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Minime. 661
- Subject: Minime. 661
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 6 Dec 2008 01:20:56 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 661 del 6 dicembre 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Enrico Piovesana: L'eccidio quotidiano 2. Giobbe Santabarbara: I pacifisti parastatali 3. Lorenzo Ferrero: Dmitrij Shostakovich 4. Riletture. Gaspara Stampa, Rime 5. L'agenda "Giorni nonviolenti 2009" 6. L'Agenda dell'antimafia 2009 7. La "Carta" del Movimento Nonviolento 8. Per saperne di piu' 1. AFGHANISTAN. ENRICO PIOVESANA: L'ECCIDIO QUOTIDIANO [Dal sito di "Peacereporter" (http://it.peacereporter.net/) riprendiamo il seguente articolo del 5 dicembre 2008 col titolo "Afghanistan, un brutto risveglio" e il sommario "Le tribu' pashtun condannano la brutalita' delle truppe Usa"] La strategia militare Usa del "Risveglio Afgano", che prevede di creare delle milizie tribali pashtun per combattere i talebani (come gia' sperimentato in Iraq con i "Consigli del Risveglio"), rischia di fallire prima ancora di iniziare a causa della crescente ostilita' dei capi tribali verso le truppe Usa, sempre piu' spesso accusate di crimini e violenze contro la popolazione civile. * Il racconto degli afgani Sabato notte un commando di forze speciali Usa ha fatto irruzione in un villaggio di Garde Serai, nella provincia orientale di Paktia. I soldati sono entrati in tutte le case sfondando porte e finestre. Said Alam, che dormiva nella sua stanza da letto assieme alla moglie e al figlio piccolo, e' stato freddato con quattro colpi al petto. Nel trambusto il bambino e' caduto dal letto sul braciere, riportando gravi ustioni. La moglie, che aveva inutilmente provato a proteggere il marito, e' morta di crepacuore poche ore dopo. * Due versioni a confronto La versione dei comandi Usa e' che Said Alam, militante della guerriglia, si e' fatto scudo dei corpi della moglie e del figlio. "Tutto falso", hanno denunciato i capi tribu' di Garde Serai alle autorita' governative di Gardez. "Said non aveva nulla a che fare con la guerriglia e quella della moglie e del figlio usati come scudi umani e' una balla inventata per coprire la brutalita' e la spietatezza di questo raid. Queste cose devono finire! La nostra comunita' non sostiene i talebani, ma se le cose vanno avanti cosi' ci uniremo ai ribelli". * Tra l'incudine e il martello "Siamo sotto pressione da due parti", ha dichiarato Janan, capo del consiglio tribale di Garde Serai, a un inviato del quotidiano britannico "Independent". "Da una parte i talebani con la spada e dall'altra gli americani con i loro violenti raid notturni, le esecuzioni extragiudiziali, le torture, i bombardamenti aerei. Come pretendono di avere il nostro sostegno?". 2. LE ULTIME COSE. GIOBBE SANTABARBARA: I PACIFISTI PARASTATALI I pacifisti parastatali quando lo stato ha in corso una guerra stanno buonini, garbati, curiali ne' fan pipi' ne' sputan per terra. I pacifisti parastatali mentre lo stato massacra la gente son servizievoli e fin serviziali non si scompongono manco per niente. I pacifisti parastatali basta a tenerli tranquilli ed inerti qualche soldino e due cerimoniali modico e' il prezzo con cui li perverti. I pacifisti parastatali sono una gioia, sono un giulebbe: ciechi alle gesta ferine e ferali quale governo non li apprezzerebbe? 