Minime. 917



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 917 del 19 agosto 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Benito D'Ippolito: Ballata del sentiero del male
2. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente varie
fattispecie di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio
2009, n. 94
3. Modello di esposto recante la notitia criminis concernente il
favoreggiamento dello squadrismo
4. Cosa fare
5. Due crimini
6. Un digiuno di don Albino Bizzotto a Vicenza
7. Verona solidale con Shirin Ebadi e le donne iraniane
8. Shirin Ebadi: Un appello a tutte le donne del mondo
9. Il 26 agosto a Cinisi
10. Anna Bravo ricorda Maria Occhipinti
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'

1. LE ULTIME COSE. BENITO D'IPPOLITO: BALLATA DEL SENTIERO DEL MALE

Lungo il sentiero del male
solo persone allegre incontri
e in lontananza i vagoni piombati.

Lungo il sentiero del male
negozi ricolmi di merci
ogni volto smarrito scomparso.

Lungo il sentiero del male
e' sempre vacanza e' sempre pizza e sole
e nessun venditore ambulante.

Lungo il sentiero del male
le schiave nere e slave sui bordi delle strade
perche' ogni uomo ariano vuole carne fresca.

Lungo il sentiero del male
tanti concorsi a premi, carriere promettenti
e lo spazio vitale marcato dal passo dell'oca.

Lungo il sentiero del male
l'omino di burro guida la carrozza
e alla stazione i vagoni piombati.

2. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE VARIE FATTISPECIE DI REATO CONFIGURATE DA MISURE CONTENUTE NELLA
LEGGE 15 LUGLIO 2009, N. 94

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente varie fattispecie
di reato configurate da misure contenute nella legge 15 luglio 2009, n. 94
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", sono contenute varie misure, particolarmente all'art.
1 e passim, che configurano varie fattispecie di reato con specifico
riferimento a:
a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla
Costituzione della Repubblica Italiana;
b) violazione dei diritti dei bambini;
c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione
esistenziale;
d) violazione dell'obbligo di soccorso ed accoglienza delle persone di cui
all'art. 10 Cost.;
e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

3. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ESPOSTO RECANTE LA NOTITIA CRIMINIS
CONCERNENTE IL FAVOREGGIAMENTO DELLO SQUADRISMO

Alla Procura della Repubblica di ...
Al Presidente del Tribunale di ...
Al Presidente della Corte d'Appello di ...
Al Presidente della Corte di Cassazione
Al Presidente della Corte Costituzionale
Al Sindaco del Comune di ...
Al Presidente della Provincia di ...
Al Presidente della Regione ...
Al Questore di ...
Al Prefetto di ...
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
Al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura
Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Parlamento Europeo
Al Presidente della Commissione Europea
Al Presidente del Consiglio d'Europa
Al Segretario generale delle Nazioni Unite
Oggetto: Esposto recante la notitia criminis concernente il favoreggiamento
dello squadrismo
Con il presente esposto si segnala alle istituzioni in indirizzo, al fine di
attivare tutti i provvedimenti di competenza cui l'ordinamento in vigore fa
obbligo ai pubblici ufficiali che le rappresentano, la notitia criminis
concernente il fatto che nella legge 15 luglio 2009, n. 94, recante
"Disposizioni in materia di sicurezza pubblica", volgarmente nota come
"pacchetto sicurezza", e' contenuta una misura, quella di cui all'art. 3,
commi 40-44, istitutiva delle cosiddette "ronde", che palesemente configura
il favoreggiamento dello squadrismo (attivita' che integra varie fattispecie
di reato), anche alla luce di pregresse inquietanti esternazioni ed
iniziative di dirigenti rappresentativi del partito politico cui appartiene
il Ministro dell'Interno e di altri soggetti che non hanno fatto mistero ed
anzi hanno dato prova di voler far uso di tale istituto a fini di violenza
privata, intimidazione e persecuzione, con palese violazione della legalita'
e finanche intento di sovvertimento di caratteri e guarentigie fondamentali
dell'ordinamento giuridico vigente.
Si richiede il piu' sollecito intervento.
Alle magistrature giurisdizionalmente competenti si richiede in particolare
che esaminati i fatti di cui sopra procedano nelle forme previste nei
confronti di tutti coloro che risulteranno colpevoli per tutti i reati che
riterranno sussistere nella concreta fattispecie.
L'esponente richiede altresi' di essere avvisato in caso di archiviazione da
parte della Procura ex artt. 406 e 408 c. p. p.
Firma della persona e/o dell'associazione esponente
indirizzo
luogo e data

