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Minime. 857
- Subject: Minime. 857
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 20 Jun 2009 00:50:51 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 857 del 20 giugno 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Aung San Suu Kyi 2. La guerra e noi 3. Il razzismo puo' essere sconfitto 4. Ballottaggi. La domanda 5. Un referendum da boicottare 6. Rachele Gonnelli: La fabbrica del razzismo 7. Il professor Rocco Altieri dell'Universita' di Pisa solidale con l'impegno contro il mega-aeroporto a Viterbo 8. Antonella Litta: Una richiesta di documentazione sullo stato delle acque del lago di Vico 9. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento 10. Valentino Parlato ricorda Massimo Caprara 11. Mario De Caro presenta "La novita' di ognuno. Persona e liberta'" di Roberta De Monticelli 12. Valentina Parisi presenta "La nostra vita" di Boris, Aleksandr, Evgenij Pasternak 13. "Noi donne" presenta "Sulle orme di Antigone" di Maria Chiaia 14. "Noi donne" presenta "Celeste Aida" di Marinella Fiume 15. "Noi donne" presenta "Letteralmente femminista" di Monica Lanfranco 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento 17. Per saperne di piu' 1. MAESTRE. AUNG SAN SUU KYI Il 19 giugno, ieri, e' stato il sessantaquattresimo anniversario della nascita di Aung San Suu Kyi. Voce e volto della nonviolenza. Voce e volto dell'umanita'. Da tutto il mondo si levi dell'umanita' la voce a chiederne la liberazione. 2. EDITORIALE. LA GUERRA E NOI Se non ci si oppone alla guerra, se non ci si oppone alle stragi, tutto il resto che vale? 3. LE ULTIME COSE. IL RAZZISMO PUO' ESSERE SCONFITTO Non ci si lasci ingannare dalle apparenze. Il razzismo puo' essere sconfitto. Se ti decidi a combatterlo. Con la forza della nonviolenza. 4. LE ULTIME COSE. BALLOTTAGGI. LA DOMANDA Ai ballottaggi la domanda e': puo' essere questo voto uno strumento democratico per esprimere ancora una volta un'opposizione all'eversione berlusconiana? puo' essere questo voto uno strumento democratico per esprimere ancora una volta un'opposizione al razzismo? puo' essere questo voto uno strumento democratico per esprimere ancora una volta un'opposizione al governo dei gopisti, dei mafiosi, dei fascisti, dei razzisti, dei corruttori? Si voti dunque, e si contribuisca anche cosi' a contrastare la barbarie. 5. LE ULTIME COSE. UN REFERENDUM DA BOICOTTARE Mettiamola cosi', diceva allora: ti si presenta un tizio e ti chiede se preferisci che ti taglino la mano destra o la mano sinistra. Ma noi non vogliamo che ci taglino le mani. E siamo anche certi di non aver rubato. Mettiamola cosi', poi aggiungeva: ci si chiede se preferiamo la dittatura del partito della mafia o la dittatura del partito della mafia alleato col partito del razzismo. Ma noi non vogliamo la dittatura. E siamo anche contrari alla mafia e al razzismo. E proseguiva, mettiamola cosi': ci si chiede di esprimere il consenso al regime della corruzione col pennacchio o al regime della corruzione senza pennacchio. Ma non ci opponiamo al regime della corruzione. Quanto ai pennacchi, lasciamoli a Cyrano. Noi non votiamo il referendum per decidere "come" essere schiavi. Noi non vogliamo essere schiavi. Noi siamo per la repubblica, non per l'impero. Mettiamola cosi', mi diceva il mio buon maestro di retorica Juan de Mairena. 6. UNA SOLA UMANITA'. RACHELE GONNELLI: LA FABBRICA DEL RAZZISMO [Dal quotidiano "L'Unita'" del 18 giugno 2009 col titolo "Fabbrica razzismo. I fatti, le notizie e la costruzione della paura" e il sommario "Da Erba alla Caffarella a Ponticelli: un'analisi di 319 casi di ordinaria xenofobia cosi' come li hanno rappresentati i media. Tra distorsioni, pregiudizi e falsi allarmi che trasformano l'immigrazione in problema criminale da affrontare solo con la repressione. Lo studio della Ong Lunaria curato da docenti e magistrati dimostra come funziona un vero e proprio meccanismo"] Andare contro la marea montante, quasi un'onda anomala, del razzismo, e' faticoso. E fatica, mesi di lavoro, ci sono voluti per produrre il primo libro bianco sul razzismo in Italia. Un'opera collettiva a cui hanno partecipato professori universitari, magistrati, esperti