Minime. 745



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 745 del 28 febbraio 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Per la messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord
2. L'ingenuo
3. Associazione studi giuridici sull'immigrazione: Alcune osservazioni
generali sulle norme in materia di stranieri contenute nei provvedimenti del
"pacchetto sicurezza" approvati dal Consiglio dei Ministri nella riunione
del 21 maggio 2008
4. Diana Napoli: La vita e' sogno
5. Alessandro Pizzi: Dall'altra parte
6. Giovanna Zitiello: La violenza sulle donne non ha passaporto
7. Vladimiro Frulletti intervista Pier Luigi Vigna
8. L'associazione "Respirare" contro il nucleare
9. Giuseppe Onufrio: Perche' no al nucleare
10. Peppe Sini: Fanatici (con un decalogo per gli smemorati)
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'

1. INIZIATIVE. PER LA MESSA FUORILEGGE DELL'ORGANIZZAZIONE RAZZISTA
DENOMINATA LEGA NORD

Al Presidente della Repubblica Italiana
Al Presidente del Senato della Repubblica
Al Presidente della Camera dei Deputati
Oggetto: Richiesta di iniziativa per la messa fuorilegge dell'organizzazione
razzista denominata Lega Nord
Egregi Presidenti,
ci rivolgiamo a voi come massime autorita' dello Stato per richiedere un
vostro intervento al fine della messa fuorilegge dell'organizzazione
razzista denominata Lega Nord.
Tale organizzazione, che pur essendo assolutamente minoritaria nel Paese e'
riuscita ad ottenere nel governo nazionale l'affidamento di decisivi
ministeri a suoi rappresentanti, persegue e proclama una politica razzista
incompatibile con la Costituzione della Repubblica Italiana, con uno stato
di diritto, con un ordinamento giuridico democratico, con un paese civile.
Ritenendo che vi siano i presupposti per un'azione delle competenti
magistrature che persegua penalmente sia i singoli atti e fatti di razzismo,
sia l'azione organizzata e continuata e quindi l'associazione a delinquere
che ne e' responsabile, con la presente chiediamo un vostro intervento
affinche' si avviino le procedure previste dalla vigente normativa al fine
della messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord e
della punizione ai sensi di legge di tutti gli atti delittuosi di razzismo
da suoi esponenti promossi, commessi, istigati o apologizzati.
Con osservanza,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo
Viterbo, 27 febbraio 2009

2. EDITORIALE. L'INGENUO

Devo essere proprio un ingenuo.
Anni fa pensai che era cosa buona e giusta - anzi: necessaria e urgente -
addestrare le forze dell'ordine alla nonviolenza; e persuasi un bel
gruppetto di parlamentari a presentare una proposta di legge in tal senso.
Formare le forze dell'ordine alla nonviolenza e' un provvedimento della cui
ragionevolezza ed opportunita', anzi: della cui indispensabilita', continuo
ad essere assolutamente convinto.
Ma come passa il tempo.
Oggi il governo propone di scatenare la notte per le strade bande
paramilitari private, di dar mano libera ai picchiatori di tutte le risme,
di legittimare lo squadrismo.
Lungo questa linea di pensiero e di azione il governo potrebbe arrivare a
sciogliere i cinque corpi di polizia nazionali ed appaltare l'ordine
pubblico alle milizie naziste private. Loro si divertono, e lo stato non
spende un soldo, se non per gli operatori ecologici che la mattina di
buon'ora devono raccattare i cadaveri delle vittime (ma anche a questo si
puo' ovviare: le squadracce potrebbero bruciare sul posto le salme, ci sono
in proposito esperienze gia' consolidate).
Una volta nella polemica contro il welfare il motto dei sedicenti
liberal-liberisti piu' estremisti ("liberale" e "liberista" sono definizioni
piu' eleganti di "egoista" e "sfruttatore" - chiunque ne converra') era che
lo stato dovesse limitarsi a "fare il guardiano notturno", adesso neppure
quello: ci pensa la ronda padana di Borghezio, o quella del Circeo di Ghira
e sodali.

3. UNA SOLA UMANITA'. ASSOCIAZIONE STUDI GIURIDICI SULL'IMMIGRAZIONE: ALCUNE
OSSERVAZIONI GENERALI SULLE NORME IN MATERIA DI STRANIERI CONTENUTE NEI
PROVVEDIMENTI DEL "PACCHETTO SICUREZZA" APPROVATI DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI
NELLA RIUNIONE DEL 21 MAGGIO 2008
[Dal sito dell'Asgi - Associazione studi giuridici sull'immigrazione
(www.asgi.it) riprendiamo il seguente testo, incipit di un ampio ed
utilissimo documento che analizzava acutamente i provvedimenti del
"pacchetto sicurezza" approvati dal Consiglio dei Ministri nella riunione
del 21 maggio 2008. Diamo qui anche il sommario dell'itero documento: "I.
Osservazioni generali; II. Osservazioni sulle norme in materia di stranieri
del decreto-legge 23 maggio 2008 , n. 92 recante misure urgenti in materia
di sicurezza pubblica; III. Osservazioni sulle norme in materia di stranieri
del disegno di legge A.733 recante disposizioni in materia di sicurezza
pubblica; IV. Osservazioni sullo schema di decreto legislativo recante
ulteriori modifiche ed integrazioni al d.lgs. 6 febbraio 2007, n. 30,
recante attuazione della direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei
cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare
liberamente nel territorio degli Stati membri; V. Osservazioni sullo schema
di decreto legislativo recante modifiche ed integrazioni al decreto
legislativo 8 gennaio 2007, n. 5, recante attuazione della direttiva
2003/86/CE relativa al diritto di ricongiungimento familiare; VI.
Osservazioni sullo schema di decreto legislativo recante modifiche ed
integrazioni al D. Lgs. 28 gennaio 2008, n. 25, recante attuazione della
direttiva 2005/85/CE relativa alle norme minime per le procedure applicate
negli Stati membri ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di
rifugiato; VII. Osservazioni sul decreto del Presidente del Consiglio dei
Ministri 21 maggio 2008 recante la dichiarazione dello stato di emergenza in
relazione agli insediamenti di comunita' nomadi nel territorio delle regioni
Campania, Lazio e Lombardia e sulle successive ordinanze del 30 maggio
2008"]

