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Esortazione
- Subject: Esortazione
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 8 Jul 2009 19:03:47 +0200
- Importance: Normal
=================================================== ESORTAZIONE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA =================================================== Supplemento straordinario de "La nonviolenza e' in cammino" dell'8 luglio 2009 1. Peppe Sini: Al Presidente della Repubblica Italiana 2. Norma Bertullacelli: Al Presidente della Repubblica 3. Rosa Pia Bonomi: Al Presidente della Repubblica 4. Chiara Cavallaro: Al Presidente della Repubblica 5. Francesco Comina: Volti 6. Marinella Correggia: Al Presidente della Repubblica 7. Fabio Di Francesco: Al Presidente della Repubblica 8. Paolo Farinella: Al Presidente della Repubblica 9. Carlo Maria Ferraris: Contro il colpo di stato razzista 10. Cristina Giorcelli: Contro le leggi razziali 11. Carlo Gubitosa: Al Presidente della Repubblica 12. Fulvio Mastropaolo: Affettuosamente e in Cristo 13. Cristina Papa: Al Presidente della Repubblica 14. Una preghiera ad alcune persone amiche 15. Appello al Presidente della Repubblica contro il colpo di stato razzista 16. Appello degli intellettuali contro il ritorno delle leggi razziali in Italia 17. Appello dei giuristi contro l'introduzione dei reati di ingresso e soggiorno illegale dei migranti 1. UNA SOLA UMANITA'. PEPPE SINI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA Signor Presidente della Repubblica, non vivremo in eterno. Ma delle nostre azioni restera' memoria per un ragionevole lasso di tempo tra coloro che ci hanno conosciuto. Lei e' anziano, anch'io ho consumato la maggior parte della mia vita: le parlo come si parla tra galantuomini, se posso usare questa antica parola senza sorridere. Tralasci le considerazioni contingenti che sovente offuscano il giudizio e guardi a cio' che veramente conta, nel suo cuore, nella storia dell'umana civile vicenda. Come vuol essere ricordato? Come il Presidente della Repubblica che avallo' il colpo di stato razzista che introdusse in Italia il regime dell'apartheid, lo scatenamento della scellerata furia squadrista, il ritorno delle leggi razziste del regime mussoliniano? O come il Presidente della Repubblica che salvo' la patria nell'ora del pericolo rigettando le illegali misure razziste, respingendo l'assalto squadrista, rifiutando di ratificare il ritorno della barbarie nazista? La Costituzione le da' il potere di salvare il nostro paese e le vite di tanti innocenti. Lo eserciti. L'immensa maggioranza del popolo italiano la sosterrebbe nella difesa della Costituzione, della civilta', dell'umanita'. Abbiamo tanti difetti, ma non siamo un popolo di tagliagole. L'umanita' intera le sarebbe infinitamente grata. Ascolti la sua coscienza, ascolti la voce delle leggi, ascolti la voce del diritto; stia bene, Peppe Sini, cittadino italiano Viterbo, 8 luglio 2009 2. UNA SOLA UMANITA'. NORMA BERTULLACELLI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Signor Presidente della Repubblica, ho sempre fatto mio lo scritto di don Milani: "Se voi avete il diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi diro' che, nel vostro senso io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall'altro. Gli uni sono la mia patria, gli altri i miei stranieri". Come "senza patria" non avrei quindi mai pensato di dovermi rammaricare di essere italiana. Ma di fronte agli stranieri che in questi giorni vengono colpiti dal "pacchetto sicurezza", una legge immorale, incostituzionale e razzista mi vergogno profondamente. Vorrei trovare il modo di comunicare loro che sono consapevole che l'immigrazione e' la conseguenza di un sistema internazionale di ingiustizia; e che, se mi trovassi nella loro stessa situazione, anch'io cercherei, legalmente o illegalmente, di emigrare. Vorrei raccontare loro la storia di mia nonna, vittima di pulizia etnica in Turchia nel 1913, ed approdata in Italia solo perche' di lontanissime e ormai dimenticate origini italiane; e dei miei zii, emigrati in Francia in cerca di lavoro. Forse avro' anch'io bisogno di una donna straniera che mi assista; ma non e' per puro utilitarismo che vorrei che fosse bene accolta: e' anche per non dovermi vergognare del paese in cui vivo e di cui, volente o nolente, condivido la lingua, la storia e la cultura. Sono una semplice insegnante, e quindi probabilmente non mi trovero' nella condizione di dover chiedere il permesso di soggiorno a chi iscrive i figli a scuola: a me di solito vengono consegnati gli elenchi dei bambini gia' iscritti. Ma se in qualche modo dovesse capitare, dichiaro fin d'ora che disobbediro' e boicottero' questa legge ingiusta. Signor