4. UNA SOLA UMANITA'. COSA FARE

Un esposto all'autorita' giudiziaria piu' essere presentato recandosi presso
gli uffici giudiziari o presso un commissariato di polizia o una stazione
dei carabinieri.
Puo' essere anche inviato per posta.
Deve essere firmato da una persona fisica, precisamente identificata, e deve
recare un indirizzo per ogni comunicazione.
*
Noi proponiamo alle persone che vogliono partecipare all'iniziativa di
presentare e/o inviare i due esposti che abbiamo preparato alla Procura
competente per il territorio in cui il firmatario (o i firmatari - gli
esposti possono essere anche sottoscritti da piu' persone) risiede, e ad
altre magistrature di grado superiore (la Corte d'appello e' nel capoluogo
di Regione, la Corte di Cassazione e' a Roma; sempre a Roma sono le altre
istituzioni statali centrali).
Proponiamo anche di inviare l'esposto al sindaco del Comune in cui si
risiede (idem per il presidente della Provincia, idem per il presidente
della Regione; ed analogamente per questore e prefetto che hanno sede nel
capoluogo di provincia).
Ovviamente i modelli di esposto da noi preparati possono essere resi piu'
dettagliati se lo si ritiene opportuno. Ed altrettanto ovviamente gli
esposti possono essere inviati anche ad ulteriori istituzioni.
*
Indirizzi cui inviare gli esposti:
Naturalmente gli indirizzi delle istituzioni territoriali variano da Comune
a Comune, da Provincia a Provincia e da Regione a Regione.
Comunque solitamente:
- l'indirizzo e-mail delle Procure e' composto secondo il seguente criterio:
procura.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail della
Procura della Repubblica ad Agrigento e' procura.agrigento at giustizia.it
(analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail dei Tribunali e' composto secondo il seguente criterio:
tribunale.citta'sede at giustizia.it, quindi ad esempio l'indirizzo e-mail del
Tribunale ad Agrigento e' tribunale.agrigento at giustizia.it (analogamente per
le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Prefetture e' composto secondo il seguente
criterio: prefettura.citta'sede at interno.it, quindi ad esempio l'indirizzo
e-mail della Prefettura di Agrigento e' prefettura.agrigento at interno.it
(analogamente per le altre province).
- Sempre per le prefetture e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio: urp.pref_citta'sede at interno.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento
e' urp.pref_agrigento at interno.it (analogamente per le altre province).
- L'indirizzo e-mail delle Questure e' composto secondo il seguente
criterio: uffgab.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad
esempio l'indirizzo e-mail della Questura di Agrigento e'
uffgab.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- Sempre per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per le relazioni con il pubblico (in sigla: urp),
composto secondo il seguente criterio:
urp.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it, quindi ad esempio
l'indirizzo e-mail dell'Urp della Prefettura di Agrigento e'
urp.ag at poliziadistato.it (analogamente per le altre province).
- E ancora per le questure e' opportuno inviare gli esposti per e-mail anche
all'indirizzo dell'Ufficio per gli immigrati, composto secondo il seguente
criterio: immigrazione.siglaautomobilisticacitta'sede at poliziadistato.it,
quindi ad esempio l'indirizzo e-mail dell'Ufficio per gli immigrati della
Prefettura di Agrigento e' immigrazione at poliziadistato.it (analogamente per
le altre province).
Quanto alle istituzioni nazionali:
- Presidente della Corte di Cassazione: Palazzo di Giustizia, Piazza Cavour,
00193 Roma; e-mail: cassazione at giustizia.it; sito: www.cortedicassazione.it
- Presidente della Corte Costituzionale: Piazza del Quirinale 41, 00187
Roma; tel. 0646981; fax: 064698916; e-mail: ccost at cortecostituzionale.it;
sito: www.cortecostituzionale.it
- Presidente del Consiglio dei Ministri: Palazzo Chigi, Piazza Colonna 370,
00187 Roma; tel. 0667791; sito: www.governo.it
- Presidente della Camera dei Deputati: Palazzo Montecitorio, Piazza
Montecitorio, 00186 Roma; tel. 0667601; e-mail: fini_g at camera.it; sito:
www.camera.it
- Presidente del Senato della Repubblica: Piazza Madama, 00186 Roma; tel.
0667061; e-mail: schifani_r at posta.senato.it; sito: www.senato.it
- Vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura: Piazza
dell'Indipendenza 6, 00185 Roma; tel. 06444911; e-mail: segvpres at cosmag.it;
sito: www.csm.it
- Presidente della Repubblica Italiana: piazza del Quirinale, 00187 Roma;
fax: 0646993125; e-mail: presidenza.repubblica at quirinale.it; sito:
www.quirinale.it
Quanto alle istituzioni sovranazionali:
- Presidente del Parlamento Europeo: rue Wiertz 60 - Wiertzstraat 60, B-1047
Bruxelles - B-1047 Brussel (Belgium); tel. +32(0)22842005 - +32(0)22307555;
sito: www.europarl.europa.eu
Al Presidente della Commissione Europea: 1049 Brussels (Belgium); sito:
http://ec.europa.eu/index_it.htm
- Presidente del Consiglio d'Europa: Avenue de l'Europe, 67075 Strasbourg
(France); tel. +33(0)388412000; e-mail: cm at coe.int; sito:
www.coe.int/DefaultIT.asp
- Segretario generale delle Nazioni Unite: United Nations Headquarters,
Between 42nd and 48th streets, First Avenue and the East River, New York
(Usa); sito: www.un.org
*
Gli invii per fax o per posta elettronica o attraverso gli spazi ad hoc nei
siti istituzionali possono non essere ritenuti dai destinatari equipollenti
all'invio postale dell'esposto: si suggerisce quindi, almeno per quanto
riguarda le Procure, di inviare comunque anche copia cartacea degli esposti
per posta ordinaria (preferenzialmente per raccomandata).
Ma poiche' ormai crediamo di aver gia' raggiunto con almeno un invio gran
parte delle Procure, chi non avesse tempo ed agio di procedere agli invii
cartacei per posta ordinaria puo' limitarsi all'invio per e-mail, che
costituira' comunque un sostegno visibile e rilevante all'iniziativa.
*
Ovviamente e' opportuno che gli esposti siano inviati anche a mezzi
d'informazione, movimenti democratici, persone interessate: una delle
funzioni dell'iniziativa e' anche quella di ampliare la mobilitazione contro
il colpo di stato razzista informandone l'opinione pubblica e coinvolgendo
piu' persone, piu' associazioni e piu' istituzioni che sia possibile
nell'impegno in difesa della legalita', della Costituzione della Repubblica
Italiana, dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Infine preghiamo tutte le persone che presenteranno esposti di comunicarcelo
per e-mail all'indirizzo: nbawac at tin.it
Grazie a tutte e tutti, e buon lavoro.

