alla nonviolenza) deve mirare a rafforzare la capacita' di analizzare i conflitti ed applicare in maniera creativa le tecniche della nonviolenza in situazioni di stress. Fondamentale l'addestramento alla capacita' (individuale e di gruppo) di rispettare le persone con cui si e' in conflitto e a non reagire con rabbia e violenza alle violenze (fisiche o psicologiche) di cui si fosse fatti oggetto durante l'azione.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Giovanni Mandorino: Sicuramente "Azione nonviolenta", i bollettini del Centro di ricerca per la pace di Viterbo, Peacelink, le monografie edite da Gandhi Edizioni. Sicuramente ho trascurato molte esperienze presenti in Italia, che non conosco per mie limitazioni.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E perche' accade? E come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e l'efficacia della loro azione?

- Giovanni Mandorino: Condivido quanto affermato, anche se, per fortuna, abbastanza spesso si tratta di una "impressione": sicuramente i movimenti nonviolenti non sono bravi ad "appropriarsi" dei risultati che, pure, raggiungono. Il messaggio della nonviolenza richiede un impegno di serieta' e comprensione della complessita', che sembra quanto di meno adeguato alla moda del disimpegno (dello stordimento?) che, in Italia, viviamo almeno dalla meta' degli anni 80. C'e', poi, un problema (che bisogna riconoscere) che sembra affliggere i nonviolenti: sembra impossibile realizzare stabili collaborazioni che abbiano una durata ed una scala tali da poter effettivamente fare quel lavoro faticoso, nascosto e di lunga lena necessario per poter incidere nella societa' odierna. Non sono io in grado di stabilirne le cause, spero che altri, piu' capaci di me, lo facciano e riescano ad aiutarci a superare questa impasse.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di migliori forme di coordinamento? E se si', come?

- Giovanni Mandorino: Bisognerebbe porre fine alla polverizzazione delle "organizzazioni" dei nonviolenti (spesso attive sullo stesso territorio) e cercare di convergere in una unica organizzazione a scala nazionale (anche nella forma di una federazione). Questo darebbe una maggiore visibilita' e credibilita' alle istanze della nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Giovanni Mandorino: Ho 45 anni, sono nato ed ho vissuto a Galatina (Lecce) fino a 18 anni, quando sono venuto a Pisa a studiare all'Universita', dove vivo e lavoro anche attualmente. Il mio impegno di militante di base nell'ambito della nonviolenza data dal 1987, ma negli ultimi anni si e' molto ridotto.

 

3. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO TIZIANA PLEBANI

[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Tiziana Plebani.

Tiziana Plebani, prestigiosa intellettuale, autrice di saggi di straordinaria finezza, bibliotecaria e storica, e' attiva nella Rete di donne per la pace di Mestre e Venezia; tra le sue opere: Il genere dei libri, Angeli, Milano 2001; Corpi e storia, Viella, Roma 2002. Si veda anche la risposta alla prima domanda di questa intervista]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Tiziana Plebani: Sono nata del 1954, gia' nel '68 ero attiva e ho vissuto gli anni universitari a Padova, anni caldi, emozionanti ma l'antagonismo, il linguaggio violento, le sedi dei fascisti bruciate davanti ai miei occhi mi hanno sempre spaventato e creato repulsione. Mi sono accostata al femminismo anche per questo rifiuto del linguaggio militaresco e del brivido della lotta dei movimenti studenteschi e politici.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?

- Tiziana Plebani: Gandhi ma anche Robin Morgan e le filosofe.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Tiziana Plebani: Le memorie di Gandhi ma anche o forse soprattutto libri "indiretti" tipo L'uomo che piantava gli alberi di Jean Giono.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Tiziana Plebani: La lotta del movimento Chipko, abbracciare gli alberi contro la deforestazione, Vandana Shiva sulla biodiversita'.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Tiziana Plebani: I rapporti tra i sessi, il ripensamento della sessualita' e il rapporto con il diverso da se'.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?

- Tiziana Plebani: L'esperienza di "Maschile plurale".

