Coi piedi per terra. 294



===================
COI PIEDI PER TERRA
===================
Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 294 del 16 luglio 2010
 
In questo numero:
1. Vladimir Jankelevitch: La causa fondamentale della menzogna
2. Hans Jonas: Primo compito di ogni liberta'
3. Emmanuel Levinas: Vedere un viso
4. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Eleonora Bellini
5. Paolo Arena e Marco Graziotti intervistano Alessio Di Florio
6. Per contattare il comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo
 
1. TESTI. VLADIMIR JANKELEVITCH: LA CAUSA FONDAMENTALE DELLA MENZOGNA
[Da Vladimir Jankelevitch, La menzogna e il malinteso, Raffaello Cortina Editore, Milano 2000, p. 46.
Vladimir Jankelevitch, nato il 31 agosto 1903 a Bourges, deceduto a Parigi il 6 giugno 1985, ha preso parte alla Resistenza ed e' stato docente di filosofia morale alla Sorbona, la sua riflessione e le sue ricerche in ambito filosofico, morale, musicale, costituiscono grandi contributi alla cultura contemporanea. Tra le opere di Vladimir Jankelevitch: Henri Bergson, Morcelliana; L'ironia, Il Melangolo; Trattato delle virtu', Garzanti (traduzione parziale); Il non-so-che e il quasi-niente, Marietti; L'avventura, la noia, la serieta', Marietti; Perdonare?, Giuntina; Il paradosso della morale, Hopefulmonster; La coscienza ebraica, Giuntina; Pensare la morte?, Cortina; La menzogna e il malinteso, Cortina. Opere su Vladimir Jankelevitch: un buon punto di partenza e' il fascicolo monografico di "Aut aut", n. 270, novembre-dicembre 1995, Vladimir Jankelevitch. Pensare al margine, a cura di Enrica Lisciani-Petrini, con vari contributi ed un'ampia bibliografia (estratta da questa fonte, la bibliografia delle opere di Jankelevitch apparse in volume e' stata riportata anche ne "La nonviolenza e' in cammino" n. 413 del 12 novembre 2002)]
 
La causa fondamentale della menzogna e' la mancanza di generosita', e soltanto la generosita', sorgente dell'esistenza ritrovata, ci rendera' innocenti e trasparenti come al primo mattino del mondo.
 
2. TESTI. HANS JONAS: PRIMO COMPITO DI OGNI LIBERTA'
[Da Hans Jonas, Tecnica, medicina ed etica. Prassi del principio responsabilita', Einaudi, Torino 1997, p. 244.
Hans Jonas e' nato a Moenchengladbach nel 1903, e' stato allievo di Heidegger e Bultmann, ed uno dei massimi specialisti dello gnosticismo. Nel 1933 si e' trasferito dapprima in Inghilterra e poi in Palestina, dal 1949 ha insegnato in diverse universita' nordamericane, dedicandosi a studi di filosofia della natura e di filosofia della tecnica. E' uno dei punti di riferimento del dibattito bioetico. Al suo "principio responsabilita'" si ispirano riflessioni e pratiche ecopacifiste, della solidarieta', dell'etica contemporanea. E' scomparso nel 1993. Opere di Hans Jonas: sono fondamentali Il principio responsabilita', Einaudi, Torino 1993; la raccolta di saggi filosofici Dalla fede antica all'uomo tecnologico, Il Mulino, Bologna 1994; Tecnica, medicina ed etica, Einaudi, Torino 1997; Organismo e liberta', Einaudi, Torino 1999; una raccolta di tre brevi saggi di autobiografia intellettuale e' Scienza come esperienza personale, Morcelliana, Brescia 1992. Si vedano anche Il concetto di Dio dopo Auschwitz, Il melangolo, Genova 1995, e La filosofia alle soglie del Duemila, Il melangolo, Genova 1994; cfr. anche Lo gnosticismo, Sei, Torino 1995. Un utile libro di interviste e conversazioni e' Sull'orlo dell'abisso, Einaudi, Torino 2000. Opere su Hans Jonas: si vedano i testi segnalati nel saggio di Vallori Rasini: "Recenti sviluppi nella ricezione di Hans Jonas: una rassegna bibliografica", riportato ne "La nonviolenza e' in cammino" n. 1449 del 15 ottobre 2006; si veda la parte su Jonas in AA. VV., Etiche della mondialita', Cittadella, Assisi 1996, e la bibliografia critica li' segnalata; per un profilo sintetico ed una ampia nota bibliografica, cfr. anche Giovanni Fornero, "Jonas: la responsabilita' verso le generazioni future", nella Storia della filosofia fondata da Nicola Abbagnano, Utet, Torino 1994, Tea, Milano 1996]
 
Primo compito di ogni liberta', anzi condizione del suo sussistere, e' di porsi dei limiti.
 