3. PROFILI. LORENZO FERRERO: DMITRIJ SHOSTAKOVICH [Dal mensile "Letture", n. 627, maggio 2006, col titolo "Dmitrij Shostakovich" e il sommario "A cento anni dalla nascita, ancora fervono le dispute musicologiche e critiche sull'opera di Shostakovich. Ma la loro decantazione progressiva ci permette di valutarne con serenita' la vita e con orecchie nuove la musica"] Nato nel 1906 a San Pietroburgo e scomparso nel 1975 alla soglia dei settant'anni, Dmitrij Dmitrievich Shostakovich e' l'unico dei grandi compositori russi a essere vissuto interamente nell'ambito della societa' sovietica. La sua famiglia, di origini siberiane, apparteneva alla borghesia liberale moderata. La rivoluzione lo coglie bambino. Entra al conservatorio della sua citta', ancora diretto da Glazunov, nel 1922, avendo gia' dimostrato un precoce talento di compositore e pianista. Conoscendo la sua fama, che raggiunse il piu' ampio livello internazionale a trentacinque anni con la Settima Sinfonia, dovremmo considerare naturale che occupasse anche posizioni ufficiali importanti, fino a diventare membro del Soviet Supremo. In realta', come avvenne per tutti gli intellettuali che operarono all'interno del regime sovietico, la sua vita fu un percorso accidentato, fatto anche di condanne ufficiali, autocritiche, discutibili gesti (come la firma a una lettera di attacco al fisico Sakharov). Compositore di regime, o segreto oppositore: questo l'oggetto del contendere. A scatenarlo fu la pubblicazione nel 1979 del libro Testimonianza di Solomon Volkov, che affermava di aver raccolto le memorie del compositore, destinate alla pubblicazione postuma. Nel libro il compositore si dimostra ferocemente critico nei confronti del regime, e suggerisce spesso una lettura cifrata dei suoi lavori, una chiave interpretativa in termini di denuncia perfino nelle opere apertamente apologetiche. Anche se e' probabilmente un falso, confezionato ad arte utilizzando altrui memorie e pettegolezzi, il libro ha aperto la strada a un approfondimento dell'opera di Shostakovich in termini piu' complessi degli schemi indotti dalla guerra fredda, e, in ultima analisi, grazie al dibattito che ha destato fra "revisionisti" e non, e al numero di documenti prodotti dall'una o dall'altra delle fazioni, ha avuto il merito di avvicinarci a una verita' piu' complessa e contraddittoria sul compositore e per certi versi sull'intera societa' sovietica. * Il giovane (e gaudente) Dmitrij Attraverso gravi difficolta' economiche, legate alla prematura morte del padre, che lo costringono a lavori d'occasione anche come pianista nei cinema, la sua formazione procede celermente. Nel 1925 scrive la Prima Sinfonia, tuttora frequentemente eseguita, che gli vale come prova d'esame finale al conservatorio. Nel 1927 si guadagna una menzione onorevole al Premio internazionale di Varsavia come pianista, anche se il suo stile secco e antiromantico e' ben lontano dal gusto corrente. La figura amorevole e per molti versi ingombrante della fiera madre domina questi anni, al punto che nel 1932 sposa Nina Varzar senza avvertire nessuno, per evitare troppe discussioni con la famiglia e appunto con la madre. Nina si adattera' in seguito a vivere con la famiglia, e fu un matrimonio sostanzialmente felice (incrinato ogni tanto dall'apparizione di qualche estemporanea nuova "musa"), che vide la nascita dei figli Galina (1936) e Maxim (1938), futuro direttore d'orchestra. Il compositore che conosciamo dalle ultime foto, intimidito e nervoso nelle grisaglie di rappresentante ufficiale della cultura sovietica, non corrisponde al vivace personaggio di questi anni. Instancabile lavoratore, ama anche la compagnia e qualche bevuta con gli amici, li fa ballare suonando tanghi e fox-trot al pianoforte, gioca a carte, e' appassionato di calcio, non risparmia l'ironia e le brillanti battute. La sua adesione alla societa' sovietica e' piu' civile che politica. Nel 1926 non passa l'esame di teoria marxista-leninista, ma per tutti gli anni '20 e oltre collabora col teatro giovanile proletario Tram, una compagnia amatoriale di ottima reputazione. Non gli piace il cambio di nome della sua citta', che chiama scherzosamente, nelle lettere agli amici, "Saint Leninburg", ma la Seconda Sinfonia e' dedicata all'Ottobre. A partire dal 1927 il suo piu' caro e intimo amico e' Ivan Sollertinsky, un critico musicale di ampie vedute culturali, che tra l'altro gli fara' apprezzare la musica di Mahler. Il piu' grande e duraturo successo di questi