Telegrammi. 273
- Subject: Telegrammi. 273
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 5 Aug 2010 01:02:09 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 273 del 5 agosto 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal
Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della
nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero:
1. La guerra stragista e illegale ed il colpo di stato razzista
2. Primo Levi: Shema'
3. Primo Levi: Alzarsi
4. Primo Levi: Si immagini ora un uomo
5. Primo Levi: Che appunto perche'...
6. Primo Levi: Verso il mezzogiorno del 27 gennaio 1945
7. Primo Levi: Hurbinek
8. Primo Levi: Approdo
9. Primo Levi: La bambina di Pompei
10. Primo Levi: Non ci sono demoni...
11. Primo Levi: Partigia
12. Primo Levi: Il superstite
13. Primo Levi: Contro il dolore
14. Primo Levi: Canto dei morti invano
15. Primo Levi: Agli amici
16. Primo Levi: La vergogna del mondo
17. Primo Levi: Il nocciolo di quanto abbiamo da dire 18. Paolo Arena e Marco
Graziotti intervistano Alex Zanotelli
19. Si e' svolto il 3 agosto un incontro di studio a Viterbo
20. Il cinque per mille al Movimento Nonviolento
21.
"Azione nonviolenta"
22.
Segnalazioni librarie
23. La "Carta" del Movimento
Nonviolento 24. Per saperne di piu'
1. EDITORIALE. LA GUERRA STRAGISTA E ILLEGALE ED IL
COLPO DI STATO RAZZISTA
La partecipazione italiana alla guerra afgana
coinvolge il nostro paese in un crimine contro l'umanita'; e del nostro
ordinamento giuridico viola la legge fondamentale: la Costituzione della
Repubblica Italiana.
Ed il colpo di stato razzista portato a compimento
dal governo Berlusconi ha reintrodotto nel nostro paese espliciti elementi
di nazismo: la persecuzione razzista condotta con una ferocia e una
freddezza abominevoli, mentre la generalita' della popolazione nativa,
narcotizzata dai media e resa complice del ritorno hitleriano, neppure si
accorge di quale crimine si stia consumando nei confronti di milioni di
innocenti. Un crimine di cui un giorno tutti noi italiani saremo chiamati a
dover rendere conto, se non ci battiamo contro di esso.
*
Contro la guerra e contro il razzismo occorre
insorgere.
In difesa della legalita' costituzionale e dei
diritti umani di tutti gli esseri umani.
Con la forza della verita'.
Con la scelta della nonviolenza.
Vi e' una sola umanita'.
2. MEMORIA. PRIMO LEVI: SHEMA'
[Da Primo Levi, Ad ora incerta (ma e' anche l'epigrafe che apre Se questo
e' un uomo), ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, vol. II, p. 525]
Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo e' un uomo,
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un si' o per un no.
Considerate se questa e' una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza piu' forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo e' stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi:
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
10 gennaio 1946
3. MEMORIA. PRIMO LEVI: ALZARSI
[Da Primo Levi, Ad ora incerta (ma e' anche l'epigrafe che apre La tregua),
ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, vol. II, p. 526]
Sognavamo nelle notti feroci
Sogni densi e violenti
Sognati con anima e corpo:
Tornare; mangiare; raccontare.
Finche' suonava breve sommesso
Il comando dell'alba:
"Wstawac":
E si spezzava in petto il cuore.
Ora abbiamo ritrovato la casa,
Il nostro ventre e' sazio,
Abbiamo finito di raccontare.
E' tempo. Presto udremo ancora
Il comando straniero:
"Wstawac".
11 gennaio 1946
4. MEMORIA. PRIMO LEVI: SI IMMAGINI ORA UN UOMO...
[Da Primo Levi, Se questo e' un uomo, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino
1997, vol. I, p. 21]
Si immagini ora un uomo a cui, insieme con le persone amate, vengano tolti
la sua casa, le sue abitudini, i suoi abiti, tutto infine, letteralmente tutto
quanto possiede: sara' un uomo vuoto, ridotto a sofferenza e bisogno, dimentico
di dignita' e discernimento, poiche' accade facilmente, a chi ha perso tutto, di
perdere se stesso; tale quindi, che si potra' a cuor leggero decidere della sua
vita o morte al di fuori di ogni senso di affinita' umana; nel caso piu'
fortunato, in base ad un puro giudizio di utilita'. Si comprendera' allora il
duplice significato del termine "Campo di annientamento"...