3. TESTI. EMMANUEL LEVINAS: VEDERE UN VISO
[Da Emmanuel Levinas, Difficile liberta', La Scuola, Brescia 1986, pp. 59-60.
Emmanuel Levinas e' nato a Kaunas in Lituania il 30 dicembre 1905 ovvero il 12 gennaio 1906 (per la nota discrasia tra i calendari giuliano e gregoriano). "La Bibbia ebraica fin dalla piu' giovane eta' in Lituania, Puskin e Tolstoj, la rivoluzione russa del '17 vissuta a undici anni in Ucraina. Dal 1923, l'Universita' di Strasburgo, in cui insegnavano allora Charles Blondel, Halbwachs, Pradines, Carteron e, piu' tardi, Gueroult. L'amicizia di Maurice Blanchot e, attraverso i maestri che erano stati adolescenti al tempo dell'affaire Dreyfus, la visione, abbagliante per un nuovo venuto, di un popolo che eguaglia l'umanita' e d'una nazione cui ci si puo' legare nello spirito e nel cuore tanto fortemente che per le radici. Soggiorno nel 1928-1929 a Friburgo e iniziazione alla fenomenologia gia' cominciata un anno prima con Jean Hering. Alla Sorbona, Leon Brunschvicg. L'avanguardia filosofica alle serate del sabato da Gabriel Marcel. L'affinamento intellettuale - e anti-intellettualistico - di Jean Wahl e la sua generosa amicizia ritrovata dopo una lunga prigionia in Germania; dal 1947 conferenze regolari al Collegio filosofico che Wahl aveva fondato e di cui era animatore. Direzione della centenaria Scuola Normale Israelita Orientale, luogo di formazione dei maestri di francese per le scuole dell'Alleanza Israelita Universale del Bacino Mediterraneo. Comunita' di vita quotidiana con il dottor Henri Nerson, frequentazione di M. Chouchani, maestro prestigioso - e impietoso - di esegesi e di Talmud. Conferenze annuali, dal 1957, sui testi talmudici, ai Colloqui degli intellettuali ebrei di Francia. Tesi di dottorato in lettere nel 1961. Docenza all'Universita' di Poitiers, poi dal 1967 all'Universita' di Parigi-Nanterre, e dal 1973 alla Sorbona. Questa disparato inventario e' una biografia. Essa e' dominata dal presentimento e dal ricordo dell'orrore nazista (...)" (Levinas, Signature, in Difficile liberte'). E' scomparso a Parigi il 25 dicembre 1995. Tra i massimi filosofi contemporanei, la sua riflessione etica particolarmente sul tema dell'altro e' di decisiva importanza. Opere di Emmanuel Levinas: segnaliamo in particolare En decouvrant l'existence avec Husserl et Heidegger (tr. it. Cortina); Totalite' et infini (tr. it. Jaca Book); Difficile liberte' (tr. it. parziale, La Scuola); Quatre lectures talmudiques (tr. it. Il Melangolo); Humanisme de l'autre homme; Autrement qu'etre ou au-dela' de l'essence (tr. it. Jaca Book); Noms propres (tr. it. Marietti); De Dieu qui vient a' l'idee (tr. it. Jaca Book); Ethique et infini (tr. it. Citta' Nuova); Transcendance et intelligibilite' (tr. it. Marietti); Entre-nous (tr. it. Jaca Book). Per una rapida introduzione e' adatta la conversazione con Philippe Nemo stampata col titolo Ethique et infini. Opere su Emmanuel Levinas: Per la bibliografia: Roger Burggraeve, Emmanuel Levinas. Une bibliographie premiere et secondaire (1929-1985), Peeters, Leuven 1986. Monografie: S. Petrosino, La verita' nomade, Jaca Book, Milano 1980; G. Mura, Emmanuel Levinas, ermeneutica e separazione, Citta' Nuova, Roma 1982; E. Baccarini, Levinas. Soggettivita' e infinito, Studium, Roma 1985; S. Malka, Leggere Levinas, Queriniana, Brescia 1986; Battista Borsato, L'alterita' come etica, Edb, Bologna 1995; Giovanni Ferretti, La filosofia di Levinas, Rosenberg & Sellier, Torino 1996; Gianluca De Gennaro, Emmanuel Levinas profeta della modernita', Edizioni Lavoro, Roma 2001. Tra i saggi, ovviamente non si puo' non fare riferimento ai vari di Maurice Blanchot e di Jacques Derrida (di quest'ultimo cfr. il grande saggio su Levinas, Violence et metaphysique, in L'ecriture et la difference, Editions du Seuil, Parigi 1967). In francese cfr. anche Marie-Anne Lescourret, Emmanuel Levinas, Flammarion; Francois Poirie', Emmanuel Levinas, Babel. Per la biografia: Salomon Malka: Emmanuel Levinas. La vita e la traccia, Jaca Book, Milano 2003]
 
Vedere un viso e' gia' udire: "Non ucciderai", e' udire: "giustizia sociale".
 
4. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO ELEONORA BELLINI
[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista a Eleonora Bellini.

Paolo Arena e Marco Graziotti fanno parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che si svolgono settimanalmente a Viterbo.

Eleonora Bellini, impegnata per la pace, l'ambiente, i diritti umani di tutti gli esseri umani, e' poetessa e saggista; e' nata a Belgirate, sul lago Maggiore; laureata in filosofia, ha insegnato per qualche tempo nelle scuole elementari e medie ed ora lavora da molti anni nella biblioteca di Borgomanero, in provincia di Novara. Si vedano anche le risposte alla prima e alla penultima domanda di questa intervista]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Eleonora Bellini: Alla fine del mese di luglio del 1944 mio padre trascorse una notte prigioniero dentro un camion, a Premosello, nell’alta provincia di Novara, in attesa di essere fucilato insieme ad altre quaranta persone rastrellate per rappresaglia dai nazisti. Erano civili: ferrovieri, operai, manovali. Furono poi lasciati vivere grazie a una trattativa con i tedeschi condotta da preti rosminiani. Da parte sua mia madre raccontava talvolta che il 10 giugno 1940, mentre si trovava con suo padre e una compagna di scuola sulle rive del Ticino (una gita in bicicletta con gelato in premio per festeggiare la fine dell’anno scolastico), gli altoparlanti cominciarono a trasmettere la dichiarazione di guerra di Mussolini, dinanzi a un gruppo di persone incredule ma gia' non piu' spensierate. Mio nonno - era stato bersagliere in guerra piu' di una volta, aveva fronteggiato difficolta' familiari di ogni sorta - si mise a piangere: “Poveri ragazzi e poveri noi”. Io non ero ancora nata, ne' nell’uno ne' nell’altro momento, ma questi racconti, vissuti con la sensibilita' tipica dell’immaginario infantile, mi hanno fatto capire, grazie alla forza ed alla semplicita' del vissuto, ricordato e riferito con pudore, senza retorica e senza moralismi, che la guerra fa piangere e fa paura.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?

- Eleonora Bellini: Gandhi e Martin Luther King. Ero una ragazzina alla fine degli anni Sessanta, quando anche l’Italia si apriva al mondo, ed i loro ideali - anche la storia di Rosa Parks - non potevano non affascinarmi. Fu quel periodo che lessi La forza di amare  di Martin Luther King.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Eleonora Bellini: Consiglierei proprio La forza di amare, se si trova ancora; Teoria e pratica della nonviolenza di Gandhi, ma anche qualche romanzo “di guerra/contro la guerra”, come Un anno sull’altipiano di Lussu, La casa in collina di Pavese, Addio alle armi di Hemingway, Niente di nuovo sul fronte occidentale di Remarque e perfino Guerra e pace di Tolstoj per fare solo pochissimi esempi. Conoscere le empieta' della guerra aiuta la pace. Le biblioteche, poi, dovrebbero disporre dei fondi necessari per mettere a disposizione dei lettori anche libri di autori contemporanei, sia di narrativa che di saggistica, che abbiano per argomento le guerre di oggi, le culture di oggi.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Eleonora Bellini: Sono molte, ricorderei in Italia "Azione nonviolenta" e il Gruppo Abele.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Eleonora Bellini: Quello del rifiuto di ogni guerra, delle tante guerre che ancora ci sono. Da ragazza, quando fini' finalmente la guerra in Vietnam ero fermamente convinta che quella sarebbe stata l’ultima: la conoscenza e la ragionevolezza avrebbero prevalso. Invece... Ma sono campi fondamentali anche quello del rispetto della natura, del pianeta - uomini, animali, vegetali - ai quali facciamo pure violenza quando enfatizziamo il loro sfruttamento esasperato, “innaturale”. Tutti i comportamenti che mirano ad uno stile di vita piu' sobrio e piu' essenziale mi sembrano importanti.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Eleonora Bellini: Capacita' di risolvere i conflitti senza ricorso alle armi. Caratteristiche: dialogo, esercizio della ragione, comportamenti di giustizia.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?

- Eleonora Bellini: Non sono femminista. E’ un’ovvieta', ma la violenza non abita sempre e solo dal lato maschile. Credo che quando le societa' hanno penalizzato e coartato le donne questa sia stata una questione di esercizio del potere e di oblio della giustizia piu' che meramente di genere. Quindi non penso che sempre ci sia un collegamento necessario e concreto tra impegno nonviolento e femminismo. Anche se e' innegabile che le femmine, nel corso della storia, abbiano subito piu' violenze dei maschi.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?

- Eleonora Bellini: Qui invece credo che le due cose vadano assieme, un comune imprescindibile rispetto per la natura.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani?

