Minime. 919



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 919 del 21 agosto 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. L'urlo delle vittime
2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie
fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio
2009, n. 94
3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il
favoreggiamento dello squadrismo
4. Cosa fare
5. Enrico Pugliese: Nord e sud uniti nella lotta
6. Giacomo Galeazzi intervista Domenico Sigalini
7. Giacomo Galeazzi: La Lega come don Rodrigo
8. Anna Bravo ricorda Nuto Revelli
9. Letture: AA. VV., Non ho peccato abbastanza
10. Letture: Cristina Campo, Se tu fossi qui
11. Letture: Anna Politkovskaja, Proibito parlare
12. La "Carta" del Movimento Nonviolento
13. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. L'URLO DELLE VITTIME

Delle vittime della guerra.
Delle vittime del razzismo.
Delle vittime dell'indifferenza.
*
Ti stia a cuore ogni umana vita.
Ad ogni omicidio opponiti tu.
Ad ogni persecuzione opponiti tu.

2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA
LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie
di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art.
1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico
riferimento a:
a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla
Costituzione della Repubblica Italiana;
b) violazione dei diritti dei bambini;
c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione
esistenziale;
d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui
all'art. 10 Cost.;
e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento
dello squadrismo
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3,
commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura
il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie
di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed
iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene
il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed
anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza
privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita'
e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali
dell'ordinamento giuridico vigente.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

4. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE

Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso
gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione
dei carabinieri.
Puo' essere anche inviato per posta.
Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve
recare un indirizzo per ogni comunicazione.
*
Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di
presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura
competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli
esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad
altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo
di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre
istituzioni statali centrali).
Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si
risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente
della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel
capoluogo di provincia).
Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu'
dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli
esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni.
*
Indirizzi cui inviare gli esposti:
Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune
a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione.
Comunque solitamente:
- l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio:
procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della
Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it
(analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio:
tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del
Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per
le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente
criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo
e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it
(analogamente per le altre province).
- Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento
e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente
criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad
esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e'
uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio:
urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio
l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e'
urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente
criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della
Prefettura di Agrigento e' immigrazione at poliziadistato.it (analogamente per
le altre province).
Quanto alle istituzioni nazionali:
- Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour,
00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it
- Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187
Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it;
sito: www.cortecostituzionale.it
- Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370,
00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it
- Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza
Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito:
www.camera.it
- Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel.
0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it
- Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza
dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it;
sito: www.csm.it
- Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma;
fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito:
www.quirinale.it
Quanto alle istituzioni sovranazionali:
- Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047
Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555;
sito: www.europarl.europa.eu
Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito:
http://ec.europa.eu/index_it.htm
- Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg
(France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito:
www.coe.int/DefaultIT.asp
- Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters,
Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York
(Usa); sito: www.un.org
*
Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei
siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti
all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto
riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti
per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata).
Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran
parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii
cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che
costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa.
*
Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi
d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle
funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro
il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo
piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile
nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica
Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo
per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it
Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro.

5. UNA SOLA UMANITA'. ENRICO PUGLIESE: NORD E SUD UNITI NELLA LOTTA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 19 agosto 2009 col titolo "L'oro rosso e
le braccia nere della Puglia"]