di legislazione europea, messi insieme dalla ong Lunaria. "Siamo partiti dai fatti", ha spiegato la vicepresidente Grazia Naletto, presentando il volume, disponibile online sul sito dell'associazione (www.lunaria.org). E i fatti sono stati presi dalla stampa. Si tratta percio' di un poderoso lavoro di analisi critica di tutti i media, dalla tv ai quotidiani locali, dai siti alle agenzie di stampa. Alla ricerca dei meccanismi con cui si crea e si amplifica il razzismo fino a farlo diventare pervasivo nell'intera societa'. Meccanismi che agiscono spesso con l'inconsapevolezza o semiconsapevolezza degli attori, in questo caso i giornalisti. "Non abbiamo alcun intento di criminalizzare i mezzi d'informazione", chiarisce Naletto. Casomai, spiega, stimolare una maggiore consapevolezza da parte degli operatori dell'informazione dei danni che la cattiva narrazione puo' produrre alimentando allarmi inesistenti e pregiudizi privi di fondamento. Miti negativi che spesso la politica invece di contrastare, utilizza per darsi visibilita' e rafforzarsi. Con il risultato di ingigantire il rischio di una deriva anche legislativa. Per scardinare questo circolo vizioso che si autoalimenta, sono stati percio' passati in rassegna i fatti e la loro rappresentazione nell'opinione pubblica in un lasso di tempo compreso tra il primo gennaio 2007 e il 15 aprile 2009. Sono stati presi in esame 319 casi di "ordinario razzismo", smontati e ricostruiti nella verita' dei fatti, ripuliti dell'apparato retorico e ricondotti su un piano di realta'. In piu' e' stato fatto un lavoro piu' intenso e concentrato su otto principali casi di cronaca che hanno impegnato le prime pagine e le notizie di testa dei tg per mesi: la strage di Erba, l'uccisione nella metro di Roma di Vanessa Russo, l'omicidio di Giovanna Reggiani, il pogrom contro i rom a Ponticelli, l'uccisione a Milano di Abdul Guibre, la violenza subita a Parma da Emmanuel Bonsu, l'aggressione di Navtej Singh su una panchina in una stazione ferroviaria a Nettuno, lo stupro nel parco della Caffarella. Non si tratta in effetti di una ricerca fatta di numeri e statistiche. Ma di una analisi qualitativa di un fenomeno - il razzismo - e delle sue declinazioni. L'indagine e' quindi di linguaggio, sociologica, oltre che giuridica ed etnologica. Si vuole dare un contributo alla decostruzione di un apparato simbolico che concepisce l'immigrazione solo come problema e problema non piu' sociale ma criminale. Nel tentativo di scardinare la legittimazione popolare di quella che si sta sedimentando come una legislazione speciale riservata ai migranti, che siano dotati o sprovvisti di documenti che attestino il loro arrivo in Italia tramite canali ufficiali o piu' facilmente il loro percorso di regolarizzazione e inserimento lavorativo. Come puo' essere ultizzato il Libro bianco sul razzismo in Italia? Sicuramente anche nellle intenzioni degli autori potrebbe essere utilizzato nelle scuole, come testo base per un lavoro che deve essere comunque aggiornato e continuato. Perche' insegna appunto a leggere i contenuti dei giornali e dei telegiornali, notizie ma anche editoriali, sondaggi e interviste con l'esperto di turno, senza "bersi" ogni approccio in modo acritico. Un modo meno pubblicitario e piu' serio di far entrare la carta stampata in classe. E poi potrebbe essere utilizzato da traccia per le scuole e i corsi universitari di giornalismo. Per creare nelle nuove leve di cronisti di nera una consapevolezza deontologica rispetta al tema dell'immigrazione. Tra l'altro la cronaca nera nella televisioni, come dimostra una ricerca dell'Osservatorio di Pavia citata nell'apparato critico del libro bianco, sta sempre piu' conquistando spazi di informazione sia nelle reti private che in quelle pubbliche. In questi ultimi due anni dal 40 al 60% di tutte le notizie pubblicate o trasmesse in Italia sono da considerare legate alla problematica dell'immigrazione e dell'emergenza sicuritaria, hanno calcolato gli autori. Mentre tra i protagonisti delle storie di razzismo quotidiano, sia nel ruolo di attori che in quelle di vittime, ci sono essenzialmente i giovani. Il futuro. E per usare una citazione del libro: "Non bisogna dare per scontato che i discorsi siano privi di conseguenze". 