Telegrammi. 327
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- Date: Tue, 28 Sep 2010 00:48:55 +0200 (CEST)
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 327 del 28 settembre 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Sommario di questo numero:
1. Silvia Vegetti Finzi: Il valore della pace
2. Luisa Morgantini: Il 2 ottobre a Bil'in
3. Invitiamo Comuni, scuole e universita' a celebrare la Giornata internazionale della nonviolenza istituita dall'Onu
4. Modello di lettera ai sindaci
5. Modello di lettera ai dirigenti scolastici
6. Modello di lettera ai rettori universitari
7. Piero Coltelli: Ascoltare il prossimo
8. Remo de Ciocchis: La nonviolenza integrale
9. Gaetano Farinelli: Conoscere per aiutare
10. Mauro Furlotti: La giusta economia
11. Si e' svolto il 26 settembre a Viterbo un incontro di formazione e informazione nonviolenta
12. Peppe Sini: Il criminale regime della guerra e del colpo di stato razzista
13. Per sostenere il Movimento Nonviolento
14. "Azione nonviolenta"
15. Segnalazioni librarie
16. La "Carta" del Movimento Nonviolento
17. Per saperne di piu'
1. EDITORIALE. SILVIA VEGETTI FINZI: IL VALORE DELLA PACE
[Ringraziamo Silvia Vegetti Finzi (per contatti: silviavegettifinzi at virgilio.It) per questo intervento.
Silvia Vegetti Finzi (Brescia 1938), psicologa, pedagogista, psicoterapeuta, docente universitaria, saggista, e' una prestigiosa intellettuale femminista. Su Silvia Vegetti Finzi dal sito dell'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche (www.emsf.rai.it) riprendiamo la seguente notizia biografica: "Silvia Vegetti Finzi e' nata a Brescia il 5 ottobre 1938. Laureatasi in pedagogia, si e' specializzata in psicologia clinica presso l'Istituto di psicologia dell'Universita' cattolica di Milano. All'inizio degli anni '70 ha partecipato a una vasta ricerca internazionale, progettata dalle Associazioni Iard e Van Leer, sulle cause del disadattamento scolastico. Inoltre ha lavorato come psicoterapeuta dell'infanzia e della famiglia nelle istituzioni pubbliche. Dal 1975 e' entrata a far parte del Dipartimento di Filosofia dell'Universita' di Pavia ove attualmente insegna psicologia dinamica. Dagli anni '80 partecipa al movimento femminista, collaborando con l'Universita' delle donne 'Virginia Woolf' di Roma e con il Centro documentazione donne di Firenze. Nel 1990 e' tra i fondatori della Consulta (laica) di bioetica. Dal 1986 e' pubblicista del 'Corriere della Sera' e successivamente anche di 'Io donna' e di 'Insieme"' Fa parte del comitato scientifico delle riviste: 'Bio-logica', 'Adultita'', 'Imago ricercae', nonche' dell'Istituto Gramsci di Roma, della 'Casa della cultura' di Milano, della 'Libera universita' dell'autobiografia' di Anghiari. Collabora inoltre con le riviste filosofiche 'Aut Aut' e 'Iride'. Molti suoi scritti sono stati tradotti in francese, inglese, tedesco e spagnolo. E' membro dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, della Societa' italiana di psicologia; della Societe' internationale d'histoire de la psychoanalyse. Nel 1998 ha ricevuto, per i suoi scritti di psicoanalisi, il premio nazionale 'Cesare Musatti', e per quelli di bioetica il premio nazionale 'Giuseppina Teodori'. Sposata con lo storico della filosofia antica Mario Vegetti, ha due figli adulti, Valentina e Matteo. Gli interessi di Silvia Vegetti Finzi seguono quattro filoni: il primo e' volto a ricostruire una genealogia della psicoanalisi da Freud ai giorni nostri, intesa non solo come storia del movimento psicoanalitico ma anche come storia della cultura; il secondo, una archelogia dell'immaginario femminile, intende recuperare nell'inconscio individuale e nella storia delle espressioni culturali, elementi di identita' femminile e materna cancellati dal prevalere delle forme simboliche maschili: a questo scopo ha analizzato i sogni e i sintomi delle bambine, i miti delle origini, i riti di iniziazione femminile nella Grecia classica, le metafore della scienza, l'iconografia delle Grandi Madri; il terzo delinea uno sviluppo psicologico, dall'infanzia all'adolescenza, che tenga conto anche degli apporti psicoanalitici. Si propone inoltre di mettere a disposizione, tramite una corretta divulgazione, la sensibilita' e il sapere delle discipline psicologiche ai genitori e agli insegnanti; il quarto, infine, si interroga sulla maternita' e sugli effetti delle biotecnologie, cercando di dar voce all'esperienza e alla sapienza delle donne in ordine al generare". Tra le opere di Silvia Vegetti Finzi: (a cura di), Il bambino nella psicoanalisi, Zanichelli, Bologna 1976; (con L. Bellomo), Bambini a