Voci e volti della nonviolenza. 329



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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 329 del primo maggio 2009

In questo numero:
1. La scelta della nonviolenza, in poche parole
2. Aut aut
3. Brevissima parabola del bicchiere
4. Benito D'Ippolito: Un distico superstite
5. Osvaldo Caffianchi: Una lieve cabaletta
6. Luciano Bonfrate: Qualche misero ottonario
7. Luciano Bonfrate: La beffa dell'assassino, ovvero: il segreto di Kabul
8. Nicola Calipari, due anni dopo
9. Benito D'Ippolito: Sulla strada dell'aeroporto
10. Benito D'Ippolito: Alcuni altri omissis da un rapporto
11. Un'epigrafe a "Tre scorciatoie lungo il cammino"
12. Questo sappiamo, questo diciamo
13. Luciano Bonfrate: Chi vota per la guerra e' un assassino
14. Fosco Funesti: Una lettera del 1914
15. O la guerra o la pace
16. Una vita, tutte le vite
17. Ostaggi
18. Prime ed ultime risultanze di un'inchiesta privata sulla strage di
Nassiriya
19. Nel nome di Achille
20. L'autista
21. Benito D'Ippolito: Ancora un foglio, una foglia nel vento
22. Fosco Funesti: La rosa
23. Il valletto
24. Il paese dei passi perduti
25. Annibale Scarpante: Chi vvota pe la guerra, pe la morte
26. Misero ai voti il prezzo della carne
27. Un'epigrafe a "Contro la pena di morte (e per la correzione fraterna)"
28. Afghanistan
29. Solo
30. Occorre
31. Orazio Demacari: Pochi stupidi ottonari in ricordo di K. V.
32. Luciano Bonfrate: Le regole d'ingaggio
33. Ceux qui

1. EDITORIALE. LA SCELTA DELLA NONVIOLENZA, IN POCHE PAROLE

Qui abbiamo raccolto alcuni testi in versi (ed alcune brevissime prose)
apparsi nel notiziario tra febbraio ed aprile 2007. Abbiamo omesso alcuni
testi piu' volte riproposti inclusi nelle "Minime" n. 27 del 13 marzo 2007,
in "Voci e volti della nonviolenza" n. 52 del 13 marzo 2007, nelle "Minime"
n. 35 del 21 marzo 2007; abbiamo invece riprodotto testi precedenti in quel
periodo ripubblicati (due dei tre dedicati a Calipari, e quello sulla strage
di Nassiriya).

2. AUT AUT

La guerra, che consiste dell'uccisione di esseri umani.
La guerra, che porta il fascismo.
La guerra, che la Costituzione ripudia.
Solo la nonviolenza e' coerente con la democrazia.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Solo la nonviolenza.

3. BREVISSIMA PARABOLA DEL BICCHIERE

Il bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno. Di sangue.

4. BENITO D'IPPOLITO: UN DISTICO SUPERSTITE

Tu non temere altro male che il male.
Tu non cercare altro bene che il bene.

5. OSVALDO CAFFIANCHI: UNA LIEVE CABALETTA

Il parlamento degli assassini
ama i bagliori delle battaglie
purche' distanti, e ridotti a frattaglie
siano i corpi di altri meschini.

Il parlamento degli assassini
ama il clamore delle fanfare
purche' a morire, a cadere, a immolare
le loro vite sian altri tapini.

Il parlamento degli assassini
vota zelante il riarmo e la guerra
purche' a macchiare di rosso la terra
sia sempre il sangue di altri omarini.

Il parlamento degli assassini
lindi, azzimati, sportivi, eleganti,
callidi, pingui, voraci briganti,
dall'altrui morte trae lauti bottini.

6. LUCIANO BONFRATE: QUALCHE MISERO OTTONARIO

Al servizio della guerra
tanti cadono asserviti
ne son ben retribuiti
dai signori della guerra.

Nella gora della guerra
tanti cadono stecchiti
fiera offa ai laidi riti
dei signori della guerra.

Delle vittime di guerra
menan vanto assai impettiti
sulle salme e sui detriti
i signori della guerra.

E dei frutti della guerra
tra i cadaveri anneriti
i profitti son graditi
ai signori della guerra.

