Coi piedi per terra. 297
- Subject: Coi piedi per terra. 297
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 19 Jul 2010 10:30:29 +0200
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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in
cammino"
Numero 297 del 19 luglio 2010
In questo numero:
1. Hannah Arendt
2. Murray Bookchin
3. Aldo Capitini
4. Danilo Dolci
5. Luce Fabbri
6. Mohandas K. Gandhi
7. Ivan Illich
8. Hans Jonas
9. Alexander Langer
10. Emmanuel Levinas
11. Giuliano Pontara
12. Vandana Shiva
13. Colin Ward 14.
Marco Ambrosini presenta "Introduzione
alla permacultura" di Bill
Mollison e Reny Mia Slay
15. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e
s'impegna per la riduzione del trasporto aereo
1. PROFILI. HANNAH ARENDT
Hannah Arendt e' nata ad Hannover da famiglia
ebraica nel 1906, fu allieva di Husserl, Heidegger e Jaspers; l'ascesa del
nazismo la costringe all'esilio, dapprima e' profuga in Francia, poi esule in
America; e' tra le massime pensatrici politiche del Novecento; docente,
scrittrice, intervenne ripetutamente sulle questioni di attualita' da un punto
di vista rigorosamente libertario e in difesa dei diritti umani; mori' a New
York nel 1975. Opere di Hannah Arendt: tra i suoi lavori fondamentali (quasi
tutti tradotti in italiano e spesso ristampati, per cui qui di seguito non diamo
l'anno di pubblicazione dell'edizione italiana, ma solo l'anno dell'edizione
originale) ci sono Le origini del totalitarismo (prima edizione 1951),
Comunita', Milano; Vita Activa (1958), Bompiani, Milano; Rahel Varnhagen (1959),
Il Saggiatore, Milano; Tra passato e futuro (1961), Garzanti, Milano; La
banalita' del male. Eichmann a Gerusalemme (1963), Feltrinelli, Milano; Sulla
rivoluzione (1963), Comunita', Milano; postumo e incompiuto e' apparso La vita
della mente (1978), Il Mulino, Bologna. Una raccolta di brevi saggi di
intervento politico e' Politica e menzogna, Sugarco, Milano, 1985. Molto
interessanti i carteggi con Karl Jaspers (Carteggio 1926-1969. Filosofia e
politica, Feltrinelli, Milano 1989) e con Mary McCarthy (Tra amiche. La
corrispondenza di Hannah Arendt e Mary McCarthy 1949-1975, Sellerio, Palermo
1999). Una recente raccolta di scritti vari e' Archivio Arendt. 1. 1930-1948,
Feltrinelli, Milano 2001; Archivio Arendt 2. 1950-1954, Feltrinelli, Milano
2003; cfr. anche la raccolta Responsabilita' e giudizio, Einaudi, Torino 2004;
la recente Antologia, Feltrinelli, Milano 2006; i recentemente pubblicati
Quaderni e diari, Neri Pozza, 2007. Opere su Hannah Arendt: fondamentale e' la
biografia di Elisabeth Young-Bruehl, Hannah Arendt, Bollati Boringhieri, Torino
1994; tra gli studi critici: Laura Boella, Hannah Arendt, Feltrinelli, Milano
1995; Roberto Esposito, L'origine della politica: Hannah Arendt o Simone Weil?,
Donzelli, Roma 1996; Paolo Flores d'Arcais, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 1995;
Simona Forti, Vita della mente e tempo della polis, Franco Angeli, Milano 1996;
Simona Forti (a cura di), Hannah Arendt, Milano 1999; Augusto Illuminati,
Esercizi politici: quattro sguardi su Hannah Arendt, Manifestolibri, Roma 1994;
Friedrich G. Friedmann, Hannah Arendt, Giuntina, Firenze 2001; Julia Kristeva,
Hannah Arendt, Donzelli, Roma 2005; Alois Prinz, Io, Hannah Arendt, Donzelli,
Roma 1999, 2009. Per chi legge il tedesco due piacevoli monografie
divulgative-introduttive (con ricco apparato iconografico) sono: Wolfgang Heuer,
Hannah Arendt, Rowohlt, Reinbek bei Hamburg 1987, 1999; Ingeborg Gleichauf,
Hannah Arendt, Dtv, Muenchen 2000.
2. PROFILI. MURRAY BOOKCHIN
Murray Bookchin, pensatore e militante libertario
americano, e' stato tra i principali punti di riferimento della "ecologia
sociale"; nato a New York nel 1921, figlio di emigrati russi (la nonna materna
era una rivoluzionaria populista), ha fatto l'operaio metalmeccanico, il
sindacalista, lo scrittore, il docente universitario; e' deceduto sul finire di
luglio 2006. Tra le opere di Murray Bookchin: I limiti della citta',
Feltrinelli, Milano 1975; Post-scarcity anarchism, La Salamandra, Milano 1979;
L'ecologia della liberta', Eleuthera, Milano 1988 (terza edizione); Per una
societa' ecologica, Eleuthera, Milano 1989; Filosofia dell'ecologia sociale, Ila
Palma, Palermo 1993; Democrazia diretta, Eleuthera, Milano 1993. Un'ampia scheda
biografica e un'ampia bibliografia di Bookchin sono nel n. 1438 de "La
nonviolenza e' in cammino".
3. PROFILI. ALDO CAPITINI
Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899,
antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di
iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato
il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo
Capitini: la miglior antologia degli scritti e' (a cura di Giovanni Cacioppo e
vari collaboratori), Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che
contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale -
ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca -
bibliografia degli scritti di Capitini); recentemente e' stato ripubblicato il
saggio Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989; una raccolta
di scritti autobiografici, Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano
1991, nuova edizione presso L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; e gli
scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; segnaliamo anche
Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate,
Roma 1991; e la recente antologia degli scritti (a cura di Mario Martini,
benemerito degli studi capitiniani) Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets,
Pisa 2004. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito:
www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed
opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui i fondamentali
Elementi di un'esperienza religiosa, 1937, e Il potere di tutti, 1969). Negli
anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin
qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un
volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione
ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Piu' recente e'
la pubblicazione di alcuni carteggi particolarmente rilevanti: Aldo Capitini,
Walter Binni, Lettere 1931-1968, Carocci, Roma 2007 e Aldo Capitini, Danilo
Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008; Aldo Capitini, Guido Calogero,
Lettere 1936-1968, Carocci, Roma 2009. Opere su Aldo Capitini: oltre alle
introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo
Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo
Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico:
Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini,
Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi,
La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb,
Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza
religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La
rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini,
Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini,
persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10,
ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza
in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo
Capitini, Stylos, Aosta 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La
filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio
dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia,
Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen,
Firenze 2005; Marco Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia della
nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007; cfr. anche il capitolo dedicato
a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi,
Torino 2001; per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di
Pietro Polito citato; numerosi utilissimi materiali di e su Aldo Capitini sono
nel sito dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini:
www.aldocapitini.it, altri materiali nel sito www.cosinrete.it; una assai utile
mostra e un altrettanto utile dvd su Aldo Capitini possono essere richiesti
scrivendo a Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a Lanfranco Mencaroni: l.mencaroni at libero.it, o anche al
Movimento Nonviolento: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it o anche
redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
4. PROFILI. DANILO DOLCI
Danilo Dolci e' nato a Sesana (Trieste) nel 1924,
arrestato a Genova nel '43 dai nazifascisti riesce a fuggire; nel '50 partecipa
all'esperienza di Nomadelfia a Fossoli; dal '52 si trasferisce nella Sicilia
occidentale (Trappeto, Partinico) in cui promuove indimenticabili lotte
nonviolente contro la mafia e il sottosviluppo, per i diritti, il lavoro e la
dignita'. Subisce persecuzioni e processi. Sociologo, educatore, e' tra le
figure di massimo rilievo della nonviolenza nel mondo. E' scomparso sul finire
del 1997. Di seguito riportiamo una sintetica ma accurata notizia biografica
scritta da Giuseppe Barone (comparsa col titolo "Costruire il cambiamento" ad
apertura del libriccino di scritti di Danilo, Girando per case e botteghe,
Libreria Dante & Descartes, Napoli 2002): "Danilo Dolci nasce il 28 giugno
1924 a Sesana, in provincia di Trieste. Nel 1952, dopo aver lavorato per due
anni nella Nomadelfia di don Zeno Saltini, si trasferisce a Trappeto, a meta'
strada tra Palermo e Trapani, in una delle terre piu' povere e dimenticate del
paese. Il 14 ottobre dello stesso anno da' inizio al primo dei suoi numerosi
digiuni, sul letto di un bambino morto per la denutrizione. La protesta viene
interrotta solo quando le autorita' si impegnano pubblicamente a eseguire alcuni
interventi urgenti, come la costruzione di una fogna. Nel 1955 esce per i tipi
di Laterza Banditi a Partinico, che fa conoscere all'opinione pubblica italiana
e mondiale le disperate condizioni di vita nella Sicilia occidentale. Sono anni
di lavoro intenso, talvolta frenetico: le iniziative si susseguono incalzanti.
