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Minime. 810
- Subject: Minime. 810
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 4 May 2009 00:49:40 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 810 del 4 maggio 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. La bambina 2. Maria G. Di Rienzo: Herat 3. Peppe Sini: Cessino le uccisioni 4. "Azione nonviolenta" di maggio 2009 5. Francesca Caferri intervista Marina Nemat 6. Umberto De Giovannangeli intervista Hassiba Hadj Sahroui 7. A Palmi dal 18 al 23 maggio 8. Giulio Vittorangeli: Primo maggio 9. Ida Dominijanni: La favola e l'impero 10. Per la solidarieta' con la popolazione colpita dal terremoto 11. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento 12. Riletture: Domenica Scalera, Polis interculturale mediterranea 13. Riedizioni: Friedrich Nietzsche, La volonta' di potenza 14. Riedizioni: Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal 15. Riedizioni: Karl Raimund Popper, La societa' aperta e i suoi nemici 16. La "Carta" del Movimento Nonviolento 17. Per saperne di piu' 1. LE ULTIME COSE. LA BAMBINA La bambina che in Afghanistan la nostra guerra, i nostri soldati hanno ucciso. La bambina che in Afghanistan la nostra Costituzione, la nostra nonviolenza non ha salvato. La bambina che in Afghanistan mi guarda ancora negli occhi stupefatta mi chiede perche' l'ho lasciata ammazzare. 2. EDITORIALE. MARIA G. DI RIENZO: HERAT [Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per contatti: sheela59 at libero.it) per questo intervento] Il ministro degli Esteri apprende con sgomento che una bambina muore se di proiettili e' farcita. Quello della Difesa dichiara il suo tormento per l'incidente tragico che ha spento una vita. Profondo cordoglio a tutta la famiglia e se per caso aveste, diciamo, un'altra figlia e se per caso ella fosse abbastanza carina per vostra compensazione ne faremo una velina. Anzi il nostro Capo ha detto che se la madre non e' male e sa piangere a comando, passera' al telegiornale. Dei terremotati, sapete, non se puo' gia' piu'. C'e' bisogno di sangue fresco per gli ascolti in tv. 3. EDITORIALE. PEPPE SINI: CESSINO LE UCCISIONI Quella in corso in Afghanistan da decenni e' una guerra terrorista e stragista, imperialista e razzista, totalitaria e mafiosa, patriarcale e disumanante. E la partecipazione militare italiana a quella guerra viola oltre che il diritto internazionale anche la legalita' costituzionale, essendo in flagrante contrasto con l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana. Ogni guerra consiste dell'uccisione di esseri umani. Ogni guerra e' nemica dell'umanita' intera. Solo la pace salva le vite. Cessi la partecipazione italiana alla guerra. S'impegni l'Italia per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione dei conflitti, il riconoscimento e la promozione di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani. Cessino le uccisioni. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'. 4. STRUMENTI. "AZIONE NONVIOLENTA" DI MAGGIO 2009 [Dalla redazione di "Azione nonviolenta" (per contatti: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org) riceviamo e diffondiamo] E' uscito il numero di maggio 2009 di "Azione nonviolenta", rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964, mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo. In questo numero: Variazioni climatiche, nucleare, effetto serra, rifiuti, petrolio, di Giorgio Nebbia; Difficile entrare e uscire dalla gabia di Gaza. Tutto e' relativo, niente e' assoluto, di Paolo Bergamaschi; Ma dov'e' questa crisi? 13 miliardi per 131 caccia, a cura della redazione; Tra fede ed ateismo, la libera ricerca religiosa, di Antonio Vigilante; Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle nuove generazioni, di Raffaella Mendolia; Aikido, come arte della pace per uscire dal combattimento, di Ylenia Fiorini; Vivere la nonviolenza, campi estivi, a cura del Mir-Mn Piemonte Valle d'Aosta; Sardegna, estate 2009, a cura della Casa per la pace di Ghilarza. Le rubriche: Educazione. Contro il razzismo, l'ascolto dell'altro, a cura di Pasquale Pugliese; Economia. Navigare in un mare di plastica e spazzatura, a cura di Paolo Macina; Per esempio. La spada dell'assassino non e' la bilancia della giustizia, a cura di Maria G. Di Rienzo; Musica. Quarant'anni fa il "bed-in" di Give Peace a Chance, a cura di Paolo Predieri; Libri. Filosofia, poetica, letteratura per uscire dalla violenza, a cura di Sergio Albesano; Il calice. La democrazia e i cambiamenti climatici, a cura di Christoph Baker. In copertina: Religione aperta tra fede e ateismo. In seconda: 5 per mille al Movimento Nonviolento. In terza di copertina: Materiale disponibile. In ultima: L'ultima di Biani, Dispersi. Redazione, direzione, amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 30 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad Azione nonviolenta, via Spagna 8, 37123 Verona. E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'". 