7. LUCIANO BONFRATE: LA BEFFA DELL'ASSASSINO, OVVERO: IL SEGRETO DI KABUL

Traduco nella lingua di noi plebei
le lunghe concioni dei prominenti
dinanzi alle gelide tombe degli assassinati:
morire vi abbiamo lasciati morire
a morire e ad uccidere vi abbiamo mandati
noi siamo ancora vivi.
Quanto e' bella la luce del mondo.

8. NICOLA CALIPARI, DUE ANNI DOPO

Salvare le vite, questa e' una buona idea.
Salvare le vite, questo faceva Nicola Calipari.
Salvare le vite, questo ogni essere umano dovrebbe fare.

9. BENITO D'IPPOLITO: SULLA STRADA DELL'AEROPORTO

Sulla strada dell'aeroporto
attende sbigottito il cacciatore
nel buio attende franco il cacciatore
sulla strada dell'aeroporto.

E tu non sai che sei la selvaggina.

Sulla strada dell'aeroporto
attende nel buio la nera
signora che parla rafficando
e riga i volti di lacrime di sangue.

E non c'e' ombrello che fermi questa pioggia.

Sulla strada dell'aeroporto
la guerra terrorista ti raggiunge
la guerra, che e' sempre terrorista
il terrorismo, che nella guerra culmina.

Denti di drago seminava Giasone.

Sulla strada dell'aeroporto
dove tu sei la selvaggina
dove l'alito del male ti fa cenere.

Ah buon Nicola, che salvavi il mondo,
tu, buon amico della nonviolenza.

10. BENITO D'IPPOLITO: ALCUNI ALTRI OMISSIS DA UN RAPPORTO

La notte era assai buia
l'auto aveva quattro ruote
i nostri ragazzi sono impetuosi
gli italiani e' difficile distinguerli
dagli arabi, dai terroristi, dai cani.

La notte era assai buia
sparano i mitra, servono a questo
ve lo avevamo detto mille volte
di starci dietro, dietro e non di fronte
di starvene accucciati, come tutti.

La notte era assai buia
per questo mancammo gli altri due.

11. UN'EPIGRAFE A "TRE SCORCIATOIE LUNGO IL CAMMINO"

"Tutti questi chiacchieroni,
ti ci metti pure tu?"
(Stratone di Stanzavecchia, Epicedi senza volto)

12. QUESTO SAPPIAMO, QUESTO DICIAMO

Questo sappiamo: che la guerra uccide.
Ne' v'e' maggior delitto della guerra:
ogni vita e virtu' soffoca e irride
tutto travolge, acceca, spezza, atterra

nessuno scampa dalle sue corride
nulla si salva di cio' ch'essa afferra
son le sue imprese sempre fratricide
brucia e devasta sia cielo che terra.

Questo diciamo: che nella coscienza
di ogni persona e' incisa quella legge
che afferma "non uccidere". Sapienza

che reca vita e ogni speranza regge.
Chiamiamo questa scelta: nonviolenza.
Felice chi a sua massima la elegge.

13. LUCIANO BONFRATE: CHI VOTA PER LA GUERRA E' UN ASSASSINO

"L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli
altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali"
(Costituzione della Repubblica Italiana, articolo 11)

Chi vota per la guerra e' un assassino
razzista, imperialista, disumano.
Nessuno spezzi il pane o beva il vino
alla sua mensa, o stringa la sua mano.

Il voto per la guerra e' artiglio, uncino
che tutto sgarra, strazia, rende vano
annienta anime e corpi, lana e lino
per sempre macula d'orrore arcano.

La guerra dell'umanita' e' nemica
come puo' un parlamento darle il voto?
la legge chiede si spezzi la sica,

la legge che contrasta ogni mal coto,
la legge della pace nuova e antica:
le vite salva dall'orrendo vuoto.

14. FOSCO FUNESTI: UNA LETTERA DEL 1914

"Yo os aconsejo, mas bien, una posicion esceptica frente al escepticismo"
(Antonio Machado, Juan de Mairena, XVII)

Ricordo ancora, Aristo, quel morale
discorrere tra noi nell'altro inverno:
dicevi che la guerra e' sempre un male
e che le armi recano l'inferno

nulla si salva dall'orgia mortale
di guerra, tutto e' rotto in sempiterno
la guerra e' il crimine piu' colossale.
Cosi' dicevi. Ed ora sei al governo

e dici che la guerra e' buona e giusta
le nostre armi benedette, i morti
modico prezzo al trionfar del nostro

dominio su quei barbari, e la frusta
l'emblema e lo strumento di noi forti.
Specchiati Aristo, il tuo volto ora e' un rostro.

