Coi piedi per terra. 309



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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 309 del 31 luglio 2010
 
In questo numero:
1. Severino Vardacampi: Nonviolenza
2. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Giannarosa Marino
3. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Francesco Pullia
4. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo
 
1. EDITORIALE. SEVERINO VARDACAMPI: NONVIOLENZA
 
Propongo alla riflessione le seguenti rastremate tesi.
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I. La massima esperienza storica della nonviolenza e' il femminismo.
Nel pensiero e nell'azione dei movimenti delle donne, li' la nonviolenza trova la sua guida e il suo inveramento, la sua verifica dei poteri e dei saperi, il suo modello di azione concreta e incarnata, la sua speranza di futuro.
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II. La nonviolenza e' la politica del XXI secolo.
Poiche' solo la scelta della nonviolenza promuove, veicola, consente e verifica le azioni adeguate alla distretta presente, che devono essere fondate sul rispetto per la vita, sul principio responsabilita', sull'epistemologia fallibilista, sull'etica del volto dell'altro. Vi e' una sola umanita' e un'unica biosfera: ciascuna persona deve agire sentendosi responsabile di tutto.
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III. La nonviolenza e' dialogica e dialettica, contestuale e  sperimentale, critica e aperta, ecoequosolidale e rispettosa della vita, della dignita' e dei diritti altrui.
Non e' un corpus di autori o di dottrine; non e' un'affiliazione o un'ideologia; non e' un'organizzazione o un repertorio. E' il pensare seriamente i propri pensieri; accorgersi del mondo ed agire per amore del mondo; misericordia attiva. Essa e' un percorso originale ed autonomo per ogni persona che ad essa si accosta nella verifica critica e nell'approfondimento e rigorizzazione dei propri pensieri e dei propri bisogni. La nonviolenza e' l'insieme delle persone amiche della nonviolenza, nella loro empatia con tutti gli esseri umani e con il mondo vivente, nella comune persuasione dell'eguaglianza di diritti di tutte le persone e dell'infinita diversita' di ciascuna di esse, nel rispetto reciproco e nell'accudimento comune, nell'aver cura del mondo.
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IV. La nonviolenza vive solo nella lotta contro la violenza.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza; e quindi anche: la riduzione della sofferenza, la verita' che lenisce il dolore, l'azione che ha a cuore la vita dell'altro ed il mondo comune. Se non e' lotta contro la violenza, la nonviolenza non esiste.
 
2. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO GIANNAROSA MARINO
[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Giannarosa Marino.

Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.

Giannarosa Marino, docente, amica della nonviolenza, e' impegnata in molte iniziative di pace, di solidarieta', per la difesa della biosfera e per i diritti umani di tutti gli esseri umani]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Giannarosa Marino: Con naturalezza durante i miei numerosi impegni civili.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?

- Giannarosa Marino: Gandhi e Martin Luther King, perche' hanno lasciato un segno nell’umanita'.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Giannarosa Marino: L’autobiografia di Martin Luther King e molti altri che avrei bisogno di un po’ di tempo per elencare.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Giannarosa Marino: Le iniziative nonviolente di resistenza palestinese all’occupazione israeliana.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Giannarosa Marino: Nell’educazione.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?

- Giannarosa Marino: Pax Christi.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Giannarosa Marino: Definizione: la valorizzazione dell’essere umano in quanto tale a tutti i costi (esclusa, naturalmente, la violenza). Caratteristiche fondamentali: forza prodigiosa nella difesa dei diritti propri e altrui senza alcuna azione che distrugga alcuno.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?

- Giannarosa Marino: Non ne vedo. Non necessariamente si associano.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?

- Giannarosa Marino: Il non nuocere all’ambiente perche' ne riconosciamo la stretta interdipendenza con noi.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani?

- Giannarosa Marino: Il razzismo nasce dalla demonizzazione o disumanizzazione dell’altro e la conseguente spinta a distruggerlo. Rovesciarne la logica e' nonviolenza.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia?

