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Legalita' e' umanita'. 49
- Subject: Legalita' e' umanita'. 49
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Fri, 25 Sep 2009 14:34:11 +0200
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LEGALITA' E' UMANITA' ===================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 49 del 25 settembre 2009 In questo numero:
1. Il colpo di stato razzista puo' essere contrastato e sconfitto 2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo 4. Cosa fare 5. Stefano Galieni: Da tutta Italia la magistratura evidenzia l'incostituzionalita' delle misure razziste del cosiddetto "pacchetto sicurezza" 6. Maria Vittoria Giannotti: Anche la Procura di Firenze si appresta a sollevare l'eccezione di costituzionalita' sulle misure razziste del cosiddetto "pacchetto sicurezza" 7. "Il manifesto": Anche la Regione Umbria presenta ricorso alla Corte Costituzionale contro le incostituzionali "ronde" 8. "La Repubblica": Anche la Procura di Torino denuncia l'incostituzionalita' delle misure razziste del cosiddetto "pacchetto sicurezza" 9. Stefano Milani: Il 17 ottobre una manifestazione nazionale a Roma contro il razzismo 10. Igiaba Scego: Due profughi assassinati, questo paese 1. EDITORIALE. IL COLPO DI STATO RAZZISTA PUO'
ESSERE CONTRASTATO E SCONFITTO
Il colpo di stato razzista puo' essere contrastato
e sconfitto.
Ma occorre per questo un impegno corale in difesa della legalita' e dell'umanita', dell'ordinamento giuridico democratico e della civilta', dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre l'impegno di tutte le persone di volonta' buona. Occorre l'impegno di tutte le organizzazioni democratiche. Occorre l'impegno di tutte le istituzioni fedeli alla Costituzione della Repubblica Italiana. * Il colpo di stato razzista puo' essere contrastato e sconfitto. 2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA
NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE
CONTENUTE NELLA LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94
Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art. 1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico riferimento a: a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla Costituzione della Repubblica Italiana; b) violazione dei diritti dei bambini; c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione esistenziale; d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui all'art. 10 Cost.; e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA
NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO
Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3, commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita' e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali dell'ordinamento giuridico vigente. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 4. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE
Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere
presentato recandosi presso gli uffici giudiziari o presso un commissariato di
polizia o una stazione dei carabinieri.
Puo' essere anche inviato per posta. Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve recare un indirizzo per ogni comunicazione. * Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre istituzioni statali centrali). Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel capoluogo di provincia). Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu' dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni. * Indirizzi cui inviare gli esposti: Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione. Comunque solitamente: - l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio: procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio: tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it (analogamente per le altre province). - Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e' uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). - Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). - E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). Quanto alle istituzioni nazionali: - Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour, 00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it - Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187 Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it; sito: www.cortecostituzionale.it - Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370, 00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it - Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito: www.camera.it - Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel. 0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it - Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it; sito: www.csm.it - Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma; fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito: www.quirinale.it Quanto alle istituzioni sovranazionali: - Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047 Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555; sito: www.europarl.europa.eu Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito: http://ec.europa.eu/index_it.htm - Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg (France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito: www.coe.int/DefaultIT.asp - Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters, Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York (Usa); sito: www.un.org * Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata). Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa. * Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani. * Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro. 5. UNA SOLA UMANITA'. STEFANO GALIENI: DA TUTTA
ITALIA LA MAGISTRATURA EVIDENZIA L'INCOSTITUZIONALITA' DELLE MISURE RAZZISTE DEL
COSIDDETTO "PACCHETTO SICUREZZA"
[Dal quotidiano "Liberazione" del 23 settembre 2009 col titolo "I pm: Nessuno e' clandestino. La norma è incostituzionale", il sommario "Processi sospesi. Immigrati, 3,5 milioni di residenti ma la crisi fa crescere l'intolleranza" e il richiamo in prima pagina "Il pm di Torino che solleva la questione di legittimita' costituzionale del reato di clandestinita' nel processo contro un immigrato 'irregolare'; quelli di Agrigento che sospendono il procedimento a carico di 21 stranieri sbarcati illegalmente. Cronache del fallimento di una legge che, come prevedibile, sta solo creando confusione e paura"] Si chiama Ritai, e' nata a Coassolo in provincia di
Torino, da madre proveniente dal Marocco e padre egiziano. Ancora non se ne
rende conto ma per le leggi italiane, in particolar modo per il pacchetto
sicurezza (legge 94) e' una pericolosa clandestina, meritevole di sanzione
amministrativa ed immediatamente espellibile. Poco importa che Ritai compia il
suo primo anno di vita il 23 gennaio prossimo e poco conta che la madre sia
perfettamente regolare mentre il padre, psicologo che si e' rassegnato a fare il
giardiniere, lavori in Italia da due anni. Il suo e' un percorso di quelli che
stanno intasando le aule dei tribunali italiani, ha operato come assistente
sociale presso la casa dello studente di Alessandria, si e' sposato regolarmente
in municipio ma quando ha provato a chiedere il permesso di soggiorno alla
questura per motivi familiari, i funzionari obbedendo alle nuove norme lo hanno
dovuto denunciare. Durante l'udienza il Pm Paola Bellone, ha sollevato una
questione di legittimita' costituzionale della norma che incrimina il soggiorno
illegale degli immigrati, per Ritai questa eccezione e' accompagnata da una
aperta violazione della Convenzione Onu per i diritti del fanciullo, ratificata
dall'Italia nel 1989.
Dall'altra parte della penisola, al tribunale di Agrigento, e' accaduto qualcosa di ancora piu' eclatante. Di fronte ad un processo che vede imputati 21 immigrati "rei" di essere sbarcati illegalmente, l'intera procura ha ritenuto di dover sospendere il procedimento demandando tutto alla Corte costituzionale. Numerose le perplessita' sollevate dai magistrati: intanto "la scelta legislativa ha comportato la criminalizzazione di una condizione che fino all'entrata in vigore della norma era di competenza esclusiva dell'autorita' amministrativa". A detta del giudice il mancato rispetto delle norme sull'ingresso e sulla permanenza nel territorio dello Stato, non puo' essere di per se' indice di "pericolosita' sociale", la norma poi viola i principi costituzionali di ragionevolezza e proporzionalita'. Del resto e' opinione condivisa che in questo caso si e' di fronte ad un palese mancato rispetto degli obblighi internazionali assunti dall'Italia in materia di immigrazione come il Protocollo dell'Onu sottoscritto a Palermo nel dicembre del 2000. "Si ritiene - a detta della procura agrigentina - che la norma impugnata, comportando l'incriminazione di persone che si trovano in una condizione in relazione alla quale si e' assunto l'impegno di assisterle e proteggerle, versi in una contraddizione vistosa e insanabile". Le decisioni assunte ieri a Torino e ad Agrigento si aggiungono a quelle di procure che hanno ritenuto opportuno sollevare simili eccezioni. E' il caso di Bologna ma e' soprattutto il caso di Pesaro, primo tribunale che ha sollevato la questione riprendendo le stesse perplessita' che avevano portato ad una lettera del Capo dello Stato che accompagnava la ratifica della legge 94. Il procedimento di Pesaro, a carico del cittadino senegalese Diouf Hibraima, e' degno di essere raccontato per la sua carica di surrealismo giuridico. Arrestato il 18 giugno, prima dell'entrata in vigore del "pacchetto sicurezza", non poteva ne' essere espulso - non aveva con se' documenti validi - ne' trattenuto in un Cie - non c'erano posti liberi. In prima istanza al signor Diouf veniva chiesto l'impossibile: tornare nel proprio paese con i mezzi propri senza avere i documenti per poter