Legalita' e' umanita'. 17



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LEGALITA' E' UMANITA'
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 17 del 24 agosto 2009

In questo numero:
1. Semplicemente
2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie
fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio
2009, n. 94
3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il
favoreggiamento dello squadrismo
4. Cosa fare
5. Laura Eduati intervista Antonio Sciortino
6. Gad Lerner: L'umanita' calpestata
7. Eugenio Scalfari: Quei morti che gridano dal fondo del mare

1. EDITORIALE. SEMPLICEMENTE

Semplicemente, i "respingimenti" (e anche: l'omissione di soccorso,
l'abbandono alla tragedia) di persone in pericolo di vita che chiedono aiuto
sono un crimine contro l'umanita'.
Semplicemente, le deportazioni (di cui il governo mena vanto) sono un
crimine contro l'umanita'.
Semplicemente, i campi di concentramento (riaperti in Italia con la legge
Turco-Napolitano, e la detenzione nei quali con il cosiddetto "pacchetto
sicurezza" e' stata portata a sei mesi; ed ora aperti per conto del governo
italiano anche in Libia: campi in cui si consumano violenze efferate) sono
un crimine contro l'umanita'.
Semplicemente, la persecuzione dei migranti con le misure naziste contenute
nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" e' un crimine contro l'umanita'.
Semplicemente, il tentativo del governo razzista e golpista di imporre
l'apartheid nel nostro paese e' un crimine contro l'umanita'.
*
Semplicemente, ai crimini contro l'umanita' ogni essere umano ha il dovere e
il diritto di opporsi.

2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA
LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie
di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art.
1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico
riferimento a:
a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla
Costituzione della Repubblica Italiana;
b) violazione dei diritti dei bambini;
c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione
esistenziale;
d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui
all'art. 10 Cost.;
e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento
dello squadrismo
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3,
commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura
il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie
di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed
iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene
il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed
anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza
privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita'
e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali
dell'ordinamento giuridico vigente.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

4. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE

Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso
gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione
dei carabinieri.
Puo' essere anche inviato per posta.
Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve
recare un indirizzo per ogni comunicazione.
*
Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di
presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura
competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli
esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad
altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo
di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre
istituzioni statali centrali).
Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si
risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente
della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel
capoluogo di provincia).
Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu'
dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli
esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni.
*
Indirizzi cui inviare gli esposti:
Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune
a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione.
Comunque solitamente:
- l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio:
procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della
Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it
(analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio:
tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del
Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per
le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente
criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo
e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it
(analogamente per le altre province).
- Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento
e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente
criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad
esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e'
uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio:
urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio
l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e'
urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente
criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della
Prefettura di Agrigento e' immigrazione.ag at poliziadistato.it (analogamente
per le altre province).
Quanto alle istituzioni nazionali:
- Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour,
00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it
- Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187
Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it;
sito: www.cortecostituzionale.it
- Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370,
00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it
- Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza
Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito:
www.camera.it
- Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel.
0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it
- Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza
dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it;
sito: www.csm.it
- Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma;
fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito:
www.quirinale.it
Quanto alle istituzioni sovranazionali:
- Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047
Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555;
sito: www.europarl.europa.eu
Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito:
http://ec.europa.eu/index_it.htm
- Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg
(France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito:
www.coe.int/DefaultIT.asp
- Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters,
Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York
(Usa); sito: www.un.org
*
Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei
siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti
all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto
riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti
per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata).
Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran
parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii
cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che
costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa.
*
Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi
d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle
funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro
il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo
piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile
nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica
Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo
per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it
Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro.

