Minime. 880



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 880 del 13 luglio 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Antonella Mastrorilli: Al Presidente della Repubblica
2. Franco Borghi: Al Presidente della Repubblica
3. Comitato delle associazioni per la pace e i diritti umani di Rovereto:
"Decreto sicurezza", pericolo per i diritti di tutti
4. Luciano Dal Prato: Al Presidente della Repubblica
5. Francesco de Notaris: Al Presidente della Repubblica
6. Federico Fioretto: Al Presidente della Repubblica
7. Giorgio Rossi: Al Presidente della Repubblica
8. Giulio Vittorangeli: Ancora una volta ci rivolgiamo al Presidente della
Repubblica
9. Una preghiera alle persone amiche
10. Appello al Presidente della Repubblica contro il colpo di stato razzista
11. Appello degli intellettuali contro il ritorno delle leggi razziali in
Italia
12. Appello dei giuristi contro l'introduzione dei reati di ingresso e
soggiorno illegale dei migranti
13. Anche dagli enti locali e da tutte le istituzioni democratiche la
richiesta persuasa e corale al Presidente della Repubblica di non promulgare
il "pacchetto razzismo"
14. Modello di ordine del giorno da proporre all'approvazione delle
assemblee elettive (Comuni, Province, Regioni, etc.)
15. Ogni persona di retto sentire, ogni associazione democratica, ogni
istituzione fedele alla Costituzione scriva al Presidente della Repubblica
per confortarlo e sostenerlo nella difesa nitida e intransigente della
legalita' e dell'umanita' contro la violenza razzista e squadrista
16. La "Carta" del Movimento Nonviolento
17. Per saperne di piu'

1. UNA SOLA UMANITA'. ANTONELLA MASTRORILLI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Egregio Presidente Napolitano,
insegno all'Ecole Nationale Superieure d'Architecture et de Paysage di
Lille, costretta a emigrare, come tanti ricercatori senza padrino, dopo anni
di precariato presso l'ateneo genovese.
Amo molto l'Italia, ma il sistema mi ha costretto a lasciarla. Ora, e'
proprio in nome di questo amore, che Le scrivo.
Apprendo infatti, con sconcerto, del testo che e' stato deliberato in via
definitiva dal Senato il 2 luglio 2009 e che e' lesivo dei diritti
fondamentali dell'uomo e contrario ai principi costituzionali.
Le invio pertanto il mio appello accorato a voler porre rimedio, in virtu'
del potere a Lei attribuito dall'art. 74, comma 1, della Costituzione,
affinche' il testo di legge non venga promulgato.
E' davvero sconcertante e amaro vedere un paese come l'Italia farsi
promotore di norme discriminatorie e pregiudizievoli alla causa dei diritti
umani.
Confido in un Suo intervento, per evitare che si inneschi, in seno alla
nostra Repubblica, un processo irreversibile di declino e retrocessione
civile.
Antonella Mastrorilli

2. UNA SOLA UMANITA'. FRANCO BORGHI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Signor Presidente,
mi rifaccio ad una frase che trovo nella lettera scrittale da Bruno Segre:
"... mi permetto di rivolgermi a Lei per chiederLe di non ratificare il
cosiddetto 'pacchetto sicurezza' approvato in via definitiva dal Senato il 2
luglio scorso, dopo ben tre voti di fiducia imposti dal governo. Si tratta
di un provvedimento che, in palese violazione dei principi fondamentali
della Costituzione della Repubblica Italiana, introduce nei confronti dei
gruppi sociali piu' deboli misure persecutorie e discriminatorie che, per la
loro gravita', superano persino le mostruosita' previste dalle leggi
razziali del 1938".
Non trovo espressione migliore e piu' efficace di questa per auspicare in
lei una ferma posizione nella difesa della Costituzione Italiana di cui lei
e' garante e nella difesa dei diritti universali sanciti dall'Onu. Non e'
piu' tempo di diplomazie e di sottintesi e di affermazioni compromissorie.
Mai come in questo caso la nostra e sua risposta a questo infame "pacchetto
sicurezza" deve essere chiaro e forte, senza tentennamenti. Questo sarebbe
anche il modo di dare ai nostri giovani una forte testimonianza. A scuola
gli studenti si sentono enfatizzare la Costituzione, ma se poi la
Costituzione non viene rispettata da chi ne e' tutore e garante, che cosa
potrebbero pensare i nostri giovani? Essi penserebbero che la Costituzione
e' carta straccia o un "optional" da utilizzare secondo le convenienze.
Certo, Lei e' fedele alla Costituzione, ma ora occorre che la sua fedelta'
sia manifestata in modo inquivocabile, per il bene della nazione e dei
nostri giovani.
Lo faccia per il futuro dei nostri giovani. E' a loro che occorre pensare e
non alle manovre invereconde dell'attuale governo.
Ci aspettiamo una sua presa di posizione forte, chiara, irrevocabile, che
serva da punto di riferimento per il futuro immediato e lontano. Sono i
nostri giovani che la stanno guardando, quei giovani che saranno i cittadini
del futuro. Non possiamo ne' noi ne' lei deluderli.
Cordialmente,
Franco Borghi

