Telegrammi. 280
- Subject: Telegrammi. 280
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 12 Aug 2010 00:41:13 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 280 del 12 agosto 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal
Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della
nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero:
1.
Dodici donne israeliane: Noi non obbediremo
2. Paolo Arena e Marco
Graziotti
intervistano Catiuscia
Barbarossa
3. Paolo Arena e Marco
Graziotti intervistano Tiziano
Cardosi
4. Paolo Arena e Marco
Graziotti intervistano Francesca
Fabbri
5.
Helene Paraskeva: Corri! La bomba!
6. L'8 agosto a Viterbo riflessioni nonviolente e letture da Eco a Marx ed
Engels
7. Si e' svolto il 10 agosto un incontro di riflessione e iniziativa
nonviolenta a Viterbo
8. Paola Pisterzi presenta le "Lettere 1942-1943" di Etty
Hillesum
9. Il cinque per mille al Movimento Nonviolento
10.
"Azione nonviolenta"
11.
Segnalazioni librarie
12. La "Carta" del Movimento
Nonviolento 13. Per saperne di piu'
1.
EDITORIALE. DODICI DONNE ISRAELIANE: NOI NON OBBEDIREMO [Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per averci messo a disposizione nella sua traduzione la seguente lettera aperta pubblicata come annuncio a pagamento sul quotidiano israeliano "Haaretz" il 6 agosto 2010] Venerdi'
23 luglio 2010 abbiamo fatto un viaggio, una dozzina di donne ebree israeliane
ed una dozzina di donne palestinesi della West Bank con quattro loro figli, fra
cui un neonato. Abbiamo viaggiato in auto attraverso le colline interne del
paese (“Shfela”) e fatto un giro turistico di Tel Aviv e Yaffa insieme. Abbiamo
pranzato in un ristorante, preso il sole e passato veramente dei bei momenti
sulla spiaggia. Siamo tornate attraverso Gerusalemme ed abbiamo guardato la
citta' vecchia da lontano. La maggior parte delle nostre ospiti palestinesi non aveva mai visto il mare (che e' a meno di 60 km dalle loro case). La maggior parte di esse non ha mai avuto la possibilita' di pregare nei propri luoghi sacri a Gerusalemme - Al Quds, e li hanno osservati con desiderio da Monte Scopus. Nessuna delle nostre ospiti
aveva un permesso di ingresso in Israele. Le abbiamo fatte passare attraverso i
posti di blocco nelle nostre automobili, sapendo di violare la “Legge di
ingresso in Israele”. Lo annunciamo qui apertamente. Questo
viaggio comune e' stato organizzato quale risposta alla denuncia presentata
dallo stato alla polizia contro una di noi, Ilana Hammerman, per un viaggio
simile che lei ha fatto con tre giovani donne palestinesi. Abbiamo deciso di
agire nello spirito di Martin Luther King e di mostrare simbolicamente che noi
non riconosciamo leggi immorali e ingiuste. Non
riconosciamo legalita' alla “Legge di ingresso in Israele”, una legge che
permette ad ogni israeliano ed ogni ebreo di viaggiare liberamente in qualsiasi
parte della terra fra il Mediterraneo ed il fiume Giordano, ma che nega lo
stesso diritto ai palestinesi, nonostante questo sia anche il loro paese. Questa
legge li spoglia del diritto di visitare citta' e villaggi lungo la “Linea
Verde”: luoghi in cui essi hanno profonde radici familiari, di eredita'
culturale e di legami nazionali. Percio', abbiamo obbedito alla voce della nostra coscienza e ci siamo prese la liberta' di condurre delle donne in alcuni di questi luoghi. Noi e loro ci siamo assunte il rischio insieme, con chiarezza di mente e forte convinzione. In tal
modo, noi israeliane abbiamo guadagnato un altro grande privilegio, il fare
esperienza nella nostra nazione, una nazione che vive sulla sua spada, di uno
dei giorni piu' belli ed emozionanti della nostra vita: aver conosciuto
coraggiose donne palestinesi, piene di gioia di vivere, l'aver passato del tempo
assieme a loro ed essere state libere assieme a loro, anche se per un solo
giorno. Non
abbiamo portato in auto “terroriste” ne' “nemiche”, ma esseri umani, nostre
simili. Le autorita' ci separano con barriere e posti di blocco, regole e
regolamenti. Non per salvaguardare la nostra sicurezza, ma per santificare
l'ostilita' e perpetuare il controllo di terra illegalmente sottratta ai
legittimi proprietari. Questo ladrocinio di massa e' stato compiuto
in violazione di tutte le leggi e convenzioni internazionali; viola i
valori universali dei diritti umani, la giustizia e
l'umanita'. Non
siamo noi a violare la legge, lo stato di Israele e' stato il violatore in
capo per decenni. Non siamo noi, donne con una consapevolezza civile e
democratica, ad esserci spinte troppo in la'. E' lo stato di Israele che ha
passato i limiti e che ci sta conducendo in un precipizio e forse persino
all'autodistruzione. Chiamiamo