- Giannarosa Marino: Quella mafiosa e' una cultura basata sulla sopraffazione di alcuni. Nella societa' mafiosa non si verificano necessariamente atti cruenti se viene accettata la "legge" dei criminali. Opporsi a questa "legge" e' nonviolenza.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse?

- Giannarosa Marino: Difendendo i loro diritti, purche’ non mettano in atto azioni distruttive, i lavoratori affermano la loro convinzione per una societa' giusta.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?

- Giannarosa Marino: Gli stessi di cui alla risposta precedente.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo?

- Giannarosa Marino: La pace puo' realizzarsi solo dove e' realizzata la giustizia.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, antimilitarismo e disarmo?

- Giannarosa Marino: La nonviolenza e' la cultura di un mondo nuovo, perche' la storia finora e' stata costruita su atti di aggressione di popoli piu' forti su popoli piu' deboli.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e diritto alla salute e all'assistenza?

- Giannarosa Marino: La salute e' un bene primario, riconoscere questo e' proprio di una societa' nonviolenta.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e informazione?

- Giannarosa Marino: Se si e' informati si puo' decidere di togliere il consenso ai potenti prepotenti, consenso su cui si fonda una societa' violenta.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione delle e sulle religioni?

- Giannarosa Marino: Vivere la nonviolenza vuol dire essere profondamente e autenticamente religiosi.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'educazione?

- Giannarosa Marino: La valorizzazione del soggetto da educare.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'economia?

- Giannarosa Marino: L’equa distribuzione dei beni.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?

- Giannarosa Marino: Il raggiungimento dell’unanimita' per la presa delle decisioni.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e perche'?

- Giannarosa Marino: Il metodo del consenso perche' fa si' che l’apporto di tutti debba essere valorizzato ai fini della decisione.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Giannarosa Marino: La formazione con laboratori.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E perche' accade? E come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e l'efficacia della loro azione?

- Giannarosa Marino: Con meno azione intellettuale e interventi pratici sulle questioni di massimo rilievo.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi nel mondo?

- Giannarosa Marino: Poco visibile ma in avanzata silenziosa e inarrestabile come le formiche.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale le sembra che sia la percezione diffusa della nonviolenza oggi in Italia?

- Giannarosa Marino: Non solo in Italia, forse. Di sicuro qui viene identificata con il pacifismo molle.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative intraprendere perche' vi sia da parte dell'opinione pubblica una percezione corretta e una conoscenza adeguata della nonviolenza?

- Giannarosa Marino: Piu' iniziative di informazione, soprattutto di formazione tipo quelli del professor Enrico Euli dell’Universita' di Cagliari.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e conoscenza di se': quale relazione?

- Giannarosa Marino: L’impadronirsi della pratica della nonviolenza richiede una profonda trasformazione di se'.
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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e linguaggio (ed anche: nonviolenza e semiotica): quale relazione?

- Giannarosa Marino: Il linguaggio produce azioni. Proverbio wolof: la parola e' come un colpo di fucile, una volta lanciata non puoi riprenderla indietro.

 
3. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO FRANCESCO PULLIA
[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Francesco Pullia.

Per un profilo di Francesco Pullia si veda la risposta alla penultima domanda]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Francesco Pullia: A quattordici anni, quando ho iniziato l’attivita' politica nel Partito Radicale. In un periodo particolarmente cruciale (mi riferisco agli anni Settanta) dominato dal parossismo ideologico, dall’accesa conflittualita', dall’intolleranza, trovavo estremamente importante che la politica fosse innervata da contenuti e metodi innovativi, costruttivi, fecondi. Di qui l’impulso ad approfondire Gandhi e Capitini. Da allora non ho mai smesso.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?