7. SOLIDARIETA'. IL PROFESSOR ROCCO ALTIERI DELL'UNIVERSITA' DI PISA SOLIDALE CON L'IMPEGNO CONTRO IL MEGA-AEROPORTO A VITERBO Il professor Rocco Altieri, uno dei piu' prestigiosi studiosi di peace research a livello internazionale, direttore della rivista scientifica "Quaderni Satyagraha" e della casa editrice "Gandhi Edizioni", ha espresso ancora una volta il suo sostegno all'impegno contro il mega-aeroporto a Viterbo e per la riduzione del trasporto aereo. Con un messaggio di condivisione e di solidarieta' si e' associato alla lettera aperta inviata dal "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo al presidente della Regione Lazio. Il professor Rocco Altieri e' nato a Monteleone di Puglia, studi di sociologia, lettere moderne e scienze religiose presso l'Universita' di Napoli, promotore degli studi sulla pace e la trasformazione nonviolenta dei conflitti presso l'Universita' di Pisa, docente di Teoria e prassi della nonviolenza all'Universita' di Pisa, dirige la rivista "Quaderni satyagraha" e la casa editrice "Gandhi Edizioni". Tra le opere di Rocco Altieri segnaliamo particolarmente La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998. * Allegato: il testo della lettera aperta inviata dal responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo al presidente della Regione Lazio il 17 giugno 2009 Signor presidente della Regione Lazio, a me sembra scandaloso. Scandaloso che la Regione Lazio sia a favore della devastazione dell'area archeologica e termale del Bulicame. Scandaloso che la Regione Lazio sia a favore dell'aggressione all'agricoltura nell'alto Lazio. Scandaloso che la Regione Lazio sia a favore della distruzione di preziosi, peculiari ed insostituibili beni ambientali e culturali. Scandaloso che la Regione Lazio sia a favore dell'avvelenamento dei cittadini di Viterbo. Scandaloso che la Regione Lazio sia a favore dello sperpero dei soldi di tutti. Scandaloso che la Regione Lazio sia a favore della violazione della legalita'. Scandaloso che la Regione Lazio sia a favore dell'effetto serra che sta aggredendo la biosfera. Perche' la realizzazione di un mega-aeroporto nell'area archeologica e termale del Bulicame a Viterbo proprio tutto cio' significa. Ed e' scandaloso. Non sarebbe ora che la Regione Lazio cessasse di essere complice di questa operazione speculativa, distruttiva, nociva ed illegale? Non sarebbe ora che la Regione Lazio tornasse al rispetto dell'ambiente, dei cittadini, del diritto al lavoro, della salute, del bene pubblico, della legalita'? 8. DOCUMENTI. ANTONELLA LITTA: UNA RICHIESTA DI DOCUMENTAZIONE SULLA STATO DELLE ACQUE DEL LAGO DI VICO [Dall'Isde di Viterbo (per contatti: isde.viterbo at libero.it) riceviamo e diffondiamo. Antonella Litta (per contatti: tel.: 3383810091, e-mail: isde.viterbo at libero.it) e' la portavoce del Comitato che si oppone alla realizzazione del mega-aeroporto a Viterbo; svolge l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi (in provincia di Viterbo). E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia). Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta' locali ed internazionali. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente] Al Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanita' pubblica della Asl di Viterbo, al Servizio veterinario della Asl di Viterbo, e per opportuna conoscenza: al Prefetto di Viterbo, al Sindaco del Comune di Caprarola, al Sindaco del Comune di Ronciglione, al Direttore generale della Asl di Viterbo, al Direttore sanitario della Asl di Viterbo, All'Arpa Lazio sezione di Viterbo, al Presidente della Provincia di Viterbo, al Presidente della Giunta Regionale del Lazio, ai Responsabili dell'Ato-Vt1, all'Assessore all'ambiente della Provincia di Viterbo, all'Assessore all'ambiente della Regione Lazio, all'Assessore alla sanita' della Regione Lazio Oggetto: richiesta dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia), sezione di Viterbo, degli esami specifici e relativi alla concentrazione della microcistina prodotta dall'alga rossa Plankthotrix rubescens e alla biomassa organica totale. In data 20 marzo 2009 la nostra associazione, preoccupata