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Tiziana Plebani: L'uso di tutte le nostre risorse (affettivita', razionalita', intuito, linguaggi del corpo) per vivere in maniera piena e felice in una comunita', scegliendo di accettare i conflitti ma di risolverli appunto con tutte le nostre risorse.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?

- Tiziana Plebani: Le donne non sono non violente di natura ma la loro struttura biologica e psicologica le rende piu' disponibili a riconoscere l'altro dentro di se', specie con la maternita', ma deve divenire un percorso consapevole. C'e' potere anche nella maternita' e puo' essere devastante.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?

- Tiziana Plebani: Un rapporto strettissimo che si basa sull'ammettere che non siamo gli unici al mondo e che il mondo non ci appartiene.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani?

- Tiziana Plebani: Un rapporto assai stretto che si basa sulla consapevolezza della uguale dignita' di ogni vivente.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia?

- Tiziana Plebani: La dignita' di ogni vivente non e' compatibile con i soprusi e il dominio di qualcuno su altri a fini criminali.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse?

- Tiziana Plebani: Un rapporto assai stretto che si basa sulla consapevolezza della uguale dignita' di ogni vivente.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?

- Tiziana Plebani: Un rapporto assai stretto che si basa sulla consapevolezza della uguale dignita' di ogni vivente.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo?

- Tiziana Plebani: Un rapporto assai stretto, ma il pacifismo deve essere alimentato da un'etica profonda.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e antimilitarismo?

- Tiziana Plebani: Strettissimo, finche' ci saranno armi e organizzazioni militari facilmente la risoluzione di un conflitto passera' per questa strada. Inoltre il militarismo fa leva sull'immaginario maschile, sulla relazione pene/arma e sull'ebbrezza di usare tale proiezione di se'. Si veda lo studio di Joanna Bourke.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e disarmo?

- Tiziana Plebani: Per le cose scritte sopra, strettissimo.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e diritto alla salute e all'assistenza?

- Tiziana Plebani: Assai stretto perche' si tratta della cura dell'inerme, del debole in cui ognuno dovrebbe riconoscersi, come esseri fragili e bisognosi.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e psicoterapie?

- Tiziana Plebani: Non immediato.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e informazione?

- Tiziana Plebani: Stretto perche' l'informazione odierna alimenta le paure e la reattivita' verso l'altro e non fa circolare le esperienze positive che nutrono la fiducia nella convivenza e in un altro modo di pensare e vivere.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione filosofica?

- Tiziana Plebani: Un apporto decisivo, si veda ad esempio le riflessioni di Judith Butler. Se si parte dalla fragilita' del vivente e dalla necessita' della relazione si sviluppa un pensiero assai diverso e un modo rispettoso di guardare alle cose e al mondo.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione delle e sulle religioni?

- Tiziana Plebani: Dovrebbe far rinunciare all'intolleranza, al dogma.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'educazione?

- Tiziana Plebani: Un approccio alla vita in comune e alla cittadinanza consapevole e solidale.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'economia?

- Tiziana Plebani: Come da Amartya Sen i talenti e le capacita' di ciascuno possono fondare un'economia diversa, l'economia deve essere al servizio delle persone e non il contrario.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sul diritto e le leggi?

- Tiziana Plebani: Vedi sopra.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'etica e sulla bioetica?

- Tiziana Plebani: Vedi sopra.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sulla scienza e la tecnologia?

- Tiziana Plebani: Vedi sopra.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione storica e alla pratica storiografica?

- Tiziana Plebani: Sono una storica, non so quanto apporta francamente in quanto sembra che gli uomini non vogliano apprendere dagli errori della storia...

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?

- Tiziana Plebani: Giungere a una decisione attraverso un percorso che utilizzi ogni voce.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e perche'?

- Tiziana Plebani: Proprio la gestione creativa dei conflitti perche' ne siamo immersi.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza?

- Tiziana Plebani: Con un approccio di genere.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe l'addestramento all'azione nonviolenta?

