Minime. 888



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 888 del 21 luglio 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini: Che fare
2. Appello urgente al Presidente del Senato della Repubblica ed al
Presidente della Camera dei Deputati
3. Vittorio Pallotti e Fiorella Manzini: Ai Presidenti delle Camere
4. Enrico Peyretti: Italia civile
5. Ad Albano Laziale il 22 luglio
6. Appello al Presidente della Repubblica contro il colpo di stato razzista
7. Appello degli intellettuali contro il ritorno delle leggi razziali in
Italia
8. Appello dei giuristi contro l'introduzione dei reati di ingresso e
soggiorno illegale dei migranti
9. Appello al Presidente della Repubblica di varie associazioni ed
organizzazioni per i diritti dei bambini
10. Leszek Kolakowski
11. Marinella Correggia: Oro
12. Laura Schettini: La Societa' italiana delle storiche
13. Movimento Nonviolento: Prepariamo bene e per tempo il 2 ottobre 2009,
Giornata mondiale della nonviolenza
14. La "Carta" del Movimento Nonviolento
15. Per saperne di piu'

1. I COMPITI DELL'ORA. PEPPE SINI: CHE FARE

I. Prima ancora che entrino in vigore le illegali misure che introdurrebbero
nella legislazione italiana l'apartheid e legittimerebbero lo squadrismo,
occorre chiedere ai Presidenti di Camera e Senato di dar seguito alla
lettera del Presidente della Repubblica del 15 luglio, lettera che
energicamente chiede che siano cassate le misure razziste e squadriste,
persecutorie ed incostituzionali, anomiche ed eversive, nel "pacchetto
sicurezza" contenute.
*
II. Se e quando quelle misure illegali ed eversive entreranno in vigore,
occorre subito chiedere massivamente alla magistratura di intervenire
affinche' la Corte costituzionale nel piu' breve tempo possibile abroghi le
parti criminali e disumane del "pacchetto sicurezza" incompatibili con la
Costituzione della Repubblica Italiana.
*
III. Dinanzi al tentativo governativo di colpo di stato razzista non si
tratta di esprimere un qualche mero subalterno articolare "dissenso" o una
qualche rassegnata subalterna individuale "disobbedienza".
Si tratta di esercitare tutti, coralmente, il diritto-dovere di resistenza.
Occorre organizzare subito la resistenza nonviolenta, l'insurrezione
nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze, in difesa della
Costituzione e dell'umanita', della legalita' e della verita', contro misure
illegali e criminali.
E' dovere di ogni cittadino italiano, e di ogni persona che in Italia si
trovi, difendere la Repubblica dall'aggressione criminale del governo della
malavita, dall'eversione dall'alto, dal colpo di stato razzista che tenta di
imporre nel nostro paese il regime dell'apartheid, la vergogna
dell'umanita'.
*
IV. Occorre esprimere subito concretamente la massima solidarieta' con le
vittime del razzismo.
*
V. Nessuno sia cosi' sciocco da credere che la maggioranza del popolo
italiano sia consenziente col colpo di stato razzista.
L'immensa maggioranza del popolo italiano, come l'immensa maggioranza
dell'umanita', ha paura ed orrore del razzismo; sa che il razzismo e'
dittatura, e' schiavismo, e' crimine abominevole; sa che il razzismo denega
i diritti umani di tutti gli esseri umani; sa che il razzismo
tendenzialmente, progressivamente, perseguita ogni essere umano che non sia
il Capo, ed esige l'umiliazione, la vessazione, la persecuzione, la
sofferenza ed infine il sacrificio di parti sempre crescenti del genere
umano; sa che il razzismo e' nemico dell'umanita' intera.
Nessuna persona ragionevole puo' essere razzista, poiche' di ogni
ragionevole persona il razzismo e' nemico e persecutore.
Si tratta di chiamare il popolo tutto, le istituzioni democratiche tutte,
alla lotta in difesa della Costituzione, della legalita', dell'umanita'.
Con la forza del diritto, con la forza della legge suprema del nostro paese,
con la forza della democrazia, con la forza dell'ordinamento giuridico, con
la forza della verita', occorre ottenere l'abrogazione delle misure
razziste, occorre ottenere l'abolizione dei campi di concentramento, occorre
ottenere la cessazione delle deportazioni, occorre ottenere la cessazione
dello schiavismo, occorre ottenere la cessazione di ogni complicita' o
tolleranza nei confronti dello squadrismo e dei poteri criminali.
E infine occorre rovesciare i golpisti, e trarli nei tribunali della
Repubblica per i reati gravissimi e infami da essi commessi e tentati.
*
Che viva la Repubblica.
Che viva la Costituzione.
Che sia respinto il colpo di stato.
Vi e' una sola umanita'.
Nessuno si arrenda al razzismo.
Nessuno si rassegni all'apartheid.
La nonviolenza e' in cammino.

2. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO URGENTE AL PRESIDENTE DEL SENATO DELLA
REPUBBLICA ED AL PRESIDENTE DELLA CAMERA DEI DEPUTATI

Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Presidente della Camera dei Deputati
Signori Presidenti dei due rami del Parlamento,
il 15 luglio 2009 il Presidente della Repubblica ha inviato al Presidente
del Consiglio dei Ministri, ai Ministri della Giustizia e dell'Interno ed ai
Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, una
lettera nella quale poneva ed argomentava vari e gravi rilievi critici sulla
legge approvata in via definitiva dal Parlamento col voto del Senato del 2
luglio 2009 recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza",
volgarmente nota come "pacchetto sicurezza".
Dalla lettera del Capo dello Stato si evince la sua autorevole, esplicita,
energica sollecitazione ad una riconsiderazione delle parti di essa che
palesemente confliggono con la Costituzione della Repubblica Italiana, con
le norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e con i
principi della civilta' giuridica.
Condividendo il comune convincimento che parti decisive di quella legge
siano in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, con la
Dichiarazione universale dei diritti umani, e con i piu' basilari valori,
principi e criteri della civilta' umana,
con la presente siamo a richiedere
che la legge nota come "pacchetto sicurezza", recante norme palesemente
incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, sia nuovamente
ed al piu' presto portata all'esame del Parlamento affinche' sia modificata
conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle
norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai
principi della civilta' giuridica.
Distinti saluti,
il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 18 luglio 2009
*
Proponiamo alle lettrici ed ai lettori di:
- scrivere ai Presidenti di Camera e Senato una lettera con questa
richiesta;
- scrivere a tutti i parlamentari antinazisti affinche' sostengano questa
richiesta;
- scrivere a tutti gli enti locali affinche' formulino anch'essi questa
richiesta;
- scrivere a tutti i mass-media affinche' ne diano almeno notizia;
- scrivere a persone di volonta' buona, associazioni democratiche ed
istituzioni fedeli alla Costituzione affinche' si associno alla richiesta.
Per chi volesse scrivere via posta elettronica gli indirizzi e-mail di tutti
i parlamentari (compresi i Presidenti delle Camere) sono cosi' composti:
a) per i deputati: cognome_inizialedelnome at camera.it e per fare un esempio
l'indirizzo di un eventuale on. Mario Rossi sarebbe rossi_m at camera.it
b) per i senatori: cognome_inizialedelnome at posta.senato.it e per fare un
esempio l'indirizzo di un eventuale sen. Mario Rossi sarebbe
rossi_m at posta.senato.it
Ai Presidenti dei due rami del parlamenti si puo' scrivere anche attraverso
i siti di Camera e Senato.

3. UNA SOLA UMANITA'. VITTORIO PALLOTTI E FIORELLA MANZINI: AI PRESIDENTI
DELLE CAMERE

Al Presidente del Senato della Repubblica
al Presidente della Camera dei Deputati
Al Presidente del Consiglio dei Ministri
e per conoscenza al Presidente della Repubblica
La presente per esprimere la nostra piena concordanza con l'invito rivolto
dal Presidente della repubblica a Parlamento e Governo di rivedere la legge
sul cosiddetto "pacchetto sicurezza" relativamente ai suoi contenuti di piu'
evidente incostituzionalita' e disumanita'.
Chiediamo pertanto alle signorie loro, cui la lettera in oggetto e' stata
inviata, di prendere in seria considerazione la richiesta del Presidente
della Repubblica e di permettere che la legge venga quanto prima ridiscussa
in Parlamento: anche alla luce di quanto espresso in merito nelle piu' alte
e qualificate sedi internazionali dell'Onu e della Comunita' Europea.
In fede,
Vittorio Pallotti, Fiorella Manzini
Bologna

4. UNA SOLA UMANITA'. ENRICO PEYRETTI: ITALIA CIVILE

Sottoscrivo di tutto cuore, con grande calore e preoccupazione per l'Italia
civile, l'appello urgente al Presidente del Senato della Repubblica ed al
Presidente della Camera dei Deputati.
Enrico Peyretti
Torino

5. INCONTRI. AD ALBANO LAZIALE IL 22 LUGLIO
[Dagli amici di "Chiama l'Africa" (per contatti: info at chiamafrica.it)
riceviamo e diffondiamo]