5. RASSEGNA STAMPA. LAURA EDUATI INTERVISTA ANTONIO SCIORTINO
[Dal quotidiano "Liberazione" del 23 agosto 2009 col titolo "Politici
cattolici, cambiate la legge sui respingimenti" e il sottotitolo "Intervista
a don Antonio Sciortino"]

Contro la Lega che "lacera il Paese", contro la "immunita' morale" del
premier che adora le feste e oltrepassa "il limite della decenza", contro i
decreti emanati a colpi di fiducia, contro le classi destinate
esclusivamente agli alunni stranieri e le impronte prese ai bambini rom.
Non passa settimana senza che "Famiglia cristiana" attacchi un provvedimento
del centrodestra, specialmente sulle leggi sulla sicurezza, utilizzando
lucide argomentazioni e linguaggio esplicito. Editoriali che provocano nella
maggioranza reazioni ruvidissime, anche tra i cattolici: "livore
ideologico", "frasi deliranti", "vittima di un colpo di calore". Roberto
Castelli ebbe a dire che il settimanale cattolico "ha assunto una posizione
di militanza precisa contro il governo". Gianfranco Rotondi un giorno
invito' il direttore, don Antonio Sciortino, ad un linguaggio "cristiano se
non democristiano". Giovanardi, meno diplomatico, bolla la rivista come
"cattocomunista".
*
- Laura Eduati: Direttore, una lunga collezione di litigi.
- Antonio Sciortino: Non ci hanno mai risparmiato nulla. Eppure non sono mai
entrati nel merito delle questioni che ponevamo con osservazioni critiche e
concrete su provvedimenti ben precisi.
*
- Laura Eduati: Come i respingimenti. Cosa si sente di dire dopo la tragedia
degli eritrei rimasti senza soccorso?
- Antonio Sciortino: Le cose che abbiamo scritto nei mesi passati ora si
stanno verificando. Queste leggi sulla sicurezza rispondono al principio
dell'allontanamento e non al principio dell'accoglienza. Non vogliono lo
straniero tra i piedi. E poi sono normative difficili da applicare, perche'
bisogna rendersi conto che l'immigrazione e' impossibile da bloccare ma va
governata con saggezza. Ora non si puo' indulgere nello scaricabarile tra
Italia e Malta, il fenomeno deve essere esaminato a livello europeo perche'
ci riguarda tutti. Altrimenti cosa ci sta a fare l'Unione Europea se non
riusciamo a produrre leggi che coniugano legalita' e rispetto dei diritti
umani? Abbiamo assistito ad un dramma disumano, il Mediterraneo e'
diventato, da culla di civilta', tomba della civilta', abbiamo dimenticato
il tempo quando migranti eravamo noi. Siamo diventati inutilmente cattivi,
con la regola della paura abbiamo sovvertito l'antichissima legge del mare
ovvero il salvataggio delle persone in pericolo che viene prima di tutto.
Questi poveri cristi vanno rispettati, prima vanno salvati e poi si faranno
i discorsi sull'accoglienza, sull'asilo, sui trattati.
*
- Laura Eduati: Proprio sul mancato rispetto della legge del mare
l'"Avvenire" ha tuonato contro l'Occidente, paragonando l'indifferenza verso