3. UNA SOLA UMANITA'. COMITATO DELLE ASSOCIAZIONI PER LA PACE E I DIRITTI
UMANI DI ROVERETO: "DECRETO SICUREZZA", PERICOLO PER I DIRITTI DI TUTTI

Il Comitato delle Associazioni per la Pace e i Diritti Umani di Rovereto
propone delle osservazioni sul decreto sicurezza ed invita alla
sottoscrizione di una lettera-appello rivolta al Presidente Napolitano
perche non lo firmi.
C'e' chi si preoccupa per la propria collaboratrice familiare: sono piu' di
mezzo milione colf e badanti senza permesso di soggiorno e senza di loro
come si fa? C'e' chi pensa alla deriva sanitaria: e' vicino a noi il caso di
quel malato arrestato al pronto soccorso; quale "irregolare" si fidera' piu'
del medico o dell'ospedale? E se ci si terra' lontano dalle strutture
sanitarie, quale sara' il prezzo che pagheremo tutti con il diffondersi di
malattie non controllate?
Se il capofamiglia a cui si sta affittando un appartamento resta senza
permesso di soggiorno, dovremo denunciarlo e mettere sulla strada lui e i
suoi figli, sapendo di rischiare altrimenti fino a tre anni di carcere e la
confisca dell'immobile?
Il reato di clandestinita' non potra' che intasare uffici giudiziari e
carceri. Come si fronteggera' quanto la nuova legge richiede di mettere in
opera?
L'allungamento della permanenza nei "Centri di identificazione ed
espulsione" comportera' un pesante aumento dei costi di gestione,
affollamento, peggioramento generale delle condizioni di vita, inevitabile
violenza (nascosta a noi). Come tutto questo ci portera sicurezza?
Se quanto ha a che fare con lo stato viene identificato come forza di
repressione ed espulsione, chi si avvicinera' a qualunque ambiente
istituzionale? A partire dalla scuola, luogo privilegiato per la tanto
richiesta "integrazione".
I nati da madre non "in regola" non saranno registrati; quale futuro per
queste vite, private di identita' fin dall'inizio? E quale futuro per
un'intera societa' che pensava di essere tutelata da quel documento di
avanzata civilta' che e' la nostra Costituzione?
Il cosiddetto "pacchetto sicurezza" approvato recentemente dal Senato sta
provocando reazioni forti in gran parte della societa' civile. Ne sono stati
sottolineati gli aspetti di impraticabilita' e quelli di inefficacia. Ma da
condannare e' soprattutto il suo carattere regressivo, la violazione della
dignita' umana che ne deriva. E questo vale non solo per chi e' colpito
direttamente da queste misure, ma anche per tutta una nazione trasformata da
un clima di sospetto, dalla pratica della delazione, dal ritorno ad uno
stato barbarico che spoglia persone (nostri vicini, bambini delle nostre
scuole) dei diritti fondamentali.
Il fatto che il governo stia ora pensando a escamotages legislativi per
tranquillizzare le famiglie che si reggono su lavoratrici non in regola
appare come un'aggravante: si discriminano ulteriormente le persone in base
alla loro utilita' immediata.
Tutti questi provvedimenti vanno a colpire una gran parte di nostri
concittadini; per effetto mediatico si pensa solo a chi sbarca senza un
visto regolare. Ma il permesso di soggiorno si puo' perdere anche dopo anni
di permanenza regolarissima. Basta un licenziamento e si diventa
"delinquenti". Quale genere di diritto consente che si possa essere
colpevoli non per le azioni, ma per lo stato amministrativo?
L'ulteriore precarizzazione del lavoratore immigrato avra' come immediato
risvolto l'aumento della ricattabilita', dello sfruttamento, degli
infortuni. E come non vedere che questo e' un passo di cui tutti i
lavoratori subiranno le conseguenze?
Qualcuno forse si illude che il tacco schiacciato sui corpi altrui si
traduca in vantaggi per gli "italiani doc". Ma questo non e' un gioco a
somma zero: erodere i diritti di una parte e' come incrinare una diga
comune.
Invitiamo percio' ad indirizzare al Presidente Napolitano (Quirinale)
l'adesione all'appello stilato da Domenico Gallo, con la richiesta di non
firmare una legge che calpesta la dignita' e i diritti fondamentali della
persona.
*
Presidente Napolitano, non firmi questa legge
La Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, in perfetta concordanza
con la Costituzione italiana considera che il riconoscimento della dignita'
inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti uguali ed
inalienabili costituisce il fondamento della liberta', della pace e della
giustizia nel mondo. Sono questi i fondamenti dell'ordine costituzionale e
della civilta' del diritto. Proprio questi fondamenti sono inesorabilmente
travolti dal "pacchetto sicurezza" approvato ieri in via definitiva dal
senato. Con questo provvedimento sono state approvate una serie di misure
persecutorie e discriminatorie nei confronti dei gruppi sociali piu' deboli,
che nel nostro Paese non si vedevano dai tempi delle leggi razziali. In modo
mascherato sono stati riesumati istituti tipici delle leggi razziali, come
il divieto dei matrimoni misti (fra italiani e immigrati irregolari).
Soprattutto nei confronti degli immigrati sono state articolate una serie di
misure (reato di clandestinita', divieto di matrimonio, divieto di avere
un'abitazione, ostacoli per l'accesso alle cure mediche, all'abitazione e
per il trasferimento dei fondi alle proprie famiglie) che attentano
all'intima dignita' inerente a ciascun membro della famiglia umana e sono
destinate a fare terra bruciata intorno ad una popolazione di centinaia di
migliaia di persone, aprendo una sconcertante caccia all'uomo.
Queste misure persecutorie, per la loro gravita', superano persino quelle
introdotte con le leggi razziali. Infatti le leggi razziali non sottraevano
alle madri ebree i figli dalle stesse generate. L'Italia del 1938, sebbene
piegata dalla dittatura fascista, non avrebbe mai potuto accettare un
insulto cosi' grave all'etica della famiglia, quale la scissione del suo
nucleo fondamentale. Ed invece questo e' proprio quello che succedera',
attraverso il divieto imposto alla madri immigrate "irregolari" di fare
dichiarazioni di stato civile. Non potendo essere riconosciuti, i figli
saranno sottratti alle madri che li hanno generati e confiscati dallo Stato
che li dara' in adozione. Questa norma si pone al vertice delle misure
discriminatorie del "pacchetto sicurezza" ed ha un grande valore simbolico,
in quanto si tratta di una norma "ontologicamente ingiusta", che incarna un
diritto completamente svincolato dalla giustizia.
Adesso che con l'ultimo voto al Senato si e' compiuto il percorso
parlamentare di questo mostruoso provvedimento siamo arrivati su una soglia
al di la' della quale c'e' una trasformazione irreversibile della natura
della Repubblica. Se la giustizia viene espulsa dal diritto, cambia la
natura del diritto e si verifica un cambiamento del regime politico. In
questo modo verrebbe cancellata per sempre la lezione del Novecento. Pero'
questo mostro non e' ancora diventato legge. Le garanzie previste dai
Costituenti consentono di correggere questi abusi.
Per questo, Presidente Napolitano, ti chiediamo di non firmare, di non
promulgare questa legge. Risparmia al nostro paese il disonore di aver
reintrodotto in Europa le leggi razziali e tradito il sacrificio della
Resistenza.
Comitato delle Associazioni per la Pace e i Diritti Umani di Rovereto

