Minime. 883



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 883 del 16 luglio 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. La capitolazione, la resistenza
2. Il comunicato ufficiale del Quirinale
3. Un ringraziamento a chi si oppone al razzismo
4. Anna Puglisi e Umberto Santino: Sottoscriviamo l'appello
5. Clara Adimari: Al Presidente della Repubblica
6. Vittorio Agnoletto: Al Presidente della Repubblica
7. Gabriella Butera: Al Presidente della Repubblica
8. Gabriele De Veris: Al Presidente della Repubblica
9. Franca Di Lecce: Sorelle, fratelli
10. Luciano Dottarelli: Al Presidente della Repubblica
11. Marina Leopizzi: Al Presidente della Repubblica
12. Pierluigi Ontanetti: Al Presidente della Repubblica
13. Martino Ruppi: Al Presidente della Repubblica
14. Servizio Rifugiati e Migranti della Federazione delle Chiese Evangeliche
in Italia: Al Presidente della Repubblica
15. Mary Silva Remonato: Al Presidente della Repubblica
16. Bianca Verri: in biblioteca nessuno e' straniero
17. Appello al Presidente della Repubblica contro il colpo di stato razzista
18. Appello degli intellettuali contro il ritorno delle leggi razziali in
Italia
19. Appello dei giuristi contro l'introduzione dei reati di ingresso e
soggiorno illegale dei migranti
20. Appello al Presidente della Repubblica di varie associazioni ed
organizzazioni per i diritti dei bambini
21. La "Carta" del Movimento Nonviolento
22. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. LA CAPITOLAZIONE, LA RESISTENZA

Ieri il Quirinale ha diffuso la notizia che il Presidente della Repubblica
ha promulgato le misure razziste del cosiddetto "pacchetto sicurezza".
Dal comunicato del Quirinale si evince come lo stesso Capo dello Stato si
renda conto che quelle misure sono incostituzionali (nel linguaggio paludato
del comunicato: "specifiche disposizioni di dubbia coerenza con i principi
generali dell'ordinamento e del sistema penale vigente"). Tristissima
dichiarazione, che qui non commenteremo.
In quest'ora di dolore e vergogna, di amarezza e indignazione, vogliamo
ringraziare tutte le persone che in questi mesi e ancora in queste settimane
hanno fatto quanto in loro potere per impedire che il razzismo divenisse
legge dello stato.
In quest'ora di dolore e vergogna, di amarezza e indignazione, vogliamo
confermare che l'altrui capitolazione dinanzi al razzismo e' per noi invece
il segnale che ora deve cominciare e quindi comincia la resistenza
nonviolenta del popolo italiano per abolire il regime dell'apartheid che un
governo anomico e golpista ha voluto imporre al nostro paese.
Che nessuno si arrenda.
Che nessuno si rassegni.
La nonviolenza e' in cammino.
*
Accadde molti anni fa a chi scrive queste righe di coordinare per l'Italia
una campagna di solidarieta' con Nelson Mandela allora detenuto nelle
prigioni del regime razzista sudafricano.
Ricordo chi mi diceva che era un impegno generoso ma inutile, che quel
regime sarebbe durato mill'anni ancora.
Non e' andata cosi' in Sudafrica.
Non andra' cosi' in Italia, non si illudano i razzisti al governo.
Ancora e' nostro quell'antico canto: We shall overcome.

2. DOCUMENTAZIONE. IL COMUNICATO UFFICIALE DEL QUIRINALE
[Dal sito della Presidenza della Repubblica (www.quirinale.it) riportiamo il
seguente comunicato ufficiale del 15 luglio 2009]

Il Presidente Napolitano ha promulgato la legge recante "Disposizioni in
materia di pubblica sicurezza"
Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha oggi promulgato la
legge recante "Disposizioni in materia di pubblica sicurezza" ritenendo di
non poter sospendere in modo particolare la entrata in vigore di norme,
ampiamente condivise in sede parlamentare, volte ad assicurare un piu'
efficace contrasto - anche sul piano patrimoniale e delle infiltrazioni nel
sistema economico - delle diverse forme di criminalita' organizzata.
Suscita peraltro perplessita' e preoccupazioni l'insieme del provvedimento
che, ampliatosi in modo rilevante nel corso dell'iter parlamentare, risulta
ad un attento esame contenere numerose norme tra loro eterogenee, non poche
delle quali prive dei necessari requisiti di organicita' e sistematicita';
in particolare si rileva la presenza nel testo di specifiche disposizioni di
dubbia coerenza con i principi generali dell'ordinamento e del sistema
penale vigente.
Su tali criticita' il Presidente Napolitano ha ritenuto pertanto di
richiamare l'attenzione del Presidente del Consiglio e dei Ministri
dell'interno e della giustizia per le iniziative che riterranno di assumere,
anche alla luce dei problemi che puo' comportare l'applicazione del
provvedimento in alcune sue parti.
La lettera, ampiamente argomentata, e' stata inviata, per conoscenza, anche
ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati.
Roma, 15 luglio 2009