Presidente della Repubblica, lei sa che questa legge contravviene ai principi fondamentali della Costituzione: rispetto per i diritti umani, diritto di asilo, solidarieta' ed accoglienza. Non la firmi. Norma Bertullacelli 3. UNA SOLA UMANITA'. ROSA PIA BONOMI: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Egregio Signor Presidente, sono una cittadina italiana qualunque e Le scrivo perche' sono preoccupata. Sono una maestra in pensione e quindi non una fanciulla. Alla fine della guerra avevo nove anni ma ricordo tantissime cose. Famiglia contadina, abitavamo vicino all'aeroporto militare di Villafranca. Venivano a casa nostra giovani soldati italiani, poi giovani soldati tedeschi (non SS ma ragazzi normali), poi americani neri. Mio fratello maggiore era in un campo di concentramente tedesco, e non torno' piu'. Ma i miei genitori accoglievano i giovani tedeschi, parlavano con loro, ascoltavano le loro storie e i loro lamenti. Fecero poi lo stesso con gli americani neri. Io non mi accorgevo piu' che erano neri. Insomma, sono stata vaccinata da piccola contro il razzismo. Adesso, tramite internet, mi accorgo che gente col mio cognome - Bonomi - c'e' in tutto il mondo: in Australia, in Messico, in Argentina... Perche' mai questi Bonomi saranno andati la'? Anzi, perche' sono qui nel nord Italia? Pare che vengano dalla Francia, e siano fuggiti ai tempi dei Catari, per non farsi bruciare vivi... Anche per questo sono vaccinata contro il razzismo. E tutti gli italiani dovrebbero esserlo. Tutti gli esseri umani in generale, ma specialmente gli italiani, che sono un miscuglio di provenienti da tante parti del mondo, dall'estremo nord (i normanni) e dal sud e dall'est e dall'ovest. Questa ondata di orrendo razzismo, questa legge minacciosa, questa diffusione del terrore tra la gente, questa mania delle ronde... mi costringono a pensare che sta arrivando (anzi e' gia' qui) il nazismo. Ma gli italiani sono ormai rimbambiti, ridotti ad uno stadio notevole di debolezza, creduloni, convinti di poter diventare ricchi copiando qualche... potente. La supplico, signor Presidente: Lei soltanto puo' ancora difenderci dall'incombente legge razziale! Sono una cittadina qualunque, non ho nessuna speciale autorevolezza, ma Le dico: mantenga per tutti una speranza di futuro e non firmi! Grazie infinite per l'attenzione e la pazienza e auguri per tutto. Rosa Pia Bonomi Sommacampagna (Verona) 4. UNA SOLA UMANITA'. CHIARA CAVALLARO: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Egregio ed illustre Presidente, mi unisco a coloro che gia', in modo pubblico o privato, le hanno sottoposto la necessita' di non promulgare il Disegno di legge N. 733-B, approvato dal Senato della Repubblica in data 2 luglio 2009 recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica". Personalmente ritengo che vi siano fondati motivi, oltre che per ragioni umanitarie, di coscienza e solidarieta' umana, per ritenere che esso non sia coerente con il dettato costituzionale. Mi riferisco a quanto previsto, per esempio, nell' art. 31 ("La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose") e nell'art. 32, c. 1 ("La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettivita', e garantisce cure gratuite agli indigenti"), articoli dove, a differenza di quanto accade in altre parti della Costituzione, si parla di "famiglia" e di "individui" e non di "cittadini" (e trattandosi di "indigenti", vi include anche coloro che, non avendo lavoro, o lavoro che fornisce un reddito "da non indigente", non hanno potuto ottenere il permesso di soggiorno). Alla luce quindi dell'art. 10, c. 3 ("Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge") e intendendo quanto previsto negli artt. 31-32 come quelle liberta' (o diritti-doveri) che afferiscono ai Rapporti etico-sociali del Titolo II della Costituzione, io credo che il nostro Paese, nella sua Costituzione, abbia voluto prevedere anche essi tra i "doveri inderogabili di solidarieta' politica, economica e sociale" (art. 2) che il Disegno di legge che ho citato rende particolarmente difficile portare ad attuazione. A tali diritti-doveri legati alla famiglia e all'individuo, e non alla cittadinanza, si aggiungono anche quelli relativi all'art. 30 c. 1 ("E' dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio") dove ancora una volta non si parla di genitori che siano necessariamente cittadini italiani. Non e' sicuramente necessario, ma le segnalo inoltre che la Costituzione all'art. 3. c. 1 ("Tutti i cittadini hanno pari dignita' sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali") non prevede che vi sia un'unica lingua per chi ha la cittadinanza del nostro Paese, e quindi mi chiedo perche' sottoporre lo straniero o la straniera