Telegrammi. 335



 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 335 del 6 ottobre 2010

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

 

Sommario di questo numero:

1. Peppe Sini: Insorgere contro la guerra assassina, insorgere contro il colpo di stato razzista

2. Cessi la partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan (2008)

3. 4 novembre: uscire dalla subalternita' al potere militare (2003)

4. Il 4 novembre a Viterbo: "ogni vittima ha il volto di Abele" (2003)

5. Comitato "Nepi per la pace": Opporsi a tutte le guerre, ricordare tutte le vittime (2008)

6. Giancarla Codrignani: Insisto, scuola e militari sono incompatibili

7. Seyla Benhabib: Intrecciati

8. Etty Hillesum: E' gia' successo

9. Julia Kristeva: Il mio dolore...

10. Martha C. Nussbaum: "Non ho commesso alcun torto"

11. Simone Weil: Coloro che sotterrano

12. Per sostenere il Movimento Nonviolento

13. "Azione nonviolenta"

14. Segnalazioni librarie

15. La "Carta" del Movimento Nonviolento

16. Per saperne di piu'

 

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: INSORGERE CONTRO LA GUERRA ASSASSINA, INSORGERE CONTRO IL COLPO DI STATO RAZZISTA

 

Perche' ogni vittima ha il volto di Abele.

Perche' vi e' una sola umanita'.

 

2. MEMORIA. CESSI LA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA TERRORISTA E STRAGISTA IN AFGHANISTAN (2008)

[Riproponiamo il seguente intervento gia' apparso nel nostro foglio nel 2008]

 

Scriviamolo una volta ancora: Cessi la partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan. Cessi la violazione del diritto internazionale e della legalita' costituzionale.

S'impegni l'Italia per salvare le vite umane, non per sopprimerle.

S'impegni l'Italia per la pace, la democrazia e i diritti umani di tutti gli esseri umani.

S'impegni l'Italia per il disarmo e la smilitarizzazione dei conflitti.

S'impegni l'Italia contro la guerra, i suoi strumenti e i suoi apparati.

Scriviamolo una volta ancora: Cessi la partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan. Cessi la violazione del diritto internazionale e della legalita' costituzionale.

 

3. MEMORIA. 4 NOVEMBRE: USCIRE DALLA SUBALTERNITA' AL POTERE MILITARE (2003)

[Riproponiamo il seguente intervento gia' apparso nel nostro foglio nel 2003]

 

La proposta che il 4 novembre le persone di volonta' buona impegnate per la pace promuovano iniziative pubbliche di ricordo delle vittime delle guerre, e commemorazioni dinanzi ai sacrari e ai monumenti ai caduti, in cui quegli esseri umani assassinati siano onorati con l'impegno solenne ad opporsi alle guerre ed ai loro strumenti e apparati; e in silenzio reverente e solenne, e severo ed austero, con la mera presenza ed ascolto, si smascheri l'ipocrisia e l'infamia del chiassoso e cialtrone festeggiare le strutture che quelle persone hanno assassinato; e' proposta che chiama quanti hanno orecchie per ascoltare a un gesto limpido e corale, di impegno e di esame di coscienza.

Vorremmo venisse ripresa e riproposta ovunque in Italia l'iniziativa gia' realizzata lo scorso anno a Viterbo di una cerimonia pubblica il 4 novembre di deposizione di un omaggio floreale e di un recarsi e sostare in meditazione composta e silente dinanzi a lapidi e sacelli delle vittime delle guerre, cola' rinnovando un impegno di pace perche' mai piu' nessuno quell'atroce sorte debba subire, celebrazione in tutto alternativa alle fanfare e alle menzogne che connotano le cerimonie in quella data promosse in complicita' alle strutture che quelle vittime hanno assassinato.

