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Minime. 745
- Subject: Minime. 745
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 28 Feb 2009 00:51:59 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 745 del 28 febbraio 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Per la messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord 2. L'ingenuo 3. Associazione studi giuridici sull'immigrazione: Alcune osservazioni generali sulle norme in materia di stranieri contenute nei provvedimenti del "pacchetto sicurezza" approvati dal Consiglio dei Ministri nella riunione del 21 maggio 2008 4. Diana Napoli: La vita e' sogno 5. Alessandro Pizzi: Dall'altra parte 6. Giovanna Zitiello: La violenza sulle donne non ha passaporto 7. Vladimiro Frulletti intervista Pier Luigi Vigna 8. L'associazione "Respirare" contro il nucleare 9. Giuseppe Onufrio: Perche' no al nucleare 10. Peppe Sini: Fanatici (con un decalogo per gli smemorati) 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento 12. Per saperne di piu' 1. INIZIATIVE. PER LA MESSA FUORILEGGE DELL'ORGANIZZAZIONE RAZZISTA DENOMINATA LEGA NORD Al Presidente della Repubblica Italiana Al Presidente del Senato della Repubblica Al Presidente della Camera dei Deputati Oggetto: Richiesta di iniziativa per la messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord Egregi Presidenti, ci rivolgiamo a voi come massime autorita' dello Stato per richiedere un vostro intervento al fine della messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord. Tale organizzazione, che pur essendo assolutamente minoritaria nel Paese e' riuscita ad ottenere nel governo nazionale l'affidamento di decisivi ministeri a suoi rappresentanti, persegue e proclama una politica razzista incompatibile con la Costituzione della Repubblica Italiana, con uno stato di diritto, con un ordinamento giuridico democratico, con un paese civile. Ritenendo che vi siano i presupposti per un'azione delle competenti magistrature che persegua penalmente sia i singoli atti e fatti di razzismo, sia l'azione organizzata e continuata e quindi l'associazione a delinquere che ne e' responsabile, con la presente chiediamo un vostro intervento affinche' si avviino le procedure previste dalla vigente normativa al fine della messa fuorilegge dell'organizzazione razzista denominata Lega Nord e della punizione ai sensi di legge di tutti gli atti delittuosi di razzismo da suoi esponenti promossi, commessi, istigati o apologizzati. Con osservanza, Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo Viterbo, 27 febbraio 2009 2. EDITORIALE. L'INGENUO Devo essere proprio un ingenuo. Anni fa pensai che era cosa buona e giusta - anzi: necessaria e urgente - addestrare le forze dell'ordine alla nonviolenza; e persuasi un bel gruppetto di parlamentari a presentare una proposta di legge in tal senso. Formare le forze dell'ordine alla nonviolenza e' un provvedimento della cui ragionevolezza ed opportunita', anzi: della cui indispensabilita', continuo ad essere assolutamente convinto. Ma come passa il tempo. Oggi il governo propone di scatenare la notte per le strade bande paramilitari private, di dar mano libera ai picchiatori di tutte le risme, di legittimare lo squadrismo. Lungo questa linea di pensiero e di azione il governo potrebbe arrivare a sciogliere i cinque corpi di polizia nazionali ed appaltare l'ordine pubblico alle milizie naziste private. Loro si divertono, e lo stato non spende un soldo, se non per gli operatori ecologici che la mattina di buon'ora devono raccattare i cadaveri delle vittime (ma anche a questo si puo' ovviare: le squadracce potrebbero bruciare sul posto le salme, ci sono in proposito esperienze gia' consolidate). Una volta nella polemica contro il welfare il motto dei sedicenti liberal-liberisti piu' estremisti ("liberale" e "liberista" sono definizioni piu' eleganti di "egoista" e "sfruttatore" - chiunque ne converra') era che lo stato dovesse limitarsi a "fare il guardiano notturno", adesso neppure quello: ci pensa la ronda padana di Borghezio, o quella del Circeo di Ghira e sodali. 3. UNA SOLA UMANITA'. ASSOCIAZIONE STUDI GIURIDICI SULL'IMMIGRAZIONE: ALCUNE OSSERVAZIONI GENERALI SULLE NORME IN MATERIA DI STRANIERI CONTENUTE NEI PROVVEDIMENTI DEL "PACCHETTO SICUREZZA" APPROVATI DAL CONSIGLIO DEI MINISTRI NELLA RIUNIONE DEL 21 MAGGIO 2008 [Dal sito dell'Asgi - Associazione studi giuridici sull'immigrazione (www.asgi.it) riprendiamo il seguente testo, incipit di un ampio ed utilissimo documento che analizzava acutamente i provvedimenti del "pacchetto sicurezza" approvati dal Consiglio dei Ministri nella riunione del 21 maggio 2008. Diamo qui anche il sommario dell'itero documento: "I. Osservazioni generali; II. Osservazioni sulle norme in materia di stranieri del decreto-legge 23 maggio 2008 , n. 92 recante misure urgenti in materia di sicurezza pubblica; III. Osservazioni sulle norme in materia di stranieri del disegno di legge A.733 recante disposizioni in materia di sicurezza pubblica; IV. Osservazioni sullo schema di decreto legislativo recante ulteriori modifiche ed integrazioni al d.lgs. 6 febbraio 2007, n. 30, recante attuazione della direttiva 2004/38/CE relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei loro familiari di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri; V. Osservazioni sullo schema di decreto legislativo recante modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 8 gennaio 2007, n. 5, recante attuazione della direttiva 2003/86/CE relativa al diritto di ricongiungimento familiare; VI. Osservazioni sullo schema di decreto legislativo recante modifiche ed integrazioni al D. Lgs. 28 gennaio 2008, n. 25, recante attuazione della direttiva 2005/85/CE relativa alle norme minime per le procedure applicate negli Stati membri ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di rifugiato; VII. Osservazioni sul decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 21 maggio 2008 recante la dichiarazione dello stato di emergenza in relazione agli insediamenti di comunita' nomadi nel territorio delle regioni Campania, Lazio e Lombardia e sulle successive ordinanze del 30 maggio 2008"] Nessuna politica migratoria nei confronti dei cittadini extracomunitari puo' avere successo senza che vi sia un equilibrato rafforzamento di misure che consentano di raggiungere, ragionevolmente e nell'ordine, i seguenti tre obiettivi: 1) effettive possibilita' di ingresso regolare per motivi di lavoro, 2) misure di integrazione sociale degli stranieri regolarmente soggiornanti, 3) soluzioni realistiche al problema dell'immigrazione illegale. L'esperienza politico-legislativa italiana, di tutte le precedenti legislature, dimostra che prima o poi fallisce qualsiasi tentativo di mirare soltanto alla prevenzione ed alla repressione dell'immigrazione illegale senza puntare prioritariamente ad un ampliamento realistico degli ingressi regolari per lavoro e all'integrazione sociale degli stranieri regolarmente soggiornanti. Ignorare la forte richiesta di manodopera straniera espressa da piu' settori della societa' italiana, omettendo di privilegiare la disciplina dei flussi, finisce col lasciare i nuovi migranti nelle mani delle organizzazioni criminali e del lavoro nero, il che non diminuisce ma aggrava i rischi per la sicurezza, oltre a sbilanciare i costi e i mezzi verso meccanismi sanzionatori e repressivi, con enormi aggravi per le strutture giudiziarie e delle forze di polizia. Nel contempo, disattendere le istanze di integrazione sociale dei migranti, delle loro famiglie, delle seconde generazioni, significa creare disillusione e frustrazione (oltre che profonda ingiustizia), con il rischio di creare fenomeni di contrapposizione di gruppi sociali, se non di pericolosa ricerca di identita' etniche, come insegnano le banlieues francesi. Di tale preoccupazione si facevano carico i due disegni di legge proposti dal precedente Governo, che miravano alla duplice riforma della disciplina dell'immigrazione extracomunitaria e di quella della cittadinanza italiana, in un percorso per gran parte condiviso dai soggetti sociali che da anni agiscono nel settore dell'immigrazione. Ignorando completamente quel percorso, le nuove norme adottate o proposte in materia di stranieri, immigrazione e diritto d'asilo, nell'ambito dei provvedimenti approvati dal Consiglio dei Ministri nella riunione del 21 maggio 2008, lasciano del tutto irrisolte le gravi difficolta' di fondo del sistema del diritto degli stranieri vigente in Italia ed anzi rafforzano ed irrigidiscono uno solo degli obiettivi (prevenzione e repressione dell'immigrazione illegale), nel contempo indebolendo ancor piu' le misure che mirano agli altri due obiettivi (effettive possibilita' di ingresso regolare per motivi di lavoro e misure di integrazione sociale). Le nuove norme sono esclusivamente restrittive e - contrariamente a cio' che taluni affermano - non riproducono alcuna delle proposte del Governo precedente, salvo quella sulla restrizione dell'acquisto di cittadinanza italiana da parte dei coniugi di cittadini italiani, che riproduce in parte l'art. 3 del d.d.l. A.C. 1607 - XV legislatura presentato dal Ministro dell'Interno Amato nell'assai piu' ampio disegno di legge di riforma della legge sulla cittadinanza (legge n. 91/1992). Ovviamente le nuove disposizioni o proposte legislative costituiscono attuazione del programma della coalizione dei partiti politici che ha vinto le elezioni politiche nazionali svoltesi nell'aprile 2008, il cui denominatore comune e' stato di volere garantire la sicurezza ai cittadini, sul falso presupposto secondo cui essa sarebbe strettamente correlata alla presenza degli stranieri. Esse sono assolutamente criticabili sotto svariati profili e meritano un immediato ripensamento. Sotto un profilo di opportunita' molte delle nuove norme appaiono controproducenti, sia rispetto all'esigenza di un razionale governo del fenomeno migratorio, sia rispetto all'obiettivo di assicurare le legittime esigenze di sicurezza di ogni persona, a prescindere dalla sua cittadinanza. La sicurezza dovrebbe essere un valore sociale riferibile alla civile convivenza ed al rispetto degli altri, non certamente un disvalore costruito sulla sola ed esclusiva condizione personale di straniero. Sotto un profilo di legittimita' molte di esse presentano vizi insuperabili di legittimita' costituzionale, internazionale o comunitaria e rendono piu' difficile, quando non