Di nuovo Nord e Sud uniti nella lotta. E si tratta di piu' di un Sud: del
Mezzogiorno ma anche del Sud del Mondo. Il reportage di Giusi Marcante sul
"Manifesto" del 13 agosto ("Raccolta clandestina") ha ben illustrato
l'iniziativa della Flai, il sindacato degli operai agricoli e alimentari
della Cgil, con la collaborazione dell'Ufficio immigrazione e le segreterie
regionale e provinciale del sindacato nelle campagne del Foggiano: una bella
e giusta iniziativa, entusiasmante per chi come me ha avuto occasione di
parteciparvi, sia pur temporaneamente e di passaggio.
Per dieci giorni quadri e dirigenti sindacali della categoria, a partire
dalle cinque del mattino, muovendosi per campagne e paesi, seguendo i
pulmini dei caporali, andando direttamente nelle aziende, riunendosi la sera
in diverse cittadine (le vecchie agrotowns di Puglia) per discutere ed
elaborare linee di intervento e ulteriore mobilitazione - hanno fatto le
loro vacanze di "inchiesta e lotta" nelle campagne pugliesi.
Da anni non vedevo cose del genere. Mentre Bossi propagandava la divisione e
l'odio tra gli operai del Nord e del Sud e soprattutto lanciava i suoi
anatemi contro i lavoratori del Sud del Mondo (gli immigrati), la Flai
(erede della gloriosa Federbraccianti) dimostrava nei fatti che un mondo
diverso e' possibile. Delegati e sindacalisti di Cuneo, di Parma, di Genova
e di Sassari, insieme a quelli di Puglia, Calabria e Sicilia, portavano un
messaggio di solidarieta' e un aiuto ai lavoratori che, provenienti da mezzo
mondo, vengono nelle campagne del Mezzogiorno a rendere piu' ricco il nostro
paese.
Saranno antiche nostalgie, ma la cosa che piu' mi ha colpito e' stato vedere
questi quadri sindacali dell'Italia del Nord - non tutti giovanissimi, ma
neanche anziani - fare lavoro sindacale con entusiasmo. Alcuni di loro poi
si portano dentro di se' l'intera storia del "Nord e Sud uniti nella lotta".
Giuseppe Rodino' di Genova, Antonio e Vito di Alba con il loro stesso nome
tradiscono in maniera evidente le loro radici "terrone". E non c'e' accento
genovese o delle Langhe che tenga. Ma nessuno dei tre ha fatto l'emigrante:
si tratta di persone appartenenti alla seconde generazioni del grande flusso
migratorio Sud-Nord del dopoguerra: di persone arrivate da bambini nelle
regioni dell'allora "triangolo industriale" al seguito dei loro padri
lavoratori immigrati: proprio come i ragazzi che, provenienti dal Sud del
mondo, affollano ora le nostre scuole.
Cosa hanno fatto concretamente i militanti della Flai? Cosa sperano di
ottenere? Che piattaforma hanno? Sono le domande che ho rivolto loro e alle
quali cerco ora di rispondere sulla base di quello che ho capito e
osservato.
Innanzitutto hanno dato visibilita' a questi lavoratori, a questi operai
agricoli, come tiene a precisare con puntiglio Salvatore Lo Balbo, dirigente
nazionale della Flai. Non e' una puntualizzazione di poco conto: degli
immigrati che lavorano in agricoltura raramente si parla appunto come di
lavoratori - con problemi di salario (modalita' ed entita'), di orario e
condizioni di lavoro, di collocamento e avviamento, di diritti sul piano
della rappresentanza in quanto lavoratori etc. D'altronde di essi in
generale si parla piu' sulla base della immaginazione che della conoscenza
per cui vengono presentati come disperati, come massa indistinta di dannati
della terra. Percio' la corretta informazione e' fondamentale.
Il lavoro di denuncia e propaganda - e al riguardo va ricordato che,
soprattutto a livello locale, le manifestazioni hanno goduto di una buona
copertura mediatica - e' servito a far fare un passo in avanti alla
conoscenza, a passare dalla rappresentazione immaginifica alla realta'.
L'iniziativa "Oro Rosso" aveva come sottotitolo "Dal reality alla realta'".
E questa costruzione della conoscenza e' ovviamente anche il risultato del
lavoro di inchiesta fatto dalla Flai, girando per le campagne, visitando le
aziende e parlando con i lavoratori.