15. O LA GUERRA O LA PACE

O la guerra o la pace, la pretesa
di uccidere e sanare, di recare
aiuto e insieme morte, e' bieca offesa
a chi gode del ben del ragionare.

Chi alle vite vuole offrir difesa
cominci allora con il disarmare,
chi vuole costruir dialogo e intesa
rinunci all'aggressione militare.

O il fascismo o la democrazia:
un parlamento che vota la guerra
s'asserve alla barbarie, all'anomia

ogni diritto umano vi sotterra
s'arrende del terrore alla follia.
E questo sa ogni mente che non erra.

16. UNA VITA, TUTTE LE VITE

Cessare la guerra e' salvare le vite.

17. OSTAGGI

Liberate tutti gli ostaggi.
Salvate tutte le vite.
Distruggete tutte le armi.
Salvate l'umanita' altrui e vostra.
E' la consegna.

18. PRIME ED ULTIME RISULTANZE DI UN'INCHIESTA PRIVATA SULLA STRAGE DI
NASSIRIYA

1. Queste sono le certe risultanze
di un'inchiesta privata sulla strage
di Nassiriya.

2. Ci siamo chiesti: sul luogo del delitto
chi trasse le vittime e le espose
all'agguato?

Ci siamo chiesti: quando una strage
in una sequenza si colloca di stragi
e' leggendo la sequenza che si coglie
chi muove i pezzi, li prende e li sacrifica
per quale piano, per quali vantaggi.
Quale partita si sta giocando qui?
Chi usa vite umane come scacchi?

Ci siamo chiesti: le vittime di guerra
di chi sono vittime?
Ci siamo chiesti: la guerra che uccide,
chi la scatena, chi ne trae frutto, chi
ne gode i profitti irrorati di sangue?

3. Abbiamo voluto ascoltare il coro dei morti.
Dei vivi il frastuono non ci ha distratto.
Sappiamo che sul luogo del delitto
torna poi l'assassino e con le fanfare. Sappiamo
che chi fa morire gli altri poi pretende
pronunciarne funebre l'elogio. Sappiamo
che chi altri fa morire, per cupo lucro,
per ideologia bestemmiatrice, per algida ignavia,
altri ancora continuera' a far morire
se non lo si ferma.

4. E questo abbiamo concluso:
quali siano stati i sicari ci e' ignoto, non cosi'
i mandanti.
E chi abbia mandato i sicari ci e' ignoto, non cosi'
chi ha mandato le vittime a morire.

E anche questo abbiamo concluso:
prima che altri debbano morire
quei mandanti possiamo arrestare:
da se stessi si sono smascherati
ora essi devon essere arrestati.

5. Era illegale mandare italiani in armi
nell'Iraq in guerra. Tutti
sapevamo che era illegale, sapevamo che era criminale.

Perche' si e' permesso al governo e al parlamento
di condannare questi innocenti a morte?

Perche' il presidente della Repubblica Italiana
non ha loro salvato la vita? Era suo dovere,
era in suo potere. Morire li ha lasciati.

Perche' nessun magistrato ha impedito quel crimine
che e' all'origine di questa strage ancora?

Era illegale mandare italiani in armi
nell'Iraq in guerra. Ora tornano essi nelle casse
non piu' vivi, inerti, per sempre
privati della luce dei giorni.

6. Perche' non abbiamo saputo salvarli?
Perche' non abbiamo voluto salvarli?

7. Questa relazione inviamo alle piu' alte
cariche dello stato italiano, poiche' hanno diritto
di sapere di cosa li accusiamo.

Questa relazione inviamo ancora
ai magistrati cui gravoso incombe
ed urgente il dovere di perseguire
i mandanti italiani a tutti noti
della famosa strage di Nassiriya.

Questa relazione inviamo inoltre
a tante persone amiche e a tante
che amiche non sono ma che hanno
parimenti il diritto e il dovere
di conoscere questi risultati
della nostra inchiesta privata,
di valutare se meritino ascolto,
di decidere cosa sia in capo a loro fare.