i cittadini di Israele ad ascoltare le parole di Henry David Thoreau, un
pensatore americano del XIX secolo, che nel suo famoso trattato sulla
Disobbedienza civile scriveva: “Quando
un sesto della popolazione di una nazione, che si suppone essere il rifugio
della liberta', e' in schiavitu', ed un intero paese e' ingiustamente
rovesciato e conquistato da un esercito straniero, e reso soggetto alla legge
marziale, io penso che non sia mai troppo presto per gli uomini onesti
ribellarsi e rivoluzionare la situazione. Cio' che rende questo dovere ancora
piu' urgente e' il fatto che il paese cosi' conquistato non e' il
nostro, e' nostro l'esercito invasore”. Ascoltate queste parole, guardate come si adattano bene alla situazione in cui la nostra nazione ha portato se stessa, e a quello che abbiamo fatto. * Ilana
Hammerman, Jerusalem Annelien
Kisch, Ramat Hasharon Esti
Tsal, Tel Aviv Daphne
Banai, Tel Aviv Klil
Zisapel, Tel Aviv Michal
Pundak Sagie, Herzlia Nitza
Aminov, Jerusalem Irit
Gal, Jerusalem Ofra
Yeshua-Lyth, Tel Aviv Ronni
Eilat, Kfar Saba Ronit
Marian-Kadishai, Ramat Hasharon Ruti
Kantor, Tel Aviv
2. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO CATIUSCIA BARBAROSSA [Ringraziamo Paolo
Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco
Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci
messo a disposizione questa intervista a Catiuscia
Barbarossa. Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo. Catiuscia Barbarossa e' da sempre impegnata per la pace e i diritti umani e nell'educazione alla pace e alla nonviolenza]
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla
nonviolenza?
- Catiuscia Barbarossa: Credo attraverso la
conoscenza dell'attivita' di Gandhi.
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di
piu' per lei, e perche'?
- Catiuscia Barbarossa: Gandhi sicuramente perche'
ho subito sentito le sue parole e la sua testimonianza molto fortemente. In
seguito le altre persone del passato (Simone Weil, Martin Luther King, Danilo
Dolci...) ma anche i testimoni viventi che ho avuto la fortuna di
conoscere...
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che
si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal
fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?
- Catiuscia Barbarossa: Io dovessi dare un
consiglio di questo genere attingerei alle bibliografie curate da Peppe Sini nel
suo notiziario perche' mi sembrano la fonte piu' precisa e
completa.
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e
in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute
con piu' impegno?
- Catiuscia Barbarossa: Ritengo importanti le
iniziative che riguardano il mondo dell'educazione e della formazione
soprattutto nell'ambito quotidiano.
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un
impegno nonviolento?
- Catiuscia Barbarossa: Il campo delle relazioni
interpersonali mi sembra la base di tutto.
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a
un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi
in Italia?
- Catiuscia Barbarossa: Sicuramente il Centro di
ricerca per la pace di Viterbo perche' lo conosco, so che ci sono poi altri
centri, organizzazioni o iniziative ma non ne ho un'esperienza diretta, oppure
so che non garantiscono una certa continuita'. Un altro riferimento per
me e' poi il Cem di Brescia (rivista e convegno annuale).
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue
caratteristiche fondamentali?
- Catiuscia Barbarossa: La nonviolenza e' una
pratica di vita, un atteggiamento in cui l'altro non e' qualcuno da far
fuori, da prevaricare, ma e' come me essere umano su questa terra, altro
essere con il quale io devo necessariamente (attraverso la conoscenza e il
rispetto) condividere l'esperienza terrena che mi e'
riservata.
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e
femminismo?
- Catiuscia Barbarossa: Credo che le donne abbiano
una parte di esperienza particolare che puo' aiutarle nella pratica della
nonviolenza.
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed
ecologia?
- Catiuscia Barbarossa: Il rispetto per l'ambiente
va di pari passo con il rispetto per gli esseri umani.
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno
antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di
tutti gli esseri umani?
- Catiuscia Barbarossa: I rapporti tra nonviolenza,
impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti
gli esseri umani mi sembrano fin troppo evidenti, mi pare forse un po'
ridondante ribadirli quando si parte da certi presupposti (vedi risposte
precedenti).
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta
antimafia?
- Catiuscia Barbarossa: La lotta antimafia e'
una delle lotte per il rispetto dei diritti umani.
