Telegrammi. 88



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 88 del primo febbraio 2010
 
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail:
nbawac at tin.it
 
Sommario di questo numero:
1. Si e' svolta a Viterbo la festa in onore del professor Osvaldo Ercoli
2. Anna Bravo presenta "A un passo dalla salvezza. La politica svizzera di respingimento degli ebrei durante le persecuzioni 1933-1945" di Silvana Calvo e "La persecuzione antiebraica. Dal fascismo al dopoguerra" di Fabio Levi
3. "Azione nonviolenta"
4. Indice dei "Telegrammi" di gennaio 2010
5. La "Carta" del Movimento Nonviolento
6. Per saperne di piu'
 
1. INCONTRI. SI E' SVOLTA A VITERBO LA FESTA IN ONORE DEL PROFESSOR OSVALDO ERCOLI
[Riceviamo e diffondiamo]
 
Si e' svolta domenica 31 gennaio 2010 presso il centro sociale autogestito "Valle Faul" la festa in onore del professor Osvaldo Ercoli in occasione del suo ottantesimo compleanno.
In un'atmosfera di grande commozione tanti amici, colleghi ed allievi del professor Ercoli hanno reso omaggio all'educatore, al matematico, all'uomo di pace, al difensore della legalita', dell'ambiente e dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
A testimoniare la gratitudine di tutti le parole di Antonella Litta, di Alfio Pannega, di Alessandro Pizzi, di Antonello Ricci, di Peppe Sini, e la presenza di tante persone rappresentative di rilevanti esperienze di impegno civile.
Molti i messaggi di auguri pervenuti da personalita' della societa' civile e delle istituzioni, tra essi quello dell'illustre magistrato Ferdinando Imposimato.
Dopo le testimonianze e i doni, un breve commosso discorso del festeggiato.
Poi la lieta convivialita', i canti, i conversari.
Da parte di tutti i presenti un corale ringraziamento al professor Ercoli per il suo magistero morale e civile, per la sua testimonianza di persona integra e generosa, per il suo essere un luminoso esempio "dell'umanita' come dovrebbe essere".
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Nota per la stampa a cura del Comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, in difesa della salute, dell'ambiente, della democrazia, dei diritti di tutti
Viterbo, 31 gennaio 2010
Per informazioni e contatti: e-mail: info at coipiediperterra.org, sito: www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it
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Breve notizia sul professor Osvaldo Ercoli
Osvaldo Ercoli, gia' professore amatissimo da generazioni di allievi, gia' consigliere comunale e provinciale, impegnato nel volontariato, nella difesa dell'ambiente, per la pace e i diritti di tutti, e' per unanime consenso nel viterbese una delle piu' prestigiose autorita' morali. Il suo rigore etico e la sua limpida generosita' a Viterbo sono proverbiali. E' tra gli animatori del comitato che si oppone al mega-aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo. Nel 2007 ha promosso un appello per salvare l'area archeologica, naturalistica e termale del Bulicame dalla devastazione.
 
2. MEMORIA. ANNA BRAVO PRESENTA "A UN PASSO DALLA SALVEZZA. LA POLITICA SVIZZERA DI RESPINGIMENTO DEGLI EBREI DURANTE LE PERSECUZIONI 1933-1945" DI SILVANA CALVO E "LA PERSECUZIONE ANTIEBRAICA. DAL FASCISMO AL DOPOGUERRA" DI FABIO LEVI
[Ringraziamo Anna Bravo (per contatti: anna.bravo at iol.it) per averci messo a disposizione questa sua duplice recensione apparsa su "Il foglio", dal titolo "Piccole e giuste".