3. UNA SOLA UMANITA'. UN RINGRAZIAMENTO A CHI SI OPPONE AL RAZZISMO

Ringraziamo tutte le persone che nei giorni scorsi hanno scritto al
Presidente della Repubblica e che ci hanno inviato lettere e contributi
contro il razzismo.
Pubblichiamo di seguito e pubblicheremo nei prossimi giorni altri interventi
ricevuti che ancora non siamo riusciti ad inserire nel notiziario.
A tutte e tutti un ringraziamento di cuore. La lotta continua.

4. UNA SOLA UMANITA'. ANNA PUGLISI E UMBERTO SANTINO: SOTTOSCRIVIAMO
L'APPELLO

Sottoscriviamo l'appello al Presidente della Repubblica.
Anna Puglisi e Umberto Santino,
Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Palermo

5. UNA SOLA UMANITA'. CLARA ADIMARI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Egregio Presidente della Repubblica
mi unisco ad altri per pregarla affinche', in virtu' del potere attribuitole
dall'art. 74, comma 1, della Costituzione ("Il Presidente della Repubblica,
prima di promulgare la legge, puo' con messaggio motivato alle Camere
chiedere una nuova deliberazione"), non promulghi il testo di legge
deliberato in via definitiva dal Senato il 2 luglio 2009, noto come
"pacchetto sicurezza", in quanto recante norme palesemente incostituzionali
e violatrici di fondamentali diritti umani e aggiungo cristiani, e lo rinvii
alle Camere con messaggio motivato affinche' esso sia modificato
conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle
norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai
principi della civilta' giuridica.
Grazie.
Con stima, certa che prendera' seriamente in considerazione la nostra
richiesta,
dottoressa Clara Adimari
Bologna

6. UNA SOLA UMANITA'. VITTORIO AGNOLETTO: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Caro Presidente Napolitano,
le immagini dei cittadini stranieri respinti in massa verso la Libia, le
proposte di "vagoni riservati" sui mezzi pubblici milanesi, le dichiarazioni
contrarie ad una societa' multietnica espresse dal Presidente del Consiglio
stanno scuotendo vasta parte della popolazione italiana e rischiano di
realizzare una profonda involuzione politica, sociale e culturale del nostro
Paese.
Le scrivo dunque per associarmi modestamente alle migliaia di messaggi
sinceramente preoccupati che le stanno giungendo in queste settimane
affinche', in virtu' del potere attribuitole dall'art. 74, comma 1, della
Costituzione ("Il Presidente della Repubblica, prima di promulgare la legge,
puo' con messaggio motivato alle Camere chiedere una nuova deliberazione"),
non promulghi il testo di legge deliberato in via definitiva dal Senato il 2
luglio 2009, noto come "pacchetto sicurezza", in quanto recante norme
palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti umani, e
lo rinvii alle Camere con messaggio motivato affinche' esso sia modificato
conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, alle
norme di diritto internazionale recepite nel nostro ordinamento e ai
principi della civilta' giuridica.
Cordialmente,
Vittorio Agnoletto,
europarlamentare uscente