Il 2 febbraio 1956 ha luogo lo "sciopero alla rovescia", con centinaia di
disoccupati - subito fermati dalla polizia - impegnati a riattivare una strada
comunale abbandonata. Con i soldi del Premio Lenin per la Pace (1958) si
costituisce il "Centro studi e iniziative per la piena occupazione". Centinaia e
centinaia di volontari giungono in Sicilia per consolidare questo straordinario
fronte civile, "continuazione della Resistenza, senza sparare". Si intensifica,
intanto, l'attivita' di studio e di denuncia del fenomeno mafioso e dei suoi
rapporti col sistema politico, fino alle accuse - gravi e circostanziate -
rivolte a esponenti di primo piano della vita politica siciliana e nazionale,
incluso l'allora ministro Bernardo Mattarella (si veda la documentazione
raccolta in Spreco, Einaudi, Torino 1960 e Chi gioca solo, Einaudi, Torino
1966). Ma mentre si moltiplicano gli attestati di stima e solidarieta', in
Italia e all'estero (da Norberto Bobbio a Aldo Capitini, da Italo Calvino a
Carlo Levi, da Aldous Huxley a Jean Piaget, da Bertrand Russell a Erich Fromm),
per tanti avversari Dolci e' solo un pericoloso sovversivo, da ostacolare,
denigrare, sottoporre a processo, incarcerare. Ma quello che e' davvero
rivoluzionario e' il suo metodo di lavoro: Dolci non si atteggia a guru, non
propina verita' preconfezionate, non pretende di insegnare come e cosa pensare,
fare. E' convinto che nessun vero cambiamento possa prescindere dal
coinvolgimento, dalla partecipazione diretta degli interessati. La sua idea di
progresso non nega, al contrario valorizza, la cultura e le competenze locali.
Diversi libri documentano le riunioni di quegli anni, in cui ciascuno si
interroga, impara a confrontarsi con gli altri, ad ascoltare e ascoltarsi, a
scegliere e pianificare. La maieutica cessa di essere una parola dal sapore
antico sepolta in polverosi tomi di filosofia e torna, rinnovata, a concretarsi
nell'estremo angolo occidentale della Sicilia. E' proprio nel corso di alcune
riunioni con contadini e pescatori che prende corpo l'idea di costruire la diga
sul fiume Jato, indispensabile per dare un futuro economico alla zona e per
sottrarre un'arma importante alla mafia, che faceva del controllo delle modeste
risorse idriche disponibili uno strumento di dominio sui cittadini. Ancora una
volta, pero', la richiesta di acqua per tutti, di "acqua democratica",
incontrera' ostacoli d'ogni tipo: saranno necessarie lunghe battaglie, incisive
mobilitazioni popolari, nuovi digiuni, per veder realizzato il progetto. Oggi la
diga esiste (e altre ne sono sorte successivamente in tutta la Sicilia), e ha
modificato la storia di decine di migliaia di persone: una terra prima
aridissima e' ora coltivabile; l'irrigazione ha consentito la nascita e lo
sviluppo di numerose aziende e cooperative, divenendo occasione di cambiamento
economico, sociale, civile. Negli anni Settanta, naturale prosecuzione del
lavoro precedente, cresce l'attenzione alla qualita' dello sviluppo: il Centro
promuove iniziative per valorizzare l'artigianato e l'espressione artistica
locali. L'impegno educativo assume un ruolo centrale: viene approfondito lo
studio, sempre connesso all'effettiva sperimentazione, della struttura
maieutica, tentando di comprenderne appieno le potenzialita'. Col contributo di
esperti internazionali si avvia l'esperienza del Centro Educativo di Mirto,
frequentato da centinaia di bambini. Il lavoro di ricerca, condotto con numerosi
collaboratori, si fa sempre piu' intenso: muovendo dalla distinzione tra
trasmettere e comunicare e tra potere e dominio, Dolci evidenzia i rischi di
involuzione democratica delle nostre societa' connessi al procedere della
massificazione, all'emarginazione di ogni area di effettivo dissenso, al
controllo sociale esercitato attraverso la diffusione capillare dei mass-media;
attento al punto di vista della "scienza della complessita'" e alle nuove
scoperte in campo biologico, propone "all'educatore che e' in ognuno al mondo"
una rifondazione dei rapporti, a tutti i livelli, basata sulla nonviolenza,
sulla maieutica, sul "reciproco adattamento creativo" (tra i tanti titoli che
raccolgono gli esiti piu' recenti del pensiero di Dolci, mi limito qui a
segnalare Nessi fra esperienza etica e politica, Lacaita, Manduria 1993; La
struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1996; e
Comunicare, legge della vita, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1997). Quando la
mattina del 30 dicembre 1997, al termine di una lunga e dolorosa malattia, un
infarto lo spegne, Danilo Dolci e' ancora impegnato, con tutte le energie
residue, nel portare avanti un lavoro al quale ha dedicato ogni giorno della sua
vita". Tra le molte opere di Danilo Dolci, per un percorso minimo di
accostamento segnaliamo almeno le seguenti: una antologia degli scritti di
intervento e di analisi e' Esperienze e riflessioni, Laterza, Bari 1974; tra i
libri di poesia: Creatura di creature, Feltrinelli, Milano 1979; tra i libri di
riflessione piu' recenti: Dal trasmettere al comunicare, Sonda, Torino 1988; La
struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Firenze 1996. Recentissimo
e' il volume che pubblica il rilevante carteggio Aldo Capitini, Danilo Dolci,
Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008. Tra le opere su Danilo Dolci: Giuseppe
Fontanelli, Dolci, La Nuova Italia, Firenze 1984; Adriana Chemello, La parola
maieutica, Vallecchi, Firenze 1988 (sull'opera poetica di Dolci); Antonino
Mangano, Danilo Dolci educatore, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di
Fiesole (Fi) 1992; Giuseppe Barone, La forza della nonviolenza. Bibliografia e
profilo critico di Danilo Dolci, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2000,
2004 (un lavoro fondamentale); Lucio C. Giummo, Carlo Marchese (a cura di),
Danilo Dolci e la via della nonviolenza, Lacaita, Manduria-Bari-Roma 2005;
Raffaello Saffioti, Democrazia e comunicazione. Per una filosofia politica della
rivoluzione nonviolenta, Palmi (Rc) 2007. Tra i materiali audiovisivi su Danilo
Dolci cfr. i dvd di Alberto Castiglione: Danilo Dolci. Memoria e utopia, 2004, e
Verso un mondo nuovo, 2006. Tra i vari siti che contengono molti utili materiali
di e su Danilo Dolci segnaliamo almeno www.danilodolci.it,
danilo1970.interfree.it, www.danilodolci.toscana.it, www.inventareilfuturo.com,
www.cesie.org, www.nonviolenti.org, www.fondodanilodolci.it
5. PROFILI. LUCE FABBRI
Luce Fabbri, pensatrice e militante anarchica,
educatrice profonda e generosa, un punto di riferimento per tutti gli amici
della dignita' umana e della nonviolenza. Nata il 25 luglio 1908, figlia di
Luigi Fabbri (il grande militante e teorico libertario collaboratore di Errico
Malatesta), dal 1929 in esilio dapprima a Parigi, poi a Bruxelles e via Anversa
in America Latina, a Montevideo in Uruguay, ove da allora risiedera' (ma ancora
sovente molto viaggiando); la morte la coglie il 19 agosto 2000, operosa fino
alla fine, sempre attiva, generosa, mite, accogliente; sempre lucida, sempre
limpida, per sempre Luce. Opere di Luce Fabbri: per un primo avvio segnaliamo
l'ampia e preziosa intervista a cura di Cristina Valenti: Luce Fabbri,
vivendo la mia vita, apparsa su "A. rivista anarchica" dell'estate 1998
(disponibile anche nella rete telematica alla pagina web: http://www.anarca-bolo.ch/a-rivista/247/22.htm; ora anche nel sito: www.arivista.org). Tra le sue opere in
volume ed in opuscolo segnaliamo: a) scritti politici: Camisas negras, Ediciones
Nervio, Buenos Aires 1935; (con lo pseudonimo Luz D. Alba), 19 de julio.