- Tiziana Plebani: In maniera creativa.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Tiziana Plebani: Video, siti web, film.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Tiziana Plebani: Rassegne cinematografiche e teatrali.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E perche' accade? E come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e l'efficacia della loro azione?

- Tiziana Plebani: Perche' si percepisce la nonviolenza come passivita'. Si dovrebbe veicolare un'immagine piu' gioiosa ed energetica.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di migliori forme di coordinamento? E se si', come?

- Tiziana Plebani: Non so se si necessita di coordinamento, ognuno puo' lavorare nel proprio campo, la' dove e'.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di ulteriori strumenti di comunicazione? E con quali caratteristiche?

- Tiziana Plebani: Non so.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e movimenti sociali: quali rapporti?

- Tiziana Plebani: Complessi, rimane nei movimenti maschili giovanili l'ebbrezza della lotta, l'antagonismo si nutre di atti spesso violenti anche se la ribellione puo' essere anche condotta in forma antiviolenta, bisogna lavorare sull'immaginario e sui linguaggi.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e istituzioni: quali rapporti?

- Tiziana Plebani: Bisognerebbe coinvolgere le istituzioni, far circolare in esse la cultura e le pratiche della nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cultura: quali rapporti?

- Tiziana Plebani: La nonviolenza e' cultura.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e forze politiche: quali rapporti?

- Tiziana Plebani: Problematici: spesso le forze politiche si basano sul predominio e sui rapporti di forza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e organizzazioni sindacali: quali rapporti?

- Tiziana Plebani: Non semplici ma importanti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e pratiche artistiche: quali rapporti?

- Tiziana Plebani: Stretti, l'arte e' un modo per esprimere e talvolta risolvere il conflitto senza violenza, e' un modo nuovo di guardare.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e amicizia: quale relazione? E come concretamente nella sua esperienza essa si e' data?

- Tiziana Plebani: L'amicizia e' una pratica di nonviolenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e percezione dell'unita' dell'umanita': quale relazione e quali implicazioni?

- Tiziana Plebani: L'ho gia' detto prima.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e politica: quale relazione?

- Tiziana Plebani: La politica nel senso migliore e' un'espressione dello stare al mondo con pienezza, un prendere parte, se l'obiettivo e' migliorare le condizioni di tutti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e vita quotidiana: quale relazione?

- Tiziana Plebani: E' il terreno quotidiano di pratica di questa scelta.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cura del territorio in cui si vive: quale relazione?

- Tiziana Plebani: Come sopra.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e cura delle persone con cui si vive: quale relazione?

- Tiziana Plebani: Come sopra.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: La nonviolenza dinanzi alla morte: quali riflessioni?

- Tiziana Plebani: Complesse, non risolvibili in due parole...

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali le maggiori esperienze storiche della nonviolenza?

- Tiziana Plebani: La lotta indiana, la rivoluzione in Portogallo, la pacificazione di Mandela.

 

4. MATERIALI. ALCUNE INTERVISTE ED ALCUNI INTERVENTI SULLA SITUAZIONE DELLA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA

 

Di seguito riportiamo l'elenco delle interviste e degli interventi della e sulla inchiesta sulla situazione della nonviolenza oggi in Italia condotta da Paolo Arena e Marco Graziotti apparsi fin qui su "La nonviolenza e' in cammino" nei mesi da luglio 2010 a oggi (aggiornato al 22 ottobre 2010).

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- "Telegrammi", n. 240 del 3 luglio 2010: Andrea Cozzo;

- "Telegrammi", n. 242 del 5 luglio 2010: Roberto Malini;

- "Telegrammi", n. 243 del 6 luglio 2010: Leila D'Angelo, Enzo Mazzi;

- "Telegrammi", n. 244 del 7 luglio 2010: Michela De Santis;

- "Telegrammi", n. 245 dell'8 luglio 2010: Norma Bertullacelli, Augusto Cavadi, Franca Guana;

- "Telegrammi", n. 246 del 9 luglio 2010: Michele Meomartino, Sergio Paronetto;