7. UNA SOLA UMANITA'. GABRIELLA BUTERA: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Gentile Presidente Napolitano,
sono una cittadina italiana, napoletana, orgogliosa di esserlo, ma
disorientata e preoccupata per la deriva razzista che da un po' di tempo sta
vivendo il nostro paese. Sono anche una credente nel Dio di Gesu' Cristo che
ha annunciato un messaggio di pace e di giustizia, universalmente
riconosciuto, al di la' di ogni credo, di ogni posizione in fatto di fede. E
proprio in quanto cristiana e cittadina non posso tacere ("... per amore di
Sion non tacero'...").
La prego, in virtu' dei poteri che la nostra Carta costituzionale le
conferisce e proprio nel rispetto di essa: non firmi l'iniqua legge che
porta il nome di "pacchetto sicurezza". Dia un segnale di speranza alle
cittadine e ai cittadini italiani che ancora credono nei valori di
solidarieta', progresso, giustizia, accoglienza, legalita', Stato... e che
lavorano onestamente e, spesso duramente, anche con notevoli sacrifici
personali, perche' tali valori vengano preservati e promossi.
Confido nella Sua integrita' morale, nel Suo alto senso dello Stato e della
Costituzione, di cui Lei e' il garante. Confido nei Suoi trascorsi politici
e negli alti ideali che hanno sempre mosso la sua attivita' e confido anche
nella sua piena adesione, perche' affermata e dimostrata concretamente, nei
principi e nei valori espressi dalla Dichiarazione universale dei diritti
umani.
Ci aiuti Lei a riconquistare fiducia nella politica cosi' duramente vilipesa
e offesa da modelli di basso profilo, morale e civile, per poter continuare
a sostenere e a promuovere i principi della democrazia attaverso una
partecipazione attiva e costruttiva.
Questa legge, forse peggiore delle stesse "leggi razziali" di fascista
memoria, portera' molto dolore, parafrasando quanto gia' affermato da
qualche esponente della Chiesa. Sono convinta che solo l'accoglienza,
l'integrazione del diverso, il confronto leale e serio, la solidarieta',
saranno portatori di progresso, di giustizia e dell'idea che un mondo
diverso e' possibile.
Grazie, caro Presidente, per l'attenzione prestata a questo mio scritto.
Gabriella Butera

8. UNA SOLA UMANITA'. GABRIELE DE VERIS: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Signor Presidente,
Le scrivo per chiedere il rispetto dell'articolo 2 della Costituzione - "La
Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come
singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalita', e
richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarieta' politica,
economica e sociale" - che il cosiddetto "pacchetto sicurezza" promosso
dall'attuale Governo renderebbe un'enunciazione priva di valore.
Io credo invece che sia proprio grazie a questo articolo che i cittadini
italiani possano sentire il pieno valore della loro cittadinanza cosi' come
e' definita dai successivi articoli della Costituzione: non una mera
declinazione di norme - o peggio privilegi - bensi' una comunanza di valori
da condividere al cospetto del valori universale dei diritti dell'uomo.
Siamo ormai cittadini e cittadine del mondo.
La paura genera disastri, e le norme del "pacchetto sicurezza" nascono dalla
paura. Non e' di questo che abbiamo bisogno per proteggere i deboli, per
sconfiggere il crimine, per educare alla legalita' e all'impegno per il bene
comune. Chi vuole spegnere il fuoco con il fuoco, ottiene un mucchio di
cenere.
Il nostro Paese ha bisogno di speranza, e del coraggio della democrazia.
Con stima
Gabriele De Veris,
bibliotecario

9. UNA SOLA UMANITA'. FRANCA DI LECCE: SORELLE, FRATELLI

Care sorelle, cari fratelli,
l'approvazione del disegno di legge sulla sicurezza ci preoccupa fortemente
e come Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia ed esecutivi abbiamo
preso diverse posizioni nel corso di questi mesi.
Ma ora la legge e' passata ed e' una legge che mette in pericolo la nostra
democrazia. Ci sono tentativi di distrarre l'attenzione da questo anche
attraverso l'annuncio di regolarizzazioni per pochi.
In questo contesto ci sembra importante rispondere all'appello di fare
qualcosa e che viene da diverse parti della societa' civile, e anche da
alcune nostre comunita', di promuovere un'azione congiunta appellandoci al
Presidente della Repubblica e alla sua umanita' prima che promulghi la
legge.
Gia' a novembre dell'anno scorso avevamo intuito questo e su "Confronti"
avevo scritto che "se il Presidente della Repubblica si rifiutasse di
firmare, nel caso in cui il disegno di legge n. 733 venga definitivamente
approvato in Parlamento, forse potremmo festeggiare con meno imbarazzi il
sessantesimo anniversario della Costituzione italiana e della Dichiarazione
universale dei diritti umani".
L'esperienza ci insegna che azioni piccole e capillari sortiscano spesso un
effetto grande e comunque creano una mobilitazione e una sensibilizzazione
nella societa'.
La nostra societa' e' malata, piu' si restringono i diritti, piu' le
minoranze sono chiamate a farsi carico degli "ultimi", ad affermare i
principi di democrazia.
La tempestivita' e' fondamentale.
Un abbraccio
Franca Di Lecce,
direttrice del Servizio Rifugiati e Migranti della Federazione delle Chiese
Evangeliche in Italia

10. UNA SOLA UMANITA': LUCIANO DOTTARELLI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Egregio Presidente della Repubblica,
aderendo alla campagna promossa dal Centro di ricerca per la pace di
Viterbo, con riferimento al potere attribuitole dall'art. 74, comma 1, della
Costituzione, sono a chiederle:
- di non promulgare il testo di legge deliberato in via definitiva dal
Senato il 2 luglio 2009, noto come "pacchetto sicurezza", in quanto recante
norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti
umani;
- di rinviarlo pertanto alle Camere con messaggio motivato affinche' esso
sia modificato conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica
Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro
ordinamento e ai principi della civilta' giuridica.
Luciano Dottarelli
Bolsena (Viterbo)