tempo pieno, Il Mulino, Bologna 1978; (con altri), Verso il luogo delle origini, La Tartaruga, Milano 1982; Storia della psicoanalisi, Mondadori, Milano 1986; La ricerca delle donne (1987); Bioetica, 1989; Il bambino della notte. Divenire donna, divenire madre, Mondadori, Milano 1990; (a cura di), Psicoanalisi al femminile, Laterza, Roma-Bari 1992; Il romanzo della famiglia. Passioni e ragioni del vivere insieme, Mondadori, Milano 1992; (con altri), Questioni di Bioetica, Laterza, Roma-Bari 1993; (con Anna Maria Battistin), A piccoli passi. La psicologia dei bambini dall'attesa ai cinque anni, Mondadori, Milano 1994; Freud e la nascita della psicoanalisi, 1994; (con Marina Catenazzi), Psicoanalisi ed educazione sessuale, Laterza, Roma-Bari 1995; (con altri), Psicoanalisi ed identita' di genere, Laterza, Roma-Bari 1995; (con Anna Maria Battistin), I bambini sono cambiati. La psicologia dei bambini dai cinque ai dieci anni, Mondadori, Milano 1996; (con Silvia Lagorio, Lella Ravasi), Se noi siamo la terra. Identita' femminile e negazione della maternita', Il Saggiatore, Milano 1996; (con altri), Il respiro delle donne, Il Saggiatore, Milano 1996; Volere un figlio. La nuova maternita' fra natura e scienza, Mondadori, Milano 1997; (con altri), Storia delle passioni, Laterza, Roma-Bari 1997; Il fantasma del patriarcato, Alma Edizioni, 1997; (con altri), Fedi e violenze, Rosenberg & Sellier, 1997; (con Anna Maria Battistin), L'eta' incerta. I nuovi adolescenti, Mondadori, Milano, 2000; Parlar d'amore, Rizzoli, Milano 2003; Silvia Vegetti Finzi dialoga con le mamme, Fabbri, Milano 2004; Quando i genitori si dividono, Mondadori, Milano 2005; Nuovi nonni per nuovi nipoti, Mondadori, Milano 2008; La stanza del dialogo, Casagrande, Bellinzona 2009]
Il due ottobre si sovrappongono due scadenze: la "Giornata internazionale della nonviolenza" e la "Festa nazionale dei nonni".
Una ragione in piu' per sollecitare i nonni a ricordare gli orrori della guerra, vissuti in prima persona e/o attraverso i racconti di chi l'aveva sofferta e combattuta, da una parte o dall'altra. Esperienze da non ripetere ma da trasmettere ai nipoti perche' comprendano che la pace non e' un dato di fatto ma un valore da conquistare e difendere giorno per giorno.
2. EDITORIALE. LUISA MORGANTINI: IL 2 OTTOBRE A BIL'IN
[Ringraziamo Luisa Morgantini (per contatti: e-mail: luisamorgantini at gmail.com, sito: www.luisamorgantini.net) per questo intervento.
Luisa Morgantini, gia' parlamentare europea (e per anni vicepresidente del Parlamento Europeo e presidente della delegazione del Parlamento Europeo al Consiglio legislativo palestinese), fa parte delle Donne in nero, dell'Associazione per la pace, ed e' coordinatrice della Rete internazionale per la resistenza popolare nonviolenta; e' una delle figure piu' note e piu' vive dei movimenti per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani. Lei stessa cosi' si descrive (in un breve profilo disponibile anche nel suo sito www.luisamorgantini.net): "La guerra l'ho sentita nella pancia di mia madre. Sono nata alla fine del '40 nella Val d'Ossola, al confine svizzero e prima repubblica nata dalla Resistenza. Mio padre ha fatto il partigiano. Di fronte alla mia ammirazione diceva: 'Mai piu' la guerra'. Per anni non ho capito, pensavo che di fronte alle oppressioni, alle ingiustizie la risposta anche armata fosse una strada percorribile. Oggi penso, insieme a tante donne e uomini che la strada sia quella della nonviolenza, della trasformazione delle coscienze, del riconoscimento del diritto di ogni donna ed ogni uomo alla liberta', alla giustizia sociale, al lavoro, alla casa, alla salute. Penso al diritto della terra, dell'aria, dell'acqua, del cielo, degli animali, di ogni essere vivente a non essere ferito, umiliato, usato ai fini del profitto invece che del benessere per tutte e tutti. Certo, nel riconoscimento delle differenze, sessuali, religiose e politiche, il 'mai piu' guerra' e' diventato per me un impegno per il quale ha senso la mia esistenza. Non sono ingenua, so come e' difficile agire per interrompere la spirale guerra-terrorismo. Lo misuro ogni giorno nei luoghi di conflitto, dove da ormai molti anni mi misuro cercando di costruire relazioni tra le parti in conflitto, dalla Palestina-Israele all'Afghanistan, all'Iraq, alla Bosnia, al Kosovo, in Kurdistan-Turchia, e tanti tanti altri paesi. Sembra impossibile, quando ti dicono che la guerra e' sempre stata e sempre sara'. Eppure vale la pena provare a percorrere un'altra strada, quella di riconoscere i conflitti senza negarli e cercare di superarli, partendo dal riconoscimento