Legalita' e' umanita'. 52



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LEGALITA' E' UMANITA'
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 52 del 28 settembre 2009

In questo numero:
1. Peppe Sini: La persecuzione degli immigrati, l'aggressione ai magistrati.
Fenomenologia del colpo di stato razzista in corso
2. Una lettera aperta al Presidente della Repubblica per richiedere un suo
urgente intervento
3. Peppino Di Lello: Il ministro fuorilegge
4. Denunciamo, contrastiamo, sconfiggiamo il colpo di stato razzista
5. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie
fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio
2009, n. 94
6. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il
favoreggiamento dello squadrismo
7. Cosa fare
8. Salvo Fallica: Anche dalla Procura di Agrigento sollevata l'eccezione di
legittimita' costituzionale delle misure razziste contenute nella legge 94
9. Meo Ponte intervista Gian Carlo Caselli
10. Alberto Gaino intervista Marcello Maddalena
11. Asgi, Arci, Cgil: Lettera aperta al Governo per estendere e prorogare la
regolarizzazione dei lavoratori stranieri

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: LA PERSECUZIONE DEGLI IMMIGRATI, L'AGGRESSIONE AI
MAGISTRATI. FENOMENOLOGIA DEL COLPO DI STATO IN CORSO

Come volevasi dimostrare.
L'aggressione del governo golpista ai magistrati fedeli alla legalita'
costituzionale conferma la violenza onnipervasiva del colpo di stato in
corso.
Un colpo di stato iniziato con la persecuzione dei migranti, con lo
scatenamento della violenza razzista, con la manovra intesa ad introdurre in
Italia un regime di apartheid, un regime schiavista.
Un colpo di stato che prosegue con la pretesa di cancellare definitivamente
l'autonomia e l'indipendenza della magistratura, con la pretesa di
annientare la separazione dei poteri e di accentrare tutto nelle mani del
Governo (il Parlamento e' gia' ridotto nella maggioranza dei suoi componenti
a una truppa di clientes proni e pronti a qualunque turpitudine il Capo
imponga loro).
Un colpo di stato che fa strame della Costituzione della Repubblica
Italiana, Costituzione cui pure i ministri golpisti e fedifraghi avevano
giurato fedelta' ("conditio sine qua non" per l'assunzione dell'incarico di
governo).
Un colpo di stato.
*
Al colpo di stato razzista si puo' e si deve opporre ogni persona di
volonta' buona, ogni organizzazione democratica, ogni istituzione fedele
alla Repubblica Italiana.
Il popolo italiano, la Repubblica Italiana, dispone delle risorse adeguate a
contrastare e sconfiggere il colpo di stato.
E' l'ora di attivare le risorse istituzionali dell'ordinamento giuridico
democratico per affrontare e sconfiggere i golpisti.
E' l'ora di attivare le risorse istituzionali dell'ordinamento giuridico
democratico per difendere la legalita', la democrazia, la civilta', la
Repubblica, l'umanita'.
*
Al Presidente della Repubblica in primo luogo chiediamo ancora una volta di
dismettere ogni complicita' con il governo dell'eversione dall'alto e di
mettersi alla testa della lotta del popolo italiano in difesa della
Repubblica Italiana aggredita.
Ai magistrati che stanno difendendo la legalita' e che per questo sono
aggrediti va tutta la nostra solidarieta'.
Alle sorelle ed ai fratelli migranti vittime di una infame persecuzione
nazista va tutta la nostra solidarieta'.
*
Al colpo di stato razzista si opponga l'insurrezione nonviolenta del popolo
italiano in difesa della legalita' e dell'umanita'.
Che viva la Repubblica.
Che viva l'umanita'.