Antologia de la revolucion espanola, Coleccion Esfuerzo, Montevideo 1937; (con
Diego Abad de Santillan), Gli anarchici e la rivoluzione spagnola, Carlo
Frigerio Editore, Lugano 1938; La liberta' nelle crisi rivoluzionarie, Edizioni
Studi Sociali, Montevideo 1947; El totalitarismo entre las dos guerras,
Ediciones Union Socialista Libertaria, Buenos Aires 1948; L'anticomunismo,
l'antimperialismo e la pace, Edizioni di Studi Sociali, Montevideo 1949; La
strada, Edizioni Studi Sociali, Montevideo 1952; Sotto la minaccia totalitaria,
Edizioni RL, Napoli 1955; Problemi d'oggi, Edizioni RL, Napoli 1958; La libertad
entre la historia y la utopia, Ediciones Union Socialista Libertaria, Rosario
1962; El anarquismo: mas alla' de la democracia, Editorial Reconstruir, Buenos
Aires 1983; Luigi Fabbri. Storia d'un uomo libero, BFS, Pisa 1996; Una strada
concreta verso l'utopia, Samizdat, Pescara 1998; La libertad entre la historia y
la utopia. Tres ensayos y otros textos del siglo XX, Barcelona 1998; b) volumi
di poesia: I canti dell'attesa, M. O. Bertani, Montevideo 1932; Propinqua
Libertas, Bfs, Pisa 2005; c) scritti di storia e di critica letteraria:
Influenza della letteratura italiana sulla cultura rioplatense (1810-1853),
Ediciones Nuestro Tiempo, Montevideo 1966; L'influenza della letteratura
italiana sulla cultura rioplatense (1853-1915), Editorial Lena & Cia. S. A.,
Montevideo 1967; La poesia de Leopardi, Instituto Italiano de Cultura,
Montevideo 1971; Machiavelli escritor, Instituto Italiano de Cultura, Montevideo
1972; La Divina Comedia de Dante Alighieri, Universidad de la Republica,
Montevideo 1994. Ad essi si aggiungono i saggi pubblicati nella "Revista de la
Facultad de Humanidad y Ciencias" di Montevideo, e gli interventi e le
interviste su molte pubblicazioni, e le notevoli traduzioni - con impegnati
testi propri di introduzione e commento - (tra cui, in volume: di opere di
Nettlau, di Malatesta, del padre Luigi Fabbri, e l'edizione bilingue commentata
del Principe di Machiavelli). Opere su Luce Fabbri: un punto di partenza e'
l'utilissimo dossier, Ricordando Luce Fabbri, in "A. rivista anarchica", n. 266
dell'ottobre 2000, pp. 28-41 (disponibile anche nel sito:
www.arivista.org).
6. PROFILI. MOHANDAS K. GANDHI
Mohandas K. Gandhi e' stato della nonviolenza il
piu' grande e profondo pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il
fondatore della nonviolenza come proposta d'intervento politico e sociale e
principio d'organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di
convivenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra,
avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro la
discriminazione degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della
nonviolenza. Nel 1915 torno' in India e divenne uno dei leader del Partito del
Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico. Guido'
grandi lotte politiche e sociali affinando sempre piu' la teoria-prassi
nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione economica e sociale
in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il 30 gennaio del 1948.
Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di quest'uomo che una volta di piu'
occorre ricordare che non va mitizzato, e che quindi non vanno occultati
limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti discutibili - che pure vi sono - della
sua figura, della sua riflessione, della sua opera. Opere di Gandhi:
essendo Gandhi un organizzatore, un giornalista, un politico, un avvocato, un
uomo d'azione, oltre che una natura profondamente religiosa, i suoi scritti
devono sempre essere contestualizzati per non fraintenderli; Gandhi considerava
la sua riflessione in continuo sviluppo, e alla sua autobiografia diede
significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti con la verita'. In
italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi; si
vedano anche: La forza della verita', vol. I, Sonda; Villaggio e autonomia, Lef;
l'autobiografia tradotta col titolo La mia vita per la liberta', Newton Compton;
La resistenza nonviolenta, Newton Compton; Civilta' occidentale e rinascita
dell'India, Movimento Nonviolento (traduzione del fondamentale libro di Gandhi:
Hind Swaraj; ora disponibile anche in nuova traduzione col titolo Vi spiego i
mali della civilta' moderna, Gandhi Edizioni); La cura della natura, Lef; Una
guerra senza violenza, Lef (traduzione del primo, e fondamentale, libro di
Gandhi: Satyagraha in South Africa). Altri volumi sono stati pubblicati da
Comunita': la nota e discutibile raccolta di frammenti Antiche come le montagne;
da Sellerio: Tempio di verita'; da Newton Compton: e tra essi segnaliamo
particolarmente Il mio credo, il mio pensiero, e La voce della verita';
Feltrinelli ha recentemente pubblicato l'antologia Per la pace, curata e
introdotta da Thomas Merton. Altri volumi ancora sono stati pubblicati dagli
stessi e da altri editori. I materiali della drammatica polemica tra Gandhi,
Martin Buber e Judah L. Magnes sono stati pubblicati sotto il titolo complessivo
Devono gli ebrei farsi massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991 (e per un acuto
commento si veda il saggio in proposito nel libro di Giuliano Pontara, Guerre,
disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996). Opere su
Gandhi: tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il
recente accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recentissimo
libro di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori, e quello di Christine Jordis, Gandhi,
Feltrinelli. Tra gli studi cfr. Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo
Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente detto Gandhi, Ubaldini; ed i
volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il Mulino (in collaborazione con Pier
Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il Mulino; Gandhi e l'India, Giunti. Cfr.
inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig.
Una importante testimonianza e' quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro,
Paoline. Per la bibliografia cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma
Gandhi; materiali esistenti nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna.
Altri libri particolarmente utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza
del Vasto, William L. Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio
Borsa, Enrica Collotti Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella
di Ernesto Balducci, Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante
sintesi e' quella di Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem, Roma 1999; tra
le piu' recenti pubblicazioni segnaliamo le seguenti: Antonio Vigilante, Il
pensiero nonviolento. Una introduzione, Edizioni del Rosone, Foggia 2004; Mark
Juergensmeyer, Come Gandhi, Laterza, Roma-Bari 2004; Roberto Mancini, L'amore
politico, Cittadella, Assisi 2005; Enrico Peyretti, Esperimenti con la verita'.
Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Fulvio
Cesare Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' di
terrorismi, Unicopli, Milano 2006; Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La
concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino
2006.
7. PROFILI. IVAN ILLICH
Ivan Illich e' nato a Spalato nel 1925; laurea in
mineralogia a Firenze, studi ulteriori di psicologia, arte, storia (dottorato a
Salisburgo); ordinato sacerdote nel 1951, per cinque anni opera in una
parrocchia portoricana a New York, poi e' prorettore dell'Universita' Cattolica
di Portorico; a Cuernavaca (Messico) fonda il Cidoc (Centro interculturale di
documentazione); docente in varie universita', conferenziere, studioso
costantemente impegnato nella critica delle istituzioni e nella indicazione di
alternative che sviluppino la creativita' e dignita' umana; pensatore originale,
ha promosso importanti ed ampie discussioni su temi come la scuola, l'energia,
la medicina, il lavoro. E' scomparso nel 2002. Tra le opere di Ivan Illich:
Descolarizzare la societa', Mondadori; La convivialita', Mondadori, poi Red;
Rovesciare le istituzioni, Armando; Energia ed equita', Feltrinelli; Nemesi
medica: l'espropriazione della salute, Mondadori, poi Red; Il genere e il sesso,
Mondadori; Per una storia dei bisogni, Mondadori; Lavoro-ombra, Mondadori; H2O e
le acque dell'oblio, Macro; Nello specchio del passato, Red; Disoccupazione
creativa, Red; Nella vigna del testo, Cortina. Raccoglie i materiali di un
seminario con Illich il volume Illich risponde dopo "Nemesi medica", Cittadella,
Assisi 1978. Cfr. anche il libro-intervista di David Cayley, Conversazioni con
Ivan Illich, Eleuthera, Milano 1994. Utile anche il volume di AA. VV., Le
professioni mutilanti, Cittadella, Assisi 1978 (che si apre con un intervento di
Illich). Da "A. rivista anarchica", anno 33, n. 294, novembre 2003 riprendiamo
la seguente scheda su Ivan Illich: "Ivan Illich (1926-2002). Nato nel 1926 a
Vienna da un padre di nobili origini dalmate e da una madre ebrea sefardita, fin
da piccolo compi' frequenti viaggi in Europa e rimase fino all'ultimo un
instancabile viaggiatore. La sua formazione avvenne tra Salisburgo, Firenze,
Roma, ma Illich non ebbe mai un buon rapporto con le scuole, ne' con le
discipline. Era sociologo, filosofo, linguista (conosceva una decina di lingue),
teologo, ma forse piu' di ogni altra cosa uno storico delle istituzioni. Dopo la
formazione teologica all'Universita' Gregoriana in Vaticano, fu ordinato prete
ed ebbe come primo incarico la cura di una parrocchia a prevalenza portoricana
vicino a Manhattan. E' li' forse che nel cuore del primo mondo a contatto con i
reietti, gli ultimi, comincio' a capire i meccanismi dell'esclusione e
dell'alienazione degli individui attraverso l'istituzionalizzazione della vita.