impossibile, l'effettivo esercizio di alcuni diritti fondamentali quali la liberta' personale, il diritto d'asilo, il diritto all'unita' familiare, il diritto alla difesa e la liberta' di circolazione e di soggiorno dei cittadini dell'Unione Europea e dei cittadini extracomunitari. Il senso psicologico di sicurezza collettiva si puo' aumentare non certo con simili norme illegittime ed irrazionali, che sembrano far ritenere le misure penali ed amministrative nei confronti degli stranieri irregolari come le misure principali di regolazione dei movimenti migratori, bensi' anche prevedendo una disciplina piu' realistica dei nuovi flussi di ingresso per lavoro e favorendo misure di effettiva integrazione sociale. Nessuna osservazione, invece, e' possibile svolgere sulle linee guida per la determinazione delle quote di ingresso per lavoro nell'anno 2008 preannunciate da alcuni Ministri, fermo restando che l'esigenza di regolarizzare la condizione degli stranieri che lavorino irregolarmente deve essere valutata sempre positivamente, cosi' come previsto dall'art. 9, comma 4 della convenzione O.I.L. n. 143 del 1975, ratificata e resa esecutiva in Italia con la legge 10 aprile 1981, n. 158, secondo cui nulla vieta agli Stati membri di concedere alle persone che risiedono o lavorano illegalmente nel Paese il diritto di rimanervi e di esservi legalmente occupate. Infine, gravemente negativa e' la valutazione da darsi della scelta fatta dal Governo di stabilire che una delle coperture degli oneri finanziari dell'esenzione dell'Ici sulla prima casa di abitazione e della detassazione degli straordinari dei lavoratori venga tratta dalla riduzione e soppressione del Fondo nazionale per l'inclusione sociale degli immigrati istituito all'articolo 1, comma 1267, della legge 27 dicembre 2006, n. 296. Cosi' infatti dispone l'art. 5, comma 11 del decreto-legge 27 maggio 2008, n. 93 (Disposizioni urgenti per salvaguardare il potere di acquisto delle famiglie), prevedendo che invece di 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007, 2008 e 2009 il Fondo si riduca a 50 milioni di euro per l'anno 2007 (fondi gia' spesi), a zero per il 2008 e a 5,1 milioni di euro per l'anno 2008. Cio' che e' in questione non e' tanto l'esigenza di trovare coperture finanziarie, quanto l'averle trovate a discapito di un Fondo appena istituito che era andato a finanziare progetti di Regioni, enti locali ed associazioni, che e' finalizzato ad affrontare situazioni di degrado sociale e abitativo, con particolare riguardo alle condizioni dei migranti e dei loro familiari, e alla realizzazione di un piano per l'accoglienza degli alunni stranieri, anche per favorire il rapporto scuola-famiglia, mediante l'utilizzo per fini non didattici di apposite figure professionali madrelingua quali i mediatori culturali. L'individuazione degli obiettivi generali, delle priorita' finanziabili e delle linee guida generali in ordine alle modalita' di utilizzo del Fondo era avvenuta con Direttiva 3 agosto 2007 del Ministro della solidarieta' sociale, di concerto con il Ministro per i diritti e le pari opportunita'. Essa aveva individuato 7 importanti aree prioritarie di intervento e indicato obiettivi, linee di attivita' finanziabili, destinatari degli interventi, tipologie dei soggetti proponenti e ripartizioni delle risorse finanziarie (si noti anche quelle misure di mirata attenzione anche per i bisogni delle popolazioni rom di alcune grandi aree metropolitane): 1) sostegno all'accesso all'alloggio, con l'obiettivo di prevenire i fenomeni di marginalita' abitativa e di discriminazione che precludono o ostacolano l'accesso all'abitazione; 2) l'accoglienza degli alunni stranieri, con l'obiettivo di facilitare i percorsi di inserimento ed orientamento scolastico degli alunni stranieri e facilitare il rapporto tra le famiglie e le istituzioni scolastiche; 3) la tutela dei minori stranieri non accompagnati presenti sul territorio dello Stato, con l'obiettivo di tutelare ed integrare il minore non accompagnato affinche' al compimento della maggiore eta' sia evitata la condizione di clandestinita'; 4) la valorizzazione delle seconde generazioni di stranieri, con l'obiettivo di promuovere percorsi di inclusione sociale al fine di favorire il riconoscimento delle diverse identita' culturali (emergenti e di origine). 5) la tutela delle donne immigrate a rischio di marginalita' sociale, con l'obiettivo di prevenire i fenomeni di emarginazione sociale, di sfruttamento e di discriminazione multipla; 6) la diffusione della lingua e della cultura italiana, con l'obiettivo di promuovere la conoscenza della lingua e cultura italiana, nonche' dell'educazione civica di base, al fine di agevolare l'inserimento degli immigrati nella societa' italiana e la loro partecipazione sociale; 7) la diffusione della conoscenza della Costituzione italiana, dell'ordinamento giuridico nazionale e dei percorsi di inclusione sociale, con gli obiettivi di promuovere la conoscenza dell'ordinamento italiano per la creazione di un dialogo interculturale e di diffondere informazioni relative alla opportunita' di inclusione sociale. Si richiamano qui questi obiettivi perche' e' auspicabile che nella conversione in legge di quel decreto legge il Fondo sia ripristinato, affinche' non sia completamente vanificato l'intento dell'integrazione sociale degli stranieri regolarmente soggiornanti, con le conseguenti ovvie negative ripercussioni anche su tutte le politiche migratorie. 