5. NON UCCIDERE. FRANCESCA CAFERRI INTERVISTA MARINA NEMAT [Dal quotidiano "La Repubblica" del 3 maggio 2009 col titolo "Continuare a lottare" e il sommario "Parla Marina Nemat, condannata a morte in Iran, riusci' a evitare l'esecuzione sposando il suo carceriere. Cosi' sono sfuggita a quella forca ma altre mille donne rischiano la vita. A 17 anni aveva confessato ma, disse dopo, sotto l'effetto della tortura. In Iran tantissimi ragazzi e ragazze sono arrestati e uccisi come se niente fosse. Dobbiamo continuare a fare pressione in nome della democrazia"] Aveva 16 anni Marina Nemat quando fu arrestata per "attivita' rivoluzionaria" in Iran: uno meno di Delara Darabi. Come lei, fu torturata, costretta a confessare crimini che non aveva commesso e condannata a morte. In carcere ha passato piu' di due anni. Poi una guardia carceraria ossessionata da lei convinse le autorita' prima a commutare la sua pena in ergastolo e poi a liberarla. Marina fu costretta a sposare il carceriere: solo alla sua morte riusci' a fuggire dall'Iran. Sulla sua vicenda ha scritto un libro - Prigioniera a Teheran - diventato un best seller internazionale. * - Francesca Caferri: Signora Nemat, quale e' stata la sua reazione quando ha saputo di Delara Darabi? - Marina Nemat: Sono rimasta paralizzata. Non riuscivo a respirare. Non riuscivo a parlare. Anche ora non posso crederci: la sua storia e' cosi' simile alla mia che mi e' sembrato di rivivere l'incubo. Io sono fuori dalle carceri iraniane da anni, ma non posso dire di stare bene: ho ancora incubi e visioni. E tutto e' tornato fuori appena ho saputo della morte di quella povera ragazza. * - Francesca Caferri: Le autorita' iraniane dicono che aveva confessato di essere colpevole... - Marina Nemat: Anche io avevo "confessato". Non so cosa, ma ho confessato qualunque cosa volevano sentirsi dire. Anche la giornalista americana Roxana Saberi ha "confessato". Tutti "confessano", nella speranza che l'incubo finisca, le torture terminino. Quando passi una settimana legata a una sedia con una benda sugli occhi. O quando hai fame e ti lanciano la zuppa addosso. Quando ti minacciano. Chi non confesserebbe? * - Francesca Caferri: Lei ha parlato di Roxana Saberi: poche ore dopo la morte di Delara le autorita' iraniane hanno annunciato che la sua condanna sara' rivista. Crede che i due casi siano legati? - Marina Nemat: Non lo so. Puo' darsi che qualcuno abbia scelto di uccidere Delara per dare un segnale, per dire "questo e' quello che siamo capaci di fare". E trattandosi di una iraniana e' stato facile. La Saberi e' americana, per lei sara' diverso: ma ci sono migliaia di Delara rinchiuse nelle carceri. Ragazze e ragazzi arrestati per motivi pretestuosi e uccisi come se niente fosse. A centinaia sono morti mentre ero in carcere io: sparivano e le famiglie non ricevevano neanche i corpi. Pensavo sempre che presto sarebbe successo a me. * - Francesca Caferri: Cosa puo' fare la comunita' internazionale? - Marina Nemat: Continuare a fare pressione. Usare i mezzi di comunicazione per arrivare in Iran e far entrare nella testa dei milioni di giovani cresciuti solo con la rivoluzione un messaggio di democrazia. Non spetta a noi decidere per gli iraniani, non dobbiamo dirgli noi che e' tempo di eliminare la sharia. E non possiamo pensare a un intervento armato. Ma possiamo continuare a spingere per un cambiamento. 6. NON UCCIDERE. UMBERTO DE GIOVANNANGELI INTERVISTA HASSIBA HADJ SAHROUI [Dal quotidiano "L'Unita'" del 3 maggio 2009 col titolo "Intervista a Hassiba Hadj Sahroui: Sui diritti umani gli ayatollah sfidano l'Occidente" e il sommario "La vicepresidente di Amnesty Asia: sul caso Darabi hanno accelerato i tempi per timore delle pressioni internazionali"] "Quello condotto contro Delara Darabi e' stato un processo iniquo; iniquo rispetto agli stessi standard della giustizia iraniani. La Corte che l'ha giudicata si e' rifiutata di prendere in considerazione prove a favore di Delara; il suo avvocato non e' stato informato (dell'impiccagione, ndr) nonostante l'obbligo di legge di avere comunicazione 48 ore prima dell'esecuzione". A denunciarlo e' Hassiba Hadj Sahroui, vicedirettrice di Amnesty International per il Medio Oriente e l'Asia. "I diritti umani - sottolinea Sahroui - devono diventare una priorita' nell'azione della comunita' internazionale". La dirigente di Amnesty sta seguendo direttamente anche un altro caso scottante che investe l'Iran: quello della giornalista Roxana Saberi, condannata a otto anni di reclusione per spionaggio a favore degli Usa. Amnesty International ha chiesto il rilascio immediato e senza condizioni della giornalista. Roxana Saberi, denuncia Hassiba Hadj