5. EDITORIALE. DUE CRIMINI

Due crimini sono la guerra e il razzismo.
Due crimini contro l'umanita' intera.
Due crimini ai quali occorre opporsi sempre.
Riaprendo un libro di Bertrand Russell che piacque a Primo Levi (ne parla e
ne antologizza un brano ne La ricerca delle radici) ritrovo questa frase:
"Scoprire il sistema per giungere all'abolizione della guerra e' una
necessita' vitale della nostra civilta'" (Bertrand Russell, La conquista
della felicita', Tea, Milano 1997, p. 7). Questo sistema e' la nonviolenza.
Riaprendo l'autobiografia di Nelson Mandela ritrovo queste parole, infinite
volte dette da ogni persona di volonta' buona: "La liberta' e' una sola: le
catene imposte a uno di noi pesano sulle spalle di tutti"; e ancora: "Sapevo
che l'oppressore era schiavo quanto l'oppresso, perche' chi priva gli altri
della liberta' e' prigioniero dell'odio, e' chiuso dietro le sbarre del
pregiudizio e della ristrettezza mentale. L'oppressore e l'oppresso sono
entrambi derubati della loro umanita'. (...) e' stata questa la mia
missione: affrancare gli oppressi e gli oppressori" (Nelson Mandela, Lungo
cammino verso la liberta', Feltrinelli, Milano 1995, pp. 578-579). Questa
analisi, questa scelta, questa lotta, questa missione e' la nonviolenza.
Due crimini sono la guerra e il razzismo.
Due crimini contro l'umanita' intera.
Due crimini ai quali occorre opporsi sempre.

6. INIZIATIVE. UN DIGIUNO DI DON ALBINO BIZZOTTO A VICENZA
[Dagli amici "Beati i costruttori di pace", e da molti altri amici ancora,
riceviamo e diffondiamo]