4. UNA SOLA UMANITA'. DIANA NAPOLI: LA VITA E' SOGNO [Ringraziamo Diana Napoli (per contatti: dianastoria at hotmail.com) per questo intervento] Sogno o son desta? La vita e' sogno. E Calderon non poteva trovare titolo piu' ambiguo poiche' pare non ci sia dato di sapere se dobbiamo aspettare di svegliarci o possiamo cullarci nell'irrealta' di cio' che accade, come forse direbbe Borges, solo a Tlon. Forse noi pensiamo di parlare e di litigare e di irritarci per una discussione nei resti anfiteatrali del Parlamento, pensiamo che tutto tornera' come era prima, che ci saranno elezioni normali per recuperare un normale corso del mondo in grado di contenere almeno briciole di esperienza, cerchiamo le parole e i motti e le frasi e mentre noi facciamo tutto questo non ci accorgiamo, semplicemente, che e' tutto e solo Tlon. Che su questo pianeta perfettamente ordinato, dove persino il tempo e' stato negato, l'ordine regni sovrano e' cosa troppo perfetta per la nostra realta' che non domandava null'altro se non di cedere e di sgretolarsi sotto i colpi di una religione tloniana che ha cancellato tutto, persino il nostro passato, di cui non sappiamo piu' nulla, appunto, nemmeno se sia falso. Forse tra qualche anno vi saranno elezioni e tutto tornera' come prima, un baccano in cui si muoveva tutto per preservare l'immobilita' nella quale tutti si sono adagiati come da nostra animalita' evoluzionista progettata per mimetizzarsi nel calmo caos della storia. Ma ora qualcosa si e' smosso. Le ronde (create nello spirito di una dinamica fascista di occupazione delle istituzioni al solo scopo di sgretolarle) si aggirano per le nostre citta' deserte alle otto la sera. I nomadi si spostano, le scuole chiuderanno (apriranno le prigioni, come scriveva Hugo?) e le nostre cantine avranno l'odore di carta appena appena ammuffita. Ci saremo stancati di leggere le leggi del mondo - divine - e scacceremo i pensieri inventandoci labirinti umani, come la talpa di Kafka che per costruire una tana sicura rimase imprigionata nella trappola da lei creata. 5. UNA SOLA UMANITA'. ALESSANDRO PIZZI: DALL'ALTRA PARTE [Ringraziamo Alessandro Pizzi (per contatti: alexpizzi at virgilio.it) per questo intervento] Voglio raccontare un episodio che mi e' capitato in questi giorni, proprio mentre alcuni amministratori pubblici di centrosinistra della provincia di Viterbo organizzano consigli comunali aperti per dire no all'accoglienza dei rom. Premetto che manifestazioni analoghe si erano verificate nel 1997 quando si trattava di accogliere sul nostro territorio gli albanesi che sbarcavano numerosi in Italia. Tarquinia fu scelta dal Prefetto di Viterbo per accogliere gli albanesi. Dopo il rifiuto degli amministratori di quella cittadina, il prefetto propose il comune di Soriano nel Cimino. Tocco' proprio a me, allora sindaco di Soriano, dire un si' o un no. Senza esitazione dissi si' e cosi' Soriano ospito' poco piu' di novanta persone provenienti dall'Albania. Passo all'episodio. Come assistente volontario del Gavac (Gruppo assistenti volontari animatori carcerari) che opera nel carcere di Viterbo ho anche il compito di accompagnare fuori dal carcere i detenuti che ottengono un permesso di quattro ore. Qualche giorno fa mi e' capitato di accompagnare un signore di cinquanta anni, originario della Bosnia. Mentre andavamo in giro per Viterbo per fare telefonate, acquisti e prendere dei caffe' abbiamo parlato della condizione dei detenuti, della situazione degli stranieri in Italia, del pacchetto sicurezza del governo. Ad un certo punto mi confessa di essere un rom e si scusa per non avermelo detto prima perche' voleva sapere come la pensavo. Mi ha fatto molto piacere la sua confidenza e abbiamo proseguito il pomeriggio approfondendo aspetti della cultura degli zingari e anche delle persecuzioni naziste nei loro confronti. A questo proposito, commosso, ricordava i racconti di suo padre. Nei giorni seguenti ho ripensato a quel pomeriggio e ho provato dolore per il fatto che una persona avesse avuto paura di dire di essere rom. Certo che a forza di parlare dell'emergenza rom, di urlare no all'accoglienza, di promulgare leggi razziste si riducono delle persone ad aver paura di affermare la propria origine. Ma cosi' non viviamo piu' in un paese civile. Credo che si stia perdendo il senso della solidarieta', della fratellanza e dell'umanita', lasciando posto alla barbarie e al razzismo. Mi piacerebbe che i sindaci, gli amministratori che si oppongono all'accoglienza dei rom li incontrassero, ci parlassero, cosi' da riacquistare un po' di umanita'. 