Questa relazione inviamo infine
ai sopravvissuti,
e ai colleghi, agli amici, ai familiari
delle vittime, il loro dolore
tra tante cose dopo la strage avvenute
e' l'unica cosa degna, l'unica cosa umana:
in quel dolore e in null'altro noi troviamo
la nostra patria: la comune umanita'.

19. NEL NOME DI ACHILLE

"Non c'e' un al di la' dello specchio, l'orribile immagine
del terrorista, che la levigata lastra
fedele ti rimanda, signore, e' la tua immagine"
(Dalle Prediche del pio barbiere al visir eccellentissimo di questa antica
citta' di Samarcanda)

Col nome di Achille la bestia assassina
chiamano le stragi che vanno menando
in terra afgana i nostri eroi assassini.

La guerra assassina pretendono chiamare
pacificazione, "missione di pace".

Governi assassini, parlamenti
assassini.

Sale dirotto al cielo un pianto infinito.

20. L'AUTISTA

Non c'e' altro deserto che il deserto
ne' altra vita oltre la muraglia.

Chi uccide nel nome del bene
ogni bene ha ucciso per sempre.

Lo stesso rogo si leva da Troia, dagli autodafe'
da Auschwitz, da Hiroshima, da Falluja.

Dal pozzo tirammo su' la luna
pesante come fosse d'argento.

Nessuno pianse per la morte dell'autista.

21. BENITO D'IPPOLITO: ANCORA UN FOGLIO, UNA FOGLIA NEL VENTO

"E gia' la luna e' sotto i nostri piedi:
lo tempo e' poco omai che n'e' concesso,
e altro e' da veder che tu non vedi"
(Inf., XXIX, 10-12)

Poiche' in questa storia sempre solo vincono
gli assassini, voi assassini non dovete diventare
e un'altra storia e' ancora da inventare.

Poiche' nei governi solo siede chi e' disposto
a mangiare carne umana, nei governi
voi non potete ancora trovar posto.

Poiche' ogni persona deve fare la sua scelta
e voi scegliete di ripudiare le uccisioni:
e ripudiando le uccisioni voi dovete
opporvi alle guerre, agli eserciti, alle armi. Dovete
salvare le vite, non sopprimerle.

22. FOSCO FUNESTI: LA ROSA

Quando il partito del proletariato
voto' la guerra, Rosa non si arrese:
organizzo' la lotta per la pace
per il pane, il diritto, l'internazionale
futura umanita' e presente.

Quando i governi decretarono i corpi
degli esseri umani non altro fossero
che carne da cannone, allora Rosa
non si arrese: continuo' la lotta
per la dignita' e i diritti di ogni essere umano,
per la liberazione di tutti gli oppressi,
perche' l'unico mondo che abbiamo cessasse di essere
vulcano, fornace, inferno
e fosse invece un luogo in cui abitare
libere, liberi, tutti.

Quando molti si arresero alla menzogna che uccide
allora resisteva Rosa Luxemburg:
nella sua cella soltanto vi era liberta'
tutta la verita' serbava nel suo cuore
tutta l'umanita' quella donna salvava.

Quando la uccisero e nel canale la gettarono
da quel canale la sua voce, il suo volto
tutti i mari raggiunse e tutti i cieli:
ci convoca ancora alla lotta la Rosa rossa
per la pace, la liberazione
la responsabilita' che di ogni persona
si prende cura ed ogni oppressione contrasta.

Questo chiamiamo nonviolenza in cammino.

23. IL VALLETTO

"Mentre allo specchio s'aggiusta la cravatta
benevolo sorride l'assassino"
(Le buone maniere spiegate ai governanti e ai cortigiani, fr. I)

Il valletto
che furbetto
l'occhio e il labbro stretto stretto
dal suo pero in mezzo ai rami
sbuffa, ghigna e guarda in giu'

E che audace
si compiace
della guerra eppero' pace
preferisce la si chiami
e non se ne parli piu'

quel valletto
meschinetto
come puoi credergli tu?

24. IL PAESE DEI PASSI PERDUTI

Passeranno queste ore, questi giorni
e qualcuno sara' morto per sempre.
Passeranno i mesi e gli anni
e forse di nuovo c'incontreremo
e ci ricorderemo di adesso e ci diremo
tu votasti la guerra, tu facesti
morire tanti innocenti
e nulla varra' piangere ora insieme.