Anna Bravo, storica e docente universitaria, vive e lavora a Torino, dove ha insegnato Storia sociale. Si occupa di storia delle donne, di deportazione e genocidio, resistenza armata e resistenza civile, cultura dei gruppi non omogenei, storia orale; su questi temi ha anche partecipato a convegni nazionali e internazionali. Ha fatto parte del comitato scientifico che ha diretto la raccolta delle storie di vita promossa dall'Aned (Associazione nazionale ex-deportati) del Piemonte; fa parte della Societa' italiana delle storiche, e dei comitati scientifici dell'Istituto storico della Resistenza in Piemonte, della Fondazione Alexander Langer e di altre istituzioni culturali. Luminosa figura della nonviolenza in cammino, della forza della verita'. Opere di Anna Bravo: (con Daniele Jalla), La vita offesa, Angeli, Milano 1986; Donne e uomini nelle guerre mondiali, Laterza, Roma-Bari 1991; (con Daniele Jalla), Una misura onesta. Gli scritti di memoria della deportazione dall'Italia,  Angeli, Milano 1994; (con Anna Maria Bruzzone), In guerra senza armi. Storie di donne 1940-1945, Laterza, Roma-Bari 1995, 2000; (con Lucetta Scaraffia), Donne del novecento, Liberal Libri, 1999; (con Anna Foa e Lucetta Scaraffia), I fili della memoria. Uomini e donne nella storia, Laterza, Roma-Bari 2000; (con Margherita Pelaja, Alessandra Pescarolo, Lucetta Scaraffia), Storia sociale delle donne nell'Italia contemporanea, Laterza, Roma-Bari 2001; Il fotoromanzo, Il Mulino, Bologna 2003; A colpi di cuore, Laterza, Roma-Bari 2008]
 
“Egregi signori consiglieri federali,
Non possiamo fare a meno di dirvi che noi alunne siamo profondamente indignate che i profughi vengano ricacciati cosi' spietatamente verso una sorte tragica. Si e' forse dimenticato completamente che Gesu' ha detto: 'Cio' che avete fatto al piu' piccolo tra voi, lo avete fatto a me”. Non ci saremmo mai immaginate che la Svizzera, l’isola di pace che pretende d’essere misericordiosa, avrebbe ributtato come bestie oltre la frontiera questi miseri esseri infreddoliti e tremanti. Non succedera' anche a noi quanto e' accaduto al ricco che ha ignorato il povero Lazzaro? A cosa ci servira' poter dire: si', nell’ultima guerra la Svizzera si e' comportata bene, se poi non avremo nulla da mostrare di buono che la Svizzera abbia fatto in questa guerra, in particolare per gli emigranti? (...) Quando ci e' stato chiesto di raccogliere contributi siamo state pronte a farlo per la nostra Patria (...). Per questo ci permettiamo di pregarvi di accogliere questi poverissimi senza patria. Vi salutiamo con stima e con sentimento patriottico”.
Seguono le firme.
IL Consiglio federale e' il governo centrale svizzero. Gli esseri scacciati come bestie sono gli ebrei che tentano di entrare nel paese, le autrici di questa lettera venti alunne quattordicenni della II C della SekundarSchule di Rorschach, una cittadina del cantone Sangallo. La data e' il 7 settembre 1942, in piena fase di chiusura dei confini.
E’ il primo atto di una storia imprevista, dove si avvicendano ministri, poliziotti, insegnanti, autorita' scolastiche, genitori. La racconta un bellissimo libro ricco di dati e fatti nuovi (Silvana Calvo, A un passo dalla salvezza. La politica svizzera di respingimento degli ebrei durante le persecuzioni 1933-1945, Zamorani, Torino 2010), in cui si guarda alle istituzioni e ai cittadini attraverso la lente delle normative e dei comportamenti verso gli ebrei.
Nell’Europa di quegli anni la Svizzera non rifulge. Certo, e' un paese accerchiato da regimi totalitari o collaborazionisti, vive di banche, valuta pregiata, esportazioni, e non puo' permettersi di rompere i suoi canali di commercio e scambio. Non ha un esercito imponente, e il III Reich potrebbe invaderla in pochi giorni - Belgio e Olanda hanno mostrato che dichiararsi neutrali e' una ben povera difesa. Tutto vero: la Svizzera e' in bilico, può far conto solo su se stessa, non dispone di risorse infinite. Deve adattarsi.
L’altra faccia e' che si tratta di un paese dove le istituzioni funzionano, nessuno fa la fame, si possono trovare beni di consumo, sigarette, farmaci, oggetti che altrove sono un ricordo. Un paese che ha una milizia popolare addestrata, un sistema di fortificazione alpina, un popolo con forti sentimenti patriottici. E una lunga tradizione di accoglienza agli esuli politici.