6. UNA SOLA UMANITA'. GIOVANNA ZITIELLO: LA VIOLENZA SULLE DONNE NON HA PASSAPORTO [Attraverso Elena Liotta (per contatti: e_liotta at yahoo.it) riceviamo e diffondiamo il seguente intervento dal titolo "Ma la violenza sulle donne non ha passaporto" e il sommario "Giovanna Zitiello, della Casa della Donna, commenta il decreto antistupri: la violenza sulle donne non ha nazionalita'. L'esperienza del centro pisano antiviolenza"] L'associazione Casa della donna da quindici anni interviene contro la violenza e il maltrattamento e offre servizi tra i quali due linee di ascolto telefonico, una per donne maltrattate e/o vittime di violenza e uno per ragazze abusate, oltre che consulenze legali e psicologiche e supporto psicoterapico. Sono circa 3.000 le donne che abbiamo seguito, quasi tutte italiane, maltrattate da partner spesso insospettabili. Le violenze sulle donne non sono un'emergenza, sono purtroppo il terribile quotidiano per un gran numero delle donne, avvengono per strada, ma soprattutto nelle case. I dati Istat (2007) hanno rappresentato una situazione italiana drammatica. L'Onu ha definito violenza di genere quella degli uomini contro le donne, originata da una disparita' di potere che permane anche nelle democrazie occidentali e che alimenta comportamenti dettati da meccanismi di controllo e di potere. Per contrastarla e' necessario un cambiamento culturale: riconoscere i diritti delle donne, favorire la comprensione e la comunicazione tra uomini e donne, sottrarre terreno ad una rappresentazione delle donne come oggetti da possedere o territori da conquistare. Le recenti azioni del governo, in particolare il decreto definito "antistupri", sono invece contradditorie e ci preoccupano. Accanto ad azioni positive, come le norme sullo stalking, da tempo richieste dai centri antiviolenza, il gratuito patrocinio per le donne violentate, la velocizzazione dei processi, l'inasprimento delle pene per i violentatori, sono previste ronde e misure contro gli immigrati, che alimenteranno un clima d'intolleranza. Le ronde richiamano una concezione premoderna, in cui gruppi piu' o meno armati (e si puo' essere armati anche senza armi) di guerrieri difendono il loro territorio dai nemici, e come nuovi cavalieri salvano la "bella" dal cattivo straniero stupratore. Spesso pero' il cattivo sta proprio nelle case e pensa che la donna sia di sua proprieta', oppure quando esce si trasforma in cacciatore e la preda e' ancora una donna. E' questa la cultura che alimenta la violenza e che deve essere sconfitta. Affrontare gli atti di violenza come un problema di sicurezza e di ordine pubblico, vuol dire non assumere che la violenza sulle donne e' un problema trasversale alla nostra societa', ancora per molti tratti patriarcale e maschilista; per prevenirla e contrastarla e' necessario un piano complessivo e adeguati finanziamenti, come avviene negli altri paesi europei. Invece questo governo, tra i suoi primi atti, ha tagliato i 20 milioni di euro che per la prima volta erano stati stanziati per i centri antiviolenza! Negli ultimi venti anni, i centri antiviolenza, attualmente circa cento in Italia, hanno accolto migliaia di donne, 10.000 solo nel 2007, aiutandole a ricostruirsi una vita senza violenza, ma hanno anche sensibilizzato le istituzioni e costruito reti d'intervento. Certo e' un'azione quotidiana, che si svolge senza clamori, che difficilmente riesce ad arrivare sulle pagine dei quotidiani, ma e' l'unica che produce reali cambiamenti. E' quella che e' stata perseguita a livello locale, dove e' attivo il "Tavolo contro la violenza Nondasola", composto da istituzioni (Provincia, Comune di Pisa, Prefettura, Questura, Carabinieri, Societa' della salute Zona Pisana, Valdera, Val di Cecina e del Valdarno Inf, Usl 5, Azienda Ospedaliera) e associazioni (Casa della Donna, Donne in movimento, Aied), e coordinato dall'Assessora Manola Guazzini. Il Tavolo, che ha sottoscritto un protocollo ha l'obiettivo di costruire un sistema, che interviene con modalita' condivise e ha realizzato raccolte di dati, azioni di sensibilizzazione e campagne di comunicazione, convegni e corsi di formazione degli operatori, prevenzione nelle scuole, percorsi per le donne che escono dalla violenza. Ci pare necessario che in questo momento questo ampio arco di forze apra un dibattito sia nelle sedi istituzionali sia con la cittadinanza, coinvolgendo le associazioni di migranti, perche' solo con il confronto e l'azione comune e' possibile costruire un nuovo patto di convivenza civile tra donne e uomini. 7. DOCUMENTAZIONE. VLADIMIRO FRULLETTI INTERVISTA PIER LUIGI VIGNA [Dal quotidiano "L'Unita'" del 27 febbraio 2009 col titolo "Inutili e dannose, le ronde diseducano i cittadini. Intervista di Vladimiro Frulletti a Pier Luigi Vigna" e il sommario "Per l'ex procuratore nazionale antimafia il governo farebbe meglio a dotare le forze di polizia dei mezzi e uomini. Il pericolo piu' grave e' che siano strumenti di forze politiche"] "Le ronde? Inutili e dannose. Meglio mettere lampioni, rendere vivili le citta' e far crescere il senso civico dei cittadini per evitare che quando vedono qualcosa si girino dall'altra parte". Pier Luigi Vigna, gia' procuratore nazionale antimafia e oggi onorario della Corte di Cassazione, non e' affatto convinto che le ronde faranno aumentare la sicurezza nelle citta' italiane. Anzi si corre il rischio non solo che siano inefficaci, ma che diventino espressione di forze politiche (come gia' sta succedendo al nord per opera della Lega) e quindi orientabili politicamente e pregiudizialmente verso alcuni "magari gli emarginati o gli immigrati" e non verso