Si puo' e si deve uscire dalla subaternita' al potere militare e promuovere una coscienza di pace che si traduca - come peraltro gia' previsto nel corpus legislativo italiano - nella promozione di un modello di difesa - la difesa popolare nonviolenta - che inveri il dettato costituzionale che "ripudia la guerra"; e che si traduca altresi' nella decisione del disarmo e della smilitarizzazione, poiche' le armi servono a uccidere, gli eserciti servono a uccidere, e uccidere esseri umani e' il crimine piu' grande ed occorre che si cessi di commetterlo e di permettere che commesso sia; e che si traduca ancora e infine in aiuto a chi di guerre e violenze e' vittima presente ancora in vita (o potenziale e di gia' nel terrore) - un aiuto necessario e urgente affinche' la morte e la sofferenza non lo divori, e con lui l'umanita' intera.

Si puo' e si deve far cessare l'ignobile festeggiamento delle "forze armate" che offende le vittime dalle forze armate assassinate; si puo' e si deve cominciare ad agire, anche con gesti simbolici e memoriali, di coscientizzazione propria ed altrui, di presa in carico e testimonianza personale - come appunto anche la realizzazione da parte dei movimenti di pace, umanitari e per la nonviolenza della commemorazione pubblica delle vittime delle guerre - l'idea che il quattro novembre, ricordo che non cicatrizza della "inutile strage", cessi di essere per i pubblici uffici e nel comune sentire occasione per una vile idolatria dei poteri uccisori e delle ideologie della morte, e diventi piuttosto la cerimonia dell'impegno contro le guerre e contro gli strumenti e apparati alle guerre intesi; la festa dell'abolizione delle forze armate.

Poiche' - come ha scritto una volta Heinrich Boell - ogni vittima ha il volto di Abele; e solo costruendo la pace si ricordano e si onorano in commozione e devozione filiale, fraterna e sororale, le vittime di tutte le guerre; e solo impedendo nuove guerre si adempie al messaggio che dai luoghi al ricordo di quelle vittime deputati promana: la voce del coro degli assassinati, che chiede ancora e ancora pace, e luce, e vita.

 

4. MEMORIA. IL 4 NOVEMBRE A VITERBO: "OGNI VITTIMA HA IL VOLTO DI ABELE" (2003)

[Riproponiamo il seguente intervento gia' apparso nel nostro foglio nel 2003]

 

Una delegazione del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo il 4 novembre 2003, anniversario della conclusione della prima guerra mondiale, si rechera' alle ore 8 a deporre un omaggio floreale ai monumenti che ricordano le vittime di guerra in piazza del Sacrario a Viterbo.

Tale iniziativa, consistente nella deposizione dell'omaggio floreale e in un minuto di meditazione silenziosa, intende essere momento di memoria e pieta' verso le vittime di tutte le guerre e di affermazione del dovere di opporsi a tutte le uccisioni e a tutte le guerre, nell'inveramento di quanto sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana all'art. 11 laddove si afferma nitidamente che "L'Italia ripudia la guerra".

Quanti - istituzioni, associazioni, persone - vorranno associarsi a tale iniziativa saranno i benvenuti purche' si attengano ai seguenti criteri: l'assoluta assenza di simboli di parte e di messaggi estranei all'intento di memoria e pieta' per le vittime, la compostezza e il silenzio piu' rigorosi.

 

5. MEMORIA. COMITATO "NEPI PER LA PACE": OPPORSI A TUTTE LE GUERRE, RICORDARE TUTTE LE VITTIME (2008)

[Riproponiamo il seguente intervento gia' apparso nel nostro foglio nel 2008]

 

Nella lettera del 18 ottobre 1965 ai giudici del processo che lo vedeva imputato per aver sostenuto l'obiezione di coscienza, don Lorenzo Milani, una delle personalita' piu' limpide e coerenti della nonviolenza e figura di riferimento per l'intero mondo della scuola italiana afferma: "Abbiamo dunque preso i nostri libri di storia (umili testi di scuola media, non monografie da specialisti) e siamo riandati a cento anni di storia italiana in cerca d'una guerra giusta. D'una guerra cioe' che fosse in regola con l'articolo 11 della Costituzione. Non e' colpa nostra se non l'abbiamo trovata".