Da mercoledi' 19 agosto all'incrocio tra Viale Del Verme e Viale Ferrarin a
Vicenza don Albino Bizzotto digiuna a tempo indeterminato a sola acqua per
fermare la costruzione della Base Dal Molin a Vicenza.
D'agosto puo' succedere di tutto. Possono passare senza alcuna reazione le
peggiori scelte dei governi. Possono continuare i lavori senza ferie per gli
operai che stanno costruendo la nuova base al Dal Molin, mentre gli altri
sono a casa, in ferie obbligatorie e prolungate a causa della crisi, se non
licenziati. Ma d'agosto anche la pace puo' non andare in ferie. Abbiamo
appena concluso "Pace in bici", l'impegno contro il nucleare collegando
Ghedi e Aviano dentro la memoria di Hiroshima e Nagasaki, uscendone
rinforzati nel rapporto con i movimenti per la pace e con le amministrazioni
locali. La costruzione della base al Dal Molin non puo' costituire problema
soltanto per i vicentini che in questi anni con grande creativita',
continuita' e determinazione stanno lottando, chiedendo la nostra
partecipazione. Ci riguarda tutti.
Per questo motivo parte mercoledi' 19 agosto un digiuno a sola acqua a tempo
indeterminato di don Albino Bizzotto, proprio per condividere una
responsabilita' che e' di tutti gli italiani.
I lavori alla base al Dal Molin fervono senza sosta. Il digiuno vuole porsi
come presa di coscienza dell'impegno che dobbiamo sviluppare insieme, oltre
Vicenza. Non vuole essere il protagonismo di una persona, ma l'invito a
partecipare e a fare informazione. E' un'azione che ha bisogno di
solidarieta'. Le forme potranno essere le piu' diverse e le piu' impreviste,
tutte capaci di esprimere la nostra determinazione a non rinunciare
all'obiettivo di fermare la costruzione di questa base, nata
nell'illegalita', nella menzogna e in spregio della volonta' e della
partecipazione popolare.
Il luogo scelto e' una roulotte all'incrocio tra Viale Del Verme e Viale
Ferrarin a partire da mercoledi' 19 agosto.
*
Per informazioni: Ufficio stampa "Beati i costruttori di pace", Mariagrazia
Bonollo, cell. 3482202662.

7. INIZIATIVE. VERONA SOLIDALE CON SHIRIN EBADI E LE DONNE IRANIANE
[Da Tiziana Valpiana (per contatti: tiziana.valpiana at tiscali.it) riceviamo e
diffondiamo]

Shirin Ebadi, avvocata iraniana, premio Nobel per la Pace nel 2003, nello
scorso mese di luglio e' stata ospite a Verona e anche nella nostra citta'
ci ha invitato ad esprimere solidarieta' alle madri iraniane e a tutte le
donne che, a rischio della vita, manifestano per esigere giustizia e
verita'. Perche' non scenda il silenzio sulle vittime di un potere che usa
la forza delle armi per mettere a tacere chi lotta per il rispetto dei
propri diritti.
Rispondiamo al suo appello e invitiamo chi vuole esprimere la sua
solidarieta' con le donne iraniane sabato 22 agosto dalle ore 19 alle 20 in
piazza Bra (lato Liston) a Verona a unirsi al Comitato delle madri in lutto
in Iran per esprimere il nostro dolore, la nostra solidarieta' e
aiutarle a far sentire la loro voce a tutto il mondo, in nero in segno di
lutto, in silenzio, in piedi, vigili e silenziose.
Per far comprendere ai passanti il senso della nostra azione, sono benvenuti
cartelli, fotografie, immagini, simboli, testimonianze scritte.

8. APPELLI. SHIRIN EBADI: UN APPELLO A TUTTE LE DONNE DEL MONDO
[Attraverso Tiziana Valpiana riceviamo e diffondiamo il seguente appello di
Shirin Ebadi]

La tragedia dell'Iran e' molto piu' ampia di quanto avremmo mai potuto
immaginare.
La gente scesa in piazza per esprimere pacificamente il dissenso ai
risultati elettorali ha ricevuto in risposta pallottole e manganelli e molti
tra gli scampati sono stati arrestati nei giorni successivi alle proteste.
I programmi della radio e della tv di Stato iraniana hanno annunciato
inizialmente otto morti, successivamente undici, ma, ad oltre un mese dalle
manifestazioni di strada, i nomi di molti "scomparsi" non sono nelle liste
ne' degli uccisi ne' degli arrestati.
Molte madri angosciate continuano a chiedere alle autorita' informazioni sui
loro amati dispersi, ma non ricevono risposte. Ora che le famiglie stanno
lentamente ricevendo i corpi dei loro figli uccisi, e' divenuto chiaro che
il numero delle morti e' molto piu' alto di quello annunciato dal Governo
della repubblica islamica. Inoltre, le famiglie sono state costrette a
firmare accordi in cui si impegnano a non rivelare come e dove sono morti i
loro cari.
Ma non e' possibile nascondere per sempre la verita', non e' possibile far
tacere i pianti, cosi' la tragedia si sta mostrando sempre piu' chiaramente
agli occhi del popolo iraniano, a mano a mano che i giorni passano.
Molte madri i cui figli e figlie sono stati uccisi o sono ancora tra i
dispersi o sono in prigione hanno formato il Comitato delle madri in lutto.
Ogni sabato dalle 7 alle 8 di sera, le madri di questo Comitato e altre
donne solidali con loro, vestite di nero in segno di lutto e in silenzio, si
radunano nei parchi pubblici delle loro citta' e stanno in piedi, vigili e
silenziose, per esprimere il loro dolore.
Vorrei esprimere il mio profondo dispiacere e le mie condoglianze alle madri
che hanno perso i loro cari per la liberta' e la democrazia in Iran, mi levo
in piedi in solidarieta' con le madri che stanno ancora cercando i loro
figli dispersi e unisco al loro il mio dispiacere per il gran numero di
giovani donne e uomini iraniani in prigione per il loro pacifico attivismo
civile.
Invito tutte le donne del mondo che amano la liberta' a riunirsi ogni sabato
nelle loro citta' vestite di nero per far sentire la loro solidarieta' con
il Comitato delle madri in lutto in Iran e aiutarle a far sentire la loro
voce a tutto il mondo.