Ma non agli ebrei, che premono dai confini austriaco, tedesco, poi francese e italiano, e che - sostiene un documento ufficiale - non sono in alcun modo assimilabili ai politici, per i quali la porta e', se non aperta, socchiusa. Vanno ributtati indietro al luogo di provenienza, a volte sono letteralmente passati di mano, da gendarme svizzero a gendarme tedesco, a milite di Salo', a poliziotto italiano o francese. Come agli altri Stati europei, alla Svizzera la sorte degli ebrei non importa affatto. Storia nota.
Sola, meravigliosa eccezione e' la Danimarca occupata, dove nell’ottobre 1943, appena si viene a sapere che i tedeschi stanno preparando deportazioni di massa, scatta l’azione congiunta delle istituzioni e dei cittadini, che riescono a traghettare nella sicura Svezia piu' del 90% dei 7.695 ebrei danesi, e tedeschi rifugiati - che fatica trattenersi dal raccontare la vicenda per intero! Hannah Arendt scrivera' che l’esempio della Danimarca, unico Stato insignito come tale del titolo di “Giusto tra le nazioni”, avrebbe dovuto essere proposto agli studenti di scienze politiche, per far capire a quali risultati puo' arrivare una lotta nonviolenta, sorretta da una buona coesione sociale, dal riconoscimento popolare nelle istituzioni. E dalla convinzione che l’uguaglianza non e' un principio negoziabile.
In Svizzera finisce invece per esserlo, se non in linea teorica, nei fatti. Per una terra d’asilo, e' una scelta stridente, che il governo cerca di far passare con una campagna di organizzazione del consenso. Si comincia da quel caposaldo politico/simbolico che consiste nel dare un nome alle persone - per gli ebrei il termine ufficiale e' “emigranti”, non profughi o rifugiati, che alludono al dovere di accoglienza. Si continua insistendo sui pericoli per l’ordine pubblico, sulla scarsita' di risorse, sull’assistenza gravosa, sul sovraffollamento - ma secondo i dati raccolti nell’appendice del volume, i “profughi civili” sono stati 51.219, di cui 21.304 “profughi ebrei” e 6.654 “emigranti ebrei”;  e del loro sostentamento si sono fatti carico i correligionari svizzeri.
Si gioca anche la carta degli stereotipi, e non importa se si contraddicono a vicenda: gli ebrei sono troppo legati fra loro, ma nello stesso tempo straordinariamente abili nell’infiltrarsi. Peseranno come parassiti sui bilanci, o all’opposto faranno carriera e denaro ai danni degli svizzeri - allo sterotipo dell’ebreo avido e astuto non si rinuncia neppure in situazione estrema. Ma il successo e' parziale.
Nonostante le limitazioni introdotte con la guerra, la Svizzera resta un paese democratico, dove la stampa ha buoni margini di liberta' e le notizie circolano. Con il risultato che ormai si sa a quale destino vanno incontro gli ebrei respinti; e che nascono reti di aiuto composte di cittadini, associazioni ebraiche e non, membri delle istituzioni - poliziotti, diplomatici, esponenti dei governi cantonali, guardie di frontiera. Una piccola minoranza periodicamente scardinata dalla polizia, ma capace di salvare delle vite.
A Rorschach, paese di confine, l’idea della lettera matura quando le alunne leggono su un giornale il racconto di un respingimento particolarmente brutale; in passato qualcuna ha assistito a scene simili. Decidono in fretta, scrivono sentendosi doppiamente nel giusto. Perche' amano la Svizzera, e perche' si richiamano a una ragione che giudicano superiore a quelle della politica: “E’ possibile che voi abbiate ricevuto l’ordine di non accogliere ebrei, ma questa e' certamente la volonta' di Dio, e noi dobbiamo ubbidire piu' a Lui che agli uomini”.
Il secondo atto e' truce. Gli uomini del Consiglio federale si scandalizzano, si allarmano. Con ragione: una parte dei cittadini sta aiutando gli ebrei a entrare nel paese in violazione della legge, altri lo sanno e tacciono. Ora protestano persino i bambini; peggio, le bambine. Brucia l’accenno a ordini venuti dall’esterno, che ricorda l’espulsione degli anarchici a fine ottocento: “Elvezia il tuo governo schiavo d’altrui ti rende”, dice un verso di Addio Lugano.