Nessuna politica migratoria nei confronti dei cittadini extracomunitari puo'
avere successo senza che vi sia un equilibrato rafforzamento di misure che
consentano di raggiungere, ragionevolmente e nell'ordine, i seguenti tre
obiettivi: 1) effettive possibilita' di ingresso regolare per motivi di
lavoro, 2) misure di integrazione sociale degli stranieri regolarmente
soggiornanti, 3) soluzioni realistiche al problema dell'immigrazione
illegale.
L'esperienza politico-legislativa italiana, di tutte le precedenti
legislature, dimostra che prima o poi fallisce qualsiasi tentativo di mirare
soltanto alla prevenzione ed alla repressione dell'immigrazione illegale
senza puntare prioritariamente ad un ampliamento realistico degli ingressi
regolari per lavoro e all'integrazione sociale degli stranieri regolarmente
soggiornanti.
Ignorare la forte richiesta di manodopera straniera espressa da piu' settori
della societa' italiana, omettendo di privilegiare la disciplina dei flussi,
finisce col lasciare i nuovi migranti nelle mani delle organizzazioni
criminali e del lavoro nero, il che non diminuisce ma aggrava i rischi per
la sicurezza, oltre a sbilanciare i costi e i mezzi verso meccanismi
sanzionatori e repressivi, con enormi aggravi per le strutture giudiziarie e
delle forze di polizia.
Nel contempo, disattendere le istanze di integrazione sociale dei migranti,
delle loro famiglie, delle seconde generazioni, significa creare
disillusione e frustrazione (oltre che profonda ingiustizia), con il rischio
di creare fenomeni di contrapposizione di gruppi sociali, se non di
pericolosa ricerca di identita' etniche, come insegnano le banlieues
francesi.
Di tale preoccupazione si facevano carico i due disegni di legge proposti
dal precedente Governo, che miravano alla duplice riforma della disciplina
dell'immigrazione extracomunitaria e di quella della cittadinanza italiana,
in un percorso per gran parte condiviso dai soggetti sociali che da anni
agiscono nel settore dell'immigrazione.
Ignorando completamente quel percorso, le nuove norme adottate o proposte in
materia di stranieri, immigrazione e diritto d'asilo, nell'ambito dei
provvedimenti approvati dal Consiglio dei Ministri nella riunione del 21
maggio 2008, lasciano del tutto irrisolte le gravi difficolta' di fondo del
sistema del diritto degli stranieri vigente in Italia ed anzi rafforzano ed
irrigidiscono uno solo degli obiettivi (prevenzione e repressione
dell'immigrazione illegale), nel contempo indebolendo ancor piu' le misure
che mirano agli altri due obiettivi (effettive possibilita' di ingresso
regolare per motivi di lavoro e misure di integrazione sociale).
Le nuove norme sono esclusivamente restrittive e - contrariamente a cio' che
taluni affermano - non riproducono alcuna delle proposte del Governo
precedente, salvo quella sulla restrizione dell'acquisto di cittadinanza
italiana da parte dei coniugi di cittadini italiani, che riproduce in parte
l'art. 3 del d.d.l. A.C. 1607 - XV legislatura presentato dal Ministro
dell'Interno Amato nell'assai piu' ampio disegno di legge di riforma della
legge sulla cittadinanza (legge n. 91/1992).
Ovviamente le nuove disposizioni o proposte legislative costituiscono
attuazione del programma della coalizione dei partiti politici che ha vinto
le elezioni politiche nazionali svoltesi nell'aprile 2008, il cui
denominatore comune e' stato di volere garantire la sicurezza ai cittadini,
sul falso presupposto secondo cui essa sarebbe strettamente correlata alla
presenza degli stranieri.
Esse sono assolutamente criticabili sotto svariati profili e meritano un
immediato ripensamento.
Sotto un profilo di opportunita' molte delle nuove norme appaiono
controproducenti, sia rispetto all'esigenza di un razionale governo del
fenomeno migratorio, sia rispetto all'obiettivo di assicurare le legittime
esigenze di sicurezza di ogni persona, a prescindere dalla sua cittadinanza.
La sicurezza dovrebbe essere un valore sociale riferibile alla civile
convivenza ed al rispetto degli altri, non certamente un disvalore costruito
sulla sola ed esclusiva condizione personale di straniero.
Sotto un profilo di legittimita' molte di esse presentano vizi insuperabili
di legittimita' costituzionale, internazionale o comunitaria e rendono piu'
difficile, quando non impossibile, l'effettivo esercizio di alcuni diritti
fondamentali quali la liberta' personale, il diritto d'asilo, il diritto
all'unita' familiare, il diritto alla difesa e la liberta' di circolazione e
di soggiorno dei cittadini dell'Unione Europea e dei cittadini
extracomunitari.
Il senso psicologico di sicurezza collettiva si puo' aumentare non certo con
simili norme illegittime ed irrazionali, che sembrano far ritenere le misure
penali ed amministrative nei confronti degli stranieri irregolari come le
misure principali di regolazione dei movimenti migratori, bensi' anche
