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Minime. 974
- Subject: Minime. 974
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 15 Oct 2009 00:48:08 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 974 del 15 ottobre 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Centro interconfessionale per la pace: Adesione alla manifestazione antirazzista di sabato 17 ottobre 2009 2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo 4. Cosa fare 5. Biagio Bonardi intervista Oreste Aime su Paul Ricoeur (2008) 6. Elisabetta Rasy presenta "I loro occhi guardavano Dio" di Zora Neale Hurston 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento 8. Per saperne di piu' 1. INIZIATIVE. CENTRO INTERCONFESSIONALE PER LA PACE: ADESIONE ALLA MANIFESTAZIONE ANTIRAZZISTA DI SABATO 17 OTTOBRE 2009 [Dagli amici del Centro interconfessionale per la pace di Roma (per contatti: via Ostiense 152, 00154 Roma, tel. e fax: 0657287347, e-mail: cipax-roma at libero.it, siti: www.cipax-roma.it e anche www.evangelodalbasso.net) riceviamo e diffondiamo] Carissime, carissimi, come già saprete il Centro interconfessionale per la pace (Cipax) ha aderito alla manifestazione nazionale contro ogni forma di razzismo, che si terra' a Roma il 17 ottobre prossimo. La manifestazione partira' alle 14,30 da Piazza della Repubblica. Come al solito ci diamo appuntamento a Piazza Esedra, di fronte alla Chiesa di Santa Maria degli Angeli. Vi invitiamo ad essere presenti fisicamente o moralmente a questo appuntamento che, oltretutto, si inserisce pienamente nel nostro cammino di ricerca di quest'anno. Di seguito l'appello del comitato nazionale promotore. Auguri di pace e gioia. Centro interconfessionale per la pace * Allegato: Appello di convocazione della manifestazione del 17 ottobre 2009 Il 7 ottobre del 1989 centinaia di migliaia di persone scendevano in piazza a Roma per la prima grande manifestazione contro il razzismo. Il 24 agosto dello stesso anno a Villa Literno, in provincia di Caserta, era stato ucciso un rifugiato sudafricano, Jerry Essan Masslo. A 20 anni di distanza, il razzismo non e' stato sconfitto, continua a provocare vittime e viene alimentato dalle politiche del governo Berlusconi. Il "pacchetto sicurezza" approvato dalla maggioranza di centrodestra risponde ad un intento persecutorio, introducendo il reato di "immigrazione clandestina" e un complesso di norme che peggiorano le condizioni di vita dei migranti, ne ledono la dignita' umana e i diritti fondamentali. Questa drammatica situazione sta pericolosamente incoraggiando e legittimando nella societa' la paura e la violenza nei confronti di ogni diversita'. Intanto, nel canale di Sicilia, ormai diventato un vero e proprio cimitero marino, continuano a morire centinaia di esseri umani che cercano di raggiungere le nostre coste. E' il momento di reagire e costruire insieme una grande risposta di lotta e solidarieta' per difendere i diritti di tutte e tutti rifiutando ogni forma di discriminazione e per fermare il dilagare del razzismo. Pertanto facciamo appello a tutte le associazioni laiche e religiose, alle organizzazioni sindacali, sociali e politiche, a tutti i movimenti, a ogni persona a scendere in piazza il 17 ottobre per dare vita ad una grande manifestazione popolare in grado di dare voce e visibilita' ai migranti e all'Italia che non accetta il razzismo sulla base di queste parole d'ordine: - No al razzismo; - Regolarizzazione generalizzata per tutti; - Abrogazione del pacchetto sicurezza; - Accoglienza e diritti per tutti; - No ai respingimenti e agli accordi bilaterali che li prevedono; - Rottura netta del legame tra il permesso di soggiorno e il contratto di lavoro; - Diritto di asilo per rifugiati e profughi; - Chiusura definitiva dei Centri di Identificazione ed Espulsione (Cie); - No alla contrapposizione fra italiani e stranieri nell'accesso ai diritti; - Diritto al lavoro, alla salute, alla casa e all'istruzione per tutte e tutti; - Mantenimento del permesso di soggiorno per chi ha perso il lavoro; - Contro ogni forma di discriminazione nei confronti delle persone gay, lesbiche, transgender; - A fianco di tutti i lavoratori e le lavoratrici in lotta per la difesa del posto di lavoro. Comitato 17 ottobre 2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94 Alla Procura della Repubblica di ... Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art. 1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico riferimento a: a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla Costituzione della Repubblica Italiana; b) violazione dei diritti dei bambini; c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione esistenziale; d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui all'art. 10 Cost.; e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO Alla Procura della Repubblica di ... Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3, commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita' e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali dell'ordinamento giuridico vigente. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 4. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione dei carabinieri. Puo' essere anche inviato per posta. Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve recare un indirizzo per ogni comunicazione. * Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre istituzioni statali centrali). Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel capoluogo di provincia). Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu' dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni. * Indirizzi cui inviare gli esposti: Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione. Comunque solitamente: - l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio: procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio: tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it (analogamente per le altre province). - Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e' uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). - Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). - E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). Quanto alle istituzioni nazionali: - Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour, 00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it - Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187 Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it; sito: www.cortecostituzionale.it - Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370, 00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it - Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito: www.camera.it - Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel. 0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it - Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it; sito: www.csm.it - Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma; fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito: www.quirinale.it Quanto alle istituzioni sovranazionali: - Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047 Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555; sito: www.europarl.europa.eu Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito: http://ec.europa.eu/index_it.htm - Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg (France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito: www.coe.int/DefaultIT.asp - Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters, Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York (Usa); sito: www.un.org * Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata). Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa. * Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani. * Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro. 5. RIFLESSIONE. BIAGIO BONARDI INTERVISTA ORESTE AIME SU PAUL RICOEUR (2008) [Da "Vita pastorale", n. 7, luglio 2008, col titolo "Un saggio di Oreste Aime. La filosofia riflessiva di Ricoeur" e il sommario "Non e' impresa da poco accostarsi all'opera di uno dei piu' importanti pensatori francesi, iniziatore di 'un nuovo modo di filosofare'. L'analisi della sua opera e' complessa. Un aiuto considerevole ci viene da Senso e essere. La filosofia riflessiva di Paul Ricoeur, un ampio e documentato studio dedicato al grande filosofo d'oltralpe, opera di Oreste Aime, docente di filosofia alla Facolta' teologica di Torino] Nel panorama filosofico del XX secolo Paul Ricoeur (1913-2005) e' considerato uno dei piu' importanti pensatori di quelli che hanno inaugurato "un nuovo modo di filosofare". Di conseguenza, l'analisi della sua opera si presenta complessa. Ma soffermare la propria attenzione sui suoi scritti aiuta a rispondere ad alcuni interrogativi che in modo piu' o meno rilevante caratterizzano la vita di ogni uomo. In questo arduo, ma appagante cammino, un considerevole aiuto viene dall'ampio e documentato studio (Senso e essere. La filosofia riflessiva di Paul Ricoeur, Cittadella 2007, Assisi, pp. 816, euro 38) che Oreste Aime, docente di filosofia contemporanea, filosofia morale e della religione presso la Facolta' teologica di Torino e in particolare studioso dei filoni fenomenologico ed ermeneutico della filosofia del Novecento, dedica al filosofo francese. Per riuscire ad avvicinarci con minor "timore e tremore" a questo scritto, abbiamo rivolto alcune domande al professor Aime. * - Biagio Bonardi: Come si puo' configurare la filosofia di Ricoeur? - Oreste Aime: Dovendo dare una figurazione alla propria filosofia, Paul Ricoeur, in un'intervista, e' ricorso al famoso quadro di Rembrandt, Aristotele che contempla il busto di Omero. Aristotele vi rappresenta la storia del pensiero filosofico e una sua versione singolare. Nei suoi confronti e di cio' che rappresenta siamo in una posizione di debito, non tanto perche' veniamo storicamente dopo di lui bensi' perche', come mostra l'antico filosofo rivestito di abiti moderni, il compito svolto da lui in passato si rinnova e l'impegno dell'interpretazione ricomincia da capo. La composizione, nel mostrare Aristotele che posa la mano sul busto di Omero, suggerisce che la filosofia non vive in un mondo a se' e non inizia da zero ma da un senso dato. Il contatto con il lato poetico dell'esperienza umana, il lato della creazione di senso, le e' necessario. La filosofia, pur incominciando da se', nasce in un'aura di senso da cui prende le mosse per svolgere il suo compito. Il contatto vitale con la "poesia" non determina tuttavia il pensiero. Infatti Aristotele guarda altrove: poesia e pensiero appartengono ad ambiti diversi, che non si confondono; Omero rappresenta quel mythos da cui il logos si origina ma che e' chiamato a riscoprire in una interpretazione creatrice di senso. "Il simbolo da' a pensare" - inesauribilmente - dice una famosa formula creata da Ricoeur. Un particolare del quadro non deve essere trascurato: sulla spalla di Aristotele e' appuntato il ritratto di Alessandro Magno. La politica - la sua ragione e la sua forza - sono una responsabilita' per il filosofo; il politico e' parte costituente dell'umano e percio' richiede quell'intelligibilita' che la filosofia non puo' non cercare di realizzare. Non solo il simbolo, ma anche la forza (e la violenza) danno a pensare. Per la filosofia, dunque, il rapporto con il suo altro e' essenziale. Il senso e la forza, a cui si deve aggiungere il vero delle scienze, il bello dell'arte e il sacro/santo della religione, costituiscono quelle esperienze da cui il pensiero attinge ma su cui ritorna riflessivamente e speculativamente, tessendo critica e argomentazione. * - Biagio Bonardi: Secondo Ricoeur come realizza la filosofia il suo compito? - Oreste Aime: Ricoeur ha inscritto il proprio pensiero nella filosofia riflessiva, quella che da Socrate va ad Agostino, da Cartesio a Kant, da Fichte a Husserl e Nabert. Anche in questo caso tutto e' gia' dato, ma tutto e' da ripetere. Come in passato la filosofia del soggetto continua a essere contestata e occorre riqualificarne possibilita' e pretese. Per realizzare questo progetto, Ricoeur ha attraversato la fenomenologia e l'ermeneutica, che nella sua opera diventano variazioni sul tema del soggetto. Che cosa si puo' affermare