5. MEMORIA. PRIMO LEVI: CHE APPUNTO PERCHE'...
[Da Primo Levi, Se questo e' un uomo, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino
1997, vol. I, p. 35]
Che appunto perche' il Lager e' una gran macchina per ridurci a bestie, noi
bestie non dobbiamo diventare; che anche in questo luogo si puo' sopravvivere, e
percio' si deve voler sopravvivere, per raccontare, per portare testimonianza; e
che per vivere e' importante sforzarci di salvare almeno lo scheletro,
l'impalcatura, la forma della civilta'. Che siamo schiavi, privi di ogni
diritto, esposti a ogni offesa, votati a morte quasi certa, ma che una facolta'
ci e' rimasta, e dobbiamo difenderla con ogni vigore perche' e' l'ultima: la
facolta' di negare il nostro consenso.
6. MEMORIA. PRIMO LEVI: VERSO IL MEZZOGIORNO DEL 27 GENNAIO 1945
[Da Primo Levi, La tregua, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, vol.
I, pp. 205-206]
La prima pattuglia russa giunse in vista del campo verso il mezzogiorno del
27 gennaio 1945. Fummo Charles ed io i primi a scorgerla (...).
Erano quattro giovani soldati a cavallo, che procedevano guardinghi, coi
mitragliatori imbracciati, lungo la strada che limitava il campo. Quando
giunsero ai reticolati, sostarono a guardare, scambiandosi parole brevi e
timide, e volgendo sguardi legati da uno strano imbarazzo sui cadaveri
scomposti, sulle baracche sconquassate, e su noi pochi vivi (...).
Non salutavano, non sorridevano, apparivano oppressi, oltre che da pieta',
da un confuso ritegno, che sigillava le loro bocche, e avvinceva i loro occhi
allo scenario funereo. Era la stessa vergogna a noi ben nota, quella che ci
sommergeva dopo le selezioni, ed ogni volta che ci toccava assistere o
sottostare a un oltraggio: la vergogna che i tedeschi non conobbero, quella che
il giusto prova davanti alla colpa commessa da altrui, e gli rimorde che esista,
che sia stata introdotta irrevocabilmente nel mondo delle cose che esistono, e
che la sua volonta' buona sia stata nulla o scarsa, e non abbia valso a
difesa.
7. MEMORIA. PRIMO LEVI: HURBINEK
[Da Primo Levi, La tregua, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997, vol.
I, p. 216]
Hurbinek, che aveva tre anni e forse era nato in Auschwitz e non aveva mai
visto un albero; Hurbinek, che aveva combattuto come un uomo, fino all'ultimo
respiro, per conquistarsi l'entrata nel mondo degli uomini, da cui una potenza
bestiale lo aveva bandito; Hurbinek, il senzanome, il cui minuscolo avambraccio
era pure stato segnato col tatuaggio di Auschwitz; Hurbinek mori' ai primi
giorni del marzo 1945, libero ma non redento. Nulla resta di lui: egli
testimonia attraverso queste mie parole.
8. MEMORIA. PRIMO LEVI: APPRODO
[Da Primo Levi, Ad ora incerta, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997,
vol. II, p. 542]
Felice l'uomo che ha raggiunto il porto,
Che lascia dietro se' mari e tempeste,
I cui sogni sono morti o mai nati;
E siede e beve all'osteria di Brema,
Presso al camino, ed ha buona pace.
Felice l'uomo come una fiamma spenta,
Felice l'uomo come sabbia d'estuario,
Che ha deposto il carico e si e' tersa la fronte
E riposa al margine del cammino.
Non teme ne' spera ne' aspetta,
Ma guarda fisso il sole che tramonta.