Sahroui, "e' solo una pedina degli sviluppi politici in corso tra Iran e Usa". La pedina di un gioco sporco. "Il fatto che le accuse siano di volta in volta cambiate, dal momento del suo arresto fino al processo, indica chiaramente che le autorita' iraniane cercano qualsiasi scusa per tenerla in prigione". * - Umberto De Giovannangeli: Nonostante i ripetuti appelli delle organizzazioni umanitarie, Delara Darabi e' stata giustiziata. - Hassiba Hadj Sahroui: Un atto gravissimo che viene a conclusione di un processo iniquo; iniquo rispetto agli stessi standard, del tutto opinabili, di giustizia iraniani... * - Umberto De Giovannangeli: L'esecuzione e' avvenuta nonostante fosse stata accordata all'imputata, il 19 aprile scorso, una sospensione di due mesi della pena. - Hassiba Hadj Sahroui: Quando parlo di processo iniquo e di una condotta cinica da parte delle autorita' iraniane, mi riferisco anche a questo. Hanno voluto far presto. E' come se avessero voluto evitare le proteste interne e internazionali che avrebbero potuto salvare la vita a Delara. C'e' da aggiungere che questa triste, drammatica vicenda testimonia che persino le decisioni presa dal potere giudiziario centrale (la sospensione di due mesi della pena) non hanno nessuna incidenza e vengono disattese nei distretti provinciali. L'esecuzione di Delara e' un oltraggio al diritto umanitario, ad un senso minimo di giustizia. La comunita' internazionale non puo', non deve tacere di fronte a questo scempio. Cosi' come deve fare i conti con un dato inquietante... * - Umberto De Giovannangeli: Quale? - Hassiba Hadj Sahroui: Dall'inizio dell'anno almeno 84 persone sono state impiccate in Iran. Oggi sono oltre 150 i giovani, come Delara, condannati all'impiccagione per omicidi commessi quando erano minorenni. Non abbandoniamoli nelle mani del boia di Stato. * - Umberto De Giovannangeli: Un altro caso scottante e' quello della giornalista irano-statunitense Roxana Saberi. - Hassiba Hadj Sahroui: Roxana e' ostaggio delle relazioni non certo amichevoli tra Teheran e Washington. Se, come appare, e' detenuta solo per ragioni politiche legate ai rapporti dell'Iran con gli Usa o per aver esercitato in modo pacifico il diritto alla liberta' d'espressione, Saberi e' una prigioniera di coscienza e deve essere rilasciata immediatamente e senza condizioni. L'annuncio da parte iraniana della revisione della sua condanna e' un primo passo ma non basta. La vicenda di Roxana come quella, ancor piu' tragica, di Delara, confermano quanto Amnesty documenta da tempo: e' difficile avere giustizia in Iran. 7. INCONTRI. A PALMI DAL 18 al 23 MAGGIO [Da Raffaello Saffioti (per contatti: rsaffi at libero.it) riceviamo e diffondiamo] Settimana per la nonviolenza. Palmi, 18-23 maggio 2009. "Insieme per ricostruire la dignita' violata. Insieme verso un mondo nuovo". La cultura della legalita' e della nonviolenza appaiono spesso poco conosciute e praticate nella societa' contemporanea e in particolare nel Sud dove la violenza mafiosa e l'illegalita' diffusa nel quotidiano condizionano la convivenza civile, le scelte politiche e lo sviluppo economico del nostro territorio. Esiste tuttavia, ed ha una tradizione millenaria, una Calabria nonviolenta che parte da Pitagora e che, attraverso le tracce lasciate nei tanti monasteri e le opere dei tanti uomini di pace nati o vissuti in Calabria, arriva fino alle centinaia di piccole e grandi realta' che in tutta la regione lavorano ogni giorno per costruire una Calabria diversa. La consapevolezza di questa Calabria positiva e propositiva non e', tuttavia, patrimonio di tutti i calabresi. Abbiamo avvertito la necessita' di avviare su questi temi una riflessione piu' profonda nella societa' civile - soprattutto con i giovani e giovanissimi, in linea con la risoluzione dell'Assemblea Generale dell'Onu del 1998 che ha proclamato il periodo 2001-2010 "Decennio internazionale per la promozione di una cultura della pace e della nonviolenza per i bambini del mondo". La certezza che se non impariamo a vincere la paura, a riconquistare la speranza, a riappropriarci del nostro futuro, niente potra' cambiare, ci ha spinti a formulare e promuovere una settimana di incontri e iniziative sul territorio che vogliono coinvolgere, sui temi della nonviolenza e della legalita', scuole, associazioni, la societa' civile tutta. La legalita', come la pace, si studia, s'impara e si pratica anche e forse soprattutto nel quotidiano. La cultura della nonviolenza e' ancora in gran parte sconosciuta. Accostarsi alle personalita' che hanno contribuito e ancora contribuiscono attraverso il loro esempio e le loro opere al diffondersi della cultura della nonviolenza e della legalita' nella nostra regione, farne punto di riferimento e soprattutto veicolo e strumento di conoscenza, puo' servire al processo di ricostruzione di una dignita' e