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Legalita' e' umanita'. 42
- Subject: Legalita' e' umanita'. 42
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Fri, 18 Sep 2009 17:16:55 +0200
- Importance: Normal
===================== LEGALITA' E' UMANITA' ===================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 42 del 18 settembre 2009 In questo numero: 1. Peppe Sini: Per la Costituzione e per l'umanita' 2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo 4. Cosa fare 5. "Il resto del carlino": Anche la Procura di Bologna ha presentato istanza di illegittimita' costituzionale della normativa che istituisce il cosiddetto "reato di clandestinita'" 6. "Redattore sociale": Anche dalla Procura di Bologna un'istanza di illegittimita' costituzionale del cosiddetto "reato di clandestinita'" 7. Renato Benedetto: Anche per la Procura di Bologna il cosiddetto "reato di clandestinita'" e' incostituzionale 8. Appello degli intellettuali contro il ritorno delle leggi razziali in Italia 9. Appello dei giuristi contro l'introduzione dei reati di ingresso e soggiorno illegale dei migranti 1. EDITORIALE. PEPPE SINI: PER LA COSTITUZIONE E PER L'UMANITA' Cosi' come ai sensi dell'art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana e' illegale la partecipazione italiana alla guerra afgana, sono illegali altresi' le misure razziste, schiaviste e squadriste contenute nella legge 94/2009 (il cosiddetto "pacchetto sicurezza"). L'una e l'altra illegalita' stanno provocando a innumerevoli persone inaudite sofferenze - e fin la morte di vittime innocenti. E' dovere di ogni cittadino contrastare il crimine, ed a maggior ragione il crimine che uccide. * Per quanto riguarda specificamente le palesemente incostituzionali misure razziste, schiaviste e squadriste contenute nella legge 94/2009, da vari tribunali comincia ad essere avanzata la richiesta di un intervento della Corte Costituzionale ai fini della loro abrogazione. Lo ha gia' fatto un magistrato del Tribunale di Pesaro, lo hanno annunciato le Procure di altre sedi giudiziarie, da Agrigento a Bologna. Ed a corroborare questa iniziativa c'e' anche l'appello autorevolissimo sottoscritto da due presidenti emeriti della Corte Costituzionale e da altri illustri giuristi. * Ma naturalmente non e' solo la Corte Costituzionale che ha il potere di cassare quelle misure criminali e criminogene: questo potere e' anche nelle mani del Parlamento, che sulla medesima materia potrebbe nuovamente deliberare in tempi piu' rapidi di quelli con cui opera la Corte Costituzionale. E lo stesso Capo dello Stato con la sua missiva al Governo ed ai Presidenti delle Camere del 15 luglio 2009 inequivocabilmente sollecitava un intervento in tal senso. * Pertanto e' necessario continuare a sostenere sia la richiesta di un tempestivo pronunciamento della Corte Costituzionale, sia la richiesta di una tempestiva nuova deliberazione del Parlamento, affinche' o attraverso l'organo giudiziario o attraverso l'organo legislativo si addivenga nel piu' breve tempo possibile all'abolizione delle incostituzionali ed antigiuridiche misure razziste, schiaviste e squadriste contenute nella legge 94/2009. E nelle more delle procedure istituzionali all'uopo previste occorre altresi' continuare a denunciare l'illegalita' di quelle misure e chiedere a tutte le istituzioni il piu' rigoroso rispetto della legalita' e dei diritti umani. * E' quindi di decisiva importanza che si sviluppi la piu' vasta iniziativa civile, democratica, nonviolenta, in difesa della legalita' e della Costituzione, in difesa dell'ordinamento giuridico e dei diritti umani, contro il colpo di stato razzista configurato dalle summenzionate misure criminali e criminogene. L'iniziativa dei due esposti che dall'entrata in vigore della legge 94 stiamo portando avanti e' nei fatti hic et nunc il punto di coagulo di questo impegno, di questa impostazione rigorosamente nonviolenta, rigorosamente a difesa della legalita' e dei diritti umani, coerente nei fini, nei mezzi, nell'ispirazione. * Rinnoviamo quindi ancora una volta un appello alle persone di volonta' buona ed alle associazioni democratiche affinche' facciano propri e presentino i due esposti che di seguito ancora una volta riproduciamo, ed affinche' promuovano ovunque possibile iniziative democratiche e nonviolente a sostegno della richiesta che la Corte Costituzionale, ovvero il Parlamento, abolisca quelle scellerate, incostituzionali, antigiuridiche, disumane misure razziste, schiaviste e squadriste. 2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94 Alla Procura della Repubblica di ... Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art. 1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico riferimento a: a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla Costituzione della Repubblica Italiana; b) violazione dei diritti dei bambini; c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione esistenziale; d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui all'art. 10 Cost.; e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO Alla Procura della Repubblica di ... Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3, commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita' e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali dell'ordinamento giuridico vigente. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 4. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione dei carabinieri. Puo' essere anche inviato per posta. Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve recare un indirizzo per ogni comunicazione. * Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre istituzioni statali centrali). Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel capoluogo di provincia). Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu' dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni. * Indirizzi cui inviare gli esposti: Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione. Comunque solitamente: - l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio: procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio: tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it (analogamente per le altre province). - Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e' uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). - Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). - E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). Quanto alle istituzioni nazionali: - Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour, 00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it - Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187 Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it; sito: www.cortecostituzionale.it - Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370, 00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it - Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito: www.camera.it - Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel. 0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it - Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it; sito: www.csm.it - Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma; fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito: www.quirinale.it Quanto alle istituzioni sovranazionali: - Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047 Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555; sito: www.europarl.europa.eu Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito: http://ec.europa.eu/index_it.htm - Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg (France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito: www.coe.int/DefaultIT.asp - Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters, Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York (Usa); sito: www.un.org * Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata). Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa. * Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani. * Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro. 5. UNA SOLA UMANITA'. "IL RESTO DEL CARLINO": ANCHE LA PROCURA DI BOLOGNA HA PRESENTATO ISTANZA DI ILLEGITTIMITA' COSTITUZIONALE DELLA NORMATIVA CHE ISTITUISCE IL COSIDDETTO "REATO DI CLANDESTINITA'" [Dal sito del quotidiano "Il resto del carlino" riprendiamo il seguente articolo del 16 settembre 2009 col titolo "Nodo immigrati. Procura contro il reato di clandestinita'. Sollevata eccezione di incostituzionalita'" e il sommario "Primo giorno di udienze davanti al giudice di pace aperto con l'istanza di illegittimita' costituzionale presentata dal pm Massimiliano Serpi. Il giudice Coco si e' riservato di pronunciarsi. Prossima udienza il 21 ottobre"] Bologna, 16 settembre 2009 - La Procura di Bologna ha presentato istanza di illegittimita' costituzionale della normativa che istituisce il reato di clandestinita'. Sono diversi i motivi per i quali oggi, alla prima udienza dei giudici di pace dedicata al nuovo reato in vigore dallo scorso 8 agosto (che prevede un'ammenda da 5.000 a 10.000 euro o l'espulsione), hanno spinto la Procura di Bologna a sollevare il dubbio di incostituzionalita'. Ovvero: violazione del principio di