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del
movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed
oppresse?
- Catiuscia Barbarossa: E' necessario che tali
lotte siano portate avanti in maniera nonviolenta, cosa che non e' sempre
stata.
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di
liberazione dei popoli oppressi?
- Catiuscia Barbarossa: Mi pare che alcuni popoli
oppressi abbiano molto da insegnare in fatto di nonviolenza.
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo?-
Catiuscia Barbarossa: Probabilmente bisognerebbe prima intendersi su cosa sia il
pacifismo per evidenziare il rapporto che esso ha con la
nonviolenza.
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e
antimilitarismo?
- Catiuscia Barbarossa: Anche questo rapporto mi
pare teoricamente evidente ma praticamente molto molto difficile da
attuare.
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e
disarmo?
- Catiuscia Barbarossa: Questa questione e'
strettamente legata all'antimilitarismo.
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e diritto alla
salute e all'assistenza?
- Catiuscia Barbarossa: Sappiamo che la pratica
nonviolente garantisce il diritto alla salute e all'assistenza a tutti gli
esseri umani (estesa anche ad altri esseri viventi).
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e
psicoterapie?
- Catiuscia Barbarossa: La psicoterapia e' un
utilissimo strumento di autoconoscenza e conoscenza dell'altro che puo' quindi
aiutarci nelle relazioni interpersonali.
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e
informazione?
- Catiuscia Barbarossa: L'informazione ha a che
fare con la conoscenza e deve percio' essere sempre garantita.
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione
filosofica?
- Catiuscia Barbarossa: Uno sguardo diverso che
molto studiosi potrebbero approfondire.
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione delle e
sulle religioni?
- Catiuscia Barbarossa: In molte religioni la
nonviolenza e' parte costituente, ma probabilmente puo' essere piu'
ampiamente discussa e applicata.
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione
sull'educazione?
- Catiuscia Barbarossa: L'educazione dovrebbe
partire sempre da una prospettiva nonviolenta.
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione
sull'economia?
- Catiuscia Barbarossa: Nel campo dell'economia si
potrebbero fare molti interventi volti a una trasformazione delle pratiche
economiche attuali brutali e disumane.
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sul
diritto e le leggi?
- Catiuscia Barbarossa: Essendo il diritto e le
leggi lo strumento trasversale nella convivenza tra le persone, la riflessione
nonviolenta potrebbe influire molto nel processo di formazione e attuazione
delle leggi.
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'etica
e sulla bioetica?
- Catiuscia Barbarossa: Occupandosi del bene
dell'essere umano la nonviolenza puo' dare un contributo fondamentale nella
riflessione sull'etica e sulla bioetica.
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sulla
scienza e la tecnologia?
- Catiuscia Barbarossa: La scienza e la tecnologia
sono strumenti che l'uomo deve saper gestire, anche in questo caso quindi
l'approccio nonviolento puo' determinare scelte ben diverse da quelle compiute
sinora.
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione
storica e alla pratica storiografica?
- Catiuscia Barbarossa: La riflessione storica e la
pratica storiografica mi sembrano strettamente collegate al diritto
all'informazione e alla possibilita' di conoscenza che ogni essere umano
dovrebbe avere; sicuramente la pratica nonviolenta garantirebbe tali diritti a
tutti.
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande
importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?
- Catiuscia Barbarossa: Trovare una soluzione in
cui comunque tutti possano riconoscere un seppur piccolo contributo, almeno tale
da non farli sentire tagliati fuori e costretti a cio' che altri hanno deciso
per loro.
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno
sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E
perche' accade? E come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e
l'efficacia della loro azione?
- Catiuscia Barbarossa: Credo che tali
movimenti risultino cosi' come da voi descritti perche' la pratica della
nonviolenza e' scomoda, estremamente impegnativa... forse troppo per molti
di noi!
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di migliori
forme di coordinamento? E se si', come?
- Catiuscia Barbarossa: Si puo' sempre fare
meglio.
* - Paolo Arena e Marco
Graziotti: I movimenti nonviolenti dovrebbero dotarsi di ulteriori
strumenti di comunicazione? E con quali caratteristiche?
- Catiuscia Barbarossa: Gli strumenti attualmente
disponibili adeguatamente utilizzati.
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Nonviolenza e istituzioni: quali rapporti?
- Catiuscia Barbarossa: Incidere nelle
istituzioni e' certamente una priorita'.
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Nonviolenza e cultura: quali rapporti?
- Catiuscia Barbarossa: La cultura dovrebbe
progressivamente diventare quanto piu' nonviolenta possibile.
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Nonviolenza e forze politiche: quali
rapporti?