che chiedono il solo soggiorno in Italia a un esame linguistico preventivo del quale la legge non stabilisce neppure le specifiche finalita'. Signor Presidente, in questi anni in cui i giornali ci informano di quanti lavoratori stranieri perdano la vita nelle nostre fabbriche e nei nostri cantieri spesso per incuria o negligenza dei datori di lavoro, in cui il nostro Paese si fa conoscere nel mondo per motivi molto poco nobili, o per quelle missioni militari all'estero che dovrebbero "esportare la democrazia" ma che si contraddistinguono anche per quegli "effetti collaterali" che resteranno nelle coscienze di tutti, io credo che una politica nei confronti dell'immigrazione dei deboli e dei poveri che abbia, della democrazia, innanzitutto il carattere umanitario e caritatevole che la nostra Costituzione prevede, sia necessaria e importante ai fini della pace e della concordia tra i popoli. Lei ne e', come ognuno di noi, un tutore, ma con una posizione di massima responsabilita'. Si faccia portavoce di una politica per l'immigrazione che innanzitutto rispetti e coltivi la dignita' di uomini e donne. E' anche questo che potrebbe dare a tutti noi una nuova, e piu' matura, sicurezza. La ringrazio per l'attenzione che mi avra' potuto accordare. Chiara Cavallaro 5. UNA SOLA UMANITA'. FRANCESCO COMINA: VOLTI [Ringraziamo Francesco Comina per averci messo a disposizione il seguente articolo che uscira' nella rubrica "Nonviolenza attiva" da lui curata nel "Notiziario della Rete Radie' Resch" col titolo "Quei volti clandestini fuorilegge dove c'e' Dio"] L'hanno chiamata "la legge dell'odio", don Ciotti l'ha definita una "legge crudele", Pax Christi ha parlato di "legge eversiva", Ettore Masina ha addirittura scritto che dopo l'approvazione di una tale legge l'Italia dovrebbe chiamarsi "Cainitalia". Certo che il "pacchetto sicurezza" approvato dal Parlamento e' forse il punto piu' basso e piu' incivile che la politica leghista, col sostegno del centrodestra, abbia raggiunto nel nostro Paese. Per la prima volta la legge mette fuorilegge un uomo per il semplice motivo di esistere anche se non si e' macchiato di alcun reato. Fuorilegge in Italia ora sono tutti quegli uomini, quelle donne, quei giovani che sono arrivati sulle nostre coste per fuggire la fame, per fuggire la guerra, per fuggire la morte. Sono clandestini, non hanno passaporto. Sono "criminali". Anche Dio e' illegale, perche' anche Lui arriva dall'Africa, dall'America Latina, dalle terre dell'Oriente, sulle stesse carrette del mare, sugli stessi sentieri impolverati e adirittura ci arriva attaccato ai semiasse dei Tir con lo stesso volto affaticato di quei ragazzi afghani di cui parlano tanto i giornali. A volte pure Dio muore schiacciato dalle ruote del camion, a volte Dio ce la fa e rivive l'evento della resurrezione. Ma allora forse dovremmo ripensare la storia a partire da quelle immagini: gli occhi bianchi, gli sguardi assenti, le gambe rigide, la pelle rinsecchita; denutriti, disidratati, immobilizzati. Sono i miserabili, che misurano la nostra civilta'. Sono uomini, ma nell'era dei diritti universali non valgono nulla. Sono uomini, ma "clandestini", e dunque non si esistono, non figurano, la loro presenza e' spesso associata a quella dei delinquenti. Magari non hanno fatto alcun reato, la loro colpa e' solo quella di essere fra noi. "Solo voy con mi pena / sola va mi condena / correr es mi destino / por no llevar papel perdido / en el corazon del grande babylon / me dicen el clandestino / yo soy el quiebra ley. Mano negra / clandestina / peruano / clandestino / africano / clandestino" canta la voce "clandestina" di Manu Chao. Ecco perche' la storia comincia qui, inizia dove l'economista e politologo americano Francis Fukuyama l'ha fatta chiudere. La fine della storia come l'abbiamo vissuta durante la guerra fredda, perfettamente pigiata nei suoi fronti ideologici contrapposti, ha aperto la storia complessa delle "diversita'". Improvvisamente l'Europa ha dovuto fare i conti con la miseria piu' terribile, con i continenti desaparecidos, con l'ipocrisia di un mondo che fra le pieghe della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo ha nascosto privilegi di ogni sorta. Ecco l'inizio della storia. Vengono dalla Sierra Leone, dal Senegal, dalla Costa d'Avorio, dal Ghana i dannati della terra. Vengono le carrette dei mari affollate di neri affamati. Vengono con la consapevolezza perfino di non arrivarci mai, con i figli piccoli che muoiono sulla barca e che mani addolorate di genitori depositano nelle profondita' del mare, dove quel bimbo, vulnerabile straniero, almeno verra' cullato dall'acqua anziche' bastonato dalla terra. Vengono, nonostante il rifiuto ideologico di una