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Minime. 927
- Subject: Minime. 927
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 29 Aug 2009 00:52:11 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 927 del 29 agosto 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Non e' un gioco 2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo 4. Cosa fare 5. Cessi la partecipazione italiana alla guerra afgana 6. Albino Bizzotto: In digiuno per la pace a Vicenza 7. Pierangelo Monti: Un ricordo di dom Helder Camara, profeta del terzo mondo 8. Roberto Beretta presenta "Presenze femminili nella vita di don Lorenzo Milani" di Rolando Perri 9. Letture: Claude Levi-Strauss, Elogio dell'antropologia 10. Riletture: Marianne Cornevin, L'apartheid. Violenza e falsificazione storica 11. Riletture: Marcella Emiliani, Maria Cristina Ercolessi, Anna Maria Gentili, Sud Africa. I conflitti dell'apartheid 12. Riletture: Ruth First, Alle radici dell'apartheid 13. Riletture: Alessandra Visco Gilardi (a cura di), Il Sudafrica: storia, politica, economia e societa' 14. La "Carta" del Movimento Nonviolento 15. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. NON E' UN GIOCO Se ne parla come se fosse un gioco. Non e' un gioco. E' un barbaro crimine e una immane tragedia. Nel nostro paese oggi milioni di persone innocenti stanno subendo una persecuzione abominevole. Nel nostro paese un colpo di stato razzista sta cercando di imporre il regime dell'apartheid. Nel nostro paese un governo golpista sta facendo strame della legalita', della civilta', dello stesso sentimento di umanita'. Se ne parla come se fosse un gioco. Non e' un gioco. E' un barbaro crimine e una immane tragedia. * E' dovere di ogni persona di volonta' buona, e' dovere di ogni associazione democratica, e' dovere di ogni istituzione fedele alla Costituzione della Repubblica Italiana opporsi al colpo di stato che si concretizza nelle scellerate misure razziste, schiaviste e squadriste, incostituzionali ed antigiuridiche, criminali e criminogene, imposte da un governo anomico e golpista. E' dovere di ogni persona di volonta' buona, e' dovere di ogni associazione democratica, e' dovere di ogni istituzione fedele alla Costituzione della Repubblica Italiana difendere la legalita', la civilta', l'umanita' dalla illegale violenza dell'eversione dall'alto. E dovere di ogni persona di volonta' buona, e' dovere di ogni associazione democratica, e' dovere di ogni istituzione fedele alla Costituzione della Repubblica Italiana insorgere con la forza della verita', con la forza della legalita', con la forza della democrazia, con la forza dell'ordinamento giuridico, con la forza della nonviolenza, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa della civile convivenza, in difesa del diritto. 2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94 Alla Procura della Repubblica di ... Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94 Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art. 1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico riferimento a: a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla Costituzione della Repubblica Italiana; b) violazione dei diritti dei bambini; c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione esistenziale; d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui all'art. 10 Cost.; e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO Alla Procura della Repubblica di ... Al Presidente del Tribunale di ... Al Presidente della Corte d'Appello di ... Al Presidente della Corte di Cassazione Al Presidente della Corte Costituzionale Al Sindaco del Comune di ... Al Presidente della Provincia di ... Al Presidente della Regione ... Al Questore di ... Al Prefetto di ... Al Presidente del Consiglio dei Ministri Al Presidente della Camera dei Deputati Al Presidente del Senato della Repubblica Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Parlamento Europeo Al Presidente della Commissione Europea Al Presidente del Consiglio d'Europa Al Segretario generale delle Nazioni Unite Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento dello squadrismo Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come "pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3, commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita' e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali dell'ordinamento giuridico vigente. Si richiede il piu' sollecito intervento. Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che riterranno sussistere nella concreta fattispecie. L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p. Firma della persona e/o dell'associazione esponente indirizzo luogo e data 4. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione dei carabinieri. Puo' essere anche inviato per posta. Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve recare un indirizzo per ogni comunicazione. * Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre istituzioni statali centrali). Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel capoluogo di provincia). Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu' dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni. * Indirizzi cui inviare gli esposti: Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione. Comunque solitamente: - l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio: procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio: tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it (analogamente per le altre province). - Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province). - L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e' uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). - Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp), composto secondo il seguente criterio: urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e' urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). - E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province). Quanto alle istituzioni nazionali: - Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour, 00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it - Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187 Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it; sito: www.cortecostituzionale.it - Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370, 00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it - Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito: www.camera.it - Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel. 0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it - Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it; sito: www.csm.it - Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma; fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito: www.quirinale.it Quanto alle istituzioni sovranazionali: - Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047 Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555; sito: www.europarl.europa.eu Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito: http://ec.europa.eu/index_it.htm - Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg (France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito: www.coe.int/DefaultIT.asp - Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters, Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York (Usa); sito: www.un.org * Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata). Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa. * Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani. * Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro. 5. LE ULTIME COSE. CESSI LA PARTECIPAZIONE ITALIANA ALLA GUERRA AFGANA La partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan e' ed e' sempre stata del tutto illegale: essa viola infatti il diritto internazionale e l'art. 11 della Costituzione della Repubblica Italiana. Cessi quindi la criminale partecipazione militare italiana a quella carneficina. Si adoperi l'Italia perche' cessino le uccisioni, perche' si soccorrano tutte le vittime, perche' si disarmi il conflitto, perche' si costruisca la pace nel rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. 