Naturalmente quando si fa inchiesta emergono le contraddizioni. In primo
luogo quella tra immigrati cittadini dell'Unione Europea, rumeni in
particolare ma non solo, e lavoratori extracomunitari, in primo luogo
africani. Contrariamente a quanto potrebbe presumersi, i primi sembrano
essere quelli piu' remissivi e disponibili anche a salari piu' bassi. Eppure
sono relativamente piu' protetti, sono regolari per definizione e non
corrono, come gli altri, il rischio di deportazione per il solo crimine
della mancanza di permesso di soggiorno. Non sono riuscito a capire perche'
e' cosi'. Forse la ragione e' che i primi (cittadini dell'Unione) sono
arrivati da meno tempo e conoscono meno bene la situazione. Non saprei. C'e'
ancora bisogno di inchiesta. Ma la contraddizione principale (come si diceva
una volta) e' ancora quella del sottosalario, del supersfruttamento e del
lavoro nero che riguarda tutti, extracomunitari, comunitari e italiani.
Un altro tema importante e' quello della filiera e della gerarchia del
caporalato. L'efferato "caporale nero" (come vengono chiamati i caporali
immigrati) in effetti rappresenta solo l'ultimo anello della gerarchia di un
governo informale del mercato del lavoro agricolo. A quanto pare si tratta
di una macchina organizzativa efficiente nella quale il
caporale-trasportatore (quello "nero") ha il compito di portare nelle
aziende i lavoratori che recluta sulla base di informazioni che riceve da
chi, piu' in alto, conosce e sfrutta meglio la situazione. Percio' le paghe
sono cosi' incredibilmente basse. L'iniziativa della Flai e' stata condotta
nel cuore della stagione del pomodoro, che viene raccolto ancora a mano
mentre il pagamento avviene a cottimo: 3 euro per ogni cassone di pomodoro
raccolto (270 chili), poco piu' di un centesimo a chilo. In questo modo per
mettere insieme una somma di 20 o 25 euro a giornata bisogna lavorare
dall'alba al tramonto. E per farcela sono necessarie capacita' e notevole
forza fisica.
Non sara' facile superare questa situazione. Ma l'iniziativa "Oro rosso"
rappresenta un buon inizio. Alla attivita' di sensibilizzazione si unisce
quella vertenziale vera e propria (che e' il compito del sindacato). A
questo riguardo alla controparte padronale si aggiunge quella pubblica, il
cui ruolo per i braccianti agricoli e' sempre stato essenziale. Ed ora -
trattandosi di lavoratori doppiamente migranti (in primo luogo perche'
immigrati e in secondo luogo perche' costretti a spostarsi anche da un luogo
all'altro seguendo le fasi della raccolta) - c'e' il problema della garanzia
di un minimo di condizioni di vivibilita' nei ghetti - come sono chiamati, e
sono, i luoghi dove gli immigrati risiedono in questo periodo - fornendo
servizi elementari come l'acqua. Ma il ruolo del pubblico va ben oltre
questo livello. L'iniziativa legislativa e le stesse azioni legali nei
confronti del caporalato sono importantissime. E lo stato puo' operare sui
comportamenti delle aziende in diversi modi, a cominciare dal controllo
delle violazioni della legislazione sul lavoro (anche se questo avviene
raramente per mancanza di volonta' politica). E la stessa Regione puo'
intervenire, come ha fatto opportunamente la giunta Vendola cercando di
escludere dall'accesso ai finanziamenti Ue le aziende non in regola dal
punto di vista del lavoro.
Certo, i rapporti di forza nella situazione attuale non sono a vantaggio dei
lavoratori. E non va sottovalutata la inimicizia del governo leghista nei
confronti degli immigrati, soprattutto se irregolari. Infatti la richiesta
della regolarizzazione e' un punto centrale nella strategia della Cgil per
questi lavoratori. Una condizione assolutamente necessaria ma non
sufficiente, insiste pero' Lo Balbo: si puo' restare al nero anche se
regolari. Percio' l'iniziativa e' portata avanti anche nei confronti delle
aziende che sul lavoro nero prosperano. Su questo Confagricoltura e le altre
organizzazioni datoriali, comprese quelle "di sinistra", sono chiamate a
rispondere.