certa politica che vorrebbe inviare perfino truppe armate ai confini fra l'Italia e il sud del mondo a controllare che "i nuovi barbari" non oltrepassino la frontiera. Perche' non c'e' manganello che possa evitare la fuga disperata dalla miseria verso il sogno della liberazione. Vengono, vengono, vengono. E noi li vediamo. Il problema divampa. L'approssimarsi del volto sofferente, disperato, annichilito, inerme, moribondo, solleva dentro di noi un imperativo morale che non puo' essere eluso, pena la deriva dell'umano. Qui sta il confine fra civilta' e incivilta', fra pace e guerra, fra democrazia e dittatura. Farsi carico del volto altrui: questa e' la pace; rifiutare quel volto: questa e' la guerra. Si ribalta perfino il rapporto fra Stato e cittadino, perche' se alla radice di tutto c'e' il riconoscimento dell'altro come elemento costitutivo del genere umano, allora non e' lo stato che puo' dire se uno e' cittadino oppure no, perche' c'e' un diritto di cittadinanza cosmopolita che si basa sul riconoscimento che il volto inerme e' portatore di un passaporto naturale, se cosi' si puo' dire, un documento di identita' che non ammette limitazioni ne' di tempo ne' di spazio. Cosi' se un affamato fugge dall'Africa e viene in Italia esercita un suo diritto legittimo ed uno Stato non puo' difendersi rispedendolo a casa. E' un diritto primigenio, e' l'umanita' che deve mirare alla sua salvezza solidale attraverso il riconoscimento dell'altro, dello straniero, del diverso. E' il grande tema dell'ospitalita', indagato con la lente dell'etica dai maggiori filosofi contemporanei. E l'ospitalita' non e' un concetto che si puo' circoscrivere dentro gli spazi angusti della convenienza. L'ospitalita' e' un'apertura totale all'altro. Il filosofo francese Derrida analizza l'ambiguita' del termine "straniero" che nell'etimologia latina significa "hostis", al tempo stesso "straniero" e "nemico". L'apertura all'altro deve rischiare di impattare addirittura col pericolo di fare i conti con il "nemico", perche' anche l'ombra della diversita' irriducibile e' un momento dell'accoglienza illimitata. Ma c'e' un "di piu'". Accogliendo l'altro io dilato me stesso, metto in moto possibilita' culturali che altrimenti non potrei realizzare perche' la mia identita' e' limitata. L'altro mi apre un orizzonte inedito. Carmine Di Sante e' un filosofo e teologo che ha concentrato tutta la sua ricerca sull'interpretazione della Bibbia come fondazione di una storia a partire dall'estraneita'. Nel suo Io ospitale, Di Sante spiega molto bene come tutti i racconti di fondazione nascano dal trionfo dell'io. Solo la Bibbia rompe questa prospettiva partendo da una estraneita' che e' la condizione di un popolo alla ricerca di una casa. E dunque all'origine di Dio c'e' lo straniero, l'elemento di "stranieritudine", come la chiama Di Sante, la condizione di un popolo che cerca la Terra Promessa. Per questo motivo Di Sante puo' affermare, in chiave storica, di "co-ospitalita'": "Il cinese che arriva con i suoi prodotti a basso costo, insieme con i prodotti, porta il suo modo di pensare, di parlare, di mangiare, di relazionarsi... mi porta cioe' la sua estraneita' o 'stranieritudine'. Ma lo stesso vale per l'occidentale che va in Cina o in Giappone. Ci si scopre cosi' sempre piu' estranei chiamati a co-ospitarsi. Appunto perche' diventiamo sempre piu' stranieri gli uni agli altri, il tema dell'alterita' e' diventato cosi' centrale nell'attuale dibattito culturale. La grandezza di Levinas, il filosofo dell'alterita' per eccellenza, e' di avere colto questo aspetto facendone il fulcro della sua riflessione filosofica". Le immagini dei miserabili che tentano di approdare alle nostre coste sembrano un dipinto cinquecentesco del grande banchetto ai piedi del quale si distendono i poveri del tempo. I naufraghi della speranza le cercano tutte per raggiungere il nostro Paese e poter partecipare al nostro banchetto. Ma guai a loro per tanto coraggio. La porta dell'ospitalita' si chiude sui loro volti inermi. Solo le mani della solidarieta' "dal basso", le mani dei volontari che li attendono sul litorale per soccorrerli, rompono per un momento almeno la cortina di ferro del rifiuto. Ma proprio questo e' umano. 