anni e' l'opera da camera Il naso, tratta da Gogol': una brillante satira della burocrazia scritta in un linguaggio modernista ma aperto a inclusioni di musica di varieta' in funzione grottesca. Il successo del Naso non piace pero' ai membri della formazione estremista Rapm che agitano un'accusa destinata a diventare tristemente famosa: formalismo. Le credenziali guadagnate col lavoro presso la compagnia Tram lasciano senza particolari conseguenze l'accusa, anzi contribuiscono a fare di Shostakovich uno dei protagonisti dello scioglimento della Rapm e della successiva nascita dell'Unione dei compositori. Confortato dal successo del Naso, il compositore intraprende una nuova opera di piu' grandi dimensioni, Lady Macbeth del distretto di Mtsensk, conosciuta anche, nella revisione successiva alla sua riabilitazione dopo gli infiniti guai che procuro' al suo autore, come Katerina Ismailova (1962). L'opera va in scena con grandissimo successo in vari teatri nel 1934. Il tema, tratto da Leskov, e' certamente morboso: la protagonista Katerina, annoiata e sessualmente insoddisfatta giovane moglie di un mercante, insofferente della vita di provincia, concepisce una sconvolgente passione per un affascinante dipendente del marito. I due, per difendere la loro unione, commettono una serie di delitti che portano alla loro condanna ed esilio in Siberia. Laggiu' Katerina, sempre ossessionata dalla sua passione, si suicida buttandosi nel Volga e trascinando l'amante con se'. La musica segue in modo addirittura rovente e violento lo svolgersi del dramma, non risparmiando accesi e dissonanti colori orchestrali, vicini all'espressionismo di un Berg (per cui Shostakovich ha sempre professato ammirazione). La scrittura vocale lascia pero' ampi spazi a una piena cantabilita': "Ho dedicato grande attenzione alla cantabilita' e alla melodiosita' di ogni parte vocale", scrive il compositore. L'originale accostamento di vocalita' tesa, ma cantabile, e violenza della scrittura orchestrale da' al Novecento uno dei suoi capisaldi operistici, salutato oggi come un capolavoro da critica e pubblico. * Scoppia la bufera Gli anni Trenta sono il periodo storico in cui Stalin consolida il potere sovietico e la propria leadership stroncando ogni forma di opposizione interna e di liberta' intellettuale. In questo contesto, la carriera della Lady Macbeth e del suo autore subiscono un brutale arresto. Come un fulmine a ciel sereno, nel 1936 un articolo non firmato sulla "Pravda", organo ufficiale del partito, con lapidarie parole, definisce l'opera "disordine invece che musica", "crudo naturalismo anziche' Realismo Socialista", "dissonante e confuso flusso di suoni". L'articolo pare essere stato direttamente ispirato da Stalin, che aveva assistito all'opera e abbandonato il teatro prima della fine. E' indubbio che rappresenta un tipico intervento da parte del partito nel merito dell'estetica a cui gli artisti si dovevano adeguare. Coniata da Gor'kij con intenzioni piu' costruttive, l'espressione Realismo Socialista diventa presto sinonimo di "ottimismo", di contenuti apologetici (spesso rivolti alla figura di Stalin), di esaltazione degli "eroici sforzi" per la "costruzione del socialismo". Che la scure cada proprio su Shostakovich si spiega anche col fatto che il suo attivismo anti-Rapm gli aveva sicuramente procurato qualche nemico, e che un cosi' grande successo, a soli trent'anni, era visto in molti ambienti e fra gli stessi colleghi con comprensibile invidia. Infine, la percezione di certi contemporanei di fronte all'opera non e' per molti versi dissimile dalla censura della "Pravda". Basti per tutti il giudizio di Strawinsky: "Brutalmente martellante... e monotona". Non mancarono solidarieta' eccellenti: fra tutte quella dello stesso Gor'kij, che scrisse con grande lucidita' a Stalin: "[...] l'articolo della 'Pravda' ha autorizzato centinaia di individui privi di talento, imbrattacarte di ogni