Il ministro per la sicurezza interna von Steiger, lo stesso uomo che ha coniato la metafora “la barca e' piena”, trasforma la lettera in un affare di Stato. Prepara una lunghissima risposta, squadernando l’intera gamma dei valori cristiani e civici - tranne il dovere della solidarieta' con i disperati. La discute con i colleghi, decide di non spedirla per non dare troppo rilievo al caso, e di aprire invece un’inchiesta a Rorschach per scovare gli istigatori. Ci sono genitori aperti, forse addirittura socialisti, saranno loro. C’e' un insegnante presunto antimilitarista, sara' lui, e si progetta di incriminarlo penalmente. L’ultimo pensiero e' che la ragazzine abbiano fatto da sole. A conferma - rubo il titolo a Simona Vinci - che dei bambini non si sa niente. Vale in parte anche per la Shoah. Nella letteratura e nella storiografia c’e' molto sui piccoli prigionieri, quasi il vuoto sui piccoli soccorritori. Che pure ci sono stati. Bambini che accompagnavano gli ebrei alla frontiera, che portavano messaggi; che nei ghetti polacchi facevano sopravvivere le famiglie con piccoli furti e commerci. Bambini che mentivano alle Ss: “qui non c’e' nessuno”.
Alla fine si deve riconoscere che gli istigatori non esistono. Interrogate pesantemente, alcune ragazzine si spaventano un po’, altre si scusano per i termini piu' severi, ma non “abiurano” affatto.
La storia viene messa a tacere: ma dopo questa e altre lettere, il governo deve ammorbidire per vari mesi la sua politica - variare le disposizioni per l’asilo a seconda del clima nazionale e' una costante. Come e' una costante il tentativo di evitare che i respingimenti avvengano sotto gli occhi della gente, a costo di lasciare che i profughi penetrino per qualche chilometro in territorio svizzero: per passare dalla norma giuridica alla norma etica, la spinta decisiva e' spesso l’incontro faccia a faccia con la sofferenza dei perseguitati.
Decenni dopo, alcune ex ragazzine rievocano la vicenda con una tranquillita' che sembra la versione adulta della lucida freschezza di allora. Sfido chiunque a non innamorarsi di questa storia.
E un po’ anche dell’autrice, che non e' un’accademica o una giovane studiosa in carriera, e' una signora svizzera in pensione da un impiego pubblico e con un grande amore per la ricerca. Sebbene non l’abbia mai vista, la immagino mentre raccoglie bozze di lettere, lettere, verbali di interrogatori, commenti della stampa, dichiarazioni politiche; mentre segue le tracce delle sovversive di Rorschach. E mentre impara il mestiere nel rapporto magistrale con il suo docente. Che e' Fabio Levi, autore di una quantita' di opere di storia degli ebrei, e ora de La persecuzione antiebraica. Dal fascismo al dopoguerra (Zamorani, Torino). Una raccolta di saggi che andrebbero recensiti uno per uno, ma che nascono tutti dal desiderio di riconsiderare le cristallizzazioni piu' comuni fra gli storici (e non solo).
Il primo bersaglio e' l’identificazione generalizzata e univoca degli ebrei con il destino di vittime. Per quanto esistano, scrive Levi, aspetti di continuita' fra la persecuzione del '38-'45 e le norme discriminatorie precedenti all’emancipazione, ci sono state fasi e situazioni relativamente propizie alla formazione di soggettivita' diverse. Con l’affermazione dei principi liberali, possono moltiplicarsi i modi di essere e sentirsi ebrei: osservanti, credenti, agnostici, patriottici o meno, bendisposti oppure ostili verso i matrimoni misti. E, non diversamente dal resto degli italiani, fascisti, antifascisti, politicamente indifferenti. Persino nella condizione di vittime assolute del ‘38-'45, ci sono reazioni e strategie di sopravvivenza diverse, da chi tiene unita la famiglia - quel che Bettelheim imputava ai Frank - a chi sceglie di dividerla perche' da soli o in coppia e' piu' facile trovare rifugio. Anche se quasi sempre ci si salva per caso, ogni vittima ha una storia propria.