2. APPELLI. UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA PER RICHIEDERE
UN SUO URGENTE INTERVENTO

Al Presidente della Repubblica
per richiedere un suo urgente intervento
*
Egregio Presidente,
il ministro dell'Interno ed altri esponenti del governo hanno rilasciato nei
giorni scorsi dichiarazioni scandalosamente tracotanti, illegittime,
menzognere e tendenziose tese ad insultare ed aggredire i magistrati che
hanno sollevato eccezioni di costituzionalita' in relazione alle misure
razziste contenute nella nuova legge 94/2009.
*
Tale aggressione da parte di esponenti del potere esecutivo contro la
magistratura e' particolarmente virulenta ed ignobile, poiche' mira sia ad
intimidire direttamente i titolari della funzione giudiziaria, sia a far
credere all'opinione pubblica piu' disinformata che il potere giudiziario
stia venendo meno ai suoi doveri, mentre e' del tutto palese che la
magistratura sta semplicemente svolgendo il ruolo che ad essa precisamente
compete nelle esatte forme previste dall'ordinamento.
*
Peraltro l'incostituzionalita' e finanche l'antigiuridicita' delle misure
razziste, schiaviste e squadriste contenute nella legge 94/2009 sono cosi'
palesi che decine di migliaia di cittadini hanno sottoscritto appelli che le
hanno denunciate come tali, e pressoche' tutte le sedi giudiziarie d'Italia
sono state raggiunte da esposti che segnalano l'illegalita' di quelle
abominevoli misure.
Del resto, Lei stesso nella sua lettera all'esecutivo ed ai presidenti del
Parlamento del 15 luglio 2009 aveva posto espliciti ed inequivocabili
rilievi in merito, nella sostanza coincidenti od analoghi a quelli posti dai
magistrati che hanno sollevato le eccezioni di costituzionalita'.
Rilievi che in larga misura coincidono con quelli esposti nell'appello del
25 giugno 2009 contro l'introduzione dei reati di ingresso e soggiorno
illegale dei migranti, appello promosso e sottoscritto da molti illustri
giuristi, e che recava anche le firme autorevolissime di due presidenti
emeriti della Corte Costituzionale, Valerio Onida e Gustavo Zagrebelsky.
Appello che un governo stolto, ignorante e protervo non volle ascoltare.
*
Tutto quanto precede premesso, siamo a richiedere un Suo autorevole
intervento in difesa della Costituzione, in difesa dell'indipendenza e
dell'autonomia della magistratura, in difesa della separazione dei poteri
(talche' l'esecutivo non prevarichi il giudiziario), e contro ogni
aggressione all'ordinamento giuridico democratico sulla Costituzione della
Repubblica Italiano fondato, ed ai diritti umani sanciti dalla Dichiarazione
universale del 1948.
*
Un governo eversivo sta violando la Costituzione, sta imponendo un regime
razzista, sta aggredendo la Repubblica Italiana e le nostre comuni liberta'.
Lei non puo' non vedere.
Lei non puo' non intervenire.
Confidando in un Suo tempestivo intervento, voglia gradire distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 27 settembre 2009

3. UNA SOLA UMANITA'. PEPPINO DI LELLO: IL MINISTRO FUORILEGGE
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 27 setembre 2009 col titolo "Il ministro
fuori legge"]