4. UNA SOLA UMANITA'. LUCIANO DAL PRATO: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Caro Presidente Napolitano,
la prego - in virtu' del potere attribuitogli dall'art. 74, comma 1, della
Costituzione - di non promulgare il testo di legge deliberato in via
definitiva dal Senato il 2 luglio 2009, noto come "pacchetto sicurezza", in
quanto recante norme palesemente incostituzionali e violatrici di
fondamentali diritti umani, e di reinviarlo alle Camere con messaggio
motivato affinche' esso sia modificato conformemente al dettato della
Costituzione della Repubblica Italiana, alle norme di diritto internazionale
recepite nel nostro ordinamento e ai principi della civilta' giuridica.
Il mio appello diparte dal profondo del mio senso di laicita' ispirato dalla
Dichiarazione Universale dei diritti dell'uomo.
Il provvedimento del Governo, sopra citato, offende i principi fondamentali
della nostra Carta costituzionale, nata dalla resistenza al fascismo e al
razzismo e, soprattutto, inculca nella nostra societa' una percezione di
cultura della forza e dell'imperio nell'affrontare i piu' gravi problemi di
questa epoca, fra i quali quelli derivanti, come le migrazioni, dalla
globalizzazione delle societa'.
Ci aiuti a fermare l'onda di odio che questo Governo trasmette ogni giorno
al nostro popolo.
Grazie.
Luciano Dal Prato