Nel 1956 divenne vicerettore dell'Universita' di Puerto Rico, e nel 1961 fondo'
il Centro interculturale di documentazione (Cidoc) a Cuernavaca in Messico, un
centro in cui passo' gran parte dell'intellettualita' radicale degli anni
Sessanta e Settanta, centro che avrebbe dovuto formare i volontari e missionari
per i paesi del terzo mondo. Qui nasce la critica di Illich allo sviluppo,
all'idea stessa di paesi in via di sviluppo, condannati a un'eterna poverta'
dall'impari confronto con i paesi gia' sviluppati. Contemporaneamente Illich si
impegnava contro la guerra, le banche, le grandi corporation, e percio' riusci'
facilmente a divenire sospetto alla Cia, al governo americano e al Vaticano. Il
Santo Uffizio comincia un procedimento contro di lui e Illich abbandona il
proprio abito, la funzione sacerdotale e la Chiesa. Gli anni Settanta furono
quelli della notorieta' per la pubblicazione dei suoi scritti piu' noti e
polemici sulla critica alle istituzioni, della scuola, della salute, per una
rivoluzione nonviolenta verso un modello sociale di convivialita'. Nei decenni
successivi continuo' a lavorare secondo uno stile diverso: conferenze in ogni
parte del mondo, brevi saggi che esploravano nuovi campi dei suoi multiformi
interessi, seminari interdisciplinari con gruppi di collaboratori scelti al di
fuori dell'istituzione accademica, provenienti da ogni parte del mondo,
soprattutto alle universita' di Brema e della Pennsylvania. Ecco alcuni dei temi
affascinanti dei suoi ultimi scritti: la velocita', l'esperienza del dolore
nella contemporaneita', i mutamenti nello sguardo nell'epoca delle immagini, la
mente alfabetizzata e l'impatto con il computer. Tra i suoi libri tradotti in
italiano, ma in parte non piu' disponibili, si possono ricordare: Descolarizzare
la societa' (Mondadori, 1972), La convivialita' (Mondadori, 1974), Nemesi medica
(Mondadori, 1977), Il genere e il sesso (Mondadori, 1984), Lavoro ombra
(Mondadori, 1985), Nello specchio del passato (Red, 1992), Nella vigna del testo
(Cortina, 1994). Particolarmente interessante per avere un'immagine del percorso
di Illich e' il libro Conversazioni con Ivan Illich (a cura di David Cayley),
Eleuthera 1994". Una piu' ampia notizia
biografica di Ivan Illich e' nel n. 1262 de "La nonviolenza e' in cammino", e
nel n. 1263 una piu' ampia bibliografia; altri utili materiali sono in "Voci e
volti della nonviolenza" n. 17 e ne "La domenica della nonviolenza" n. 68;
ulteriori materiali nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n.
229.
8. PROFILI. HANS JONAS
Hans Jonas e' nato a Moenchengladbach nel 1903, e'
stato allievo di Heidegger e Bultmann, ed uno dei massimi specialisti dello
gnosticismo. Nel 1933 si e' trasferito dapprima in Inghilterra e poi in
Palestina, dal 1949 ha insegnato in diverse universita' nordamericane,
dedicandosi a studi di filosofia della natura e di filosofia della tecnica. E'
uno dei punti di riferimento del dibattito bioetico. Al suo "principio
responsabilita'" si ispirano riflessioni e pratiche ecopacifiste, della
solidarieta', dell'etica contemporanea. E' scomparso nel 1993. Opere di Hans
Jonas: sono fondamentali Il principio responsabilita', Einaudi, Torino 1993; la
raccolta di saggi filosofici Dalla fede antica all'uomo tecnologico, Il Mulino,
Bologna 1994; Tecnica, medicina ed etica, Einaudi, Torino 1997; Organismo e
liberta', Einaudi, Torino 1999; una raccolta di tre brevi saggi di autobiografia
intellettuale e' Scienza come esperienza personale, Morcelliana, Brescia 1992.
Si vedano anche Il concetto di Dio dopo Auschwitz, Il melangolo, Genova 1995, e
La filosofia alle soglie del Duemila, Il melangolo, Genova 1994; cfr. anche Lo
gnosticismo, Sei, Torino 1995. Un utile libro di interviste e conversazioni e'
Sull'orlo dell'abisso, Einaudi, Torino 2000. Opere su Hans Jonas: si vedano i
testi segnalati nel saggio di Vallori Rasini: "Recenti sviluppi nella ricezione
di Hans Jonas: una rassegna bibliografica", riportato ne "La nonviolenza e' in
cammino" n. 1449 del 15 ottobre 2006; si veda la parte su Jonas in AA. VV.,
Etiche della mondialita', Cittadella, Assisi 1996, e la bibliografia critica li'
segnalata; per un profilo sintetico ed una ampia nota bibliografica, cfr. anche
Giovanni Fornero, "Jonas: la responsabilita' verso le generazioni future", nella
Storia della filosofia fondata da Nicola Abbagnano, Utet, Torino 1994, Tea,
Milano 1996.
9. PROFILI. ALEXANDER LANGER
Alexander Langer e' nato a Sterzing (Vipiteno,
Bolzano) nel 1946, e si e' tolto la vita nella campagna fiorentina nel 1995.
Promotore di infinite iniziative per la pace, la convivenza, i diritti,
l'ambiente. Per una sommaria descrizione della vita cosi' intensa e delle scelte
cosi generose di Langer rimandiamo ad una sua presentazione autobiografica che
e' stata pubblicata col titolo Minima personalia sulla rivista "Belfagor" nel
1986 (poi ripresa in La scelta della convivenza). Opere di Alexander Langer: Vie
di pace. Rapporto dall'Europa, Arcobaleno, Bolzano 1992 esaurito). Dopo la sua
scomparsa sono state pubblicate alcune belle raccolte di interventi: La scelta
della convivenza, Edizioni e/o, Roma 1995; Il viaggiatore leggero. Scritti
1961-1995, Sellerio, Palermo 1996; Scritti sul Sudtirolo, Alpha&Beta,
Bolzano 1996; Die Mehrheit der Minderheiten, Wagenbach, Berlin 1996; Piu' lenti,
piu' dolci, piu' profondi, suppl. a "Notizie Verdi", Roma 1998; The Importance
of Mediators, Bridge Builders, Wall Vaulters and Frontier Crossers, Fondazione
Alexander Langer Stiftung - Una Citta', Bolzano-Forli' 2005; Fare la pace.
Scritti su "Azione nonviolenta" 1984-1995, Cierre - Movimento Nonviolento,
Verona, 2005; Lettere dall'Italia, Editoriale Diario, Milano 2005; Alexander
Langer, Was gut war Ein Alexander-Langer-ABC; inoltre la Fondazione Langer ha
terminato la catalogazione di una prima raccolta degli scritti e degli
interventi (Langer non fu scrittore da tavolino, ma generoso suscitatore di
iniziative e quindi la grandissima parte dei suoi interventi e' assai variamente
dispersa), i materiali raccolti e ordinati sono consultabili su appuntamento
presso la Fondazione. Opere su Alexander Langer: Roberto Dall'Olio, Entro il
limite. La resistenza mite di Alex Langer, La Meridiana, Molfetta 2000; AA. VV.