l'ecatombe nel Meditteraneo all'indifferenza nei confronti della Shoah. La
Cei non era mai stata cosi' esplicita sulla questione.
- Antonio Sciortino: E' giusto che i vescovi abbiano alzato la voce e penso
dovrebbero gridare ancora piu' forte. Non importa la paternita' di queste
politiche, qui stiamo parlando di un diritto inalienabile come la vita e
bisogna cominciare a dire che questa legge dei respingimenti va rivista.
Chiamo in causa anche i politici di ispirazione cattolica, non possono
girare le spalle dall'altra parte, sappiamo che come cristiani saremo
giudicati secondo quanto scritto nel vangelo di San Matteo: date da mangiare
agli affamati, date da bere agli assetati, aprite le porte ai forestieri,
visitate i carcerati.
*
- Laura Eduati: Pensa che questa scontentezza della Chiesa nei confronti
della gestione del fenomeno immigrazione cambiera' i rapporti col governo,
visto che finora le gerarchie ecclesiastiche hanno mantenuto un
atteggiamento trattenuto sui comportamenti del premier?
- Antonio Sciortino: Non so se questa tragedia cambiera' i rapporti con la
Santa Sede. Sono convinto che la Chiesa non puo' tacere quando sono in ballo
l'etica e la persona umana, e deve dire che cosa e' bene e che cosa e' male.
Io dico che la vita umana non e' soltanto quella nascente o quella in
procinto di morire e dunque tutta la discussione sulla bioetica, ma e' tutto
quello che passa in mezzo a questi estremi e non ci deve essere distinzione.
Analogamente non posso parlare a nome delle gerarchie ecclesiastiche sulla
reticenza o meno nei confronti di Berlusconi, per quanto mi riguarda
"Famiglia cristiana" ha sempre parlato con estrema chiarezza a prescindere
dal colore politico. In passato lo facemmo con un governo di centrosinistra,
ora con un governo di centrodestra. I valori sono uguali per tutti. Ho
scritto piu' volte che nessuno puo' chiedere una sospensione sulla morale, e
chi ha maggiori responsabilita' pubbliche deve diventare un modello per le
nuove generazioni e per il Paese adottando un comportamento irreprensibile,
altrimenti puo' fare a meno di rappresentare una nazione.
*
- Laura Eduati: Il 30 agosto Berlusconi volera' a Tripoli per celebrare il
primo anniversario del trattato di amicizia con la Libia, dove continuano ad
avvenire gravissime violazioni ai danni dei migranti e dei richiedenti asilo
come il massacro di circa una decina di somali nelle carceri di Benghazi.
Crede che il premier dovrebbe evitare di andare?
- Antonio Sciortino: Sono favorevole agli accordi tra Paesi vicini, ma non
vanno fatti a qualsiasi prezzo e tantomeno sulla pelle di questi poveri
cristi. Mi piacerebbe che con Berlusconi volassero in Libia anche le
organizzazioni umanitarie e che queste potessero visitare i centri di
detenzione per migranti. Ecco, se cio' accadesse sarei felice.