5. UNA SOLA UMANITA'. FRANCESCO DE NOTARIS: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Signor Presidente,
Ella svolge il Suo mandato e noi italiani siamo onorati di averLa come
Presidente.
Ella e' garante della Costituzione ed i Padri che la vergarono non avrebbero
mai immaginato che ci sarebbe stato un vulnus allo spirito e alla lettera
della Carta. Il Parlamento ha votato un testo di legge che somiglia alle
leggi razziali fasciste, che determinera' dolori e divisioni. Umili e probi
lavoratori possono essere espulsi come criminali, come sta accadendo, la
pace e la convivenza sono a rischio perche' si criminalizza addirittura lo
stato sociale e l'essere nato in un altro Paese.
Ella ha il potere di promulgare le leggi o rinviarle alle Camere per ragioni
di legittimita' e/o di opportunita' costituzionale. Si levano autorevoli
voci che dicono no a leggi barbare. Gli uomini della maggioranza sono
legittimati a governare, non a stravolgere la Costituzione.
Attendo le Sua decisione, Signor Presidente. Cordialmente e con ossequio.
Francesco de Notaris,
gia' senatore della Repubblica

6. UNA SOLA UMANITA'. FEDERICO FIORETTO: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Illustrissimo signor Presidente,
mi rivolgo a Lei quale primo rappresentante del Popolo sovrano e garante
della Costituzione repubblicana e dei suoi elevatissimi valori morali e
civili per esprimerLe viva preoccupazione per la deriva xenofoba e
intollerante che alcune importanti componenti della societa' italiana, e
purtroppo anche delle istituzioni, hanno recentemente assunto.
Mi da' tuttavia speranza la consapevolezza della Sua comprensione
dell'importanza dei valori di accoglienza, solidarieta' e umanita' che la
nostra Costituzione pone alla base della convivenza repubblicana.
Per questo La prego di voler esercitare con la massima attenzione e rigore,
in relazione al disegno di legge in oggetto - il cosiddeto "pacchetto
sicurezza" - ogni Suo potere di vigilanza e indirizzo affinche' il nostro
Paese non si macchi di una infamia imperdonabile dagli esseri umani e, per
chi vi crede, da Dio.
In un Paese nel quale la piaga della corruzione e dell'immoralita' e'
diffusa come non mai, rattristando tutti quanti credono nell'appartenenza
civile come base del contratto sociale che lega un popolo e provocando danni
che non finiranno con questa sciagurata generazione, e' davvero scandaloso
che ci si accanisca contro i deboli e gli sventurati, pretendendo
un'eccellenza da dimostrarsi addirittura con dei "crediti di cittadinanza",
quando manchiamo cosi' spesso noi italiani da sempre per primi ai doveri di
legalita', correttezza e vigilanza democratica.
Non lasci passare sotto silenzio, senza tentare ogni via che Le sia
possibile, quest'ennesima vergogna.
La Pace sia con Lei
Federico Fioretto,
associazione Neotopia

7. UNA SOLA UMANITA'. GIORGIO ROSSI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

Caro Presidente,
ti invito caldamente ad utilizzare tutti gli strumenti a tua disposizione
affinche' vengano eliminati dal disegno di legge 733-B i reati di ingresso e
soggorno illegale dei migranti.
Molte persone come me operano tutti i giorni per costruire un mercato piu'
giusto, che consenta ai piccoli produttori dei paesi poveri di poter vivere
in modo dignitoso del loro lavoro nella loro terra.
Siamo coscienti di essere solo una goccia, un piccolo seme a cui le
istituzioni italiane non prestano attenzione, salvo alcune Regioni che hanno
approvato delle interessanti leggi a sostegno del Commercio Equo e Solidale.
Questo nostro operare ci mette a contatto con le aspirazioni di dignita', in
primis, dei poveri di tutto il mondo; con la loro forte domanda di
uguaglianza, di liberta'.
I nostri supermercati sono strapieni di prodotti, di poco prezzo, che
provengono dai paesi del sud del mondo e che solo poche persone in quei
paesi possono permettersi: e' questa la grande ingiustizia, il grande reato
che si dovrebbe perseguire in primis.
Purtroppo le leggi le fanno i piu' forti o i paesi piu' forti. Ma c'e' stato
un tempo in Italia in cui la legge non e' stata fatta dai piu' forti, ma da
chi aveva pagato duramente il peso di vent'anni di fascismo, ed e' nata da
loro la Costituzione.
Utilizza questa potente strumento affinche' anche la dignita' di noi
italiani che cerchiamo con fatica ogni giorni di costruire una nazione
democratica, civile e solidale non venga calpestata da questa legge.
Grazie e buona strada, che sappiamo essere anche per te difficile e
ultimamente sempre in salita.
Giorgio Rossi,
presidente de Il Mappamondo per il Commercio Equo e Solidale di Chioggia.