E cosi' noi. Il prossimo 4 novembre assisteremo ancora una volta ai festeggiamenti, mai termine fu piu' improprio, in ricordo della prima guerra mondiale. Festeggiamenti esaltati dalla retorica e punto di forza della mistificatoria propaganda di quel regime fascista che mentre sopprimeva ogni liberta' in Italia e con le leggi razziali avviava alla deportazione i cittadini ebrei italiani, faceva della guerra di aggressione a nazioni e popoli il punto centrale della sua politica, con le conseguenze che tutti dicono di conoscere ma che spesso si dimenticano.

La prima guerra mondiale fu una guerra ingiusta, come tutte le guerre, un'inutile strage.

Le vittime italiane furono piu' di 600.000, oltre un milione i feriti e tra questi piu' di 600.000 mutilati. I morti in totale nei paesi coinvolti nel conflitto furono quasi 10 milioni. Tutto questo si sarebbe potuto evitare attraverso soluzioni diplomatiche, senza alcun spargimento di sangue, come aveva suggerito Giolitti ed e' documentato storicamente.

Oggi l'Italia e' ancora una volta un paese in guerra. Chiamiamo ipocritamente missione di pace la guerra in Afghanistan, a cui prendiamo parte con enorme sperpero di risorse pubbliche e disprezzo delle vite umane dei nostri soldati e dei civili, soprattutto bambini, in aperta violazione dell'articolo 11 della nostra Costituzione che afferma: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali".

Quello stesso articolo tanto caro a don Milani come a tutti i democratici e alle persone che hanno a cuore la pace. Il comitato "Nepi per la pace" insieme al Movimento Nonviolento, a Beati i costruttori di pace e Peacelink rivolge un appello alle istituzioni, agli insegnanti, agli studenti, agli organi d'informazione, perche' il 4 novembre diventi una giornata di studio e di memoria, una giornata di ripudio di tutte le guerre, in ricordo di tutte le vittime e in solidarieta' con tutte le persone e i popoli coinvolti nei conflitti. Iraq, Israele, Palestina, Cecenia, Congo, Tibet, Afghanistan, sono solo alcuni tra i tanti teatri di guerra nel mondo, dove si continua a morire e che poco o nulla scuotono le nostre coscienze.

Facciamo nostro questo impegno insieme alla richiesta del ritiro immediato dei soldati italiani dall'Afghanistan.

 

6. RIFLESSIONE. GIANCARLA CODRIGNANI: INSISTO, SCUOLA E MILITARI SONO INCOMPATIBILI

[Ringraziamo Giancarla Codrignani (per contatti: giancodri at alice.it) per averci messo a disposizione come anticipazione questo intervento scritto per "Domani on-line" del 7 ottobre 2010.

Giancarla Codrignani, gia' presidente della Loc (Lega degli obiettori di coscienza al servizio militare), gia' parlamentare, saggista, impegnata nei movimenti di liberazione, di solidarieta' e per la pace, e' tra le figure piu' rappresentative della cultura e dell'impegno per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Giancarla Codrignani: L'odissea intorno ai telai, Thema, Bologna 1989; Amerindiana, Terra Nuova, Roma 1992; Ecuba e le altre, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1994; L'amore ordinato, Edizioni Com nuovi tempi, Roma 2005]

Confesso che non credevo che fossimo a questo punto.

Mercoledi' 29 settembre Radio3 ha trasmesso un dibattito sulla deprecata proposta La Russa "per prevenire - come ha avuto il coraggio di sostenere (e qualcuno gli avra' creduto) il nostro ministro-in-orbace - il bullismo". Uno dei partecipanti al dialogo, un signore certo non antimilitarista, che riteneva positiva per i ragazzi piu' grandi una preparazione patriottica e, al tempo steso, difensiva, raccontava dei suoi incontri in campagna con bande di ragazzini che si esercitano a sparare sul serio con armi piu' o meno reali. E aggiungeva i propri funesti riscontri che sperimenta nella consultazione di siti elettronici specializzati: non pochi ragazzi giovanissimi si offrono ai reclutatori di mercenari garantendo la propria formazione: "ben preparati ad uccidere".