9. INCONTRI. IL 26 AGOSTO A CINISI
[Dagli amici dell'Associazione Peppino Impastato - Casa Memoria (per
contatti: casamemoriaimpastato at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]

Vi invitiamo a partecipare all'iniziativa dal titolo "Resistere a Mafiopoli"
che si svolgera' il 26 agosto 2009 alle ore 21 presso la Pizzeria Impastato,
sita tra Cinisi e Villagrazia di Carini (Pa) sulla strada statale 113 al km
288.800. Roberto Saviano, Piero Grasso, Francesco La Licata e Giovanni
Impastato affronteranno il tema della necessita' di impegnarsi concretamente
contro il sistema politico-mafioso e di difendere dalla diffamazione i
caduti della lotta alla mafia.
"Resistere a Mafiopoli", come recita il titolo del libro di Giovanni
Impastato, non e' affatto facile: non e' facile contrapporsi alle logiche di
potere che determinano spesso la sovrapposizione di interessi speculativi e
criminali con l'amministrazione della cosa pubblica; non lo e' nemmeno
lottare contro l'impero della cultura mafiosa che assoggetta i pensieri e le
coscienze, li corrompe con la prevalenza degli interessi privati e li
condiziona con la diffamazione di quanti, distinguendosi dagli altri, non
hanno accettato le regole del gioco e hanno scelto di mettersi contro questo
sistema di cose. A tanti e' toccata questa sorte (da Peppino Impastato a don
Diana), quella di essere non solo eliminati fisicamente, ma anche infangati
con un subdolo lavoro di invenzione e di manipolazione delle informazioni.
Per questi motivi la resistenza contro il sistema politico-mafioso non puo'
che partire da un lavoro di consolidamento della memoria storica delle lotte
antimafia e dalla difesa dei suoi caduti.
Il 26 agosto 2009 alle ore 21 presso la pizzeria Impastato (Cinisi, strada
statale 113, km 288.800) ne discuteranno Roberto Saviano, giornalista e
scrittore; Piero Grasso, procuratore nazionale antimafia; Francesco La
Licata, giornalista de "La Stampa" e Giovanni Impastato, fratello di
Peppino.