6. INIZIATIVE. ALBINO BIZZOTTO: IN DIGIUNO PER LA PACE A VICENZA [Dal quotidiano "La Tribuna di Treviso" del 27 agosto 2009 col titolo "Il digiuno della pace"] Oggi e' l'ottavo giorno del mio digiuno, a sola acqua. Questa mattina e' venuta alla mia roulotte il vicesindaco di Vicenza, Alessandra Moretti, a portare il "grazie affettuoso dell'Amministrazione a don Albino per il messaggio di pace e di solidarieta' che col suo comportamento sta promuovendo". A nessuno piace digiunare, neanche a me. Quando ci troviamo davanti a situazioni particolarmente gravi, dobbiamo accettare anche comportamenti piu' impegnativi. Quanto sta avvenendo al Dal Molin e' molto grave. Mercoledi' 19 agosto siamo arrivati qui, con la roulotte, non sapendo bene come sarebbe stata accolta la presenza. Invece, e' stata una grande sorpresa! Sembra che questo digiuno in piena estate sia l'iniziativa che tanti si aspettassero. Deciso perche' ci stiamo assuefacendo a ogni tipo di barbarie istituzionale e sociale, e perche' la rassegnazione ci corrode l'anima, il digiuno si sta rivelando un segnale forte di speranza. Non e' ne' la difficolta', ne' il risultato che possono decidere della validita' della scelta e della determinazione nel perseguirla. Non posso rassegnarmi a volere la pace a parole, accettando che vengano fatte le scelte contrarie. Questo hanno sentito e compreso tutte le persone che si avvicendano alla roulotte per narrare della loro grande demoralizzazione, per ringraziare e per esprimere un grande affetto. C'e' grande tenerezza, preoccupazione per la salute e per il troppo caldo. Essendo a sola acqua il digiuno, si vuole integrare il menu con sali minerali, si porta acqua attinta a fonti speciali, si abbellisce il tavolino con i fiori. Un paio di giorni fa un signore mi ha portato l'acqua di una sorgente, che era andato a prendere da un posto speciale, da dove sgorga piu' pura e piu' fresca. In tante mi portano una rosa o un fiore di malva dal giardino. Aumentano ogni giorno le persone che vogliono condividere con me, per un giorno, il digiuno: oggi siamo in undici. E iniziano anche persone in altre citta' a digiunare in solidarieta': a Rovigo, a Trieste, a Mortara, a Brescia... Il quaderno della solidarieta' e' ormai quasi pieno, tanto che oggi abbiamo messo sul tavolino un quaderno nuovo e alcune delle donne che digiunano con me stanno ricopiando i testi degli sms: quello che arriva da piu' lontano viene dalla Striscia di Gaza! Sabato un amico mi telefonato da Berlino per dirmi che aveva saputo del digiuno e oggi uno da Dusseldorf. Tutti mi chiedono quanto potro' durare, come mi sento. I medici che mi seguono mi hanno appena fatto nuovamente le analisi del sangue: valori ancora "compatibili" con la continuazione del digiuno, dicono... ma mi hanno ordinato di bere almeno sei litri di acqua al giorno. Una bella condanna per uno me! Non tutti i commenti, pero', sono positivi. A volte, dalle macchine che passano arrivano insulti, parole di derisione anche pesanti. Proprio poco fa si e' fermata davanti alla roulotte un'auto, per farci ascoltare a tutto volume "Faccetta nera". Pero', un paio di giorni fa, un signore arrivato per contestare la mia presenza, dopo una conversazione di oltre un'ora, e' andato via facendomi gli auguri, non prima di avermi regalato un suo libro con dedica. Anche questo succede qui, nella roulotte parcheggiata alla rotatoria all'incrocio tra viale Dal Verme e viale Ferrarin a Vicenza. 7. MEMORIA. PIERANGELO MONTI: UN RICORDO DI DOM HELDER CAMARA, PROFETA DEL TERZO MONDO [Ringraziamo Pierangelo Monti (per contatti: pierangelo.monti at fastwebnet.it) per questo ricordo] Dieci anni fa, il 27 agosto 1999, moriva dom Helder Camara, vescovo con una straordinaria carica profetica, che ha speso la sua vita integralmente per la giustizia e la pace nel mondo, mettendosi dalla parte dei poveri, come Dio vuole e Gesu' Cristo ha insegnato. Percio' fu denominato arcivescovo delle favelas, profeta del terzo mondo, Francesco d'Assisi del secolo XX, vescovo rosso. E' morto a novant'anni nella sua casetta di Recife, coi muri sbrecciati per le raffiche di mitra, sparate per intimidirlo negli anni Sessanta quando in Brasile e in quasi tutta l'America Latina dominavano i dittatori. Vescovo prima a Rio e poi dal 1964 