del soggetto, o del se' come da un certo periodo in poi Ricoeur preferisce dire, dal momento che non si puo' piu' riproporre la versione assolutistica di Cartesio ne' se ne puo' accettare la dissolutiva frantumazione operata da Nietzsche? Anche in questo caso possiamo far tesoro di una breve meditazione proposta da Ricoeur su un altro quadro di Rembrandt, un Autoritratto del 1660. Messo a confronto con gli autoritratti che precedono, se ne coglie la somiglianza e la differenza. Il tempo ha scavato le rughe sul volto e il pittore si rappresenta mostrando il lavoro degli anni mentre luce e ombra, come al solito, giocano in un accentuato contrasto. Nelle movenze del dipinto si nascondono alcune domande: perche' e come e' possibile un autoritratto? Che cosa ci permette di procedere all'identificazione? Che senso e che legame ha nei confronti di quelli che lo precedono (e lo seguiranno)? La breve e incisiva lettura data da Ricoeur e' quasi un commento sulla possibilita' stessa della riflessione del soggetto su di se'. La filosofia riflessiva e' una forma di autoritratto del se', del suo desiderio e del suo sforzo di esistere, del suo essere al tempo stesso idem (mera medesimezza) e ipse (identita' che include il tempo), aperto attraverso il linguaggio e l'azione al mondo e alla relazione con l'altro oltre che con se stesso. Di questo soggetto Ricoeur ha messo in evidenza alcuni tratti: a differenza di Heidegger e Sartre, l'accento cade piu' sulla nascita che sulla morte e dunque sulla sua capacita' di iniziativa. L'identita', che si mostra e si nasconde in una narrazione, e' connotata dalla responsabilita' morale. L'attestazione che il soggetto ha e da' di se' puo' essere tradotta antropologicamente in termini di capacita' a riguardo della parola e dell'azione, della responsabilita' e della memoria. A lungo Ricoeur ha rivolto l'attenzione all'azione. La meditazione piu' recente ha bilanciato la descrizione con una sempre maggiore insistenza sulla passivita' in tutte le sue forme. Il soggetto e' un homo capax, agens et patiens. * - Biagio Bonardi: Non crede che con l'avvicinamento alla filosofia riflessiva si configuri un soggetto acosmico e astorico? - Oreste Aime: Non e' il caso di Ricoeur, per il quale del soggetto si puo' parlare solo in relazione al mondo e alla storia e attraverso la deviazione in ogni sorta di segni in cui la coscienza si proietta e si esprime. Da un capo all'altro della ricerca di Ricoeur il tema unificante e' stato l'azione e il soggetto e' colto innanzitutto nella sua potenza di agire individuale e sociale. La stessa temporalita' e' indagata a partire dall'azione e da cio' che ce ne permette la decifrazione, il racconto. Azione e linguaggio in tutte le loro stratificazioni e varianti, dunque, collocano il soggetto nel mondo e nella storia. * - Biagio Bonardi: Centrale nell'analisi ricoeuriana e' il ruolo del linguaggio e della sua interpretazione. Qual e' stato il suo contributo al riguardo? - Oreste Aime: La ricerca sulla parola, da un certo momento in poi della sua ricerca, e' un aspetto divenuto fondamentale e strategico. Solo se la parola puo' dire il soggetto, l'altro e il mondo, possiamo varcare quella soglia della prigione dorata che lo strutturalismo e talvolta la filosofia analitica gli hanno disegnato intorno, concentrando e risolvendo la realta' nel sistema dei segni. Nella parola, in particolare nella metafora, urge una veemenza ontologica che la apre al mondo. Il mondo pero' non prende senso solo dalla parola proferita dall'uomo ma pure dalla sua azione, anche se la parola e' ancora necessaria per dire nel racconto l'azione che si distende nel tempo e da cui dipende l'identita' del soggetto. Grazie al linguaggio, approdiamo al mondo e alla vita. Nata intorno al simbolismo, l'ermeneutica di Ricoeur si e' spostata, allargandosi, dapprima al testo e poi alla lettura, lasciando il simbolo sullo sfondo. Testo e lettura diventano canone per qualunque interpretazione. Nell'atto interpretativo il soggetto giunge a se' collocandosi davanti al testo e passando attraverso il