6. UNA SOLA UMANITA'. GIACOMO GALEAZZI INTERVISTA DOMENICO SIGALINI
[Dal quotidiano "La Stampa" del 15 agosto 2009 col titolo ""Irregolari o no
la Chiesa li sposa"]

"Il matrimonio e' un sacramento e la Chiesa e' sempre libera di celebrarlo.
Attenzione a non andare contro il Concordato". Con la legge Maroni, entrata
in vigore l'otto agosto, chi si vuole sposare, all'atto delle pubblicazioni,
deve presentare il permesso di soggiorno oppure niente nozze e in alcune
citta' (Milano, Bologna e Verona) sono gia' stati negati decine di
matrimoni. Ma il vescovo Domenico Sigalini, segretario della commissione Cei
per le Migrazioni e assistente ecclesiastico generale dell'Azione Cattolica,
mette in guardia dagli "effetti impropri" del pacchetto sicurezza sui "fiori
d'arancio".
"Si tratta di un sacramento, quindi, in assenza di impedimenti canonici, non
neghiamo il matrimonio. Per le nozze in chiesa bisogna fare le pubblicazioni
sia in parrocchia sia in Comune. E' una pratica antica che serve a informare
del matrimonio chiunque sia a conoscenza di precedenti legami o altri
ostacoli. Dal punto di vista del codice di diritto canonico non cambia nulla
se gli sposi hanno o meno il permesso di soggiorno. Italiani, clandestini,
immigrati regolari senza cittadinanza sono identici davanti al sacramento.
Se lo chiedono alla Chiesa e ne hanno diritto: lo ottengono. Il problema,
pero', si crea con la trascrizione".
*
- Giacomo Galeazzi: Cioe'?
- Domenico Sigalini: Con il Concordato quando celebriamo in chiesa un
matrimonio, poi lo facciamo trascrivere allo Stato. Ma perche' cio' avvenga
serve che, prima della cerimonia, siano state fatte le pubblicazioni in
Comune. Dunque, il permesso di soggiorno diventa un ostacolo a monte. Pero'
cio' non toglie, che se anche non gli vengono riconosciuti effetti civili,
il matrimonio e' assolutamente valido per la Chiesa. Ci sono una serie di
"escamotage" possibili. Noi in pratica il sacramento lo diamo, cosi' che una
coppia e' sposata come Dio comanda, anche se lo Stato non li ritiene due
coniugi.
*
- Giacomo Galeazzi: Non e' una violazione della legge?
- Domenico Sigalini: No, perche' il matrimonio e', appunto, un sacramento e
quindi la Chiesa ha la liberta' di sposare chiunque. Sia che abbia sia che
non abbia il permesso di soggiorno. Per questioni concordatarie si e'
trovato un accordo e lo Stato chiede alla Chiesa, tutte le volte che avviene
una celebrazione, di denunciare le nozze affinche' siano riconosciute. In
pratica, possiamo sposare chi vogliamo e successivamente la trascrizione
rende valido il matrimonio anche per lo Stato. Altrimenti capitano
situazioni eccezionali, per le quali la Chiesa non dice allo Stato si aver
celebrato un matrimonio.
*
- Giacomo Galeazzi: Quali?
- Domenico Sigalini: In casi rarissimi ci sono delle dispense, come quando
ci sono di mezzo ragioni di sicurezza delle persone che contraggono
matrimonio in chiesa. In pratica si fa il matrimonio in chiesa, senza che
poi venga comunicato niente all'autorita' civile. Per cui per lo Stato sono
due conviventi, per la Chiesa due sposati. Adesso con le nuove norme, e'
stato aggiunto il permesso di soggiorno. Pero' lo Stato non puo' imporre
alla Chiesa di dire di no a due persone, immigrati regolari o meno, che non
vogliono vivere in una condizione di peccato e percio' chiedono un
sacramento. Se c'e' un problema di pubblicazioni in Comune cio' non
costituisce un impedimento canonico al matrimonio religioso.
*
- Giacomo Galeazzi: Cosa accadra' adesso?
- Domenico Sigalini: La questione e' allo studio e nei prossimi giorni
saranno consultati vari esperti. Il matrimonio celebrato dal sacerdote ha
effetti sia civili sia religiosi. La mancata trascrizione delle nozze crea
una situazione anomala, quasi un istituto familiare "invisibile" allo Stato,
parallelo. Certo, la legge riconosce i figli nati da conviventi, pero' chi
chiede di sposarsi in Chiesa lo fa perche' vuole stare in regola con la
coscienza e con Dio, quindi io ho il diritto e il dovere, come pastore, di
celebrare le nozze anche se non sono potute avvenire regolarmente le
pubblicazioni in Comune e anche se manca il permesso di soggiorno. Da parte
delle autorita' di governo, occorre avere una particolare attenzione per una
materia che tocca nel vivo il vissuto della gente. Sia chiaro, da parte
nostra, che la Chiesa puo' negare il sacramento solo in presenza di cause
gravissime.