C’e' poi, ed e' ben radicata, una doppia convinzione: che alla spietatezza dei vertici abbia corrisposto una relativa tolleranza delle amministrazioni periferiche; che l’inefficienza delle istituzioni abbia giocato a favore degli ebrei. Visione ottimistica la prima, pseudoromantica la seconda, che idoleggia il disordine e che i fatti provvedono a smentire: l’inefficienza poteva giovare, cosi' come poteva dare spazio a ricatti, arbitrii, inganni.
Un terzo snodo e' la riflessione sulle diverse letture del rapporto Italia/Shoah. Il mito nazionale del buon italiano oggi e' moribondo, come e' giusto, visto che al tempo del fascismo e della guerra erano moribondi il senso della giustizia e dell’onore: in Italia hanno vissuto opportunisti, eroi veri, veri miserabili. Basta pensare al funzionario che nel ‘38 va a scrutare le lapidi del cimitero ebraico di Milano per scoprire le quote di sangue “sbagliato” di un cittadino. Ma dicono molto anche l’adesione plebiscitaria dei professori universitari (1.237 su 1.250) alla richiesta di giurare fedelta' al regime, il silenzio di fronte alle leggi razziste del ‘38, la tranquilla accettazione, salvo casi isolatissimi, delle cattedre tolte ai titolari ebrei - il tradimento dei chierici ha una lunga storia. Del resto, la stessa Resistenza e' poco sensibile alla condizione degli ebrei - e parecchi ebrei fanno la Resistenza sentendosi in primo luogo antifascisti.
Levi, che non e' certo incline a demonizzare gli italiani e ne valorizza anzi l’opera di soccorso, mostra pero' che a guerra finita il paese non sembra molto interessato a farsi perdonare. Dichiarandosi tutt’altra cosa dal regime, la repubblica rigetta ogni responsabilita' per il passato e centellina riassunzioni e risarcimenti, seguita da banche, sindacati, organizzazioni imprenditoriali. La restituzione dei beni va a rilento, ai professori rientrati si nega la vecchia cattedra.
A volte si dice che gli italiani amano sentirsi buoni piuttosto che giusti. Questo libro, argomentatissimo e a tratti sorprendente, suggerisce anche che la “bonta'” dura poco e costa poco: giusto il tempo e lo sforzo di esternare quel profluvio di buoni sentimenti verso le vittime, che all’indomani della liberazione infastidiva Giacomo Debenedetti, il primo a raccontare in 16 ottobre 1943 il dolore degli ebrei italiani.
 
3. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA"
 
"Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo.
Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 29 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona.
E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".
 
4. MATERIALI. INDICE DEI "TELEGRAMMI" DI GENNAIO 2010
 
* "Telegrammi", numero 57 del primo gennaio 2010: 1. Peppe Sini: Quattro tranci di vite tranciate. Un racconto di natale dal vero; 2. Fermare la guerra e le stragi; 3. Associazione "Respirare": L'insostenibile pesantezza del trasporto aereo; 4. Indice dei "Telegrammi" di dicembre 2009; 5. "Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni librarie; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 58 del 2 gennaio 2010: 1. Aut aut; 2. Gli sproloqui di Griso Barracane: Poiche' vi e' una sola umanita'; 3. Ricciardo Aloisi: Samsara; 4. Una lettera del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo alla candidata alla presidenza della Regione Lazio Polverini; 5. "Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni librarie: 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento: 8. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 59 del 3 gennaio 2010: 1. Ricordi?2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 4. Cosa fare; 5. "Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni librarie; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 60 del 4 gennaio 2010: 1. Un solo giorno; 2. Un carteggio ed una collaborazione tra la dottoressa Antonella Litta ed il professor Eberhard Greiser; 3. Una lettera della dottoressa Antonella Litta al Comune di Ronciglione sulla situazione delle acque del lago di Vico; 4. Una lettera della dottoressa Antonella Litta alla Asl di Viterbo sulla situazione delle acque del lago di Vico; 5. Una lettera della dottoressa Antonella Litta al Prefetto di Viterbo sulla situazione della discarica di Monte Jugo; 6. "Azione nonviolenta"; 7. Segnalazioni librarie; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 61 del 5 gennaio 2010: 1. Difendere la Costituzione. Abolire le leggi criminali e criminogene, incostituzionali ed antigiuridiche, del governo della guerra e del razzismo; 2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 4. Cosa fare; 5. "Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni librarie; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 62 del 6 gennaio 2010: 1. La Costituzione antifascista; 2. Un incontro di studio a Viterbo; 3. Il 10 gennaio a Viterbo; 4. Per contrastare il razzismo; 5. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 6. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 7. Cosa fare; 8. "Azione nonviolenta"; 9. Segnalazioni librarie; 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 11. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 63 del 7 gennaio 2010: 1. Le stragi quotidiane; 2. L'assessore all'Ambiente della Regione Lazio scrive al "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo. Se l'assessore e' sincero, allora deve opporsi al mega-aeroporto; 3. Un movimento antiapartheid in Italia; 4. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 5. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 6. Cosa fare; 7. "Azione nonviolenta"; 8. Segnalazioni librarie; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 64 dell'8 gennaio 2010: 1. Opporsi; 2. Verso la fine ignominiosa di una squallida truffa; 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 4. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 5. Cosa fare; 6. "Azione nonviolenta"; 7. Segnalazioni librarie; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 65 del 9 gennaio 2010: 1. Peppe Sini: Una nuova fase nella lotta nonviolenta contro il colpo di stato razzista, in difesa della legalita' costituzionale e dei diritti umani di tutti gli esseri umani; 2. Con gli immigrati, contro la violenza; 3. La rivolta degli schiavi; 4. Il ministro del pogrom; 5. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94; 6. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo; 7. Cosa fare; 8. La dottoressa Antonella Litta scrive alla senatrice Emma Bonino; 9. Anche il presidente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati vittima di una squallida mistificazione; 10. "Azione nonviolenta"; 11. Segnalazioni librarie; 12. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 13. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 66 del 10 gennaio 2010: 1. Peppe Sini: Governo razzista e potere mafioso coalizzati nello schiavizzare e perseguitare i migranti. E' l'ora dell'insurrezione nonviolenta del popolo italiano in difesa della Costituzione repubblicana, della legalita' democratica, dei diritti umani di tutti gli esseri umani; 2. Giobbe Santabarbara: Elezioni; 3. Oggi a Viterbo; 4. L'11 gennaio 2010 il Comitato contro il mega-aeroporto fuorilegge incontra l'assessore regionale all'ambiente; 5. L'associazione "Respirare" scrive alle candidate alla presidenza della Regione Lazio; 6. "Azione nonviolenta"; 7. Segnalazioni librarie; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 67 dell'11 gennaio 2010: 1. Con le sorelle e i fratelli migranti, contro la mafia e il razzismo; 2. Sezione Anpi "Emilio Sugoni" di Nepi: In difesa della Costituzione; 3. I partecipanti all'incontro di formazione nonviolenta del 10 gennaio a Viterbo solidali con i migranti. Contro la schiavitu', contro il razzismo, contro la violenza, per i diritti umani di tutti gli esseri umani; 4. Il comitato che si oppone al mega-aeroporto fuorilegge scrive al presidente della Commissione Trasporti della Camera; 5. Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo scrive a Emma Bonino, candidata alla presidenza della Regione Lazio; 6. "Azione nonviolenta"; 7. Segnalazioni librarie; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 68 del 12 gennaio 2010: 1. Peppe Sini: Occorre un'insurrezione nonviolenta contro il regime dell'apartheid; 2. L'indispensabile; 3. Il comitato contro il mega-aeroporto fuorilegge ha incontrato l'assessore regionale all'ambiente; 4. "Azione nonviolenta"; 5. Segnalazioni librarie; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 69 del 13 gennaio 2010: 1. Peppe Sini: Cio' che servirebbe: uno sciopero generale nazionale contro razzismo, schiavitu', mafie; 2. Si e' svolto