dalle possibili problematiche sanitarie connesse alla presenza nelle acque del lago di Vico di periodiche fioriture dell'alga Plankthotrix rubescens, produttrice di una microcistina dannosa per la salute delle persone e l'ambiente e classificata come cancerogeno di classe 2 b dallo Iarc, ha fatto richiesta all'Arpa sezione di Viterbo, al Servizio veterinario della Asl di Viterbo e al Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanita' pubblica della Asl di Viterbo, della copia delle analisi effettuate a partire dal dicembre 2007 per il rilevamento della concentrazione della biomassa organica totale e della microcistina nelle acque del lago di Vico, in quelle destinate a consumo umano, in quelle dei pozzi utilizzati per approvvigionamento idrico comunale e nei tessuti delle specie ittiche di piu' largo e frequente consumo alimentare. In data 18 maggio 2009 questa stessa richiesta e' stata reiterata in quanto il Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanita' pubblica della Asl di Viterbo non aveva fornito alcuna risposta, la sezione di Viterbo dell'Arpa aveva risposto con la lettera n. protocollo 0001835 nella quale affermava che le analisi effettuate erano state messe a disposizione degli altri enti a cui era stata indirizzata la nostra prima richiesta e il Servizio veterinario forniva invece risposte inadeguate e non esaustive. Alla reiterazione della richiesta ha risposto solo il Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanita' pubblica della Asl di Viterbo con una lettera del 28 maggio 2009 n. protocollo 457 che e' elusiva e non attinente rispetto a quanto richiesto. Si chiede pertanto al Dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanita' pubblica della Asl di Viterbo e al Servizio veterinario della Asl di Viterbo di rendere disponibili gli esami specifici e relativi alla concentrazione della microcistina e della biomassa organica. In attesa di un cortese riscontro, si inviano distinti saluti, dottoressa Antonella Litta, referente per Viterbo dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia) Viterbo, 13 giugno 2009 9. APPELLI. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO [Dal sito del Movimento Nonviolento (www.nonviolenti.org) riprendiamo il seguente appello] Anche con la prossima dichiarazione dei redditi sara' possibile sottoscrivere un versamento al Movimento Nonviolento (associazione di promozione sociale). Non si tratta di versare soldi in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato. Destinare il 5 per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale dell'associazione. Il Codice Fiscale del Movimento Nonviolento da trascrivere e': 93100500235. Sono moltissime le associazioni cui e' possibile destinare il 5 per mille. Per molti di questi soggetti qualche centinaio di euro in piu' o in meno non fara' nessuna differenza, mentre per il Movimento Nonviolento ogni piccola quota sara' determinante perche' ci basiamo esclusivamente sul volontariato, la gratuita', le donazioni. I contributi raccolti verranno utilizzati a sostegno della attivita' del Movimento Nonviolento e in particolare per rendere operativa la "Casa per la Pace" di Ghilarza (Sardegna), un immobile di cui abbiamo accettato la generosa donazione per farlo diventare un centro di iniziative per la promozione della cultura della nonviolenza (seminari, convegni, campi estivi, eccetera). Vi proponiamo di sostenere il Movimento Nonviolento che da oltre quarant'anni, con coerenza, lavora per la crescita e la diffusione della nonviolenza. Grazie. Il Movimento Nonviolento * Post scriptum: se non fate la dichiarazione in proprio, ma vi avvalete del commercialista o di un Caf, consegnate il numero di Condice Fiscale e dite chiaramente che volete destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento. Nel 2007 le opzioni a favore del Movimento Nonviolento sono state 261 (corrispondenti a circa 8.500 euro, non ancora versati dall'Agenzia delle Entrate) con un piccolo incremento rispetto all'anno precedente. Un grazie a tutti quelli che hanno fatto questa scelta, e che la confermeranno. * Per contattare il Movimento Nonviolento: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 10. LUTTI. VALENTINO