- Francesco Pullia: Gandhi, Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lanza Del Vasto, Marco Pannella. E’ a Gandhi che si deve l’elaborazione piu' compiuta dell’ahimsa e del satyagraha, della lotta come atto d’amore e passione per la verita', nonche' la dimostrazione dell’interrelazione tra mezzi e fini, cioe' del fatto che i fini sono sempre prefigurati dai mezzi. Capitini, poi, che fu introdotto all’orizzonte gandhiano da Claudio Baglietto, nel periodo in cui frequentava la Normale, ha portato significative aggiunte come la straordinaria concezione della compresenza dei morti e dei viventi, per cui anche gli assenti e tutti gli esseri senzienti concorrono diuturnamente alla creazione di realta', dando vita ad una filosofia imperniata sulla nonviolenza, sul Tu-Tutti, e ad una visione politica (che, in parte, si ritrova in Pannella) ispirata al liberalsocialismo e alla religiosita' laica, cioe' intima, profonda, aconfessionale. Il pensatore perugino ha avuto anche il grande merito di essere stato, insieme a Piero Martinetti, tra i primi a porre da noi la questione dei diritti animali e del vegetarianesimo. Dolci, che per me e' anche uno dei maggiori lirici del Novecento, ha trasferito tutto nell’azione sociale, nel passaggio dal trasmettere (sempre violento e impositivo) al comunicare (orizzontale, omnicratico in senso capitiniano). Di Lanza Del Vasto apprezzo il caratterizzarsi come congiunzione tra Gandhi e cristianesimo. A Pannella, infine, si deve una sorta di riforma della metodologia gandhiana innestandola nel solco di una politica federalista ed europeista (in senso ernestorossiano, spinelliano), sempre rigorosamente libertaria.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Francesco Pullia: Ci sono alcuni libri dalla cui lettura non si puo', a mio modesto avviso, prescindere. Di Gandhi: La mia vita per la liberta', Newton Compton, Teoria e prassi della nonviolenza, Einaudi. Di Aldo Capitini: Antifascismo tra i giovani, Celebes, 1966, Religione aperta, Guanda, 1955, La compresenza dei morti e dei viventi, Il Saggiatore, 1966, Le tecniche della nonviolenza, Feltrinelli, 1967, Il potere di tutti, La Nuova Italia, 1969. Di Danilo Dolci: Processo all’art. 4, Einaudi, 1956, Creatura di creature, Feltrinelli,1979, Dal trasmettere al comunicare, Sonda, 1988, La struttura maieutica e l’evolverci, La Nuova Italia, 1996, Una rivoluzione nonviolenta, Terre di mezzo, 2007. Di Lanza Del Vasto: Principi e precetti dal ritorno all’evidenza, Gribaudi, Che cos’e' la nonviolenza, Jaca Book, Pellegrinaggio alle sorgenti, Jaca Book, Introduzione alla vita interiore, Jaca Book. Di Giuliano Pontara: L’antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega - Edizioni Gruppo Abele, 2006. Di Valerio Pocar: Gli animali non umani. Per una sociologia dei diritti, Laterza, 2005. Di Fulvio Cesare Manara: Una forza che da' vita. Ricominciare da Gandhi in un’eta' di terrorismi, Unicopli, 2006. Tutti i libri del Dalai Lama e di Thich Nhat Hanh e, inoltre, Gianni Sofri, Pier Cesare Bori, Gandhi e Tolstoj. Un carteggio e dintorni, Il Mulino, 1985; Italo Mancini, Come continuare a credere, Rusconi, 1980; Lev N. Tolstoj, Il Vangelo, Quattroventi, 1983; Lev N. Tolstoj, Perche' la gente si droga? e altri saggi su societa', politica e religione, a cura di Igor Sibaldi, Mondadori, 1988; Vinoba Bhave, I valori democratici, Gabrielli, 2008; Piero Martinetti, Breviario spirituale, Utet, 2006, Pieta' verso gli animali, Il Nuovo Melangolo, 1999; Marco Pannella, Stefano Rolando, Le nostre storie sono i nostri orti (ma anche i nostri ghetti), Bompiani, 2009.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Francesco Pullia: Oggi e' tutto sempre di piu' interrelato. La nonviolenza, nella sua flessibilita' e multiformita', si conferma come l’alternativa possibile alla deriva di violenza che rischia di sovrastarci. E’ una filosofia e uno strumento che si adatta ad ogni circostanza e alla soluzione dei problemi piu' complessi. Ritengo che al centro dell’azione nonviolenta debba essere il diritto inteso, per dirla alla Panikkar, in chiave ecosofica. Vengono, quindi, ad intrecciarsi la lotta dei monaci e delle popolazioni in Tibet, Birmania, Thailandia e quella degli animalisti contro quella forma di razzismo che e' di fatto rappresentata dallo specismo (cioe' per smantellare l’assurda, pretestuosa, violenta convinzione antropocentrica secondo cui gli umani debbano godere di uno status morale superiore e di maggiori diritti rispetto agli altri esseri senzienti), la battaglia contro lo sterminio per fame e sete nel mondo e la difesa delle risorse primarie in un mondo depredato e devastato dall’ossessione produttivistica e dall’esplosione demografica. E che dire degli allevamenti intensivi, dei consumi (indotti) di carne e pesce, dei mattatoi? Bisogna favorire una piena consapevolezza del nostro essere qui ed ora e dell’interdipendenza che ci stringe ad ogni manifestazione della vita. 