dell'altra/o per una convivenza civile, quella di assumersi la responsabilita' di costruire un mondo, un'Italia, un'Europa dove ciascuna/o sia di aiuto all'altra/o. Sogni, utopie? Forse, ma sono il principio per cambiare e agire e dire con milioni di persone che un altro mondo, un mondo migliore, si puo' costruire". Il seguente piu' ampio profilo di Luisa Morgantini (che abbiamo in un punto aggiornato) abbiamo ripreso alcuni anni fa sempre dal sito www.luisamorgantini.net: "Luisa Morgantini e' nata a Villadossola (No) il 5 novembre 1940. Dal 1960 al 1966 ha lavorato presso l'istituto Nazionale di Assistenza a Bologna occupandosi di servizi sociali e previdenziali. Dal 1967 al 1968 ha frequentato in Inghilterra il Ruskin College di Oxford dove ha studiato sociologia, relazioni industriali ed economia. Dal 1969 al 1971 ha lavorato presso la societa' Umanitaria di Milano nel settore dell'educazione degli adulti. Dal 1970 e fino al 1999 ha fatto la sindacalista nei metalmeccanici nel sindacato unitario della Flm. Eletta nella segreteria di Milano - prima donna nella storia del sindacato metalmeccanico - ha seguito la formazione sindacale e la contrattazione per il settore delle telecomunicazioni, impiegati e tecnici. Dal 1986 e' stata responsabile del dipartimento relazioni internazionali del sindacato metalmeccanico Flm - Fim Cisl, ha rappresentato il sindacato italiano nell'esecutivo della Federazione europea dei metalmeccanici (Fem) e nel Consiglio della Federazione sindacale mondiale dei metalmeccanici (Fism). Dal novembre del 1980 al settembre del 1981, in seguito al terremoto in Irpinia, in rappresentanza del sindacato, ha vissuto a Teora contribuendo alla ricostruzione del tessuto sociale. Ha fondato con un gruppo di donne di Teora una cooperativa di produzione, "La meta' del cielo", che e' tuttora esistente. Dal 1979 ha seguito molti progetti di solidarieta' e cooperazione non governativa con vari paesi, tra cui Nicaragua, Brasile, Sud Africa, Mozambico, Eritrea, Palestina, Afghanistan, Algeria, Peru'. Si e' misurata in luoghi di conflitto entro e oltre i confini, praticando in ogni luogo anche la specificita' dell' essere donna, nel riconoscimento dei diritti di ciascun essere umano: nelle rivendicazioni sindacali, con le donne contro la mafia, contro l'apartheid in Sud Africa, con uomini e donne palestinesi e israeliane per il diritto dei palestinesi ad un loro stato in coesistenza con lo stato israeliano, con il popolo kurdo, nella ex Yugoslavia, contro la guerra e i bombardamenti della Nato, per i diritti degli albanesi del Kosovo all'autonomia, per la cura e l'accoglienza a tutte le vittime della guerra. Attiva nel campo dei diritti umani, si e' battuta per il loro rispetto in Cina, Vietnam e Siria, e per l'abolizione della pena di morte. Dal 1982 si occupa di questioni riguardanti il Medio Oriente ed in modo specifico del conflitto Palestina-Israele. Dal 1988 ha contribuito alla ricostruzione di relazioni e networks tra pacifisti israeliani e palestinesi. In particolare con associazioni di donne israeliane e palestinesi e dei paesi del bacino del Mediterraneo (ex Yugoslavia, Albania, Algeria, Marocco, Tunisia). Nel dicembre 1995 ha ricevuto il Premio per la pace dalle Donne per la pace e dalle Donne in nero israeliane. Attiva nel movimento per la pace e la nonviolenza e' stata portavoce dell'Associazione per la pace. E' tra le fondatrici delle Donne in nero italiane e delle rete internazionale di Donne contro la guerra. E' stata deputata al Parlamento Europeo... In Italia continua la sua opera assieme alle Donne in nero e all'Associazione per la pace". Opere di Luisa Morgantini: Oltre la danza macabra, Nutrimenti, Roma 2004]
Palestinesi, israeliani, internazionali il 2 ottobre nel giorno dell'anniversario della nascita di Gandhi, che le Nazioni Unite commemoreranno dedicando la giornata alla nonviolenza, praticheranno ancora una volta, come fanno da ormai piu' di cinque anni ogni venerdi' nel villaggio di Bil'in nei territori occupati palestinesi, la resistenza nonviolenta al muro e all'occupazione militare israeliana. Una resistenza che si e' estesa gia' a tanti villaggi e che continua a crescere, malgrado la repressione israeliana.
Come sempre andranno verso i soldati, per cercare di superare la barriera e affermare il diritto di vivere su quella terra, questa volta vestiti con la tunica di Gandhi. Un'altra volta lo hanno fatto: Ronnie Barkan, israeliano piccolo e magro con baffi occhialini e tunica e' arrivato davanti ai soldati insieme a Mohammed, palestinese vestito da Martin Luther King. I soldati non si sono fermati.