tipo, a perseguitare Shostakovich". Per Shostakovich e' un colpo durissimo. Teme non senza ragione di subire la sorte di molti suoi amici, imprigionati, esiliati, o uccisi. Le commissioni di nuove opere si dileguano, e ulteriori rappresentazioni dell'opera vengono cancellate. Cerca di compensare intraprendendo l'insegnamento, a partire dal 1937. Secondo la versione ufficiale, ritira anche di propria iniziativa la Quarta Sinfonia. E' tuttavia significativo il fatto che la sua integrita' artistica non si piega piu' di tanto. Chi si fosse aspettato un grande lavoro sinfonico-corale, con adeguato programma apologetico, sarebbe rimasto deluso dalla Quinta Sinfonia, del 1937. Il lavoro appare musicalmente piu' conservatore, direttamente comunicativo ma non semplicistico. E' privo di programma dichiarato, se non per una generica frase del compositore "una laboriosa battaglia spirituale, coronata da successo". Il successo fu tale che alcuni osservatori politici considerarono la reazione del pubblico una sorta di ribellione ai dettami del partito, sostenuta da una cerchia di amici del compositore. Ma il successo dura tuttora senza riserve, ed e' legato non solo alla accessibilita' del linguaggio musicale, ma anche alla sua maturita', in cui le spinte modernistiche si stemperano in una riflessione-rivisitazione della tradizione sinfonica alla luce dell'esempio di Mahler e dei classici russi. In questi anni Shostakovich cerca di allontanarsi dalle luci piu' accese della ribalta, dedicandosi alla musica da camera, con il Primo Quartetto, e il Quintetto per pianoforte e quartetto d'archi. Scrive musica da film e altra musica d'uso, in cui mostra di seguire e di sostenere le iniziative del regime senza troppo compromettersi. Annuncia di voler scrivere un grande lavoro dedicato a Lenin, di cui pero' non sono mai state trovate tracce fra gli appunti. Insomma un colpo al cerchio e un colpo alla botte. Ma quando presenta la sua Sesta Sinfonia nel 1939 corre di nuovo grossi rischi. Dopo il successo della Quinta Shostakovich non era uomo da ripetere se stesso. La strana struttura in tre movimenti lascia perplessi, la solennita' del primo movimento viene considerata pretenziosa, e i brillanti successivi tempi un ritorno alla "civetteria" formalista. Questa l'opinione della critica. Il pubblico fu piu' generoso, tuttavia il lavoro non ebbe e tuttora non ha adeguata fortuna. Il Quintetto riceve comunque l'ambito Premio Stalin. * Tra le bombe, una sinfonia La guerra fra la Germania nazista e la Russia inizia nel 1941. Leningrado e' assediata, con orribili sofferenze per i suoi abitanti. Shostakovich dimostra coraggio e patriottismo, rifiutando di essere evacuato insieme ad altri artisti e prestando servizio in un corpo ausiliario di intervento antincendio. Una foto lo ritrae con l'elmetto sul tetto del Conservatorio: fara' il giro del mondo, arrivando sulla copertina di "Time" come simbolo della eroica resistenza russa all'invasione. Scrive marce e canti patriottici. Sicuramente ispirato dalle circostanze belliche scrive la Settima Sinfonia, con una certa rapidita'. Il primo movimento prende forma in agosto mentre i nazisti organizzano l'assedio. Il 17 settembre dice alla radio: "Un'ora fa ho finito la partitura di due movimenti di una sinfonia di ampie proporzioni... Perche' vi dico questo? Perche' gli ascoltatori che mi stanno sentendo sappiano che la vita nella nostra citta' va avanti normalmente". Nonostante le sue obiezioni, le autorita' lo fanno evacuare in ottobre, dapprima verso Mosca, poi verso Kujbyshev, dove si trovavano anche il Governo e i diplomatici. Parte con la famiglia, ma lascia la madre e la sorella, con la promessa di una evacuazione che le autorita' onoreranno molto piu' tardi. La Settima Sinfonia rappresenta, al di la' di ogni speranza, il suo riscatto, anche se ancora una volta il suo senso di integrita' artistica lo porta a ignorare i saggi suggerimenti degli