testo. Per fare questo ogni approccio e' utile e in qualche caso indispensabile, secondo l'adagio in cui si concentra tutta l'impresa: "Spiegare di piu', vuol dire comprendere meglio". Sulla base di questo assunto, grazie al quale Ricoeur cerca di oltrepassare lo iato tra spiegare e comprendere, l'attraversamento del testo puo' far tesoro di tutto cio' che ne permette la piu' ampia misurazione ai livelli strutturale, semantico e storico. * - Biagio Bonardi: Ricoeur e' spesso citato nelle ricerche di ermeneutica biblica. Qual e' il suo rapporto con la Bibbia? - Oreste Aime: Ricoeur e' stato un attento lettore della Bibbia, con una preferenza per il Primo Testamento. Si tratta di una lettura ben caratterizzata, en philosophe, non da esegeta ne' da teologo, ma ben informata di quanto soprattutto l'esegesi ha rivelato delle Scritture. La parola che diventa Parola spetta ad altri, al predicatore o al credente - e talvolta Ricoeur si e' esercitato anche in questa funzione. En philosophe vuol dire un lettore che si lascia condurre da quella scrittura, che e' la Scrittura in tutta l'ampiezza e ricchezza delle sue possibilita', alla ricerca del pensiero che li' e' contenuto. La teoria dei generi letterari che a partire dagli inizi del Novecento ha liberato l'esegesi biblica da tanti lacci e impacci, diventa in Ricoeur la legenda stessa del testo. Il lettore per cogliere le virtualita' di cio' che sta leggendo deve certamente ricorrere a chi quel testo decifra sul lato filologico e storico; ma quella parola deborda il proprio tempo e ha un senso che cresce in ogni tempo con il suo lettore. Forse il contributo maggiore di Ricoeur e' questa pratica di lettura, in cui il mondo del testo biblico e il mondo del lettore si intersecano in maniera polifonica, sia perche' lascia ai testi la loro voce propria nella diversita' dei generi letterari e dei "protagonisti", sia perche' accoglie generosamente e accuratamente nella lettura la storia della ricezione e la stessa voce del lettore chiamato a interloquire con il testo. Quest'ultima non e' ne' puo' essere puramente passiva, anzi il massimo di ricettivita' coincide con il massimo di attivita' interpretante in termini di decifrazione di senso, di immaginazione e di iniziativa. * - Biagio Bonardi: Qual e' il rapporto tra filosofia e teologia sviluppato da Ricoeur? - Oreste Aime: Per quanto riguarda un possibile apporto diretto della filosofia alla teologia, le cose sono particolarmente complesse e si possono individuare delle fasi successive nel suo pensiero. Su questo orientamento ha sicuramente influito il contesto culturale e istituzionale francese, con l'incombente accusa di criptoteologia. In un primo tempo egli ha ritenuto, infatti, come filosofo, di muoversi alla ricerca di Dio pensato in termini di Trascendenza al confine tra idea limite ed esperienza limite, a partire dalla liberta' che vuole ma non e' in grado di creare. Subito dopo, pero', egli opta per una formula che confina metodologicamente la filosofia in un'assenza di assoluto. Negli ultimi anni, infine, giunge a disegnare e a iniziare a delineare un rapporto simile a quello che piu' in generale stabilisce tra la convinzione e l'argomentazione. Ci troviamo dunque di fronte a un pensiero che va da un dichiarato agnosticismo filosofico all'ammissione di una possibile convenienza tra filosofia e teologia. L'ultima meta ha cercato di trovare delle consonanze, ma forse quelle si davano gia' prima. Al proposito si puo' far tesoro di una considerazione che Ricoeur fa, soppesando complessivamente l'impresa di Husserl, nella cui opera distingue un metodo praticato, la descrizione fenomenologica, e un metodo teorizzato, l'idealismo fenomenologico. Lo schema puo' essere applicato allo stesso Ricoeur: l'approccio al testo biblico, sia nel versante analitico sia nel versante speculativo, èe' molto piu' ricco di quanto si trova poi cristallizzato in alcune formule. Il privilegio concesso al momento dell'esegesi, lettura in atto, rispetto alla teologia ha impedito una riflessione piu' articolata sulla stessa teologia. Nel