6. UNA SOLA UMANITA'. MARINELLA CORREGGIA: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Stimatissimo Presidente, mi aggiungo ai numerosi italiani che si oppongono alle misure razziste e incostituzionali contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" approvato dal Senato in seconda lettura il 2 luglio 2009. Le chiediamo di non ratificarlo, ovvero di rinviarlo alle Camere chiedendone la modifica nelle parti palesemente incompatibili con la Costituzione e le norme del diritto internazionale recepite nell'ordinamento della Repubblica Italiana. Speriamo in un Suo intervento. Marinella Correggia 7. UNA SOLA UMANITA'. FABIO DI FRANCESCO: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Gentile Presidente, in quanto supremo rappresentante del popolo italiano e garante della sua Costituzione, La invito a non ratificare le misure razziste e criminogene contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" in quanto contrarie alla sostanza ed allo spirito costituzionale. Tali norme, dovessero entrare in vigore, avrebbero effetti devastanti sul nostro sistema giudiziario e penitenziario ma, ancora piu' grave, ci porrebbero al di fuori della comunita' civile internazionale. Certo della Sua sensibilita' verso i temi in questione, la saluto rispettosamente Fabio Di Francesco, Dipartimento di Chimica e Chimica Industriale, Universita' degli Studi di Pisa 8. UNA SOLA UMANITA'. PAOLO FARINELLA: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Signor Presidente della Repubblica, in questi tempi che io ritengo bui per la nostra Nazione, lei resta un punto di riferimento affidabile e serio. Con un presidente del consiglio scadente, scaduto e deprimente, attaccato dalla stampa e a quanto pare anche dai governi di mezzo mondo, mi risulta difficile pensare che lei, con il suo alto senso dello Stato, delle Istituzioni internazioni di cui l'Italia e' membro firmatario, possa firmare il cosiddetto decreto sulla sicurezza che e' palesemente una offesa al diritto, un insulto alla Costituzione e una foglia di fico per coprire le vergogne della Lega e della maggioranza, che gia' prima ancora che venga promulgato litigano su come disattenderlo. La mancanza di cultura giuridica e la protervia che li accompagna esige da parte sua un severo esame del testo e un rinvio alle Camere con un messaggio motivato. So bene che il suo compito e' delicato, ma anche la situazione lo e' e come lei stesso puo' osservare scivola sempre piu' verso un degrado etico e politico di cui l'Italia farebbe volentieri a meno. Mi associo alla lettera, che faccio mia, di Bruno Segre e di migliaia di altri concittadine e concittadini per supplicarla in modo accorato di "essere parziale" nel suo giudizio e di schierarsi dalla parte della giustizia e dello Stato di diritto. Gli immigrati sono persone prima di essere immigrati e nessuna legge puo' derubarli della loro identita' e della loro esistenza. Uno Stato che pretenda questo e' illegale, e deve essere disobbedito costi quel che costi. Migliaia di associazioni e di privati cittadini sono pronti a disobbedire alla legge iniqua per obbedire alla propria coscienza. Ho ancora speranza che l'Italia non sia ripudiata dalla coscienza dell'umanita' dei poveri. Non lo permetta, signor Presidente. L'Italia intera e' con lei. Un caro saluto Paolo Farinella, prete 9. UNA SOLA UMANITA'. CARLO MARIA FERRARIS: CONTRO IL COLPO DI STATO RAZZISTA Aderisco all'appello al Presidente della Repubblica contro il colpo di stato razzista. Carlo Maria Ferraris 10. UNA SOLA UMANITA'. CRISTINA GIORCELLI: CONTRO LE LEGGI RAZZIALI Vorrei aggiungere il mio nome a quelli dei firmatari della petizione al Presidente della Repubblica contro le leggi razziali. Cristina Giorcelli, Universita' di Roma Tre 11. UNA SOLA UMANITA'. CARLO GUBITOSA: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Gentile Presidente Napolitano, le scrive un cittadino preoccupato per la sicurezza dei propri cari. La guerra tra Belgrado e Sarajevo ci ha insegnato che anche tra due citta' multietniche e amiche fino al giorno prima puo' esplodere una violenza razzista al di la' di ogni immaginazione. Non mi piacerebbe che la situazione si ripetesse anche da noi, e pertanto Le chiedo di gettare acqua sul fuoco dell'intolleranza e di non avallare con la sua firma il cosiddetto "pacchetto sicurezza". So bene che un Suo eventuale rifiuto sarebbe un gesto simbolico dagli effetti limitati, e che dopo un ulteriore passaggio dalle camere con dei ritocchi minimi, per Lei firmare non sarebbe piu' una scelta ma un dovere da compiere a norma di legge. Ma chi l'ha deciso che in Italia i simboli, i messaggi e i gesti che plasmano la cultura debbano essere solo quelli che incitano all'odio etnico e diffondono il virus dell'intolleranza? Le belle pagine di storia si scrivono anche con dei bei simboli. Lei sa bene, per aver tenuto a battesimo i Cpt con la legge che porta il suo nome e quello di Livia Turco, che anche le leggi scritte con le migliori intenzioni possono trasformarsi alla prova dei fatti in ferite e violazioni dei diritti di chi affronta come puo' la poverta', la fame e le guerre. Le lascio immaginare quello che puo' accadere quando le intenzioni del legislatore non sono