Una vita piu' semplice, Biografia e parole di Alexander Langer, Terre di mezzo -
Altreconomia, Milano 2005; Fabio Levi, In viaggio con Alex, la vita e gli
incontri di Alexander Langer (1946-1996), Feltrinelli, Milano 2007. Si vedano
inoltre almeno i fascicoli monografici di "Azione nonviolenta" di luglio-agosto
1996, e di giugno 2005; l'opuscolo di presentazione della Fondazione Alexander
Langer Stiftung, 2000, 2004; il volume monografico di "Testimonianze" n. 442
dedicato al decennale della morte di Alex. Inoltre la Casa per la nonviolenza di
Verona ha pubblicato un cd-rom su Alex Langer (esaurito). Videografia su
Alexander Langer: Alexander Langer: 1947-1995: "Macht weiter was gut war", Rai
Sender Bozen, 1997; Alexander Langer. Impronte di un viaggiatore, Rai Regionale
Bolzano, 2000; Dietmar Hoess, Uno di noi, Blue Star Film, 2007. Un indirizzo
utile: Fondazione Alexander Langer Stiftung, via Latemar 3, 9100 Bolzano-Bozen,
tel. e fax: 0471977691; e-mail: info at alexanderlanger.org, sito:
www.alexanderlanger.org
10. PROFILI. EMMANUEL LEVINAS
Emmanuel Levinas e' nato a Kaunas in Lituania il 30
dicembre 1905 ovvero il 12 gennaio 1906 (per la nota discrasia tra i calendari
giuliano e gregoriano). "La Bibbia ebraica fin dalla piu' giovane eta' in
Lituania, Puskin e Tolstoj, la rivoluzione russa del '17 vissuta a undici anni
in Ucraina. Dal 1923, l'Universita' di Strasburgo, in cui insegnavano allora
Charles Blondel, Halbwachs, Pradines, Carteron e, piu' tardi, Gueroult.
L'amicizia di Maurice Blanchot e, attraverso i maestri che erano stati
adolescenti al tempo dell'affaire Dreyfus, la visione, abbagliante per un nuovo
venuto, di un popolo che eguaglia l'umanita' e d'una nazione cui ci si puo'
legare nello spirito e nel cuore tanto fortemente che per le radici. Soggiorno
nel 1928-1929 a Friburgo e iniziazione alla fenomenologia gia' cominciata un
anno prima con Jean Hering. Alla Sorbona, Leon Brunschvicg. L'avanguardia
filosofica alle serate del sabato da Gabriel Marcel. L'affinamento intellettuale
- e anti-intellettualistico - di Jean Wahl e la sua generosa amicizia ritrovata
dopo una lunga prigionia in Germania; dal 1947 conferenze regolari al Collegio
filosofico che Wahl aveva fondato e di cui era animatore. Direzione della
centenaria Scuola Normale Israelita Orientale, luogo di formazione dei maestri
di francese per le scuole dell'Alleanza Israelita Universale del Bacino
Mediterraneo. Comunita' di vita quotidiana con il dottor Henri Nerson,
frequentazione di M. Chouchani, maestro prestigioso - e impietoso - di esegesi e
di Talmud. Conferenze annuali, dal 1957, sui testi talmudici, ai Colloqui degli
intellettuali ebrei di Francia. Tesi di dottorato in lettere nel 1961. Docenza
all'Universita' di Poitiers, poi dal 1967 all'Universita' di Parigi-Nanterre, e
dal 1973 alla Sorbona. Questa disparato inventario e' una biografia. Essa e'
dominata dal presentimento e dal ricordo dell'orrore nazista (...)" (Levinas,
Signature, in Difficile liberte'). E' scomparso a Parigi il 25 dicembre 1995.
Tra i massimi filosofi contemporanei, la sua riflessione etica particolarmente
sul tema dell'altro e' di decisiva importanza. Opere di Emmanuel Levinas:
segnaliamo in particolare En decouvrant l'existence avec Husserl et Heidegger
(tr. it. Cortina); Totalite' et infini (tr. it. Jaca Book); Difficile liberte'
(tr. it. parziale, La Scuola); Quatre lectures talmudiques (tr. it. Il
Melangolo); Humanisme de l'autre homme; Autrement qu'etre ou au-dela' de
l'essence (tr. it. Jaca Book); Noms propres (tr. it. Marietti); De Dieu qui
vient a' l'idee (tr. it. Jaca Book); Ethique et infini (tr. it. Citta' Nuova);
Transcendance et intelligibilite' (tr. it. Marietti); Entre-nous (tr. it. Jaca
Book). Per una rapida introduzione e' adatta la conversazione con Philippe Nemo
stampata col titolo Ethique et infini. Opere su Emmanuel Levinas: Per la
bibliografia: Roger Burggraeve, Emmanuel Levinas. Une bibliographie premiere et
secondaire (1929-1985), Peeters, Leuven 1986. Monografie: S. Petrosino, La
verita' nomade, Jaca Book, Milano 1980; G. Mura, Emmanuel Levinas, ermeneutica e
separazione, Citta' Nuova, Roma 1982; E. Baccarini, Levinas. Soggettivita' e
infinito, Studium, Roma 1985; S. Malka, Leggere Levinas, Queriniana, Brescia
1986; Battista Borsato, L'alterita' come etica, Edb, Bologna 1995; Giovanni
Ferretti, La filosofia di Levinas, Rosenberg & Sellier, Torino 1996;
Gianluca De Gennaro, Emmanuel Levinas profeta della modernita', Edizioni Lavoro,
Roma 2001. Tra i saggi, ovviamente non si puo' non fare riferimento ai vari di
Maurice Blanchot e di Jacques Derrida (di quest'ultimo cfr. il grande saggio su
Levinas, Violence et metaphysique, in L'ecriture et la difference, Editions du
Seuil, Parigi 1967). In francese cfr. anche Marie-Anne Lescourret, Emmanuel
Levinas, Flammarion; Francois Poirie', Emmanuel Levinas, Babel. Per la
biografia: Salomon Malka: Emmanuel Levinas. La vita e la traccia, Jaca Book,
Milano 2003.
11. PROFILI. GIULIANO PONTARA
Giuliano Pontara e' uno dei massimi studiosi della
nonviolenza a livello internazionale, riproduciamo di seguito una breve notizia
biografica gia' apparsa in passato sul nostro notiziario (e nuovamente
ringraziamo di tutto cuore Giuliano Pontara per avercela messa a disposizione):
"Giuliano Pontara e' nato a Cles (Trento) il 7 settembre 1932. In seguito a
forti dubbi sulla eticita' del servizio militare, alla fine del 1952 lascia
l'Italia per la Svezia dove poi ha sempre vissuto. Ha insegnato Filosofia
pratica per oltre trent'anni all'Istituto di filosofia dell'Universita' di
Stoccolma. E' in pensione dal 1997. Negli ultimi quindici anni Pontara ha anche
insegnato come professore a contratto in varie universita' italiane tra cui
Torino, Siena, Cagliari, Padova, Bologna, Imperia, Trento. Pontara e' uno dei
fondatori della International University of Peoples' Institutions for Peace
(Iupip) - Universita' Internazionale delle Istituzioni dei Popoli per la Pace
(Unip), con sede a Rovereto (Tn), e dal 1994 al 2004 e' stato coordinatore del
Comitato scientifico della stessa e direttore dei corsi. Dirige per le Edizioni
Gruppo Abele la collana "Alternative", una serie di agili libri sui grandi temi
della pace. E' membro del Tribunale permanente dei popoli fondato da Lelio Basso
e in tale qualita' e' stato membro della giuria nelle sessioni del Tribunale
sulla violazione dei diritti in Tibet (Strasburgo 1992), sul diritto di asilo in
Europa (Berlino 1994), e sui crimini di guerra nella ex Jugoslavia (sessioni di
Berna 1995, come presidente della giuria, e sessione di Barcellona 1996).
Pontara ha pubblicato libri e saggi su una molteplicita' di temi di etica
pratica e teorica, metaetica e filosofia politica. E' stato uno dei primi
ad introdurre in Italia la "Peace Research" e la conoscenza sistematica del
pensiero etico-politico del Mahatma Gandhi. Ha pubblicato in italiano, inglese e
svedese, ed alcuni dei suoi lavori sono stati tradotti in spagnolo e francese.