il settimo incontro del percorso di formazione e informazione nonviolenta al centro sociale "Valle Faul" a Viterbo; 3. Associazione "Respirare": Salvare il Bulicame, potenziare le ferrovie, evitare un disastro sanitario; 4. "Azione nonviolenta"; 5. Segnalazioni librarie; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 70 del 14 gennaio 2010: 1. Contro schiavitu', mafie, pogrom e apartheid occorre uno sciopero generale; 2. Oggi in Italia; 3. Un incontro di studio a Viterbo su mobilita' appropriata e prospettiva ecoequosolidale; 4. "Azione nonviolenta"; 5. Segnalazioni librarie; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 71 del 15 gennaio 2010: 1. L'ordine regna a Varsavia; 2. Frattanto la guerra; 3. Solidarieta' con la popolazione di Haiti vittima del sisma; 4. Una lettera al Ministro della Salute; 5. "Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni librarie; 7. Indice completo di "In cammino verso Assisi" (agosto-settembre 2000); 8. Indice dei numeri 1-30 (settembre-ottobre 2000) de "La nonviolenza e' in cammino"; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 72 del 16 gennaio 2010: 1. Annamaria Rivera: Dopo Rosarno; 2. Peppe Sini: Contro la dittatura razzista l'insurrezione nonviolenta; 3. La guerra; 4. Dal parlamento europeo solidarieta' all'impegno del comitato contro il mega-aeroporto fuorilegge; 5. Il 17 gennaio a Viterbo; 6. "Azione nonviolenta"; 7. Segnalazioni librarie; 8. Indice dei numeri 31-76 (novembre-dicembre 2000) de "La nonviolenza e' in cammino"; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 73 del 17 gennaio 2010: 1. Dinanzi; 2. Ripudia la guerra; 3. Il comitato chiede che i candidati alle elezioni provinciali e regionali si esprimano sulla minaccia del mega-aeroporto fuorilegge; 4. "Azione nonviolenta"; 5. Segnalazioni librarie; 6. Indice dei numeri 77-135 (gennaio-febbraio 2001) de "La nonviolenza e' in cammino"; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 74 del 18 gennaio 2010: 1. La nonviolenza contro il colpo di stato razzista; 2. La nonviolenza contro la guerra; 3. Da Viterbo solidarieta' con le vittime del terremoto di Haiti; 4. "Azione nonviolenta"; 5. Segnalazioni librarie; 6. Indice dei numeri 136-214 (marzo-agosto 2001) de "La nonviolenza e' in cammino"; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 75 del 19 gennaio 2010: 1. Una soltanto; 2. Si e' svolto l'ottavo incontro del percorso di formazione e informazione nonviolenta al centro sociale "Valle Faul" a Viterbo; 3. Anni di squallide menzogne e di indegne manovre della lobby del mega-aeroporto hanno gia' gravemente danneggiato Viterbo e l'Alto Lazio; 4. "Azione nonviolenta"; 5. Segnalazioni librarie; 6. Indice dei numeri 215-244 (settembre 2001) de "La nonviolenza e' in cammino"; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 76 del 20 gennaio 2010: 1. La stessa empatia; 2. Associazione "Respirare": Analisi concreta e responsabilita' globale nelle scelte amministrative locali; 3. "Azione nonviolenta"; 4. Segnalazioni librarie; 5. Indice dei numeri 245-274 (ottobre 2001) de "La nonviolenza e' in cammino"; 6. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 7. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 77 del 21 gennaio 2010: 1. Oggi; 2. "Azione nonviolenta"; 3. Segnalazioni librarie; 4. Indice dei numeri  275-304 (novembre 2001) de "La nonviolenza e' in cammino"; 5. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 6. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 78 del 22 gennaio 2010: 1. Peppe Sini: Amarcord; 2. Qui e adesso; 3. Il 24 gennaio a Viterbo; 4. Imbroglioni ed imbrogliati; 5. "Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni librarie; 7. Indice dei numeri 305-328 (dicembre 2001) de "La nonviolenza e' in cammino"; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 79 del 23 gennaio 2010: 1. De hominis dignitate; 2. A Viterbo il 24 gennaio; 3. A Nepi il 27 gennaio; 4. A Soriano nel Cimino il 27 gennaio; 5. Primo Levi: Shema'; 6. Primo Levi: Alzarsi; 7. Primo Levi: Si immagini ora un uomo; 8. Primo Levi: Che appunto perche'... 9. Primo Levi: Verso il mezzogiorno del 27 gennaio 1945; 10. Primo Levi: Hurbinek; 11. Primo Levi: Approdo; 12. Primo Levi: La bambina di Pompei; 13. Primo Levi: Non ci sono demoni... 