Questa volta saranno in tanti tutti con la tunica bianca per ricordare alle Nazioni Unite che e' importante commemorare Gandhi, ma necessario contribuire alla liberta' di un popolo e tener fede al rispetto dei diritti umani e della legalita' internazionale.
Naturalmente i soldati, cosi' come fanno sempre, inonderanno di gas lacrimogeni i manifestanti, spareranno, il comitato popolare rilascera' un comunicato stampa con il numero di feriti, chissa' forse morti (sono stati uccise gia' nove persone, tra loro Bassem il gigante buono con l'aquilone, e due bambini) e il numero di arrestati, palestinesi, israeliani e internazionali.
Il 24 luglio scorso sono stata arrestata anch'io, e tante altre volte intossicata da gas o picchiata, ma io sono stata fortunata, non cosi' un giovane inglese ancora paralizzato.
Noi internazionali e israeliani, pero', siamo privilegiati: ci trattengono qualche ora, ci fanno divieto di partecipare a nuove manifestazioni (disobbediamo sempre); ma per i palestinesi arrestati e' un diverso trattamento: Adib, 11 figli, e' in carcere da piu' di 19 mesi; Abdallah, tre figli, e' in attesa di condanna ed anche lui e' in carcere da settembre del 2009 insieme a tanti e tanti altri in carcere per "incitamento alla violenza" (alcuni giovani ai lati della manifestazione ogni tanto tirano pietre ai soldati) o semplicemente per essere entrati in una zona dichiarata militarmente chiusa, cioe' nel villaggio, o aver tentato di superare il muro delle recinzioni che impediscono ai contadini dei villaggi di lavorare la loro terra.
La settimana scorsa, a Roma, nel convegno su "Il coraggio della nonviolenza" che abbiamo organizzato come Associazione per la pace ed al quale hanno partecipato Mahmoud e Ronnie, palestinese e israeliano, rappresentanti dei Comitati popolari per la resistenza nonviolenta (i comitati popolari sono i contadini e le contadine dei villaggi che hanno visto la loro terra confiscata per fare posto al muro e a colonie e coloni che arrivano da ogni parte del mondo convinti che quella terra sia loro per diritto divino), discutevamo la sera su come riuscire a formare, visti i tanti arresti compiuti dall'esercito israeliano, altre fascie di leader, e come a livello internazionale potessimo riuscire a rendere visibile e dare voce a questa potente e coraggiosa lotta nonviolenta che unisce palestinesi, israeliani e internazionali che non solo dialogano, ma insieme lottano, riconoscendo le differenze e le assimetrie, per la giustizia e la verita'.
Onore e amore a Gandhi dai tanti che magari non hanno mai letto i suoi scritti ma che sanno di lui e lo interpretano con esperienza e coscienza.
3. INIZIATIVE. INVITIAMO COMUNI, SCUOLE E UNIVERSITA' A CELEBRARE LA GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA NONVIOLENZA ISTITUITA DALL'ONU
Il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, l'Onu ha istituito la Giornata internazionale della nonviolenza, proponendo che si svolgano ovunque iniziative di commemorazione e di impegno.
Chiediamo che in tutti gli enti locali, in tutte le scuole e in tutte le universita' d'Italia si svolgano iniziative.
A tal fine presentiamo di seguito tre modelli di lettere ai Sindaci, ai Dirigenti scolastici ed ai Rettori universitari, pregando i lettori di utilizzarli sottoscrivendoli ed inviandoli all'amministrazione comunale, alle scuole ed alle universita' del proprio territorio.
4. MATERIALI. MODELLO DI LETTERA AI SINDACI
Al Sindaco del Comune di ...
Oggetto: Proposta di iniziative per la "Giornata internazionale della nonviolenza" del 2 ottobre, istituita dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi
Egregio sindaco,
l'Onu ha dichiarato il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, "Giornata internazionale della nonviolenza".
Sarebbe opportuno che in ogni realta' locale in quel giorno venissero promosse iniziative di commemorazione e di sensibilizzazione.
Con la presente formuliamo anche a lei tale proposta.
Distinti saluti,
Firma
luogo e data
Mittente
5. MATERIALI. MODELLO DI LETTERA AI DIRIGENTI SCOLASTICI
Al dirigente scolastico del ...
Oggetto: Proposta di iniziative per la "Giornata internazionale della nonviolenza" del 2 ottobre, istituita dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi
Egregio dirigente scolastico,
l'Onu ha dichiarato il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, "Giornata internazionale della nonviolenza".
Sarebbe opportuno che in ogni istituto scolastico in quel giorno venissero promosse iniziative di commemorazione e di sensibilizzazione.
Con la presente formuliamo anche a lei tale proposta.
Distinti saluti,
Firma
luogo e data
Mittente
6. MATERIALI. MODELLO DI LETTERA AI RETTORI UNIVERSITARI
Al rettore dell'Universita' di...