10. MEMORIA. ANNA BRAVO RICORDA MARIA OCCHIPINTI
[Riproponiamo ancora una volta il seguente testo di Anna Bravo
originariamente apparso nell'ampio lavoro collettaneo, a cura di Eugenia
Roccella e Lucetta Scaraffia, Italiane, 3 voll., Roma 2004 (nel volume
terzo, alle pp. 206-207).
Anna Bravo, storica e docente universitaria, vive e lavora a Torino, dove ha
insegnato Storia sociale. Si occupa di storia delle donne, di deportazione e
genocidio, resistenza armata e resistenza civile, cultura dei gruppi non
omogenei, storia orale; su questi temi ha anche partecipato a convegni
nazionali e internazionali. Ha fatto parte del comitato scientifico che ha
diretto la raccolta delle storie di vita promossa dall'Aned (Associazione
nazionale ex-deportati) del Piemonte; fa parte della Societa' italiana delle
storiche, e dei comitati scientifici dell'Istituto storico della Resistenza
in Piemonte, della Fondazione Alexander Langer e di altre istituzioni
culturali. Luminosa figura della nonviolenza in cammino, della forza della
verita'. Opere di Anna Bravo: (con Daniele Jalla), La vita offesa, Angeli,
Milano 1986; Donne e uomini nelle guerre mondiali, Laterza, Roma-Bari 1991;
(con Daniele Jalla), Una misura onesta. Gli scritti di memoria della
deportazione dall'Italia,  Angeli, Milano 1994; (con Anna Maria Bruzzone),
In guerra senza armi. Storie di donne 1940-1945, Laterza, Roma-Bari 1995,
2000; (con Lucetta Scaraffia), Donne del novecento, Liberal Libri, 1999;
(con Anna Foa e Lucetta Scaraffia), I fili della memoria. Uomini e donne
nella storia, Laterza, Roma-Bari 2000; (con Margherita Pelaja, Alessandra
Pescarolo, Lucetta Scaraffia), Storia sociale delle donne nell'Italia
contemporanea, Laterza, Roma-Bari 2001; Il fotoromanzo, Il Mulino, Bologna
2003; A colpi di cuore, Laterza, Roma-Bari 2008.
Per un accostamento alla figura di Maria Occhipinti, dalla tesi di laurea di
Silvia Ragusa, "Maria Occhipinti: una ribelle del Novecento" (sostenuta
all'Universita' di Catania nell'anno accademico 2003-2004, disponibile nel
sito www.tesionline.it) riportiamo per stralci la seguente utile
bibliografia: a. Opere di Maria Occhipinti: Monito alle donne siciliane, in
"La comune anarchica", Siracusa 1947; Chi sono i colpevoli della
prostituzione?, In "Anarchismo", Napoli, numero unico maggio-marzo
1950-1951; Una donna di Ragusa, prefazione di Paolo Alatri e nota di Carlo
Levi, Landi Editore, Firenze 1957; Una donna di Ragusa, prefazione di Enzo
Forcella, Feltrinelli, Milano 1976; Lettera a Feliciano Rossitto, in
"L'Unita'", 5 maggio 1977; Mani in alto e fuori la terra!, in "L'Europeo", 8
novembre 1979; Sull'ospedale civile di Ragusa, in "Sicilia Libertaria", anno
IV, n. 15, novembre 1980; I terremoti, quelli creati dallo Stato, in "Lotta
Continua", 12 dicembre 1980; Una donna di Ragusa, nota di Carlo Levi,
Sellerio, Palermo 1993; Il carrubo ed altri racconti, introduzione di Gianni
Grassi, Sellerio, Palermo 1993; Una donna libera, nota di Marilena Licitra,
Sellerio, Palermo 2004. b. Studi critici in libri e riviste: Addonizio
Michele, Una donna contro il governo, la chiesa, la guerra, in "Lotta
Continua", 22 novembre 1979; Anonimo, A "Donna di Ragusa" di Maria
Occhipinti il premio Brancati, in "Corriere della Sera", 30 dicembre 1976;
Antoci Franca, Maria, la Pasionaria di Ragusa, in "La Sicilia", 8 marzo
1994; Eadem, Nelle lettere ai grandi la rabbia della ribelle, in "La
Sicilia", 8 marzo 1994; Asciolla Enzo, La Sicilia esca dal suo "letargo", in
"Gazzetta del Sud", 31 dicembre 1976; Barone Laura, Maria Occhipinti. Storia
di una donna libera, Sicilia Punto L, Ragusa 1984; Eadem, Il carrubo ed
altri racconti della ragusana Maria Occhipinti, in "Ragusa Sera", 17 luglio
1993; Eadem, Maria Occhipinti, in Rivolta e memoria storica. Atti del
convegno 1945-1995: le sommosse contro il richiamo alle armi, cinquant'anni
dopo, Sicilia Punto L, Ragusa 1995; Eadem, Una donna di Ragusa: Maria
Occhipinti, in Nella Sicilia del passato tra figure femminili e vecchi
mestieri, Fidapa, Distretto Sicilia 2002; Eadem, Maria Occhipinti, in Tra
terra e cielo. Due secoli di storia iblea al femminile, Donna e Comunita',
Ragusa 2002; Bonina Gianni, Dalla Russia con dolore, in "La Sicilia", 1