Sono ancora sgomenta. Eppure so bene i rischi di una pedagogia familiare e scolastica ferma, quando c'e', agli schemi delle passate generazioni. Dobbiamo  invece essere preoccupati per le responsabilita' di cui ci stiamo caricando per la nostra irresponsabilita' involontaria, se si puo' dire. Infatti, quando regaliamo una playstation al ragazzino, gliela lasciamo in libera gestione. Alzi la mano (gli diamo subito una medaglia) chi, regalata la playstation, sta di frequente alle spalle del figlioletto per controllare quello che sta vedendo e ragionare con lui. I piccoli delle passate generazioni, quando tagliavano la coda alle lucertole (i bambini mai stati buoni per natura), si sentivano dire "no, che' gli fai male". Adesso i bambini giocano in tutta autonomia e solitudine con il virtuale e imparano a uccidere senza provare emozioni; e nessuno li mette in guardia: "Attento, non fargli male, anche se e' un nemico virtuale". Non e' piu' come quando i genitori giocavano alla guerra e uno faceva teatro e si lasciava cadere morto, e subito si rialzava: c'e' un abisso rispetto alla suggestione delle fiction, tanto e' vero che si e' dato il caso di bimbi molto piccoli - quattro o cinque anni - che si sono buttati dalla finestra dopo aver visto Spiderman. Se uccidiamo le emozioni, rendiamo piu' problematico distinguere cio' che e' bene da cio' che "fa" male. La scuola non e' ancora attrezzata per fare educazione sentimentale.

Quindi, attenzione: insegnare a sparare a chi ha amato le insospettate storie create alla play-station, non evita, ma produce bullismo. E prepara personale per nuove Gomorra, assassini professionali, disoccupati che trovano impiego nelle mafie: 50 euro per una vita umana. Una minoranza, si dira': ma anche i buoni, essendo ben consapevoli di che cosa pensano di fare i pochi, introietteranno indifferenza e paura.

7. MAESTRE. SEYLA BENHABIB: INTRECCIATI

[Da Seyla Benhabib, cittadini globali, Il Mulino, Bologna 2008, p. 117.

Seyla Benhabib e' una delle piu' rilevanti pensatrici femministe. Dal sito dell'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche (www.emsf.rai.it) riportiamo la seguente scheda - di qualche anno fa, e che occorrerebbe aggiornare -: "Seyla Benhabib e' nata ad Istanbul nel 1950. E' professoressa di Teoria politica presso l'universita' di Harvard. Ha conseguito il dottorato in filosofia nel 1977 all'universita' di Yale. Dal 1979 al 1981 e' stata Alexander von Humboldt Fellow a Starnberg e Francoforte. Ha studiato filosofia, politica e storia del pensiero femminile a Boston, presso la New School for Social Research. E' stata professoressa ospite presso le universita' di Costanza, Francoforte e Macerata. Dal 1986 al 1992 e' stata coeditrice di "Praxis International". Seyla Benhabib si e' occupata di teoria critica, filosofia politica e femminismo. Ha indagato le relazioni della teoria critica della societa' con la tradizione del pensiero politico e con l'etica contemporanea. Ha proposto un progetto di etica universale che risente delle suggestioni di Habermas e che intende integrare il pensiero femminile e il criticismo all'interno di un'etica dialogica che prospetta l'atto etico come capacita' di entrare in relazione con il punto di vista dell'altro. Recentemente Seyla Benhabib ha focalizzato i suoi interessi sul pensiero femminista; sta lavorando ad un libro che esamina la filosofia politica di Hannah Arendt (The Reluctant Modernism of Hannah Arendt)". Opere di Seyla Benhabib: Critique, Norm and Utopie. A study of the Foundations of Critical Theory, Columbia University Press, 1986; Fischer Verlag, 1992; (con Drucilla Cornel), Feminism as Critique, Polity and Minnesota Presses, 1987;  (con Fred Dallmayr), The communicative Ethics Controversy, MIT Press, 1988; Situating the Self. Gender, Community and Postmodernism in contemporary Ethics, Routledge and Polity Presses, 1992. Il testo di una intervista a Seyla Benhabib su "La filosofia politica femminista" abbiamo pubblicato integralmente nel n. 160 de "La nonviolenza e' in cammino", un'altra intervista in "Nonviolenza. Femminile plurale" n. 67]

 

... il locale, il nazionale e il globale sono intrecciati l'uno con l'altro.