Tra i suoi lavori figurano: Etik, politik, revolution: en inledning och ett
stallningstagande (Etica, politica, rivoluzione: una introduzione e una presa di
posizione), in G. Pontara (a cura di), Etik, Politik, Revolution, Bo Cavefors
Forlag, Staffanstorp 1971, 2 voll., vol. I, pp. 11-70; Se il fine
giustifichi i mezzi, Il Mulino, Bologna 1974; The Concept of Violence, Journal
of Peace Research , XV, 1, 1978, pp. 19-32; Neocontrattualismo, socialismo e
giustizia internazionale, in N. Bobbio, G. Pontara, S. Veca, Crisi della
democrazia e neocontrattualismo, Editori Riuniti, Roma 1984, pp. 55-102; tr.
spagnola, Crisis de la democracia, Ariel, Barcelona 1985; Utilitaristerna, in
Samhallsvetenskapens klassiker, a cura di M. Bertilsson, B. Hansson,
Studentlitteratur, Lund 1988, pp. 100-144; International Charity or
International Justice?, in Democracy State and Justice, ed. by. D. Sainsbury,
Almqvist & Wiksell International, Stockholm 1988, pp. 179-93; Filosofia
pratica, Il Saggiatore, Milano 1988; Antigone o Creonte. Etica e politica
nell'era atomica, Editori Riuniti, Roma 1990; Etica e generazioni future,
Laterza, Bari 1995; tr. spagnola, Etica y generationes futuras, Ariel, Barcelona
1996; La personalita' nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996; Guerre,
disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996; Breviario
per un'etica quotidiana, Pratiche, Milano 1998; Il pragmatico e il persuaso, Il
Ponte, LIV, n. 10, ottobre 1998, pp. 35-49; L'antibarbarie. La concezione
etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006. E' autore delle voci
Gandhismo, Nonviolenza, Pace (ricerca scientifica sulla), Utilitarismo, in
Dizionario di politica, seconda edizione, Utet, Torino 1983, 1990 (poi anche
Tea, Milano 1990, 1992). E' pure autore delle voci Gandhi, Non-violence,
Violence, in Dictionnaire de philosophie morale, Presses Universitaires de
France, Paris 1996, seconda edizione 1998. Per Einaudi Pontara ha curato una
vasta silloge di scritti di Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi,
nuova edizione, Torino 1996, cui ha premesso un ampio studio su Il pensiero
etico-politico di Gandhi, pp. IX-CLXI". Una piu' ampia bibliografia degli
scritti di Giuliano Pontara aggiornata fino al 1999 (che comprende circa cento
titoli), gia' apparsa nel n. 380 de "La nonviolenza e' in cammino", abbiamo
successivamente riprodotto nel n. 121 di "Voci e volti della
nonviolenza"]Giuliano Pontara e' uno dei massimi studiosi della nonviolenza a
livello internazionale, riproduciamo di seguito una breve notizia biografica
gia' apparsa in passato sul nostro notiziario (e nuovamente ringraziamo di tutto
cuore Giuliano Pontara per avercela messa a disposizione): "Giuliano Pontara e'
nato a Cles (Trento) il 7 settembre 1932. In seguito a forti dubbi sulla
eticita' del servizio militare, alla fine del 1952 lascia l'Italia per la Svezia
dove poi ha sempre vissuto. Ha insegnato Filosofia pratica per oltre trent'anni
all'Istituto di filosofia dell'Universita' di Stoccolma. E' in pensione dal
1997. Negli ultimi quindici anni Pontara ha anche insegnato come professore a
contratto in varie universita' italiane tra cui Torino, Siena, Cagliari, Padova,
Bologna, Imperia, Trento. Pontara e' uno dei fondatori della International
University of Peoples' Institutions for Peace (Iupip) - Universita'
Internazionale delle Istituzioni dei Popoli per la Pace (Unip), con sede a
Rovereto (Tn), e dal 1994 al 2004 e' stato coordinatore del Comitato scientifico
della stessa e direttore dei corsi. Dirige per le Edizioni Gruppo Abele la
collana "Alternative", una serie di agili libri sui grandi temi della pace. E'
membro del Tribunale permanente dei popoli fondato da Lelio Basso e in tale
qualita' e' stato membro della giuria nelle sessioni del Tribunale sulla
violazione dei diritti in Tibet (Strasburgo 1992), sul diritto di asilo in
Europa (Berlino 1994), e sui crimini di guerra nella ex Jugoslavia (sessioni di
Berna 1995, come presidente della giuria, e sessione di Barcellona 1996).
Pontara ha pubblicato libri e saggi su una molteplicita' di temi di etica
pratica e teorica, metaetica e filosofia politica. E' stato uno dei primi
ad introdurre in Italia la "Peace Research" e la conoscenza sistematica del
pensiero etico-politico del Mahatma Gandhi. Ha pubblicato in italiano, inglese e
svedese, ed alcuni dei suoi lavori sono stati tradotti in spagnolo e francese.
Tra i suoi lavori figurano: Etik, politik, revolution: en inledning och ett
stallningstagande (Etica, politica, rivoluzione: una introduzione e una presa di
posizione), in G. Pontara (a cura di), Etik, Politik, Revolution, Bo Cavefors
Forlag, Staffanstorp 1971, 2 voll., vol. I, pp. 11-70; Se il fine
giustifichi i mezzi, Il Mulino, Bologna 1974; The Concept of Violence, Journal
of Peace Research , XV, 1, 1978, pp. 19-32; Neocontrattualismo, socialismo e
giustizia internazionale, in N. Bobbio, G. Pontara, S. Veca, Crisi della
democrazia e neocontrattualismo, Editori Riuniti, Roma 1984, pp. 55-102; tr.
spagnola, Crisis de la democracia, Ariel, Barcelona 1985; Utilitaristerna, in
Samhallsvetenskapens klassiker, a cura di M. Bertilsson, B. Hansson,
Studentlitteratur, Lund 1988, pp. 100-144; International Charity or
International Justice?, in Democracy State and Justice, ed. by. D. Sainsbury,
Almqvist & Wiksell International, Stockholm 1988, pp. 179-93; Filosofia
pratica, Il Saggiatore, Milano 1988; Antigone o Creonte. Etica e politica
nell'era atomica, Editori Riuniti, Roma 1990; Etica e generazioni future,
Laterza, Bari 1995; tr. spagnola, Etica y generationes futuras, Ariel, Barcelona
1996; La personalita' nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996; Guerre,
disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996; Breviario
per un'etica quotidiana, Pratiche, Milano 1998; Il pragmatico e il persuaso, Il
Ponte, LIV, n. 10, ottobre 1998, pp. 35-49; L'antibarbarie. La concezione
etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006. E' autore delle voci
Gandhismo, Nonviolenza, Pace (ricerca scientifica sulla), Utilitarismo, in
Dizionario di politica, seconda edizione, Utet, Torino 1983, 1990 (poi anche
Tea, Milano 1990, 1992). E' pure autore delle voci Gandhi, Non-violence,
Violence, in Dictionnaire de philosophie morale, Presses Universitaires de
France, Paris 1996, seconda edizione 1998. Per Einaudi Pontara ha curato una
vasta silloge di scritti di Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi,
nuova edizione, Torino 1996, cui ha premesso un ampio studio su Il pensiero
etico-politico di Gandhi, pp. IX-CLXI". Una piu' ampia bibliografia degli
scritti di Giuliano Pontara aggiornata fino al 1999 (che comprende circa cento
titoli), gia' apparsa nel n. 380 de "La nonviolenza e' in cammino", abbiamo
successivamente riprodotto nel n. 121 di "Voci e volti della
nonviolenza".
12. PROFILI. VANDANA SHIVA
Vandana
Shiva, scienziata e filosofa indiana, direttrice di importanti istituti di
ricerca e docente nelle istituzioni universitarie delle Nazioni Unite, impegnata
non solo come studiosa ma anche come militante nella difesa dell'ambiente e
delle culture native, e' oggi tra i principali punti di riferimento dei
movimenti ecologisti, femministi, di liberazione dei popoli, di opposizione a
modelli di sviluppo oppressivi e distruttivi, e di denuncia di operazioni e
programmi scientifico-industriali dagli esiti pericolosissimi. Tra le opere di
Vandana Shiva: Sopravvivere allo sviluppo, Isedi, Torino 1990; Monocolture della
mente, Bollati Boringhieri, Torino 1995; Biopirateria, Cuen, Napoli 1999, 2001;
Vacche sacre e mucche pazze, DeriveApprodi, Roma 2001; Terra madre, Utet, Torino
2002 (edizione riveduta di Sopravvivere allo sviluppo); Il mondo sotto brevetto,
Feltrinelli, Milano 2002. Le guerre dell'acqua, Feltrinelli, Milano 2003; Le
nuove guerre della globalizzazione, Utet, Torino 2005; Il bene comune della
Terra, Feltrinelli, Milano 2006; India spezzata, Il Saggiatore, Milano 2008;
Ritorno alla terra, Fazi, Roma 2009.
13.