6. RASSEGNA STAMPA. GAD LERNER: L'UMANITA' CALPESTATA
[Dal quotidiano "La Repubblica" del 22 agosto 2009 col titolo "L'umanita'
calpestata"]

La prima reazione del governo italiano alla morte di 73 cittadini eritrei
nel Canale di Sicilia e' stata di fastidio e incredulita'. Per bocca del suo
ministro dell'Interno, che si e' ben guardato dall'esprimere cordoglio e
pieta', si e' gettato discredito sul racconto dei cinque sopravvissuti.
Sopravvissuti che - non fossero apparsi in pericolo di vita - sarebbero
stati quasi certamente respinti, nonostante il diritto internazionale
assegni loro lo status di rifugiati politici. I notiziari televisivi hanno
fatto da cassa di risonanza a tale ignominia, lasciando sottintendere
l'insinuazione che i disperati giunti a Lampedusa dopo aver visto morire di
stenti i loro congiunti, potessero avere chissa' quale interesse a mentire.
Sul piano morale, una tale prova di cinismo nei confronti di vittime inermi,
che non ha precedenti nella storia repubblicana, giustifica il paragone
avanzato ieri da Marina Corradi su "Avvenire": evoca cioe' l'indifferenza di
tanti europei, 65 anni fa, di fronte alla discriminazione e alla
deportazione degli ebrei considerati untermenschen, sottouomini. Pure allora
una martellante propaganda sollecitava a distinguere fra vite degne e vite
indegne.
La pieta', come la bonta', e' tornata a essere, nella propaganda
governativa, un lusso che non ci potremmo permettere. Il dovere assoluto del
soccorso in mare rischia di procurare a chi vi ottemperi accuse di
favoreggiamento del reato di immigrazione illegale. Le motovedette della
Guardia di Finanza hanno ricevuto l'ordine di procedere in mezzo al mare,
frettolosamente, alla selezione degli stranieri dei paesi in guerra,
titolati a richiedere asilo; anche se e' palese l'impossibilita' di condurre
a bordo le indagini accurate che sarebbero obbligatorie.
Cosi' lo scandalo del prolungato omesso soccorso in mare, denunciato dai
pochi superstiti di un'odissea lunga venti giorni, ha trovato legittimazione
postuma nell'insensibilita' conclamata del ministro Maroni. Assistiamo a un
abbrutimento delle coscienze che produce un guasto di civilta' e disonora
chi l'ha perseguito. Non e' solo la dottrina evangelica a uscirne
calpestata, come denuncia la Conferenza episcopale italiana, ma il piu'
elementare senso di umanita'.
Da mesi assistiamo allo spettacolo di esponenti politici che esultano per i
respingimenti, quasi che ci liberassimo di scorie tossiche e non di persone
bisognose. Quando un partito di governo come la Lega diffonde su Facebook un
gioco di societa' intitolato "Rimbalza il clandestino", festeggiando col
suono di un campanello la sparizione di ogni barca di migranti, vuol dire
che la velenosa ideologia dell'untermensch e' di nuovo entrata a far parte
del nostro senso comune.
La vilta' di tale comportamento e' suggellata dallo scaricabarile delle
colpe su di una nazione infinitamente piu' piccola e meno attrezzata della
nostra, qual e' Malta. Crediamo forse di lavarci la coscienza addossando su
La Valletta la responsabilita' dei soccorsi? O non stiamo piuttosto
assistendo a una lugubre replica della favola del lupo e dell'agnello?
La Libia sta giocando spregiudicatamente con la vita di migliaia di persone
e con le aspettative politiche mirabolanti del governo italiano. I migranti
vengono trattenuti per mesi nei suoi campi di lavoro e di prigionia; vengono
sfruttati con la promessa di guadagnarsi i soldi necessari a salpare verso
la sponda nord; e ora vengono di nuovo mandati allo sbaraglio in mare:
perche' ogni tanto bisogna pur saziare l'avidita' dei trafficanti che godono
di protezione all'interno del regime corrotto di Tripoli.
Rivelando che fra il primo giugno e il 20 agosto 2009 le nostre motovedette
hanno effettuato 13 interventi, prestando soccorso a 420 profughi del mare,
il Viminale riconosce implicitamente che l'accordo bilaterale con la Libia,
spacciato sui mass media di regime come risolutivo, e' invece un colabrodo.
Invece di rifugiarsi dietro al mancato sos di un gommone con 78 persone a
bordo prive di strumenti di comunicazione, il ministro Maroni farebbe meglio
a chiedere scusa alle persone di cui ha messo in dubbio la parola.
Commettendo una bassezza morale.
Per mesi egli ha cercato di darci a bere un'altra favola, secondo cui
sarebbe possibile fermare un esodo biblico dall'Africa all'Europa
rinforzando la marina militare di Gheddafi. Come se potessimo ignorare che
gli affamati nel mondo sono un miliardo e venti milioni di persone, cento
milioni in piu' del 2008 (stima Fao del 19 giugno). Di questi affamati, 265
milioni vivono nell'Africa subsahariana, 42 milioni nel Vicino Oriente e
nell'Africa del nord. Di fronte a una tragedia di tale portata, l'Italia ha
finora reagito tagliando i fondi per la cooperazione allo sviluppo e
disinteressandosi al rispetto dei diritti umani concernenti le persone che
respinge.
Puo' capitare che per fare buoni affari petroliferi i nostri manager
corrompano dei funzionari governativi, come in Nigeria; o che il fior fiore
della nostra imprenditoria vada a rendere omaggio a Gheddafi sotto la tenda
che un governo compiacente gli ha lasciato piantare nel parco di Villa
Pamphili a Roma. Ma di progetti per lo sviluppo, per combattere la fame e le
malattie, ci si riempie la bocca solo di fronte alle telecamere del G8,
salvo poi dimenticarsene. Perche' una cultura miope e razzista trova piu'
conveniente assecondare l'istinto popolare. Si prendono piu' voti dicendo
che abbiamo gia' troppi problemi noi per poterci interessare ai problemi di
persone talmente disperate e diverse da apparirci minacciose.