- "Telegrammi", n. 247 del 10 luglio 2010: Paola Mancinelli, Dacia Maraini, Helene Paraskeva;

- "Telegrammi", n. 248 dell'11 luglio 2010: Omero Caiami Persichi, Mimma Ianno' Latorre;

- "Telegrammi", n. 249 del 12 luglio 2010: Benito D'Ippolito, Marco Palombo, Piercarlo Racca, Carlo Schenone, Alberto Castiglione;

- "Telegrammi", n. 250 del 13 luglio 2010: Maria G. Di Rienzo, Roberto Mazzini, Marilena Spriano;

- "Coi piedi per terra", n. 291 del 13 luglio 2010: Laura Tussi (parte prima);

- "Telegrammi", n. 251 del 14 luglio 2010: Paolo Cacciari, Giobbe Santabarbara;

- "Coi piedi per terra", n. 292 del 14 luglio 2010: Mario Di Marco, Laura Tussi (parte seconda e conclusiva);

- "Telegrammi", n. 252 del 15 luglio 2010: Gino Buratti;

- "Telegrammi", n. 253 del 16 luglio 2010: Letizia Lanza, Paolo Predieri;

- "Coi piedi per terra", n. 294 del 16 luglio 2010: Eleonora Bellini, Alessio Di Florio;

- "Telegrammi", n. 254 del 17 luglio 2010: Luisa Mondo, Anselmo Palini;

- "Coi piedi per terra", n. 295 del 17 luglio 2010: Mao Valpiana;

- "Telegrammi", n. 255 del 18 luglio 2010: Benito D'Ippolito, redazionale, Carla Biavati;

- "Coi piedi per terra", n. 296 del 18 luglio 2010: Nicoletta Crocella;

- "Telegrammi", n. 256 del 19 luglio 2010: Raffaele Mantegazza;

- "Telegrammi", n. 257 del 20 luglio 2010: Matteo Renato Dabascio;

- "Telegrammi", n. 258 del 21 luglio 2010: Daniela Musumeci;

- "Telegrammi", n. 260 del 23 luglio 2010: redazionale, Marina Martignone;

- "Telegrammi", n. 261 del 24 luglio 2010: Marilena Salvarezza;

- "Telegrammi", n. 262 del 25 luglio 2010: Peppe Sini, Franca Bimbi, Sonia Giardina, Giorgio Montagnoli;

- "Coi piedi per terra", n. 303 del 25 luglio 2010: Franca Maria Bagnoli;

- "Telegrammi", n. 263 del 26 luglio 2010: Sandro Canestrini, Alberto Camata, Christiana Soccini, Paola Pavese;

- "Telegrammi", n. 264 del 27 luglio 2010: Enrico Peyretti;

- Coi piedi per terra, n. 305 del 27 luglio 2010: Alessandro Colocolli, Carlo Ruta;

- "Telegrammi", n. 266 del 29 luglio 2010: Aristarco Scardanelli;

- "Coi piedi per terra", n. 307 del 29 luglio 2010: Peppe Sini, Pierpaolo Calonaci, Antonino Drago;

- "Telegrammi", n. 267 del 30 luglio 2010: Pasquale Pugliese;

- "Telegrammi", n. 268 del 31 luglio 2010: Burbanzio Malvolenti, Assunta Signorelli;

- "Coi piedi per terra", n. 309 del 31 luglio 2010: Severino Vardacampi, Giannarosa Marino, Francesco Pullia;

- "Telegrammi", n. 269 del primo agosto 2010: Geremia Cattristi;

- "Coi piedi per terra", n. 311 del 2 agosto 2010: Paolo Borsoni;

- "Telegrammi", n. 271 del 3 agosto 2010: Arnaldo Nesti, Giuseppe Anelli, Virginia Del Re;

- "Telegrammi", n. 273 del 5 agosto 2010: Alex Zanotelli;

- "Telegrammi", n. 274 del 6 agosto 2010: Luciano Bonfrate, Nicola Lo Bianco;