25. ANNIBALE SCARPANTE: CHI VVOTA PE LA GUERRA, PE LA MORTE

Chi vvota pe la guerra, pe la morte
vota, e condanna a mmori' ammazzati
'na massa de pori ciuchi
che nun so' peggio d'esso.

Chi vvota pe la guerra e' un mascarzone
che ppe gusto je va' de sfragne all'antri
le zucche loro che ccome la sua
so' vvote e de bbrutti penzieri bullicheno.

Chi vvota pe la guerra e' 'n'assassino
je pozza pija' 'n corpo che je secchi
quela manaccia quanno s'arza a di' ammazzamole.

26. MISERO AI VOTI IL PREZZO DELLA CARNE

Misero ai voti il prezzo della carne
umana, e lo trovaron conveniente:
un ministero, qualche comparsata
televisiva, fondi e posti pubblici.

Votarono di uccidere gli afgani
(che tanto e' gente povera e lontana)
e qualche giovane in divisa se va male.

Votarono di uccidere. La guerra
votarono. Di uccidere votarono.
Per sempre
si resero assassini.

27. UN'EPIGRAFE A "CONTRO LA PENA DI MORTE (E PER LA CORREZIONE FRATERNA)"

"Anche il carnefice non lesinava
il di' di festa la sua lacrimuccia"
(Triboletto Senzaveri, Cose inaudite ed altre strambe ancora, I, 1)

28. AFGHANISTAN

Quanti ancora morire ne dovranno
finche' cessi per sempre la guerra?

29. SOLO

Solo la pace ferma la guerra.
Solo la democrazia sconfigge il terrorismo.
Solo il disarmo riduce le uccisioni.
Solo la nonviolenza contrasta la violenza.
Solo la giustizia invera la liberta'.
Solo il dialogo riconosce umanita'.
Solo la misericordia fonda la convivenza.

30. OCCORRE

Smilitarizzare i conflitti occorre.
L'umanita' e la guerra sono incompatibili.

31. ORAZIO DEMACARI: POCHI STUPIDI OTTONARI IN RICORDO DI K. V.

"Chi vuol esser lieto, sia,
di doman non c'e' certezza"
(Lorenzo de' Medici, Canzona di Bacco)

Questo Curzio che ora giace
non si diede giammai pace
finche' visse rise e amo'
guerra e stragi contrasto'

contrasto' i fascisti tutti
le cui gesta grondan lutti
mai volle esser della corte
dell'impero della morte

della morte e del dolore
mai volle essere cantore
delle fabbriche di esequie
fu nemico senza requie

senza requie e senza inganni
via strappava agli orchi i panni
smascherando eccidi e borie
della storia e nelle storie

nelle storie che inventava
la menzogna denunciava
nelle fiabe sue beffarde
la pieta' perenne arde

arde e illumina la via
della pace e tuttavia
non si diede giammai pace
questo Curzio che ora giace.

32. LUCIANO BONFRATE: LE REGOLE D'INGAGGIO

Qui vi ricordo le regole d'ingaggio:
mirare al cuore, predare i telefonini
bruciare al semaforo il lavavetri
bere, vestire, inalare profumo
parlare con voce di cane, di topo
uscire dal folto nelle notti senza stelle
cucinare a fuoco lento gli asini

che nessuno esca vivo da Falluja.

33. LE ULTIME COSE. CEUX QUI

"Ceux qui tricolorent"
(Jacques Prevert, Tentative de description d'un diner de tetes a'
Paris-France)

Quelli che si opponevano alla guerra quando al governo c'erano altri partiti
quelli che si opponevano alle stragi quando non avevano un ministero
quelli che erano per il disarmo prima di avere una presidenza
quelli che erano antimilitaristi prima d'imparare a sbattere i tacchi

Quelli che tutto il potere ai gulag
quelli che l'uomo e' uomo
quelli che i nostri ragazzi
quelli che la nostra civilta'

Quelli che o Francia o Spagna
quelli che non e' un pranzo di gala
quelli che mors tua vita mea
quelli che la guerra vinciamola noi

Quelli che Dio riconoscera' i suoi
quelli che Parigi val bene una messa
quelli che non vedono l'ora di metterti spalle al muro
quelli che non vedono l'ora di metterti al muro

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VOCI E VOLTI DELLA NONVIOLENZA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 329 del primo maggio 2009

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