di una identita' violate per troppo tempo dalla prepotenza, mafiosa e non. * Il progetto che presentiamo, vuole fissare l'attenzione su questi temi che sono capisaldi del vivere civile e principi imprescindibili della crescita sociale. Essi furono cari al filosofo calabrese della pace Domenico Antonio Cardone, palmese, candidato al Nobel per la Pace nel 1963 e amico di Aldo Capitini definito da molti il Gandhi italiano, e furono ripresi e valorizzati negli anni '80 in Calabria da Danilo Dolci, considerato una delle figure di massimo rilievo della teoria e della pratica della nonviolenza nel mondo. Lo scopo del progetto e' creare delle occasioni d'incontro tra la societa' civile e personalita' impegnate a testimoniare i principi della nonviolenza e della legalita', attraverso l'attivazione di nuovi e inediti rapporti di solidarieta' e di rete tra le associazioni e istituzioni educative che insistono ed operano sul territorio calabrese e le associazioni nazionali ed internazionali che lavorano sugli stessi obiettivi. * Le attivita' previste, coordinate dall'Associazione Casa per la Pace "D. A. Cardone" di Palmi, apriranno la settimana dal 18 al 23 maggio, giorno dell'anniversario della morte del giudice Falcone, e si svolgeranno sulla base di un calendario che prevede, oltre a momenti di riflessione e testimonianze di percorsi di vita di nonviolenza, incontri con l'autore per la presentazione di libri tematici, allestimenti teatrali delle scuole per le scuole, mostre fotografiche dedicate al territorio e ai suoi uomini piu' illustri ed uno spettacolo di chiusura, previsto per il 23 maggio, una kermesse che prevede un pomeriggio di musica e testimonianze in una piazza simbolo dell'opposizione alla violenza, piazza Giovanni Amendola. Tutte le attivita' si svolgeranno in luoghi significativi del nostro territorio e nelle scuole per sottolineare l'importanza di un legame che va curato e valorizzato perche' la cultura nuova possa derivare dallo scambio continuo tra scuola e territorio, tra educatori, giovani generazioni e istituzioni, e rinsaldi il rapporto tra queste ultime e la societa' civile su temi di cosi' grande importanza. Un percorso che abbia come obiettivo il consolidamento delle proprie radici ed il riconoscimento della propria identita' non puo' prescindere da queste tappe fondamentali, che sono alla base di un progetto di cambiamento efficace e duraturo. * Soggetti direttamente coinvolti nel Progetto: Presidenza del Consiglio Regionale della Calabria con patrocinio; Associazione Casa per la Pace "D. A. Cardone", Palmi; Associazione "Libera" di Polistena; Associazione "Libera" di Napoli; Associazione Internazionale "Danilo Dolci"; Associazione "Presenza" onlus, Palmi; Centro di Riconciliazione, Palmi; Amnesty International, Palmi; Associazione "Hyperborea", Palmi-Roma; Associazione "Amici della musica", Palmi; Associazione "Percorsi di legalita'", Polistena; Centro Studi e Iniziative "Danilo Dolci", Partinico; Cooperativa "Valle del Marro", Polistena; Liceo psicopedagogico "C. Alvaro", Palmi; Liceo classico e scientifico "Nicola Pizi", Palmi; Scuola media "Zagari-Milone", Palmi; Scuola media "Minniti", Palmi; Scuola elementare "De Zerbi", Palmi; Scuola elementare "S. Francesco", Palmi. Saranno presenti rappresentanti della rete nazionale della nonviolenza. E' previsto il coinvolgimento delle scuole cittadine e del territorio. * Associazione Casa per la pace "D. A. Cardone" Associazione internazionale "Danilo Dolci" Settimana per la nonviolenza Palmi, 18-23 maggio 2009 Programma Lunedi' 18 maggio - ore 8,30. I ragazzi della Scuola Media "Zagari-Milone" incontrano Libera Dolci. - ore 10,30. Un percorso della memoria : Ricordare il filosofo della pace D. A. Cardone. Dalla casa del filosofo al monumento in Villa Mazzini. Letture e interventi delle scuole sul tema della nonviolenza. Musica per la pace, a cura dei ragazzi della Scuola Media "T. Minniti" e della Scuola Elementare "R. De Zerbi". * Martedi' 19 maggio - Ore 9. Le classi del Liceo classico e scientifico "N. Pizi" incontrano il professor Franco Lanzino della Fondazione "Roberta Lanzino" su "Testimonianza di un percorso nonviolento in Calabria". - Ore 17. Sala "Pio X". Inaugurazione mostra dei lavori eseguiti dai ragazzi delle scuole di Palmi sul tema: "Integrazione e nonviolenza. Costruire la pace a scuola". * Mercoledi' 20 maggio - Ore 9. In cammino per la pace: Ricordare il filosofo D. A. Cardone. Laboratorio su: "Cardone filosofo della pace e della nonviolenza". Incontro delle classi del liceo con la figlia del filosofo, la professoressa Elsa Cardone; con il professor Franco Trifuoggi, esperto della poesia di D. A. Cardone; con il professor Raffaello Saffioti, della Casa per la pace "D. A. Cardone". Visita guidata al monumento al filosofo sul Monte Sant'Elia. * Giovedi' 21 maggio - Ore 