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Francesco Pullia: In quello dell’informazione, cartina di tornasole della democrazia. Dal momento che, come detto sopra, tutto e' interrelato, e' importante che se ne abbia consapevolezza. E’ essenziale che si abbia coscienza che oggi piu' che mai un battito d’ali nella foresta amazzonica puo' causare, anche a distanza di tempo, un uragano nel polo opposto del pianeta.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalerebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?

- Francesco Pullia: La Lav - Lega Antivivisezione, il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini nel 1964, il Partito Radicale Nonviolento Transpartito Transnazionale, l’Associazione Vegetariana Italiana, l’associazione Nessuno tocchi Caino.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Francesco Pullia: La nonviolenza e' il modo piu' alto con cui manifestare interesse (inter-essere) per l’altro. Ha il compito di disoccultare l’occulto, di favorire in noi il rispecchiamento dell’altro. E’ strumento di verita'. Le sue caratteristiche fondamentali sono la flessibilita', cioe' l’adattabilita' ad ogni situazione, la responsabilita' nei confronti di ogni essere senziente, vegetale, minerale, fare emergere la consapevolezza dell’interdipendenza tra tutto e tutti. E’ l’espressione piu' elevata di un amore profondo e dialogante. 

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?

- Francesco Pullia: Il nesso indissolubile con i vari movimenti che rivendicano diritti civili sta nell’affermazione dell’esigenza di una liberazione che vada ben oltre la questione della discriminazione sessuale.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?

- Francesco Pullia: Le tematiche ambientali (inclusi i diritti animali) sono cruciali perche' connesse alla sovrappopolazione, alla fame e alla sete, alla migrazione, ai conflitti sociali, che da micro possono degenerare in macro. Porsi in un’ottica olistica e di interdipendenza significa assumere la nonviolenza come base di partenza.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani; tra nonviolenza e lotta antimafia; tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse; tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?

- Francesco Pullia: C’e' un’unica risposta a questi quesiti. La nonviolenza, essendo forza di verita' e disvelamento (non di omerta'), propone l’affrancamento non solo dell’oppresso ma dello stesso oppressore, mettendo prima di tutto quest’ultimo dinanzi allo specchio, offrendogli un’alternativa al vicolo cieco dell’odio. Ha il vantaggio di essere, una volta intrapresa, valevole per tutti e fecondamente continua. Le vere lotte di liberazione costituiscono sempre momenti di affermazione e aggregazione, non di negazione e separazione. La nonviolenza non e' un’invenzione dell’Oriente ma storicamente appartiene anche alle lotte operaie, fabiane.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo?