11. UNA SOLA UMANITA'. MARINA LEOPIZZI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Caro Presidente Giorgio Napolitano,
riponendo in lei le poche speranze e fiducia rimastemi, condividendo i
numerosi appelli di intellettuali, giuristi, cittadine e cittadini che mi
hanno preceduta, anch'io le chiedo di non promulgare, in virtu' del potere
attribuitole dall'art. 74, comma 1, della Costituzione ("Il Presidente della
Repubblica, prima di promulgare la legge, puo' con messaggio motivato alle
Camere chiedere una nuova deliberazione"), il testo di legge deliberato in
via definitiva dal Senato il 2 luglio 2009, noto come "pacchetto sicurezza",
in quanto recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di
fondamentali diritti umani, e di rinviarlo alle Camere con messaggio
motivato affinche' esso sia modificato conformemente al dettato della
Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale
recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica.
Le misure contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" sono crudelmente
discriminatorie e lesive dei diritti basilari della persona.
Vietare i matrimoni misti, istituto previsto dalle leggi razziali!,
impedisce l'esercizio di un diritto fondamentale quale e' quello di
contrarre matrimonio senza vincoli di etnia o di religione; diritto
fondamentale che in tal modo viene sottratto non solo agli stranieri ma agli
stessi italiani.
Vietare il riconoscimento anagrafico dei figli delle donne immigrate
irregolari e' lampante violazione  dei diritti umani.  Madri che per non
essere scoperte clandestine saranno costrette a nascondere i figli, a non
portarli a scuola o dal medico!
Alcune misure poi sfociano, addirittura, nel ridicolo quando arrivano a
prevedere che lo straniero "illegalmente" in Italia rischia un'ammenda da
5.000 a 10.000 euro!
Perche' non sanzionare invece l'amministrazione pubblica italiana che
impiega anni per rilasciare permessi di soggiorno, richiesti affrontando
costi a volte parecchio onerosi? capita, infatti, che il permesso di
soggiorno viene richiesto in una citta' diversa da quella in cui si risiede
sperando, vanamente a quanto pare, in una maggiore efficienza della
burocrazia soprattutto delle citta' del nord.
Il risultato e' praticamente tenere "in ostaggio" queste persone che,
financo messe in regola, non possono andare nei loro paesi in quanto che,
sprovviste del permesso di soggiorno, non potrebbero ritornare in Italia.
E cosi' le misure in questione passano dal crudele e ridicolo al paradossale
punendo non la lentezza della legge, ma chi chiede di poterla rispettare.
Caro Presidente,
le scrivo da Palermo in una giornata di festa in cui la citta' onora la sua
patrona S. Rosalia, ma in questa citta', per le conosciute ragione in cui
versa, non c'e' niente da festeggiare e cosi' sempre piu' spesso mi ritrovo,
dopo intense e pesanti giornate lavorative, a trascorrere i fine settimana
chiusa a casa da sola schiacciata e sopraffatta dalla sofferenza,
soprattutto non fisica, con cui quotidianamente, non per professione, vengo
a contatto e alla quale non riesco a dare ristoro. Come puo' esserci tanta
sofferenza nonostante i progressi che la scienza e la tecnica hanno fatto
negli ultimi cinquanta anni? come possiamo continuare a produrre inutili
beni di consumo che non danno il minimo sollievo a questa sofferenza, anzi
la acuiscono? che dolore!
Caro Presidente,
in nome della Costituzione piu' bella del mondo, non firmi quella legge
crudele e ipocrita.
Le invio fiduciosi saluti e tanti "babbaluci",
Marina Leopizzi

12. UNA SOLA UMANITA'. PIERLUIGI ONTANETTI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Caro Presidente della Republica Italiana,
non occorre aver studiato o aver partecipato alla lotta antifascista per
rinviare alle Camere la legge approvata dal Senato il 2 luglio di questo
anno 2009 conosciuta dall'opinione pubblica come "pacchetto sicurezza":
basta un minimo di buon senso...
Pierluigi Ontanetti
Firenze

13. UNA SOLA UMANITA'. MARTINO RUPPI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Caro Presidente Napolitano,
faccio miei gli appelli contro il pacchetto sicurezza di Bruno Segre, degli
intellettuali contro il ritorno delle leggi razziali in Italia, dei giuristi
contro l'introduzione dei reati di ingresso e soggiorno illegale dei
migranti.
Ringraziandovi per l'attenzione, un saluto,
Martino Ruppi