le migliori possibili e sono viziate da un'indulgenza al populismo xenofobo che puo' portare molti voti ma anche molta violenza. Fortunatamente noi che abbiamo il passaporto italiano non dobbiamo affrontare poverta', fame e guerre, e ci basta essere un po' piu' sobri per superare la crisi dei mercati, rinunciare a qualche lusso non necessario e far studiare i nostri figli quel tanto che basta perche' non siano costretti ad arruolarsi e fare guerre in casa d'altri pur di lavorare e pagarsi un mutuo. Mi sembra pertanto un doveroso gesto di solidarieta' umana ricordarci di chi sta peggio e valutare con vigile attenzione la congruenza tra gli alti principi espressi nella carta costituzionale e un provvedimento che impedisce alle madri straniere di registrare i neonati all'anagrafe, senza che la nostra sicurezza aumenti di una virgola. Le chiedo pertanto di adoperarsi affinche' il "pacchetto sicurezza" sia rinviato alle Camere affinche' provvedano a modificarne le parti incompatibili con la Costituzione e le norme del diritto internazionale recepite nell'ordinamento della Repubblica Italiana. Resto in attesa di un suo riscontro e le auguro buon lavoro. Cordiali Saluti Carlo Gubitosa 12. UNA SOLA UMANITA'. FULVIO MASTROPAOLO: AFFETTUOSAMENTE E IN CRISTO Ho appena aderito all'"Appello al Presidente della Repubblica contro il colpo di Stato razzista". Plaudo all'iniziativa, la quale, oltre tutto, e' anche in perfetta sintonia con la Santa Sede, come apprendiamo dalla stampa seria e non faziosa di oggi: un'iniziativa di questo genere non puo' certo dolere a chi si richiama al Concilio Vaticano II e al dialogo con gli uomini di buona volonta'. Dissentiamo con fermezza dai nostri nemici, ma amiamoli come Gesu', vero Dio e vero uomo, li ama, pregando per quelli che perseguitano per differenze di razza e di opinione (Mt 5, 44; Lc 6, 27-28) e perche' alfine si ravvedano. Affettuosamente e in Cristo, soprattutto nel primo venerdi' del mese, nel pensiero rivolto al Cuore di Gesu', nella festa dell'apostolo Tommaso. Fulvio Mastropaolo 13. UNA SOLA UMANITA'. CRISTINA PAPA: AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Gentile Presidente Napolitano, Come molte altre persone in questi giorni, Le scrivo per chiederLe di fare tutto quanto e' in Suo potere per fermare una legge che, istituendo il reato di immigrazione clandestina, segna un ulteriore passo verso la barbarie del diritto e verso l'abbandono di quei vincoli di solidarieta' umana che so per certo stanno a cuore anche a Lei. In un Paese in cui per ogni abuso (edilizio, fiscale, ambientale) tutti sono pronti ad invocare una sanatoria, suona particolarmente beffardo il puntiglioso rifiuto, in nome della legalita', di regolarizzare il soggiorno di uomini e donne (ma soprattutto donne) che hanno come unica colpa quella di essere migranti. Presidente, fermi questa legge non per il "disagio" che ne verrebbe alle famiglie italiane se badanti, baby sitter, collaboratrici domestiche fossero espulse. La fermi perche' essa contrasta fortemente con la liberta' fondamentale di ciascuno/a a stabilire la propria dimora nel luogo voluto e di vivere li' con il proprio lavoro. Certa del suo impegno nella difesa di un diritto cosi' fondamentale, buona giornata, Cristina Papa 14. UNA SOLA UMANITA'. UNA PREGHIERA AD ALCUNE PERSONE AMICHE Carissime e carissimi, stiamo sollecitando persone e movimenti a scrivere al Presidente della Repubblica affinche' non ratifichi le misure razziste, criminogene ed incostituzionali contenute nel cosiddetto "pacchetto sicurezza" approvato dal Senato in seconda lettura il 2 luglio 2009, ovvero rinvii alle Camere quel provvedimento chiedendone la modifica nelle parti palesemente incompatibili con la Costituzione e le norme del diritto internazionale recepite nell'ordinamento della Repubblica Italiana. Vorremmo pregarvi: a) di scrivere anche voi al Presidente della Repubblica in tal senso, e di rendere pubblica tale iniziativa comunicandola a mezzi d'informazione ed interlocutori vari; b) di esortare altre persone a farlo, rendendo anch'esse pubblica la loro iniziativa; c) di inviarci un vostro intervento da pubblicare sul nostro notiziario telematico quotidiano. La tempestivita' e' decisiva, ed altrettanto decisiva e' la vastita' della mobilitazione: sussistono i termini giuridici perche' il Presidente della Repubblica possa rinviare alle Camere quell'atto, ma e' evidente che sara' confortato in tale decisione dal visibile pronunciarsi di una vasta parte del popolo italiano in difesa del diritto, della civilta', dell'umanita'. Facciamo quanto e' in nostro potere perche' questo accada. Per scrivere al Presidente della Repubblica l'indirizzo postale e': Presidente della Repubblica, piazza del Quirinale, 00187 Roma; il fax: 0646993125; l'indirizzo di posta elettronica e': presidenza.repubblica at quirinale.it ; nel web: https://servizi.quirinale.it/webmail/ Un cordiale saluto, il Centro di ricerca per la pace di Viterbo Viterbo, 7 luglio 2009 15. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA CONTRO IL COLPO DI STATO RAZZISTA Il colpo di stato razzista compiuto dal governo Berlusconi con la complicita' di una asservita maggioranza parlamentare puo' e deve essere respinto. E' nei poteri del Presidente della Repubblica rifiutare di avallare l'introduzione nel corpus legislativo di misure palesemente in contrasto con la Costituzione della Repubblica Italiana, palesemente criminali e criminogene, palesemente razziste ed incompatibili con l'ordinamento giuridico della Repubblica. Al Presidente della Repubblica in prima istanza facciamo ora appello affinche' non ratifichi un deliberato illegale ed eversivo che viola i fondamenti stessi dello stato di diritto e della civilta' giuridica, che viola i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica Italiana. Il "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 2 luglio 2009 16. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEGLI INTELLETTUALI CONTRO IL RITORNO DELLE LEGGI RAZZIALI IN ITALIA Le cose accadute in Italia hanno sempre avuto, nel bene e nel male, una straordinaria influenza sulla intera societa' europea, dal Rinascimento italiano al fascismo. Non sempre sono state pero' conosciute in tempo. In questo momento c'e' una grande attenzione sui giornali europei per alcuni aspetti della crisi che sta investendo il nostro paese, riteniamo, pero', un dovere di quanti viviamo in Italia richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica europea su altri aspetti rimasti oscuri. Si tratta di alcuni passaggi della politica e della legislazione italiana che, se non si riuscira' ad impedire, rischiano di sfigurare il volto dell'Europa e di far arretrare la causa dei diritti umani nel mondo intero. Il governo Berlusconi, agitando il pretesto della sicurezza, ha imposto al Parlamento, di cui ha il pieno controllo, l'adozione di norme discriminatorie nei confronti degli immigrati, quali in Europa non si vedevano dai tempi delle leggi razziali. E' stato sostituito il soggetto passivo della discriminazione, non piu' gli ebrei bensi' la popolazione degli immigrati "irregolari", che conta centinaia di migliaia di persone; ma non sono stati cambiati gli istituti previsti dalle leggi razziali, come il divieto dei matrimoni misti. Con tale divieto si impedisce, in ragione della nazionalita', l'esercizio di un diritto fondamentale quale e' quello di contrarre matrimonio senza vincoli di etnia o di religione; diritto fondamentale che in tal modo viene sottratto non solo agli stranieri ma agli stessi italiani. Con una norma ancora piu' lesiva della dignita' e della stessa qualita' umana, e' stato inoltre introdotto il divieto per le donne straniere, in condizioni di irregolarita' amministrativa, di riconoscere i figli da loro stesse generati. Pertanto in forza di una tale decisione politica di una maggioranza transeunte, i figli generati dalle madri straniere "irregolari" diverranno per tutta la vita figli di nessuno, saranno sottratti alle madri e messi nelle mani dello Stato. Neanche il fascismo si era spinto fino a questo punto. Infatti le leggi razziali introdotte da quel regime nel 1938 non privavano le madri ebree dei loro figli, ne' le costringevano all'aborto per evitare la confisca dei loro bambini da parte dello Stato. Non ci rivolgeremmo all'opinione pubblica europea se la gravita' di queste misure non fosse tale da superare ogni confine nazionale e non richiedesse una reazione responsabile di tutte le persone che credono a una comune umanita'. L'Europa non puo' ammettere che uno dei suoi Paesi fondatori regredisca a livelli primitivi di convivenza, contraddicendo le leggi internazionali e i principi garantisti e di civilta' giuridica su cui si basa la stessa costruzione politica europea. E' interesse e onore di tutti noi europei che cio' non accada. La cultura democratica europea deve prendere coscienza della patologia che viene dall'Italia e mobilitarsi per impedire che possa dilagare in Europa. A ciascuno la scelta delle forme opportune per manifestare e far valere la propria opposizione. Roma, 29 giugno 2009 Andrea Camilleri, Antonio Tabucchi, Dacia Maraini, Dario Fo, Franca Rame, Moni Ovadia, Maurizio Scaparro, Gianni Amelio 17. UNA SOLA UMANITA'. APPELLO DEI GIURISTI CONTRO L'INTRODUZIONE DEI REATI DI INGRESSO E SOGGIORNO ILLEGALE DEI MIGRANTI Il disegno di legge n. 733-B attualmente all'esame del Senato prevede varie innovazioni che suscitano