- Francesco Pullia: Si tratta di due dimensioni che possono sembrare identiche mentre, in realta', sono estremamente distinte non solo dal punto di vista filosofico ma, soprattutto, storico. Il pacifismo storicamente si e' rivelato, suo malgrado, stampella delle peggiori satrapie. Gioca sempre di rimessa, nel vano tentativo di contrastare qualcosa. La nonviolenza, invece, lavora in anticipo, previene, propone, crea alternative. Non gioca mai di rimessa, semmai d’anticipo.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra la nonviolenza e le varie articolazioni del pensiero teoretico e pratico e dell'azione morale e civile?

- Francesco Pullia: La nonviolenza, nella sua versatilita', costituisce il modello di approccio fondamentale per destituire ogni forma di assolutismo. Cio' vale sia per l’antimilitarismo come per svariati ambiti che vanno dalla psicoteraterapia alla filosofia al diritto. Non si tratta di sostituire a visioni totalitarie e totalizzanti (come quelle che, ad esempio, fanno leva su una soggettivita' assoluta, fondante) altre visioni ad esse speculari, ma un atteggiamento non imprigionato in rigidi schematismi e, soprattutto, una vocazione dialogante. Nella psicoterapia come nella filosofia o nella storiografia si deve passare dall’unidirezionalita' alla molteplicita', dal trasmettere al comunicare. Stiamo, inoltre, pesantemente scontando le nefaste conseguenze dell’antropocentrismo. Da questa assurda concezione sono scaturite inaudite forme di violenza, prima tra tutte la distruzione dell’ecosistema con il premeditato olocausto di specie animali e vegetali. Olocausto che continua e anzi, purtroppo, e' intensificato dagli allevamenti intensivi, dai laboratori dove si spacciano per imprese scientifiche inaudite e intollerabili crudelta'. La cruna d’ago della vera lotta di liberazione nonviolenta oggi e' l'antispecismo e, quindi, la destituzione, lo smantellamento della concezione che arrogantemente attribuisce all’uomo la centralita' di tutto, conferendogli prerogative che non gli spettano, non possono spettargli. Le religioni, soprattutto quelle “rivelate”, hanno avuto in questo gravissime responsabilita', cosi' come, per altro verso, il cartesianesimo che sta alla base del razionalismo della modernita'. Per quanto riguarda l’economia, la prospettiva nonviolenta deve mirare ad eliminare iniquita' ed a garantire una ricchezza complessiva fondata non sullo sfruttamento (dell’uomo sull’uomo, dell’uomo sulle altre specie, dell’uomo sulla natura) ma sul rispetto, sulla sostenibilita' planetaria. La nonviolenza "e'", non "implica", responsabilita' per l’altro, consapevolezza del nostro legame interdipendente con gli altri esseri e, in generale, con ogni parte ed elemento del pianeta.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?

- Francesco Pullia: Non parlerei tanto di consenso quanto di persuasione nel senso di Michelstaedter e Capitini, cioe' di autopersuasione, di intimo, profondo, convincimento.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e perche'?

- Francesco Pullia: La comunicazione, perche' senza l’aspetto informativo e relazionale non e' possibile conseguire alcun risultato. Trovo interessante, inoltre, l’adozione di misure transnazionali, miranti quindi al coinvolgimento, alla stessa stregua, di piu' stati tra loro. A livello strumentale giudico validi il digiuno, che mette in gioco responsabilmente soggetti e popoli, e la difesa popolare nonviolenta, anch’essa connessa con i criteri di responsabilita' e coinvolgimento delle parti.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza e l'addestramento all'azione nonviolenta?