Incontro pubblico "Non possiamo tacere"
Mercoledi' 22 luglio 2009, ore 19, ad Albano Laziale, piazza San Pietro.
Organizzano: Associazione Teresio Olivelli, Movimento Internazionale della
Riconciliazione, Associazione Chiama l'Africa.
Aderiscono: Cipsi (Coordinamento di iniziative di solidarieta'
internazionale), rivista "Solidarieta' internazionale", Pax Christi Roma,
Giuristi Democratici Roma, Circolo Ilaria Alpi Albano, "Associazione
Ottantanove" - casafamiglia Ciampetto, associazione "La Vita Nova" -Bottega
del Commercio Equo e Solidale di Ciampino, Gruppo di Acquisto Solidale
"BotteGas - Gas Ciampetto".
Non possiamo tacere
Nonostante tutti gli appelli alla ragionevolezza, la maggioranza blindata
del Senato italiano ha approvato in via definitiva, lo scorso 2 luglio, il
cosiddetto decreto sicurezza (ddl 773-B) del Governo che contiene alcune
norme contrarie ad ogni regola di equita' e di umanita'.
La "necessaria cattiveria" reclamata da certi ministri e il silenzio di
molti diventano aggressione contro i diritti di uomini, donne e bambini
venuti nel nostro Paese in fuga da fame, guerre, carestie, in attesa di un
permesso di soggiorno.
Non basta un comunicato stampa o un timido e timoroso dissenso verso una
macchina pubblicitaria capace di seppellire ogni appello alla giustizia che
fonda la nostra convivenza civile e pacifica.
Occorre condividere pubblicamente, come afferma Pax Christi, l'obiezione
contro "la deriva autoritaria e totalitaria basata sulla logica dello
straniero-nemico che nasconde i veri pericoli della criminalita'
organizzata, della corruzione economica e politica, del degrado etico e che
alimenta la paura, eccita gli animi al peggio, diffonde modelli di violenza
e prepara mali piu' grandi".
"Quello che si sta  innescando", dichiara il Mir, "e' l'insicurezza del
nostro futuro e della pace della nostra societa'. I conflitti non gestiti
oggi sono destinati a diventare esplosioni di violenza domani; un diritto
negato e' l'innesco di desiderio di cieca rivalsa".
E questo non accade solo in alto mare quando si respingono verso campi lager
coloro che chiedono aiuto o in qualche sala d'ospedale dove una madre
"clandestina" non potra' riconoscere il proprio figlio, ma dentro il vissuto
delle nostre citta' dove nelle periferie si lascia che la precarieta'
economica ed abitativa che si abbatte su tutti diventi il detonatore di ogni
conflitto tra esclusi.
Terminato lo show del G8, credevamo che il Presidente della Repubblica
Napolitano difendesse la Costituzione non firmando questa legge pericolosa,
immorale ed inefficace. Cosi' non e' avvenuto, pur con tutte le serie
"perplessita' e preoccupazioni" espresse in una lettera inviata a
Berlusconi, al suo ministro della Giustizia e ai presidenti di Camera e
Senato.
Diventa pertanto urgente e necessario esprimere in maniera pubblica un
dissenso e una obiezione di coscienza che faccia appello ad una societa',
che per quanto distratta o rassegnata, non puo' riconoscersi in queste norme
che ledono profondamente le ragioni del diritto e della convivenza.

6. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CONTRO IL COLPO
DI STATO RAZZISTA

Il colpo di stato razzista compiuto dal governo Berlusconi con la
complicita' di una asservita maggioranza parlamentare puo' e deve essere
respinto.
E' nei poteri del Presidente della Repubblica rifiutare di avallare
l'introduzione nel corpus legislativo di misure palesemente in contrasto con
la Costituzione della Repubblica Italiana, palesemente criminali e
criminogene, palesemente razziste ed incompatibili con l'ordinamento
giuridico della Repubblica.
Al Presidente della Repubblica in prima istanza facciamo ora appello
affinche' non ratifichi un deliberato illegale ed eversivo che viola i
fondamenti stessi dello stato di diritto e della civilta' giuridica, che
viola i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana.
Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 2 luglio 2009

7. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEGLI INTELLETTUALI CONTRO IL RITORNO DELLE
LEGGI RAZZIALI IN ITALIA

Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una
straordinaria influenza sulla intera societa' europea, dal Rinascimento
italiano al fascismo.
Non sempre sono state pero' conosciute in tempo.
In questo momento c'e' una grande attenzione sui giornali europei per alcuni
aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, pero', un
dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l'attenzione dell'opinione
pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni
passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si
riuscira' ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell'Europa e di far
arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero.
Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al
Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l'adozione di norme
discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si
vedevano dai tempi delle leggi razziali.
E' stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non piu' gli
ebrei bensi' la popolazione degli immigrati "irregolari", che conta
centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti
previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti.
Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalita', l'esercizio di
un diritto fondamentale quale e' quello di contrarre matrimonio senza
vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene
sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani.
Con una norma ancora piu' lesiva della dignita' e della stessa qualita'
umana, e' stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in
condizioni di irregolarita' amministrativa, di riconoscere i figli da loro
stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una
maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere "irregolari"
diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri
e messi nelle mani dello Stato.
Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi
razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei
loro figli, ne' le costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro
bambini da parte dello Stato.
Non ci rivolgeremmo all'opinione pubblica europea se la gravita' di queste
misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse
una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune
umanita'. L'Europa non puo' ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori
regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi
internazionali e i principi garantisti e di civilta' giuridica su cui si
basa la stessa costruzione politica europea.
E' interesse e onore di tutti noi europei che cio' non accada.
La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che
viene dall'Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa.
A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la
propria opposizione.
Roma, 29 giugno 2009
Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame,
Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio

8. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEI GIURISTI CONTRO L'INTRODUZIONE DEI REATI
DI INGRESSO E SOGGIORNO ILLEGALE DEI MIGRANTI

Il disegno di legge n. 733-B attualmente all'esame del Senato prevede varie
innovazioni che suscitano rilievi critici.
In particolare, riteniamo necessario richiamare l'attenzione della
discussione pubblica sulla norma che punisce a titolo di reato l'ingresso e
il soggiorno illegale dello straniero nel territorio dello Stato, una norma
che, a nostro avviso, oltre ad esasperare la preoccupante tendenza all'uso
simbolico della sanzione penale, criminalizza mere condizioni personali e
presenta molteplici profili di illegittimita' costituzionale.
La norma e', anzitutto, priva di fondamento giustificativo, poiche' la sua
sfera applicativa e' destinata a sovrapporsi integralmente a quella
dell'espulsione quale misura amministrativa, il che mette in luce l'assoluta
irragionevolezza della nuova figura di reato; inoltre, il ruolo di extrema
ratio che deve rivestire la sanzione penale impone che essa sia utilizzata,
nel rispetto del principio di proporzionalita', solo in mancanza di altri
strumenti idonei al raggiungimento dello scopo.
Ne' un fondamento giustificativo del nuovo reato puo' essere individuato
sulla base di una presunta pericolosita' sociale della condizione del
migrante irregolare: la Corte Costituzionale (sent. 78 del 2007) ha infatti
gia' escluso che la condizione di mera irregolarita' dello straniero sia
sintomatica di una pericolosita' sociale dello stesso, sicche' la
criminalizzazione di tale condizione stabilita dal disegno di legge si
rivela anche su questo terreno priva di fondamento giustificativo.
L'ingresso o la presenza illegale del singolo straniero dunque non
rappresentano, di per se', fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale,
ma sono l'espressione di una condizione individuale, la condizione di
migrante: la relativa incriminazione, pertanto, assume un connotato
discriminatorio ratione subiecti contrastante non solo con il principio di
eguaglianza, ma con la fondamentale garanzia costituzionale in materia
penale, in base alla quale si puo' essere puniti solo per fatti materiali.
L'introduzione del reato in esame, inoltre, produrrebbe una crescita abnorme
di ineffettivita' del sistema penale, gravato di centinaia di migliaia di
ulteriori processi privi di reale utilita' sociale e condannato per cio'
alla paralisi. Ne' questo effetto sarebbe scongiurato dalla attribuzione
della relativa cognizione al giudice di pace (con alterazione degli attuali
criteri di ripartizione della competenza tra magistratura professionale e
magistratura onoraria e snaturamento della fisionomia di quest'ultima): da
un lato perche' la paralisi non e' meno grave se investe il settore di
giurisdizione del giudice di pace, dall'altro per le ricadute sul sistema
complessivo delle impugnazioni, gia' in grave sofferenza.
Rientra certo tra i compiti delle istituzioni pubbliche "regolare la materia
dell'immigrazione, in correlazione ai molteplici interessi pubblici da essa
coinvolti ed ai gravi problemi connessi a flussi migratori incontrollati"
(Corte Cost., sent. n. 5 del 2004), ma nell'adempimento di tali compiti il
legislatore deve attenersi alla rigorosa osservanza dei principi
fondamentali del sistema penale e, ferma restando la sfera di
discrezionalita' che gli compete, deve orientare la sua azione a canoni di
razionalita' finalistica.
"Gli squilibri e le forti tensioni che caratterizzano le societa' piu'
avanzate producono condizioni di estrema emarginazione, si' che (...) non si
puo' non cogliere con preoccupata inquietudine l'affiorare di tendenze, o
anche soltanto tentazioni, volte a 'nascondere' la miseria e a considerare
le persone in condizioni di poverta' come pericolose e colpevoli". Le parole
con le quali la Corte Costituzionale dichiaro' l'illegittimita' del reato di
"mendicita'" di cui all'art. 670, comma 1, cod. pen. (sent. n. 519 del 1995)
offrono ancora oggi una guida per affrontare questioni come quella
dell'immigrazione con strumenti adeguati allo loro straordinaria
complessita' e rispettosi delle garanzie fondamentali riconosciute dalla
Costituzione a tutte le persone.
25 giugno 2009
Angelo Caputo, Domenico Ciruzzi, Oreste Dominioni, Massimo Donini, Luciano
Eusebi, Giovanni Fiandaca, Luigi Ferrajoli, Gabrio Forti, Roberto Lamacchia,
Sandro Margara, Guido Neppi Modona, Paolo Morozzo della Rocca, Valerio
Onida, Elena Paciotti, Giovanni Palombarini, Livio Pepino, Carlo Renoldi,
Stefano Rodota', Arturo Salerni, Armando Spataro, Lorenzo Trucco, Gustavo
Zagrebelsky

9. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI VARIE
ASSOCIAZIONI ED ORGANIZZAZIONI PER I DIRITTI DEI BAMBINI

Torino, 14 luglio 2009
Egregio signor Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,
con la presente lettera desideriamo manifestarLe la nostra profonda
preoccupazione rispetto alle conseguenze che il Ddl 733 "Disposizioni in
materia di sicurezza pubblica", approvato al Senato in via definitiva il 2
luglio u. s., avra' sulla vita delle famiglie e dei bambini e dei ragazzi di
origine straniera che vivono in Italia.
Le nostre associazioni e organizzazioni, impegnate quotidianamente per la
tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, non possono che
esprimere il loro profondo disaccordo per una legge che prevede norme che
riteniamo non conformi con alcuni fondamentali diritti sanciti dalla
Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia e
dell'adolescenza che l'Italia si e' impegnata a rispettare.
A nostro avviso, saranno molto gravi gli effetti del previsto reato di
clandestinita' che spingera', di fatto, la popolazione straniera, oggetto
del provvedimento, a non avere alcun contatto con le istituzioni ne' con
alcun tipo di servizio pubblico, relegando alla marginalita' non solo gli
adulti ma anche i loro figli, rendendo la loro presenza assolutamente
invisibile con conseguenze sociali gravi e difficilmente prevedibili.
La conseguente esclusione dai servizi scolastici e sociali cosi' come dalle
prestazioni sanitarie, per il timore di un genitore di essere segnalato
all'autorita', viola diritti fondamentali dei bambini e dei ragazzi quali il
diritto all'istruzione e alle cure sanitarie. Mentre e' obbligo dello
Stato - uno Stato responsabile di fronte ai propri doveri - riconoscere a
tutti i minorenni pari trattamento senza alcuna discriminazione.
Serissime saranno altresi' le conseguenze della mancata registrazione alla
nascita dei nati da genitori "irregolari", in aperta violazione del diritto
fondamentale ad un nome, previsto dalla Convenzione, nonche' notevoli gli
ostacoli che i minori stranieri non accompagnati arrivati da adolescenti in
Italia incontreranno al compimento della maggiore eta', non potendo di fatto
regolarizzare la loro permanenza nel nostro Paese.
Quanto sopra indicato rappresenta solo alcune delle gravi situazioni che
dovranno affrontare, per il semplice fatto di non essere italiani, i
minorenni di origine straniera in conseguenza dell'attuazione di queste
norme previste a tutela della sicurezza pubblica.
Il perseguimento della sicurezza, motivo e oggetto della legge, e' di
fondamentale importanza per la crescita e lo sviluppo dei bambini e degli
adolescenti e soprattutto per essi deve essere strumento di garanzia ai fini
dell'esercizio di tutti i diritti che la Convenzione riconosce loro. Occorre
pero' riflettere sull'accezione del termine: sicurezza, per chi lavora per i
diritti, significa sicurezza sociale, ottenuta attraverso politiche
inclusive e la promozione di una cultura dei diritti umani.
Certi del Suo impegno a favore dei diritti umani, ci appelliamo a Lei
affinche' siano adeguatamente valutati i profili di legittimita' della nuova
normativa e di conformita' alle norme internazionali nonche' i gravi effetti
negativi che si produrrebbero sulle famiglie e sui minori di origine
straniera presenti in Italia.
Associazioni e Organizzazioni che aderiscono:
Ai.Bi. - Associazione Amici dei Bambini
Aimmf - Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la
famiglia
Alisei, Societa' Cooperativa Sociale
Anfaa - Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie
Arciragazzi nazionale
Asgi - Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione
Associazione Antigone onlus
Associazione Culturale Pediatri
Associazione Ibfan Italia Onlus
Associazione Nessun luogo e' lontano
Associazione Progetto Diritti
Batya - Associazione per l'accoglienza, l'affidamento e l'adozione onlus
Cgil
Ciai - Centro Italiano Aiuti all'Infanzia
Cidis Onlus - Centro di Informazione, Documentazione ed Iniziativa per lo
Sviluppo
Cnca - Coordinamento nazionale comunita' di accoglienza
Coordinamento Italiano per il Diritto degli Stranieri a Vivere in Famiglia
onlus
Commissione Minori dell'Associazione Nazionale Magistrati
Defence for Children International Italia
Fondazione Terre des hommes Italia onlus
Ifs - Istituto Fernando Santi
La Gabbianella Coordinamento per il Sostegno a distanza onlus
Legambiente
Mais - Movimento per l'autosviluppo, l'interscambio e la solidarieta'
Save the Children Italia
Servizio Legale Immigrati onlus
Sos Villaggi dei Bambini onlus
Vis - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo

10. LUTTI. LESZEK KOLAKOWSKI

La scomparsa di Leszek Kolakowski e' un grande dolore.
Quante cose abbiamo imparato dalle sue opere fin dalla nostra lontana
gioventu'.
E questa sopra ogni altra: difendila tu, difendila sempre, la dignita' umana
di ogni essere umano.

11. MONDO. MARINELLA CORREGGIA: ORO
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 17 luglio 2009 col titolo "Oro violento
in Colombia"]

A che serve estrarre ancora altro oro dalla Terra? Si va sul sicuro
rispondendo: a rovinare popoli e territori. Ecco un altro caso. Il teatro e'
la Cordillera Central, la catena montuosa della Colombia, dove agricoltori,
attivisti e autorita' ambientali locali sono mobilitati contro i piani per
un'ennesima miniera aurifera in zona protetta. Ne riferisce un reportage di
Tierramerica, il progetto di informazione dell'agenzia stampa
internazionalista "Inter Press Service".
Un movimento costituito da 25 organizzazioni, locali, nazionali,
internazionali chiede al governo di sospendere le attivita' di prospezione
del gigante minerario sudafricano AngloGold Ashanti. Che aspetta
l'autorizzazione per concludere le ricerche su un deposito situato nel
municipio di Cajamarca, dipartimento di Tolima, all'interno della Riserva
della Foresta centrale. Una legge del 1959 demarco' la riserva per
proteggere una striscia di 1,5 milioni di ettari. Un'area importante per le
sue risorse idriche con il bacino del fiume Coello e acque annesse, e per
gli ecosistemi: altipiani, foreste fitte e aree boschive produttive. La zona
e' vissuta da 25.000 persone, in gran parte piccoli agricoltori e lavoratori
rurali.
Negli anni scorsi la AngloGold Ashanti ha ottenuto dal Ministero
dell'energia e delle miniere il permesso di esplorare decine di aree. Scava
che ti scava (fino a 700 metri) in oltre settanta punti, nel 2006 la
compagnia trova il suo Eldorado, la vena abbondante. Nel dicembre 2007
annuncia che il sito La Colosa diventera' una delle dieci miniere d'oro piu'
grandi del mondo. Nel febbraio 2008 Carmen Bonilla, direttrice della
principale autorita' ambientale dell'area, la Cortolima (Agenzia regionale
autonoma di Tolima) richiede al Ministero dell'ambiente, habitat e sviluppo
di congelare il progetto minerario (il Ministero deve dare il permesso per
ogni attivita' economica in area protetta). La compagnia non aveva nemmeno
chiesto il permesso. Quindi la richiesta della direttrice Bonilla viene
accettata e i lavori sospesi. Ma nel maggio dello stesso anno la compagnia
formalizza la richiesta di operare su 515 ettari per determinare la
sostenibilita' economica e ambientale del progetto; il Ministero autorizza,
ma solo su 6,4 ettari.
Gli agricoltori temono ripercussioni sulle colture e gli ambientalisti che
si preoccupano della devastazione in un'area forestale hanno dalla loro
organizzazioni cattoliche, giuristi di vari partiti, magistrati. Si
sottolinea che l'oro e' poco concentrato nella roccia, il che richiedera'
movimentazioni di enormi volumi, con la famigerata lavorazione a base di
cianuro. Secondo alcune stime, per separare l'oro dalla roccia occorrera'
prelevare (e inquinare) un metro cubo di acqua per tonnellata di roccia al
secondo. Poiche' si parla di 20-30 milioni di tonnellate di tonnellate di
roccia lavorate in un anno, e si prevede che la miniera possa avere una
durata di 15-25 anni, gli ambientalisti sostengono che quel livello di
consumo esaurira' le riserve idriche che alimentano cinque acquedotti
municipali e 400 km di canali di irrigazione che alimentano colture nella
parte meridionale del dipartimento. E in cambio di questa rovina? Bene, la
Gold Ashanti sta pitturando le case della zona e organizzando festival
musicali.
Le autorita' dovranno decidere al piu' presto se cancellare i permessi di
esplorazione o accordarli cambiando lo status della foresta protetta. Gli
attivisti non sarebbero sorpresi se alla fine il governo scegliesse la
seconda strada, vista "l'influenza della AngloGold Ashanti in un paese
corrotto come la Colombia".