14. UNA SOLA UMANITA'. SERVIZIO RIFUGIATI E MIGRANTI DELLA FEDERAZIONE DELLE
CHIESE EVANGELICHE IN ITALIA: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Gentile Presidente,
Le scriviamo per esprimerLe la nostra profonda preoccupazione per
l'approvazione del disegno di legge "Disposizioni in materia di sicurezza
pubblica".
Con questa legge si vuole punire non chi commette reato, ma una semplice
condizione individuale: essere migrante e aspirare a un futuro migliore e'
oggi diventato un crimine.
Questa legge portera' piu' insicurezza, piu' esclusione e piu' razzismo. Il
riconoscimento dei figli, il matrimonio, l'effettiva possibilita' di essere
curati, il trasferimento di denaro nel proprio paese e tutti gli atti civili
saranno subordinati al permesso di soggiorno, che sara' sempre piu'
difficile da ottenere, ma sempre piu' facile da perdere.
Con questa legge si sta creando una frattura profonda nella societa', fatta
di coscienze dilaniate, di impotenza, di sofferenze. Alla base di questa
norma sembra esserci la convinzione che la sicurezza nella nostra societa'
passi attraverso una tragica riduzione dei diritti di una parte della
popolazione, quella degli ultimi arrivati, gli stranieri. La cultura della
solidarieta' e dei diritti, su cui e' fondata la nostra Repubblica, sta per
lasciare il posto alla cultura della delazione, del sospetto e della
discriminazione.
Per queste ragioni ci appelliamo a Lei, Presidente, alla sua integrita' e
alla sua sensibilita' con la quale tante volte si e' espresso definendo i
migranti "linfa vitale per il tessuto della Nazione" e richiamando il
rischio di razzismo nel nostro Paese.
Le chiediamo di invitare il Parlamento ad un ulteriore approfondimento per
modificare alcune delle norme contenute.
Servizio Rifugiati e Migranti della Federazione delle Chiese Evangeliche in
Italia

15. UNA SOLA UMANITA'. MARY SILVA REMONATO: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Egregio Presidente,
sottoscrivo appieno la lettera che segue a Lei inviata da persona molto piu'
titolata a farlo di quanto non sia io (vista purtroppo la sua personale
esperienza) perche' condivido appieno i sentimenti in essa contenuti e le
finalita'.
La prego, faccia del bene a noi tutti e al Paese e non firmi.
Con stima
Mary Silva Remonato
*
Allegato: Lettera di Bruno Segre al Presidente della Repubblica
Caro Presidente Napolitano,
sono un vecchio italiano ebreo, figlio di antifascisti, nato 79 anni fa
nell'Italia fascista, bandito nel 1938 in quanto ebreo da tutte le scuole
del Regno d'Italia. Sull'atto integrale di nascita a me intestato, che si
conserva negli archivi dell'anagrafe di Milano, sta ancora oggi scritto a
chiare lettere "di razza ebraica": una dicitura che mi portero' appresso
sino alla morte.
Memore del fascismo e delle sue aberrazioni razziste, mi permetto di
rivolgermi a Lei per chiederLe di non ratificare il cosiddetto "pacchetto
sicurezza" approvato in via definitiva dal Senato il 2 luglio scorso, dopo
ben tre voti di fiducia imposti dal governo.
Si tratta di un provvedimento che, in palese violazione dei principi
fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana, introduce nei
confronti dei gruppi sociali piu' deboli misure persecutorie e
discriminatorie che, per la loro gravita', superano persino le mostruosita'
previste dalle leggi razziali del 1938. Si pensi, per citare un unico
esempio, al divieto imposto alle madri immigrate irregolari di fare
dichiarazioni di stato civile: un divieto che, inibendo alle genitrici il
riconoscimento della prole, fara' si' che i figli, sottratti alle madri che
li hanno generati, vengano confiscati dallo Stato che li dara'
successivamente in adozione.
Per buona sorte, le garanzie previste dai Costituenti Le consentono, caro
Presidente, di correggere questo e altri simili abusi.
Anche in omaggio alla memoria delle migliaia di vittime italiane del
razzismo nazifascista Le chiedo di non promulgare un provvedimento che,
ispirato nel suo insieme a una percezione dello straniero, del "diverso",
come nemico, mina alla radice la convivenza civile, pacifica e
reciprocamente proficua tra italiani e stranieri, rischiando di alterare in
modo irreversibile la natura stessa della nostra Repubblica.
Bruno Segre