PROFILI. COLIN WARD
Colin
Ward (1924- 2010) e' stato uno straordinario militante, pensatore,
educatore e saggista anarchico. Tra le opere di Colin
Ward: Anarchy in Action,Allen & Unwin 1973, Freedom Press 1988 (trad. it.:
Anarchia come organizzazione, Antistato, Milano, 1976 e ried. Eleuthera
2006); Streetwork:
The Exploding School, con Anthony Fyson, Routledge 1973; (a
cura di), Vandalism, Architectural Press 1973; Utopia,
Penguin 1974; Tenants
take Over, Architectural Press 1976; Work,
Penguin Education 1978; Violence,
Penguin Education 1979; Housing:
An anarchist approach, Freedom Press 1983; (a
cura di), British School buildings: Desing & Appraisals, Architectural Press
1977; The
Children in the City, Architectural Press 1979; Penguin 1994 (trad. it.: Il
bambino e la citta’, L'Ancora del Mediterraneo 2000); (con
Dennis Hardy), Arcadia for All: the Legacy of a Makeshift Landscape, Mansell
1986; When
we Build Again, Lets have Housing That Works, Pluto Press 1985; (con
Dennis Hardy), Goodnight Campers! The History of the British Holiday Camp,
Mansell 1986; Chartres:
the Making of a miracle, Folio Society 1986; (a
cura di), A Decade Of Anarchy, selezione del mensile “Anarchy” 1961-1970,
Freedom Press 1987; (con
David Crouch), The Allotment: Its landscape & culture, Faber & Faber
1988; The
Child in the Country, Hale 1988; Bedford Square Press 1990; Welcome
Thinner City, Bedford Square Press 1989; (con
Ruth Rendell), Underminig The Central Line, Chatto & Windus
1989; Talking
Houses, Freedom press 1990; (con
Tim Ward), Images of Childhood, Sutton 1991 (trad. it.: Dopo l’automobile,
Eleuthera 1997); Influences:
Voices Of Creative Dissent, Green Books 1992; New
Town, Home Town: The Lessons of Experience, Gulbenkian Foundation
1993; Talking
Schools, Freedom Press 1995; Reflected
in Water, Cassel 1997 (trad. it: Acqua e comunita’, Eleuthera 2003); (a
cura di D. Goodway), Conversazioni con Colin Ward Eleuthera 2003;
Anarchism, Oxford up 2004 (trad. it.: L’Anarchia, Eleuthera 2008). Alcuni
materiali di e su Colin Ward sono nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino"
n. 236 e in "Coi piedi per terra" n.
276. 14. LIBRI. MARCO AMBROSINI PRESENTA "INTRODUZIONE ALLA PERMACULTURA" DI BILL MOLLISON E RENY MIA SLAY [Ringraziamo Marco Ambrosini (per contatti: agrcasetta at inventati.org) per questa recensione. Marvco Ambrosini fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo]
Bill Mollison e Reny Mia Slay, Introduzione alla permacultura, AAM Terra Nuova, Firenze 2007. * Oggi i
principi della permacultura sono patrimonio di numerosi progettisti
e architetti, agronomi e agricoltori, comunita' ed ecovillaggi. La sua
diffusione e il suo studio sono portati avanti da molti individui e
associazioni, ecovillaggi e comunita', nonche' dall’Accademia di Permacultura,
presente in molti paesi, tra cui l’Italia. “L’Accademia
Italiana di Permacultura ha come visione ideale un mondo pieno di gente che
mette in pratica cio' in cui crede e cio' che predica, e che crea ecosistemi
produttivi, sostenibili, accessibili e incantevoli ovunque vada” (p.
227). La data
di nascita della permacultura in Italia e' incerta. Fra gli anni
Ottanta e Novanta alcuni dei singoli individui che frequentarono i primi moduli
di 72 ore all’estero si trasferirono da queste parti cominciando a realizzare
progetti e tenendo corsi e presentazioni. Nel 2000 Torri Superiore, un ecovillaggio in
Liguria, era segreteria del Gen (Global Ecovillage Network), una rete mondiale
dei villagi ecologici e fu invitato dal direttivo internazionale di questa rete
ad organizzare corsi per diffondere questa cultura anche in Italia. Dalla prima
serie di corsi con moduli di 72 ore e due anni di pratica e realizzazione di
progetti, nel 2003 a Pignano, in Toscana, si ha il primo accreditamento dei
primi studenti di permacultura che di fatto fonda l’Accademia Italiana di
Permacultura, formalizzata negli anni successivi. “Anche
se e' basata su solidi metodi di orticoltura e agricoltura naturale, la
permacultura e' un sistema di progettazione molto piu' ampio e piu'
olistico. Essa non mostra solo un sistema per produrre cibo in un modo che non
abbia un costo per la Terra, ma anche come ottenere insediamenti umani
sostenibili, come preservare ed estendere gli ecosistemi naturali e come vivere
gentilmente sulla Terra in tutti gli aspetti della nostra vita” (p.
226). Del Gen
fa parte anche la Rive, Rete Italiana Villaggi Ecologici, della quale
Torri e' membro del consiglio direttivo. La
Rive e' nata nel dicembre 1996 per tenere in contatto le tante eterogenee
realta' degli ecovillaggi che sono sparse sul territorio italiano e per
agevolarne la nascita di nuove. La
diversita' tra i membri della Rive e' un tratto caratterizzante
dell’associazione stessa, in quanto ricchezza che ispira a molteplici stili di
vita. Infatti, ad essa appartengono esperienze comunitarie differenti tra loro
per orientamento filosofico e organizzativo, ma tutte comunque ispirate ad un
modello di vita responsabile e sostenibile dal punto di vista ecologico,
spirituale, socioculturale ed economico, intendendo per sostenibilita'
l’attitudine di un gruppo umano a soddisfare i propri bisogni senza ridurre, ma
anzi migliorando le prospettive ambientali, presenti e delle future
generazioni. La Rete Italiana dei Villaggi Ecologici ritiene che le esperienze di vita comunitaria siano dei veri e propri laboratori di sperimentazione sociale ed educativa per un mondo migliore. * Rany Mia
Slay e' cresciuta alle Canarie dove il padre insegnava ed era un
orticoltore commerciale. Tornata
negli Stati Uniti per i suoi studi universitari viene coinvolta dal movimento
per il ritorno alla terra degli anni settanta, contribuendo come autrice al
libro Homesteaders’ Handbook e lavorando per un’estate in una delle prime
fattorie biologiche della California. Dopo un impiego in Messico si reca per tre
anni al Farallones Institutes’ Rural Centre come organizzatrice
dell’amministrazione e della gestione di seminari, guida e apprendista
di ambienti per la produzione di cibo. Attratta dalla permacultura Rany si reca poi in Tasmania per divenire “conduttrice di spedizioni” di Bill Mollison, organizzando viaggi di insegnamento in Europa, Nuova Zelanda, Stati Uniti, Nepal, zone svantaggiate dell’Australia. Come manager della Tagari Pubblications dal 1988 lavora a stretto contatto con Bill Mollison, curando l’edizione dei piu' recenti libri di permacultura. Reny Mia Slay e' un’artista di talento e ora vive nella lussureggiante foresta pluviale della vallata dell’antico Wollumbin Caldera nel New South Wales. * Bill
Mollison e' nato nel 1928 nel piccolo villaggio di pescatori di Stanley, in
Tasmania. Lascia la scuola a quindici anni, e' premio Nobel Alternativo nel
1981, e' il creatore della permacultura, disciplina creata dallo stesso
autore piu' di trent’anni fa. Dopo anni trascorsi come ricercatore presso la
Wildlife Survey Section e il Tasmanian Inland Fisheries Department e come
docente presso la University of Tasmania, Bill Mollison, spinto dalla
preoccupazione per la crisi ambientale, economica e sociale del pianeta, decide
nel 1974, insieme al collega David Holmgreen, di sviluppare un sistema agricolo
sostenibile incentrato su una policoltura di essenze arboree perenni, arbusti e
specie erbacee per il quale conia il termine “permacultura”. Questo termine
nasce dalla contrazione di agricoltura e cultura
permanenti. Nel 1978 pubblica il primo libro dal titolo Permaculture one e nel 1979 esce il secondo volume, Permaculture Two. I due volumi fanno conoscere la permacultura in tutto il mondo e Bill Mollison si trova presto a condurre corsi di formazione in diversi paesi. Bill
Mollison racconta, nella prefazione di questo volume, a p. 1, che egli e'
cresciuto in un villaggio della Tasmania. Tutto quello che serviva era prodotto
o costruito nel villaggio. Si facevano gli scarponi, gli utensili di metallo, si
pescava, si coltivava il cibo e si preparava tutti il pane. Non c’era nessuno
che avesse un lavoro nel senso moderno del termine. C’erano interessi, ognuno
svolgeva attivita' assai varie. Per vivere bastava pescare o cacciare. Poi,
dagli anni Cinquanta vaste aree dell’ecoistema nel quale viveva cominciarono ad
essere seriamente minacciate. Meno pesce, meno alghe, ampi tratti di foresta
iniziavano a morire. Solo allora si rese conto dell’amore che provava per il suo
paese. Inizio' a protestare contro il mondo politico e quello industriale che
stavano distruggendo il nostro ambiente e stavano mettendo a rischio la salute
di tutti. Ad un certo punto si accorse che aveva poco senso proseguire con
un’opposizione che non otteneva nulla. Smise di perdere tempo per dire soltanto
no. Dal 1978 Bill Mollison dedica tutte le sue energie ad approfondire il
sistema della permacultura e alla diffusione dell’idea e dei suoi principi su
scala mondiale, insegna a migliaia di persone, scrive molti articoli e
ha realizzato e collabora a vari progetti, anche per conto di governi, per
la realizzazioni di fattorie e agglomerati urbani. Nel 1981 riceve il Right
Livelihood Award a Stoccolma, per il suo lavoro di progettazione ambientale. In
seguito riceve la medaglia inaugurale Vavilov (Russia) per il suo contributo
alla scienza agricola. Nel 1993 ha gli onori come Outstanding Australian
Achiever (premio australiano al merito eccezionale). Bill Mollison e' direttore del Permaculture institute, fondato nel 1979, e' autore anche di Permaculture. A Designers’ Manual (1988) e Ferment and Human Nutrition (1993). E' padre di sei figli. * Nella
Rivoluzione del filo di paglia Masanobu Fukuoka ha descritto bene cosa e'
la permacultura: e' una disciplina che lavora con, piuttosto che contro la
natura. E una filosofia che prende in considerazione il ruolo produttivo di
piante e animali nel loro complesso e non come tanti prodotti o
reddito. L’uomo potra' ritrovare l’armonia solo quando rinuncera' a credersi superiore al resto del mondo naturale. Levi-Strauss ha affermato che il principale errore dell’uomo e' di considerare se stesso come padrone del creato, nel senso di esserne al di sopra. Tutti gli esseri viventi sono espressione della vita stessa. Quando si riesce a cogliere questa verita', si coglie che ogni nostra azione contro qualsiasi forma di vita e' un’azione contro noi stessi. Con il
passaggio da sistemi produttivi permanenti, in cui la terra era coltivata da
tutta la comunita' per il cibo, ai moderni sisemi produttivi basati su colture
annuali destinate esclusivamente al mercato, si passa da un sistema a basso
consumo energetico ad un sistema ad alto consumo. Uso distruttivo delle risorse,
sfruttamento della terra, dipendenza dalle fonti di energia fossili prelevate di
solito in altri posti, che a loro volta vengono sfruttati e distrutti.