7. UNA SOLA UMANITA'. GIACOMO GALEAZZI: LA LEGA COME DON RODRIGO
[Dal quotidiano "La Stampa" del 18 agosto 2009 col titolo "Famiglia
Cristiana: La Lega come don Rodrigo"]

Fulmini ecclesiali contro il pacchetto sicurezza e la Lega. Con la legge
Maroni, entrata in vigore l'8 agosto, chi si vuole sposare, all'atto delle
pubblicazioni, deve presentare il permesso di soggiorno oppure niente nozze,
e in alcune citta' (Milano, Bologna e Verona) sono gia' stati negati decine
di matrimoni. Prima l'"Osservatore romano" critica l'ostruzionismo leghista
alle celebrazioni per il CL anniversario dell'Unita' d'Italia, poi "Famiglia
Cristiana" punta l'indice contro "una legge che sembra scritta da don
Rodrigo". Per il settimanale dei Paolini, da sempre editori di Joseph
Ratzinger, "le nuove norme hanno travolto anche i matrimoni misti e quelli
fra stranieri, mentre a causa della debolezza del premier arrivano ogni
giorno proposte bislacche in spregio a qualsiasi diritto fondamentale". E
Roberto Cota, presidente dei deputati della Lega Nord ribatte: "'Famiglia
Cristiana' sembra Azzecagarbugli che parlava a caso di leggi e di violazioni
di convenzioni, insomma qualcuno che le spara sempre piu' grosse. Ma i
cattolici sono d'accordo con Maroni". Il settimanale cattolico denuncia i
vincoli imposti ai matrimoni tra stranieri e nelle unioni miste: "Ironia
della sorte e' toccato a Verona, la citta' di Romeo e Giulietta, aprire le
danze".
Gia' il vescovo Domenico Sigalini, segretario della commissione Cei per le
Migrazioni e assistente ecclesiastico generale dell'Azione Cattolica, aveva
richiamato il Concordato e messo in guardia dagli "effetti impropri" sui
fiori d'arancio. "Si tratta di un sacramento, quindi in assenza di
impedimenti canonici, non neghiamo il matrimonio - aveva ammonito Sigalini
in un'intervista a "La Stampa" - Lo Stato non puo' imporre alla Chiesa di
dire di no a due persone, immigrati regolari o meno, che non vogliono vivere
in una condizione di peccato e percio' chiedono di sposarsi. Da parte delle
autorita' di governo, occorre avere una particolare attenzione per una
materia che tocca nel vivo il vissuto della gente. Sia chiaro, da parte
nostra, che la Chiesa puo' negare il sacramento solo in presenza di cause
gravissime. E la mancanza del permesso di soggiorno non lo e'".
"Famiglia Cristiana" rincara la dose: "La legge sara' probabilmente spazzata
via da una sentenza della Consulta non appena qualcuno la impugnera'". Nel
frattempo, "la Lega avra' gia' conquistato le poltrone di governatore nelle
regioni del Nord alle amministrative. Che importa se si sara' rivelata
un'inutile grida? Al massimo qualche centinaio di migliaia di
extracomunitari avranno dovuto rinunciare al loro sogno di sposarsi e metter
su famiglia". E aggiunge "Famiglia Cristiana": "Una proposta di legge
simile, in Francia, e' stata bocciata dal Tribunale costituzionale. Invece a
Verona e in Italia le nozze non s'hanno da fare. Con buona pace dei
clandestini, badanti comprese, che non hanno il diritto d'innamorarsi,
amarsi e creare una famiglia fondata sul matrimonio e protetta
giuridicamente". E cio' "in spregio a un diritto fondamentale della persona,
sancito dalla Costituzione (agli articoli 29 e 30), dalle leggi dell'Unione,
dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, da quel diritto naturale e
universale che muove il mondo e che e' alla base del Vangelo: l'amore".
Intanto, "dimenticando i veri problemi del paese, la Lega chiede presidi e
professori autoctoni, dialetto a scuola (ideale per formare cittadini
europei), gabbie salariali, giudici eletti dal popolo, sottotitoli in
dialetto delle fiction, cambio dell'inno nazionale".