9,30. Sala "Pio X". Recitare la nonviolenza: a cura delle scuole medie inferiori. - Ore 16,30. Istituto magistrale "Corrado Alvaro": inaugurazione mostra fotografica "Danilo Dolci: una vita vissuta intensamente", a cura del Centro Studi ed Iniziative di Partinico, e della mostra "Danilo Dolci a Palmi e in Calabria". Presentazione del Carteggio Capitini-Dolci, a cura di Giuseppe Barone. * Venerdi' 22 maggio - Ore 9. Casa della Cultura "Leonida Repaci". Dai giovani per i giovani. A chiusura del progetto "Percorsi di legalita'" del Liceo psicopedagogico "C. Alvaro" di Palmi, coordinato dalla Facolta' di Scienze Politiche di Messina, spettacolo teatrale "Vietato digiunare in spiaggia", della Compagnia Teatro della Cooperativa di Renato Sarti, Milano, con la partecipazione degli studenti del liceo. * Sabato 23 maggio - Ore 17,30. "Insieme per" in Piazza Amendola. Inizio kermesse musicale e testimonianze. "Una Calabria nonviolenta e legale e' gia' in cammino": spazio informativo ed espositivo della Cooperativa "Valle del Marro"; Mostra Amnesty International; Associazione "Ammazzateci tutti" di Locri. * Per la partecipazione alla Settimana e per ulteriori informazioni contattare Raffaello Saffioti, tel. 096622183; cell. 3498635728, e-mail: rsaffi at libero.it 8. RIFLESSIONE. GIULIO VITTORANGELI: PRIMO MAGGIO [Ringraziamo Giulio Vittorangeli (per contatti: g.vittorangeli at wooow.it) per questo intervento] Primo maggio, festa dei lavoratori; e come gia' per il 25 aprile, tante le iniziative dal basso che hanno attraversato l'Italia. Una risposta all'insipienza della classe dirigente della sinistra, delle sinistre frantumate, e della loro fragilita' di pensiero. "La gioia di trovarsi in tanti sinistri di tutte le sinistre uniti senza urgenze di verifiche: l'unita' c'e', si sa si sente si vede. Vale la pena di ragionare su questa unita': sara' anche bassa e dal basso ma quanto e' piu' bella, piu' forte e come piu' ricca di prospettive per un fare comune di non so piu' quante unita' scritte, chiacchierate, telemediate, pesate e ripesate, passate ai vecchi setacci delle segreterie partitiche sinistre e dei segretari in carica con sgabello e di quelli in fila fuori degli usci pronti a 'insgabellarsi'... E' una sinistra che coniuga democrazia con comunismo, che e' perfettamente cosciente della melassa multimediatica del democlericofascismo che si vive. Che si soffre" (Ivan Della Mea). Intanto i sindacati confederali della Cgil, Cisl e Uil (nonostante le divisioni), hanno scelto di celebrare insieme la festa del lavoro all'Aquila, in solidarieta' con la popolazione terremotata dell'Abruzzo. Poi il tradizionale e lungo concerto musicale di piazza san Giovanni a Roma; quest'anno legato alla campagna della raccolta di fondi destinati a borse di studio per i figli dei morti sul lavoro. Queste morti, sono uno degli aspetti piu' importanti e piu' drammatici che fanno parte della nostra realta' quotidiana, ma che emergono solo casualmente agli onori della cronaca. Si tratta di morti le quali, gia' drammatiche di per se' se anche fossero ridotte ad una sola all'anno, sono la punta emergente di un problema di dimensioni inimmaginabili, tanto piu' se al loro fianco mettiamo tutta la catena di sofferenze dovute all'organizzazione capitalistica del lavoro: dai patimenti e dalle angosce della disoccupazione ai salari di fame che peggiorano drasticamente le condizioni di vita materiali e spirituali della gente che sempre piu' fatica per procurarsi l'essenziale, alla perdita della serenita' e di ogni prospettiva futura visto che non si da' piu' valore alla vita se non come tempo che ognuno dovrebbe spendere unicamente per la produzione di profitto. E' festa del lavoro, ma c'e' ben poco da festeggiare, tra le cosiddette "morti bianche", il precariato e la disoccupazione dilagante; il tutto nel pieno di una crisi economica globale che ripropone il conflitto capitale-lavoro, in forme certamente diverse dal '900, ma sostanzialmente il cambiamento relativo delle forme di sfruttamento conserva e accresce lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo. La ricerca del profitto e' sempre stata brutale, ma probabilmente mai come oggi e' stata cosi' spavaldamente esibita e incontrastata; tanto da aver messo per cosi' dire tutto il mondo al lavoro ai fini dell'accumulazione capitalistica. Mai e' stata cosi' estesa la proletarizzazione come ora. E mai e' stata cosi' debole e inadeguata la sua rappresentanza politica dlle classi sfruttate e una ricostruzione delle forme di resistenza alla mercificazione totale del vivente. Mai proletari e dominati sono stati cosi' privi di un referente organizzativo ed istituzionale e di una elaborazione in quell'ambito a misura del cambiamento. Per tutto questo bisogna avere uno sguardo non limitato alle vicende nazionali, ma esteso all'intera situazione