prevedendo una disciplina piu' realistica dei nuovi flussi di ingresso per
lavoro e favorendo misure di effettiva integrazione sociale.
Nessuna osservazione, invece, e' possibile svolgere sulle linee guida per la
determinazione delle quote di ingresso per lavoro nell'anno 2008
preannunciate da alcuni Ministri, fermo restando che l'esigenza di
regolarizzare la condizione degli stranieri che lavorino irregolarmente deve
essere valutata sempre positivamente, cosi' come previsto dall'art. 9, comma
4 della convenzione O.I.L. n. 143 del 1975, ratificata e resa esecutiva in
Italia con la legge 10 aprile 1981, n. 158, secondo cui nulla vieta agli
Stati membri di concedere alle persone che risiedono o lavorano illegalmente
nel Paese il diritto di rimanervi e di esservi legalmente occupate.
Infine, gravemente negativa e' la valutazione da darsi della scelta fatta
dal Governo di stabilire che una delle coperture degli oneri finanziari
dell'esenzione dell'Ici sulla prima casa di abitazione e della detassazione
degli straordinari dei lavoratori venga tratta dalla riduzione e
soppressione del Fondo nazionale per l'inclusione sociale degli immigrati
istituito all'articolo 1, comma 1267, della legge 27 dicembre 2006, n. 296.
Cosi' infatti dispone l'art. 5, comma 11 del decreto-legge 27 maggio 2008,
n. 93 (Disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle
famiglie), prevedendo che invece di 50 milioni di euro per ciascuno degli
anni 2007, 2008 e 2009 il Fondo si riduca a 50 milioni di euro per l'anno
2007 (fondi gia' spesi), a zero per il 2008 e a 5,1 milioni di euro per
l'anno 2008.
Cio' che e' in questione non e' tanto l'esigenza di trovare coperture
finanziarie, quanto l'averle trovate a discapito di un Fondo appena
istituito che era andato a finanziare progetti di Regioni, enti locali ed
associazioni, che e' finalizzato ad affrontare situazioni di degrado sociale
e abitativo, con particolare riguardo alle condizioni dei migranti e dei
loro familiari, e alla realizzazione di un piano per l'accoglienza degli
alunni stranieri, anche per favorire il rapporto scuola-famiglia, mediante
l'utilizzo per fini non didattici di apposite figure professionali
madrelingua quali i mediatori culturali. L'individuazione degli obiettivi
generali, delle priorita' finanziabili e delle linee guida generali in
ordine alle modalita' di utilizzo del Fondo era avvenuta con Direttiva 3
agosto 2007 del Ministro della solidarieta' sociale, di concerto con il
Ministro per i diritti e le pari opportunita'. Essa aveva individuato 7
importanti aree prioritarie di intervento e indicato obiettivi, linee di
attivita' finanziabili, destinatari degli interventi, tipologie dei soggetti
proponenti e ripartizioni delle risorse finanziarie (si noti anche quelle
misure di mirata attenzione anche per i bisogni delle popolazioni rom di
alcune grandi aree metropolitane): 1) sostegno all'accesso all'alloggio, con
l'obiettivo di prevenire i fenomeni di marginalita' abitativa e di
discriminazione che precludono o ostacolano l'accesso all'abitazione; 2)
l'accoglienza degli alunni stranieri, con l'obiettivo di facilitare i
percorsi di inserimento ed orientamento scolastico degli alunni stranieri e
facilitare il rapporto tra le famiglie e le istituzioni scolastiche; 3) la
tutela dei minori stranieri non accompagnati presenti sul territorio dello
Stato, con l'obiettivo di tutelare ed integrare il minore non accompagnato
affinche' al compimento della maggiore eta' sia evitata la condizione di
clandestinita'; 4) la valorizzazione delle seconde generazioni di stranieri,
con l'obiettivo di promuovere percorsi di inclusione sociale al fine di
favorire il riconoscimento delle diverse identita' culturali (emergenti e di
origine). 5) la tutela delle donne immigrate a rischio di marginalita'
sociale, con l'obiettivo di prevenire i fenomeni di emarginazione sociale,
di sfruttamento e di discriminazione multipla; 6) la diffusione della lingua
e della cultura italiana, con l'obiettivo di promuovere la conoscenza della
lingua e cultura italiana, nonche' dell'educazione civica di base, al fine
di agevolare l'inserimento degli immigrati nella societa' italiana e la loro
partecipazione sociale; 7) la diffusione della conoscenza della Costituzione
italiana, dell'ordinamento giuridico nazionale e dei percorsi di inclusione
sociale, con gli obiettivi di promuovere la conoscenza dell'ordinamento
italiano per la creazione di un dialogo interculturale e di diffondere
informazioni relative alla opportunita' di inclusione sociale.
Si richiamano qui questi obiettivi perche' e' auspicabile che nella
conversione in legge di quel decreto legge il Fondo sia ripristinato,
affinche' non sia completamente vanificato l'intento dell'integrazione
sociale degli stranieri regolarmente soggiornanti, con le conseguenti ovvie
negative ripercussioni anche su tutte le politiche migratorie.