 

8. MAESTRE. ETTY HILLESUM: E' GIA' SUCCESSO

[Da Etty Hillesum, Diario 1941-1943, Adelphi, Milano 1985, 1996, p. 216.

Etty Hillesum e' nata a Middelburg nel 1914 e deceduta ad Auschwitz nel 1943, il suo diario e le sue lettere costituiscono documenti di altissimo valore e in questi ultimi anni sempre di piu' la sua figura e la sua meditazione diventano oggetto di studio e punto di riferimento per la riflessione. Opere di Etty Hillesum: Diario 1941-1943, Adelphi, Milano 1985, 1996; Lettere 1942-1943, Adelphi, Milano 1990, 2001. Opere su Etty Hillesum: AA. VV., La resistenza esistenziale di Etty Hillesum, fascicolo di "Alfazeta", n. 60, novembre-dicembre 1996, Parma; Nadia Neri, Un'estrema compassione, Bruno Mondadori Editore, Milano 1999; Pascal Dreyer, Etty Hillesum. Una testimone del Novecento, Edizioni Lavoro, Roma 2000; Sylvie Germain, Etty Hillesum. Una coscienza ispirata, Edizioni Lavoro, Roma 2000; Wanda Tommasi, Etty Hillesum. L'intelligenza del cuore, Edizioni Messaggero, Padova 2002; Maria Pia Mazziotti, Gerrit Van Oord (a cura di), Etty Hillesum. Diario 1941-1943. Un mondo 'altro' e' possibile, Apeiron, Sant'Oreste (Roma) 2002; Maria Giovanna Noccelli, Oltre la ragione, Apeiron, Sant'Oreste (Roma) 2004]

 

E' gia' successo che galeoni carichi di tesori naufragassero nell'oceano. L'umanita' ha sempre provato a ripescare questi tesori sommersi. Nel mio cuore sono gia' naufragati tanti galeoni e per tutta la vita cerchero' di riportare alla superficie una parte dei tesori che ora giacciono sul fondo. Non possiedo ancora gli strumenti adatti. Dovro' fabbricarli dal nulla.

 

9. MAESTRE. JULIA KRISTEVA: IL MIO DOLORE...

[Da Julia Kristeva, Sole nero. Depressione e melanconia, Feltrinelli, Milano 1988, 1989, p. 12.