uguaglianza davanti alla legge sia come necessita' di diverso trattamento per situazioni differenti sia come necessita' di pari trattamento per situazioni simili; violazione del diritto di difesa per cui nessuno e' tenuto ad autodenunciarsi; violazione del principio di uguaglianza davanti alla legge per la sospensione del procedimento penale limitatamente alle cosiddette badanti disponibili all'emersione e non a tutti i lavoratori in nero; violazione del principio di ragionevolezza della legge, del principio per cui la pena deve tendere alla rieducazione del condannato, del principio del buon andamento della pubblica amministrazione. L'istanza e' stata illustrata in aula dal procuratore reggente Massimiliano Serpi, che ha chiesto al coordinatore dei Giudici di pace bolognesi, Mario Luigi Cocco, di ritenere l'eccezione non manifestatamente infondata e quindi di riportare la questione alla Corte costituzionale. Cocco, tenuto conto dello "spessore delle questioni sollevate" e della corposita' delle argomentazioni di Serpi, che necessitano di una "attenta valutazione", si e' riservato di decidere con l'impegno di pronunciarsi nella sua prossima udienza, il 21 ottobre. Stessa sorte, con ogni probabilita', anche per le altre nove udienze in programma oggi, visto che i viceprocuratori onorari (vpo) incaricati dalla Procura di sostenere l'accusa hanno indicazione di presentare la stessa istanza illustrata da Serpi. 6. UNA SOLA UMANITA'. "REDATTORE SOCIALE": ANCHE DALLA PROCURA DI BOLOGNA UN'ISTANZA DI ILLEGITTIMITA' COSTITUZIONALE DEL COSIDDETTO "REATO DI CLANDESTINITA'" [Dal sito di "Redattore sociale" (www.redattoresociale.it) col titolo "Bologna. Dubbi di costituzionalita' sul reato di clandestinita'"] "Esistono seri dubbi di costituzionalita'": cosi' Mario Luigi Cocco, coordinatore dei Giudici di Bologna, subito dopo aver rinviato la prima udienza dedicata al reato di clandestinita' in seguito all'istanza di illegittimita' presentata dalla Procura di Bologna. Cocco sciogliera' le proprie riserve il 21 ottobre e nel caso riterra' fondata l'eccezione a decidere sara' la Corte costituzionale: in attesa del pronunciamento della Corte, i procedimenti in corso verrebbero sospesi. Il primo caso giunto dinanzi ai Giudici di pace, questa mattina, e' quello di un marocchino 33enne, fermato a Bologna dalla Polizia municipale proprio nel primo giorno di entrata in vigore del nuovo reato, l'8 agosto. Non e' in aula e non ascolta quindi l'illustrazione dell'istanza di illegittimita' da parte del procuratore reggente di Bologna, Massimiliano Serpi (che in apertura di udienza Cocco ringrazia "per l'attenzione che la Procura dedica a questo nuovo procedimento"). Prima di Serpi, un'eccezione prova a sollevarla anche l'avvocato difensore del marocchino, perche' dalle carte la persona offesa risulta "nessuna" e a suo dire non puo' esserci un reato. Per Serpi, la persona offesa e' da considerarsi lo Stato, quindi il requisito sottolineato dalla difesa non e' indispensabile per procedere. Cocco concorda e rigetta l'eccezione, prima di ascoltare la piu' corposa istanza del procuratore. Il primo dubbio di illegittimita' riguarda la violazione del principio di uguaglianza davanti alla legge. Per la Procura e' ingiustificato punire nello stesso modo lo straniero che, dopo l'entrata in vigore della nuova legge, la viola introducendosi illegalmente in Italia e quello che, essendovi da tempo, con affari e affetti radicati, non si allontana per non abbandonare un'intera vita. Inoltre, per la Procura manca la clausola di salvezza del "giustificato motivo", che vale per il gia' esistente ordine di allontanamento da parte del Questore (specifico, nominativo e notificato) ma non per chi ha ricevuto "l'editto collettivo" di allontanamento rappresentato dalla nuova legge. Il secondo dubbio di costituzionalita' riguarda la violazione del diritto di difesa per cui nessuno e' tenuto ad autodenunciarsi. Per la Procura, il legislatore ha tralasciato di predisporre una procedura che consenta allo straniero di allontanarsi legalmente, costringendolo di fatto a farlo "clandestinamente". Se non e' previsto che lo straniero possa accettare di allontanarsi volontariamente per evitare la pena, sostiene piazza Trento e Trieste, la pena stessa perde di significato. Come esempio la Procura porta le modifiche alla normativa sulla detenzione di armi che, quando entrarono in vigore, prevedevano un arco temporale entro cui consegnare spontaneamente le armi senza incorrere in pene. Terzo punto: la violazione del principio di uguaglianza davanti alla legge per la sospensione