PARLATO RICORDA MASSIMO CAPRARA [Dal quotidiano "Il manifesto" del 17 giugno 2009 col titolo "Addio a Massimo Caprara"] Con la morte di Massimo Caprara e' un altro pezzo della nostra difficile e faticosa storia che se ne va. Massimo Caprara giovanissimo fu "il segretario" di Palmiro Togliatti e visse quegli anni nel cuore del Pci. Varie volte parlamentare e oratore appassionato. Nel lontano 1969 fu nel gruppo di testa del "Manifesto" insieme con Natoli, Pintor, Magri, Rossanda, e fu un leader molto combattivo. La sconfitta del "Manifesto" nelle elezioni del 1972 (quella che noi ricordiamo con la battuta "piazze piene, urne vuote") lo colpi' duramente e segno' il suo progressivo allontanamento dal gruppo, che fini' per portarlo su posizioni di destra contrarie a tutto quel che era stata la sua vita della giovinezza e della maturita'. Per noi fu un'amarezza, per me quasi un'altra sconfitta. A ben vedere non fu un uomo fortunato. Un saluto a Massimo e ai suoi familiari. 11. LIBRI. MARIO DE CARO PRESENTA "LA NOVITA' DI OGNUNO. PERSONA E LIBERTA'" DI ROBERTA DE MONTICELLI [Dal quotidiano "Il manifesto" del 16 giugno 2009 col titolo "Non siamo soltanto aggregati di atomi" e il sommario "Filosofia. Un saggio di Roberta De Monticelli"] Roberta De Monticelli, La novita' di ognuno. Persona e liberta', Garzanti, 2009. * Qualche mese fa l'autorevole rivista "Nature Neuroscience" ha pubblicato, suscitando un ampio dibattito, un articolo dal significativo titolo "Determinanti inconsci delle decisioni libere nel cervello umano", scritto da C. S. Soon e J. D. Haynes e altri. Vi si sviluppa una tesi chiara e radicale: ovvero che - al di la' delle nostre piu' radicate convinzioni - in realta' di decisioni genuinamente libere noi non ne prendiamo mai. A riprova di cio' l'articolo adduce una serie di dati sperimentali che dimostrerebbero, secondo gli autori, come l'analisi della risonanza magnetica funzionale del cervello di un individuo permetta di prevedere, con ben dieci secondi di anticipo, le decisioni che quell'individuo prendera'. In questa luce, l'idea che noi saremmo arbitri del nostro destino diventa una mera illusione: le nostre decisioni, infatti, sono soltanto il prodotto inevitabile di processi neurali precedenti - ovvero di processi fisico-chimici su cui non possiamo esercitare alcun controllo. Ma le cose stanno veramente cosi'? E' proprio vero che non ha senso parlare di decisioni libere e, piu' in generale, di liberta' umana? In realta' vi sono ottime ragioni per dubitare che le cose siano cosi' semplici. Alcune di queste ragioni investono il modo in cui questo esperimento e' condotto, altre ne contestano i presupposti concettuali, altre ancora criticano l'interpretazione che dell'esperimento e' offerta dagli autori dell'articolo. In generale, un'obiezione che si puo' muovere alla tesi fondamentale di questo articolo (e di molti altri dello stesso genere) e' che esso implicitamente presuppone un'idea di liberta' quanto meno ingenua, se non proprio contraddittoria. Per discutere di questo tema, in realta', e' essenziale che l'indagine scientifica si coniughi con una seria riflessione sulle categorie concettuali presupposte. E qui, ovviamente, entra in gioco la filosofia - o, perlomeno, la buona filosofia. Un ottimo esempio in questo senso e' ora offerto dal nuovo libro di Roberta De Monticelli, La novita' di ognuno. Persona e liberta' (Garzanti, 2009). La sua tesi fondamentale e' che una persona umana e' tale proprio in quanto il suo futuro non e' gia' determinato, perche' gli si aprono possibili corsi d'azione alternativi tra i quali potra' scegliere, mettendo in gioco la propria responsabilita' e la propria dignita'. Da questo punto di vista, una persona non resta mai identica a se stessa, ma sempre si rinnova, rimanendo costitutivamente incompiuta: e in questo cammino incessante, gli esseri umani non possono non concepirsi come liberi. Questa concezione incorpora, purificandole concettualmente, alcune delle piu' profonde intuizioni del senso comune; e tuttavia, come si e' visto, queste intuizioni sono oggi messe pesantemente in questione chiamando in causa le acquisizioni (peraltro stupefacenti) delle neuroscienze, della