4. UNA SOLA UMANITA'. DIANA NAPOLI: LA VITA E' SOGNO
[Ringraziamo Diana Napoli (per contatti: dianastoria at hotmail.com) per questo
intervento]

Sogno o son desta?
La vita e' sogno. E Calderon non poteva trovare titolo piu' ambiguo poiche'
pare non ci sia dato di sapere se dobbiamo aspettare di svegliarci o
possiamo cullarci nell'irrealta' di cio' che accade, come forse direbbe
Borges, solo a Tlon.
Forse noi pensiamo di parlare e di litigare e di irritarci per una
discussione nei resti anfiteatrali del Parlamento, pensiamo che tutto
tornera' come era prima, che ci saranno elezioni normali per recuperare un
normale corso del mondo in grado di contenere almeno briciole di esperienza,
cerchiamo le parole e i motti e le frasi e mentre noi facciamo tutto questo
non ci accorgiamo, semplicemente, che e' tutto e solo Tlon. Che su questo
pianeta perfettamente ordinato, dove persino il tempo e' stato negato,
l'ordine regni sovrano e' cosa troppo perfetta per la nostra realta' che non
domandava null'altro se non di cedere e di sgretolarsi sotto i colpi di una
religione tloniana che ha cancellato tutto, persino il nostro passato, di
cui non sappiamo piu' nulla, appunto, nemmeno se sia falso.
Forse tra qualche anno vi saranno elezioni e tutto tornera' come prima, un
baccano in cui si muoveva tutto per preservare l'immobilita' nella quale
tutti si sono adagiati come da nostra animalita' evoluzionista progettata
per mimetizzarsi nel calmo caos della storia.
Ma ora qualcosa si e' smosso. Le ronde (create nello spirito di una dinamica
fascista di occupazione delle istituzioni al solo scopo di sgretolarle) si
aggirano per le nostre citta' deserte alle otto la sera. I nomadi si
spostano, le scuole chiuderanno (apriranno le prigioni, come scriveva Hugo?)
e le nostre cantine avranno l'odore di carta appena appena ammuffita. Ci
saremo stancati di leggere le leggi del mondo - divine - e scacceremo i
pensieri inventandoci labirinti umani, come la talpa di Kafka che per
costruire una tana sicura rimase imprigionata nella trappola da lei creata.

5. UNA SOLA UMANITA'. ALESSANDRO PIZZI: DALL'ALTRA PARTE
[Ringraziamo Alessandro Pizzi (per contatti: alexpizzi at virgilio.it) per
questo intervento]

Voglio raccontare un episodio che mi e' capitato in questi giorni, proprio
mentre alcuni amministratori pubblici di centrosinistra della provincia di
Viterbo organizzano consigli comunali aperti per dire no all'accoglienza dei
rom. Premetto che manifestazioni analoghe si erano verificate nel 1997
quando si trattava di accogliere sul nostro territorio gli albanesi che
sbarcavano numerosi in Italia. Tarquinia fu scelta dal Prefetto di Viterbo
per accogliere gli albanesi. Dopo il rifiuto degli amministratori di quella
cittadina, il prefetto propose il comune di Soriano nel Cimino. Tocco'
proprio a me, allora sindaco di Soriano, dire un si' o un no. Senza
esitazione dissi si' e cosi' Soriano ospito' poco piu' di novanta persone
provenienti dall'Albania.
Passo all'episodio.
Come assistente volontario del Gavac (Gruppo assistenti volontari animatori
carcerari) che opera nel carcere di Viterbo ho anche il compito di
accompagnare fuori dal carcere i detenuti che ottengono un permesso di
quattro ore.
Qualche giorno fa mi e' capitato di accompagnare un signore di cinquanta
anni, originario della Bosnia. Mentre andavamo in giro per Viterbo per fare
telefonate, acquisti e prendere dei caffe' abbiamo parlato della condizione
dei detenuti, della situazione degli stranieri in Italia, del pacchetto
sicurezza del governo. Ad un certo punto mi confessa di essere un rom e si
scusa per non avermelo detto prima perche' voleva sapere come la pensavo. Mi
ha fatto molto piacere la sua confidenza e abbiamo proseguito il pomeriggio
approfondendo aspetti della cultura degli zingari e anche delle persecuzioni
naziste nei loro confronti. A questo proposito, commosso, ricordava i
racconti di suo padre.
Nei giorni seguenti ho ripensato a quel pomeriggio e ho provato dolore per
il fatto che una persona avesse avuto paura di dire di essere rom. Certo che
a forza di parlare dell'emergenza rom, di urlare no all'accoglienza, di
promulgare leggi razziste si riducono delle persone ad aver paura di
affermare la propria origine. Ma cosi' non viviamo piu' in un paese civile.
Credo che si stia perdendo il senso della solidarieta', della fratellanza e
dell'umanita', lasciando posto alla barbarie e al razzismo.
Mi piacerebbe che i sindaci, gli amministratori che si oppongono
all'accoglienza dei rom li incontrassero, ci parlassero, cosi' da
riacquistare un po' di umanita'.

6. UNA SOLA UMANITA'. GIOVANNA ZITIELLO: LA VIOLENZA SULLE DONNE NON HA
PASSAPORTO
[Attraverso Elena Liotta (per contatti: e_liotta at yahoo.it) riceviamo e
diffondiamo il seguente intervento dal titolo "Ma la violenza sulle donne
non ha passaporto" e il sommario "Giovanna Zitiello, della Casa della Donna,
commenta il decreto antistupri: la violenza sulle donne non ha nazionalita'.
L'esperienza del centro pisano antiviolenza"]