Julia Kristeva e' nata a Sofia in Bulgaria nel 1941, si trasferisce a Parigi nel 1965; studi di linguistica con Benveniste; intensa collaborazione con Sollers e la rivista "Tel Quel"; impegnata nel movimento delle donne, psicoanalista, ha dedicato una particolare attenzione alla pratica della scrittura ed alla figura della madre; e' docente all'Universita'  di Paris VII. Opere di Julia Kristeva: tra quelle tradotte in italiano segnaliamo particolarmente: Semeiotike', Feltrinelli, Milano; Donne cinesi, Feltrinelli, Milano; La rivoluzione del linguaggio poetico, Marsilio, Venezia; In principio era l'amore, Il Mulino, Bologna; Sole nero, Feltrinelli, Milano; Stranieri a se stessi, Feltrinelli, Milano; I samurai, Einaudi, Torino; Colette, Donzelli, Roma; Hannah Arendt. La vita, le parole, Donzelli, Roma; Melanie Klein, Donzelli, Roma. In francese: presso Seuil: Semeiotike', 1969, 1978; La revolution du langage poetique, 1974, 1985; (AA. VV.), La traversee des signes, 1975; Polylogue, 1977; (AA. VV.), Folle verite', 1979; Pouvoirs de l'horreur, 1980, 1983; Le langage, cet inconnu, 1969, 1981; presso Fayard: Etrangers a nous-memes, 1988; Les samourais, 1990; Le vieil homme et les loups, 1991; Les nouvelles maladies de l'ame, 1993; Possessions, 1996; Sens et non-sens de la revolte, 1996; La revolte intime, 1997; presso Gallimard, Soleil noir, 1987; Le temps sensible, 1994; presso Denoel: Histoires d'amour, 1983; presso Mouton, Le texte du roman, 1970; presso le Editions des femmes, Des Chinoises, 1974; presso Hachette: Au commencement etait l'amour, 1985. Dal sito dell'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche (www.emsf.rai.it) riprendiamo la seguente scheda: "Julia Kristeva e' nata il 24 giugno 1941 a Silven, Bulgaria. Nel 1963 si diploma in filologia romanza all'Universita' di Sofia, Bulgaria. Nel 1964 prepara un dottorato in letteratura comparata all'Accademia delle Scienze di Sofia; nel 1965 ottiene una borsa di studio nel quadro di accordi franco-bulgari e dopo il 1965 prosegue gli studi e il lavoro di ricerca in Francia all'Ecole Pratique des Hautes Etudes. Nel 1968 consegue il dottorato sotto la direzione di Lucien Goldmann (con Roland Barthes e J. Dubois). Sempre nel 1968 e' eletta segretario generale dell'Association internationale de semiologie ed entra nel comitato di redazione del suo organo, la rivista 'Semiotica'. Nel 1973 consegue il dottorato di stato in lettere sotto la direzione di J. C. Chevalier. Dal 1967 al 1973 e' ricercatrice al Cnrs di linguistica e letteratura francese, al Laboratoire d'anthropologie sociale, al College de France e all'Ecole des Hautes Etudes en sciences sociales. Nel 1972 tiene un corso di linguistica e semiologia all'Ufr di Letteratura, scienze dei testi e documenti dell'Universita' Paris VII 'Denis Diderot'. E' nominata direttore del Dea di Etudes Litteraires. Nel 1974 viene eletta Permanent visiting professor al Dipartimento di letteratura francese della Columbia University, New York. Nel 1988 e' responsabile del Draps (Diplome de recherches approfondies en psycopathologie et semiologie). Nel 1992 e' nominata direttore della Scuola di dottorato "Langues, litteratures et civilisations, recherches transculturelles: monde anglophone - monde francophone", all'Universita' di Paris VII 'Denis Diderot' e Permanent Visiting Professor al Dipartimento di Letteratura comparata dell'Universita' di Toronto, Canada. Nel 1993 e' nominata membro del comitato scientifico, che affianca il ministro dell'educazione nazionale. Attualmente e' professoressa all'Universita' Paris VII 'Denis Diderot'. Dal 1978 dopo una psicoanalisi personale e una analisi didattica presso l'Institut de psychanalyse, esercita come psicoanalista. Gli interessi scientifici di Julia Kristeva vanno dalla linguistica alla semiologia, alla psicoanalisi, alla letteratura del XIX secolo. Esponente di spicco della corrente strutturalista francese e in particolare del gruppo di 'Tel Quel', che ha sviluppato in Francia le ricerche iniziate dai formalisti russi negli anni Venti e continuate dal Circolo linguistico di Praga e da Jakobson, Julia Kristeva ritiene che la semiotica sia la scienza pilota nel campo delle cosiddette 'scienze umane'. Pervenuta oggi a un'estrema formalizzazione, in cui la nozione stessa di segno si dissolve, la semiotica si deve rivolgere alla psicoanalisi per rimettere in questione il soggetto senza di cui la lingua come sistema formale non si realizza nell'atto di parola, indagare la diversita' dei modi della significazione e le loro trasformazioni storiche, e costituirsi infine come teoria generale della significazione, intesa non come semplice estensione del modello linguistico allo studio di ogni oggetto fornito di senso, ma come una critica del concetto stesso di semiosi. Opere di Julia Kristeva: Semeiotike'. Recherches pour une semanalyse, Seuil, Paris 1969; Le texte du roman, Mouton, La Haye 197l; La revolution du language poetique. L'avant-garde a' la fin du XIX siecle: Lautreamont et Mallarme', Seuil, Paris 1974; Des chinoises, Editions des femmes, Paris l974; Polylogue, Seuil, Paris 1977; Pouvoirs de l'horreur. Essai sur l'abjection, Seuil, Paris 1980; Le language, cet inconnu. Une initiation a' la linguistique, Seuil, Paris 198l; Soleil noir. Depression et melancolie, Gallimard, Paris 1987; Les Samourais, Fayard, Paris 1990; Le temps sensible. Proust et l'experience litteraire, Gallimard, Paris l994. Numerosi articoli di Julia Kristeva sono apparsi sulle riviste 'Tel Quel', 'Languages', 'Critique', 'L'Infini', 'Revue francaise de psychanalyse', 'Partisan Review', 'Critical Inquiry' e molte altre. Tra le opere della Kristeva tradotte in italiano, ricordiamo: Semeiotike'. Ricerche per una semanalisi, Feltrinelli, Milano 1978; La rivoluzione del linguaggio poetico, Marsilio, Venezia 1979; Storia d'amore, Editori Riuniti, Roma 1985; Sole nero. Depressione e melanconia, Feltrinelli, Milano 1986; In principio era l'amore. Psicoanalisi e fede, Il Mulino, Bologna 1987; Stranieri a se stessi, Feltrinelli, Milano; Poteri dell'orrore, Spirali/Vel, Venezia; I samurai, Einaudi, Torino 1991; La donna decapitata, Sellerio, Palermo 1997"]