Oggetto: Proposta di iniziative per la "Giornata internazionale della nonviolenza" del 2 ottobre, istituita dall'Onu nell'anniversario della nascita di Gandhi
Egregio rettore,
l'Onu ha dichiarato il 2 ottobre, anniversario della nascita di Gandhi, "Giornata internazionale della nonviolenza".
Sarebbe opportuno che in ogni Universita' in quel giorno venissero promosse iniziative di commemorazione e di sensibilizzazione.
Con la presente formuliamo anche a lei tale proposta.
Distinti saluti,
Firma
luogo e data
Mittente
7. VERSO IL 2 OTTOBRE. PIERO COLTELLI: ASCOLTARE IL PROSSIMO
[Ringraziamo Piero Coltelli (per contatti: piecolte at tin.it) per questo intervento.
Piero Coltelli, amico della nonviolenza, e' impegnato nell'associazione "Antica come le montagne".
Mohandas K. Gandhi e' stato della nonviolenza il piu' grande e profondo pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il fondatore della nonviolenza come proposta d'intervento politico e sociale e principio d'organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di convivenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra, avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro la discriminazione degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della nonviolenza. Nel 1915 torno' in India e divenne uno dei leader del Partito del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico. Guido' grandi lotte politiche e sociali affinando sempre piu' la teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il 30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di quest'uomo che una volta di piu' occorre ricordare che non va mitizzato, e che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti discutibili - che pure vi sono - della sua figura, della sua riflessione, della sua opera. Opere di Gandhi: essendo Gandhi un organizzatore, un giornalista, un politico, un avvocato, un uomo d'azione, oltre che una natura profondamente religiosa, i suoi scritti devono sempre essere contestualizzati per non fraintenderli; Gandhi considerava la sua riflessione in continuo sviluppo, e alla sua autobiografia diede significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti con la verita'. In italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi; si vedano anche: La forza della verita', vol. I, Sonda; Villaggio e autonomia, Lef; l'autobiografia tradotta col titolo La mia vita per la liberta', Newton Compton; La resistenza nonviolenta, Newton Compton; Civilta' occidentale e rinascita dell'India, Movimento Nonviolento (traduzione del fondamentale libro di Gandhi: Hind Swaraj; ora disponibile anche in nuova traduzione col titolo Vi spiego i mali della civilta' moderna, Gandhi Edizioni); La cura della natura, Lef; Una guerra senza violenza, Lef (traduzione del primo, e fondamentale, libro di Gandhi: Satyagraha in South Africa). Altri volumi sono stati pubblicati da Comunita': la nota e discutibile raccolta di frammenti Antiche come le montagne; da Sellerio: Tempio di verita'; da Newton Compton: e tra essi segnaliamo particolarmente Il mio credo, il mio pensiero, e La voce della verita'; Feltrinelli ha recentemente pubblicato l'antologia Per la pace, curata e introdotta da Thomas Merton. Altri volumi ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I materiali della drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L. Magnes sono stati pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei farsi massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991 (e per un acuto commento si veda il saggio in proposito nel libro di Giuliano Pontara, Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996). Opere su Gandhi: tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recentissimo libro di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori, e quello di Christine Jordis, Gandhi, Feltrinelli. Tra gli studi cfr. Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il Mulino; Gandhi e l'India, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig. Una importante testimonianza e' quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri particolarmente utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L. Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella di Ernesto Balducci, Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e' quella di Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem, Roma 1999; tra le piu' recenti pubblicazioni segnaliamo le seguenti: Antonio Vigilante, Il pensiero nonviolento. Una introduzione, Edizioni del Rosone, Foggia 2004; Mark Juergensmeyer, Come Gandhi, Laterza, Roma-Bari 2004; Roberto Mancini, L'amore politico, Cittadella, Assisi 2005; Enrico Peyretti, Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Fulvio Cesare Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006; Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006]
Fra pochi giorni e' il 2 ottobre e ricorre l'anniversario della nascita del mahatma Gandhi e voglio pensare che sara' una giornata ricca di incontri, di dialoghi fra persone che vogliono capire che cosa e' la nonviolenza.
Gli incontri pero' non devono limitarsi solo a questa giornata ma devono esserci tutto l'anno perche' la conoscenza non deve essere limitata ad un giorno solo.
La nonviolenza non e' - come molti pensano - una parola difficile da comprendere, ma e' un modo di dialogare.
Come Gandhi ci ha insegnato il dialogo e' alla base di ogni rapporto fra le persone, e' lo strumento per confrontarsi, per ascoltare l'altro, per crescere e far crescere; ed e' l'unico strumento per risolvere i conflitti senza violenza.
Ricordiamoci infine che la nonviolenza e' sempre un apprendimento in corso, quindi non bisogna mai avere la presunzione di dire che "io so e non ho bisogno di ascoltare", perche' - come Gandhi ha insegnato - e' solo nell'ascoltare il prossimo che si puo' crescere e capire la verita' in cio' che ci viene detto.