a Recife e Olinda, nel nordeste del Brasile, visse con i poveri, i favelados, rifiutando di abitare in un gran palazzo, per essere credibile come loro difensore e portavoce. Dopo il Concilio Vaticano II accolse numerosissimi inviti a parlare in tutto il mondo e proclamare l'appello alla giustizia distributiva, alla solidarieta', allo sviluppo per tutti, alla conversione dei ricchi e alla liberazione degli oppressi senza violenze, alla pace sulla via della giustizia, dei diritti e della nonviolenza, alla fine dello sperpero di risorse nella fabbricazione di armi. Nel periodo della contestazione postconciliare e post '68, molte sue parole divennero slogan, ripetuti nelle manifestazioni, come quelle organizzate contro la fame nel mondo dall'associazione Mani Tese: "Non c'e' pace senza giustizia", "Non armi ma sviluppo per la pace", "La prima forma di violenza e' la miseria", "Essere voce di chi non ha voce", "Fare l'opzione preferenziale per i poveri". Per le sue prese di posizione socio-politiche, in particolare per la difesa dei diritti dei poveri della sua diocesi e per le critiche al sistema capitalistico e dittatoriale brasiliano, e' stato fatto oggetto di minacce e di insulti. Alcuni suoi collaboratori, sacerdoti e laici, vennero torturati e uccisi (come il suo segretario nel '69). Come egli stesso ebbe a dire: fin tanto che descriveva la sofferenza dei poveri e invitava alla solidarieta', veniva accettato da tutti; quando parlava delle cause della miseria e denunciava le ingiustizie, le violazioni di diritti, lo sfruttamento, le violenze, le chiusure egoistiche e le prepotenze, allora molti lo accusavano di essere comunista. Anche nella Chiesa cattolica romana ha patito incomprensioni, avversioni ed emarginazione, al pari dei promotori della teologia della liberazione, i quali, in nome della scelta preferenziale dei poveri, auspicavano e chiedevano anche cambiamenti della struttura della Chiesa. Come ha detto padre Bartolomeo Sorge, direttore di "Aggiornamenti Sociali", in occasione del centenario della nascita: "dalla meta' degli anni '70 in poi, egli subi' un crescente ostracismo e una progressiva emarginazione sia da parte dei politici brasiliani sia da parte della Chiesa. Cio' lo fece soffrire molto. Lo feri' il fatto che non fosse stato eletto ne' chiamato dal Papa al Sinodo del 1971 sulla Giustizia nel mondo, lui che era il vescovo cattolico che maggiormente si era impegnato a livello mondiale su questo tema. Nel 1977, andato a Roma due volte per parlare con il Papa, ne fu impedito dalla stessa Segreteria di Stato". Tra i suoi sostenitori da sempre c'e' mons. Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea, che tiene cara la memoria della sua amicizia con dom Helder, dai tempi del Concilio Ecumenico Vaticano II. In un colloquio avuto settimana scorsa, mi ha detto cosi' di lui: "Ovunque nel mondo proclamava la giustizia, la pace, la solidarieta', con espressiva mescolanza di lingue ed efficace gestualita'. Quando venne a parlare a Ivrea nel 1981 nel teatro gremito di gente, disse che Dio gli aveva donato due mani napoletane". (Personalmente ho un ricordo indimenticabile di quella sera, perche' prima di andare tutti insieme alla conferenza, il vescovo Luigi mi fece il dono di accompagnare dom Helder in oratorio alla festa del mio matrimonio; ricordo che nella conferenza invito' i cristiani a vivere le due dimensioni simbolizzate dalla croce di Cristo: quella verticale verso Dio e quella orizzontale verso i fratelli, nella preghiera e nell'amore). "Ho cominciato a conoscerlo al Concilio - dice mons. Bettazzi -, in particolare nel gruppo per la Chiesa dei poveri promosso a Roma da padre Gautier". "Ci sollecitava come vescovi a un impegno personale di fronte ai temi della poverta' e dello sviluppo, per cui si arrivo' a un documento, sottoscritto poi da centinaia di vescovi, in cui ci si impegnava ad un maggior distacco personale dal denaro, ad una vita piu' sobria, ad un maggior impegno nei confronti dei poveri". "Prima, durante e dopo il Concilio, dom Helder insisteva e denunciava che la stragrande maggioranza dell'umanita' si trova in situazione di