14. Primo Levi: Partigia; 15. Primo Levi: Il superstite; 16. Primo Levi: Contro il dolore; 17. Primo Levi: Canto dei morti invano; 18. Primo Levi: Agli amici; 19. Primo Levi: La vergogna del mondo; 20. Primo Levi: Il nocciolo di quanto abbiamo da dire; 21. "Azione nonviolenta"; 22. Segnalazioni librarie; 23. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 24. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 80 del 24 gennaio 2010: 1. Primo Levi: Al visitatore; 2. Oggi a Viterbo; 3. A Soriano nel Cimino il 27 e il 29 gennaio; 4. Parroletti e Bartoncini; 5. "Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni librarie; 7. Indice dei numeri 329-370 (gennaio-settembre 2002) de "La nonviolenza e' in cammino"; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 81 del 25 gennaio 2010: 1. Opporsi al colpo di stato razzista. Con la forza della nonviolenza; 2. Raffaello Saffioti: Una lettera aperta ad Andrea Cozzo; 3. Maria G. Di Rienzo: Donne vittime di violenza domestica; 4. A Soriano nel Cimino il 27 e il 29 gennaio; 5. "Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni librarie; 7. Indice dei numeri 371-401 (ottobre 2002) de "La nonviolenza e' in cammino"; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 82 del 26 gennaio 2010: 1. Il 31 gennaio 2010 il comitato contro il mega-aeroporto festeggia gli ottanta anni del professor Osvaldo Ercoli al centro sociale autogestito "Valle Faul" a Viterbo; 2. Maria G. Di Rienzo: Donne migranti invisibili; 3. Si e' svolta al centro sociale autogestito "Valle Faul" di Viterbo una lettura di opere di Primo Levi in preparazione della Giornata della memoria; 4. A Soriano nel Cimino il 27 e il 29 gennaio; 5. "Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni librarie; 7. Indice dei numeri 402-431 (novembre 2002) de "La nonviolenza e' in cammino"; 8. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 9. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 83 del 27 gennaio 2010: 1. Peppe Sini: Oggi; 2. Antonella Litta: La memoria della Shoah; 3. Umberto Santino: Sullo sgombero del Laboratorio Zeta a Palermo; 4. Maria G. Di Rienzo: Donne creatrici di pace; 5. Oggi a Soriano; 6. Il 31 gennaio a Viterbo; 7. "Azione nonviolenta"; 8. Segnalazioni librarie; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 84 del 28 gennaio 2010: 1. L'umanita' contro il razzismo; 2. Si e' svolto presso la biblioteca comunale di Soriano nel Cimino un incontro di riflessione nel Giorno della memoria della Shoah; 3. Si e' svolto il nono incontro del percorso di formazione e informazione nonviolenta al centro sociale "Valle Faul" a Viterbo; 4. Antonella Litta: Osvaldo Ercoli educatore al rigore morale e all'impegno civile; 5. "Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni librarie; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 85 del 29 gennaio 2010: 1. Piccolo epitaffio per Primo Levi; 2. Peppe Sini: Una testimonianza di gratitudine per Osvaldo Ercoli; 3. Celebrata a Nepi la Giornata della memoria della Shoah; 4. Oggi a Soriano nel Cimino; 5. A Viterbo il 31 gennaio; 6. Quelli che... mentono sapendo di mentire; 7. "Azione nonviolenta"; 8. Segnalazioni librarie; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 86 del 30 gennaio 2010: 1. Antonella Litta: Alla scuola di Gandhi; 2. Commemorato Gandhi a Viterbo; 3. Una festa in onore del professor Osvaldo Ercoli; 4. Vandali al Bulicame; 5. Si e' svolto un incontro di studio sui diritti umani il 28 gennaio a Viterbo; 6. Il 31 gennaio a Viterbo; 7. "Azione nonviolenta"; 8. Segnalazioni librarie; 9. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 10. Per saperne di piu'.
* "Telegrammi", numero 87 del 31 gennaio 2010: 1. Come; 2. Oggi a Viterbo; 3. Omaggio al professor Osvaldo Ercoli; 4. Gli auguri dell'illustre magistrato Ferdinando Imposimato al professor Osvaldo Ercoli; 5. "Azione nonviolenta"; 6. Segnalazioni librarie; 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento; 8. Per saperne di piu'.
 
5. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
 
6. PER SAPERNE DI PIU'
 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 88 del primo febbraio 2010
 
Telegrammi della nonviolenza in cammino proposti dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail:
nbawac at tin.it, sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
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