altri. Con lo Stato che contemporaneamente arretra dalla sua funzione esclusiva e "neutrale" di garantire la sicurezza dei cittadini. * - Vladimiro Frulletti: Dottor Vigna cosa non la convince della misure varate dal governo? - Pier Luigi Vigna: Che mentre si assiste a una mancanza di mezzi e di uomini nelle forze di polizia si pensa, con le cosiddette ronde, di attivare una partecipazione di gruppi di cittadini alla tutela del territorio. Sarebbe preferibile completare gli organici delle forze di polizia e dotarle degli strumenti per il controllo del territorio. * - Vladimiro Frulletti: I favorevoli dicono che le ronde, garantendo un controllo piu' largo del territorio, dovrebbero aiutare le forze di polizia a garantire piu' sicurezza. - Pier Luigi Vigna: Pero' si prevede che solo "in via principale" possano essere utilizzate persone che facevano parte o delle forze armate o delle forze di polizia. E questa e' una pecca. * - Vladimiro Frulletti: Perche'? - Pier Luigi Vigna: Perche' se non sono solo ex militari o poliziotti si puo' aprire la via ad associazioni di persone che non hanno esperienza nel controllo, direi, prima di tutto di se stesse. Che garanzia c'e' che sia un'efficace salvaguardia nei confronti di atti di criminalita'? In piu' c'e' il rischio che in certi luoghi le ronde possano anche essere espressione di forze politiche. * - Vladimiro Frulletti: Sta gia' succedendo. Ma qual e' il pericolo? - Pier Luigi Vigna: Che se mosse da idee politiche le ronde potrebbero "fare attenzione" nei confronti di certi soggetti piuttosto che altri. Ad esempio gli emarginati o gli immigrati potrebbero essere presi a simbolo di qualcosa che non va. Viene cosi' meno il principio di neutralita' che deve essere garantito dalle forze di polizia. In piu', dato che sara' possibile che su uno stesso territorio operino piu' ronde, non e' da escludere che nascano frizioni fra di loro. Una concorrenza fra ronde che potrebbe sfociare anche in attivita' non commendevoli. * - Vladimiro Frulletti: Ma almeno potrebbero essere utili a prevenire i crimini? - Pier Luigi Vigna: Ne e' sicuro? Facciamo un esempio. Si prevede che debbano avvisare con un telefono le forze di polizia. L'intervento delle forze di polizia ovviamente richiede dei tempi. E intanto queste persone delle ronde, a differenza delle guardie giurate, non possono intervenire. Cosi', probabilmente, quando arrivera' la polizia il misfatto sara' gia' stato compiuto e la persona che l'ha fatto si sara' gia' data alla fuga. Ma il rischio piu' grande e' quello di produrre diseducazione civica. * - Vladimiro Frulletti: In che senso? - Pier Luigi Vigna: Tutti i cittadini dovrebbero avere un senso civico solidale, cosi' invece possono essere indotti a dire 'tanto c'e' qualcuno che ci pensa' voltandosi dall'altra parte. * - Vladimiro Frulletti: Insomma lei delle ronde ne farebbe a meno? - Pier Luigi Vigna: Queste associazioni non servono. Al contrario serve che ogni cittadino,ognuno di noi, sia pronto a denunciare all'autorita' quanto avviene sotto i suoi occhi. Mentre spesso siamo portati a volgere lo sguardo da un'altra parte. Perche' il vero controllo del territorio e' dato dal fatto che ogni cittadino lo viva come proprio. * - Vladimiro Frulletti: Ma cosa c'e' da fare per garantire piu' sicurezza? - Pier Luigi Vigna: Gli interventi da fare non sono tanto quelli "rondeggianti", ma per esempio dare al territorio un assetto che dia sicurezza: piu' illuminazioni, magari telecamere e vivibilita' dei luoghi. Invece con le le ronde c'e' un cedimento, mi sembra, della riserva agli organi statali della tutela delle persone e del territorio. 8. AMBIENTE E DIRITTI. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" CONTRO IL NUCLEARE [L'associazione "Respirare" e' stata promossa dalla sezione di Viterbo dell'"Associazione medici per l'ambiente (Isde - Italia)" e dal "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo] Siamo ovviamente contrari alla ripresa della follia nucleare in Italia. * E conseguentemente ci opponiamo anche alla prospettiva che Montalto di Castro diventi sede di una centrale atomica. Cosi' come ci opponiamo alla centrale a carbone a Tor Valdaliga Nord. Cosi' come ci opponiamo al mega-aeroporto a Viterbo. L'Alto Lazio subisce gia' troppe servitu' che devastano l'ambiente, avvelenano la salute della popolazione, aggrediscono i beni ambientali e culturali e le autentiche vocazioni produttive del territorio, violano la legalita' ed offendono la dignita' dei cittadini e delle comunita' locali. * L'Alto Lazio, cosi' come l'intero pianeta, ha bisogno di un'economia della sobrieta' e della condivisione, di una politica della responsabilita' e della solidarieta', della difesa intransigente dell'ambiente e dei beni comuni, della promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani, del riconoscimento del diritto delle generazioni future a un mondo vivibile. 