rilievi critici. In particolare, riteniamo necessario richiamare l'attenzione della discussione pubblica sulla norma che punisce a titolo di reato l'ingresso e il soggiorno illegale dello straniero nel territorio dello Stato, una norma che, a nostro avviso, oltre ad esasperare la preoccupante tendenza all'uso simbolico della sanzione penale, criminalizza mere condizioni personali e presenta molteplici profili di illegittimita' costituzionale. La norma e', anzitutto, priva di fondamento giustificativo, poiche' la sua sfera applicativa e' destinata a sovrapporsi integralmente a quella dell'espulsione quale misura amministrativa, il che mette in luce l'assoluta irragionevolezza della nuova figura di reato; inoltre, il ruolo di extrema ratio che deve rivestire la sanzione penale impone che essa sia utilizzata, nel rispetto del principio di proporzionalita', solo in mancanza di altri strumenti idonei al raggiungimento dello scopo. Ne' un fondamento giustificativo del nuovo reato puo' essere individuato sulla base di una presunta pericolosita' sociale della condizione del migrante irregolare: la Corte Costituzionale (sent. 78 del 2007) ha infatti gia' escluso che la condizione di mera irregolarita' dello straniero sia sintomatica di una pericolosita' sociale dello stesso, sicche' la criminalizzazione di tale condizione stabilita dal disegno di legge si rivela anche su questo terreno priva di fondamento giustificativo. L'ingresso o la presenza illegale del singolo straniero dunque non rappresentano, di per se', fatti lesivi di beni meritevoli di tutela penale, ma sono l'espressione di una condizione individuale, la condizione di migrante: la relativa incriminazione, pertanto, assume un connotato discriminatorio ratione subiecti contrastante non solo con il principio di eguaglianza, ma con la fondamentale garanzia costituzionale in materia penale, in base alla quale si puo' essere puniti solo per fatti materiali. L'introduzione del reato in esame, inoltre, produrrebbe una crescita abnorme di ineffettivita' del sistema penale, gravato di centinaia di migliaia di ulteriori processi privi di reale utilita' sociale e condannato per cio' alla paralisi. Ne' questo effetto sarebbe scongiurato dalla attribuzione della relativa cognizione al giudice di pace (con alterazione degli attuali criteri di ripartizione della competenza tra magistratura professionale e magistratura onoraria e snaturamento della fisionomia di quest'ultima): da un lato perche' la paralisi non e' meno grave se investe il settore di giurisdizione del giudice di pace, dall'altro per le ricadute sul sistema complessivo delle impugnazioni, gia' in grave sofferenza. Rientra certo tra i compiti delle istituzioni pubbliche "regolare la materia dell'immigrazione, in correlazione ai molteplici interessi pubblici da essa coinvolti ed ai gravi problemi connessi a flussi migratori incontrollati" (Corte Cost., sent. n. 5 del 2004), ma nell'adempimento di tali compiti il legislatore deve attenersi alla rigorosa osservanza dei principi fondamentali del sistema penale e, ferma restando la sfera di discrezionalita' che gli compete, deve orientare la sua azione a canoni di razionalita' finalistica. "Gli squilibri e le forti tensioni che caratterizzano le societa' piu' avanzate producono condizioni di estrema emarginazione, si' che (...) non si puo' non cogliere con preoccupata inquietudine l'affiorare di tendenze, o anche soltanto tentazioni, volte a 'nascondere' la miseria e a considerare le persone in condizioni di poverta' come pericolose e colpevoli". Le parole con le quali la Corte Costituzionale dichiaro' l'illegittimita' del reato di "mendicita'" di cui all'art. 670, comma 1, cod. pen. (sent. n. 519 del 1995) offrono ancora oggi una guida per affrontare questioni come quella dell'immigrazione con strumenti adeguati allo loro straordinaria complessita' e rispettosi delle garanzie fondamentali riconosciute dalla Costituzione a tutte le persone. 25 giugno 2009 Angelo Caputo, Domenico Ciruzzi, Oreste Dominioni, Massimo Donini, Luciano Eusebi, Giovanni Fiandaca, Luigi Ferrajoli, Gabrio Forti, Roberto Lamacchia, Sandro Margara, Guido Neppi Modona, Paolo Morozzo della Rocca, Valerio Onida, Elena Paciotti, Giovanni Palombarini, Livio Pepino, Carlo Renoldi, Stefano Rodota', Arturo Salerni, Armando Spataro, Lorenzo Trucco, Gustavo Zagrebelsky =================================================== ESORTAZIONE AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ITALIANA =================================================== Supplemento straordinario de "La nonviolenza e' in cammino" dell'8 luglio 2009 Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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