L'anatema del ministro dell'interno Maroni contro il vizio dei magistrati di
interpretare le leggi ha precedenti - seppure ampiamente fallimentari - di
tutto rispetto. Il primo e' stato l'imperatore romano d'oriente Giustiniano
(482-565), forse il piu' grande codificatore della storia che, non potendo
sopportare modifiche interpretative nell'applicazione della sua ponderosa
compilazione di diritto, proibi' per legge ai giuristi questo tipo di
attivita': ovviamente nessuno ne tenne conto. Secondo, molti secoli dopo,
venne l'imperatore Napoleone I, altro grande codificatore che, non facendo
tesoro di quel precedente negativo, del pari emise un editto con il quale
vietava l'interpretazione delle sue leggi: neppure lui ebbe fortuna. Non ci
ha provato, invece, ai nostri tempi, Alfredo Rocco che, sebbene fascista,
era pur sempre un giurista e sapeva come l'interpretazione delle leggi fosse
un dato ineliminabile, dovendosi adattare una norma astratta ad un caso
concreto.
Maroni non puo' non sapere che la nostra Costituzione, sulla quale ha
giurato, riconosce ai giudici autonomia e indipendenza anche interpretativa,
compreso il potere di rimettere alla Corte costituzionale la verifica di
costituzionalita' di una qualsiasi legge ordinaria in odore di contrasto con
la Carta fondamentale.
La legge che istituisce il reato di clandestinita' e' palesemente in
contrasto con la nostra Costituzione come sottolineato da moltissimi
giuristi, non fosse altro perche' punisce una persona per una condizione
personale - per quello che e' - e non per una attivita' lesiva - per quello
che fa. C'era quindi da aspettarsi una richiesta di verifica avanzata alla
Corte da piu' parti e l'unica reazione istituzionalmente corretta del
ministro doveva essere quella di una doverosa attesa dell'esito del relativo
giudizio.
Il ministro, pero', seguendo le pulsioni repressive non di Giustiniano o di
Napoleone (che non avevano mai pensato di far intervenire le guardie
imperiali) ma del suo presidente Berlusconi, e' andato oltre ed ha invocato
l'intervento, assolutamente improprio, del Csm e, addirittura, del giudice
penale per punire (con il carcere?) i magistrati rei di non applicare quella
sua legge "chiara" anche per un bambino di sei anni. Maroni e', dunque, in
linea con l'idea berlusconiana di affievolimento del potere giudiziario e
della la riduzione dell'area entro cui puo' muoversi con autonomia e
indipendenza: fino a contestarne pero' l'attivita' interpretativa non si era
ancora spinto nessuno.
La coscienza democratica di questo Paese ha sempre tenuto presente
l'imperativo degli artt. 3 e 10 della Costituzione che impongono a tutti -
magistrati compresi - il dovere di rimuovere gli ostacoli che limitano di
fatto la liberta' e l'uguaglianza dei cittadini e il dovere di garantire i
diritti degli stranieri. Il caso del reato di clandestinita' e' emblematico
e bene fanno i magistrati a seguire i dettati costituzionali e a non
piegarsi alle istanze sicuritarie, razziste e liberticide di questo governo.

4. UNA SOLA UMANITA'. DENUNCIAMO, CONTRASTIAMO, SCONFIGGIAMO IL COLPO DI
STATO RAZZISTA

Denunciamo, contrastiamo, sconfiggiamo il colpo di stato razzista.
Prima che esso distrugga la Repubblica Italiana, prima che esso annienti le
nostre comuni liberta', prima che esso imponga al nostro paese l'ordine
hitleriano.
*
Denunciamo, contrastiamo, sconfiggiamo il colpo di stato razzista.
Con la forza della verita'. Con la forza della legalita'. Con la forza della
democrazia. Con la forza dell'ordinamento giuridico. Con la forza della
nonviolenza.
*
Denunciamo, contrastiamo, sconfiggiamo il colpo di stato razzista.
Facciamo ancora appello a chi ci legge affinche' tutte le istituzioni
democratiche siano raggiunte dai due esposti che di seguito nuovamente
proponiamo.
Facciamo ancora appello a chi ci legge affinche' ovunque in Italia si
manifesti in forma democratica e nonviolenta l'opposizione del popolo
italiano al colpo di stato razzista del governo dell'eversione dall'alto.
Facciamo ancora appello a chi ci legge affinche' ovunque in Italia si
affermi il rispetto della dignita' e dei diritti di ogni essere umano, si
affermi la vigenza della Costituzione della Repubblica Italiana, si affermi
la civile convivenza, la legalita' democratica, lo stato di diritto, la
responsabilita' e la solidarieta' che ogni essere umano ad ogni altro essere
umano ed all'intera umanita' unisce.

5. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA
LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie
di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art.
1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico
riferimento a:
a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla
Costituzione della Repubblica Italiana;
b) violazione dei diritti dei bambini;
c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione
esistenziale;
d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui
all'art. 10 Cost.;
e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

6. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento
dello squadrismo
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3,
commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura
il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie
di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed
iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene
il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed
anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza
privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita'
e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali
dell'ordinamento giuridico vigente.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

7. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE

Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso
gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione
dei carabinieri.
Puo' essere anche inviato per posta.
Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve
recare un indirizzo per ogni comunicazione.
*
Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di
presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura
competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli
esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad
altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo
di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre
istituzioni statali centrali).
Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si
risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente
della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel
capoluogo di provincia).
Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu'
dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli
esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni.
*
Indirizzi cui inviare gli esposti:
Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune
a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione.
Comunque solitamente:
- l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio:
procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della
Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it
(analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio:
tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del
Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per
le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente
criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo
e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it
(analogamente per le altre province).
- Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento
e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente
criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad
esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e'
uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio:
urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio
l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e'
urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente
criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della
Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente
per le altre province).
Quanto alle istituzioni nazionali:
- Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour,
00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it
- Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187
Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it;
sito: www.cortecostituzionale.it
- Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370,
00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it
- Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza
Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito:
www.camera.it
- Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel.
0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it
- Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza
dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it;
sito: www.csm.it
- Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma;
fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito:
www.quirinale.it
Quanto alle istituzioni sovranazionali:
- Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047
Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555;
sito: www.europarl.europa.eu
Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito:
http://ec.europa.eu/index_it.htm
- Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg
(France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito:
www.coe.int/DefaultIT.asp
- Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters,
Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York
(Usa); sito: www.un.org
*
Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei
siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti
all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto
riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti
per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata).
Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran
parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii
cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che
costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa.
*
Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi
d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle
funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro
il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo
piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile
nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica
Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo
per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it
Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro.

8. UNA SOLA UMANITA'. SALVO FALLICA: ANCHE DALLA PROCURA DI AGRIGENTO
SOLLEVATA L'ECCEZIONE DI LEGITTIMITA' COSTITUZIONALE DELLE MISURE RAZZISTE
CONTENUTE NELLA LEGGE 94
[Dal quotidiano "Il Riformista" del 27 settembre 2009 col titolo "Parla uno
dei giudici che ha sollevato il caso: Perche' ricorro alla Corte per il
reato di clandestinita'"]

Al centro delle nuove polemiche sull'immigrazione vi e' la decisione della
Procura di Agrigento, che nell'ambito di un processo in corso davanti al
giudice di Pace della citta' dei Templi, contro 21 migranti clandestini
sbarcati a Lampedusa, ha sollevato l'eccezione di legittimita'
costituzionale chiedendo la trasmissione degli atti alla Corte
Costituzionale.
Il ministro dell'Interno Maroni (che ieri ha attaccato la Commissione
europea: "Ha agito poco e male, lasciando ai singoli Paesi l'onere di
gestire per conto loro la questione") e' intervenuto dicendo: "Il reato di
immigrazione clandestina e' chiarissimo. Non puo' esistere che un magistrato
dica che e' una legge incomprensibile e quindi la interpreti in un modo o
nell'altro". Il ministro della Giustizia Alfano ha sostenuto: "Speriamo si
limitino ad interpretare la legge e non ad eluderla".
Il procuratore aggiunto Ignazio Fonzo che assieme al Procuratore di
Agrigento, Renato Di Natale, ha formulato l'eccezione di costituzionalita'
risponde cosi' al "Riformista": "La scelta legislativa ha comportato la
criminalizzazione di una condizione che fino alla data di entrata in vigore
della nuova norma era di competenza esclusiva dell'autorita' amministrativa.
A partire da tale data, invece, tutti gli stranieri che varcano i confini
italiani senza rispettare le norme in materia di ingresso nello Stato,
nonche' tutti gli stranieri che sono presenti sul territorio nazionale senza
essere autorizzati alla permanenza, non saranno piu' soltanto destinatari di
provvedimenti amministrativi di espulsione o di respingimento, ma saranno
altresi' denunciati per la nuova ipotesi contravvenzionale". Fonzo
argomenta: "Noi riteniamo che in tal modo vi sia una violazione dei principi
costituzionali di materialita' e offensivita' del diritto penale, nonche' di
quelli di proporzionalita', ragionevolezza ed uguaglianza, ricavabili dagli
articoli 3, 25 e 27 della Costituzione, dai quali deriva che il ricorso alla
sanzione penale nel nostro ordinamento si ammette esclusivamente per la
protezione di beni giuridici di rilievo costituzionale e solo come extrema
ratio, quando cioe' lo scopo protettivo non possa essere raggiunto
attraverso altri strumenti dell'ordinamento giuridico". Infine, sulle frasi
polemiche dei ministri verso i giudici: "La separazione dei poteri deve
valere per tutti, e ciascuno deve poter agire in serenita' e indipendenza".