12. RICERCA. LAURA SCHETTINI: LA SOCIETA' ITALIANA DELLE STORICHE
[Dal sito del quotidiano "Terra" col titolo "Il Belpaese che pensa al
femminile" e il sommario "La Societa' italiana delle storiche compie 20
anni. Circa trecento tra accademiche, insegnanti e appassionate della
materia di ogni eta' s'interrogano sul futuro del ruolo delle donne nel
Paese"]

La Societa' italiana delle storiche ha compiuto vent'anni. L'associazione ha
dietro di se' una storia intensa e altalenante, sempre attraversata
dall'ambizione di "valorizzare l'esperienza e la soggettivita' femminile" e
la ricerca storica condotta dalle donne, come recita lo statuto. Una storia
fatta degli anni appassionati della fondazione, sulla scia del movimento
delle donne, ma anche di momenti di confronto acceso tra le socie sulle
strade da prendere.
Due decenni, ad ogni modo, lungo i quali le iniziative per diffondere la
storia delle donne nella societa' si sono affastellate l'una dopo l'altra:
dalla pubblicazione per dieci anni della newsletter "Agenda" (fino al 1999)
alla nascita della rivista semestrale "Genesis" nel 2002; dai convegni che
ogni tre anni fanno il punto sulle nuove ricerche e sui principali
orientamenti storiografici, alla scuola estiva che raccoglie studentesse,
insegnanti, appassionate di storia per cinque giorni tra agosto e settembre;
dal premio per tesi di laurea e di dottorato intitolato a Franca Pieroni
Bortolotti ai numerosi convegni e seminari organizzati in tutta Italia
durante il corso dell'anno.
Ultima delle iniziative quella del giugno scorso, quando la Sis si e'
riunita per parlare del futuro dell'associazione e del modo in cui essa puo'
essere efficace in un'epoca di grandi trasformazioni sociali e di generale
crisi della politica. Nell'incontro si e' discusso della presenza sulla
scena pubblica e dimensione politica della Sis; dello stato della ricerca in
Italia e dei modi possibili per accedere a nuove risorse e finanziamenti;
del rapporto tra generazioni all'interno della Societa' e di quello con le
altre associazioni di storici presenti in Italia, dell'intervento nella
scuola e nella didattica, dell'attualita' o meno della scelta separatista
fatta al suo nascere dall'associazione.
E' doveroso sottolineare che nonostante il lavoro ventennale della Sis nel
nostro Paese si registra ancora oggi un notevole ritardo rispetto al "farsi
istituzione" degli studi di genere: all'interno delle universita', ad
esempio, sono del tutto assenti i dipartimenti di women's studies e
decisamente scarsi gli insegnamenti a essi dedicati; per non parlare ancora
una volta del famigerato "tetto di cristallo", vale a dire il limite
invisibile-informale oltre cui le donne non riescono a fare carriera e a
guadagnare posti di responsabilita' e decisionali (una cifra tra tante? le
donne rettore in Italia sono il 3,2 per cento).
In tempi in cui la vita delle donne si fa particolarmente difficile (perche'
sono le prime a essere sacrificate sull'altare della crisi occupazionale,
perche' la violenza nei loro confronti non tende a diminuire, perche' sul
loro corpo si giocano le campagne securitarie...), la Sis si domanda che
ruolo pubblico vuole avere. Come pensa di intervenire nella societa',
all'interno delle universita', nelle scuole, nell'annosa questione del
precariato. La Societa' delle storiche oggi conta circa trecento socie, di
professione, eta' e provenienza differenti.
Non solo accademiche, dunque, ma anche insegnanti, appassionate della
materia, studentesse. Al contrario delle altre associazioni che riuniscono
studiosi di storia nel nostro Paese, poi, la Sis e' l'unica a non essere
ancorata esclusivamente al mondo universitario e ad aver voluto, sin dal suo
nascere, promuovere iniziative con gli enti locali, con altre esperienze di
donne, con le scuole. Molti i compiti che la Sis si e' data nel corso della
celebrazione del suo ventennale, per assolvere ai quali nasceranno apposite
commissioni di lavoro.
Innanzitutto, anche a fronte dei nuovi profili richiesti dal mercato del
lavoro intellettuale, sono state in molte ad auspicare una maggiore apertura
delle storiche italiane alle reti di ricerca internazionali, con la
partecipazione a progetti comunitari e prestando anche un occhio di riguardo
ai fermenti che muovono le universita' dell'Est Europa. Non di meno,
l'acuirsi del precariato e i tagli dei finanziamenti all'universita', hanno
spinto molte socie tra i trenta e i quarant'anni a chiedere alla Societa' di
farsi piu' attiva nella ricerca di fondi e nella costruzione di progetti di
ricerca e iniziative culturali che possano essere occasione di lavoro per le
non strutturate.
Proprio per il persistere di una situazione critica per la liberta'
femminile, e' stato definito urgente intervenire pubblicamente nel dibattito
politico attuale, che dalle campagne sulla sicurezza agli scandali dei
"festini" e delle "veline", ancora una volta riproduce l'antico rituale di
usare le donne e il loro corpo per ridefinire gli equilibri di potere
all'interno della societa'.
Infine tre le iniziative dei prossimi mesi. La Scuola estiva, che quest'anno
porta il titolo "Secondo natura. Contro natura. Corpi contesi tra sfera
pubblica e relazioni di genere" e si svolgera' dal 30 agosto al 3 settembre
al Centro studi nazionale Cisl (Firenze). Si prosegue il 12 e 13 novembre
all'Universita' di Roma Tre con il convegno "Una nuova storia politica? Il
genere nella ricerca". E dal 28 al 30 gennaio 2010, a Napoli, e' il turno
del V Congresso nazionale della Sis, l'occasione migliore per immergersi
nella storia delle donne, dalle nuove ricerche ai dibattiti storiografici
piu' attuali.