8. VERSO IL 2 OTTOBRE. REMO DE CIOCCHIS. LA NONVIOLENZA INTEGRALE
[Ringraziamo Remo de Ciocchis (per contatti: rdeciocchis at yahoo.it) per questo intervento.
Remo de Ciocchis e' nato ad Agnone (Isernia). Ha insegnato la lingua francese nelle scuole superiori della sua cittadina natia, nelle quali ha organizzato anche le "Giornate della pace", apprezzate da Norberto Bobbio. Ha dedicato tutta la sua vita alla diffusione del messaggio della nonviolenza. Dirige le "Edizioni dell'Amicizia", dietro i cui volumi non c'e' scritto il prezzo ma la parola "Dono". Ha fondato il "Centro di spiritualita' nonviolenta", il cui sito internet e': www.centrodispiritualitanonviolenta.it Tutta la sua attivita' per promuovere il bene e' stata all'insegna del dono. Ha avuto contatti con molte significative figure nonviolente del nostro tempo, come Lanza del Vasto, Ernesto Balducci, don Zeno Saltini, Pietro Pinna, Giacomo Zanga, Jean Goss, ecc. Tra i suoi libri sono da ricordare Approdi nonviolenti, L'Amicizia e Il volto della nonviolenza. Svolge un'ampia attivita' giornalistica soprattutto sul periodico "L'Eco dell'Alto Molise", su cui e' apparso in questi giorni un suo articolo intitolato "La nonviolenza evangelica". Per i suoi "satyagraha culturali", tesi a promuovere tra l'altro l'archeologia dell'Alto Molise, una delle aree piu' belle ed emarginate del Centro-Italia, e' stato investito recentemente della carica di Ispettore onorario per i Beni archeologici da parte del Ministero per i Beni e le attivita' culturali]
Non e' stato Gandhi ad usare per la prima volta la parola "nonviolenza". Egli soleva dire che la nonviolenza e la verita' sono antiche come le montagne. Piu' precisamente Gandhi ha mutuato il termine "nonviolenza" dal giainismo. Infatti in questa religione indiana esso si traduce "ahimsa" (il prefisso "a" significa "non" e la parola "himsa" "violenza"). E cio' e' accaduto perche' a Portbandar la casa in cui Gandhi nacque si trovava tra un tempio indu' e un tempio giaina, che venivano ambedue frequentati dalla sua famiglia. E fu dagli insegnamenti che ricevette nel tempio giaina, quando era fanciullo, che apprese il termine ahimsa.
La nonviolenza sarebbe quindi uno dei precetti fondamentali del giainismo, che vuol dire pratica dell'amore verso tutte le creature viventi, uomini e animali.
Gandhi per la sua attivita' politica forgio' in Sud Africa il termine "satyagraha", che significa forza della verita', o per meglio dire insistenza nella verita'. Egli, dopo una serie di esperienze personali, giunse alla conclusione che solo insistendo tenacemente nella verita' era possibile che essa trionfasse. L'insistenza pero' doveva essere di carattere nonviolento, con tecniche che non dovevano mai ledere l'integrita' fisica dell'avversario. Questo metodo si basava sulla sofferenza personale per redimere i violenti e poteva essere utilizzato nel campo politico in vari modi, tra i quali la noncollaborazione e la disubbidienza civile. L'indipendenza dell'India per esempio e' stata conseguita con il satyagraha, cioe' insistendo nella verita', la quale appariva chiaramente nel fatto che gli Inglesi non erano nella moralita' per avere conquistato e sfruttato l'India.
E' bene chiedersi: c'e' differenza tra la nonviolenza e il satyagraha? In verità spesso i due termini vengono usati come se fossero sinonimi. E' necessario, pero', dire che la parola nonviolenza e' onnicomprensiva di ogni atto di amore. Il satyagraha invece e' quell'aspetto fondamentale della nonviolenza che permette il trionfo della verita' nelle situazioni soprattutto politiche, in cui e' presente il male da rimuovere.
Poiche' il satyagraha si e' affermato per essere stato molto propagandato da Gandhi durante la sua vita, si e' creduto che questo metodo di lotta per far trionfare la verita' fosse esaustivo di tutta l'attivita' della nonviolenza. In verita' non e' cosi'. Cio' appare chiaro quando si pensa, per esempio, che Gandhi si e' particolarmente dedicato a fare "esperienze di verita'" di carattere interiore. Le sue continue insistenze sull'autocontrollo per affrancarsi dalla violenza della gola tramite il digiuno, dalla lussuria tramite il brahmacharya sessuale, dall'ira e dalla violenza delle parole tramite il silenzio settimanale del lunedi', sono anch'esse chiare prove di nonviolenza. Tanto cio' e' vero che il biografo di Gandhi Clemente Fusero ha scritto: "Cento volte piu' a cuore della liberta' politica dell'India gli stava a cuore la liberta' interiore dell'uomo, intesa come affrancamento dall'odio, dalla paura, dalla cupidigia, da tutte le passioni che riducono in servitu' lo spirito degli individui e che portano a sanguinose esplosioni la vita dei popoli". Esistono quindi oltre al satyagraha altri aspetti della nonviolenza.