- Catiuscia Barbarossa: Le attuali forze politiche
italiane mi sembrano quanto di piu' lontano dalla nonviolenza, ma probabilmente
non bisogna mai perdere la speranza!
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quale le sembra che sia la percezione diffusa della
nonviolenza oggi in Italia?
- Catiuscia Barbarossa: Mi pare sostanzialmente
sconosciuta.
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Nonviolenza e stili di vita: quale
relazione?
- Catiuscia Barbarossa: Un altro mondo e'
possibile!
*
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati
biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che
non la conoscesse affatto?
- Catiuscia Barbarossa: Si', solo non mi pare di
aver nulla di particolarmente importante da dire ad altri lettori; cerco di
impegnarmi nella mia pratica quotidiana (con pessimi risultati a detta di mio
marito e altri...). 3. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO TIZIANO CARDOSI [Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Tiziano Cardosi. Tiziano Cardosi, amico della nonviolenza, fortemente impegnato in varie iniziative di pace e di solidarieta', e' stato tra gli organizzatori del convegno su "Nonviolenza e politica" svoltosi a Firenze il 5-7 maggio 2006 e partecipa all'esperienza della "Fucina per la nonviolenza" di Firenze]
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento
alla nonviolenza? - Tiziano
Cardosi: E' avvenuto
in gioventu', a seguito del mio impegno religioso che prevedeva l'opposizione
alla guerra (area Tartaglia). - Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza
hanno contato di piu' per lei, e perche'? - Tiziano
Cardosi: A parte Gandhi direi Tutu, soprattutto per il loro
impegno di lotta. E Capitini per la sfera etica che avvolge tutto il mondo del
vivente. - Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali libri consiglierebbe di
leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri
sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e
scolastica? - Tiziano
Cardosi: Il potere di tutti e La compresenza dei morti e dei
viventi, di Aldo Capitini. Libri oggi forse illeggibili, ma i cui contenuti mi
paiono attualissimi. I libri di Giuliano Pontara, che sono ottimi manuali; poi
tutta la nutritissima serie di testi di un grande, paziente ricercatore come
Alberto L'Abate. - Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali iniziative nonviolente in
corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e
degne di essere sostenute con piu' impegno? - Tiziano
Cardosi: Ho la netta sensazione che tutte le lotte che partono dal
basso e non sono eterodirette abbiano una forte componente nonviolenta. Nel
mondo non saprei dove scegliere e non ho la conoscenza diretta di quel che
accade. In Italia direi che il movimento neo-ambientalista e' l'unica
novita' di rilievo. - Paolo Arena e Marco
Graziotti: In quali campi ritiene piu'
necessario ed urgente un impegno nonviolento? - Tiziano
Cardosi: Nel progettare una societa' futura. I contenuti
dell'omnicrazia dovrebbero diventare lo scheletro di ogni progetto sociale, il
fine che muove tutte le vertenze. - Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali centri, organizzazioni,
campagne segnalarebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la
nonviolenza organizzata oggi in Italia? - Tiziano
Cardosi: Non saprei. Mi pare che i centri nonviolenti stiano
soprattutto ad osservare le lotte degli altri piuttosto che a promuoverle. Direi
loro di guardarsi intorno: non lontano troveranno cittadini che si
autorganizzano. - Paolo Arena e Marco
Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e
quali sono le sue caratteristiche fondamentali? - Tiziano
Cardosi: Amo definire la nonviolenza "la risposta possibile agli
errori del movimento operaio e socialista del XX secolo" che ha inglobato. La
caratteristica peculiare della nonviolenza non e' l'assenza di violenza, ma
la condivisione del potere, appunto il potere di tutti. - Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza
e femminismo? - Tiziano
Cardosi: Un femminismo che non vuol prendere il potere, ma lo
vuole condividere e' nonviolento. Un femminismo che non vuol gareggiare con
gli uomini, ma aiuta a liberare la mentalita' maschile dagli archetipi del
maschio e' nonviolento. - Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza
ed ecologia? - Tiziano
Cardosi: Attualmente il movimento ecologista italiano mi pare
molto in crisi; ha accettato il quadro di riferimento imposto dal modello
capitalista e a questo si adegua. Oppure manca di sensibilita' sociale. Ambiente
e societa' o si salvano assieme o periranno entrambi. - Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza,
impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti
umani di tutti gli esseri umani? - Tiziano
Cardosi: La nonviolenza ha come sfera d'azione la biosfera,
pensare al razzismo mi pare lo possa fare solo demolendone i falsi principi. - Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza
e lotta antimafia? - Tiziano
Cardosi: Ormai sono arrivato alla conclusione che il sistema
dominante in Italia e' un complesso
"economico-industriale-politico-mafioso". A livelli alti questi elementi sono
indistinguibili. Qualunque lotta all'oppressione sociale e' anche lotta
alla mafia, anche nel centro-nord dove si pensa che questo sia un problema
lontano. I capitali mafiosi sono ormai fusi con quelli del grande capitale
nazionale e internazionale. - Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza
e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed
oppresse? - Tiziano
Cardosi: Gli strumenti della nonviolenza sarebbero adattissimi
alla lotta sociale, anzi lo sono. Mi pare evidente che le lotte che nascono dal
basso hanno un livello di violenza naturalmente bassissimo e una forte
necessita' di coinvolgere tutti. I movimenti che guardano ancora ai miti
del '900 dovrebbero liberarsi da certa mistica della violenza che non ha avuto e
non ha nessun senso. I lavoratori non possono vincere militarmente, possono
vincere se impongono un modello sociale alternativo. Abolire le differenze
sociali e' la vera sfida di questo movimento in futuro, sia perche' chi ha
ricchezza e potere non lo vuol condividere, sia perche' la lotta per arrivare a
questo e' impervia; deve essere culturale e pratica allo stesso tempo. - Paolo Arena e Marco
Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza
e lotte di liberazione dei popoli oppressi? - Tiziano
Cardosi: La nonviolenza potrebbe essere la risposta giusta agli
errori che i movimenti per la decolonizzazione del secolo scorso hanno fatto. Il
potere che le elite dei paesi decolonizzati hanno conquistato e' divenuto
subito dominio. La redistribuzione nonviolenta del potere e' l'unico
sistema per fuggire a certi errori/orrori. - Paolo Arena e Marco
Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla
riflessione sull'economia? - Tiziano
Cardosi: Oggi mi pare apporti poco, ma potrebbe diventare il
motore propulsivo per immaginare un sistema economico alternativo al
totalitarismo del profitto. Deve essere comunque chiaro che il sistema, anzi,
che i sistemi economici che hanno dominato fino ad oggi non possono rispondere
alle esigenze di una umanita' sull'orlo dell'abisso.
4. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO FRANCESCA FABBRI [Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Francesca Fabbri. Per un profilo di Francesca Fabbri si veda la risposta all'ultima domanda di questa intervista]
- Paolo Arena e Marco
Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla
nonviolenza? - Francesca Fabbri: Mah, non ricordo. Forse proprio con le letture scolastiche su Gandhi. * - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'? - Francesca Fabbri: Gino Strada. Con tutte le sue particolarita' e' molto concreto e molto idealista allo stesso tempo. * - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?- Francesca Fabbri: I libri di Gino Strada: Pappagalli verdi, Buskashi. * - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?- Francesca Fabbri: Per quanto ne so, non vedo molto. * - Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?- Francesca Fabbri: Prima di tutto le guerre e la normativa sulla vendita delle armi, ma non solo. E' tutta la societa' ad essere violenta. Il mondo del lavoro e' violento (4 morti al giorno, e feriti e malattie professionali... e' un'altra guerra per il pane). E' violento il rapporto tra i sessi. E' violento lo stato delle cose e l'inattuazione della Costituzione e dei diritti fondamentali. E' violento un paese cui non importa di cosa accade dentro le carceri. * - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?- Francesca Fabbri: Emergency, perche' unendo teoria e pratica, cioe' praticando e non solo discutendo di diritti umani, non rischia mai di allontanare nessuno. * - Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?- Francesca Fabbri: Visione della vita e del mondo per cui devo rispettare me stessa nel rispettare gli altri. * - Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'educazione?- Francesca Fabbri: Dovrebbe dargli un senso, un fine. * - Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?- Francesca Fabbri: Non saprei sinceramente; la nonviolenza non concerne solo il lato "fisico" ma anche quello psicologico. E' un atteggiamento a 360 gradi. * - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?- Francesca Fabbri: Credo nei libri, e nelle moderne mailing list. * - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo- Francesca Fabbri: Un'emergenza... un problema di cultura. * - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?- Francesca Fabbri: Un'altra emergenza. * - Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative...) a un lettore che non la conoscesse affatto?-
Francesca Fabbri: Mi chiamo Francesca Fabbri, ho 37 anni, sono nata e vivo a
Genova. sono impiegata e delegata sindacale e Rls per la Filcams
Cgil.