- "Telegrammi", n. 275 del 7 agosto 2010: Peppe Sini, Giobbe Santabarbara, Angelo Cavagna;

- "Telegrammi", n. 276 dell'8 agosto 2010: Severino Vardacampi, Pierluigi Consorti;

- "Coi piedi per terra", n. 317 dell'8 agosto 2010: Giobbe Santabarbara, Paolo Macina;

- "Telegrammi", n. 277 del 9 agosto 2010: Nino Lisi;

- "Telegrammi", n. 278 del 10 agosto 2010: Mauro Furlotti, Daniele Lugli;

- "Coi piedi per terra", n. 319 del 10 agosto 2010: Marta Ghezzi;

- "Telegrammi", n. 279 dell'11 agosto 2010: Pia Covre, Paolo Bertagnolli, Vincenzo Puggioni;

- "Telegrammi", n. 280 del 12 agosto 2010: Catiuscia Barbarossa, Tiziano Cardosi, Francesca Fabbri;

- "Telegrammi", n. 281 del 13 agosto 2010: Giovanni Benzoni, Valter Toni, Angela Giuffrida;

- "Telegrammi", n. 282 del 14 agosto 2010: Daria Dibitonto, Achille Scatamacola;

- "Telegrammi", n. 283 del 15 agosto 2010: Vergiliano Scorticossi;

- "Telegrammi", n. 284 del 16 agosto 2010: Giuseppe Moscati;

- "Coi piedi per terra", n. 325 del 16 agosto 2010: Giulio Vittorangeli;

- "Telegrammi", n. 285 del 17 agosto 2010: Gaetano Farinelli, Gloria Gazzeri, Fredo Olivero;

- "Telegrammi", n. 286 del 18 agosto 2010: Generoso Canagliozzi;

- "Coi piedi per terra", n. 327 del 18 agosto 2010: Maria D'Asaro;

- "Telegrammi", n. 288 del 20 agosto 2010: Francesco Comina;

- "Telegrammi", n. 289 del 21 agosto 2010: Osvaldo Caffianchi;

- "Telegrammi", n. 291 del 23 agosto 2010: Crispino Scotolatori, Antonio Vigilante;

- "Telegrammi", n. 292 del 24 agosto 2010: Massimo Grandicelli; Anna Pascuzzo;

- "Telegrammi", n. 295 del 27 agosto 2010: Luigi Sandri;

- Telegrammi", numero 299 del 31 agosto 2010: Michele Boato;

- "Coi piedi per terra", numero 340 del 31 agosto 2010: Patrizia Caporossi, Alessandro Pizzi;

- "Telegrammi", numero 301 del 2 settembre 2010: Francesco de Notaris;

- "Telegrammi", numero 302 del 3 settembre 2010: Wanda Tommasi;

- "Telegrammi", numero 303 del 4 settembre 2010: Vittorio Pallotti;

- "Telegrammi", numero 304 del 5 settembre 2010: Luciano Benini;

- "Telegrammi", numero 306 del 7 settembre 2010: Anna Baluganti;

- "Telegrammi", numero 307 dell'8 settembre 2010: Mariella Cao, Mauro Cereghini, Giovanni Sarubbi;

- "Coi piedi per terra", numero 348 dell'8 settembre 2010: Giampiero Girardi;

- "Telegrammi", numero 312 del 13 settembre 2010: Carla Mariani;

- "Telegrammi", numero 313 del 14 settembre 2010: Luigi Mochi Sismondi; Bruna Peyrot; Francesco Pistolato;

- "Telegrammi", numero 315 del 16 settembre 2010: Zenone Sovilla;

- "Coi piedi per terra", numero 356 del 16 settembre 2010: Giacomo Alessandroni;

- "Telegrammi", numero 316 del 17 settembre 2010: Maria Rosaria Baldin;

- "Coi piedi per terra", numero 357 del 17 settembre 2010: Gianni Tamino;

- "Coi piedi per terra", numero 358 del 18 settembre 2010: Chiara Cavallaro;