10 settembre 1964
9. MEMORIA. PRIMO LEVI: LA BAMBINA DI POMPEI
[Da Primo Levi, Ad ora incerta, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997,
vol. II, p. 549]
Poiche' l'angoscia di ciascuno e' la nostra
Ancora riviviamo la tua, fanciulla scarna
Che ti sei stretta convulsamente a tua madre
Quasi volessi ripenetrare in lei
Quando al meriggio il cielo si e' fatto nero.
Invano, perche' l'aria volta in veleno
E' filtrata a cercarti per le finestre serrate
Della tua casa tranquilla dalle robuste pareti
Lieta gia' del tuo canto e del tuo timido riso.
Sono passati i secoli, la cenere si e' pietrificata
A incarcerare per sempre codeste membra gentili.
Cosi' tu rimani tra noi, contorto calco di gesso,
Agonia senza fine, terribile testimonianza
Di quanto importi agli dei l'orgoglioso nostro seme.
Ma nulla rimane fra noi della tua lontana sorella,
Della fanciulla d'Olanda murata fra quattro mura
Che pure scrisse la sua giovinezza senza domani:
La sua cenere muta e' stata dispersa dal vento,
La sua breve vita rinchiusa in un quaderno sgualcito.
Nulla rimane della scolara di Hiroshima,
Ombra confitta nel muro dalla luce di mille soli,
Vittima sacrificata sull'altare della paura.
Potenti della terra padroni di nuovi veleni,
Tristi custodi segreti del tuono definitivo,
Ci bastano d'assai le afflizioni donate dal cielo.
Prima di premere il dito, fermatevi e considerate.
20 novembre 1978
10. MEMORIA. PRIMO LEVI: NON CI SONO DEMONI...
[Da Primo Levi, La ricerca delle radici, ora in Idem, Opere, Einaudi,
Torino 1997, vol. II, p. 1519]
Non ci sono demoni, gli assassini di milioni di innocenti sono gente come
noi, hanno il nostro viso, ci rassomigliano. Non hanno sangue diverso dal
nostro, ma hanno infilato, consapevolmente o no, una strada rischiosa, la strada
dell'ossequio e del consenso, che e' senza ritorno.
11. MEMORIA. PRIMO LEVI: PARTIGIA
[Da Primo Levi, Ad ora incerta, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997,
vol. II, p. 561]
Dove siete, partigia di tutte le valli,
Tarzan, Riccio, Sparviero, Saetta, Ulisse?
Molti dormono in tombe decorose,
Quelli che restano hanno i capelli bianchi
E raccontano ai figli dei figli
Come, al tempo remoto delle certezze,
Hanno rotto l'assedio dei tedeschi
La' dove adesso sale la seggiovia.
Alcuni comprano e vendono terreni,
Altri rosicchiano la pensione dell'Inps
O si raggrinzano negli enti locali.
In piedi, vecchi: per noi non c'e' congedo.
Ritroviamoci. Ritorniamo in montagna,
Lenti, ansanti, con le ginocchia legate,
Con molti inverni nel filo della schiena.
Il pendio del sentiero ci sara' duro,
Ci sara' duro il giaciglio, duro il pane.
Ci guarderemo senza riconoscerci,
Diffidenti l'uno dell'altro, queruli, ombrosi.
Come allora, staremo di sentinella
Perche' nell'alba non ci sorprenda il nemico.
Quale nemico? Ognuno e' nemico di ognuno,
Spaccato ognuno dalla sua propria frontiera,
La mano destra nemica della sinistra.
In piedi, vecchi, nemici di voi stessi:
La nostra guerra non e' mai finita.
23 luglio 1981
12. MEMORIA. PRIMO LEVI: IL SUPERSTITE
[Da Primo Levi, Ad ora incerta, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997,
vol. II, p. 576]
a B. V.
Since then, at an uncertain hour,
Dopo di allora, ad ora incerta,
Quella pena ritorna,
E se non trova chi lo ascolti
Gli brucia in petto il cuore.
Rivede i visi dei suoi compagni
Lividi nella prima luce,
Grigi di polvere di cemento,
Indistinti per nebbia,
Tinti di morte nei sonni inquieti:
A notte menano le mascelle
Sotto la mora greve dei sogni
Masticando una rapa che non c'e'.