8. UNA SOLA UMANITA': GIULIO VITTORANGELI: ANCORA UNA VOLTA CI RIVOLGIAMO AL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA

C'e' un tipo di memoria, figlia del XX secolo e unica nella sua specie,
necessaria e indicibile.
Una memoria che esiste e resiste oggi forse proprio in quanto tale, una
memoria che seppur continuamente rievocata appare pero' sempre piu'
difficile da trasmettere di fronte a un potere dominante che frammenta e
impedisce di accumulare esperienze, ma che per noi tutti e' diventata,
specialmente nel giorno ad essa deputato, "La Memoria".
Questa Memoria dovrebbe richiederci di non sottovalutare i potenziali corsi
e ricorsi storici delle derive autoritarie, nonche' la necessita' di
continuare a riflettere sulle debolezze dell'essere umano, sui rischi della
sottomissione a miraggi di superiorita' con le inevitabili conseguenti
aberrazioni razziste, sul pericolo che deriva dal considerare il
nazifascismo un trauma ormai completamente metabolizzato, compreso,
superato, non riproponibile.
Troppo facilmente e superficialmente si ritiene che quell'orrore del passato
non potra' piu' tornare; e questo vale non solo per i giovani e giovanissimi
che sentono quel periodo superato, una delle tante pagine di storia da
studiare sui libri scolastici, ma per tutti quegli individui che reputano le
dittature un rischio remoto per i popoli democraticamente educati
dell'Europa contemporanea, e che ritengono che "l'uomo forte" non possa piu'
essere un reale pericolo.
La realta' e' piu' complicata e meno lineare delle facili rassicurazioni sul
non ritorno del passato.
In tempi critici, come quelli che attraversiamo, al marasma economico
globale, alla precarieta' dell'esistenza, al disamoramento generalizzato,
alla crisi della politica, si risponde (almeno in Italia) a suon di
ostracismo xenofobo e di ostentato ottimismo, di barzellette vetuste e
sorrisi posticci, di grottesco pressappochismo e pericolosa circonvenzione
mediatica, in cui imperversa quotidianamente il nostro "Piccolo Cesare".
Crisi economica, disoccupazione in forte aumento, dilagante ingiustizia
sociale, manipolazione dei mezzi di informazione, delusione della politica
democratica, assenza di una opposizione, ritorno del nazionalismo e
xenofobia, questi sono i presupposti che possono creare il terreno fertile
per un regime autoritario, versione XXI secolo.
Quello che e' avvenuto con l'approvazione in Parlamento del cosiddetto
"pacchetto sicurezza" in materia di immigrazione dovrebbe fare seriamente
riflettere sullo stato di salute della nostra democrazia, invece
scioccamente di minimizzare come purtroppo in molti fanno in questi giorni.
E' un provvedimento in palese violazione dei principi fondamentali della
Costituzione della Repubblica Italiana, in particolare del principio di
legalita' e uguaglianza scolpito nel terzo articolo, oltre che nel primo
articolo della Dichiarazione universale dei diritti umani: "Tutti gli esseri
umani nascono liberi ed eguali in dignita' e diritti umani e devono agire
gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza".
Per tutto questo usiamo volutamente il termine di "leggi razziali", con
evidente riferimento alle mostruosita' introdotte nel 1938, per far
comprendere l'enorme gravita' e incivilta' introdotta oggi in materia di
immigrazione. Se e' una legge dello Stato a stabilire l'illegalita' delle
persone, questo veleno consentira' uno sviluppo senza freni del razzismo.
"Mi vergogno di essere italiano e di essere cristiano, non avrei mai pensato
che un paese come l'Italia avrebbe potuto varare una legge cosi' razzista e
xenofobaî (Alex Zanotelli).
Ancora una volta rispettosamente ci rivolgiamo al nostro Presidente della
Repubblica perche' non firmi questo provvedimento, il quale oltre che minare
alla radice la convivenza civile e pacifica tra italiani e stranieri,
rischia di alterare in modo irreversibile la natura stessa della Repubblica
italiana.
Se sara' necessario ricorreremo a tutti gli strumenti pacifici e nonviolenti
della disobbedienza civile, cosi' come appresi da quel maestro seminudo
all'arcolaio.
Consapevoli che il vero antidoto alla tanto sbandierata "paura
dell'immigrato" e' la relazione con l'altro, la costruzione del legame.
Cosi', la solidarieta' - quella che attraversa confini, territori,
continenti, e che supera e rinnega qualsiasi tipo di discriminazione - e' la
chiave di volta dell'agire umano per costruire insieme spazi di liberta' per
tutti gli esseri umani.