- Eleonora Bellini: Anche in questo caso, mi pare che si tratti di elementi imprescindibili dell’azione nonviolenta. Negare l’approccio violento e' già affermare i diritti altrui.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia?

- Eleonora Bellini: Come sopra, nell’azione per il rispetto della legge, della giustizia.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pratiche di liberazione; tra nonviolenza e pacifismo; tra nonviolenza e diritto alla salute e all'assistenza; tra nonviolenza e informazione; tra nonviolenza e riflessione nei vari campi teoretici e pratici dalla filosofia alle religioni, all'educazione, all'economia, al diritto e le leggi, all'etica e la bioetica, alla scienza e la tecnologia, alla riflessione storica e alla pratica storiografica?

- Eleonora Bellini: per quanto riguarda tutti questi ambiti, mi pare che la nonviolenza dovrebbe essere la componente fondante di tutti i comportamenti a favore dell’essere umano, particolarmente quando questi si trova in condizioni di svantaggio, di difficolta' personale o sociale. Poi, in realta', le cose non vanno cosi': sottili violenze si insinuano - senz’armi di ferro - perfino la' dove parrebbero essere contraddittorie, fuori posto, assurde. Sono di volta in volta le violenze psicologiche delle istituzioni totali (ospedali, scuole, chiese, carceri, nelle quali tutto si organizza non tanto in funzione dei singoli individui che vi sono ospitati quanto in funzione di un lubrificato meccanismo che perpetui e giustifichi l’istituzione stessa) per non parlare dei “bavagli” informativi/culturali/teorici che tanto spesso di questi tempi ci stringono.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche deliberative nonviolente ha una grande importanza il metodo del consenso: come lo caratterizzerebbe?

- Eleonora Bellini: Direi che dovrebbe essere esercizio della ragione - senza tregua. Approfondimento, ricerca, riflessione, anche creativita'. Altrimenti si rischia di confondere consenso con propaganda, come gia' e' avvenuto ed avviene. E la propaganda conduce all’imbonimento ed alla manipolazione delle persone, non certo alla loro consapevolezza.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Tra le tecniche operative della nonviolenza nella gestione e risoluzione dei conflitti quali ritiene piu' importanti, e perche'?

- Eleonora Bellini: L’esempio, soprattutto. Perche' e' inoppugnabile, inconfutabile. Non si discute, e' li' da vedere e basta.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come caratterizzerebbe la formazione alla nonviolenza e l'addestramento all'azione nonviolenta? E quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza? E quali esperienze in ambito scolastico ed universitario?

- Eleonora Bellini: Credo che ciascuno abbia un proprio personale percorso formativo, come testimoniano anche le diverse interviste proposte da voi. Incontrare la nonviolenza nell’azione, nella pratica, e' fondamentale. Istruzione, informazione, dibattito, letture sono il supporto necessario affinche' l’azione non sia improvvisazione, mero moto dell’animo (che sarebbe gia' molto). Tuttavia l’attuale sistema educativo, ormai sempre piu' inscheletrito, sbrigativo e mnemonico, finalizzato al conseguimento rapido del successo esteriore piuttosto che alla riflessione e all’approfondimento, non aiuta, soprattutto alle superiori. Avvicinando l’esperienza di alcune classi ho realizzato che molti temi importanti (la pace, ma anche l’ecologia) rischiano di essere banalizzati, ridotti a luoghi comuni; non entrano a far parte della vita quotidiana, dell’abituale visione del mondo e dei comportamenti che sono coerenti con essa. Non si trasformano in passione, insomma, ma rimangono lezioncine mandate a memoria per il tempo che necessita.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E perche' accade? E come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e l'efficacia della loro azione?Dovrebbero dotarsi di migliori forme di coordinamento? E se si', come? Dovrebbero dotarsi di ulteriori strumenti di comunicazione? E con quali caratteristiche? E quali rapporti tra nonviolenza e movimenti sociali, istituzioni, cultura, forze politiche, organizzazioni sindacali, agenzie della socializzazione, pratiche artistiche, e amicizia, percezione dell'unita' dell'umanita', e politica, e vita quotidiana, cura del territorio in cui si vive e cura delle persone con cui si vive?

- Eleonora Bellini: Credo che la via da percorrere sia quella della conoscenza, dell’informazione. Molto spesso proposte ed esperienze della nonviolenza rimangono sconosciute ai piu'. Qui gioca un grande ruolo - non positivo - l’informazione di massa, che non ubbidisce ad intenti di crescita culturale e sociale della popolazione, ma a quelli della “distrazione” e/o del profitto. Quindi non ha interesse a diffondere la conoscenza di percorsi di pensiero e di stili di vita alternativi. Per questo, come dicevo, mi pare abbia molta importanza l’esercizio di comportamenti esemplari, l’esempio costante e convinto di vita. E perfino il silenzio. E’ una strada nemmeno difficile, ma non e' detto che abbia successo. Siamo piu' abituati ai roboanti rumori di tromboni e cannoni che al canto dei grilli o delle cicale.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e intercultura, nonviolenza e conoscenza di se', nonviolenza e scienze umane, nonviolenza e linguaggio (ed anche: nonviolenza e semiotica), nonviolenza e stili di vita, nonviolenza e critica dell'industrialismo, nonviolenza e rispetto per i viventi, la biosfera, la "madre terra"; nonviolenza, compresenza, convivenza, scelte di vita comunitarie; nonviolenza, riconoscimento dell'altro, principio responsabilita', scelte di giustizia, misericordia; nonviolenza e coscienza del limite, nonviolenza e internet: quali relazioni?