rientrare, in un contesto in cui neanche la forza pubblica poteva procedere, per le stesse ragioni, al rimpatrio. Il signor Diouf, raccogliendo anche tutti gli elementi di criticita' espressi da ampi settori del mondo giuridico nonche' dell'associazionismo, e' stato assolto da ogni reato per tutto il periodo di permanenza irregolare che va dal giorno dell'arresto a quello dell'entrata in vigore del reato di clandestinita', 8 agosto 2009. Per il resto, ritenendo recepibili le eccezioni sollevate dalla difesa la procura ha anche in questo caso rinviato gli atti alla Corte costituzionale, in attesa di un parere di costituzionalita'. E se da una parte il sottosegretario al ministero dell'interno Alfredo Mantovano spara a zero contro quei settori della magistratura che si rifiutano di applicare la legge, considerandolo un problema squisitamente politico (le solite "toghe rosse") dall'altra si va verificando quello che tutti temevano. I tribunali si stanno intasando di "procedimenti fantasma". Solo in un mese e mezzo i fascicoli relativi al reato di clandestinita' si sono decuplicati e si tratta di processi che quando verranno celebrati difficilmente vedranno gli imputati presenti, una mole inutile di lavoro che non portera' neanche ai decantati risultati promessi rispetto alla lotta alla clandestinita'. Nel frattempo da un rapporto dell'Ocse emerge un quadro della situazione dei migranti sempre piu' sfavorevole. Schiacciati dalla crisi, raramente regolarizzati dai datori di lavoro, in paesi in cui cresce il razzismo e il conflitto sociale orizzontale, sono i primi a pagare e gli ultimi a poter sperare. 6. UNA SOLA UMANITA'. MARIA VITTORIA GIANNOTTI:
ANCHE LA PROCURA DI FIRENZE SI APPRESTA A SOLLEVARE L'ECCEZIONE DI
COSTITUZIONALITA' SULLE MISURE RAZZISTE DEL COSIDDETTO "PACCHETTO
SICUREZZA"
[Dal quotidiano "L'Unita'", cronaca di Firenze, del 25 settembre 2009 col titolo "Legge clandestini: la procura pronta a sollevare l'incostituzionalita'" e il sommario "Il procuratore: Proporremo l'incostituzionalita' dell'articolo 10 bis. Presto contatti con i giudici togati e i giudici di pace"] Contro la nuova legge si sono gia' pronunciati il
tribunale di Pesaro, la procura di Bologna e i pm di Agrigento. Poi e' stata la
volta di Torino. Nei giorni scorsi si e' tenuta una riunione negli uffici
fiorentini di piazza Strozzi.
Dopo Bologna, Torino e Agrigento, e' la volta di Firenze. Per ora e' solo un'ipotesi di lavoro. Ma si tratta comunque di un'ipotesi piuttosto concreta. "Penso che ci sia spazio per sollevare una questione di legittimita' costituzionale sulla nuova normativa relativa all'immigrazione. E' un'ipotesi di lavoro che abbiamo in cantiere. Eventualmente, se decideremo di muoverci in questa direzione, solleveremo la questione in ordine agli articoli 3, 24 e 25 della Costituzione". L'annuncio arriva dal procuratore di Firenze, Giuseppe Quattrocchi. Nei giorni scorsi, negli uffici di via Strozzi, si e' tenuta una riunione con il personale nel corso della quale sono state avviate alcune valutazioni sul testo unico sull'immigrazione alla luce degli aggiornamenti apportati con il cosiddetto "pacchetto sicurezza". La procura di Firenze ipotizza di proporre al giudice l'incostituzionalita' dell'articolo 10 bis sull'ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello Stato di cittadini stranieri. "Prenderemo contatti di tipo informativo con i giudici togati e coi giudici di pace - ha spiegato Quattrocchi - cercando di rendere loro noto l'orientamento della nostra procura". La questione potrebbe essere sollevata davanti ai giudici togati in merito agli obblighi del soggiornante e all'ingresso e al soggiorno illegale in Italia; davanti ai giudici di pace rispetto al solo profilo della clandestinita'. Contro la nuova legge si sono gia' pronunciati il tribunale di Pesaro, la procura di Bologna e i pm di Agrigento. Poi e' stata la volta di Torino. Anche qui, nei giorni scorsi, la Procura, dopo aver valutato a lungo la nuova normativa finendo per concentrare l'attenzione sull'articolo 10 bis della legge che punisce con ammende sino a 10.000 euro chi si trova senza permesso sul territorio nazionale e' approdata alla conclusione che si configura un contrasto con il dettato della Costituzione. 7. UN SOLA UMANITA'. "IL MANIFESTO": ANCHE LA
REGIONE UMBRIA PRESENTA RICORSO ALLA CORTE COSTITUZIONALE CONTRO LE
INCOSTITUZIONALI "RONDE"
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 23 settembre 2009 col titolo "Ricorsi. L'Umbria dice no anche alle ronde"] Come Emilia Romagna e Toscana, anche l'Umbria ha
presentato un doppio ricorso alla Corte Costituzionale: contro il nucleare e
contro le ronde. La Giunta regionale ha definito entrambe le norme lesive delle
competenze regionali (in base agli art. 117 e 118 della Costituzione) e del
principio di leale collaborazione, in materie che sono di particolare rilevanza
per i cittadini e per l'intera comunita' regionale...