7. RASSEGNA STAMPA. EUGENIO SCALFARI: QUEI MORTI CHE GRIDANO DAL FONDO DEL
MARE
[Dal quotidiano "La Repubblica" del 23 agosto 2009 col titolo "Quei morti
che gridano dal fondo del mare"]

E' singolare (non trovo altro aggettivo) il comportamento della stampa
nazionale sulla strage dei 73 migranti uccisi dal mare tra Malta e
Lampedusa.
Il primo giorno, con notizie ancora incerte, tutti hanno aperto su
quell'avvenimento: il numero delle vittime, la storia raccontata dai cinque
sopravvissuti, i dubbi del ministro Maroni sulla loro attendibilita', le
responsabilita' della Marina maltese, i primi commenti ispirati al
"chissenefrega" di Bossi e di Calderoli.
Ma dal secondo giorno in poi i nostri giornali hanno voltato la testa
dall'altra parte. Le notizie nel frattempo sopraggiunte sono state date
nelle pagine interne. Uno solo, il "Corriere della Sera", ha tenuto ancora
quella strage in testata di prima pagina ma senza alcun commento. Il
notiziario all'interno tende a riposizionare i fatti entro lo schema della
responsabilita' maltese. Il resto e' silenzio o quasi. Fa eccezione
"Repubblica" ma il nostro, com'e' noto, e' un giornale sovversivo e
deviazionista e quindi non puo' far testo.
Comincio da qui e non sembri una stravaganza. Comincio da qui perche' la
timidezza, la prudenza, il dire e non dire dei grandi giornali nazionali
sono lo specchio d'una profonda indifferenza dello spirito pubblico, ormai
ripiegato sul tirare a campare del giorno per giorno, senza memoria del
passato ne' prospettiva di futuro, rintronato da televisioni che sfornano a
getto continuo trasmissioni insensate e da giornali che debbono ogni giorno
farsi perdonare peccati di coraggio talmente veniali che qualunque
confessore li manderebbe assolti senza neppure imporre un "Pater noster"
come penalita' minimale.
Perfino il durissimo attacco della Chiesa e della stampa diocesana, che su
altri temi avrebbe avuto ampia risonanza, e' stato registrato per dovere
d'ufficio. Bossi, che ha orecchie attentissime a queste questioni, si e'
addirittura permesso di mandare il Vaticano a quel paese, definendo
insensate le parole dei vescovi sulla strage del mare e invitando il papa a
prendere gli immigrati in casa sua perche' "noi qui non li vogliamo".
Alla vergogna c'e' un limite. Noi l'abbiamo varcato da un pezzo nella
generale apatia e afasia.
*
Ci sono varie responsabilita' in quanto e' accaduto nel barcone dei 78
eritrei, per venti giorni alla deriva in uno specchio di mare popolatissimo
di motovedette, aerei, elicotteri, pescherecci delle piu' diverse
nazionalita', italiani, maltesi, ciprioti, egiziani, tunisini e libici.
Responsabilita' specifiche e responsabilita' piu' generali.
La prima responsabilita' specifica riguarda il mancato avvistamento da parte
della nostra Marina e della nostra Aviazione. Venti giorni, un barcone di
quindici metri con 78 persone a bordo, sballottato dai venti tra Malta e
Lampedusa, un braccio di mare poco piu' ampio di quello percorso da una
normale regata di vela.
I ministri Maroni e La Russa dovrebbero fornire al Parlamento e alla
pubblica opinione l'elenco dei voli e dei pattugliamenti da noi effettuati
in quello spazio e in quei giorni. Il ministro dell'Interno finora si e'
limitato a chiedere un rapporto sull'accaduto al prefetto di Agrigento.
Che c'entra il prefetto di Agrigento? Il responsabile politico dei
respingimenti in mare e' il ministro dell'Interno che si vale della guardia
costiera, delle capitanerie di porto e delle forze armate messe a
disposizione dalla Difesa. Maroni e La Russa debbono rispondere, non il
prefetto di Agrigento.
La seconda responsabilita' specifica riguarda il pattugliamento italo-libico
sulle coste della Libia. Sbandierato ai quattro venti come un grande