metodo praticato rientrano le indagini dedicate ad alcuni temi biblici, che si segnalano per la novita' dell'esame svolto, che non si limita ai dati consolidati dell'esegesi ma osa proporre un'interpretazione pensante del testo biblico, che ridonda sullo stesso pensiero filosofico. A parte merita un richiamo particolare il capitolo finale di La memoria, la storia, l'oblio dedicato al perdono, capitolo strettamente filosofico nel quale pero' non manca l'eco di un orizzonte escatologico che ha una profonda radice biblica e anche teologica per la versione (origenista piuttosto che agostiniana) che si impone a Ricoeur. * - Biagio Bonardi: Quale e' dunque l'apporto diretto dato da Ricoeur alla teologia? - Oreste Aime: E' l'approccio alla consistenza del testo su cui il teologo lavora e alle imprescindibili qualita' del lettore che vi si accosta. Certo il teologo non e' soltanto un lettore qualunque bensi' qualificato e tuttavia anch'egli porta in se stesso i tratti di quel se' che la lunga ricerca di Ricoeur ha cercato di illuminare. Il teologo o l'esegeta non sono soggetti "assoluti" davanti al testo e neppure nella storia della salvezza. Ci sono dei lutti che anche la teologia e i teologi debbono imparare a praticare, senza nulla togliere al loro compito di indagare ed esprimere quella verita' che il kerigma sedimentato nelle Scritture ebraico-cristiane pretende di esprimere e donare. Nello stesso tempo il teologo, proprio perche' si occupa della verita' del pensiero biblico, puo' e deve partecipare all'agora' delle argomentazioni, al dialogo delle convinzioni e al conflitto delle interpretazioni. Nella filosofia di Ricoeur e' delineato un incontro, un difficile ma possibile riconoscimento, nell'oscuro di un'assenza e nella luce di una parola di senso che nel loro farsi sia la filosofia sia la teologia possono lasciar risuonare. 6. LIBRI. ELISABETTA RASY PRESENTA "I LORO OCCHI GUARDAVANO DIO" DI ZORA NEALE HURSTON [Dal sito della Libreria delle donne di milano (www.libreriadelledonne.it) rirpendiamo il seguente articolo apparso sul quotidiano "Il Sole 24 ore" del 4 ottobre 2009 col titolo "La pantera scomunicata" e il sommario "Ritorna I loro occhi guardavano Dio di Zora Neale Hurston. L'autrice, paladina delle battaglie femministe e dei diritti dei neri, fu paradossalmente accusata di razzismo proprio dalla comunita' afroamericana. Tacciata di descrivere gli uomini di colore simili agli stereotipi dei bianchi, la protagonista cercava liberta', non facili ideologie"] Nel 1973 Alice Walker, che non era ancora l'autrice del bestseller Il colore viola ma una poetessa e giornalista militante per i diritti delle donne e degli afroamericani, compro' una lapide per una tomba anonima e abbandonata del cimitero di Fort Pierce in Florida e ci scrisse un nome: Zora Neale Hurston. Comincio' cosi' la resurrezione di questa scrittrice che dopo essere stata la prima allieva nera del sofisticato Barnard College, una figura di spicco del movimento della "Harlem Renaissance" negli anni Venti, un'importante antropologa della scuola di Franz Boas e un'autrice di successo, nel 1960 era morta povera e sola nell'ospizio dove era ricoverata, gia' in parte sprofondata in quell'oblio che divenne assoluto dopo la sua fine. Quando poi Walker nel '75 pubblico' un saggio su di lei, Zora divenne un punto di riferimento per Toni Morrison e le altre scrittrici afroamericane degli ultimi decenni del Novecento: le furono dedicate biografie, saggi, film e fu inclusa nella lista dei cento neri piu' importanti del secolo. Ma Hurston non era stata sempre ammirata e apprezzata dagli intellettuali con cui aveva diviso il cammino, e la sua vita era stata segnata da polemiche e scomuniche. Soprattutto il suo romanzo piu' importante, I loro occhi guardavano Dio (che ora viene riproposto nella accurata versione italiana di Adriana Bottini) fu accusato di scandalosa scorrettezza razziale. Era nata nel 1891 in Alabama, figlia di un contadino-predicatore che poi si trasferi' con la famiglia in Florida. Si era guadagnata non senza fatica un'istruzione