sintesi neo-darwiniana e delle scienze cognitive. De Monticelli, d'altra parte, non simpatizza per il genere di filosofia secondo la quale aprioristicamente la scienza non avrebbe nulla di rilevante da dire sul mondo umano (come quando Martin Heidegger ammoniva sapienzialmente: "La scienza non pensa"). In questo suo libro, dunque, si discute ampiamente di scienza, oltre che di storia della filosofia, di religione (rintracciando nel Genesi le origini stesse della riflessione sulla liberta' umana) e, soprattutto, delle nostre pratiche quotidiane, delle modalita' del nostro interagire sociale: in una parola, della vita come essa concretamente si presenta alla nostra esperienza. Immaginare di poter rinunciare a questo modo di concepire la nostra vita, per accedere a una visione del mondo per cui gli esseri umani sono nulla piu' che aggregati atomici implica, secondo De Monticelli, un capitale errore intellettuale: un errore che svuota di senso, oltre che la nostra esistenza, la stessa indagine sulla realta'. La matrice filosofica di questa concezione e' la fenomenologia, che da Edmund Husserl ha attraversato, con modalita' cangianti, tutto il '900, per riaffermarsi oggi con forza come uno dei paradigmi filosofici piu' vitali. Di questa grande tradizione di pensiero la stessa De Monticelli ha offerto, insieme a Carlo Conni, una nitida presentazione in Ontologia del nuovo. La rivoluzione fenomenologica e la ricerca oggi (Garzanti, 2008), che funziona come una sorta di prologo a questo nuovo libro sulla liberta', articolando lo sfondo concettuale necessario perche' di liberta' si possa sensatamente parlare. La tesi cruciale, in questo senso, e' che il mondo dell'esperienza umana non concerne il puro apparire, ma l'essere; non i simulacri mentali delle cose, ma le cose come esse sono. In fondo, si potrebbe obiettare ai fautori del riduzionismo oltranzista, non sono le persone umane che, con la loro esperienza, danno senso alle neuro-immagini? 12. LIBRI. VALENTINA PARISI PRESENTA "LA NOSTRA VITA" DI BORIS, ALEKSANDR, EVGENIJ PASTERNAK [Dal quotidiano "il manifesto" del 13 giugno 2009 col titolo "Una biografia lirica di Boris Pasternak" e il sommario "Miscellanee. L'ambiente familiare dello scrittore"] Boris, Aleksandr, Evgenij Pasternak La nostra vita, Excelsior 1881, pp. 260, euro 18,50. * Lo sguardo rivolto all'indietro, nel tentativo di carpire la sostanziale inafferrabilita' di una biografia lirica: questo e' il filo conduttore di una densa miscellanea centrata sull'ambiente familiare di Boris Pasternak e pubblicata di recente dall'editore Excelsior 1881 con il titolo La nostra vita. Caratterizzato da uno sguardo eclettico alle fonti, il volume curato da Ljiljana Avirovic affianca alle memorie del fratello minore Aleksandr e del figlio Evgenij alcune tra le prime prove narrative dell'autore del Dottor Zivago come Il tratto di Apelle e La fanciullezza di Zenja Ljuvers, nell'intento di dimostrare la filiazione diretta di alcuni motivi - e innanzitutto quelli legati alla musica - dall'itinerario esistenziale del poeta. Ma, nonostante gli sforzi della curatrice, lo scarto tra il dato biografico e la sua (ipotetica) rielaborazione artistica resta pur sempre incolmabile. In che misura, ad esempio, e' scontato intravedere in Storia di una controttava - cupa vicenda di un organista infanticida soggiogato dal demone dell'arte - un'eco dei concerti per organo a cui l'adolescente Boris assistette nel 1905 insieme ad Aleksandr nella Gedaechtniskirche di Berlino? Non si trattera' piuttosto di una creazione squisitamente letteraria, ispirata non solo ai racconti di E. T. A. Hoffmann, ma anche al tema dell'amoralita' insita nell'elemento musicale, gia' "denunciata" da Tolstoj nella Sonata a Kreutzer? Di fronte a personalita' come quella di Pasternak sorge infatti spontaneo il sospetto che sia la vita ad adattarsi all'arte e non viceversa: tale fu la dedizione dimostrata dal poeta verso l'eccezionalita' del proprio destino, ossia verso quella "sublime malattia" - la lirica - destinata a segnarne l'esistenza. Forse piu' fecondo sarebbe stato accostare alle memorie dei familiari non gli juvenilia narrativi, bensi' gli stessi testi autobiografici di