globale, considerando che l'odierna "civilta' capitalistica" su altro non si fonda che sul trionfo e sulla legalizzazione di forme di egoismo sociale addirittura totalitarie, sulla cancellazione di ogni orizzonte solidaristico. Proprio la ricostruzione di questo orizzonte solidaristico ci sembra l'elemento determinante se si vuole scongiurare il ritorno di una guerra tra poveri: occupati conto precari, lavoratori nazionali contro immigrati, e via di questo passo. Vedere i lavoratori che si azzannano tra loro per qualche euro in piu', sembra lo sport preferito dai padroni. La strada per affrontare i mostruosi squilibri planetari e' tutta in salita; ma ci sembra l'unica strada percorribile, per quanto lunga ed impervia, per condurre la specie umana a diventare umanita' solidale. Del resto, il diritto a battersi per una condizione di vita migliore e' un bene inalienabile per ciascun essere umano. Tutto questo se si vuole costruire una societa' in cui il dramma delle morti, della perdita della salute e della inesistente sicurezza nei posti di lavoro siano destinati a scomparire. 9. RIFLESSIONE. IDA DOMINIJANNI: LA FAVOLA E L'IMPERO [Dal quotidiano "Il manifesto" del 30 aprile 2009 col titolo "La favola del grande seduttore"] Puo' darsi che per essere credibile Veronica Lario dovrebbe accompagnare le sue periodiche scenate al marito a mezzo stampa con una bella separazione coniugale, onde evitare che anch'esse vadano alla fine a vantaggio di quel "divertimento dell'imperatore" che lei stessa denuncia. Pero' nei patti matrimoniali c'e' un margine di insondabilita' in cui non si puo' entrare, anche quand'e' evidente che ci sono di mezzo calcoli che riguardano il patrimonio, come in questo caso, o il potere, come nel caso, peraltro imparagonabile sul versante maschile, di Hillary Clinton anni fa. Fatto sta che due voci femminili non del campo avverso ma del suo - prima quella di Sofia Ventura sul magazine di "Fare futuro", poi, di conseguenza, quella di Veronica - hanno rotto l'incantesimo dell'onnipotente seduttivita' di Silvio Berlusconi nei confronti del gentil sesso, e giusto all'apice della sua popolarita' guadagnata, anche sulla scena tragica del terremoto, corteggiando le donne dai tre ai novanta anni, ora nominando una segretaria-bambina sul campo ora distribuendo dentiere e tailleur. E' una lesione non irrilevante nella corazza narcisistica del Cavaliere, come dimostra la sua reazione rabbiosa, e puo' diventare una lesione non irrilevante nella sicumera delle sue armate, come dimostra la reazione incarognita dei suoi sodali nel sito del Pdl. Ad alcuni osservatori - soprattutto stranieri, evidentemente meno impigliati nello stesso immaginario sessuale schiettamente italico del premier - non sfugge gia' da tempo l'importanza cruciale, niente affatto accessoria, che la sfera della sessualita' e del rapporto fra i sessi ha avuto nella costruzione del consenso di Silvio Berlusconi. Una materia in cui e' bene tenere freddo il linguaggio e basso il colore, mentre guardate quale nobile gara ad alzare i toni si scatena anche stavolta sulla stampa nazionale, di parte e indipendente (esempi: "Libero" e "La Stampa" di ieri), come se il problema fosse quello di mostrarsi piu' realisti del re, piu' disincantati del re, piu' amici delle veline e meno amici delle femministe del re. Una fiera della finezza che copre l'osso del problema e la pelle delle complicita'. Dagli anni '80 in poi, prima con le tv poi con la videopolitica, prima da tycoon poi da premier, Silvio Berlusconi ha accumulato buona parte della sua popolarita' lucrando sulla crescita di protagonismo femminile, cambiandone il segno, e riabilitando un immaginario sessuale maschile destabilizzato dal femminismo e dal cambiamento del rapporto fra i sessi. Non si capisce granche' riducendo tutto questo alla macchietta volgarotta ma innocua e familiare dello sciupafemmine, ne' a un referendum pro o contro le veline: l'operazione e' stata piu' complessa anche se probabilmente, come sempre in Berlusconi, del tutto istintiva. Si e' trattato in primo luogo di omaggiare una certa idea del femminile femminilizzando se stesso, con la cura ossessiva della propria immagine, con l'uso sbandierato della chirurgia plastica, con un'empatia populista piu' da Evita che da Peron. In secondo luogo, di ridurre la liberta' guadagnata dalle donne nei decenni precedenti a liberta' di mostrarsi in tv e di offrirsi come gadget al circuito del potere, coerentemente con la piu' vasta manovra di riduzione della liberta' politica a liberta' di mercato che e' il segno di tutto il suo regno. In terzo luogo, di rassicurare l'immaginario maschile, degli amici e dei nemici, propinando ogni giorno la favola del gran conquistatore, una favola a cui e' tanto piu' gratificante credere inconsciamente quanto piu' la si riconosce scaduta consciamente. E