superiore, arrivando persino a togliersi tutti insieme dieci anni d'eta' nel 1920 per ottenere una borsa di studio all'universita' di Baltimora. Il suo pero' non e' il profilo di un'accademica ne' di una integrata soddisfatta, e neanche quello di un'edificante progressista in lotta per i suoi fratelli perseguitati. Zora ama il jazz e il folclore nero, cui dedica le sue ricerche e di cui teme si perda l'eredita', viaggia in continuazione tra i Caraibi e l'America del Sud mentre scrive saggi e racconti per "Fire!", la rivista di Langston Hughes, e' moglie per qualche anno di un jazzista, poi, quasi cinquantenne, per qualche mese di un ragazzo di ventitre' anni, e sa addentare le complicazioni della vita senza perdere il suo smagliante sorriso. Ma quando nel 1937 esce I loro occhi guardavano Dio, un protagonista del movimento afroamericano di quegli anni, lo scrittore Richard Wright, l'attacca senza esclusione di colpi: il libro di Zora Neale Hurston tradisce le regole dell'impegno, i suoi neri somigliano troppo alla versione che ne danno i bianchi, la loro lingua e' troppo pittoresca, soprattutto troppo spesso non collimano con l'immagine che la correttezza politica richiede, perche' non sono solo dei derelitti sfruttati ne' degli eroici combattenti per i propri diritti. Richard Wright aveva ragione, i personaggi della Hurston non sono ne' miserabili ne' militanti, ed e' proprio per questo che a settant'anni dalla nascita il suo romanzo continua ad affascinare, non ha perso intensita' e non e' invecchiato. E soprattutto non e' invecchiata la protagonista Janie che, come scrive Zadie Smith nella prefazione all'attuale edizione italiana, e' assai diversa non solo dagli stereotipi piu' antichi delle figure femminili nere, ma anche da quelli contemporanei: "Oggigiorno le protagoniste di colore sono sin troppo spesso infallibilmente forti e sentimentali; sono sessualmente voraci e prive di paura; prendono le sembianze irreali di madri della terra, regine africane, dive, spiriti della storia; sfilano maestose e imponenti attraverso le pagine di romanzi intrisi di un lirismo da biglietto di auguri. Hanno poco della complessita', dei difetti e delle indecisioni, della profondita' e della bellezza di Janie e del romanzo della Hurston". La Janie de I loro occhi guardavano Dio non e' impegnata, non ha ideologie, la sua naturale ribellione nasce da un'umile fame di felicita'. E' figlia di un bianco che ha violentato una schiava nera, ma entrambi sono svaniti nel grande buco del passato e sua nonna la alleva con un unico obiettivo: farle sposare un marito abbiente. Janie di matrimoni ne fara' tre, non per potersi sedere su una sedia a dondolo nel portico come un tempo facevano solo le padrone bianche, ma perche' e' convinta che ci sono due cose essenziali che ognuno deve fare nella propria esistenza: "avvicinarsi a Dio e scoprire cos'e' la vita". Con il suo terzo uomo, un ragazzo che ha la meta' dei suoi anni e non possiede nulla salvo la gioia di vivere, Janie tocchera' il suo orizzonte, in un crescendo che culmina nel grande uragano con il quale si conclude, anche simbolicamente, la vicenda. Ed e' spostandosi nelle regioni del femminile che Zora Neale Hurston disegna pionieristicamente una comunita' nera complessa anziche' compatta e cambia le carte sul tavolo della lotta al razzismo: perche' le donne nere, come spiega la nonna a Janie, sono i muli del mondo, sotto i bianchi ma anche sotto gli uomini neri, e non basta la politica a redimerle: sta al loro coraggio e alla loro intraprendenza, in altre parole al loro spirito piu' profondo e piu' singolare, lottare per non soccombere. * Zora Neale Hurston, I loro occhi guardavano Dio, traduzione di Adriana Bottini, introduzione di Zadie Smith, postfazione di Goffredo Fofi, Cargo, Roma-Napoli, pp. 266, euro 17,50. 7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 8. PER SAPERNE DI PIU' Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 974 del 15 ottobre 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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