8. UN SOLA UMANITA'. "LA REPUBBLICA": ANCHE LA
PROCURA DI TORINO DENUNCIA L'INCOSTITUZIONALITA' DELLE MISURE RAZZISTE DEL
COSIDDETTO "PACCHETTO SICUREZZA"
[Dal quotidiano "La Repubblica", cronaca di Torino, del 23 settembre 2009 riprendiamo il seguente articolo siglato m. po., dal titolo "Incostituzionale la norma sui clandestini" e il sommario "La procura solleva il caso di legittimita' durante il processo a un egiziano"] La nuova legge sull'immigrazione clandestina
(approvata a luglio) e' in netto contrasto con almeno tre articoli della
Costituzione. Lo fa notare la Procura di Torino che, d'intesa con il vicepretore
onorario Paola Bellone, ieri mattina ha sollevato la questione nell'ambito di un
procedimento che vedeva imputato Eid Aser, un giardiniere egiziano di 37 anni,
in Italia da due anni dove ha regolarmente sposato Hassena, la moglie
marocchina, padre di Ritaj, una bimba di nove mesi, che, presentatosi in
questura per chiedere il permesso di soggiorno e' stato denunciato, in base alla
nuova legge, per immigrazione clandestina. Ieri mattina Eid Aser, assistito
dall'avvocato Guido Savio, si e' presentato davanti al giudice. Nell'affrontare
il suo caso il pm Paola Bellone, a nome dell'intera procura torinese, ha
sollevato la questione di legittimita' delle nuova legge, spiegando in aula: "Il
reato di clandestinita' pregiudica indirettamente alcuni diritti inviolabili
dell'uomo. Ad esempio il diritto di cittadinanza sin dal momento della
nascita...". Nel caso in questione la piccola Ritaj rischierebbe, nel caso di
una condanna del padre, di essere anche lei privata della sua identita' e della
sua cittadinanza.