- Eleonora Bellini: Tra queste “relazioni” la fondamentale mi pare quella con l’intercultura. La multiculturalita', che consiste nel conoscere l’altro e gli altri, ma anche nella disposizione all’ascolto fino al mettersi nei panni altrui, non puo' esistere in forma violenta.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Eleonora Bellini: Sono nata sulla sponda piemontese del Lago Maggiore poco dopo la meta' del secolo scorso. Ho studiato materie classiche e poi filosofia. Dopo alcuni anni di insegnamento sono diventata bibliotecaria e lo sono anche ora. Mi sono occupata dell’attivita' editoriale della biblioteca in cui lavoro. In questa tengo anche il coordinamento delle iniziative culturali (mostre, conferenze) e laboratori di poesia e di storia del libro per bambini e ragazzi. Tra le pubblicazioni - traduzioni, poesie, racconti e saggi - mi piace ricordarne qualcuna piu' recente: Il rumore dei treni, poesie con nota di Ariodante Marianni; Fuori dal nido, romanzo in cui la giovanissima protagonista impara a conoscere e ad affrontare diversita' e morte; Ninna nanna per una pecorella, libro filastrocca per i piu' piccini dal finale inatteso e fiducioso; Demone di malinconia, antologia di testi sull’accidia dal IV al XIV secolo. Tengo due blog, uno come assessore alla cultura di un piccolo Comune (culturalborgo.splinder.com), l’altro dedicato, molto liberamente, a libri e letture (leletturedidonchisciotte.blogspot.com).

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: C'e' qualcosa che vorrebbe aggiungere?

- Eleonora Bellini: Nulla, se non un grazie.

 
5. LA NONVIOLENZA OGGI IN ITALIA. PAOLO ARENA E MARCO GRAZIOTTI INTERVISTANO ALESSIO DI FLORIO
[Ringraziamo Paolo Arena (per contatti: paoloarena at fastwebnet.it) e Marco Graziotti (per contatti: graziottimarco at gmail.com) per averci messo a disposizione questa intervista ad Alessio Di Florio.

Per un profilo di Alessio Di Florio si veda la risposta all'ultima domanda di questa intervista]

 

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come e' avvenuto il suo accostamento alla nonviolenza?

- Alessio Di Florio: Qualche anno fa, leggendo sul "Manifesto" alcune iniziative contro l'imminente guerra contro l'Iraq. Dopo la primissima mobilitazione del 1999, fu per me quello il "battesimo pacifista". Approfondendo le tematiche pacifiste e nonviolente, in quell'occasione conobbi Mao Valpiana e il Movimento Nonviolento. Da li' e' cominciato un percorso che dura tuttora di accostamento alla nonviolenza.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali personalita' della nonviolenza hanno contato di piu' per lei, e perche'?

- Alessio Di Florio: Tra le viventi sicuramente Mao Valpiana, il presidente di Peacelink Alessandro Marescotti e l'allora segretario Carlo Gubitosa, Riccardo Orioles, don Luigi Ciotti, Alex Zanotelli, Tonio Dell'Olio, Peppe Sini, Gino Strada. Delle figure storiche sicuramente Aldo Capitini, il cui pensiero in questi anni di sfiducia nella politica e nei partiti e' ancora piu' prezioso e importante, Alexander Langer, Dino Frisullo, don Tonino Bello, don Lorenzo Milani e padre Ernesto Balducci, Tiziano Terzani.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali libri consiglierebbe di leggere a un giovane che si accostasse oggi alla nonviolenza? E quali libri sarebbe opportuno che a tal fine fossero presenti in ogni biblioteca pubblica e scolastica?

- Alessio Di Florio: Rispondere a questa domanda credo sia quasi impossibile. Tantissime sono le pubblicazioni e i libri che sono stati stampati e continuano ad essere stampati sulla nonviolenza e sui suoi tantissimi orizzonti. Ognuno di noi ha un suo percorso di vita e matura le sue scelte di vita. La nonviolenza, poi, e' laica per definizione, quindi non e' possibile individuarne un "canone".

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative nonviolente in corso oggi nel mondo e in Italia le sembrano particolarmente significative e degne di essere sostenute con piu' impegno?