9. UNA SOLA UMANITA'. UNA PREGHIERA ALLE PERSONE AMICHE

Carissime e carissimi,
stiamo sollecitando persone e movimenti a scrivere al Presidente della
Repubblica affinche' non ratifichi le misure razziste, criminogene ed
incostituzionali contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" approvato
dal Senato in seconda lettura il 2 luglio 2009, ovvero rinvii alle Camere
quel provvedimento chiedendone la modifica nelle parti palesemente
incompatibili con la Costituzione e le norme del diritto internazionale
recepite nell'ordinamento della Repubblica Italiana.
Vorremmo pregarvi:
a) di scrivere anche voi al Presidente della Repubblica in tal senso, e di
rendere pubblica tale iniziativa comunicandola a mezzi d'informazione ed
interlocutori vari;
b) di esortare altre persone a farlo, rendendo anch'esse pubblica la loro
iniziativa;
c) di inviarci un vostro intervento da pubblicare sul nostro notiziario
telematico quotidiano.
La tempestivita' e' decisiva, ed altrettanto decisiva e' la vastita' della
mobilitazione: sussistono i termini giuridici perche' il Presidente della
Repubblica possa rinviare alle Camere quell'atto, ma e' evidente che sara'
confortato in tale decisione dal visibile pronunciarsi di una vasta parte
del popolo italiano in difesa del diritto, della civilta', dell'umanita'.
Facciamo quanto e' in nostro potere perche' questo accada.
Per scrivere al Presidente della Repubblica l'indirizzo postale e':
Presidente della Repubblica, piazza del Quirinale, 00187 Roma; il fax:
0646993125; l'indirizzo di posta elettronica e':
presidenza.repubblica at quirinale.it ; nel web:
https://servizi.quirinale.it/webmail/
Un cordiale saluto,
il Centro di ricerca per la pace di Viterbo
Viterbo, 7 luglio 2009

10. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CONTRO IL
COLPO DI STATO RAZZISTA

Il colpo di stato razzista compiuto dal governo Berlusconi con la
complicita' di una asservita maggioranza parlamentare puo' e deve essere
respinto.
E' nei poteri del Presidente della Repubblica rifiutare di avallare
l'introduzione nel corpus legislativo di misure palesemente in contrasto con
la Costituzione della Repubblica Italiana, palesemente criminali e
criminogene, palesemente razziste ed incompatibili con l'ordinamento
giuridico della Repubblica.
Al Presidente della Repubblica in prima istanza facciamo ora appello
affinche' non ratifichi un deliberato illegale ed eversivo che viola i
fondamenti stessi dello stato di diritto e della civilta' giuridica, che
viola i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana.
Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 2 luglio 2009

11. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEGLI INTELLETTUALI CONTRO IL RITORNO DELLE
LEGGI RAZZIALI IN ITALIA

Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una
straordinaria influenza sulla intera societa' europea, dal Rinascimento
italiano al fascismo.
Non sempre sono state pero' conosciute in tempo.
In questo momento c'e' una grande attenzione sui giornali europei per alcuni
aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, pero', un
dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l'attenzione dell'opinione
pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni
passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si
riuscira' ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell'Europa e di far
arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero.
Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al
Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l'adozione di norme
discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si
vedevano dai tempi delle leggi razziali.
E' stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non piu' gli
ebrei bensi' la popolazione degli immigrati "irregolari", che conta
centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti
previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti.
Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalita', l'esercizio di
un diritto fondamentale quale e' quello di contrarre matrimonio senza
vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene
sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani.
Con una norma ancora piu' lesiva della dignita' e della stessa qualita'
umana, e' stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in
condizioni di irregolarita' amministrativa, di riconoscere i figli da loro
stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una
maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere "irregolari"
diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri
e messi nelle mani dello Stato.
Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi
razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei
loro figli, ne' le costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro
bambini da parte dello Stato.
Non ci rivolgeremmo all'opinione pubblica europea se la gravita' di queste
misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse
una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune
umanita'. L'Europa non puo' ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori
regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi
internazionali e i principi garantisti e di civilta' giuridica su cui si
basa la stessa costruzione politica europea.
E' interesse e onore di tutti noi europei che cio' non accada.
La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che
viene dall'Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa.
A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la
propria opposizione.
Roma, 29 giugno 2009
Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame,
Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio

12. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEI GIURISTI CONTRO L'INTRODUZIONE DEI REATI
DI INGRESSO E SOGGIORNO ILLEGALE DEI MIGRANTI

Il disegno di legge n. 733-B attualmente all'esame del Senato prevede varie
innovazioni che suscitano rilievi critici.
In particolare, riteniamo necessario richiamare l'attenzione della
discussione pubblica sulla norma che punisce a titolo di reato l'ingresso e
il soggiorno illegale dello straniero nel territorio dello Stato, una norma
che, a nostro avviso, oltre ad esasperare la preoccupante tendenza all'uso
simbolico della sanzione penale, criminalizza mere condizioni personali e
presenta molteplici profili di illegittimita' costituzionale.
La norma e', anzitutto, priva di fondamento giustificativo, poiche' la sua
sfera applicativa e' destinata a sovrapporsi integralmente a quella
dell'espulsione quale misura amministrativa, il che mette in luce l'assoluta
irragionevolezza della nuova figura di reato; inoltre, il ruolo di extrema
ratio che deve rivestire la sanzione penale impone che essa sia utilizzata,
nel rispetto del principio di proporzionalita', solo in mancanza di altri
strumenti idonei al raggiungimento dello scopo.
Ne' un fondamento giustificativo del nuovo reato puo' essere individuato
sulla base di una presunta pericolosita' sociale della condizione del
migrante irregolare: la Corte Costituzionale (sent. 78 del 2007) ha infatti
gia' escluso che la condizione di mera irregolarita' dello straniero sia
sintomatica di una pericolosita' sociale dello stesso, sicche' la
criminalizzazione di tale condizione stabilita dal disegno di legge si
rivela anche su questo terreno priva di fondamento giustificativo.
L'ingresso o la presenza illegale del singolo straniero dunque non
rappresentano, di per se', fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale,
ma sono l'espressione di una condizione individuale, la condizione di
migrante: la relativa incriminazione, pertanto, assume un connotato
discriminatorio ratione subiecti contrastante non solo con il principio di
eguaglianza, ma con la fondamentale garanzia costituzionale in materia
penale, in base alla quale si puo' essere puniti solo per fatti materiali.
L'introduzione del reato in esame, inoltre, produrrebbe una crescita abnorme
di ineffettivita' del sistema penale, gravato di centinaia di migliaia di
ulteriori processi privi di reale utilita' sociale e condannato per cio'
alla paralisi. Ne' questo effetto sarebbe scongiurato dalla attribuzione
della relativa cognizione al giudice di pace (con alterazione degli attuali
criteri di ripartizione della competenza tra magistratura professionale e
magistratura onoraria e snaturamento della fisionomia di quest'ultima): da
un lato perche' la paralisi non e' meno grave se investe il settore di
giurisdizione del giudice di pace, dall'altro per le ricadute sul sistema
complessivo delle impugnazioni, gia' in grave sofferenza.
Rientra certo tra i compiti delle istituzioni pubbliche "regolare la materia
dell'immigrazione, in correlazione ai molteplici interessi pubblici da essa
coinvolti ed ai gravi problemi connessi a flussi migratori incontrollati"
(Corte Cost., sent. n. 5 del 2004), ma nell'adempimento di tali compiti il
legislatore deve attenersi alla rigorosa osservanza dei principi
fondamentali del sistema penale e, ferma restando la sfera di
discrezionalita' che gli compete, deve orientare la sua azione a canoni di
razionalita' finalistica.
"Gli squilibri e le forti tensioni che caratterizzano le societa' piu'
avanzate producono condizioni di estrema emarginazione, si' che (...) non si
puo' non cogliere con preoccupata inquietudine l'affiorare di tendenze, o
anche soltanto tentazioni, volte a 'nascondere' la miseria e a considerare
le persone in condizioni di poverta' come pericolose e colpevoli". Le parole
con le quali la Corte Costituzionale dichiaro' l'illegittimita' del reato di
"mendicita'" di cui all'art. 670, comma 1, cod. pen. (sent. n. 519 del 1995)
offrono ancora oggi una guida per affrontare questioni come quella
dell'immigrazione con strumenti adeguati allo loro straordinaria
complessita' e rispettosi delle garanzie fondamentali riconosciute dalla
Costituzione a tutte le persone.
25 giugno 2009
Angelo Caputo, Domenico Ciruzzi, Oreste Dominioni, Massimo Donini, Luciano
Eusebi, Giovanni Fiandaca, Luigi Ferrajoli, Gabrio Forti, Roberto Lamacchia,
Sandro Margara, Guido Neppi Modona, Paolo Morozzo della Rocca, Valerio
Onida, Elena Paciotti, Giovanni Palombarini, Livio Pepino, Carlo Renoldi,
Stefano Rodota', Arturo Salerni, Armando Spataro, Lorenzo Trucco, Gustavo
Zagrebelsky