Contro la nuova legge d'altronde si sono gia' pronunciati il tribunale di Pesaro, la procura di Bologna e i pm di Agrigento. A Torino Caselli e i suoi aggiunti Paolo Borgna e Andrea Beconi hanno studiato a lungo le nuove norme ("Perche' e' nostro compito come magistrati applicarle..." sottolineano) finendo per concentrare la loro attenzione sull'articolo 10 bis della legge (che punisce con ammende sino a 10.000 euro chi si trova senza permesso sul territorio nazionale) scoprendo che e' in palese contrasto con il dettato della Costituzione. "La non manifesta infondatezza sollevata dal v.p.o. Paola Bellone d'intesa con la Procura - spiega Giancarlo Caselli, procuratore capo - e' stata ritenuta sulla base di una serie di argomenti che evidenziano la possibile violazione degli articoli 2 (violazione dei diritti fondamentali dell'uomo), 3 (principio di uguaglianza) e 25 (principio di legalita' sotto il profilo della punibilita' di condotte materiali ascrivibili alla volonta' di un soggetto) della Costituzione". Per la Procura di Torino la nuova legge introduce quindi "una disparita' di trattamento" rispetto agli immigrati gia' espulsi dalle questure (che a differenza dei clandestini "semplici" possono essere assolti per "giustificati motivi"), prevede sanzioni pecuniarie irragionevoli e inapplicabili e soprattutto punisce "la mera condizione personale dello straniero clandestino che di per se' non indica una particolare pericolosita' sociale". Il giudice si e' riservato la decisione. Il 5 ottobre si pronuncera' sull'espulsione di Eid Aser e il 6 sulla questione costituzionale posta dalla Procura della Repubblica di Torino. 9. UNA SOLA UMANITA'. STEFANO MILANI: IL 17 OTTOBRE
UNA MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA CONTRO IL RAZZISMO
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 24 settembre 2009 col titolo "17 ottobre. Razzismo 20 anni dopo" e il sommario "Da quel 24 agosto 1989 nulla e' cambiato. L'assassinio di Jerry Masslo e' solo un ricordo lontano. Per questo la necessita' di scendere in piazza il 17 ottobre per una grande manifestazione nazionale contro ogni tipo di intolleranza"] "Pensavo di trovare in Italia uno spazio di vita,
una ventata di civilta', un'accoglienza che mi permettesse di vivere in pace e
di coltivare il sogno di un domani senza barriere ne' pregiudizi. Invece sono
deluso. Avere la pelle nera in questo paese e' un limite alla convivenza civile.
Il razzismo e' anche qui: e' fatto di prepotenze, di soprusi, di violenze
quotidiane su chi non chiede altro che solidarieta' e rispetto". Cosi',
vent'anni fa, parlava Jerry Masslo. Rifugiato sudafricano e bracciante ucciso il
24 agosto 1989 a Villa Literno, in provincia di Caserta, per aver difeso i
diritti degli altri stagionali di tutti i colori dai caporali.
Se fosse ancora vivo di quel discorso, siamo sicuri, Masslo non cambierebbe una virgola. Perche' nulla e' cambiato in Italia. Il razzismo non solo e' rimasto ma si e' radicato. Tra la gente e nelle istituzioni. La legge Bossi-Fini e' ancora in vigore, il pacchetto sicurezza che criminalizza e inasprisce le pene ai clandestini e' fresco di approvazione, i centri di identificazione ed espulsioni sono sempre li' e sono sempre piu' inumani, gli sgomberi dei campi rom pressoche' quotidiani, cosi' come le aggressioni agli omosessuali e agli stranieri di ogni credo e latitudine. Razzismo di pelle, di orientamento sessuale, di culture, di religione non fa nessuna differenza. "Il diverso e' diverso, sempre", certifica un'enorme scritta nera su un muro di Roma. Una volta citta' aperta, ma ora sempre piu' chiusa in se stessa, nella propria "identita'". Ed e' proprio per le strade della capitale che il prossimo 17 ottobre ci sara' una manifestazione nazionale in difesa del diritto ad esistere. Lo chiedono i migranti che vivono nel nostro paese, in balia ogni giorno di pregiudizi e intolleranze. Mancano ancora piu' di tre settimane all'iniziativa, ma in molti hanno gia' risposto all'appello che si puo' sottoscrivere andando sul sito www.17ottobreantirazzista.org. Tra i firmatari un vastissimo cartello di associazioni nazionali (laiche e religiose) e comitati locali, da Libera alle Comunita' di