16. UNA SOLA UMANITA'. BIANCA VERRI: IN BIBLIOTECA NESSUNO E' STRANIERO

Caro Presidente Napolitano,
mi unisco alle richieste di Segre e agli appelli degli intellettuali e dei
giuristi firmatari degli appelli perche' non venga promulgato il ddl 733 B
aggiungendo la mia voce di bibliotecaria di una biblioteca pubblica che, con
tante altre, ha promosso da marzo scorso una campagna d'opinione per
ribadire il diritti di accesso ai servizi bibliotecari alle persone che si
trovano nel nostro Paese senza documenti "regolari"
(www.comunecervia.it/biblioteca/zonafranca.html).
Ci conforta nella nostra convinzione l'adesione delle biblioteche ai
principi espressi, oltre che dalle nostra Costituzione, dal Manifesto della
associazione internazionale delle biblioteche (Ifla) e dall'Unesco a
proposito del diritto di tutti gli uomini alla conoscenza, senza riguardo
alle loro condizioni "contingenti", tra cui si deve includere anche lo
status giuridico.
Ma, se anche le leggi fondamentali, i manifesti e le raccomandazioni frutto
di una pratica professionale condivisa ed autorevole non fossero al nostro
fianco, e' la mia coscienza e il senso che orienta la mia vita a darmi la
voce per rivolgerLe questo mio appello.
Grazie
Bianca Verri,
Biblioteca comunale di Cervia (Ravenna)

17. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CONTRO IL
COLPO DI STATO RAZZISTA

Il colpo di stato razzista compiuto dal governo Berlusconi con la
complicita' di una asservita maggioranza parlamentare puo' e deve essere
respinto.
E' nei poteri del Presidente della Repubblica rifiutare di avallare
l'introduzione nel corpus legislativo di misure palesemente in contrasto con
la Costituzione della Repubblica Italiana, palesemente criminali e
criminogene, palesemente razziste ed incompatibili con l'ordinamento
giuridico della Repubblica.
Al Presidente della Repubblica in prima istanza facciamo ora appello
affinche' non ratifichi un deliberato illegale ed eversivo che viola i
fondamenti stessi dello stato di diritto e della civilta' giuridica, che
viola i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana.
Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 2 luglio 2009

18. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEGLI INTELLETTUALI CONTRO IL RITORNO DELLE
LEGGI RAZZIALI IN ITALIA

Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una
straordinaria influenza sulla intera societa' europea, dal Rinascimento
italiano al fascismo.
Non sempre sono state pero' conosciute in tempo.
In questo momento c'e' una grande attenzione sui giornali europei per alcuni
aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, pero', un
dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l'attenzione dell'opinione
pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni
passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si
riuscira' ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell'Europa e di far
arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero.
Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al
Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l'adozione di norme
discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si
vedevano dai tempi delle leggi razziali.
E' stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non piu' gli
ebrei bensi' la popolazione degli immigrati "irregolari", che conta
centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti
previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti.
Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalita', l'esercizio di
un diritto fondamentale quale e' quello di contrarre matrimonio senza
vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene
sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani.
Con una norma ancora piu' lesiva della dignita' e della stessa qualita'
umana, e' stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in
condizioni di irregolarita' amministrativa, di riconoscere i figli da loro
stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una
maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere "irregolari"
diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri
e messi nelle mani dello Stato.
Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi
razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei
loro figli, ne' le costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro
bambini da parte dello Stato.
Non ci rivolgeremmo all'opinione pubblica europea se la gravita' di queste
misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse
una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune
umanita'. L'Europa non puo' ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori
regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi
internazionali e i principi garantisti e di civilta' giuridica su cui si
basa la stessa costruzione politica europea.
E' interesse e onore di tutti noi europei che cio' non accada.
La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che
viene dall'Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa.
A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la
propria opposizione.
Roma, 29 giugno 2009
Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame,
Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio

19. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEI GIURISTI CONTRO L'INTRODUZIONE DEI REATI
DI INGRESSO E SOGGIORNO ILLEGALE DEI MIGRANTI