successo diplomatico, viaggi del premier in Libia, abbracci e baci sulle
guance tra Berlusconi e Gheddafi, promesse di denaro sonante e investimenti
al dittatore-colonnello, viaggio del medesimo con relativa tenda a Villa
Pamphili, scortesie a ripetizione, sempre del medesimo, nei confronti di
quasi tutte le autorita' istituzionali italiane; secondo viaggio del
colonnello e seconda tenda al G8 dell'Aquila, dichiarazioni del ministro
degli Esteri, Frattini, per sottolineare l'importanza dell'asse politico
Roma-Tripoli.
Risultati zero. Riforma dei centri di accoglienza libici sotto controllo
italiano, zero. Quei centri sono un inferno dove i migranti provenienti
dall'Africa sahariana e dal Corno d'Africa sono ridotti per mesi in
schiavitu' e sottoposti alle piu' infami vessazioni fino a quando alcuni di
loro vengono affidati ai mercanti del trasporto e imbarcati per il loro
destino. Le vittime in fondo a quel tratto di Mediterraneo non si contano
piu'.
In quei centri, tra l'altro, le autorita' italiane dovrebbero individuare
quegli immigranti che hanno titolo per essere trattati come rifugiati
politici. Queste verifiche non sono avvenute. I migranti eritrei in
particolare dovrebbero poter godere di uno "status" particolare come ex
colonia italiana, ma nessuno se ne e' occupato (e meno che mai, ovviamente,
il prefetto di Agrigento).
In compenso le motovedette italiane dal primo giugno ad oggi hanno
intercettato un elevato numero di barconi e li hanno respinti nel girone
infernale dei centri di accoglienza libici, il che significa che le partenze
dalla costa cirenaicha continuano ad avvenire in barba a tutti gli accordi.
Questo stato di cose e' intollerabile. Frutto di una legge perversa e di un
reato di clandestinita' che ha addirittura ispirato un gioco di societa'
inventato dal figlio di Bossi e brevettato con il titolo "Rimbalza il
clandestino".
Mancano le parole per definire queste infamita'.
*
Ma esistono altresi' responsabilità generali, al di la' del caso specifico.
Le ha elencate con estrema chiarezza il proprietario di un peschereccio di
Mazara del Vallo da noi intervistato ieri.
Perche' i pescherecci che avvistano barche di migranti in difficolta' non
intervengono? Risposta: se sono in difficolta' superabili, intervengono,
forniscono viveri acqua e coperte, indicano la rotta. Se sono in difficolta'
gravi, li segnalano alle autorita' italiane.
Segnalano sempre? Risposta: non sempre.
Perche' non sempre? Risposta: se imbarchiamo i migranti sui nostri
pescherecci rischiamo di perdere giorni e settimane di lavoro. Noi siamo in
mare per pescare. Con gli immigrati a bordo il lavoro e' impossibile.
Non siete risarciti dallo Stato? Risposta: no, per il mancato nostro lavoro
non siamo risarciti.
Ci sono altre ragioni che vi scoraggiano? Risposta: chi prende a bordo
clandestini e li porta a terra rischia di essere processato per
favoreggiamento al reato di clandestinita'. Temono di esserlo, percio' molti
chiudono gli occhi e evitano di immischiarsi.
Se li portate a Malta che succede? Risposta: peggio ancora, ci sequestrano
la barca per mesi e ci tolgono l'autorizzazione a pescare nelle loro acque.
Questi sono i risultati di una legge sciagurata, salutata non solo dalla
Lega ma dall'intero centrodestra come un successo, una guerra vittoriosa
contro le invasioni barbariche.
Questa legge dovrebbe essere abrogata perche' indegna di un paese civile.
Nel frattempo gli immigrati entrano a frotte dai valichi dell'Est. Non
arrivano per mare ma in pullman, in automobile, in aereo, in ferrovia e
anche a piedi. Alimentano il lavoro regolare e quello nero in tutta la
Padania e non soltanto.
I famigerati rom e i famigerati romeni vengono via terra e non via mare. La
vostra legge non solo e' indecente ma e' contemporaneamente un colabrodo.
*