- Alessio Di Florio: Per quanto mi riguarda personalmente non posso non citare i Beati costruttori di pace, l'informazione nonviolenta di Peacelink, Unimondo, "Il dialogo" e tantissime altre testate, Pax Christi, la stampa alternativa come la rivista "Casablanca" di Graziella Proto e Riccardo Orioles, l'impegno civile di persone come Nadia Furnari dell'Associazione antimafie "Rita Atria", Carlo Ruta e Pino Maniaci di Tele Jato, alcuni centri di ricerca e le "case" per la pace e la nonviolenza in diversi luoghi della penisola e, ovviamente, con tutte le sue contraddizioni la Tavola della pace. Ma l'elenco non e' certamente esaustivo, perche' tantissime realta' impegnate nella solidarieta' internazionale, nell'ecologismo e nel commercio equo e solidale, per esempio, sono tasselli preziosi del mosaico arcobaleno.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: In quali campi ritiene piu' necessario ed urgente un impegno nonviolento?

- Alessio Di Florio: Sicuramente, oltre a quelli tradizionali dell'obiezione di coscienza e del pacifismo internazionalista, quello sindacale e quello ecologista.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali centri, organizzazioni, campagne segnalarebbe a un giovane che volesse entrare in contatto con la nonviolenza organizzata oggi in Italia?

- Alessio Di Florio: Pax Christi, i Beati i costruttori di pace, Bilanci di giustizia, Sbilanciamoci, il Movimento Nonviolento, le campagne per i beni comuni e per la difesa dei territori dall'aggressione e dalla devastazione speculativa e militarista.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Come definirebbe la nonviolenza, e quali sono le sue caratteristiche fondamentali?

- Alessio Di Florio: Credo sia impossibile rispondere a questa domanda. La nonviolenza, per chi la vive nel profondo dell'animo e nella radicalita' della propria vita, coinvolge l'intera propria esistenza. E' un cammino continuo e, come tale, sempre in definizione.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e femminismo?

- Alessio Di Florio: Il rapporto non puo' che essere forte e profondo. Nella Carta del Movimento Nonviolento Aldo Capitini esplicitamente fece riferimento alle discriminazioni di genere. La consapevolezza femminile, l'uguaglianza e la non discriminazione non sono altro che tappe dell'emancipazione dell'uomo dalla violenza per costruire un futuro di armonia tra i viventi e nonviolento.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza ed ecologia?

- Alessio Di Florio: Ripartendo dalla parte finale della risposta precedente, le due non possono che essere strette sorelle. La nonviolenza puo' dare all'ecologia un respiro universale ed olistico ed una consapevolezza immensa nella costruzione di tale futuro.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza, impegno antirazzista e lotta per il riconoscimento dei diritti umani di tutti gli esseri umani?

- Alessio Di Florio: Il riconoscimento dell'altro (negato in guerra e nella violenza razzista) e' un passo importante per riconoscere che il futuro appartiene a tutti i viventi, al di la' di ogni divisione artificialmente creata dall'uomo. Difendere il diritto dell'altro alla vita e' impedire alle guerre e alle violenze di avvelenare il nostro futuro.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e lotta antimafia, tra nonviolenza e lotte del movimento dei lavoratori e delle classi sociali sfruttate ed oppresse, tra nonviolenza e lotte di liberazione dei popoli oppressi?

- Alessio Di Florio: Mi permetto di rispondere contemporaneamente alle tre domande. Perche' le mafie sono uno strumento di oppressione dell'uomo sull'uomo, cosi' come il classismo e lo sfruttamento dei popoli oppressi. La fine dell'oppressione e dello sfruttamento dell'uomo (e della donna) sull'uomo (e sulla donna) e' tra le premesse fondamentali dell'impegno nonviolento. Ed esso puo' rendere le persone consapevoli e coscienti dello sfruttamento e della propria situazione.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e pacifismo, antimilitarismo e disarmo?

- Alessio Di Florio: La pace e' la piu' nobile aspirazione dell'uomo. Sperare in un futuro senza eserciti (antimilitarismo) e senza armi (disarmo) e' tra le premesse. La nonviolenza fa si' che questa aspirazione non sia vuoto declamare, ma che si costruisca in scienza e coscienza quotidianamente.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e diritto alla salute e all'assistenza?

- Alessio Di Florio: Il diritto alla salute e' un diritto umano essenziale, quindi per un amante della nonviolenza non puo' che essere un campo d'azione importantissimo.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali rapporti vede tra nonviolenza e informazione?

- Alessio Di Florio: Aldo Capitini parlava esplicitamente di nonmenzogna. Gandhi di verita' e di lotta per essa. Lo stesso Mahatma era giornalista. L'informazione, quando e' vera, libera, scevra da poteri forti e da interessi violenti e di parte, e' strumento per svelare ogni menzogna e denunciare la violenza in tutti i suoi volti. La denuncia e l'impegno civile sono importanti nella consapevolezza dei popoli e dei cittadini e nello smontare l'oppressione dell'uomo sull'uomo.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione delle e sulle religioni?