"Indietro, via di qui, gente sommersa,
Andate. Non ho soppiantato nessuno,
Non ho usurpato il pane di nessuno,
Nessuno e' morto in vece mia. Nessuno.
Ritornate alla vostra nebbia.
Non e' mia colpa se vivo e respiro
E mangio e bevo e dormo e vesto panni".
4 febbraio 1984
13. MEMORIA. PRIMO LEVI: CONTRO IL DOLORE
[Da Primo Levi, L'altrui mestiere, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino
1997, vol. II, p. 675]
E' difficile compito di ogni uomo diminuire per quanto puo' la tremenda
mole di questa "sostanza" che inquina ogni vita, il dolore in tutte le sue
forme; ed e' strano, ma bello, che a questo imperativo si giunga anche a partire
da presupposti radicalmente diversi.
14. MEMORIA. PRIMO LEVI: CANTO DEI MORTI INVANO
[Da Primo Levi, Ad ora incerta, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997,
vol. II, p. 615]
Sedete e contrattate
A vostra voglia, vecchie volpi argentate.
Vi mureremo in un palazzo splendido
Con cibo, vino, buoni letti e buon fuoco
Purche' trattiate e contrattiate
Le vite dei vostri figli e le vostre.
Che tutta la sapienza del creato
Converga a benedire le vostre menti
E vi guidi nel labirinto.
Ma fuori al freddo vi aspetteremo noi,
L'esercito dei morti invano,
Noi della Marna e di Montecassino
Di Treblinka, di Dresda e di Hiroshima:
E saranno con noi
I lebbrosi e i tracomatosi,
Gli scomparsi di Buenos Aires,
I morti di Cambogia e i morituri d'Etiopia,
I patteggiati di Praga,
Gli esangui di Calcutta,
Gl'innocenti straziati a Bologna.
Guai a voi se uscirete discordi:
Sarete stretti dal nostro abbraccio.
Siamo invincibili perche' siamo i vinti.
Invulnerabili perche' gia' spenti:
Noi ridiamo dei vostri missili.
Sedete e contrattate
Finche' la lingua vi si secchi:
Se dureranno il danno e la vergogna
Vi annegheremo nella nostra putredine.
14 gennaio 1985
15. MEMORIA. PRIMO LEVI: AGLI AMICI
[Da Primo Levi, Ad ora incerta, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino 1997,
vol. II, p. 623]
Cari amici, qui dico amici
Nel senso vasto della parola:
Moglie, sorella, sodali, parenti,
Compagne e compagni di scuola,
Persone viste una volta sola
O praticate per tutta la vita:
Purche' fra noi, per almeno un momento,
Sia stato teso un segmento,
Una corda ben definita.
Dico per voi, compagni d'un cammino
Folto, non privo di fatica,
E per voi pure, che avete perduto
L'anima, l'animo, la voglia di vita.
O nessuno, o qualcuno, o forse un solo, o tu
Che mi leggi: ricorda il tempo
Prima che s'indurisse la cera,
Quando ognuno era come un sigillo.
Di noi ciascuno reca l'impronta
Dell'amico incontrato per via;
In ognuno la traccia di ognuno.
Per il bene od il male
In saggezza o in follia
Ognuno stampato da ognuno.
Ora che il tempo urge da presso,
Che le imprese sono finite,
A voi tutti l'augurio sommesso
Che l'autunno sia lungo e mite.
16 dicembre 1985
16. MEMORIA. PRIMO LEVI: LA VERGOGNA DEL MONDO
[Da Primo Levi, I sommersi e i salvati, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino
1997, vol. II, pp. 1157-1158]
E c'e' un'altra vergogna piu' vasta, la vergogna del mondo. E' stato detto
memorabilmente da John Donne, e citato innumerevoli volte, a proposito e non,
che "nessun uomo e' un'isola", e che ogni campana di morte suona per ognuno.