8. MEMORIA. ANNA BRAVO RICORDA NUTO REVELLI
[Riproponiamo ancora una volta il seguente testo di Anna Bravo
originariamente apparso sul bel periodico "Diario" nel 2004, subito dopo la
scomparsa dell'eroico comandante partigiano e straordinario testimone del
"mondo dei vinti".
Anna Bravo, storica e docente universitaria, vive e lavora a Torino, dove ha
insegnato Storia sociale. Si occupa di storia delle donne, di deportazione e
genocidio, resistenza armata e resistenza civile, cultura dei gruppi non
omogenei, storia orale; su questi temi ha anche partecipato a convegni
nazionali e internazionali. Ha fatto parte del comitato scientifico che ha
diretto la raccolta delle storie di vita promossa dall'Aned (Associazione
nazionale ex-deportati) del Piemonte; fa parte della Societa' italiana delle
storiche, e dei comitati scientifici dell'Istituto storico della Resistenza
in Piemonte, della Fondazione Alexander Langer e di altre istituzioni
culturali. Luminosa figura della nonviolenza in cammino, della forza della
verita'. Opere di Anna Bravo: (con Daniele Jalla), La vita offesa, Angeli,
Milano 1986; Donne e uomini nelle guerre mondiali, Laterza, Roma-Bari 1991;
(con Daniele Jalla), Una misura onesta. Gli scritti di memoria della
deportazione dall'Italia,  Angeli, Milano 1994; (con Anna Maria Bruzzone),
In guerra senza armi. Storie di donne 1940-1945, Laterza, Roma-Bari 1995,
2000; (con Lucetta Scaraffia), Donne del novecento, Liberal Libri, 1999;
(con Anna Foa e Lucetta Scaraffia), I fili della memoria. Uomini e donne
nella storia, Laterza, Roma-Bari 2000; (con Margherita Pelaja, Alessandra
Pescarolo, Lucetta Scaraffia), Storia sociale delle donne nell'Italia
contemporanea, Laterza, Roma-Bari 2001; Il fotoromanzo, Il Mulino, Bologna
2003; A colpi di cuore, Laterza, Roma-Bari 2008.
Nuto Revelli e' nato a Cuneo nel 1919 ed e' scomparso nel 2004; ufficiale
degli alpini nella tragedia della campagna di Russia, eroe della Resistenza,
testimone della cultura contadina e delle sofferenze delle classi popolari
in guerra e in pace. Nelle sue opere una grande testimonianza storica, un
lucido impegno civile, e una limpida guida morale. Opere di Nuto Revelli: La
guerra dei poveri, La strada del davai, Mai tardi, L'ultimo fronte, Il mondo
dei vinti, L'anello forte, Il disperso di Marburg, Il prete giusto, Le due
guerre, tutti pubblicati presso Einaudi. Opere su Nuto Revelli: AA. VV.,
Memorie di vita e di Resistenza. Ricordi di Nuto Revelli 1919-2004, Nuova
Iniziativa Editoriale - L'Unita', Roma 2004]