L'associazione Casa della donna da quindici anni interviene contro la
violenza e il maltrattamento e offre servizi tra i quali due linee di
ascolto telefonico, una per donne maltrattate e/o vittime di violenza e uno
per ragazze abusate, oltre che consulenze legali e psicologiche e supporto
psicoterapico. Sono circa 3.000 le donne che abbiamo seguito, quasi tutte
italiane, maltrattate da partner spesso insospettabili.
Le violenze sulle donne non sono un'emergenza, sono purtroppo il terribile
quotidiano per un gran numero delle donne, avvengono per strada, ma
soprattutto nelle case. I dati Istat (2007) hanno rappresentato una
situazione italiana drammatica. L'Onu ha definito violenza di genere quella
degli uomini contro le donne, originata da una disparita' di potere che
permane anche nelle democrazie occidentali e che alimenta comportamenti
dettati da meccanismi di controllo e di potere.
Per contrastarla e' necessario un cambiamento culturale: riconoscere i
diritti delle donne, favorire la comprensione e la comunicazione tra uomini
e donne, sottrarre terreno ad una rappresentazione delle donne come oggetti
da possedere o territori da conquistare.
Le recenti azioni del governo, in particolare il decreto definito
"antistupri", sono invece contradditorie e ci preoccupano. Accanto ad azioni
positive, come le norme sullo stalking, da tempo richieste dai centri
antiviolenza, il gratuito patrocinio per le donne violentate, la
velocizzazione dei processi, l'inasprimento delle pene per i violentatori,
sono previste ronde e misure contro gli immigrati, che alimenteranno un
clima d'intolleranza.
Le ronde richiamano una concezione premoderna, in cui gruppi piu' o meno
armati (e si puo' essere armati anche senza armi) di guerrieri difendono il
loro territorio dai nemici, e come nuovi cavalieri salvano la "bella" dal
cattivo straniero stupratore. Spesso pero' il cattivo sta proprio nelle case
e pensa che la donna sia di sua proprieta', oppure quando esce si trasforma
in cacciatore e la preda e' ancora una donna. E' questa la cultura che
alimenta la violenza e che deve essere sconfitta.
Affrontare gli atti di violenza come un problema di sicurezza e di ordine
pubblico, vuol dire non assumere che la violenza sulle donne e' un problema
trasversale alla nostra societa', ancora per molti tratti patriarcale e
maschilista; per prevenirla e contrastarla e' necessario un piano
complessivo e adeguati finanziamenti, come avviene negli altri paesi
europei.
Invece questo governo, tra i suoi primi atti, ha tagliato i 20 milioni di
euro che per la prima volta erano stati stanziati per i centri antiviolenza!
Negli ultimi venti anni, i centri antiviolenza, attualmente circa cento in
Italia, hanno accolto migliaia di donne, 10.000 solo nel 2007, aiutandole a
ricostruirsi una vita senza violenza, ma hanno anche sensibilizzato le
istituzioni e costruito reti d'intervento. Certo e' un'azione quotidiana,
che si svolge senza clamori, che difficilmente riesce ad arrivare sulle
pagine dei quotidiani, ma e' l'unica che produce reali cambiamenti.
E' quella che e' stata perseguita a livello locale, dove e' attivo il
"Tavolo contro la violenza Nondasola", composto da istituzioni (Provincia,
Comune di Pisa, Prefettura, Questura, Carabinieri, Societa' della salute
Zona Pisana, Valdera, Val di Cecina e del Valdarno Inf, Usl 5, Azienda
Ospedaliera) e associazioni (Casa della Donna, Donne in movimento, Aied), e
coordinato dall'Assessora Manola Guazzini.
Il Tavolo, che ha sottoscritto un protocollo ha l'obiettivo di costruire un
sistema, che interviene con modalita' condivise e ha realizzato raccolte di
dati, azioni di sensibilizzazione e campagne di comunicazione, convegni e
corsi di formazione degli operatori, prevenzione nelle scuole, percorsi per
le donne che escono dalla violenza.
Ci pare necessario che in questo momento questo ampio arco di forze apra un
dibattito sia nelle sedi istituzionali sia con la cittadinanza, coinvolgendo
le associazioni di migranti, perche' solo con il confronto e l'azione comune
e' possibile costruire un nuovo patto di convivenza civile tra donne e
uomini.

7. DOCUMENTAZIONE. VLADIMIRO FRULLETTI INTERVISTA PIER LUIGI VIGNA
[Dal quotidiano "L'Unita'" del 27 febbraio 2009 col titolo "Inutili e
dannose, le ronde diseducano i cittadini. Intervista di Vladimiro Frulletti
a Pier Luigi Vigna" e il sommario "Per l'ex procuratore nazionale antimafia
il governo farebbe meglio a dotare le forze di polizia dei mezzi e uomini.
Il pericolo piu' grave e' che siano strumenti di forze politiche"]