Eppure c'e' chi davanti alla colpa altrui, o alla propria, volge le spalle,
cosi' da non vederla e non sentirsene toccato: cosi' hanno fatto la maggior
parte dei tedeschi nei dodici anni hitleriani, nell'illusione che il non vedere
fosse un non sapere, e che il non sapere li alleviasse dalla loro quota di
complicita' o di connivenza. Ma a noi lo schermo dell'ignoranza voluta, il
"partial shelter" di T. S. Eliot, e' stato negato: non abbiamo potuto non
vedere. Il mare di dolore, passato e presente, ci circondava, ed il suo livello
e' salito di anno in anno fino quasi a sommergerci. Era inutile chiudere gli
occhi o volgergli le spalle, perche' era tutto intorno, in ogni direzione fino
all'orizzonte. Non ci era possibile, ne' abbiamo voluto, essere isole; i giusti
fra noi, non piu' ne' meno numerosi che in qualsiasi altro gruppo umano, hanno
provato rimorso, vergogna, dolore insomma, per la colpa che altri e non loro
avevano commessa, ed in cui si sono sentiti coinvolti, perche' sentivano che
quanto era avvenuto intorno a loro, ed in loro presenza, e in loro, era
irrevocabile. Non avrebbe potuto essere lavato mai piu'; avrebbe dimostrato che
l'uomo, il genere umano, noi insomma, eravamo potenzialmente capaci di costruire
una mole infinita di dolore; e che il dolore e' la sola forza che si crei dal
nulla, senza spesa e senza fatica. Basta non vedere, non ascoltare, non
fare.
17. MEMORIA. PRIMO LEVI: IL NOCCIOLO DI QUANTO ABBIAMO DA DIRE
[Da Primo Levi, I sommersi e i salvati, ora in Idem, Opere, Einaudi, Torino
1997, vol. II, pp. 1149-1150]
L'esperienza di cui siamo portatori noi superstiti dei Lager nazisti e'
estranea alle nuove generazioni dell'Occidente, e sempre piu' estranea si va
facendo a mano a mano che passono gli anni (...).
Per noi, parlare con i giovani e' sempre piu' difficile. Lo percepiamo come
un dovere, ed insieme come un rischio: il rischio di apparire anacronistici, di
non essere ascoltati. Dobbiamo essere ascoltati: al di sopra delle nostre
esperienze individuali, siamo stati collettivamente testimoni di un evento
fondamentale ed inaspettato, fondamentale appunto perche' inaspettato, non
previsto da nessuno. E' avvenuto contro ogni previsione; e' avvenuto in Europa;
incredibilmente, e' avvenuto che un intero popolo civile, appena uscito dalla
fervida fioritura culturale di Weimar, seguisse un istrione la cui figura oggi
muove al riso; eppure Adolf Hitler e' stato obbedito ed osannato fino alla
catastrofe. E' avvenuto, quindi puo' accadere di nuovo: questo e' il nocciolo di
quanto abbiamo da dire. 18.
LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO ALEX
ZANOTELLI
[Ringraziamo Paolo
Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco
Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci
messo a disposizione questa intervista a padre Alex
Zanotelli.
Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo. Alessandro Zanotelli, missionario comboniano, ha diretto per anni la rivista "Nigrizia" conducendo inchieste sugli aiuti e sulla vendita delle armi del governo italiano ai paesi del Sud del mondo, scontrandosi con il potere politico, economico e militare italiano: rimosso dall'incarico e' tornato in Africa a condividere per molti anni vita e speranze dei poveri; negli ultimi anni e' tornato in Italia costantemente impegnato per la pace, la biosfera, i diritti umani di tutti gli esseri umani; e' direttore responsabile della rivista "Mosaico di pace" promossa da Pax Christi; e' tra i promotori della "rete di Lilliput" ed e' una delle voci piu' prestigiose della nonviolenza nel nostro paese. Tra le opere di Alessandro Zanotelli: La morte promessa. Armi, droga e fame nel terzo mondo, Publiprint, Trento 1987; Il coraggio dell'utopia, Publiprint, Trento 1988; I poveri non ci lasceranno dormire, Monti, Saronno 1996; Leggere l'impero. Il potere tra l'Apocalisse e l'Esodo, La meridiana, Molfetta 1996; Sulle strade di Pasqua, Emi, Bologna 1998; Inno alla vita, Emi, Bologna 1998; Ti no ses mia nat par noi, Cum, Verona 1998; La solidarieta' di Dio, Emi, Bologna 2000; R...esistenza e dialogo, Emi, Bologna 2001; (con Pietro Ingrao), Non ci sto!, Piero Manni, Lecce 2003; (con Mario Lancisi), Fa' strada ai poveri senza farti strada. Don Milani, il Vangelo e la poverta' nel mondo d'oggi, Emi, Bologna 2003; Nel cuore del sistema: quale missione? Emi, Bologna 2003; Korogocho, Feltrinelli, Milano 2003. Opere su Alessandro Zanotelli: Mario Lancisi, Alex Zanotelli. Sfida alla globalizzazione, Piemme, Casale Monferrato (Al) 2003]
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza? - Alex Zanotelli: Sono un "convertito" alla nonviolenza. La
conversione e' avvenuta nel 1985 (avevo 40 anni!), quando ero direttore di
"Nigrizia".
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali
personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e
perche'?
- Alex
Zanotelli:
*
- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica? - Alex
Zanotelli:
* - Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno? - Alex
Zanotelli:
* - Paolo Arena e Marco Graziotti:
In quali
campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento? * - Paolo Arena e Marco Graziotti:
Quali
centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare
in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in
Italia? 19. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 3 AGOSTO UN INCONTRO DI STUDIO A
VITERBO
Martedi' 3 agosto 2010 a Viterbo, presso la
sede del "Centro di ricerca per la pace", si e' svolto un nuovo incontro di
studio nell'ambito di un percorso di formazione nonviolenta.
Ampia parte della riunione e' stata dedicata all'organizzazione di
un'iniziativa finalizzata a promuovere il diritto allo studio.
Nel corso dell'incontro si e' poi proseguito il lavoro ad un'inchiesta
giornalistica in corso sul tema "La nonviolenza oggi in Italia"; inchiesta che
si viene svolgendo in forma di "autoanalisi popolare" attraverso un'ampia serie
di interviste a varie persone significative e rappresentative dell'impegno
nonviolento nel nostro paese.
Nella parte finale sono state fornite alcune indicazioni bibliografiche per
approfondire lo studio della nonviolenza. 20. APPELLI.
IL CINQUE PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Anche con la prossima dichiarazione dei redditi si puo' destinare il cinque per mille al Movimento Nonviolento. Non si tratta di versare denaro in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato. Destinare il cinque per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale del Movimento Nonviolento, che e': 93100500235. * Per ulteriori informazioni: tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 21.
STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata
da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle
tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail:
an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona. E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo
an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto
"copia di 'Azione nonviolenta'".
22. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- Giancarlo Cerini, Mariella Spinosi (a cura di), Voci della scuola. Il
sistema educativo nella societa' che cambia, Tecnodid, Napoli 2010, pp. 528,
euro 25 (in omaggio per gli abbonati a "Notizie della scuola").
*
Riletture
- Hannah Arendt, Le origini del totalitarismo, Edizioni di Comunita',
Milano 1967, 1996, pp. LVI + 712.
- Raul Hilberg, Lo sterminio degli Ebrei d'Europa, Einaudi, Torino 1995, 2
voll. per pp. XXIV + 1394.
- Walter Laqueur (a cura di), Dizionario dell'Olocausto, Einaudi, Torino
2004, 2007, pp. XXXIV + 934.
*
Riedizioni
- Carlos E. Sluzki, Donald C. Ransom (con testi di Gregory Bateson et
alii), Il doppio legame. La genesi dell'approccio relazionale allo studio della
famiglia, Astrolabio-Ubaldini, Roma 1979, Fabbri - Rcs Libri, Milano 2007, pp.
400, euro 9,90.
23. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e
internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento
dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della
creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo
di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 24. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
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possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 273 del 5 agosto 2010
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:
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