 

Il mio dolore e' il volto nascosto della mia filosofia, il suo fratello muto.

 

10. MAESTRE. MARTHA C. NUSSBAUM: "NON HO COMMESSO ALCUN TORTO"

[Da Martha C. Nussbaum, Giustizia e aiuto materiale, Il Mulino, Bologna 2008, pp. 61-62.

Martha Nussbaum e' una delle piu' influenti pensatrici contemporanee, insegna diritto ed etica all'Universita' di Chicago. Fra le opere di Martha Nussbaum: (con Gian Enrico Rusconi, Maurizio Viroli), Piccole patrie grande mondo, Donzelli, Roma 1995; La fragilita' del bene. Fortuna ed etica nella tragedia e nella filosofia greca, Il Mulino, Bologna 1996; Il giudizio del poeta. Immaginazione letteraria e civile, Feltrinelli, Milano 1996; Terapia del desiderio. Teoria e pratica nell'etica ellenistica, Vita e Pensiero, Milano 1998; Coltivare l'umanita'. I classici, il multiculturalismo, l'educazione contemporanea, Carocci, Roma 1999; Diventare persone. Donne e universalita' dei diritti, Il Mulino, Bologna 2001; Giustizia sociale e dignita' umana. Da individui a persone, Il Mulino, Bologna 2002; Capacita' personale e democrazia sociale, Diabasis, 2003; L'intelligenza delle emozioni, Il Mulino, Bologna 2004; Nascondere l'umanita'. Il disgusto, la vergogna, la legge, Carocci, Roma 2005; Le nuove frontiere della giustizia. Disabilita', nazionalita', appartenenza di specie, Roma 2007; Giustizia e aiuto materiale, Il Mulino, Bologna 2008. Un'ampia bibliografia delle opere di Martha Nussbaum, aggiornata fino al 2000, compilata da Eddie Yeghiayan, e' dsponibile alla pagina web: http://sun3.lib.uci.edu/eyeghiay/nussbaum.html]

 

Non e' bene dire "non ho commesso alcun torto" se, in realta', cio' che si e' fatto e' restare fermi quando si sarebbero potuti salvare degli esseri umani. Questo vale per le aggressioni e vale per l'aiuto materiale.