amici. Alcuni di loro gli avevano infatti consigliato di concludere il lavoro con un coro che inneggiasse, con appropriate parole, alla Patria e alla sua guida politica. Al di la' della dedica formale "alla lotta contro il fascismo, alla prossima vittoria, e alla mia citta' natale Leningrado" il compositore intendeva invece, con ragione, dare all'opera un respiro piu' universale, meno legato alla pur gloriosa ed eroica cronaca del momento. Il successo fu comunque inimmaginabile, nonostante la durata mahleriana del lavoro, vicina agli ottanta minuti. Non si potrebbe immaginare una composizione cosi' capace di muovere gli animi all'unisono, dapprima in patria, poi in tutto il mondo. Leggendaria e' rimasta l'esecuzione nella assediata Leningrado del 1942: i pochi musicisti rimasti (principalmente l'orchestra della radio) suonarono la partitura arrivata in aereo sfidando il blocco. Il 9 agosto del 1942 la sala era gremita, il concerto diffuso per strada attraverso altoparlanti. Un intenso bombardamento delle postazioni naziste precedette l'esecuzione in modo da ottenere il silenzio durante il concerto. Nel 1942 arriva un altro Premio Stalin, insieme a riconoscimenti internazionali. Nel 1943, insieme a Prokof'ev, e' eletto membro onorario della American Academy of Arts and Letters. A distanza di oltre mezzo secolo, la Settima Sinfonia mantiene intatta la sua forza. L'assenza del finale eccessivamente retorico, che giustamente l'autore evito' di scrivere, ne fa un momento musicale di grandissima umanita' e di espressione universale. Ma gia' nel '43 l'Ottava Sinfonia delude. Si dice che il suo carattere gioioso e dinamico non coglie lo spirito dei tempi, perche' manca il senso eroico della lotta per la vittoria. Prokof'ev trova debole il materiale melodico e troppo lungo il lavoro. Dopo la Settima, le aspettative erano troppo alte. Sta di fatto che l'ombra dell'accusa di formalismo torna ad allungarsi. Nello stesso periodo il nostro partecipa a quattro mani con Khachaturian al concorso per il nuovo inno sovietico. Non vince, ma il pezzo diventa l'inno dell'Armata Rossa. Scrive anche il Secondo Trio per violino, violoncello e pianoforte, che nel '46 ottiene il Premio Stalin (di seconda categoria). La Nona Sinfonia sorprende ancora una volta tutti. Le durate si condensano in meno di mezz'ora, l'atmosfera e' trasparente, quasi mozartiana. La sinfonia piace, ma non sembra all'altezza degli eventi storici. Per la verita' nel '44 Shostakovich aveva contemplato l'idea di "glorificare per l'eternita' gli eroi della nostra armata", ma la composizione, iniziata nel '44 e ripresa dopo una sosta nel '45 aveva preso una piega completamente diversa. * Dopo la guerra, la censura Gli artisti che si aspettavano dalla fine della guerra una maggiore liberta' e un alleggerimento del peso del regime furono presto delusi. Nel 1946 Stalin incarica il famigerato Zhdanov di mettere ordine nelle faccende artistiche. Zhdanov miete vittime, in misure che vanno dall'espulsione dalle varie Unioni degli scrittori, dei compositori, ecc., a provvedimenti ben piu' drastici. Zhdanov prende di petto compositori come Prokof'ev, Khachaturian, Myaskovskij, e lo stesso Shostakovich, che nel '48 vengono indicati come "manifestazione di distorsioni formalistiche e tendenze antidemocratiche che sono aliene dal popolo sovietico e dai suoi gusti artistici". Per ognuno dei nominati e' il bando dalle esecuzioni concertistiche e radiofoniche. Per la verita', la Prima, Quinta e Settima Sinfonia e alcune composizioni cameristiche si salvano dal bando, ma in quel clima, in cui Shostakovich stesso aspettava ogni notte l'arresto di fronte all'ascensore, perche' la famiglia non venisse disturbata, chi avrebbe osato avventurarsi a programmare un nome irrimediabilmente condannato? Secondo alcuni testimoni il compositore contemplo' addirittura il suicidio. Di fatto decise di adottare nuovamente la doppia faccia: pubblica autocritica