Il disegno di legge n. 733-B attualmente all'esame del Senato prevede varie
innovazioni che suscitano rilievi critici.
In particolare, riteniamo necessario richiamare l'attenzione della
discussione pubblica sulla norma che punisce a titolo di reato l'ingresso e
il soggiorno illegale dello straniero nel territorio dello Stato, una norma
che, a nostro avviso, oltre ad esasperare la preoccupante tendenza all'uso
simbolico della sanzione penale, criminalizza mere condizioni personali e
presenta molteplici profili di illegittimita' costituzionale.
La norma e', anzitutto, priva di fondamento giustificativo, poiche' la sua
sfera applicativa e' destinata a sovrapporsi integralmente a quella
dell'espulsione quale misura amministrativa, il che mette in luce l'assoluta
irragionevolezza della nuova figura di reato; inoltre, il ruolo di extrema
ratio che deve rivestire la sanzione penale impone che essa sia utilizzata,
nel rispetto del principio di proporzionalita', solo in mancanza di altri
strumenti idonei al raggiungimento dello scopo.
Ne' un fondamento giustificativo del nuovo reato puo' essere individuato
sulla base di una presunta pericolosita' sociale della condizione del
migrante irregolare: la Corte Costituzionale (sent. 78 del 2007) ha infatti
gia' escluso che la condizione di mera irregolarita' dello straniero sia
sintomatica di una pericolosita' sociale dello stesso, sicche' la
criminalizzazione di tale condizione stabilita dal disegno di legge si
rivela anche su questo terreno priva di fondamento giustificativo.
L'ingresso o la presenza illegale del singolo straniero dunque non
rappresentano, di per se', fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale,
ma sono l'espressione di una condizione individuale, la condizione di
migrante: la relativa incriminazione, pertanto, assume un connotato
discriminatorio ratione subiecti contrastante non solo con il principio di
eguaglianza, ma con la fondamentale garanzia costituzionale in materia
penale, in base alla quale si puo' essere puniti solo per fatti materiali.
L'introduzione del reato in esame, inoltre, produrrebbe una crescita abnorme
di ineffettivita' del sistema penale, gravato di centinaia di migliaia di
ulteriori processi privi di reale utilita' sociale e condannato per cio'
alla paralisi. Ne' questo effetto sarebbe scongiurato dalla attribuzione
della relativa cognizione al giudice di pace (con alterazione degli attuali
criteri di ripartizione della competenza tra magistratura professionale e
magistratura onoraria e snaturamento della fisionomia di quest'ultima): da
un lato perche' la paralisi non e' meno grave se investe il settore di
giurisdizione del giudice di pace, dall'altro per le ricadute sul sistema
complessivo delle impugnazioni, gia' in grave sofferenza.
Rientra certo tra i compiti delle istituzioni pubbliche "regolare la materia
dell'immigrazione, in correlazione ai molteplici interessi pubblici da essa
coinvolti ed ai gravi problemi connessi a flussi migratori incontrollati"
(Corte Cost., sent. n. 5 del 2004), ma nell'adempimento di tali compiti il
legislatore deve attenersi alla rigorosa osservanza dei principi
fondamentali del sistema penale e, ferma restando la sfera di
discrezionalita' che gli compete, deve orientare la sua azione a canoni di
razionalita' finalistica.
"Gli squilibri e le forti tensioni che caratterizzano le societa' piu'
avanzate producono condizioni di estrema emarginazione, si' che (...) non si
puo' non cogliere con preoccupata inquietudine l'affiorare di tendenze, o
anche soltanto tentazioni, volte a 'nascondere' la miseria e a considerare
le persone in condizioni di poverta' come pericolose e colpevoli". Le parole
con le quali la Corte Costituzionale dichiaro' l'illegittimita' del reato di
"mendicita'" di cui all'art. 670, comma 1, cod. pen. (sent. n. 519 del 1995)
offrono ancora oggi una guida per affrontare questioni come quella
dell'immigrazione con strumenti adeguati allo loro straordinaria
complessita' e rispettosi delle garanzie fondamentali riconosciute dalla
Costituzione a tutte le persone.
25 giugno 2009
Angelo Caputo, Domenico Ciruzzi, Oreste Dominioni, Massimo Donini, Luciano
Eusebi, Giovanni Fiandaca, Luigi Ferrajoli, Gabrio Forti, Roberto Lamacchia,
Sandro Margara, Guido Neppi Modona, Paolo Morozzo della Rocca, Valerio
Onida, Elena Paciotti, Giovanni Palombarini, Livio Pepino, Carlo Renoldi,
Stefano Rodota', Arturo Salerni, Armando Spataro, Lorenzo Trucco, Gustavo
Zagrebelsky

20. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI VARIE
ASSOCIAZIONI ED ORGANIZZAZIONI PER I DIRITTI DEI BAMBINI

Torino, 14 luglio 2009
Egregio signor Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,
con la presente lettera desideriamo manifestarLe la nostra profonda
preoccupazione rispetto alle conseguenze che il Ddl 733 "Disposizioni in
materia di sicurezza pubblica", approvato al Senato in via definitiva il 2
luglio u. s., avra' sulla vita delle famiglie e dei bambini e dei ragazzi di
origine straniera che vivono in Italia.
Le nostre associazioni e organizzazioni, impegnate quotidianamente per la
tutela dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, non possono che
esprimere il loro profondo disaccordo per una legge che prevede norme che
riteniamo non conformi con alcuni fondamentali diritti sanciti dalla
Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia e
dell'adolescenza che l'Italia si e' impegnata a rispettare.
A nostro avviso, saranno molto gravi gli effetti del previsto reato di
clandestinita' che spingera', di fatto, la popolazione straniera, oggetto
del provvedimento, a non avere alcun contatto con le istituzioni ne' con
alcun tipo di servizio pubblico, relegando alla marginalita' non solo gli
adulti ma anche i loro figli, rendendo la loro presenza assolutamente
invisibile con conseguenze sociali gravi e difficilmente prevedibili.
La conseguente esclusione dai servizi scolastici e sociali cosi' come dalle
prestazioni sanitarie, per il timore di un genitore di essere segnalato
all'autorita', viola diritti fondamentali dei bambini e dei ragazzi quali il
diritto all'istruzione e alle cure sanitarie. Mentre e' obbligo dello
Stato - uno Stato responsabile di fronte ai propri doveri - riconoscere a
tutti i minorenni pari trattamento senza alcuna discriminazione.
Serissime saranno altresi' le conseguenze della mancata registrazione alla
nascita dei nati da genitori "irregolari", in aperta violazione del diritto
fondamentale ad un nome, previsto dalla Convenzione, nonche' notevoli gli
ostacoli che i minori stranieri non accompagnati arrivati da adolescenti in
Italia incontreranno al compimento della maggiore eta', non potendo di fatto
regolarizzare la loro permanenza nel nostro Paese.
Quanto sopra indicato rappresenta solo alcune delle gravi situazioni che
dovranno affrontare, per il semplice fatto di non essere italiani, i
minorenni di origine straniera in conseguenza dell'attuazione di queste
norme previste a tutela della sicurezza pubblica.
Il perseguimento della sicurezza, motivo e oggetto della legge, e' di
fondamentale importanza per la crescita e lo sviluppo dei bambini e degli
adolescenti e soprattutto per essi deve essere strumento di garanzia ai fini
dell'esercizio di tutti i diritti che la Convenzione riconosce loro. Occorre
pero' riflettere sull'accezione del termine: sicurezza, per chi lavora per i
diritti, significa sicurezza sociale, ottenuta attraverso politiche
inclusive e la promozione di una cultura dei diritti umani.
Certi del Suo impegno a favore dei diritti umani, ci appelliamo a Lei
affinche' siano adeguatamente valutati i profili di legittimita' della nuova
normativa e di conformita' alle norme internazionali nonche' i gravi effetti
negativi che si produrrebbero sulle famiglie e sui minori di origine
straniera presenti in Italia.
Associazioni e Organizzazioni che aderiscono:
Ai.Bi. - Associazione Amici dei Bambini
Aimmf - Associazione italiana dei magistrati per i minorenni e per la
famiglia
Alisei, Societa' Cooperativa Sociale
Anfaa - Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie
Arciragazzi nazionale
Asgi - Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione
Associazione Antigone onlus
Associazione Culturale Pediatri
Associazione Ibfan Italia Onlus
Associazione Nessun luogo e' lontano
Associazione Progetto Diritti
Batya - Associazione per l'accoglienza, l'affidamento e l'adozione onlus
Cgil
Ciai - Centro Italiano Aiuti all'Infanzia
Cidis Onlus - Centro di Informazione, Documentazione ed Iniziativa per lo
Sviluppo
Cnca - Coordinamento nazionale comunita' di accoglienza
Coordinamento Italiano per il Diritto degli Stranieri a Vivere in Famiglia
onlus
Commissione Minori dell'Associazione Nazionale Magistrati
Defence for Children International Italia
Fondazione Terre des hommes Italia onlus
Ifs - Istituto Fernando Santi
La Gabbianella Coordinamento per il Sostegno a distanza onlus
Legambiente
Mais - Movimento per l'autosviluppo, l'interscambio e la solidarieta'
Save the Children Italia
Servizio Legale Immigrati onlus
Sos Villaggi dei Bambini onlus
Vis - Volontariato Internazionale per lo Sviluppo
*
Per ogni comunicazione si prega di inviare al seguente indirizzo: Asgi, Via
Gerdil 7, 10152 Torino, tel. 0114369158, fax: 0114369158, e-mail:
segreteria at asgi.it

21. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

22. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 883 del 16 luglio 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web:
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