- Alessio Di Florio: L'uomo, nella storia, si e' rivelato profondamente alla ricerca della propria spiritualita'. Le religioni e le chiese da sempre cercano di accogliere questa spiritualita' e di sistematizzarla. Esse possono contribuire ad arricchire l'animo umano e a coltivare la sua spiritualita'. Ma spesso non e' stato cosi'. Compito della nonviolenza puo' essere quello di liberare le religioni dalla loro violenza istituzionale e farle diventare un luogo di accoglienza e crescita dell'individuo e della societa'.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sull'economia?

- Alessio Di Florio: L'economia e' una necessita' delle societa', in quanto essa permette lo scambio tra le persone. Essa dovrebbe permettere agli individui la ricerca (e la soddisfazione) dei propri bisogni. Ma l'accumulazione egoistica, la violenta speculazione e il malaffare l'hanno trasformata in uno strumento di oppressione. Il persuaso della nonviolenza deve, per questo, denunciare i meccanismi perversi e violenti dello sfruttamento e della speculazione e sostenere le realta' di liberazione dell'uomo da essi.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Cosa apporta la nonviolenza alla riflessione sul diritto e le leggi?

- Alessio Di Florio: Il diritto e la legge sono nati per tutelare il piu' debole dalla sopraffazione del piu' forte. Oggi, e nella storia, spesso non e' stato cosi'. La consapevolezza nonviolenta deve impegnarsi perche' questo torni ad essere.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali mezzi d'informazione e quali esperienze editoriali le sembra che piu' adeguatamente contribuiscano a far conoscere o a promuovere la nonviolenza?

- Alessio Di Florio: Come gia' fatto sopra per altre domande, non posso che rispondere per quanto e' di mia conoscenza e fa parte della mia esperienza. Posso quindi rispondere Peacelink, Il dialogo, Unimondo con i quali collaboro, Misna, Mosaico di pace, i bollettini del Centro di ricerca per la pace, Azione nonviolenta, Eco, Gaia, Guerre & Pace, Il Manifesto, Carta, Altreconomia, Valori, il Notiziario della Rete Radie' Resch...

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: I movimenti nonviolenti presenti in Italia danno sovente un'impressione di marginalita', ininfluenza, inadeguatezza; e' cosi'? E perche' accade? E come potrebbero migliorare la qualita', la percezione e l'efficacia della loro azione?

- Alessio Di Florio: I due grossi problemi che viviamo sono quelli di essere considerati troppo "riformisti" e "moderati" rispetto ad altre esperienze, e la scarsa conoscenza delle nostre pratiche e delle nostre esperienze. Dovremmo quindi, per quanto le nostre esigue forze ce lo permettono, "sporcarci di piu' le mani" nelle realta' piu' varie e diverse, anche prendendoci rischi immensi, agendo nelle contraddizioni della societa' e nei movimenti, anche se non li sentiamo immediatamente molto vicini a noi.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e movimenti sociali, nonviolenza e istituzioni, nonviolenza e cultura, nonviolenza e forze politiche, nonviolenza e organizzazioni sindacali, nonviolenza e agenzie della socializzazione, nonviolenza e pratiche artistiche, nonviolenza e politica, nonviolenza e vita quotidiana, nonviolenza e cura del territorio in cui si vive: quali relazioni?

- Alessio Di Florio: Credo che per queste esperienze dell'agire sociale, che ne coinvolgono segmenti e momenti importanti, possa valere quanto gia' detto sull'impegno civile e su alcune istituzioni nelle risposte precedenti.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e amicizia: quale relazione? E come concretamente nella sua esperienza essa si e' data? Nonviolenza e percezione dell'unita' dell'umanita': quale relazione e quali implicazioni? Nonviolenza e cura delle persone con cui si vive: quale relazione? La nonviolenza dinanzi alla morte: quali riflessioni?

- Alessio Di Florio: Questi sono aspetti che coinvolgono ognuno di noi e le nostre relazioni sociali. La nonviolenza avvolge nel profondo e nella completezza l'individuo. Essa quindi puo' donarci un'apertura all'altro, una consapevolezza e una profondita' immensi.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale e' lo stato della nonviolenza oggi in Italia e nel mondo?

- Alessio Di Florio: Cosi' come altri movimenti (penso a quelli cosiddetti - con un termine orribile - "no global") viviamo oggi una contraddizione assurda e inspiegabile: quanto noi sosteniamo da sempre e' oggi evidente e sotto gli occhi di tutti, nella sua immensa devastazione e sterilita'. L'inutilita', la devastazione, l'insensatezza e la disumanita' della guerra e di ogni violenza e' esplosa in tutta la sua drammaticita'. Ma, nello stesso momento, siamo fragili e non riusciamo ad incidere. Dobbiamo riflettere su noi stessi, sul nostro impegno, sulle nostre contraddizioni per agire meglio e piu' in profondita'.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quale le sembra che sia la percezione diffusa della nonviolenza oggi

in Italia?