e ottimi propositi, mentre in privato componeva brani che doveva tenere nel cassetto in attesa di tempi migliori (fra cui un Concerto per violino e una serie di brani su canti popolari ebraici, proprio mentre scattava l'antisemitismo del regime). Compose anche un lavoro satirico sull'antiformalismo, ad uso dei piu' intimi amici, scoperto nell'89. Non sfuggira' al lettore che i compositori citati sono fra i piu' noti. Il processo di condanna sorvegliato dal partito aveva una natura per cosi' dire costituzionale: erano i compositori stessi a dover condannare i lavori dei colleghi, dopo ascolti e discussioni all'apparenza approfonditi e un certo margine di dibattito. Di conseguenza l'azione di una maggioranza di quei mediocri "scribacchini" di cui parlava Gor'kij si poteva rivolgere impunemente contro gli invidiati e piu' fortunati colleghi: da documenti recentemente emersi risulta che tra il '46 e il '47 a Shostakovich erano stati elargiti onorari di 230.200 rubli, e a Prokof'ev di 309.900, quando lo stipendio di un operaio era intorno ai 450 rubli e lo stipendio ufficiale di Stalin 10.000. Il responsabile delle Edizioni Atovmian fu licenziato dal Politburo a seguito delle proteste di compositori minori (vedi L. Maximenkov, Stalin and Shostakovich: letters to a "friend", in Shostakovich and his world). Vincere tre volte il Premio Stalin, come era occorso a Shostakovich in un breve lasso di tempo, significava anche disporre di una fortuna economica considerevole. Quanto forte fosse questa maggioranza silenziosa e' riflesso dal fatto che anche dopo la condanna dello stalinismo da parte di Khrushev nel '56, il braccio destro di Zhdanov in campo musicale, il compositore Tikhon Khrennikov, fu rieletto alla testa dell'Unione dei compositori. La condanna del '48 fu emendata, ma non cancellata, nel 1958. * Un'importante telefonata Per fortuna, nel '49 il Paese ha bisogno di inviare una delegazione negli Stati Uniti che presenti la "faccia buona" del regime. Shostakovich, invitato, si scusa con cattive condizioni di salute. Ma gli arriva una telefonata direttamente da Stalin. A quel punto non puo' dire di no, ma trova il coraggio di comunicare al dittatore il proprio sconcerto per la proibizione della musica sua e degli altri nomi che sappiamo. Di fatto, non solo Stalin gli offre di essere visitato da medici qualificati, e perfino un buon sarto, ma il 16 marzo vengono annullate le conseguenze piu' nefaste del "bando". Il viaggio si rivela politicamente difficile. La guerra fredda sta cominciando. Shostakovich si mostra ligio e ortodosso sostenitore del regime in numerose interviste e dichiarazioni. Parzialmente riabilitato, partecipa anche alle celebrazioni bachiane di Lipsia del 1950, che gli ispirano uno dei suoi lavori piu' interessanti, i 24 Preludi e fughe per pianoforte, e un rinnovato interesse per il contrappunto che trovera' evidenza in molte composizioni successive. Nel 1953 Stalin muore. Shostakovich non mostra ne' gioia ne' dolore, ma guarda ai tempi nuovi con scetticismo. Scrive al giovane compositore Edison Denisov: "I tempi sono nuovi, ma gli informatori sono gli stessi". A conferma di queste parole vengono le reazioni alla Decima Sinfonia, presentata alla fine dello stesso anno: un lavoro carico di tensioni emotive e con momenti di oscura, tragica mestizia. L'opera e' disseminata della cifra musicale del nome dell'autore (le note D Es C H, re, mi bemolle, do, si) e del nome della corrispondente e momentanea musa, la ventiquattrenne pianista Elmira Nazyrova. Ancora una volta e' costretto a difendersi dalle solite accuse, ma l'inatteso favore di Ponomarenko, ministro della Cultura presente alla prima, chiude la questione. Tuttavia questa volta per il Premio Stalin non si va oltre la candidatura, ma nel 1954 Shostakovich insieme a Saporin e Khachaturian viene nominato "Artista del popolo dell'Urss". La sinfonia rimane fra le piu' popolari. A partire dal 1953 