poverta' e disagio, mentre la minoranza benestante organizza il mondo secondo i propri interessi, e questa minoranza corrisponde in gran parte al mondo cristiano". Sull'attualita' del Bispinho (per la sua esile corporatura), in particolare per la Chiesa, mons. Bettazzi prima fa riferimento alla nuova espressione di disuguaglianza e di sofferenza dei paesi poveri, rappresentata dai migranti, respinti dai nostri paesi e lasciati morire in mare, come e' accaduto ancora in questi giorni; quindi osserva: "Di quel che auspicava Camara qualcosa e' stato fatto e molto resta da fare. La chiesa paga il prezzo di avere una struttura molto grande; come un treno con tante carrozze, per cui fatica a prendere velocita'. E' meglio camminare insieme, ma questo fa rallentare il passo di chi fa da locomotore. Al termine del Concilio dom Helder chiedeva che, come si era formata una Commissione episcopale per la riforma della liturgia secondo il Concilio, si facesse una Commissione episcopale per l'attuazione del Concilio, per non lasciare questo compito alla Curia romana, che si era dimostrata tiepida verso il Concilio. Anche nella vita civile i governi non amano i parlamenti, dove la discussione e' aperta. Nella chiesa il Concilio e' il parlamento e il Vaticano e' il governo". L'anno scorso mons. Bettazzi ha scritto la prefazione al libro Roma, due del mattino. Lettere dal Concilio Vaticano II (San Paolo, Cinisello Balsamo 2008), nel quale sono raccolte 297 inedite lettere scritte da dom Helder di notte, nei periodi dal 1963 al '65 trascorsi a Roma durante il Concilio; lettere indirizzate agli amici in Brasile, per renderli partecipi dei lavori conciliari, degli incontri fatti e delle sue riflessioni. In una di quelle lettere e' scritto: "Ieri mi hanno chiesto quale sarebbe la prima cosa che farei se fossi Papa... Direi... ai Paesi che hanno accreditato ambasciatori presso la Santa Sede che, malgrado il Papa ci tenga a mantenere sempre ottime relazioni personali con tutti i popoli, ormai non hanno ragion d'essere ne' gli ambasciatori in Vaticano, ne' i nunzi presso i Governi [...]. E ancora, comunicherei la decisione di trasformare il Vaticano in semplici Museo e Biblioteca, affidati a un'istituzione internazionale che si impegnasse a mantenere questi organi al servizio della cultura (il prezzo dell'affitto sarebbe impiegato per i poveri). Manie di Poverta'!... Affinche' la Chiesa sia serva come Cristo, affinche' non offra al mondo lo scandalo di una Chiesa forte e potente che si fa servire, mi sembra fondamentale questo inizio [...]. Da li' alla riforma della Curia romana sarebbe un passo. [...]. Le spese scenderebbero moltissimo: senza nunziature ne' nunzi; senza il Vaticano da mantenere (le piccole Guardie resterebbero a vigilare il Museo, la Biblioteca, la Basilica, mantenute dall'istituzione affittuaria); con il decentramento effettivo del governo della Chiesa, il Papa potrebbe togliersi dall'imbarazzo dei beni che scandalizzano tanto. Forse il prestigio del Papa crollerebbe. Ma e' essenziale che abbia prestigio? Essenziale e' che l'umanita' non veda nella Chiesa un Regno in piu', un Impero in piu'" (p. 381). 8. LIBRI. ROBERTO BERETTA PRESENTA "PRESENZE FEMMINILI NELLA VITA DI DON LORENZO MILANI" DI ROLANDO PERRI [Dal quotidiano "Avvenire" del 26 agosto 2009 col titolo "Don Milani e il genio femminile"] Parlare del rapporto tra un uomo e le donne non e' facile. Se poi l'uomo e' un prete, le difficolta' aumentano. E se il reverendo si chiama don Lorenzo Milani, e' come ritrovarsi in un tabu' elevato al cubo. Perche' su questo argomento, per quanto riguarda il sacerdote fiorentino si va davvero a tentoni: cosi' scarsi risultano gli appigli biografici che qualcuno parlo' nel suo caso di "misoginia" (l'accusa postuma e' stata inopinatamente avanzata dalle cattoliche "di sinistra" Adriana Zarri e Lidia Menapace). Ma e' una colpa se la prudenza del celibe don Milani era tale che, per esempio, non permetteva alle donne di dormire a Barbiana - cosi' come agli allievi di entrare nella sua camera da letto? E' rimasto celebre del resto il colloquio che, giovane vicario, tenne con una vedova che