Gandhi, preso com'era nell'azione, soleva dire: "Non ho messaggio da darvi. La mia vita e' il mio messaggio". Quindi non ha mai scritto o voluto scrivere un trattato sulla nonviolenza, perche' a lui interessava soprattutto viverla. Se l'avesse fatto forse avrebbe avuto la possibilita' di dare ad essa una teorizzazione piu' sistematica ed completa. Egli, pero', ci ha dato esempi concreti di vita e numerosi scritti per capire che la nonviolenza non deve essere intesa solo in senso politico, ma deve investire anche gli altri aspetti della vita.
Come ho precisato nel mio libro intitolato Il volto della nonviolenza (Edizioni dell'Amicizia, Agnone 2004) la nonviolenza deve manifestarsi in maniera integrale. Anzitutto deve vivere nell'interiorita' dell'uomo, poi nei rapporti interpersonali per passare poi in quelli sociali, economici e politici. Deve inoltre estrinsecarsi nei confronti degli animali e della natura. C'e' infine un rapporto nonviolento e contemplativo con Dio. La nonviolenza quindi oltre a perseguire la giustizia deve investire di bene tutta la realta'.
Poiche' si identifica con l'amore concreto, deve sanare, per quanto possibile, i comportamenti violenti della persona umana. In questo sforzo di cercare di vivere i valori della nonviolenza, e quindi della moralita' e della religiosita', l'uomo potra' percorrere la via della salvezza per conseguire il fine supremo della vita, cioe' la santita'.
9. VERSO IL 2 OTTOBRE. GAETANO FARINELLI: CONOSCERE PER AIUTARE
[Ringraziamo Gaetano Farinelli (per contatti: farinelli at macondo.it) per questo intervento che estraiamo da una piu' ampia lettera personale.
Gaetano Farinelli, prete operaio, educatore, e' uno dei principali animatori dell'esperienza di "Macondo", associazione per l'incontro e la comunicazione tra i popoli (sito: www.macondo.it). Tra le opere di Gaetano Farinelli: Attraversare il deserto, Macondo Libri - Citta' Aperta, Troina (En) - Pove del Grappa (Vi) 2001]
... Questa sera incontro un missionario del Timor Est; e tu sai quante traversie e quante violenze ha subito la popolazione del Timor Timur, e quante difficolta' ha attraversato per raggiungere l'indipendenza; e quanta poca importanza hanno dato le grandi nazioni alla sua volonta' di indipendenza, perche' nazione piccola, perche' conveniva allearsi alla piu' grande Indonesia.
Conoscere questo piccolo popolo coraggioso puo' essere un modo per proteggerlo dalle violenze esterne ed interne.
Solo a tratti entra nello spazio delle cronache, appunto perche' poca cosa nei grandi progetti di egemonia dei "Grandi" della Terra...
10. VERSO IL 2 OTTOBRE. MAURO FURLOTTI: LA GIUSTA ECONOMIA
[Ringraziamo Mauro Furlotti (per contatti: mauro.furlotti at mostramida.it) per questo intervento.
Per un profilo di Mauro Furlotti dall'ampia intervista apparsa nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 278 riprendiamo la seguente notizia biografica: "Sono nato e cresciuto a Roma nel quartiere di Montesacro. Ho frequentato il liceo scientifico nella seconda meta' degli anni '70 e successivamente corsi serali di elettrotecnica. Da anni lavoro nella promozione di sistemi idrici ed energetici sostenibili basati su fonti rinnovabili e sul risparmio. Socio di due cooperative di finanza etica: Mag6 (Reggio Emilia) e Mag Roma. Di recente compartecipe di un progetto di lavoro e convivenza comunitaria nella provincia di Viterbo"]
Gandhi e' una personalita' unanimemente riconosciuta e apprezzata soprattutto per il suo straordinario contributo alla lotta (nonviolenta) dei popoli oppressi, delle classi (o, allora, delle caste) subalterne, per il profondo senso religioso che riusci' ad infondere a tutta la sua azione politica. Non sempre pero' ci si ricorda di quanto, in termini di radicalita' e coerenza, egli abbia saputo teorizzare e realizzare nel campo dell'economia.
Ridurre le proposte gandhiane, per una economia decentrata a misura d'uomo e d'ambiente, a qualcosa di romantico e naif, e' sempre stato l'attegiamento dominante di una sinistra socialista, ancorata (oramai in fondo al mare) alle "magnifiche sorti e progressive" del modo di produzione industriale. Quanti sorrisi supponenti hanno stigmatizzato quel vecchietto ritratto intento ha tessere cotone all'arcolaio, in un'immagine del lavoro cosi' femminile e agli antipodi da quella maschia e muscolare del metalmeccanico che forgia il ferro, di sovietica memoria. Beninteso ferro per fare cannoni, mica candide tuniche di Kadi.