- "Telegrammi", numero 318 del 19 settembre 2010: Agostino Letardi;

- "Coi piedi per terra", numero 359 del 19 settembre 2010: Marcello Vigli;

- "Telegrammi", numero 319 del 20 settembre 2010: Marino Marinelli;

- "Telegrammi", numero 322 del 23 settembre 2010: Antonio Mazzeo;

- "Telegrammi", numero 323 del 24 settembre 2010: Itala Ricaldone;

- "Telegrammi", numero 324 del 25 settembre 2010: Giovanni Balacco;

- "Telegrammi", numero 328 del 29 settembre 2010: Gennaro Abele Avalimi; Luca Carlini;

- "Coi piedi per terra", numero 369 del 29 settembre 2010: Annarosa Buttarelli; Peppe Sini;

- "Telegrammi", numero 329 del 30 settembre 2010: Giulio De la Pierre;

- "Coi piedi per terra", numero 370 del 30 settembre 2010: Amerigo Bigagli; Pancrazio Degnente;

- "Coi piedi per terra", numero 371 del primo ottobre 2010: Giuliano Falco;

- "Coi piedi per terra", numero 372 del 2 ottobre 2010: Livio Miccoli;

- "Telegrammi", numero 338 del 9 ottobre 2010: Stella Bertuglia;

- "Coi piedi per terra", numero 381 dell'11 ottobre 2010: Andrea Alessandrini; Onorato Delipomeni;

- "Telegrammi", numero 343 del 14 ottobre 2010: Giancarla Codrignani;

- "Telegrammi", numero 344 del 15 ottobre 2010: Farid Adly; Luciano Capitini; Marinella Correggia;

- "Coi piedi per terra", numero 385 del 15 ottobre 2010: Sergio Albesano;

- "Telegrammi", numero 345 del 16 ottobre 2010: Angela Dogliotti Marasso; Ermete Ferraro; Alberto L'Abate; Silvano Tartarini;

- "Coi piedi per terra", numero 386 del 16 ottobre 2010: Massimo Bonfatti; Alessandro Murgia; Nora Rodriguez;

- "Telegrammi", numero 346 del 17 ottobre 2010: Ivan Bettini; Pietro Lazagna; Nello Margiotta; Antonio Parisella; Fabrizio Truini; Beppe Pavan.

- "Coi piedi per terra", numero 387 del 17 ottobre 2010: Angelo Bertani; Alessandro Capuzzo; Piero P. Giorgi;

- "Telegrammi", numero 347 del 18 ottobre 2010: Liliana Boranga; Silvio Cinque; Silvano Leso; Elena Liotta; Stefano Melis; Antonella Santarelli; Olivier Turquet;

- "Coi piedi per terra", numero 388 del 18 ottobre 2010: Lino Cattabianchi; Franco Lorenzoni;

- "Telegrammi", numero 348 del 19 ottobre 2010: Davide Berruti; Vittorio Merlini; Gualtiero Via;

- "Coi piedi per terra", numero 389 del 19 ottobre 2010: Francesco Andreini; Floriana Lipparini;

- "Telegrammi", numero 349 del 20 ottobre 2010: Federico Fioretto; Vito La Fata;

- "Coi piedi per terra", numero 390 del 20 ottobre 2010: Gianluca Carmosino; Maria Luisa Paroni;

- "Telegrammi", numero 350 del 21 ottobre 2010: Davide Arnone; Monica Lanfranco; Amalia Navoni; Filomena Perna; Giorgio Beretta;

- "Coi piedi per terra", numero 391 del 21 ottobre 2010: Umberto Santino;

- "Telegrammi", numero 351 del 22 ottobre 2010: Pierluca Gaglioppa; Silvia Quattrocchi;

- "Coi piedi per terra", numero 392 del 22 ottobre 2010: Giovanna Fiume; Giovanni Mandorino; Tiziana Plebani.

 

5. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO

 

Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org

Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at gmail.com

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COI PIEDI PER TERRA

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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Numero 392 del 22 ottobre 2010

 

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