Alcuni si domandano i motivi del silenzio di Berlusconi su questo
delicatissimo tema. La ragione e' chiara e l'ha fornita l'onorevole Verdini,
uno dei tre coordinatori del Pdl insieme a La Russa e Bondi e quello che
meglio di tutti conosce la natura del capo del governo essendo stato con lui
e con Dell'Utri uno dei tre fondatori di Forza Italia nell'ormai lontano
1994.
Di che cosa vi stupite, ha scritto Verdini in una sua lettera al "Corriere
della Sera" di pochi giorni fa ribattendo ad alcune domande di Sergio Romano
nel suo fondo domenicale. Di che cosa vi stupite? Silvio Berlusconi, con
almeno una parte di se', e' un leghista ne' piu' ne' meno di Bossi e quando
nel '93 decise di impegnarsi in politica penso', prima di decidersi a
fondare un nuovo partito, di guidare con Bossi la Lega. Poi scelse di
fondare un partito nazionale del quale il nordismo leghista sarebbe stato il
pilastro piu' rilevante.
Cosi' Verdini, il quale in quella lettera rivendica il merito d'aver
convinto il premier all'opportunita' di dar vita a Forza Italia.
Non si poteva dir meglio. C'e' da aggiungere che il peso della Lega e'
ultimamente aumentato in proporzione diretta alla minor forza politica del
premier. La Lega ha oggi una forza di ricatto politico che prima non aveva e
la sta esercitando in tutte le direzioni non senza alcuni contraccolpi sulle
strutture e sulle alleanze all'interno del Pdl.
Uno dei temi di dibattito di queste ultime settimane e' stato il collante
che spiega nonostante tutto la persistenza del potere berlusconiano e la sua
eventuale capacita' di sopravvivere ad un possibile ritiro di Berlusconi
dalla gestione diretta di quel potere. Tra le varie spiegazioni e' mancata
quella a mio avviso decisiva. Il collante del berlusconismo consiste
nell'appello continuamente ripetuto e aggiornato agli istinti piu' scadenti
che rappresentano una delle costanti della nostra storia di nazione senza
Stato e di Stato senza nazione.
Una classe dirigente dovrebbe rappresentare ed evocare gli istinti piu'
nobili di un popolo, educandolo con l'esempio, spronandolo ad una visione
alta del bene comune. Un compito difficile che alcune figure della nostra
storia esercitarono con passione, tenacia e abilita' politica.
E' piu' facile evocare gli "spiriti animali" e questo e' avvenuto
frequentemente nelle vicende del nostro paese a cominciare dal "O Franza o
Spagna purche' se magna" e alle sue piu' recenti e non meno abiette
manifestazioni.
Giorni fa, rispondendo nel suo giornale alla lettera di un giovane leghista
a disagio ma privo di alternative alla sua visione nordista, Galli Della
Loggia spiegava al suo interlocutore quale fosse l'errore in cui era
incappato: una falsa prospettiva storica, un falso revisionismo che ha messo
in circolazione una falsa e deteriore immagine del nostro Risorgimento.
Ho riletto un paio di volte l'articolo di Della Loggia perche' non credevo
ai miei occhi. Il revisionismo da lui lamentato come deformazione della
nostra storia unitaria e' nato negli ultimi quindici anni proprio sulle
pagine del suo giornale e lo stesso Della Loggia ne e' stato uno dei piu'
autorevoli esponenti.
Meglio tardi che mai. Purtroppo di vitelli grassi da sacrificare per il
ritorno del figliol prodigo oggi c'e' grande scarsita'. Il solo vitello
grasso in circolazione e' lo scudo fiscale preparato da Tremonti, che pero'
non riguarda la questione dell'Unita' d'Italia e del revisionismo politico.
Festeggia soltanto gli evasori fiscali. Anche questa e' una (pessima)
costante nella storia di questo paese.

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LEGALITA' E' UMANITA'
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 17 del 24 agosto 2009
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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