accoglienza del Cnca, dall'Auser a Pax Christi, alle associazioni Glbt, ai partiti e gruppi della sinistra radicale, Prc, Pdci, Sl, Sinistra critica, Pcl, sotto la regia dell'Arci e con l'adesione della Cgil e di diverse altre sigle del sindacalismo, Fiom e Cobas. In Italia si e' persa la spinta all'accoglienza, "ma se fosse andata cosi' ai migranti italiani all'estero, oggi non avremmo personaggi come Nancy Pelosi, la speaker democratica del Congresso americano, o l'ex sindaco di New York Rudolph Giuliani", ha sottolineato ieri Abu Sumaoro, uno dei promotori, durante la conferenza stampa di presentazione del corteo. E Filippo Miraglia, responsabile immigrazione dell'Arci, ha ricordato la pluralita' dei soggetti coinvolti, "tutti con un solo obiettivo: dire no al razzismo". Perche' "e' responsabilita' di tutti scendere in piazza e demolire le bugie istituzionali che ogni giorno ci vengono raccontate". E cosi' non c'e' da stupirsi se il pregiudizio ha messo radici anche dietro ai banchi di scuola, tra gli studenti. Alle superiori, sei ragazzi su dieci nutrono grande diffidenza nei confronti di rom, omosessuali e disabili. Lo dice una ricerca nazionale della "Fondazione Intercultura" condotta sui 1.432 studenti di liceo e istituti professionali in otto citta' di quattro regioni (Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Puglia). Dal rapporto, presentato ieri a Reggio Emilia, emerge una "forte carenza di informazione sull'immigrazione" che fa si' che la strada dell'integrazione "e' ancora lunghissima e piu' difficile in tempi di crisi", sintetizza il segretario generale della onlus Roberto Ruffino. E piu' pericolosa, aggiungiamo noi, in tempi dove a sedere sulla poltrona piu' alta della Pubblica Istruzione c'e' un ministro, Mariastella Gelmini, che tra un taglio e l'altro, pensa bene di introdurre un tetto del 30% di alunni stranieri per classe. 10. UNA SOLA UMANITA'. IGIABA SCEGO: DUE PROFUGHI
ASSASSINATI, QUESTO PAESE
[Dal quotidiano "L'Unita'" del 23 settembre 2009 col titolo "No al nero in prima serata"] Il 22 maggio 1979 un giovane somalo, Amhed Ali
Giama, viene arso vivo vicino alla chiesa di Santa Maria della Pace a Piazza
Navona, Roma. E' un homeless, non ha niente, solo la sua piccola vita avvolta di
stracci. Dell'omicidio sono accusati due giovani poi assolti per non aver
commesso il fatto. Alcuni giornali parlano di una giustizia di parte.
Il 21 settembre 2009 alcuni ciclisti nel parco della Caffarella (sempre a Roma) notano il cadavere di Ali Farah Hassan e chiamano la polizia. Ali Hassan Farah era un profugo somalo. Lo conoscevano tutti nel quartiere, era solito lavare i vetri al semaforo dell'incrocio tra via Appia Pignatelli e via dell'Almone. Viveva in una tenda all'interno del parco. Era una persona tranquilla. L'unica sua "colpa" era la sua poverta'. Non rivedra' piu' la Somalia. A trent'anni di distanza non e' cambiato nulla per i somali in Italia. La situazione per certi aspetti e' addirittura peggiorata. L'Italia si e' chiusa in se stessa. Invece di scendere in piazza per i diritti, alcuni trovano piu' facile prendersela con i settori piu' deboli della societa'. Per fortuna c'e' una Italia sana, ma quella malata comincia a farmi davvero paura. Come mai questo odio per chi non si puo' difendere? Ahmed e Ali erano rifugiati politici. Scappavano uno dalla dittatura feroce di Siad Barre e l'altro da una guerra in-civile che ha divorato tutti i sogni (e che e' molto "alimentata" dall'Occidente che trova molto utile gettare i rifiuti tossici in mare somalo). E come sono stati accolti? Con il fuoco e le sprangate. Non si conoscono gli assassini di Ali Farah, ma l'Italia lo ha gia' ammazzato ignorandolo. All'inizio i cronisti non sapevano collocarlo nemmeno geograficamente. Senegalese? Ivoriano? Somalo? Se fosse stato bianco ora al parco della Caffarella ci sarebbe stato Bruno Vespa con una puntata speciale di Porta a Porta. Ma no, i neri non meritano la prima serata. =====================
LEGALITA' E' UMANITA' ===================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 49 del 25 settembre 2009 Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare
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