9. ENERGIA E AMBIENTE. GIUSEPPE ONUFRIO: PERCHE' NO AL NUCLEARE [Dal quotidiano "Il manifesto" del 26 febbraio 2009 col titolo "Atomi in salsa francese" e la notizia "Giuseppe Onufrio e' direttore di Greenpeace Italia"] Quanto costeranno questi reattori? Dove saranno collocati? Togliendo l'acqua a chi saranno resi operativi? Chi garantira' contro i terremoti, forse la protezione civile? E se tutto andasse per il verso giusto, quanto costera' effettivamente l'energia elettrica? Domande, domande... L'accordo italo-francese riguarda una tecnologia, l'Epr, di cui, vale la pena ricordarlo, ancora nel mondo non funziona alcun esemplare. Due cantieri aperti ad oggi, uno in Francia (a Flamanville, partecipato da Enel al 12,5%) e uno in Finlandia a Olkiluoto: in quest'ultimo, il primo a iniziare, sono evidenti enormi problemi di rispetto dei tempi, che viaggiano al raddoppio, dei costi (gia' accertati 1,5 miliardi di perdita, si va verso il raddoppio dei costi) e della sicurezza, con oltre 2.100 "non conformita'" registrate dall'autorita' di sicurezza finlandese. Alcune di queste difformita' hanno riguardato strutture importanti come il circuito primario (saldature fuori standard), le fondamenta del reattore (cemento con tenore troppo elevato di acqua), il circuito secondario che alimenta il generatore di vapore con tubature non conformi, la struttura interna in acciaio affidata a una ditta specializzata in chiglie di pescherecci e fuori standard, e altro ancora. In Finlandia, secondo un sondaggio pubblicato il 23 febbraio della rete televisiva Yle (condotto dall'agenzia Taloustutkimus su un campione di 1.000 interviste), esiste una maggioranza contraria a una ulteriore espansione del nucleare del 48% contro il 37% di favorevoli. Un altro tema riguarda la maggiore produzione di prodotti di fissione dell'Epr, che come combustibile utilizza il Mox, una miscela di uranio e plutonio: rispetto a quelle convenzionali, si producono scorie da 4 a 11 volte piu' pericolose. Il costruttore francese, Areva, e' all'87% di proprieta' pubblica ed e' forse per questa ragione che l'ordine di un terzo Epr a Pelny, il secondo in Francia, sia stato annunciato dal Presidente Sarkozy e non da una azienda elettrica, come dovrebbe accadere normalmente in un mercato liberalizzato. Ma, del resto, senza ordinativi nessuna azienda vive, e Sarkozy aveva gia' proposto l'Epr anche a diversi paesi nordafricani, le cui capacita' tecnologiche non sono adeguate a gestirlo, tanto da essere definito da Greenpeace Francia un "piazzista" nucleare. Il sostegno pubblico all'industria nucleare in Francia e' paradossale se si pensa che il suo piano di sviluppo delle rinnovabili e' molto spinto, con un obiettivo del 23% al 2020, e conferma la vocazione (storica) a esportare elettricita' (di base), importando quella di picco anche dall'Italia (in attesa dell'eolico francese). Eppure coi francesi qualche esperienza nucleare del passato non proprio positiva l'abbiamo sperimentata. Il reattore italo-franco-tedesco Superphenix, un reattore da 1.200 MW al plutonio, che doveva produrre piu' plutonio di quello che bruciava trasmutando l'uranio impoverito (abbastanza per 60 bombe l'anno, secondo i resoconti parlamentari francesi dell'epoca), e' stato forse il piu' grande fallimento industriale della storia con un valore bruciato di 10 miliardi di euro ai valori attuali, smantellamento compreso, un terzo a carico dei cittadini italiani, che hanno pagato con la bolletta della luce. Una quota tra il 60 e il 70% del costo dell'elettricita' da nucleare dipende dal costo dell'impianto. Ma quanto costeranno questi reattori? L'Amministratore delegato di Enel dichiarava 3-3,5 miliardi l'uno lo scorso giugno, 4 a settembre (esiste anche un'inflazione nucleare), altre fonti dicono "fino a 6" (E.On, impresa tedesca arrivata ormai anche in Italia). Lo stesso balletto delle cifre si e' registrato negli Usa dove Bush nel 2007 aveva fatto approvare un fondo per prestiti a tasso agevolato da 18,5 miliardi di dollari. Se in quell'anno Moody's valutava i costi totali non inferiori a 7 miliardi di dollari per 1.000 Mw, l'impresa elettrica Florida Light&Power presentava un progetto per rifare due unita' nucleari da chiudere valutando i costi a 8 miliardi di dollari per 1.000 MW. Quanto costeranno i reattori in Italia dipendera' anche dal tempo che metteranno (semmai) a costruirle: in Finlandia dovevano farlo in 4 anni e lo faranno, con una qualita' tutta da verificare, in 8. Siccome il costo dell'elettricita' da nucleare e' legato al costo di investimento, sapere quale sia il costo finale e' decisivo per dare un giudizio sugli aspetti economici. Ma dove potranno esser messi i quattro reattori Epr in Italia? Le necessita' legate alla disponibilita' di acqua e quelle della rete limitano abbastanza la scelta. Tra i siti tecnicamente pensabili, Caorso potrebbe ospitarne una (ma con torri di raffreddamento, il Po da solo non ce la farebbe specie in estate) e due a Montalto di Castro, chiudendo la centrale a gas; ma non pare che le regioni e gli enti locali siano particolarmente favorevoli. Trino, Garigliano e Latina non sembrano siti adeguati a ospitare 1.600 MW e passa di un Epr, la piu' grande unita' nucleare mai costruita. Il rischio sismico e' un altro tema sottovalutato. In Giappone, paese leader nelle costruzioni antisismiche, il terremoto che nel luglio del 2007 colpi' l'"isola nucleare" di Kashiwazaki-Kariwa, 7 impianti per 8.000 MW, fece scattare l'allarme e le centrali furono chiuse. Anche se non ci sono state perdite di radioattivita' significative, la