che peraltro si smentisce da sola: basta ricordarselo al G20 di Londra, mentre rincorreva affannosamente la scia della seduttivita' politica di Obama, solo e senza nessuna Michelle e nessuna Carla al fianco malgrado i collier portati in dono alle diciottenni e le promozioni femminili elargite nel Palazzo. Il fatto e' che anche in questa modalita' la strategia del consenso berlusconiana non ha incontrato ne' grandi ostacoli ne' grandi alternative. Una simile "valorizzazione" delle donne ha la strada spianata, se dall'altra parte non ce n'e' nessuna o c'e' solo la ritornante querelle, tutta di ceto politico, sulle quote. E una simile riscrittura del maschile ha anch'essa la strada spianata, se dall'altra parte non si mette neppure a fuoco il problema. Cosi' tocca ritrovarsi a discutere se una donna puo' essere corpo e cervello o solo corpo o solo cervello, se sia piu' maschilista mandare le veline a Strasburgo o lasciarle dove stanno, piu' femminista tutelarle o giudicarle, piu' democratico avere una classe dirigente impresentabile solo maschile o mista; o se tanto vale eleggere direttamente premier Emanuele Filiberto. Dilemmi all'altezza giusta, in tempi di basso impero. 10. RIFERIMENTI. PER LA SOLIDARIETA' CON LA POPOLAZIONE COLPITA DAL TERREMOTO Per la solidarieta' con la popolazione colpita dal sisma segnaliamo particolarmente il sito della Caritas italiana: www.caritasitaliana.it e il sito della Protezione civile: www.protezionecivile.it, che contengono utili informazioni e proposte. 11. APPELLI. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO [Dal sito del Movimento Nonviolento (www.nonviolenti.org) riprendiamo il seguente appello] Anche con la prossima dichiarazione dei redditi sara' possibile sottoscrivere un versamento al Movimento Nonviolento (associazione di promozione sociale). Non si tratta di versare soldi in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato. Destinare il 5 per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale dell'associazione. Il Codice Fiscale del Movimento Nonviolento da trascrivere e': 93100500235. Sono moltissime le associazioni cui e' possibile destinare il 5 per mille. Per molti di questi soggetti qualche centinaio di euro in piu' o in meno non fara' nessuna differenza, mentre per il Movimento Nonviolento ogni piccola quota sara' determinante perche' ci basiamo esclusivamente sul volontariato, la gratuita', le donazioni. I contributi raccolti verranno utilizzati a sostegno della attivita' del Movimento Nonviolento e in particolare per rendere operativa la "Casa per la Pace" di Ghilarza (Sardegna), un immobile di cui abbiamo accettato la generosa donazione per farlo diventare un centro di iniziative per la promozione della cultura della nonviolenza (seminari, convegni, campi estivi, eccetera). Vi proponiamo di sostenere il Movimento Nonviolento che da oltre quarant'anni, con coerenza, lavora per la crescita e la diffusione della nonviolenza. Grazie. Il Movimento Nonviolento * Post scriptum: se non fate la dichiarazione in proprio, ma vi avvalete del commercialista o di un Caf, consegnate il numero di Condice Fiscale e dite chiaramente che volete destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento. Nel 2007 le opzioni a favore del Movimento Nonviolento sono state 261 (corrispondenti a circa 8.500 euro, non ancora versati dall'Agenzia delle Entrate) con un piccolo incremento rispetto all'anno precedente. Un grazie a tutti quelli che hanno fatto questa scelta, e che la confermeranno. * Per contattare il Movimento Nonviolento: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 12. RILETTURE. DOMENICA SCALERA: POLIS INTERCULTURALE MEDITERRANEA Domenica Scalera, Polis interculturale mediterranea. Le acque del Mediterraneo luogo d'incontro tra culture diverse, Emi, Bologna 2005, pp. 128, euro 7. Una ricerca-azione sul campo partecipata e solidale ed una riflessione socioculturale ed ecclesiale sull'incontro determinato dall'immigrazione dall'Europa dell'est e dal sud del Mediterraneo in Puglia. Con un contributo di Graziana Moro e una prefazione di Antonio Ruccia. Per richieste alla casa editrice: Emi, via di Corticella 179/4, 40128 Bologna, tel. 051326027, fax: 051327552, e-mail: sermis at emi.it, stampa at emi.it, ordini at emi.it, sito: www.emi.it 13. RIEDIZIONI. FRIEDRICH NIETZSCHE: LA VOLONTA' DI POTENZA Friedrich Nietzsche, La volonta' di potenza, Rcs-Bompiani, Milano 2008, 2009, pp. 672, euro 14,90 (in supplemento al "Corriere della sera"). A cura di Maurizio Ferraris e Pietro Kobau la riedizione della scelta di frammenti postumi ordinati ed editi da Elisabeth Foerster-Nietzsche (la sorella del filosofo) e da Peter Gast (che di Nietsche era stato abituale trascrittore dei manoscritti). Diciamolo ancora una volta: quest'opera, pur cosi' influente nella ricezione nicciana e tragicamente