stava aiutando coi suoi ragazzi: lei alla finestra, lui in strada alla vista di tutti; e non per una sorta d'autotutela piccoloborghese, bensi' per evitare ogni diceria che avrebbe potuto nuocere anzitutto alla donna. Bisogna tuttavia ammettere che l'argomento "don Milani e le donne" non appaga soltanto la voglia di scoop dei soliti giornalisti, ovvero una curiosita' pruriginosa intorno alla sessualita' di colui che e' ormai un vero mito moderno, oltreche' un prete; si tratta invece d'un tema che molti particolari - dal fortissimo rapporto con la madre, testimoniato in lettere quasi quotidiane, al legame altrettanto forte con gli alunni ("Ho amato piu' voi che Dio", dira' il sacerdote in punto di morte) - indicano come meritevole di analisi seria, approfondita, equilibrata. Un buon apporto lo fornisce ora Rolando Perri - nella vita preside di un istituto tecnico, ma studioso milaniano di lunga navigazione - con Presenze femminili nella vita di don Lorenzo Milani. Tra misoginia e femminismo ante litteram (Societa' Editrice Fiorentina, pp. 132, euro 14). Il merito del libretto e' anzitutto quello di mettere in luce l'esistenza di una folla femminile intorno al Priore, ridimensionandone alquanto una interpretazione individualistica e/o maschilista. In effetti, don Milani non si capisce senza il contorno di donne magari silenziose e poco appariscenti, ma comunque quotidiane e "importanti". Una su tutte - ma e' anche finora la piu' nota - "la Eda": ovvero Eda Pelagatti, colei che conobbe don Lorenzo giovane prete alla sua prima destinazione e poi decise di seguirlo fino alla morte, per 13 anni di lavoro duro e preziosissimo a Barbiana. Giustamente Perri la chiama "sorella in terra e non 'perpetua'", perche' lo stesso sacerdote - pur tanto diverso per origine e cultura - ne riconobbe sia con l'affetto, sia con i fatti il ruolo insostituibile: "Verso l'Eda ho solo debiti e nessun credito", scrisse nel testamento impegnando moralmente i suoi ragazzi a un vitalizio nei confronti dell'anziana donna. Tralasciando il rapporto con la madre Alice, gia' piu' volte indagato (il volume peraltro segnala pure i contrasti e non solo il forte legame tra i due), merita segnalare altre figure parentali femminili meno note al pubblico: la zia materna Silvia Just, ad esempio, ricca e colta, che tenne il luogo della sorella agnostica nell'appoggiare le scelte religiose del nipote; il quale peraltro le si rivolge con una confidenza addirittura meno "razionale" di quella usata con la madre. Oppure la balia Carola Galastri, che non fu un riferimento soltanto temporaneo, e la "nonna" Giulia Lastrucci (in realta' era la mamma della Eda e visse in canonica fino alla morte, avvenuta nel 1961). Delle collaboratrici piu' colte del Priore, invece, il primo riferimento obbligato e' ad Adele Corradi: docente delle medie che collaboro' alla scuola di Milani tanto da farsi trasferire in una sede piu' vicina a Barbiana; sul letto di morte don Milani (era appena stata stampata la sua Lettera) la defini' "una professoressa diversa da tutte le altre che ci ha fatto tanto del bene". Meno noti gli influssi su don Lorenzo di Fioretta Mazzei, "segretaria" di Giorgio La Pira ma di suo eminente personalita' del cattolicesimo fiorentino, che gia' nel 1961 invito' il sacerdote a parlare a un convegno nazionale dei direttori didattici, permettendo alla sua particolare pedagogia di farsi conoscere. Collaboratrici materiali preziose ma piu' estemporanee furono le milanesi Francesca Pellizzi Ichino e Elena Brambilla Pirelli; entrambe di famiglie alto-borghesi e cattoliche impegnate (la seconda negli anni tra Cinquanta e Sessanta fu riferimento imprescindibile per don Zeno di Nomadelfia e padre Turoldo), le due sostennero alcune iniziative del prete toscano attraverso un "mecenatismo sui generis e tutto al femminile". In base a tali relazioni, ma anche considerando alcuni scritti del Priore in difesa della dignita' della donna (dai giudizi in Esperienze pastorali alla condanna del ballo come strumento di asservimento culturale), Rolando Perri si spinge a teorizzare addirittura un "femminismo ante litteram" di don Milani: "La