5. POESIA E VERITA’. HELENE PARASKEVA: CORRI! LA BOMBA! [Ringraziamo Helene Paraskeva (per contatti: helenep at tiscali.it) per questa poesia. Helene Paraskeva' e' nata ad Atene e risiede a Roma, scrittrice, docente, impegnata per la pace e i diritti umani, ha pubblicato tra l'altro vari racconti in rivista e in volume e un testo per i licei. Opere di Helene Paraskeva': Nell'uovo cosmico, Fara Editore, Sant'Arcangelo di Romagna 2006]
E’ notte
inoltrata, quasi l'alba. Impara a
pregare, sembra un’alba serena. Ma
Ahriman e’ in azione, fa manovra e parte. Non e’
Caronte l’implacabile, e’
Ahriman che brucia il vento. L’alba
diventa mezzodi’. Si
schiude il cielo ma non e’ la pioggia e’
Ahriman che dice l’ultima parola. Dove
fuggire ciechi, paralizzati, arrostiti? Scappare
dove? “Corri! La bomba!”. La ninna
nanna macabra rimbomba ancora. “Dimmi a
chi servono queste armi? Chi e’
il popolo oppresso, chi e’ il tiranno? Chi
sara’ ucciso? Per liberare chi? Chi
usera’ le armi per liberarsi? Da chi?”. Ma
intanto “Corri! La bomba!”. L’affare
e’ andato bene! Salta! Salta
pesante, col cuore grave, salta
per aria, colmo di domande. E’
l’affare che conta e non la fine dei
nostri resti miseri, pezzi di dubbi misti, avanzi
sparsi qua e la’. “E’ l’affare che conta”. 6. INCONTRI. L'8 AGOSTO A VITERBO RIFLESSIONI
NONVIOLENTE E LETTURE DA ECO A MARX ED ENGELS
[Riceviamo
e diffondiamo]
Si e' svolto domenica 8 agosto 2010 il
trentaseiesimo incontro di formazione e informazione nonviolenta al centro
sociale "Valle Faul".
*
L'incontro inizia con una riflessione sull'orrenda
guerra che da lungo tempo devasta l'Afghanistan e della quale il nostro paese
continua ad essere complice, e sul dovere morale e politico di opporsi a tutte
le guerre.
*
Si approva poi l'invio di una lettera aperta ai
presidenti delle Commissioni Trasporti del Senato della Repubblica e della
Camera dei Deputati in difesa dell'area naturalistica, archeologica e termale
del Bulicame e contro la realizzazione di un nocivo, distruttivo e fuorilegge
mega-aeroporto.
*
Sono state successivamente lette alcune pagine
tratte dall'opera "Cinque scritti morali" di Umberto Eco, filosofo
e scrittore italiano di fama internazionale, che in questa raccolta di
saggi tratta decisivi temi etici; in particolare e' stata letta una parte
della conferenza tenuta da Eco alla Columbia University il 25 aprile 1995 per
celebrare la liberazione dell'Europa dal nazifascismo.
*
L'incontro prosegue con la lettura della prima
parte di un classico della letteratura mondiale quale il "Manifesto del partito
comunista" di Karl Marx e Friedrich Engels, scritto nel 1847 e su decisive
questioni ancora del tutto attuale per il tema trattato e per la lucida analisi
in esso svolta del capitalismo che ingloba e/o spazza via tutto quello che trova
sulla sua strada verso l'arricchimento di alcuni a danno di molti
altri.
*
Il prossimo incontro di formazione e informazione
nonviolenta si terra' domenica 15 agosto con inizio alle ore 15,30 presso il
centro sociale "Valle Faul" in strada Castel d'Asso a Viterbo.
*
Le persone partecipanti all'incontro
Viterbo, 11 agosto 2010
Per informazioni e contatti: viterbooltreilmuro at gmail.com
7. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 10 AGOSTO
UN INCONTRO DI RIFLESSIONE E INIZIATIVA NONVIOLENTA A VITERBO
Martedi' 10 agosto 2010 a Viterbo, presso
la sede del "Centro di ricerca per la pace", si e' svolto un nuovo incontro di
riflessione e organizzazione nell'ambito di un percorso di formazione e
iniziativa nonviolenta.
*
Ampia parte della riunione e' stata ancora dedicata all'organizzazione di
un'iniziativa finalizzata a promuovere il diritto allo studio.
*
Si e' poi proseguito il lavoro organizzativo di supporto alla
realizzazione dell'inchiesta giornalistica in corso sul tema "La
nonviolenza oggi in Italia"; inchiesta che si viene svolgendo in forma di
"autoanalisi popolare" attraverso un'ampia serie di interviste a varie persone
significative e rappresentative dell'impegno nonviolento nel nostro
paese.
*
Infine si e' lavorato all'organizzazione di un'iniziativa - in preparazione
da mesi - per la conservazione, lo studio e la comunicazione della
memoria popolare e della cultura materiale, con particolar riferimento a
decisive vicende esistenziali, sociali e politiche di Viterbo nel corso del
Novecento e fino al momento attuale.
8.
LIBRI. PAOLA PISTERZI PRESENTA LE "LETTERE 1942-1943" DI ETTY
HILLESUM
[Ringraziamo
Paola Pisterzi (per contatti: paola87 at hotmail.it) per questa recensione.