Pasternak, indagando cosi' quella stesura a ritroso del proprio passato che lo scrittore intraprese dapprima nello splendido Salvacondotto (dal 1990 mai piu' ripubblicato in Italia) e poi nelle note scarne, quasi autopunitive dell'Autobiografia (1956-1957, qui riproposte in forma assai limitata), dove l'autore di Zivago ripudio' il "manierismo stilistico" che avrebbe minato la sua opera giovanile. Al di la' di questa contiguita' precariamente istituita tra memorie e fiction, il pregio indubbio della Nostra vita consiste nel testimoniare l'eterogeneita' degli sguardi che i familiari di Pasternak gettarono a distanza di anni sul loro imperscrutabile consanguineo. Si va infatti dall'orientamento scientifico del figlio Evgenij - autore, tra l'altro, di un ponderoso volume di quasi settecento pagine dal titolo Materiali per una biografia, pubblicato a Mosca nel 1989 - agli slanci piu' personali e affettuosamente disorganici di Aleksandr. Ma fino a che punto gli sforzi del memorialista possano illuminare davvero la personalita' del poeta resta una questione aperta. Dai ricordi del fratello l'adolescente Boris emerge infatti come una figura enigmatica e imprevedibile che con le sue bizzarrie e i suoi capricci spicca finanche sullo sfondo artistico di casa - il padre Leonid, pittore, aveva illustrato Resurrezione di Tolstoj e la madre Rozalija era una dotata pianista allieva di Anton Rubinstein. Indimenticabili - e dense di implicazioni psicanalitiche inesplorate - sono ad esempio le pagine in cui Boris, precipitando da un cavallo montato a pelo, "impedisce" al padre di portare a termine quello che avrebbe dovuto essere il suo capolavoro: un'epica cavalcata di amazzoni-contadine dirette al pascolo notturno. Intimidito dall'aura di incomprensibilita' che avvolge il geniale fratello maggiore, Aleksandr non si azzarda neppure a indagare le ragioni che lo spinsero di colpo ad abbandonare la sua passione originaria - la musica - per votarsi con la stessa dedizione febbrile alla poesia. Nella sua trepida concentrazione su qualcosa che resta pur sempre inafferrabile, lo sguardo di Aleksandr finisce cosi' per ricordare quello della protagonista della Fanciullezza di Zenja Ljuvers che, dal finestrino del treno lanciato in corsa verso gli Urali, cerca spasmodicamente di distinguere il cippo che segna il confine tra Europa e Asia. Dunque, a emergere con maggior chiarezza da queste memorie non e' tanto l'evoluzione spirituale di Pasternak, quanto la dimensione storico-geografica che fece da sfondo alla sua infanzia e giovinezza: dalla natia Mosca - splendidamente restituita dall'occhio competente dell'architetto Aleksandr - a Berlino, dove i fratelli abitano nel retrobottega di un pittoresco negozio di spezie e frutta esotica, passando per la dacia in campagna dove, giocando agli indiani, Boris e Aleksandr sorprenderanno Skrjabin impegnato nella composizione del Poema dell'estasi. Ed e' proprio questa contiguita' stupefacente tra arte e vita quotidiana, colta da un osservatore dichiaratamente "prosaico", a costituire il fascino singolare dei ricordi di Aleksandr Pasternak. Velate da una malcelata nostalgia per cio' che e' andato perduto, le sue memorie non gettano alcuna luce sui misteri della creazione artistica, anzi, con la loro evidente mancanza di qualsivoglia scaltrezza letteraria ne accentuano, se possibile, l'enigmaticita'. 13. LIBRI. "NOI DONNE" PRESENTA "SULLE ORME DI ANTIGONE" DI MARIA CHIAIA [Dal sito di "Noi donne" (www.noidonne.org) col titolo "Antigone e la liberta'"] Sono sostanzialmente cinque le aree tematiche che l'autrice affronta: emancipazione, societa', politica, laicita' cristiana, realta' ecclesiale, passando in rassegna le principali tappe che hanno segnato il cammino delle donne: dalla Conferenza Onu di Pechino al rapporto donne-Chiesa, dalle istituzioni di parita' all'associazionismo femminile, dalla conquista del diritto di voto alla cittadinanza europea. Perche' il libro? Per trasmettere "la memoria di un percorso non ancora compiuto" e per far "emergere l'importanza di una riflessione antropologica sulla realta' della donna, anche in ambito cattolico, ancora da scoprire e da promuovere". La Chiaia, gia' insegnante di lettere, e' stata