 

11. MAESTRE. SIMONE WEIL: COLORO CHE SOTTERRANO

[Da Simone Weil, Quadern. Volume IV, Adelphi, Milano 1993, p. 286.

Simone Weil, nata a Parigi nel 1909, allieva di Alain, fu professoressa, militante sindacale e politica della sinistra classista e libertaria, operaia di fabbrica, miliziana nella guerra di Spagna contro i fascisti, lavoratrice agricola, poi esule in America, infine a Londra impegnata a lavorare per la Resistenza. Minata da una vita di generosita', abnegazione, sofferenze, muore in Inghilterra nel 1943. Una descrizione meramente esterna come quella che precede non rende pero' conto della vita interiore della Weil (ed in particolare della svolta, o intensificazione, o meglio ancora: radicalizzazione ulteriore, seguita alle prime esperienze mistiche del 1938). Ha scritto di lei Susan Sontag: "Nessuno che ami la vita vorrebbe imitare la sua dedizione al martirio, o se l'augurerebbe per i propri figli o per qualunque altra persona cara. Tuttavia se amiamo la serieta' come vita, Simone Weil ci commuove, ci da' nutrimento". Opere di Simone Weil: tutti i volumi di Simone Weil in realta' consistono di raccolte di scritti pubblicate postume, in vita Simone Weil aveva pubblicato poco e su periodici (e sotto pseudonimo nella fase finale della sua permanenza in Francia stanti le persecuzioni antiebraiche). Tra le raccolte piu' importanti in edizione italiana segnaliamo: L'ombra e la grazia (Comunita', poi Rusconi), La condizione operaia (Comunita', poi Mondadori), La prima radice (Comunita', SE, Leonardo), Attesa di Dio (Rusconi), La Grecia e le intuizioni precristiane (Rusconi), Riflessioni sulle cause della liberta' e dell'oppressione sociale (Adelphi), Sulla Germania totalitaria (Adelphi), Lettera a un religioso (Adelphi); Sulla guerra (Pratiche). Sono fondamentali i quattro volumi dei Quaderni, nell'edizione Adelphi curata da Giancarlo Gaeta. Opere su Simone Weil: fondamentale e' la grande biografia di Simone Petrement, La vita di Simone Weil, Adelphi, Milano 1994. Tra gli studi cfr. AA. VV., Simone Weil, la passione della verita', Morcelliana, Brescia 1985; Gabriella Fiori, Simone Weil. Biografia di un pensiero, Garzanti, Milano 1981, 1990; Eadem, Simone Weil. Una donna assoluta, La Tartaruga edizioni, Milano 1991, 2009; Giancarlo Gaeta, Simone Weil, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole 1992; Jean-Marie Muller, Simone Weil. L'esigenza della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1994; Angela Putino, Simone Weil e la Passione di Dio, Edb, Bologna 1997; Eadem, Simone Weil. Un'intima estraneita', Citta' Aperta, Troina (Enna) 2006; Maurizio Zani, Invito al pensiero di Simone Weil, Mursia, Milano 1994]

 

D'altra parte, coloro che sotterrano preparano una resurrezione futura.

 

12. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Sostenere finanziariamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.
Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
 

13. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"

"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.

Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org

Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.

E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".

 

14. SEGNALAZIONI LIBRARIE

 

Riletture

- Hans-Georg Gadamer, Verita' e metodo, Bompiani - Rcs Libri, Milano 2000, pp. LXXX + 1070..

- John Rawls, Una teoria della giustizia, Feltrinelli, Milano 1982, 1997, pp. 502.

- Pierre Teilhard de Chardin, Il fenomeno umano, Il Saggiatore, Milano 1968, 1980, pp. 432.

 

15. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

 

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.

Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:

1. l'opposizione integrale alla guerra;

2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;

3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;

4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.

Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.

Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

 

16. PER SAPERNE DI PIU'

 

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it

Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO

Numero 335 del 6 ottobre 2010

 

Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza

Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

 

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