"Le ronde? Inutili e dannose. Meglio mettere lampioni, rendere vivili le
citta' e far crescere il senso civico dei cittadini per evitare che quando
vedono qualcosa si girino dall'altra parte". Pier Luigi Vigna, gia'
procuratore nazionale antimafia e oggi onorario della Corte di Cassazione,
non e' affatto convinto che le ronde faranno aumentare la sicurezza nelle
citta' italiane. Anzi si corre il rischio non solo che siano inefficaci, ma
che diventino espressione di forze politiche (come gia' sta succedendo al
nord per opera della Lega) e quindi orientabili politicamente e
pregiudizialmente verso alcuni "magari gli emarginati o gli immigrati" e non
verso altri. Con lo Stato che contemporaneamente arretra dalla sua funzione
esclusiva e "neutrale" di garantire la sicurezza dei cittadini.
*
- Vladimiro Frulletti: Dottor Vigna cosa non la convince della misure varate
dal governo?
- Pier Luigi Vigna: Che mentre si assiste a una mancanza di mezzi e di
uomini nelle forze di polizia si pensa, con le cosiddette ronde, di attivare
una partecipazione di gruppi di cittadini alla tutela del territorio.
Sarebbe preferibile completare gli organici delle forze di polizia e dotarle
degli strumenti per il controllo del territorio.
*
- Vladimiro Frulletti: I favorevoli dicono che le ronde, garantendo un
controllo piu' largo del territorio, dovrebbero aiutare le forze di polizia
a garantire piu' sicurezza.
- Pier Luigi Vigna: Pero' si prevede che solo "in via principale" possano
essere utilizzate persone che facevano parte o delle forze armate o delle
forze di polizia. E questa e' una pecca.
*
- Vladimiro Frulletti: Perche'?
- Pier Luigi Vigna: Perche' se non sono solo ex militari o poliziotti si
puo' aprire la via ad associazioni di persone che non hanno esperienza nel
controllo, direi, prima di tutto di se stesse. Che garanzia c'e' che sia
un'efficace salvaguardia nei confronti di atti di criminalita'? In piu' c'e'
il rischio che in certi luoghi le ronde possano anche essere espressione di
forze politiche.
*
- Vladimiro Frulletti: Sta gia' succedendo. Ma qual e' il pericolo?
- Pier Luigi Vigna: Che se mosse da idee politiche le ronde potrebbero "fare
attenzione" nei confronti di certi soggetti piuttosto che altri. Ad esempio
gli emarginati o gli immigrati potrebbero essere presi a simbolo di qualcosa
che non va. Viene cosi' meno il principio di neutralita' che deve essere
garantito dalle forze di polizia. In piu', dato che sara' possibile che su
uno stesso territorio operino piu' ronde, non e' da escludere che nascano
frizioni fra di loro. Una concorrenza fra ronde che potrebbe sfociare anche
in attivita' non commendevoli.
*
- Vladimiro Frulletti: Ma almeno potrebbero essere utili a prevenire i
crimini?
- Pier Luigi Vigna: Ne e' sicuro? Facciamo un esempio. Si prevede che
debbano avvisare con un telefono le forze di polizia. L'intervento delle
forze di polizia ovviamente richiede dei tempi. E intanto queste persone
delle ronde, a differenza delle guardie giurate, non possono intervenire.
Cosi', probabilmente, quando arrivera' la polizia il misfatto sara' gia'
stato compiuto e la persona che l'ha fatto si sara' gia' data alla fuga. Ma
il rischio piu' grande e' quello di produrre diseducazione civica.
*
- Vladimiro Frulletti: In che senso?
- Pier Luigi Vigna: Tutti i cittadini dovrebbero avere un senso civico
solidale, cosi' invece possono essere indotti a dire 'tanto c'e' qualcuno
che ci pensa' voltandosi dall'altra parte.
*
- Vladimiro Frulletti: Insomma lei delle ronde ne farebbe a meno?
- Pier Luigi Vigna: Queste associazioni non servono. Al contrario serve che
ogni cittadino,ognuno di noi, sia pronto a denunciare all'autorita' quanto
avviene sotto i suoi occhi. Mentre spesso siamo portati a volgere lo sguardo
da un'altra parte. Perche' il vero controllo del territorio e' dato dal
fatto che ogni cittadino lo viva come proprio.
*
- Vladimiro Frulletti: Ma cosa c'e' da fare per garantire piu' sicurezza?
- Pier Luigi Vigna: Gli interventi da fare non sono tanto quelli
"rondeggianti", ma per esempio dare al territorio un assetto che dia
sicurezza: piu' illuminazioni, magari telecamere e vivibilita' dei luoghi.
Invece con le le ronde c'e' un cedimento, mi sembra, della riserva agli
organi statali della tutela delle persone e del territorio.

8. AMBIENTE E DIRITTI. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" CONTRO IL NUCLEARE
[L'associazione "Respirare" e' stata promossa dalla sezione di Viterbo
dell'"Associazione medici per l'ambiente (Isde - Italia)" e dal "Centro di
ricerca per la pace" di Viterbo]

Siamo ovviamente contrari alla ripresa della follia nucleare in Italia.
*
E conseguentemente ci opponiamo anche alla prospettiva che Montalto di
Castro diventi sede di una centrale atomica.
Cosi' come ci opponiamo alla centrale a carbone a Tor Valdaliga Nord.
Cosi' come ci opponiamo al mega-aeroporto a Viterbo.
L'Alto Lazio subisce gia' troppe servitu' che devastano l'ambiente,
avvelenano la salute della popolazione, aggrediscono i beni ambientali e
culturali e le autentiche vocazioni produttive del territorio, violano la
legalita' ed offendono la dignita' dei cittadini e delle comunita' locali.
*
L'Alto Lazio, cosi' come l'intero pianeta, ha bisogno di un'economia della
sobrieta' e della condivisione, di una politica della responsabilita' e
della solidarieta', della difesa intransigente dell'ambiente e dei beni
comuni, della promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani, del
riconoscimento del diritto delle generazioni future a un mondo vivibile.