13. INIZIATIVE. MOVIMENTO NONVIOLENTO: PREPARIAMO BENE E PER TEMPO IL 2
OTTOBRE 2009, GIORNATA MONDIALE DELLA NONVIOLENZA
[Dal Movimento Nonviolento (per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel.
0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito:
www.nonviolenti.org) riceviamo e diffondiamo]

Per il prossimo 2 ottobre (anniversario della nascita di Gandhi e Giornata
mondiale della nonviolenza proclamata dall'assemblea generale della Nazioni
Unite), il Movimento Nonviolento promuove una giornata di iniziativa comune.
Proponiamo a tutti gli iscritti, ai simpatizzanti, ai singoli amici della
nonviolenza, ai gruppi e ai centri del Movimento, di organizzare nella
propria citta' o nel proprio paese, un'iniziativa pubblica, comunicandola
alla stampa locale: una presenza in piazza, un banchetto, l'esposizione
della bandiera della nonviolenza, una conferenza, la distribuzione di un
volantino... insomma, una presenza, anche modesta ma visibile, che in quel
giorno colleghi idealmente tutte le realta' del Movimento Nonviolento a
livello nazionale.
Per l'occasione e' in preparazione un numero speciale di "Azione
nonviolenta" (il numero doppio di agosto-settembre) che sara' interamente
dedicato all'attualita' dell'azione e del pensiero gandhiano (titolo
provvisorio: Sulle orme di Gandhi. Quest'anno ricorre il centenario del 1909
che e' un anno fondamentale nell'esperienza di Gandhi: incarcerato in
Sudafrica perche' rifiuta i documenti di identificazione; poi in Inghilterra
dove si scontra con i terroristi indu'; e' anche l'anno nel quale traduce
"Lettera a un indu'" di Tolstoj ed e' in corrispondenza con lui; e' l’anno
in cui, in India, lancia il boicottaggio delle merci inglesi).
Vi invitiamo fin d'ora a prenotare copie di questo numero speciale, come
strumento utile da diffondere nelle varie realta' il 2 ottobre. I membri del
comitato di coordinamento nazionale del Movimento Nonviolento sono anche
disponibili a partecipare alle presentazioni pubbliche del numero speciale
di "Azione nonviolenta" che saranno organizzate nella varie citta'.
Sollecitiamo, quindi, a prendere contatto, da subito, con la sede nazionale
del Movimento Nonviolento per organizzare in ogni realta' locale
l'iniziativa del 2 ottobre, e a comunicarla (per telefono, lettera
tradizionale, e-mail), ordinando le copie di "Azione nonviolenta" che vi
saranno spedite immediatamente. La riuscita di questo evento, molto
significativo per la nonviolenza e per il Movimento Nonviolento (e' un
impegno che ci siamo assunti nel nostro Congresso), dipende esclusivamente
da quello che ciascuno di noi sapra' mettere in campo. Ad ognuno di fare
qualcosa.
Il comitato di coordinamento del Movimento Nonviolento
via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail:
azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org

14. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

15. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 888 del 21 luglio 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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