del procedimento penale solo per le badanti disponibili all'emersione, disposta per un giudizio di mera opportunita' politica, e non estesa a tutti i lavoratori in nero; per la Procura, la discrezionalita' del legislatore e' indiscutibile in sede amministrativa, ma non in sede penale. Ed e' ragionevole pensare, aggiunge piazza Trento e Trieste, che lo straniero imputato possa essere un lavoratore irregolare. Infine, la Procura ipotizza una violazione del principio di ragionevolezza della legge, del principio per cui la pena deve tendere alla rieducazione del condannato, del principio del buon andamento della pubblica amministrazione esteso alla giurisdizione. La Procura ricorda che la nuova legge prevede un reato che formalmente viene sanzionato con un'ammenda da 5.000 a 10.000 euro, ma anche che il giudice applichi in via automatica la sanzione sostitutiva dell'espulsione (a meno che non ci siano cause ostative che impediscano l'esecuzione immediata dell'espulsione con accompagnamento alla frontiera). Innanzitutto, per la Procura il legislatore ha costruito formalmente una figura di reato ma non per determinare una condotta virtuosa attraverso la funzione deterrente di una pena, bensi' per giungere attraverso il giudice di pace al risultato di comminare in sede penale l'espulsione. Inoltre, il legislatore non ha nel frattempo rinunciato al gia' esistente sistema amministrativo di espulsione, con il risultato che per lo stesso straniero non regolare si aprono contemporaneamente due distinti procedimenti, uno penale e l'altro amministrativo. Per la Procura di Bologna, una duplicazione della procedura che viola la Costituzione: oltre al principio della ragionevolezza, infatti, il "raddoppio" si traduce in spese inutili di denaro e risorse umane. Infine, a detta della Procura, c'e' la possibilita' di un vero e proprio cortocircuito: prevedere che il giudice di pace debba di norma applicare l'espulsione si scontra infatti con la condizione che lo straniero sia coattivamente espellibile, poiche' in questo caso non si potra' mai giungere a sentenza visto che lo stesso straniero sara' gia' stato espulso dal Prefetto e accompagnato alla frontiera. 7. UNA SOLA UMANITA'. RENATO BENEDETTO: ANCHE PER LA PROCURA DI BOLOGNA IL COSIDDETTO "REATO DI CLANDESTINITA'" E' INCOSTITUZIONALE [Dal sito del "Corriere di Bologna" riprendiamo il seguente articolo del 16 settembre 2009 col titolo "Immigrazione. Reato di clandestinita', la procura 'impugna' la normativa: incostituzionale" e il sommario "Nel primo giorno di udienze, il procuratore Serpi ha presentato l'eccezione di illegittimita'"] Per la procura di Bologna il reato di clandestinita' e' incostituzionale. Cosi' tutti i procedimenti che riguardano immigrati irregolari finiscono nel congelatore. Ad avanzare dubbi di legittimita' stavolta non e' l'opposizione al governo, ma la procura del capoluogo emiliano che ha "impugnato" la normativa. Nel giorno della prima udienza, in cui i giudici di pace dovevano affrontare tutti i casi raccolti dall'8 agosto (da quando cioe' il nuovo reato e' stato introdotto), piazza Trento e Trieste ha sollevato un'eccezione di incostituzionalita'. Tra i motivi, la violazione del principio di uguaglianza davanti alla legge, che verrebbe meno due volte: da un lato non sarebbe garantito un uguale trattamento in situazioni simili, dall'altro un diverso trattamento in situazioni differenti. Anche in merito alla sospensione del procedimento penale limitatamente alle cosiddette badanti disponibili all'emersione, e non a tutto il lavoro in nero, risulterebbe violato il principio di uguaglianza di fronte alla legge. Gli altri motivi indicati dalla procura sono: la violazione del diritto di difesa, per cui nessuno e' tenuto ad autodenunciarsi. la violazione del principio di ragionevolezza della legge e del principio per cui la pena deve tenere alla rieducazione del condannato. * Processi congelati - Il procuratore reggente Massimiliano Serpi, che ha illustrato in aula l'istanza, ha chiesto al coordinatore dei giudici di pace bolognesi, Mario Luigi Cocco, di ritenere l'eccezione non manifestamente infondata e quindi di riportare la questione alla Corte costituzionale. Cocco, tenuto conto dello "spessore delle questioni sollevate" e della corposita' delle argomentazioni di Serpi, che necessitano di una "attenta valutazione", si e' riservato di decidere con l'impegno di pronunciarsi nella prossima udienza, il 21 ottobre. Entro quella data il giudice dovra' decidere se nell'istanza del pm ci sono rilievi di fondata incostituzionalita' e quindi trasmetterla alla