Paola Pisterzi
studia all'Universita' di Roma e fa parte della redazione di "Viterbo oltre
il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri
di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a
Viterbo.
Etty
Hillesum e' nata a Middelburg nel 1914 e deceduta ad Auschwitz nel 1943, il suo
diario e le sue lettere costituiscono documenti di altissimo valore e in questi
ultimi anni sempre di piu' la sua figura e la sua meditazione diventano oggetto
di studio e punto di riferimento per la riflessione. Opere di Etty Hillesum:
Diario 1941-1943, Adelphi, Milano 1985, 1996; Lettere 1942-1943, Adelphi, Milano
1990, 2001. Opere su Etty Hillesum: AA. VV., La resistenza esistenziale di Etty
Hillesum, fascicolo di "Alfazeta", n. 60, novembre-dicembre 1996, Parma; Nadia
Neri, Un'estrema compassione, Bruno Mondadori Editore, Milano 1999; Pascal
Dreyer, Etty Hillesum. Una testimone del Novecento, Edizioni Lavoro, Roma 2000;
Sylvie Germain, Etty Hillesum. Una coscienza ispirata, Edizioni Lavoro, Roma
2000; Wanda Tommasi, Etty Hillesum. L'intelligenza del cuore, Edizioni
Messaggero, Padova 2002; Maria Pia Mazziotti, Gerrit Van Oord (a cura di), Etty
Hillesum. Diario 1941-1943. Un mondo 'altro' e' possibile, Apeiron, Sant'Oreste
(Roma) 2002; Maria Giovanna Noccelli, Oltre la ragione, Apeiron, Sant'Oreste
(Roma) 2004]
Etty Hillesum, Lettere 1942-1943, Adelphi,
Milano 1990, 2001.
*
Etty Hillesum nasce a Middelburg il 15 gennaio
1914, da una famiglia della borghesia intellettuale ebraica. Muore ad Auschwitz
il 30 novembre 1943.
Il libro raccoglie lettere che Etty invia ai
suoi cari da Amsterdam e dal campo di smistamento di Westerbork dal 14 agosto
del 1942 al 7 settembre del 1943.
Le Lettere si aprono con una nota non datata,
scritta probabilmente ad Amsterdam nel 1942, che recita: "Anche oggi il mio
cuore e' morto piu' volte, ma ogni volta ha ripreso a vivere. Io dico addio
di minuto in minuto e mi libero da ogni esteriorita'. Recido le funi che mi
tengono ancora legata, imbarco tutto quel che mi serve per intraprendere il
viaggio. Ora sono seduta sulla sponda di un canale silenzioso, le gambe
penzolanti dal muro di pietra, e mi chiedo se il mio cuore non diventera' cosi'
sfinito e consunto da non poter piu' volare liberamente come un uccello" (p.
19). Questa nota racchiude in poche righe cio' che Etty e'. Una donna sensibile,
con una grande forza interiore, che si prepara ad affrontare il suo destino
attimo per attimo, con un vivo desiderio di liberta', oscurato pero' dall'ombra
delle deportazioni.
Essendo membro del Consiglio ebraico, la
scrittrice puo' ottenere diversi permessi per uscire dal campo e recarsi ad
Amsterdam, dov'e' possibile rifornirsi di materiale sanitario e dare notizie
alle famiglie dei deportati.
Anche quando e' lontano da Westerbork, il suo
pensiero e' sempre rivolto alle persone che vi sono prigioniere. Nella sua
prima lettera indirizzata al suo amico Osias Kormann scrive: "in qualche modo mi
sento attratta da quel pezzetto di terra in mezzo alla brughiera, su cui sono
stati scaraventati tanti destini umani" (p. 21).
Già dalle prime pagine emerge la personalita'
luminosa della scrittrice, Osias le scrive: "Sei davvero una persona creativa,
hai saputo creare della vita intorno a me" (p. 24). Come hanno testimoniato
molti sopravvissuti, ovunque Etty andasse si stabilivano comunita' di amici
sostenute dal suo grande coraggio.
Tornata a Westerbork nel novembre 1942 scrive:
"Molto bello qui non e': vita da vagabondi, deperimento, fango. Oggi pomeriggio
sono stata in un paio di grandi baracche dove diversi bambini parevano spegnersi
sotto i nostri occhi. Miei cari, non vi scrivo una lettera molto rasserenante
eppure sono contenta di essere qui". Come ribadira' spesso anche nelle
successive lettere, la vita nel campo e' molto dura: condizioni igieniche
precarie, denutrizione, sovraffollamento e freddo contribuiscono
all'indebolimento psicofisico dei "residenti" nel campo, che pero' tentano in
ogni modo di mantenere la loro dignita', costantemente minacciata dai nazisti.