verifica dei possibili danni all'interno di un reattore nucleare non e' una cosa banale. I 7 reattori sono ancora chiusi (con una produzione mancata, solo nel 2008, di 50 miliardi di kWh) e, dopo 300 milioni di dollari di interventi alle due unita' piu' danneggiate, si comincia a discutere di riavviare uno dei reattori. Le quattro centrali dell'accordo italo-francese, quando andranno (semmai) a regime produrranno circa 45 miliardi di kilowattora all'anno e non costeranno meno di 20-24 miliardi di euro. L'obiettivo europeo per le rinnovabili, nel solo settore elettrico, prevede una produzione aggiuntiva di 50 miliardi di kWh all'anno al 2020. Se si assume l'obiettivo del 20% di aumento dell'efficienza, 100 miliardi di kWh all'anno, (fattibili, come dimostra un rapporto del Politecnico di Milano elaborato per Greenpeace), il valore energetico totale e' piu' che triplo rispetto al nucleare. L'occupazione legata alla sola parte elettrica degli obiettivi europei e' superiore ai 200.000 occupati (e ben piu' alta se si considerano gli usi termici), un valore dell'ordine delle 10 volte superiore al nucleare del governo. Su rinnovabili ed efficienza potremmo recuperare e in poco tempo: un memorandum e' stato presentato al governo da uno schieramento di associazioni ambientaliste insieme ad associazioni industriali delle fonti rinnovabili, e si attende risposta. Negli Usa, finita l'era Bush, l'inversione di marcia sul nucleare e' stata sancita dalla bocciatura di un emendamento repubblicano pro nucleare al pacchetto di stimolo dell'economia (per 50 miliardi di prestiti a tasso agevolato) mentre efficienza e fonti rinnovabili valgono 60 miliardi, tra fondi e detassazioni. Cosa importante: dell'intero "pacchetto" proposto dal presidente Obama sono proprio fonti rinnovabili e efficienza che possono essere oggetto di uno scambio tecnologico con la Cina, uno dei maggiori finanziatori del debito Usa. Cosa che lascia ben sperare nella trattativa per il clima globale, che vedra' in dicembre una importante tappa nella conferenza di Copenhagen in cui e' in gioco il futuro del Protocollo di Kyoto. Il governo italiano, invece di guardare avanti, guarda al passato, e si adopera a dare una mano a qualche lobby del nucleare e a soccorrere la Francia, ancora a corto di ordinativi. 10. IN SCIENZA E COSCIENZA. PEPPE SINI: FANATICI (CON UN DECALOGO PER GLI SMEMORATI) Sono uno di quei "fanatici" (questa la graziosa definizione di uno che se ne intende) che tra il 1977 e il 1987 si opposero alla follia nucleare. Come tante altre persone - gente comune ed autorevoli scienziati - ero a Pian dei Cangani (il luogo in cui doveva sorgere la centrale nucleare di Montalto di Castro) alla "festa della primavera" del '77 che fu la prima grande manifestazione antinucleare; e nell'87 ero ancora li' all'ultima manifestazione di blocco dei cancelli del cantiere nucleare, e fui investito ahime' dall'ultima carica di quella vicenda (che speravo conclusa per sempre, ed invece al peggio non c'e' mai fine). Sono cose vecchie, del secolo scorso. Molti hanno dimenticato, e alcuni non erano nati. Sara' allora forse opportuno ricordare due o tre cose che erano chiare allora e dovrebbero esserlo anche oggi. 1. Non esiste il nucleare sicuro. 2. La realizzazione di centrali nucleari implica la militarizzazione del territorio e della societa'; devasta l'ambiente, l'economia, la politica e la cultura. Ne sappiamo qualcosa noi che viviamo nell'Alto Lazio. 3. Finanziare il nucleare significa non finanziare le fonti rinnovabili, che sono la prima necessita' e la massima urgenza. 4. A fermare la follia nucleare in Italia non fu il "fanatismo ecologico di una parte politica" come amenamente proclama oggi un barzellettiere che aspira alla dittatura, ma la volonta' del popolo italiano legittimamente espressa in un referendum. 5. Il nucleare militare e quello cosiddetto civile (e tra le due produzioni non vi e' una vera soluzione di continuita') hanno gia' fatto morire fin troppe persone. 6. Preferiremmo vivere, e lasciare alle generazioni future un mondo vivibile. 7. A tutto cio' si aggiunge certo anche la diseconomicita' del nucleare; ma anche se fosse economicamente vantaggiosa per chi ne trarrebbe profitti, questo giustificherebbe una scelta criminale? 8. A tutto cio' si aggiunge anche la questione delle scorie. Non risolta, perche' non risolvibile. L'unico modo per gestirle in sicurezza e' non produrle affatto. 9. A tutto cio' si aggiunge infine la possibilita' di utilizzare gli impianti stessi come arma di distruzione di massa (ad esempio con attacchi terroristici contro di essi - e l'orrore dell'11 settembre 2001 ha dimostrato una volta per sempre che non esistono luoghi inattaccabili). 10. E per non farla troppo lunga, ci sarebbe anche qualche buon libro da leggere: come quelli di Guenther Anders, o Preghiera per Cernobyl di Svetlana Aleksevic. Tu li leggi, e decidi in scienza e coscienza di farla finita per sempre con la follia nucleare. 11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 12. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 745 del 28 febbraio 2009 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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