Corte costituzionale. In questo caso tutti i procedimenti che riguardano immigrati irregolari saranno congelati in attesa dell'esame della Consulta. I processi simili saranno comunque di fatto in stand-by fino al 21 ottobre. "Esistono seri dubbi di costituzionalita'", ha comunque precisato Cocco. Il primo caso giunto dinanzi ai Giudici di pace, questa mattina, e' stato quello di un marocchino 33enne, fermato a Bologna dalla Polizia municipale proprio nel primo giorno di entrata in vigore del nuovo reato, l'8 agosto. * Le polemiche - Contro la decisione della procura si sono subito scagliati Pdl e Lega. Il coordinatore regionale del Pdl e il suo vice, Filippo Berselli e Giampaolo Bettamio, comunque sono convinti che l'eccezione della Procura sia destinata ad essere respinta: hanno infatti la "certezza che la Corte Costituzionale riterrebbe infondata la questione" dicono in una nota congiunta. Secondo il Carroccio: "Siamo alle solite, come quando nel 2005 l'80 per cento dei magistrati, sempre da Bologna, non voleva applicare la Bossi-Fini - e' il commento di Angelo Alessandri, numero uno della Lega Nord Emilia -. Non e' compito dei magistrati rilevare l'incostituzionalita' di una legge, dovrebbero semplicemente applicarla. Mi amareggia il fatto di vedere magistrati che continuano a utilizzare strumenti politici. Non puo' essere sempre un caso, queste posizioni arrivano sempre da Bologna e sempre verso lo stesso tipo di leggi". * Reazioni - La Caritas vede invece di buon occhio la presa di posizione dei magistrati: "E' un indice non indifferente - e' il commento del numero uno della Caritas bolognese, Paolo Mengoli -. Secondo noi ci sono motivi fondati, ora decideranno i giudici costituzionali". Cosi' la Cgil: "Sono osservazioni che la nostra organizzazione sostiene da molto tempo", secondo il segretario della Camera del lavoro, Cesare Melloni. 8. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEGLI INTELLETTUALI CONTRO IL RITORNO DELLE LEGGI RAZZIALI IN ITALIA Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una straordinaria influenza sulla intera societa' europea, dal Rinascimento italiano al fascismo. Non sempre sono state pero' conosciute in tempo. In questo momento c'e' una grande attenzione sui giornali europei per alcuni aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, pero', un dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si riuscira' ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell'Europa e di far arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero. Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l'adozione di norme discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si vedevano dai tempi delle leggi razziali. E' stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non piu' gli ebrei bensi' la popolazione degli immigrati "irregolari", che conta centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti. Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalita', l'esercizio di un diritto fondamentale quale e' quello di contrarre matrimonio senza vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani. Con una norma ancora piu' lesiva della dignita' e della stessa qualita' umana, e' stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in condizioni di irregolarita' amministrativa, di riconoscere i figli da loro stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere "irregolari" diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri e messi nelle mani dello Stato. Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei loro figli, ne' le costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro bambini da parte dello Stato. Non ci rivolgeremmo all'opinione pubblica europea se la gravita' di queste misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune umanita'. L'Europa non puo' ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi internazionali e i principi garantisti e di civilta' giuridica su cui si basa la stessa costruzione politica europea. E' interesse e onore di tutti noi europei che cio' non accada. La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che viene dall'Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa. A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la propria opposizione. Roma, 29 giugno 2009 Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio 9. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEI GIURISTI CONTRO L'INTRODUZIONE DEI REATI DI INGRESSO E SOGGIORNO ILLEGALE DEI MIGRANTI Il disegno di legge n. 733-B attualmente all'esame del Senato prevede varie innovazioni che suscitano rilievi critici. In particolare, riteniamo necessario richiamare l'attenzione della discussione pubblica sulla norma che punisce a titolo di reato l'ingresso e il soggiorno illegale dello straniero nel territorio dello Stato, una norma che, a nostro avviso, oltre ad esasperare la preoccupante tendenza all'uso simbolico della sanzione penale, criminalizza mere condizioni personali e presenta molteplici profili di illegittimita' costituzionale. La norma e', anzitutto, priva di fondamento giustificativo, poiche' la sua sfera applicativa e' destinata a sovrapporsi integralmente a quella dell'espulsione quale misura amministrativa, il che mette in luce l'assoluta irragionevolezza della nuova figura di reato; inoltre, il ruolo di extrema ratio che deve rivestire la sanzione penale impone che essa sia utilizzata, nel rispetto del principio di proporzionalita', solo in mancanza di altri strumenti idonei al raggiungimento dello scopo. Ne' un fondamento giustificativo del nuovo reato puo' essere individuato sulla base di una presunta pericolosita' sociale della condizione del migrante irregolare: la Corte Costituzionale (sent. 78 del 2007) ha infatti gia' escluso che la condizione di mera irregolarita' dello straniero sia sintomatica di una pericolosita' sociale dello stesso, sicche' la criminalizzazione di tale condizione stabilita dal disegno di legge si rivela anche su questo terreno priva di fondamento giustificativo. L'ingresso o la presenza illegale del singolo straniero dunque non rappresentano, di per se', fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale, ma sono l'espressione di una condizione individuale, la condizione di migrante: la relativa incriminazione, pertanto, assume un connotato discriminatorio ratione subiecti contrastante non solo con il principio di eguaglianza, ma con la fondamentale garanzia costituzionale in materia penale, in base alla quale si puo' essere puniti solo per fatti materiali. L'introduzione del reato in esame, inoltre, produrrebbe una crescita abnorme di ineffettivita' del sistema penale, gravato di centinaia di migliaia di ulteriori processi privi di reale utilita' sociale e condannato per cio' alla paralisi. Ne' questo effetto sarebbe scongiurato dalla attribuzione della relativa cognizione al giudice di pace (con alterazione degli attuali criteri di ripartizione della competenza tra magistratura professionale e magistratura onoraria e snaturamento della fisionomia di quest'ultima): da un lato perche' la paralisi non e' meno grave se investe il settore di giurisdizione del giudice di pace, dall'altro per le ricadute sul sistema complessivo delle impugnazioni, gia' in grave sofferenza. Rientra certo tra i compiti delle istituzioni pubbliche "regolare la materia dell'immigrazione, in correlazione ai molteplici interessi pubblici da essa coinvolti ed ai gravi problemi connessi a flussi migratori incontrollati" (Corte Cost., sent. n. 5 del 2004), ma nell'adempimento di tali compiti il legislatore deve attenersi alla rigorosa osservanza dei principi fondamentali del sistema penale e, ferma restando la sfera di discrezionalita' che gli compete, deve orientare la sua azione a canoni di razionalita' finalistica. "Gli squilibri e le forti tensioni che caratterizzano le societa' piu' avanzate producono condizioni di estrema emarginazione, si' che (...) non si puo' non cogliere con preoccupata inquietudine l'affiorare di tendenze, o anche soltanto tentazioni, volte a 'nascondere' la miseria e a considerare le persone in condizioni di poverta' come pericolose e colpevoli". Le parole con le quali la Corte Costituzionale dichiaro' l'illegittimita' del reato di "mendicita'" di cui all'art. 670, comma 1, cod. pen. (sent. n. 519 del 1995) offrono ancora oggi una guida per affrontare questioni come quella dell'immigrazione con strumenti adeguati allo loro straordinaria complessita' e rispettosi delle garanzie fondamentali riconosciute dalla Costituzione a tutte le persone. 25 giugno 2009 Angelo Caputo, Domenico Ciruzzi, Oreste Dominioni, Massimo Donini, Luciano Eusebi, Giovanni Fiandaca, Luigi Ferrajoli, Gabrio Forti, Roberto Lamacchia, Sandro Margara, Guido Neppi Modona, Paolo Morozzo della Rocca, Valerio Onida, Elena Paciotti, Giovanni Palombarini, Livio Pepino, Carlo Renoldi, Stefano Rodota', Arturo Salerni, Armando Spataro, Lorenzo Trucco, Gustavo Zagrebelsky ===================== LEGALITA' E' UMANITA' ===================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 42 del 18 settembre 2009 Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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