9. ENERGIA E AMBIENTE. GIUSEPPE ONUFRIO: PERCHE' NO AL NUCLEARE
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 26 febbraio 2009 col titolo "Atomi in
salsa francese" e la notizia "Giuseppe Onufrio e' direttore di Greenpeace
Italia"]

Quanto costeranno questi reattori? Dove saranno collocati? Togliendo l'acqua
a chi saranno resi operativi? Chi garantira' contro i terremoti, forse la
protezione civile? E se tutto andasse per il verso giusto, quanto costera'
effettivamente l'energia elettrica? Domande, domande...
L'accordo italo-francese riguarda una tecnologia, l'Epr, di cui, vale la
pena ricordarlo, ancora nel mondo non funziona alcun esemplare. Due cantieri
aperti ad oggi, uno in Francia (a Flamanville, partecipato da Enel al 12,5%)
e uno in Finlandia a Olkiluoto: in quest'ultimo, il primo a iniziare, sono
evidenti enormi problemi di rispetto dei tempi, che viaggiano al raddoppio,
dei costi (gia' accertati 1,5 miliardi di perdita, si va verso il raddoppio
dei costi) e della sicurezza, con oltre 2.100 "non conformita'" registrate
dall'autorita' di sicurezza finlandese. Alcune di queste difformita' hanno
riguardato strutture importanti come il circuito primario (saldature fuori
standard), le fondamenta del reattore (cemento con tenore troppo elevato di
acqua), il circuito secondario che alimenta il generatore di vapore con
tubature non conformi, la struttura interna in acciaio affidata a una ditta
specializzata in chiglie di pescherecci e fuori standard, e altro ancora. In
Finlandia, secondo un sondaggio pubblicato il 23 febbraio della rete
televisiva Yle (condotto dall'agenzia Taloustutkimus su un campione di 1.000
interviste), esiste una maggioranza contraria a una ulteriore espansione del
nucleare del 48% contro il 37% di favorevoli. Un altro tema riguarda la
maggiore produzione di prodotti di fissione dell'Epr, che come combustibile
utilizza il Mox, una miscela di uranio e plutonio: rispetto a quelle
convenzionali, si producono scorie da 4 a 11 volte piu' pericolose.
Il costruttore francese, Areva, e' all'87% di proprieta' pubblica ed e'
forse per questa ragione che l'ordine di un terzo Epr a Pelny, il secondo in
Francia, sia stato annunciato dal Presidente Sarkozy e non da una azienda
elettrica, come dovrebbe accadere normalmente in un mercato liberalizzato.
Ma, del resto, senza ordinativi nessuna azienda vive, e Sarkozy aveva gia'
proposto l'Epr anche a diversi paesi nordafricani, le cui capacita'
tecnologiche non sono adeguate a gestirlo, tanto da essere definito da
Greenpeace Francia un "piazzista" nucleare.
Il sostegno pubblico all'industria nucleare in Francia e' paradossale se si
pensa che il suo piano di sviluppo delle rinnovabili e' molto spinto, con un
obiettivo del 23% al 2020, e conferma la vocazione (storica) a esportare
elettricita' (di base), importando quella di picco anche dall'Italia (in
attesa dell'eolico francese).
Eppure coi francesi qualche esperienza nucleare del passato non proprio
positiva l'abbiamo sperimentata. Il reattore italo-franco-tedesco
Superphenix, un reattore da 1.200 MW al plutonio, che doveva produrre piu'
plutonio di quello che bruciava trasmutando l'uranio impoverito (abbastanza
per 60 bombe l'anno, secondo i resoconti parlamentari francesi dell'epoca),
e' stato forse il piu' grande fallimento industriale della storia con un
valore bruciato di 10 miliardi di euro ai valori attuali, smantellamento
compreso, un terzo a carico dei cittadini italiani, che hanno pagato con la
bolletta della luce.
Una quota tra il 60 e il 70% del costo dell'elettricita' da nucleare dipende
dal costo dell'impianto. Ma quanto costeranno questi reattori?
L'Amministratore delegato di Enel dichiarava 3-3,5 miliardi l'uno lo scorso
giugno, 4 a settembre (esiste anche un'inflazione nucleare), altre fonti
dicono "fino a 6" (E.On, impresa tedesca arrivata ormai anche in Italia). Lo
stesso balletto delle cifre si e' registrato negli Usa dove Bush nel 2007
aveva fatto approvare un fondo per prestiti a tasso agevolato da 18,5
miliardi di dollari. Se in quell'anno Moody's valutava i costi totali non
inferiori a 7 miliardi di dollari per 1.000 Mw, l'impresa elettrica Florida
Light&Power presentava un progetto per rifare due unita' nucleari da
chiudere valutando i costi a 8 miliardi di dollari per 1.000 MW. Quanto
costeranno i reattori in Italia dipendera' anche dal tempo che metteranno
(semmai) a costruirle: in Finlandia dovevano farlo in 4 anni e lo faranno,
con una qualita' tutta da verificare, in 8. Siccome il costo
dell'elettricita' da nucleare e' legato al costo di investimento, sapere
quale sia il costo finale e' decisivo per dare un giudizio sugli aspetti
economici.
Ma dove potranno esser messi i quattro reattori Epr in Italia? Le necessita'
legate alla disponibilita' di acqua e quelle della rete limitano abbastanza
la scelta. Tra i siti tecnicamente pensabili, Caorso potrebbe ospitarne una
(ma con torri di raffreddamento, il Po da solo non ce la farebbe specie in
estate) e due a Montalto di Castro, chiudendo la centrale a gas; ma non pare
che le regioni e gli enti locali siano particolarmente favorevoli. Trino,
Garigliano e Latina non sembrano siti adeguati a ospitare 1.600 MW e passa
di un Epr, la piu' grande unita' nucleare mai costruita.
Il rischio sismico e' un altro tema sottovalutato. In Giappone, paese leader
nelle costruzioni antisismiche, il terremoto che nel luglio del 2007 colpi'
l'"isola nucleare" di Kashiwazaki-Kariwa, 7 impianti per 8.000 MW, fece
scattare l'allarme e le centrali furono chiuse. Anche se non ci sono state
perdite di radioattivita' significative, la verifica dei possibili danni
all'interno di un reattore nucleare non e' una cosa banale. I 7 reattori
sono ancora chiusi (con una produzione mancata, solo nel 2008, di 50
miliardi di kWh) e, dopo 300 milioni di dollari di interventi alle due
unita' piu' danneggiate, si comincia a discutere di riavviare uno dei
reattori.
Le quattro centrali dell'accordo italo-francese, quando andranno (semmai) a
regime produrranno circa 45 miliardi di kilowattora all'anno e non
costeranno meno di 20-24 miliardi di euro. L'obiettivo europeo per le
rinnovabili, nel solo settore elettrico, prevede una produzione aggiuntiva
di 50 miliardi di kWh all'anno al 2020. Se si assume l'obiettivo del 20% di
aumento dell'efficienza, 100 miliardi di kWh all'anno, (fattibili, come
dimostra un rapporto del Politecnico di Milano elaborato per Greenpeace), il
valore energetico totale e' piu' che triplo rispetto al nucleare.
L'occupazione legata alla sola parte elettrica degli obiettivi europei e'
superiore ai 200.000 occupati (e ben piu' alta se si considerano gli usi
termici), un valore dell'ordine delle 10 volte superiore al nucleare del
governo. Su rinnovabili ed efficienza potremmo recuperare e in poco tempo:
un memorandum e' stato presentato al governo da uno schieramento di
associazioni ambientaliste insieme ad associazioni industriali delle fonti
rinnovabili, e si attende risposta.
Negli Usa, finita l'era Bush, l'inversione di marcia sul nucleare e' stata
sancita dalla bocciatura di un emendamento repubblicano pro nucleare al
pacchetto di stimolo dell'economia (per 50 miliardi di prestiti a tasso
agevolato) mentre efficienza e fonti rinnovabili valgono 60 miliardi, tra
fondi e detassazioni. Cosa importante: dell'intero "pacchetto" proposto dal
presidente Obama sono proprio fonti rinnovabili e efficienza che possono
essere oggetto di uno scambio tecnologico con la Cina, uno dei maggiori
finanziatori del debito Usa. Cosa che lascia ben sperare nella trattativa
per il clima globale, che vedra' in dicembre una importante tappa nella
conferenza di Copenhagen in cui e' in gioco il futuro del Protocollo di
Kyoto.
Il governo italiano, invece di guardare avanti, guarda al passato, e si
adopera a dare una mano a qualche lobby del nucleare e a soccorrere la
Francia, ancora a corto di ordinativi.