- Alessio Di Florio: Come gia' dicevo appariamo spesso troppo "riformisti" o "moderati" rispetto ad altre esperienze che (spesso solo di facciata!) si presentano come "rivoluzionarie" e "straordinarie"...

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Quali iniziative intraprendere perche' vi sia da parte dell'opinione pubblica una percezione corretta e una conoscenza adeguata della nonviolenza?

- Alessio Di Florio: Dobbiamo quindi rendere ancora piu' palesi ed evidenti le contraddizioni e l'assurdita' di ogni violenza, e far comprendere il valore liberante, rivoluzionario, profondo della nonviolenza.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e intercultura: quale relazione?

- Alessio Di Florio: Aldo Capitini esplicitamente si riferi' all'apertura all'altro quale elemento fondamentale della nonviolenza. Aprirsi all'altro, alla sua ricchezza e conoscenza, rispettarlo ed amarlo impedisce il nascere di ogni pensiero di sfruttamento, disprezzo e, in ultima istanza, di guerra.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e linguaggio (ed anche: nonviolenza e semiotica): quale relazione?

- Alessio Di Florio: La violenza purtroppo pervade l'orizzonte umano e il linguaggio ne risente profondamente. Un esempio puo' valere su tutti (coinvolgendo anche milioni di italiani e di persone nel mondo): il linguaggio sportivo. Spesso ascoltare una cronaca sportiva appare come la cronaca di un campo di battaglia, quanti termini militari e violenti! E questo accade ogni giorno. Il linguaggio e' espressione del disprezzo dell'altro, del sentirsi assediato e arroccato. La nonviolenza deve renderci consapevoli di questo e far cadere ogni assedio e ogni bellicismo quotidiano.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e stili di vita, critica dell'industrialismo, rispetto per i viventi, la biosfera, la "madre terra": quali implicazioni e conseguenze?

- Alessio Di Florio: Credo valga anche qui quanto detto prima sull'ecologismo, sull'impegno sociale e sulla lotta ad ogni sfruttamento e oppressione.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza come cammino: in quale direzione?

- Alessio Di Florio: La nonviolenza e' un cammino. Un cammino di liberazione e di speranza, di consapevolezza e di amore per la vita. Come disse Tiziano Terzani "l'importante non e' la meta, ma il camminare".

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Nonviolenza e internet: quale relazione? e quali possibilita'?

- Alessio Di Florio: Internet permette oggi di comunicare con culture, popoli, persone le piu' diverse e varie. Puo' ampliare immensamente la nostra cultura personale e abbattere ogni barriera tra le persone e i popoli. Allo stesso tempo permette ad ognuno di noi di essere parte attiva dell'informazione e della comunicazione. Ognuno di noi puo' svelare le menzogne del potere e dei signori della guerra e della violenza.

*

- Paolo Arena e Marco Graziotti: Potrebbe presentare la sua stessa persona (dati biografici, esperienze significative, opere e scritti...) a un lettore che non la conoscesse affatto?

- Alessio Di Florio: Alessio Di Florio e' nato nel 1984 in Abruzzo dove vive tutt'ora. Sostenitore del Movimento Nonviolento e di associazioni e movimenti impegnati nella solidarieta' internazionale, pacifista e ambientalista impegnato negli ultimi anni in campagne contro il razzismo e la violenza istituzionale in Italia (a partire dai Cie), contro la devastazione e la speculazione industriale ed edilizia, e in associazioni e movimenti come Pax Christi, l'Arci, il Wwf, l'Associazione antimafie "Rita Atria", alcune cooperative del commercio equo e solidale, l'Abruzzo social forum, Noi siamo Chiesa, l'Ecoistituto Abruzzo ed altri. Collabora con Peacelink, del cui nodo abruzzese e' responsabile, Unimondo, Girodivite, Censurati.it, Il Dialogo, Giovani e Missione, Social Press. Alcuni suoi articoli sono comparsi anche in altre riviste e siti internet d'informazione alternativa.

 
6. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE AL MEGA-AEROPORTO DI VITERBO E S'IMPEGNA PER LA RIDUZIONE DEL TRASPORTO AEREO
 
Per informazioni e contatti: Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at gmail.com
Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it
 
===================
COI PIEDI PER TERRA
===================
Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 294 del 16 luglio 2010
 
Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su:
 
Per non riceverlo piu':
nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe
In alternativa e' possibile andare sulla pagina web
http://web.peacelink.it/mailing_admin.html
quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione).
 
L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web:
 
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it