Nuto Revelli, nato a Cuneo nel 1919, tenente degli alpini nella campagna di
Russia, comandante partigiano di Giustizia e Liberta', studioso del mondo
popolare, della guerra e della resistenza, marito di Anna Delfino, padre di
Marco, amato da una molltitudine di lettori di tutti i tipi. I suoi libri:
Mai tardi. Dario di un alpino in Russia, La guerra dei poveri, La strada del
davai, L'ultimo fronte. Lettere di soldati caduti o dispersi nella seconda
guerra mondiale (materiali che aveva salvato fortunosamente dal macero), Il
mondo dei vinti, L'anello forte,  Il disperso di Marburg, Il prete giusto,
Le due guerre.
Lungo gli anni settanta e ottanta, Nuto Revelli andava per paesi, borgate,
cascine, baite del cuneese, e con il suo pesante registratore professionale
intervistava centinaia di uomini e donne. Lavorava con ponderazione,
reiterando molti colloqui, rivedendo piu' volte le trascrizioni, ma credo
anche con l'ansia del tempo che correva e la pena per i testimoni che
scomparivano. Dopo aver retto all'emigrazione di massa, al primo decollo
industriale, alla crisi della grande guerra, il mondo contadino era davvero
alla fine, e Nuto voleva preservarne la memoria. Non per riportarlo in vita
cosi' com'era stato, perche' ne conosceva le asprezze, ma per cercargli un
posto nella storia, come aveva fatto con gli alpini di Russia e con i suoi
stessi partigiani, ragazzi di banda presto tornati nell'anonimato. A Nuto
era cara la gente dimenticata, appartata, magari cupa, l'opposto dello
sfavillio anni ottanta; e l'aggettivo "vincente" doveva sembrargli
un'oscenita'.
Veri boom editoriali e pietre miliari delle ricerche sulla memoria, Il mondo
dei vinti e L'Anello forte portano in primo piano le voci della pianura,
della collina, della montagna, delle Langhe: quasi un secolo di storia se si
guarda all'eta' dei testimoni, piu' di un secolo se si tiene conto che i
discorsi incorporano tradizioni familiari e di comunita' che risalgono ai
tempi di madri, padri, nonni.
In quegli anni all'universita' ci appassionavamo intorno allo statuto
scientifico delle fonti orali, e Nuto ci guardava con simpatia un po'
distratta. Preferiva vedersi come un semplice raccoglitore-archivista,
mentre era molto di piu', un grande catalizzatore, regista e garante della
memoria. E uno scrittore magistrale, che considerava il linguaggio un dono
da maneggiare con cura, mai una parola sprecata ne' una mancata.
Era anche uno straordinario narratore in prima persona. D'estate a Verduno,
sotto una quercia gigantesca al centro di un prato, scenario da favola,
raccontava storie di comizi del primo dopoguerra, di piccole amministrazioni
comunali, di passioni politiche - e di Giunchiglia Fior del male e delle
famose sorelle Nete, che cantavano Un bacio a mezzanotte in un programma di
Arbore. Profilo perfetto, un velo di abbronzatura, vestiti a fiori, a volte
un lavoro a maglia fra le mani, l'amatissima Anna c'era sempre.
Andando via, ci si trovava a pensare che una sinistra buona esisteva, e che
il matrimonio poteva essere una cosa bellissima.

9. LETTURE. AA. VV., NON HO PECCATO ABBASTANZA
AA. VV., Non ho peccato abbastanza. Antologia di poetesse arabe
contemporanee, Mondadori, Milano 2007, pp. XXXVIII + 298, euro 9. A cura di
Valentina Colombo che vi premette un'introduzione dal titolo "Enheduanna e
Lilith ovvero poesia come simbolo di ribellione ed emancipazione femminile",
questa raccolta poetica di 29 autrici arabe contemporanee oltre ad avere
un'utilita' panoramica e documentaria propria di questo genere di volumi,
reca anche alcuni autentici gioielli apprezzabili finanche nella sola lingua
di arrivo (e tali che vorresti il testo a fronte - e un ponderoso apparato -
per poterti a tua volta cimentare nella versione).

10. LETTURE. CRISTINA CAMPO: SE TU FOSSI QUI
Cristina Campo, Se tu fossi qui. Lettere a Maria Zambrano 1961-1975,
Archinto - Rcs libri, Milano 2009, pp. 94, euro 14,50. A cura di Maria
Pertile (bella la nota introduttiva, preziosi i commenti e gli apparati,
accurata l'edizione), in questa bella collana di preziosi epistolari, le
lettere, i biglietti, le cartoline - e i versi e le traduzioni - di Cristina
Campo (al secolo Vittoria Guerrini, 1923-1977, una delle maestre segrete del
piu' elevato meditare e scrivere in lingua italiana del Novecento) alla
grande, imprescindibile filosofa spagnola e dell'esilio (1904-1991). Con la
riproduzione fotografica di alcuni documenti originali.

11. LETTURE. ANNA POLITKOVSKAJA: PROIBITO PARLARE
Anna Politkovskaja, Proibito parlare. Cecenia, Beslan, Teatro Dubrovka: le
verita' scomode della Russia di Putin, Mondadori, Milano 2007, pp. XXX +
312, euro 10. Con una prefazione di Adriano Sofri, una raccolta di articoli
d'inchiesta e denuncia pubblicati sulla "Novaja Gazeta" tra il 2002 e il
2006 della giornalista ed attivista per i diritti umani assassinata.

12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

13. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 919 del 21 agosto 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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