10. IN SCIENZA E COSCIENZA. PEPPE SINI: FANATICI (CON UN DECALOGO PER GLI
SMEMORATI)

Sono uno di quei "fanatici" (questa la graziosa definizione di uno che se ne
intende) che tra il 1977 e il 1987 si opposero alla follia nucleare.
Come tante altre persone - gente comune ed autorevoli scienziati - ero a
Pian dei Cangani (il luogo in cui doveva sorgere la centrale nucleare di
Montalto di Castro) alla "festa della primavera" del '77 che fu la prima
grande manifestazione antinucleare; e nell'87 ero ancora li' all'ultima
manifestazione di blocco dei cancelli del cantiere nucleare, e fui investito
ahime' dall'ultima carica di quella vicenda (che speravo conclusa per
sempre, ed invece al peggio non c'e' mai fine).
Sono cose vecchie, del secolo scorso. Molti hanno dimenticato, e alcuni non
erano nati.
Sara' allora forse opportuno ricordare due o tre cose che erano chiare
allora e dovrebbero esserlo anche oggi.
1. Non esiste il nucleare sicuro.
2. La realizzazione di centrali nucleari implica la militarizzazione del
territorio e della societa'; devasta l'ambiente, l'economia, la politica e
la cultura. Ne sappiamo qualcosa noi che viviamo nell'Alto Lazio.
3. Finanziare il nucleare significa non finanziare le fonti rinnovabili, che
sono la prima necessita' e la massima urgenza.
4. A fermare la follia nucleare in Italia non fu il "fanatismo ecologico di
una parte politica" come amenamente proclama oggi un barzellettiere che
aspira alla dittatura, ma la volonta' del popolo italiano legittimamente
espressa in un referendum.
5. Il nucleare militare e quello cosiddetto civile (e tra le due produzioni
non vi e' una vera soluzione di continuita') hanno gia' fatto morire fin
troppe persone.
6. Preferiremmo vivere, e lasciare alle generazioni future un mondo
vivibile.
7. A tutto cio' si aggiunge certo anche la diseconomicita' del nucleare; ma
anche se fosse economicamente vantaggiosa per chi ne trarrebbe profitti,
questo giustificherebbe una scelta criminale?
8. A tutto cio' si aggiunge anche la questione delle scorie. Non risolta,
perche' non risolvibile. L'unico modo per gestirle in sicurezza e' non
produrle affatto.
9. A tutto cio' si aggiunge infine la possibilita' di utilizzare gli
impianti stessi come arma di distruzione di massa (ad esempio con attacchi
terroristici contro di essi - e l'orrore dell'11 settembre 2001 ha
dimostrato una volta per sempre che non esistono luoghi inattaccabili).
10. E per non farla troppo lunga, ci sarebbe anche qualche buon libro da
leggere: come quelli di Guenther Anders, o Preghiera per Cernobyl di
Svetlana Aleksevic. Tu li leggi, e decidi in scienza e coscienza di farla
finita per sempre con la follia nucleare.

11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

12. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it,
sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 745 del 28 febbraio 2009

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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