aprile 1995; Bravo Anna, La ribelle di Ragusa messa in galera dagli
antifascisti, in "Liberal", 21 maggio 1998; Calapso Jole, Donne ribelli,
Flaccovio, Palermo 1980; Cambria Adele, Un'isola di rabbia, in "Il
Messaggero", 5 luglio 1976; Catalfamo Antonio, Scrittori umanisti e
"cavalieri erranti" di Sicilia, Sicilia Punto L, Ragusa 2001; Chemello
Adriana, Una donna di Ragusa, in "Azione nonviolenta", novembre-dicembre
1976; Eadem, Una donna contro la guerra, in "Azione nonviolenta",
novembre-dicembre 1981; Cotensin Ismene, Maria Occhipinti e la rivolta di
Ragusa (gennaio 1954): un percorso intellettuale, politico e letterario,
Sicilia Punto L, Ragusa 2003; D'Aquino Alida, Maria Occhipinti, in Sarah
Zappulla Muscara' (a cura di), Letteratura siciliana al femminile: donne
scrittrici e donne personaggio, Salvatore Sciascia Editore, Caltanissetta,
1987; D. S., Una donna di Ragusa - veicolo al verbo comunista, in "Avvenire
Ibleo", 22 febbraio 1958; Giarratana Letizia, Ciao Compagna, in "Sicilia
Libertaria", XX anno, n.146, Ragusa, settembre 1996; Giubilei Giuliano, Lo
Stato ruba la terra ai contadini ragusani, in "Paese Sera", 25 gennaio 1980;
G. V, Occhipinti-Cambria: meta' premio per ciascuna, in "Espresso Sera", 31
dicembre 1976; Mafai Simona, Le siciliane, in AA. VV., Essere donna in
Sicilia, Editori Riuniti, Roma 1976; Marzocchi Umberto, Un documento umano:
una donna di Ragusa, in "Umanita' Nova", 3 ottobre 1957; Mughini Giampiero,
Essere donna a Ragusa nel 1945, in "Paese Sera", 3 gennaio 1977; Nicolosi
Casimiro, Le donne protagoniste al "Brancati-Zafferana", in "La Sicilia", 28
dicembre 1976; Santi Correnti, Donne di Sicilia, Tringale Editore, Catania
1990; Stajano Corrado, Una donna di Ragusa, in "Linus", n.10, ottobre 1976;
Seroni Adriano, Una donna di Ragusa, in "L'Unita'", 17 settembre 1957;
Simonelli Giovanni, Una donna di Ragusa, in "6 gennaio 1945", Ragusa, maggio
1976; Teodori Maria Adele, La pasionaria di Ragusa, in "L'Europeo", 8
novembre 1979; c. Opere storiche d'inquadramento: AA. VV., Rivolta e memoria
storica. Atti del convegno 1945-1995: le sommosse contro il richiamo alle
armi, cinquant'anni dopo, Sicilia Punto L, Ragusa 1995; La Terra Giovanni,
Le sommosse nel ragusano: dicembre 1944 - gennaio 1945, Sicilia Punto L,
Ragusa 1980; Mangiafico Antonio, Gurrieri Pippo, Non si parte! Non si parte!
Le sommosse in Sicilia contro il richiamo alle armi, Sicilia Punto L, Ragusa
1991; Mangiamieli Rosario, La regione in guerra 1943-1950, in Storia
d'Italia. Dall'unita' a oggi: la Sicilia, Einaudi, Torino 1987; Nicolosi
Salvatore, Sicilia contro Italia (il separatismo siciliano), Tringali
Editore, Catania 1981; Nobile Giuseppe, Questi miserabili, S. E. I., Genova
1953; Ragionieri Ernesto, La storia politica e sociale, in Storia d'Italia.
Dall'unita' ad oggi, tomo III, Einaudi, Torino 1976; Romano Giosue' Luciano,
Moti rivoluzionari nel ragusano: dicembre 1944 - gennaio 1945, Sicilia Punto
L, Ragusa 1998. d. Altri saggi letterari: (...) [sono segnalati testi di
riferimento non specifici di Salvatore Battaglia, Italo Calvino, Franco
D'Intino, Danilo Dolci, Marizano Guglielminetti, Carlo Levi, Carlo Salinari,
Manfred Schneider, Leonardo Sciascia, Rocco Scotellaro, Ignazio Silone,
Carlo Varese - ndr]. e. Fonti internet, audio e video: (...) Adele Cambria,
La rivolta dei Non si parte, 17 settembre 2002, Raisat Album 2002; Silvana
Mazzocchi, Le ribelli del Novecento, 22 febbraio 2003, Raisat Album; 16
aprile 2004: Presentazione libro di Ismene Cotensin: Maria Occhipinti e la
rivolta di Ragusa (gennaio 1945). Un percosrso intellettuale, politico e
letterario, Sicilia Punto L, Sala Avis, Ragusa. Relatori: Laura Barone,
Marilena Licitra Occhipinti, Pippo Gurrieri, Ismene Cotensin; 10 luglio
2004: Intervista personale, riportata in appendice [alla tesi di laurea da
cui citiamo - ndr], con Marilena Licitra Occhipinti, Ragusa; 12 novembre
2004: Presentazione del libro postumo di Maria Occhipinti Una donna libera,
Sellerio, Centro Studi "Feliciano Rossitto", Ragusa. Relatori: Salvatore
Assenza, Laura Barone, Marilena Licitra Occhipinti, Pippo Gurrieri, presente
in sala Franco Leggio"]