presidente del Cif (Centro Italiano Femminile) dal 1989 al 1998 e ha ricoperto vari e prestigiosi incarichi. Dal suo punto di osservazione scrive il libro perche', come osserva Cecilia Dau Novelli nell'introduzione, la condizione femminile e' solo apparentemente equiparata a quella maschile mentre "in realta' e' ancora arretrata e in grande difficolta' soprattutto per quanto riguarda la partecipazione politica"; anche perche', fa eco nella postfazione Silvia Costa, "la politica e' diventata piu' autoreferenziale... e privilegia la comunicazione mediatica, mentre si sono ridotti i luoghi del confronto e del dialogo". Le donne cattoliche hanno parole da spendere e pensieri da comunicare, osserva la Chiaia nell'intervista pubblicata nel libro e raccolta da Filomena Marzovilli, ad una Chiesa in cui dopo il magistero di Giovanni Paolo II "si e' fatto meno attento l'ascolto delle donne e meno avvertito il senso della loro presenza nella realta' ecclesiale". * Maria Chiaia, Sulle orme di Antigone. Emancipazione femminile e laicita' cristiana, Studium, Roma, pp. 242, euro 18,50. 14. LIBRI. "NOI DONNE" PRESENTA "CELESTE AIDA" DI MARINELLA FIUME [Dal sito di "Noi donne" (www.noidonne.org) col titolo "Storia di 'cunti', storia vera"] Una torbida vicenda familiare che vede vittima una bambina, involontaria testimone di un adulterio tra un ventenne, cognato della piccola, e la giovane suocera. Ambientato in Sicilia nel 1933, anno undicesimo dell'era fascista, il romanzo racconta una storia vera e terribile (la bambina fu sepolta viva) tramandata dal cantastorie Orazio Strano e composta all'indomani della condanna a morte, l'ultima del fascismo, del "giovane debosciato". La Fiume ha ricostruito i vari passaggi sia raccogliendo testimonianze soprattutto dagli anziani del luogo e anche con un paziente lavoro di ricerca tra documenti ufficiali, specie tra gli atti giudiziari del processo contro Giovannino Scandurra in relazione all'esecuzione capitale. Quello che interessa molto all'autrice e' l'analisi del contesto. "il disordine della famiglia contadina siciliana e la politica familiare del fascismo". * Marinella Fiume, Celesta Aida. Una storia siciliana, Rubettino, Soveria Mannelli, pp. 135, euro 8. 15. LIBRI. "NOI DONNE" PRESENTA "LETTERALMENTE FEMMINISTA" DI MONICA LANFRANCO [Dal sito di "Noi donne" (www.noidonne.org) col titolo "Donna, non persona"] "Essere una femmina, se all'inizio della comparsa nel ventre di mia madre e' stato un caso, ha assunto nella mia vita un significato e una centralita' imprescindibile. Per questo, una volta entrata nel mondo adulto, non ho mai condiviso l'affermazione secondo la quale 'siamo tutti persone', spesso usata per conciliare fintamente, e non affrontare mai, l'inevitabile conflitto tra i due generi. Secondo questa visione il definirci cosi', persone, basterebbe per situarci nel mondo in modo automatico e indolore, senza discriminazioni". Monica Lanfranco, giornalista e formatrice sui temi della differenza di genere e sul conflitto e fondatrice del trimestrale di cultura di genere "Marea", con Letteralmente femminista scrive un saggio teorico e fa una riflessione personale sul percorso umano e politico di una attivista per i diritti umani delle donne e torna su alcuni punti essenziali. Infatti, scrive: "e' basilare e vincolante il genere che ti capita alla nascita, per stabilire il proprio posto nella scala gerarchica collettiva, perche' questa scala e' costruita ancora, da tutte le culture della storia umana in modo molto, molto lontano dal considerare, ascoltare e dare valore equamente alle voci distinte dei due generi". Il femminismo, che e' stata la piu' grande rivoluzione nonviolenta del secolo scorso in occidente, in molti paesi emergenti si sta ripresentando come il movimento che puo' cambiare le condizioni di vita di milioni di donne e uomini oppressi. * Monica Lanfranco, Letteralmente femminista, Edizioni Punto Rosso, Milano, euro 10. 16. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 17. PER SAPERNE DI PIU' Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 857 del 20 giugno 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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