9. UNA SOLA UMANITA'. MEO PONTE INTERVISTA GIAN CARLO CASELLI
[Dal quotidiano "La Repubblica" del 27 settembre 2009 col titolo "Gian Carlo
Caselli, procuratore di Torino: Abbiamo fatto ricorso senza bloccare i
processi" e il sommario "Il mio ufficio ha sollevato l'eccezione di
incostituzionalita' ma non ha mai accantonato i procedimenti in corso"]

- Meo Ponte: Procuratore Caselli, il consigliere laico del Csm Gianfranco
Anedda ha sollecitato l'apertura di una pratica per verificare se davvero la
Procura di Torino rifiuta di applicare le nuove leggi sui clandestini. Lei
che risponde?
- Gian Carlo Caselli: Che sono grato al consigliere Anedda. Avro' cosi' modo
di dimostrare documentalmente come il mio ufficio, anche mediante varie
circolari, abbia sempre operato al fine di adempiere ai suoi doveri
istituzionali.
*
- Meo Ponte: E come ha operato?
- Gian Carlo Caselli: Approvata la legge che introduce il reato di
clandestinita' abbiamo calcolato che sarebbe arrivata ai nostri uffici una
gran quantita' di processi nuovi. Obbligatorio quindi organizzarsi al meglio
per reggere l'urto, vista la cronica carenza di risorse degli uffici
giudiziari. Ci si e' organizzati studiando la legge ed elaborando una serie
di circolari. Otto per la precisione. All'inizio proiettando le previsioni
sulle possibili ricadute della nuova legge sui carichi di lavoro degli
uffici interessati. Poi precisando man mano e sempre meglio le direttive in
attesa che "la macchina" arrivasse a pieno regime dopo la fine del periodo
di sospensione feriale stabilito dalla legge per la celebrazione dei
processi. La conclusione e' stata che tutti i processi relativi a
clandestini sono stati e sono tutt'ora trattati. Non solo quelli a soggetti
detenuti in carcere o nei Cie (prioritari) ma anche gli altri. Senza nessun
accantonamento...
*
- Meo Ponte: La Procura di Torino pero' ha sollevato una questione di
legittimita' costituzionale.
- Gian Carlo Caselli: Di questo non posso parlare perche' la vicenda e'
tutt'ora aperta e ho il rispetto piu' assoluto per chi deve giudicare. Dico
pero' che per sollevare la questione, in base alla legge stessa, basta la
"non manifesta infondatezza" delle eccezioni. La Procura di Torino ha
individuato questa "non manifesta infondatezza" con sei pagine fitte di
argomenti tecnico-giuridici. In altre parole abbiamo fatto semplicemente
quello che l'ordinamento non solo consente ma, sotto certi profili, impone.
Ora siamo in attesa della decisione del giudice di pace.
*
- Meo Ponte: E delle polemiche successive che ne pensa?
- Gian Carlo Caselli: Tanto rumore per nulla. Resta fermo l'impegno della
Procura di Torino per la sicurezza dei cittadini reprimendo qualunque reato
commesso da italiani o "clandestini", i quali peraltro sono puniti in
maniera piu' grave in forza della norma speciale dell'articolo 61/11 bis del
codice penale non toccato dalla questione di legittimita' costituzionale.