"C'e' fango, talmente tanto fango che da qualche parte fra le costole si deve
proprio possedere un gran sole interiore se non se ne vuol diventare la vittima
psicologica" (p. 39).
Un tema molto importante e attuale che emerge
nelle sue lettere e' quello del dovere di testimoniare, di avere memoria di
un "pezzetto di storia triste e vergognoso". Oggi come allora "non vogliamo
pensare, non vogliamo sentire, vogliamo dimenticare il piu' possibile" (p. 45),
e questo, afferma Etty, sembra molto pericoloso. Inoltre e' "come se il
dolore - in qualunque forma ci tocchi incontrarlo - non facesse veramente parte
dell'esistenza umana". Etty ci dice che non e' cosi', invita a non diventare
insensibili, a "sentire", ad abbracciare il proprio destino e ad affrontarlo. Il
dolore non va allontanato, ma vissuto come esperienza costruttiva.
Parlando del dopoguerra afferma che "dai campi
dovranno irraggiarsi nuovi pensieri, nuove conoscenze dovranno portar chiarezza
oltre i recinti di filo spinato, e congiungersi con quelle che la' fuori ci si
deve ora conquistare con altrettanta pena, e in circostanze che diventano quasi
altrettanto difficili. E forse allora sulla base di una comune e onesta ricerca
di chiarezza su questi oscuri avvenimenti, la vita sbandata potra' di nuovo fare
un cauto passo avanti" (p. 45); e ancora: ”Dobbiamo pur tenerci informati di
cio' che accade negli angoli remoti di questo mondo e ognuno deve portare il
proprio sassolino, per farli combaciare con gli altri nel mosaico che a guerra
finita coprira' tutta la terra” (p. 129).
Cosa sarebbe successo se Etty avesse accettato
di salvarsi dalla deportazione, avendone avuto la possibilita'?
Le opinioni sono diverse, ma cio' che e'
certo e' che questa donna ha dedicato la sua vita agli altri, e' stata
un grande esempio di combattente nonviolenta, la sua e' stata definita una
“resistenza esistenziale”, basata non sull'uso della forza, delle armi e della
violenza, ma sulla forza delle idee. Il suo voler essere testimone degli orrori
della Shoa', la sua capacita' di non odiare nonostante tutto, la sua gioia nel
donare, la sua forte e costante speranza negli esseri umani, ma anche la sua
fragilita', fanno emergere una personalita' con mille sfumature. Etty ha le sue
paure e le sue debolezze, legate soprattutto al pensiero di veder soffrire la
propria famiglia, ma sa affrontare gli ostacoli della vita senza arrendersi
perche' sa che l'equilibrio tornera' a stabilirsi ogni volta: “quando si e'
toccato il limite della disperazione e si crede di non poter piu' andare avanti,
ecco che la bilancia tracolla dall'altra parte, e si puo' vivere e prender la
vita come viene” (p. 96).
Non bisogna confondere l'accettazione del suo
destino con una resa, Etty non corre in braccio alla morte, ma si rende conto
che ormai la sua sorte e quella degli altri deportati e' segnata ed e'
inutile illudersi: “La gente non vuole riconoscere che a un certo punto non si
puo' piu' fare, ma soltanto essere e accettare” (p. 105). “Se noi salveremo i
nostri corpi e basta dai campi di prigionia, dovunque essi siano, sara' troppo
poco. Non si tratta infatti di conservare questa vita ad ogni costo, ma di come
la si conserva” (p. 45).
Infine, molto belle e significative sono le
parole iniziali di una lettera all'amica Maria Tuinzing dell'11 agosto 1943:
“Quando la mia casa non sara' piu' un giacimento di ferro in un luogo circondato
da filo spinato, voglio avere una lampadina sopra il mio letto, cosi' di notte
ci sara' luce ogni volta che lo vorro'” (p.
116). 9. APPELLI.
IL CINQUE PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Anche con la prossima dichiarazione dei redditi si puo' destinare il cinque per mille al Movimento Nonviolento. Non si tratta di versare denaro in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato. Destinare il cinque per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale del Movimento Nonviolento, che e': 93100500235. * Per ulteriori informazioni: tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 10.
STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata
da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle
tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail:
an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona. E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo
an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto
"copia di 'Azione nonviolenta'".
11. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Mario Cuminetti, La teologia della liberazione in America Latina, Borla,
Bologna 1975, pp. 154.
- Mario Cuminetti, Seminare nuovi occhi nella terra, Il Saggiatore, Milano
1996, pp. 98.
12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e
internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento
dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della
creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo
di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 13. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 280 del 12 agosto 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:
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