pesante nella storia europea novecentesca, fu un'operazione nella quale l'autore non ebbe parte alcuna; e giustamente l'edizione critica di Nietzsche curata da Giorgio Colli e da Mazzino Montinari (e sempre siano benedetti) la escluse dal canone, preferendo invece - come e' giusto - proporre in ordine cronologico tutti i frammenti postumi senza effettuare arbitrarie selezioni a comporre opere inesistenti nella concreta ed effettualmente compiuta volizione dell'autore. E quando Bompiani nel 1992 la rimise in circolazione per le cure di Maurizio Ferraris e Pietro Kobau (rivedendo la vecchia traduzione di Angelo Treves), ed e' l'edizione che qui si ripropone con le integrazioni della riedizione del '94, fummo anche noi di quelli che se ne irritarono, ed agli amici giovini e studiosi dicevano gracchiando molte male parole eccetera. Pur la leggemmo, va da se'; che' in questi frammenti molto vi e' da considerare ancora, e non solo tra noi filologi, d'illuminante e di terribile, di catastrofico e di scellerato, di pietoso e di empio, di falso e di vero che entrambi uccidono. Che oggi, munita anche di una saggia e acuta e drammatica presentazione di Silvano Tagliagambe nel segno di Dostevskij, venga riproposta e diffusa in edicola per piu' versi ci sconcerta ancora (altro e' il Nietzsche che metterebbe conto di riproporre a un piu' ampio e anche nuovo uditorio). Ci sconcerta ancora, ma senza piu' quella fitta alla milza e quel moto di revulsione e rivolta di allora - ed anche questo e' un segno di come cupa greve la senescenza ci gravi. Questo diceva Bricco Piccolomo iersera all'osteria giu' da Iaiotto, e tutti annuivamo e dicevamo, in guisa di sommessa litania, "viva l'umanita', morte al fascismo". 14. RIEDIZIONI. LUIGI PIRANDELLO: IL FU MATTIA PASCAL Luigi Pirandello, Il fu Mattia Pascal, RL gruppo editoriale, Santarcangelo di Romagna (Rimini) 2009, pp. XVIII + 216, euro 2,90. Senza alcuna indicazione del curatore e un minimissimo apparato introduttivo e di commento, a un prezzo vantaggioso, un libro che molto amammo nella nostra adolescenza studiosa, quando Pirandello era ancora Pirandello e quel mondo era ancora il mondo. Chissa' se per i giovani d'oggi puo' essere ancora un libro di formazione. 15. RIEDIZIONI. KARL RAIMUND POPPER: LA SOCIETA' APERTA E I SUOI NEMICI Karl Raimund Popper, La societa' aperta e i suoi nemici, Armando, Roma 2003, Rcs-Bompiani, Milano 2009, pp. 880, euro 14,90 (in supplemento al "Corriere della sera"). A cura di Dario Antiseri che vi premette una nuova presentazione, e nella traduzione di Renato Pavetto, un libro col quale - diceva ieri Annibale Scarpone, come al solito concionando al bar di Bozzella a tarda notte, rauca la voce ed i vinosi occhi e lustri e opachi e sussultando d'asma - ancor oggi non riesco a decidermi se mi sono mai riconciliato. Dell'esito interpretabile come totalitario della proposta politica contenuta nella Repubblica platonica (ovvero del modellarsi delle ideologie degli "stati etici" e dei regimi totalitari sull'opera di Platone) ho avuto sempre piena contezza - ma e' uno degli esiti possibili, e vi e' un altro, molti altri Platoni, e massime quel socratico ad un tempo patriota ed anarchico (cosi' come in Hegel convivono il sistema carcerario e la rottura rivoluzionaria che ogni assetto chiuso e claustrofobico nega e rovescia); sulla disamina popperiana di Marx invece obietto ancora: del fascismo di certi regimi sedicenti comunisti e di certe ideologie sedicenti marxiste del successivo secolo non vedo come si possa far cosi' rigidamente e integralmente carico al pensatore e militante dell'Internazionale del secolo prima (il che non significa non coglierne limiti e contraddizioni, eccetera eccetera, e lo scontro con Bakunin aveva gia' posto ineludibili questioni); e credo che se si leggessero le riflessioni e le proposte dei rivoluzionari a Marx coevi - il concreto contesto, insomma, che dal '48 giunge alla Comune di Parigi, e le ferocissime repressioni dai poteri dominanti compiute -, ebbene, la leggenda del Marx gendarmistico e sanguinolento, occhiuto e zannuto, terrorista alla scuola di Robespierre e stalinista ante litteram, cade del tutto come una grottesca e ridicola mistificazione - che certo ha largo corso, ma non per questo e' meno fasulla. Ma detto tutto questo, quest'opera di Popper e' di quelle che occorre aver letto, e con molte delle cui tesi ed analisi non si puo' non consentire, e di cui almeno io ancora gli son grato (pur prediligendo di Popper, su questo versante, i saggi di filosofia politica contenuti in Congetture e confutazioni). 16. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 17. PER SAPERNE DI PIU' Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 810 del 4 maggio 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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