10. UNA SOLA UMANITA'. ALBERTO GAINO INTERVISTA MARCELLO MADDALENA
[Dal quotidiano "La Stampa" del 27 settembre 2009 col titolo "Non ci dia
lezioni di diritto" e il sommario "E' inaccettabile dire cosa si deve fare
nei processi"]

- Alberto Gaino: Dottor Maddalena, Maroni vuol mettervi in riga e minaccia
di far intervenire "altri giudici". Sostiene che il reato di clandestinita'
e' cosi' chiaro che lo capiscono anche i bambini e che non e' interpretabile
la sua applicazione.
- Marcello Maddalena: Devo dare atto al ministro della Giustizia di aver
dichiarato l'esatto contrario, puntualizzando che le leggi dello Stato non
sono eludibili ma interpretabili da parte della magistratura. Ha ricordato
che esistono equilibri istituzionali e prerogative costituzionali su cui
poggiano i fondamenti della democrazia. Fra cui l'indipendenza della
magistratura.
*
- Alberto Gaino: Maroni vi vuole soldatini ubbidienti.
- Marcello Maddalena: Non e' mio costume mettermi a fare processi alle
intenzioni, ma e' assolutamente inaccettabile interferire sui processi, dire
dall'esterno, da parte di un potere che non ha questa prerogativa
costituzionale, che cosa si puo' e non si deve fare nelle aule di giustizia.
Inaccettabile, compresa la pretesa lezione di diritto.
*
- Alberto Gaino: Maroni sembra avere messo nel mirino le procure che hanno
sollevato questioni di legittimita' costituzionale della legge sulla
clandestinita', fra cui spicca quella di Torino, diretta dal suo successore,
Gian Carlo Caselli, di cui oggi, lei, procuratore generale del Piemonte, e'
il superiore gerarchico.
- Marcello Maddalena: La Procura di Torino ha sempre esercitato
correttamente l'azione penale. E' chiaro che, in sede di giudizio, se
ritiene in coscienza di sollevare un'eccezione di costituzionalita' della
specifica norma, ha il potere e il dovere di farlo. Se nei loro processi i
singoli giudici riterranno di accoglierla si andra' alla Consulta, in caso
contrario i dibattimenti proseguiranno. Nessuno ha bloccato un solo
processo.
*
- Alberto Gaino: Ha inviato al ministero della Giustizia una nota per
rispondere all'interpellanza del senatore Brigandi' (Lega) in cui da' atto
del lavoro preparatorio - le circolari di Caselli - messe ora sotto accusa.
- Marcello Maddalena: C'e' confusione su leggi e procedure, non si conoscono
i fatti. Caselli ha emanato ben otto circolari, tese ad un solo scopo:
applicare il reato di clandestinita' razionalizzando le nostre scarse
risorse. Io stesso intervenni il 20 luglio con indicazioni per realizzare
una pratica ragionevole tale da non affossare ne' la volontà del legislatore
ne' i nostri uffici.
*
- Alberto Gaino: Lei solleva una questione di diritto: quando un presunto
rapinatore o spacciatore di droga sia anche clandestino se ne chiede il
giudizio per quel reato contestandogli l'aggravante della presenza
irregolare in Italia introdotta l'anno scorso nel codice.
- Marcello Maddalena: Secondo me, il principio giuridico per cui non si
possono applicare due sanzioni per la stessa condotta e' un cardine dello
Stato di diritto. Altrimenti la volonta' del legislatore potrebbe essere (in
questo caso giustamente) tacciata di "accanimento persecutorio" nei
confronti dei clandestini.