Dipendenza dai fertilizzanti e schiavi dell’innovazione tecnologica.
L’agricoltura convenzionale non riconosce ne' paga i veri costi: terra
impoverita dalle coltivazioni intensive, terreni erosi dall’eccessivo carico di
bestiame e dalle numerose lavorazioni. Terra e acqua vengono inquinate dai
prodotti chimici. I combustibili fossili rendono l’ambiente ostile, inquinano
acqua, aria e terra, fanno ammalare i nostri figli. Un
sistema che non soddisfa se stesso paga molto in prezzo di energia. Oggi questo
prezzo ci sta uccidendo. Si
vogliono costruire centrali nucleari che producono energia per poche decine di
anni, ma ne consumano per migliaia e condannano i nostri successori prima ancora
che nascano. I
principi etici sono convinzioni morali e comportamenti adottati per sopravvivere
sul pianeta. In permacultura si adotta un’etica a tre dimensioni: cura della
terra, cura delle persone e investimento del resto delle energie per realizzare
questi obiettivi. L’etica
della permacultura pervade tutti gli aspetti della vita: ambiente, comunita',
economia, societa'. Non competere, cooperare. Il primo capitolo spiega i principi della permacultura. Gli elementi che caratterizzano una buona progettazione in permacultura sono principi generali adattabili a qualsiasi clima, e principi applicati alle tecniche pratiche che cambiano a seconda del clima. Ubicazione. Molteplici funzioni degli elementi. Ogni funzione e' supportata da piu' elementi. Pianificazione energetica efficiente. Riciclo in loco dell’energia. Avvicendamenti di piante. Policoltura e biodiversita'. Uso di modelli (pattern) naturali e valorizzazione dell’effetto margine. L’essenza della permacultura e' nella progettazione. Connettere tra loro i vari elementi di un sistema. L’istruzione scolastica tende ad analizzare ogni elemento di un sistema come se fosse separato dal resto. Uno specchio d’acqua, una gallina e un albero non sono elementi isolati. Il sistema e' dato da come tali elementi interagiscono tre loro. necessario stabilire relazioni funzionali fra tutti gli elementi in modo che ognuno sia utile all’altro. Nell’analisi
funzionale della gallina (p. 13) si puo' trovare un esempio di applicazione del
concetto di ubicazione relativa riferito alla gallina rispetto a casa, orto,
serra, frutteto, bosco ceduo, seminativi, pascolo e
stagno. Disporre
gli elementi secondo la frequenza d’uso e lavoro. Pianificare a zone. Le aree
che hanno bisogno di piu' energia si disporranno vicino all’abitazione rispetto
a quelle visitate con minor frequenza. I settori tengono in considerazione la
presenza di fonti energetiche naturali, delle strade, dei bacini d’acqua, delle
vie d’accesso di incendi o inondazioni. Le regole fondamentali per risparmiare
energia: disporre ciascun elemento (pianta, animale, struttura) in modo che
svolga piu' funzioni, ogni funzione venga soddisfatta in piu' modi, elementi
collocati in base all’intensita' d’uso. In permacultura si utilizzano risorse
naturali (piante, animali, acqua, vento) per svolgere il lavoro in azienda.
Sistemi di lavorazione animale del terreno, controllo dei parassiti,
concimazione, la chiave consiste nella gestione e nel seguire attentamente i
tempi della natura. Gli
attuali sistemi agroindustriali si basano su una rete mondiale di trasporti e su
un grosso impiego di carburanti fossili e grande dispendio delle energie, a
danno dei produttori e dell’ambiente. I
sistemi permaculturali tendono a non disperdere energia verso l’esterno. Gli
scarti di cucina diventano compost, il letame degli animali puo' essere
utilizzato per produrre biogas o rimesso sul terreno come concime, le acque
grigie sono destinate agli scarichi dei wc o agli orti. Tramite l’interazione
tra piante e animali si aumenta l’energia sul luogo. Si tratta di utilizzare
sole, acqua, vento secondo i loro flussi energetici. Per esempio, per i bacini
di raccolta delle acque, questi saranno costruiti a monte. Verranno poi
utilizzati in un complesso sistema di invasi, cisterne, sistemi di irrigazione e
produzione di energia, fino a che l’acqua non fluira' fuori dal
terreno. Nelle linee generali di progettazione di un sistema di permacultura bisogna osservare il luogo per identificare le risorse, tracciare una mappa il piu' possibile dettagliata: conformazione del territorio, acque, pendenze, orientamento, vegetazione, costruzioni e altre strutture. Raccogliere informazioni sulle risorse esterne che il territorio offre (scuola, sanita', lavoro, mercato). Studiare la topografia del terreno, clima, esposizione. L’unico
limite al numero di utilizzi che una risorsa all’interno di un sistema
ha, e' dato dalle informazioni e dell’immaginazione che ha chi progetta il
sistema. Ancora
una volta emerge con chiarezza che il fattore diversita' migliora le condizioni
dell’ambiente e di chi lo vive. La permacultura si basa sull’utilizzo di energie gia' esistenti sul territorio, sull’impiego di alimenti e risorse naturali presenti in gran quantita', in modo che per la loro produzione non si debba distruggere la vita sul pianeta. * Quello
che serve per salvaguardare il pianeta e' ormai ben noto. Quello che non
sappiamo e' se le persone e i singoli paesi vogliono salvarsi applicando
tali conoscenze. In ogni caso milioni di persone stanno gia' iniziando ad adottare uno
stile di vita sostenibile per proprio conto senza l’aiuto delle istituzioni. E'
possibile iniziare a fare qualcosa di concreto in quasiasi
luogo. Ridurre
il consumo di energia, riadattare le nostre case per una maggiore autonomia
energetica e alimentare, medica, ludica, condividere l’uso dei trasporti,
raccogliere l’acqua piovana per i servizi igienici e l’orto. Dobbiamo iniziare a
svolgere un ruolo attivo nella produzione di cibo. 15. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI
OPPONE AL MEGA-AEROPORTO DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO
AEREO
Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone
al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo,
in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti:
e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del
comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at gmail.com
Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it
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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in
cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione:
strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 297 del 19 luglio 2010
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