vita del sacerdote, dell'educatore e dell'uomo Milani si trova al centro di un mosaico, le cui tessere sono tutte o in prevalenza al genere femminile. Appare singolare che un religioso abbia fatto della collaborazione, della vicinanza, della comunanza e dell'affinita' elettiva con non poche donne, la condizione essenziale per progettare e realizzare un disegno di vita tutto basato sull'alterita' e non inclinato all'egoismo". Forse una conclusione del genere e' un po' precipitata, ma certo l'argomento merita ulteriori approfondimenti. Ovviamente anche sul lato affettivo, coinvolgendo cioe' lo studio del rapporto tra don Milani e la sua giovanile fidanzata, la milanese Carla Sborgi: una relazione intorno alla quale le "rivelazioni" hanno una certa ricorrenza e che cio' nonostante e' tutt'altro che facile da analizzare. Una dozzina d'anni or sono Michele Ranchetti, storico della Chiesa e psicoanalista nonche' amico giovanile sia di Milani che della Sborgi (defunta nel 1993), dava testimonianza in un libro della ferita che la donna diceva di aver conservato profonda dell'"abbandono" subito da Lorenzo al momento di entrare in seminario. Fu per la consapevolezza di quel procurato dolore e - forse - per lenirne le conseguenze che don Milani, pochi mesi prima della morte, volle riallacciare i rapporti con la donna, fino al punto da invitarla al suo capezzale e presentarla ai suoi ragazzi? Chissa'. Di fatto, uno dei presenti ai funerali del sacerdote noto' Carla Sborgi "proprio dietro" il carro funebre. Esattamente come s'addice a una delle misteriose, nascoste ma fondamentali "donne di don Milani". 9. LETTURE. CLAUDE LEVI-STRAUSS: ELOGIO DELL'ANTROPOLOGIA Claude Levi-Strauss, Elogio dell'antropologia, Einaudi, Torino 2008, pp. IV + 58. La lezione inaugurale della cattedra di antropologia sociale, tenuta da Levi-Strauss al College de France il 5 gennaio 1960; un discorso di densa dottrina e profonda umanita', la cui conclusione ti commuove ancora. 10. RILETTURE. MARIANNE CORNEVIN: L'APARTHEID. VIOLENZA E FALSIFICAZIONE STORICA Marianne Cornevin, L'apartheid. Violenza e falsificazione storica, Marzorati, Milano 1983, pp. 216. Una monografia pubblicata per iniziativa dell'Unesco, nel vivo dell'impegno dell'umanita' per abolire il regime della segregazione razzista in Sudafrica. 11. RILETTURE. MARCELLA EMILIANI, MARIA CRISTINA ERCOLESSI, ANNA MARIA GENTILI: SUD AFRICA. I CONFLITTI DELL'APARTHEID Marcella Emiliani, Maria Cristina Ercolessi, Anna Maria Gentili, Sud Africa. I conflitti dell'apartheid, Editori Riuniti, Roma 1987, pp. 288. Frutto di una ricerca del Centro studi di politica internazionale (Cespi), questo volume raccoglie una serie di utili saggi scritti durante la lotta dell'umanita' contro l'apartheid in Sud Africa. 12. RILETTURE. RUTH FIRST: ALLE RADICI DELL'APARTHEID Ruth First, Alle radici dell'apartheid, Franco Angeli, Milano 1984, pp. 224. Una raccolta postuma di saggi della grande intellettuale e militante antirazzista assassinata dal regime dell'apartheid; pubblicata, mentre era in corso la lotta dell'umanita' per abolire il regime della segregazione razzista in Sud Africa, per iniziativa della Fondazione internazionale Lelio Basso per il diritto e la liberazione dei popoli, a cura di Anna Maria Gentili, con una prefazione di Francois Rigaux. 13. RILETTURE. ALESSANDRA VISCO GILARDI (A CURA DI): IL SUDAFRICA: STORIA, POLITICA, ECONOMIA E SOCIETA' Alessandra Visco Gilardi (a cura di), Il Sudafrica: storia, politica, economia e societa', Comune di Bologna - Centro Amilcar Cabral, Bologna 1988, pp. 272. Il catalogo ragionato (per ogni titolo vi e' anche una breve scheda illustrativa dell'opera) dei cospicui materiali bibliografici disponibili all'epoca nella biblioteca del Centro Amilcar Cabral di Bologna. Un utile strumento di lavoro pubblicato nel vivo della lotta dell'umanita' contro l'apartheid in Sud Africa. 14. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 15. PER SAPERNE DI PIU' Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 927 del 29 agosto 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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