11. APPELLI. ASGI, ARCI, CGIL: LETTERA APERTA AL GOVERNO PER ESTENDERE E
PROROGARE LA REGOLARIZZAZIONE DEI LAVORATORI STRANIERI
[Dal sito dell'Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione
(www.asgi.it)]

L'Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull'immigrazione), l'Arci e la
Cgil, pur manifestando la contrarieta' al sistema delle regolarizzazioni -
in quanto occulta che la ragione principale dell'irregolarita' degli
stranieri, e dunque la necessita' delle periodiche "sanatorie", deriva
innanzitutto del rigido ed anacronistico sistema dei decreti flussi,
insufficienti per l'entita' delle quote e che soprattutto pretendono
l'incontro a distanza tra il datore di lavoro ed il lavoratore straniero -
evidenziano il parziale fallimento della attuale regolarizzazione in corso
nonche' l'illegittimita' e l'irrazionalita' delle sue condizioni.
Secondo i dati del Ministero dell'interno, al 24 settembre sono state
presentate 183.858 dichiarazioni di regolarizzazione, nonostante le stesse
prudenti previsioni ministeriali si aggirassero intorno alle 300.000
(secondo stime delle Ong il numero e' ben superiore).
Una delle ragioni di tale insuccesso e', senza dubbio, la paura dei datori
di lavoro di avere comunque delle conseguenze negative a proprio carico, nel
caso non vada a buon fine la regolarizzazione; paura frutto del clima
terroristico creato dal Governo intorno all'immigrazione ma che deriva anche
dal ambiguita' della legge con riguardo ad esse.
Ma un'altra spiegazione e' certamente da rinvenirsi nelle irragionevolezza
delle condizioni poste dalla legge n. 102/2009 di regolarizzazione, che
pretende la denuncia e la prosecuzione di rapporti di lavoro domestico o di
assistenza alla persona di almeno 20 ore settimanali presso un unico datore
di lavoro, quando e' notorio che sono assai poche le famiglie italiane che
possono permettersi un onere economico cosi' pesante, mentre e' assai piu'
diffusa la realta' di singoli rapporti di lavoro, con un numero di ore
limitato ma che si cumulano con altri.
Forse il legislatore e il Governo hanno voluto una regolarizzazione solo per
poche famiglie ricche, tralasciando di consentire anche alle altre,
maggioritarie, una analoga possibilita' di mettersi in regola?
Inoltre, e' irragionevole e contrario al principio di non discriminazione
limitare la regolarizzazione al solo settore del lavoro domestico, non
essendoci una ragione che giustifichi il vantaggio solo per quest'ultimo ed
essendo questa limitazione contraria al principio di parita' di trattamento
tra lavoratori previsto dall'art. 9 della Convenzione Oil n. 143/75
(ratificata e resa esecutiva con legge n. 158/1981), il quale favorisce
anche la scelta di ogni Stato di concedere alle persone che risiedono o
lavorano illegalmente nel Paese il diritto di rimanervi e di esservi
legalmente occupate.
Infine, risponde ad un approccio schiavistico subordinare la
regolarizzazione alla sola volonta' del datore di lavoro, in contrasto con i
principi costituzionali in materia di tutela del lavoro "in tutte le sue
forme ed applicazioni" (art. 35 Cost.) e di dignita' del lavoratore (art. 36
Cost.).
Pertanto Asgi, Arci e Cgil chiedono che il Governo emani subito un
decreto-legge, che provveda a:
1) riformare l'art. 1-ter della legge n. 102/2009, estendendo a tutti i
datori di lavoro e a tutti i lavoratori stranieri non in regola e privi di
permesso di soggiorno, la facolta' di regolarizzare la propria posizione;
2) modificare l'art. 1-ter della legge n. 102/2009 consentendo che, per il
lavoro domestico di sostegno e per il lavoro di cura alla persona, sia
possibile regolarizzare anche gli stranieri che svolgono contestualmente
piu' rapporti di lavoro a tempo parziale;
3) prorogare il termine per accedere alla regolarizzazione.
25 settembre 2009

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LEGALITA' E' UMANITA'
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 52 del 28 settembre 2009
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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