13. UNA SOLA UMANITA'. ANCHE DAGLI ENTI LOCALI E DA TUTTE LE ISTITUZIONI
DEMOCRATICHE LA RICHIESTA PERSUASA E CORALE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
DI NON PROMULGARE IL "PACCHETTO RAZZISMO"

Mentre da tutta Italia pervengono al Quirinale numerosissime lettere di
cittadine e cittadini che chiedono al Capo dello Stato di non promulgare le
infami misure razziste deliberate dal Senato il 2 luglio, le esperienze
nonviolente e le persone di volonta' buona promotrici dell'impegno contro i
provvedimenti razzisti incostituzionali e disumani contenuti nel cosiddetto
"pacchetto sicurezza" chiedono anche agli enti locali di esprimere la loro
fedelta' alla Costituzione ed il loro ripudio del razzismo, associandosi
alla richiesta al Presidente della Repubblica di non ratificare quei
provvedimenti che violano la Costituzione della Repubblica Italiana.
Si chiede a tutti gli enti locali, Comuni, Provincie e Regioni in primo
luogo, di approvare l'ordine del giorno di seguto riportato.
Le associazioni e le persone promotrici dell'iniziativa chiedono a tutti i
pubblici amministratori delle assemblee elettive di far proprio questo
ordine del giorno, di presentarlo nel proprio ente locale e di proporlo per
l'approvazione.
Le associazioni e le persone promotrici dell'iniziativa chiedono altresi' a
tutte le cittadine e tutti i cittadini di diffondere questo appello, di
proporlo alle amministrazioni locali, di inviarlo ai mezzi d'informazione
con preghiera di pubblicazione.
Difendere la Costituzione della Repubblica Italiana e' diritto e dovere di
tutti.
Difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani e' diritto e dovere di
tutti.

14. UNA SOLA UMANITA'. MODELLO DI ORDINE DEL GIORNO DA PROPORRE
ALL'APPROVAZIONE DELLE ASSEMBLEE ELETTIVE (COMUNI, PROVINCE, REGIONI, ETC.)

Il Consiglio ... di ...,
fedele alla Costituzione della Repubblica Italiana,
impegnato per la difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani cosi'
come sanciti dalla Dichiarazione universale dei diritti umani approvata
dall'Assemblea generale dell'Onu nel 1948;
chiede al Presidente della Repubblica, in virtu' del potere attribuitogli
dall'art. 74, comma 1, della Costituzione ("Il Presidente della Repubblica,
prima di promulgare la legge, puo' con messaggio motivato alle Camere
chiedere una nuova deliberazione"):
- di non promulgare il testo di legge deliberato in via definitiva dal
Senato il 2 luglio 2009, noto come "pacchetto sicurezza", in quanto recante
norme palesemente incostituzionali e violatrici di fondamentali diritti
umani;
- di rinviarlo alle Camere con messaggio motivato affinche' esso sia
modificato conformemente al dettato della Costituzione della Repubblica
Italiana, alle norme di diritto internazionale recepite nel nostro
ordinamento e ai principi della civilta' giuridica.
Da' mandato al proprio presidente di trasmettere il presente ordine del
giorno al Presidente della Repubblica e di renderlo noto alla popolazione
attraverso i mezzi d'informazione e nelle altre forme abitualmente usate per
comunicare ai cittadini le deliberazioni del Consiglio.

15. UNA SOLA UMANITA'. OGNI PERSONA DI RETTO SENTIRE, OGNI ASSOCIAZIONE
DEMOCRATICA, OGNI ISTITUZIONE FEDELE ALLA COSTITUZIONE SCRIVA AL PRESIDENTE
DELLA REPUBBLICA PER CONFORTARLO E SOSTENERLO NELLA DIFESA NITIDA E
INTRANSIGENTE DELLA LEGALITA' E DELL'UMANITA' CONTRO LA VIOLENZA RAZZISTA E
SQUADRISTA

Per scrivere al Presidente della Repubblica l'indirizzo postale e':
Presidente della Repubblica, piazza del Quirinale, 00187 Roma; il fax:
0646993125; l'indirizzo di posta elettronica e':
presidenza.repubblica at quirinale.it ; nel web:
https://servizi.quirinale.it/webmail/
Ci si ricordi che, ovviamente, le lettere devono recare nome, cognome e
indirizzo preciso del mittente.

16. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

17. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 880 del 13 luglio 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004
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