- Francesco Pullia: Come un incessante lavoro su di se'. La nonviolenza implica rigore e metodicita' se davvero si vogliono cogliere i suoi frutti a livello (inter)soggettivo e, di conseguenza, politico.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Francesco Pullia: Tutti, nessuno escluso, dalla carta stampata ad internet alla radio (come ci insegnano le esperienze sul campo di Danilo Dolci e Pio Baldelli). Per quanto riguarda internet, bisognerebbe avviare forum, luoghi di dibattito, trasferire in questo campo l’esperienza dei Cos e dei Cor capitiniani.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali esperienze in ambito scolastico ed universitario le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Francesco Pullia: Da un lato bisognerebbe incentivare lo studio dell’educazione civica, della carta costituzionale, degli strumenti di conoscenza del diritto e dei diritti, dall’altro occorrerebbe promuovere frequenti momenti seminariali, anche coinvolgendo esponenti di movimenti che abbiano adottato la nonviolenza come cardine della loro lotta. E’ necessaria promuovere una cultura della nonviolenza partendo dalle prime classi, dal periodo piu' significativo dal punto di vista formativo.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E perche' accade? E quale le sembra che sia la percezione diffusa della nonviolenza oggi in Italia? E qual e' lo stato della nonviolenza oggi in Italia e nel mondo?

- Francesco Pullia: La mancanza di coordinamento, insieme al settarismo che piu' o meno palesemente si riscontra nelle varie organizzazioni, ha reso marginale l’azione di chi ha assunto la nonviolenza come teoria e prassi politica. E’ errato l’identificazione, che ogni tanto si vuole fare veicolare, di nonviolenza quasi esclusivamente come disobbedienza civile. La nonviolenza non e' solo questo. E’ altro. E’ costruzione e affermazione del possibile, dell’omnicrazia capitiniana, della consapevolezza dell’inter(in)dipendenza. Le organizzazioni che si richiamano alla nonviolenza non possono pensare di essere autosufficienti, monadi leibniziane. Devono confrontarsi, coordinarsi, evitando pero' (e' questo, me ne rendo conto, il rischio maggiore) di burocratizzarsi, di - per cosi' dire - istituzionalizzarsi, di irrigidirsi. In Italia la nonviolenza e' stata di proposito minimizzata, quando non rimossa, perche' scomoda, impegnativa, non rientrante nelle facili, semplicistiche ermeneutiche. La vicenda di Capitini e', a questo proposito, sintomatica. La via della nonviolenza non puo' riassumersi ne' nel versante cattolico-ecclesiastico ne' in quello, ad esso speculare, del comunismo. Oggi nel nostro paese, fatta esclusione per le iniziative e l’insistenza dei radicali, di nonviolenza non si parla appropriatamente. Vi si ricorre talvolta in maniera strumentale ma senza quel sostrato che la rende, invece, quantomai attuale e proponibile. La situazione mondiale, nel suo complesso, conferma che la nonviolenza e' una risorsa senza di cui si apre solo la voragine del sangue, del baratro, dell’abissale frantumazione. Certo, non e' facile mantenersi ben saldi sui suoi principi, come, ad esempio, nell’identificazione (centrale) di mezzi e finalita', ma bisogna insistere, creando ed estendendo reti globali. Meritevole di sostegno e', in questo senso, la scelta gandhiana del Dalai Lama.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: La nonviolenza dinanzi alla morte: quali riflessioni?

- Francesco Pullia: In una prospettiva nonviolenta la morte non sancisce una cesura e non puo' caratterizzarsi come un evento traumatico. Nella compresenza capitiniana il trapassato concorrere ad aggiungere, a creare, realta'. Nella visione buddista, poi, la morte e' un momento del samsara, del ciclo di nascite di cui noi dobbiamo essere consapevoli e responsabili. La morte e' il tramite che maggiormente mi ricongiunge in modo corale alla vita.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali le maggiori esperienze storiche della nonviolenza?

- Francesco Pullia: Indubbiamente il satyagraha attuato da Gandhi prima in Sudafrica e poi in India. Non dobbiamo, pero', tralasciare le lotte degli operai soprattutto in Inghilterra all’inizio del Novecento nonche' quei tentativi, tutt’altro che marginali, di resistenza popolare nonviolenta condotti nel Nord Europa contro i nazisti e, in minima parte, anche in Italia. Oggi mi pare che il movimento tibetano e in particolare il Dalai Lama abbiano recepito e stiano continuando l’esperienza gandhiana. Giudico molto positivamente anche le tecniche adottate dai dissidenti iraniani e dai cubani.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: E' adeguato il rapporto tra movimenti nonviolenti italiani e movimenti di altri paesi? E come migliorarlo?