Forse e' arrivato il momento. Ora che concetti come sobrieta', agricoltura naturale, tecnologie appropriate, fonti energetiche rinnovabili, sono patrimonio diffuso tra chi ancora partecipa. Ora che il consumo e' meglio se critico e la decrescita puo' essere felice. Ora che il traffico (aereo) e' meglio di no! E che piccolo, magari e' bello davvero! Ora che parole come autoproduzione, autocostruzione, autogestione, sono, almeno da qualcuno, comprese come pratiche di vita e di azione nonviolenta. Ora forse e' possibile affermare: la giusta economia e' quella del villaggio. Anzi dell'eco-villaggio.
11. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 26 SETTEMBRE A VITERBO UN INCONTRO DI FORMAZIONE E INFORMAZIONE NONVIOLENTA
[Riceviamo e diffondiamo]
Domenica 26 settembre al centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" di Viterbo si e' svolto il quarantatreesimo incontro del percorso di formazione e informazione nonviolenta.
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I partecipanti hanno concordato sulla necessita' di proseguire l'iniziativa in difesa dell'area del Bulicame e contro la realizzazione di un mega-aeroporto nocivo, distruttivo e fuorilegge; a tal fine si e' concordato di inviare una lettera aperta all'assessore alla Cultura della Regione Lazio per denunciare la gravita' dello scempio che la realizzazione della folle e criminale opera aeroportuale provocherebbe.
E' poi stata confermata l'iniziativa antinucleare che si svolgera' la sera di giovedi' 30 settembre presso il centro sociale "Valle Faul": in quella occasione fara' tappa a Viterbo la "carovana antinucleare" che sta attraversando l'Italia; l'incontro viterbese e' organizzato dall'associazione "Respirare".
E' stato poi concordato di dedicare il prossimo incontro settimanale di domenica 3 ottobre alla celebrazione della Giornata internazionale della nonviolenza.
Successivamente si e' svolta un'ampia riflessione sul percorso di formazione nonviolenta fin qui compiuto (questo ciclo di incontri domenicali e' iniziato circa un anno fa) e sulle prospettive future.
Si e' poi svolta una lettura commentata di ampia parte del libro delle Massime di François de La Rochefoucauld, che ha offerto l'occasione sia per riflettere su decisive questioni morali, sia per approfondire alcuni temi di storia della cultura, sia infine per affinare la conoscenza delle risorse stilistiche proprie della forma espressiva aforistica.
*
Il prossimo incontro del percorso di formazione e informazione nonviolenta si terra' domenica 3 ottobre 2010 con inizio alle ore 15,30 sempre presso il centro sociale "Valle Faul" in strada Castel d'Asso snc a Viterbo.
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Le persone partecipanti all'incontro
Viterbo, 27 settembre 2010
Per informazioni e contatti: viterbooltreilmuro at gmail.com
12. INSISTENZE. PEPPE SINI: IL CRIMINALE REGIME DELLA GUERRA E DEL COLPO DI STATO RAZZISTA
Prosegue la guerra in Afghanistan, strage dopo strage. E continua l'illegale partecipazione militare italiana a quel crimine. E continua il silenzio, quindi la complicita' con quel crimine, della popolazione italiana e delle sue rappresentanze politiche. Quando basterebbe rispettare l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana che la partecipazione italiana a quel crimine contro l'umanita' proibisce. Diciamolo una volta ancora: cessi immediatamente la partecipazione militare italiana alla guerra afgana, e si adoperi l'Italia contro la guerra e contro le stragi, per la pace con mezzi di pace, per la pace che salva le vite; si torni immediatamente alla legalita' costituzionale, all'ordinamento democratico e repubblicano, alla civilta' giuridica, al rispetto dell'umanita'.
E perdura in Italia la persecuzione razzista, il colpo di stato razzista, l'hitlerismo al governo. Nella sostanziale generalizzata indifferenza, e quindi nella effettuale complicita', della popolazione italiana e delle sue rappresentanze politiche. Quando basterebbe rispettare gli articoli 2, 3, 4, 8 e 10 della Costituzione della Repubblica Italiana che alla barbarie razzista e schiavista esplicitamente ed intransigentemente si oppongono. Diciamolo una volta ancora: siano immediatamente abrogate le misure criminali e criminogene del colpo di stato razzista, e torni l'Italia al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani, torni l'Italia ad essere uno stato di diritto; si torni immediatamente alla legalita' costituzionale, all'ordinamento democratico e repubblicano, alla civilta' giuridica, al rispetto dell'umanita'.
La pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani: meritano un'insurrezione nonviolenta contro il barbaro regime assassino e razzista.
La pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani: meritano un'insurrezione nonviolenta per il ripristino della legalita' costituzionale.
13. APPELLI. PER SOSTENERE IL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Sostenere finanziariamente la segreteria nazionale del Movimento Nonviolento e' un buon modo per aiutare la nonviolenza in Italia.
Per informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
14. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.
E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".
15. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Nicolas de Chamfort, Massime e pensieri. Caratteri e aneddoti, Rcs Rizzoli Libri, Milano 1993, pp. 736.
- Vauvenargues, Riflessioni e massime, Tea - Editori Associati, Milano 1989, pp. XX + 156.
16. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
17. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 327 del 28 settembre 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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