Povera, combattiva, di sinistra, la giovane ragusana Maria Occhipinti
(1921-1996) non si capacitava che a chiuderla in galera in quel gennaio 1945
fosse la nuova Italia democratica e antifascista. Lei figlia di un muratore
e di una cucitrice, costretta a lasciare la scuola a dispetto dell'amore per
i libri, lei con la sua storia di sofferenze e riscatto, dall'infanzia
difficile alla guerra, da una gravidanza di stenti alla morte della bimba
appena nata, dalla ripresa degli studi all'approdo al comunismo, alle grandi
speranze all'arrivo degli americani, alle lotte contro il carovita. Quasi un
prototipo di biografia militante da portare a esempio - ma solo fino
all'inverno '44-'45, quando il governo Bonomi emana i bandi di leva per un
contingente da affiancare alle truppe alleate: al nord partigiano si addice
il volontariato, al sud toccano le cartoline rosa. Di fronte alla renitenza
generalizzata in tutto il centro-sud e nelle isole, si passa ai
rastrellamenti casa per casa e alle retate, e ne nascono scontri
violentissimi con migliaia di arresti, decine di morti e feriti. E' la
rivolta chiamata dei "non si parte", che cambia segno alla vita di Maria.
Sulla provinciale di Ragusa il 4 gennaio 1945 avanzava un camion carico di
ragazzi catturati nel popolare quartiere "Russia"; e tra la piccola folla di
donne disperate c'era lei, incinta di cinque mesi, che quattro anni prima
aveva visto partire il marito e ora, decisa a non sopportare piu' che lo
stato si impadronisca dei giovani, si stende davanti alle ruote, dando il
via alla fuga dei rastrellati. Comincia cosi' la breve epopea della citta',
e comincia la repressione giudiziaria. Identificata come leader, Maria e'
portata al confino a Ustica, dove partorisce la sua seconda bambina e
rischia di perderla per mancanza di cure, poi al carcere di Palermo. Quando
esce per amnistia, il 7 dicembre 1946, scopre che il marito l'ha
abbandonata, peregrina per molte citta', in Svizzera incontra un mondo
diverso, che le sembra piu' adulto, piu' rispettoso ed equilibrato nei
rapporti uomo/donna e che le fa apparire gli uomini siciliani "piccini,
quasi balbettanti". Resta fuori d'Italia per molti anni, mentre sulla lotta
dei "non si parte" c'e' un generale silenzio.
All'estero lavora duramente, ma trova il tempo di scrivere Una donna di
Ragusa, meta' autobiografia meta' cronaca della rivolta. Racconta i
protagonisti, studenti, donne, contadini, reduci da tutti i fronti, molti
socialisti e comunisti. Spiega che semplicemente nessuno voleva piu' saperne
di fare la guerra, tanto meno per Vittorio Emanule e Badoglio; che nessuno
credeva piu' sulla parola a chi prometteva un esercito diverso, epurato
dalle vecchie ingiustizie e gerarchie. Mostra quanto abbiano avuto torto le
forze politiche, compreso il suo partito di riferimento, il Pci, che hanno
liquidato la rivolta come frutto di manovre separatiste o di un rigurgito
fascista.
La calda simpatia di alcuni intellettuali, in primo luogo di Enzo Forcella,
non basta a creare consenso intorno a un testo scomodo e a una figura come
Maria, antifascista che disobbedisce agli ordini dell'antifascismo,
comunista dal cuore anarchico. Una donna di Ragusa resta a lungo un libro
per pochi , mentre nell'autrice si vede soprattutto l'erede delle donne di
ancien regime tante volte insorte a difesa degli interessi della comunita'.
in parte e' cosi'. Ma Maria e' anche una moderna ribelle che fa un gesto
imprevisto: molto prima che nascano l'interesse per la storia "dal basso" e
il mito della spontaneita' popolare, rivendica per se' il diritto di parola
e di giudizio disconoscendo a politici e specialisti il monopolio
dell'interpretazione. Dal suo racconto esce male la nuova Italia,
nordcentrica, sprezzante verso il sud, incapace di riconoscere le proprie
aporie e incline a vedere in ogni lotta "irregolare" un anacronismo o un
complotto; ne esce esaltata l'iniziativa personale, senza capi ne'
organizzazione. Ancora oggi, che abbiamo imparato a distinguere i diversi
dopoguerra e le diverse reazioni popolari, della difficilmente catalogabile
eroina di Ragusa nei convegni sulla Resistenza spesso ci si dimentica di
parlare.

11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

12. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 917 del 19 agosto 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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