- Francesco Pullia: Non avverto, purtroppo, sinergia tra movimenti italiani e di altri paesi. Bisognerebbe pensare ad organizzare momenti di confronto tematici transnazionali e convegni sulle modalita' di attuazione della strategia nonviolenta.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza, compresenza, convivenza, scelte di vita comunitarie: quali implicazioni e conseguenze?

- Francesco Pullia: L’ho gia' espresso precedentemente. La compresenza comporta responsabilita' per l’altro e valorizzazione dell’altro, di qualsiasi forma di vita. Da cio' conseguono importanti scelte a livello soggettivo, a partire dal mangiare e, quindi, dalla straordinaria opportunita' che e' data dal vegetarianesimo.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e coscienza del limite: quali implicazioni e conseguenze?

- Francesco Pullia: La nonviolenza, intesa come diuturno lavoro su di se', comporta un cambiamento di rotta, una svolta a livello mentale. La consapevolezza del limite, della finitudine, e' direttamente connessa e comporta un modo diverso di rapportarsi con gli altri, oltrepassando, tengo a precisarlo, l’ignobile barriera cartesiana dello specismo, vale a dire la presunzione che la specie umana sia centro e misura di tutto e possa liberamente sfruttare le altre forme viventi.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza come cammino: in quale direzione?

Nella direzione dell’ecosofia, della coscienza dell’abitare, del nostro essere qui ed ora.

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Francesco Pullia: Sono nato a Terni il 4 novembre 1956. Mi sono laureato in Filosofia a Perugia nel 1980 ed ho conseguito nel 1985 il diploma della Scuola di specializzazione in Giornalismo e comunicazione di massa alla Facolta' di Scienze Politiche della Luiss di Roma. Sono radicale dal 1972, vegetariano, animalista convinto (o, per meglio dire, persuaso), iscritto da lungo tempo alla Lav, studioso di buddhismo. Ho approfondito il pensiero di Aldo Capitini che ritengo uno dei maggiori pensatori del secolo scorso.

Ho pubblicato nove libri di liriche (tra cui Le farfalle del Golgota, Ripostes, 1983; Visitazione della pietra, Ripostes, 1994; Indice di meraviglia, Ripostes, 1998; Partitura di fede e conoscenza, Ripostes, 2000; Il seme dell’accettazione, Ripostes, 2003; Cio' che ritorna quando s’affaccia l’alba, Premio Rhegium Julii, 2005, Nell’ora che svanisce tra le crepe, Mimesis, 2010), quattro di narrativa (Sulla soglia, la voce, Cappelli, 1987; Prova di luce, Ripostes, 1995; Il miele dell’officiante, Ripostes, 1997; Nei reami del falco, Ed. Il Torchio - La Bottega delle Meraviglie, 1998), quattro di saggistica d’argomento filosofico (Il dolce gomito, Cappelli, 1984; L’evidenza sensibile, Ellemme-Lucarini, 1991, Dalla schiuma del mondo, Mimesis, 2004, Dimenticare Cartesio. Ecosofia per la compresenza, Mimesis, 2010).

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- Paolo Arena e Marco Graziotti: C'e' qualcosa che vorrebbe aggiungere?

- Francesco Pullia: Si'. Vorrei che si comprendesse pienamente che la nonviolenza e' tensione continua verso un’armonia. Talvolta, anzi sempre, e' piu' dura della lotta armata perche' parte dal presupposto di un radicale cambiamento di se', di una messa in discussione della soggettivita'.

 
4. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO
 
Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at gmail.com
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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 309 del 31 luglio 2010
 
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