vedono la luce varie composizioni rimaste nel cassetto. Nel 1954 muore la moglie Nina. L'anno successivo la madre. Le circostanze gettano Shostakovich nella disperazione. Una controversa storia d'amore con una ex allieva, Galina Ustvolskaya, tuttora vivente e immersa in un impenetrabile riserbo, non va a buon fine. Si risposa quindi rapidamente con Margarita Kainova nel 1956, ma il matrimonio dura pochissimo per diversita' di interessi e di carattere. * Cittadino modello Gli anni successivi alla morte di Stalin, tra il '56 e il '61, vedono la nascita di due lavori che paradossalmente avrebbe forse fatto bene a scrivere prima, almeno dal punto di vista dell'opportunita' politica: l'Undicesima e la Dodicesima Sinfonia sono infatti dedicate rispettivamente alla Rivoluzione del 1905 e del 1917. Della prima (Premio Lenin nel 1958) i musicologi "revisionisti" sostengono che il messaggio segreto sia il disappunto per la repressione ungherese ordinata da Khrushev, il che e' pur possibile, considerando che in ogni caso, come sappiamo, il compositore tendeva a ispirarsi a sentimenti universali e non a una apologetica di circostanza. Tuttavia potrebbero essere il segno di una svolta interiore, di una sorta di capitolazione psicologica, a cui fanno da ironico contraltare onori crescenti, medaglie, discorsi di rappresentanza, inviti al Kremlino. Una causa possibile, oltre allo stress degli anni appena passati, sono le incipienti malattie, tra cui una tardiva poliomielite che quasi gli paralizza la mano destra, impedendogli apparizioni pubbliche come pianista, e rendendogli difficile comporre. L'iscrizione al Partito nel 1960, fra lo stupore degli amici, e intorno alla quale ci sono supposizioni che vanno da oscuri ricatti al fatto che al momento di firmare avesse bevuto troppo, suggella questo processo. Sta di fatto che da questo punto in poi, con poche eccezioni fra cui una agrodolce escursione nel campo dell'operetta, le sue composizioni si fanno sempre piu' tetre, vi aleggia una profonda tristezza se non un lampante senso della morte, come nel bellissimo Ottavo Quartetto, esplicitamente definito un "Requiem per se stesso". Il vasto materiale prodotto da entrambi i partiti presi degli storici e dei musicologi, le dichiarazioni del figlio, dell'amico Rostropovich, di tanti ancora viventi, ci aiutano a far luce su una possibile interpretazione che trova il suo baricentro nella considerazione che il compositore era, in fin dei conti, un normale cittadino sovietico. Come ogni altro doveva fare i conti con l'onnipresente apparato del partito anche per le esigenze di base, come avere casa e lavoro. La sua particolare posizione gli permetteva di perorare la causa di altri, cio' che fece sempre generosamente, ma non la propria. Come ogni cittadino di una dittatura poteva fare dell'ironia in casa, ma doveva essere irreprensibile fuori. Poteva fino a un certo punto adottare una sorta di resistenza passiva, non obbedendo agli ordini fino in fondo, o facendolo con ritardo. Poteva esprimere pubblicamente propositi a cui non avrebbe dato seguito, sperando che se ne dimenticassero. Per sua natura, comune a tanti russi, era profondamente scettico e un tantino fatalista. Non poteva percio' essere un comunista convinto. Sapeva benissimo che il paradiso non era dietro l'angolo. Ma la societa' sovietica era l'unica che conosceva fin dall'infanzia. Sapeva anche che l'unica alternativa era emigrare, cosa che non gli interessava per nulla, anzi la sola idea lo intimidiva (non conosceva alcuna lingua straniera). Pertanto, si adeguava. Di qui a dire che fosse un cripto-avversario del regime ce ne corre. Alcuni temi dello stalinismo, che aveva riscoperto il valore propagandistico del patriottismo, non gli erano del tutto estranei, nutrito com'era della tradizione letteraria e musicale russa. Il regime lo aveva contemporaneamente perseguitato ed esaltato, gli aveva dato i mezzi per affermarsi e per raggiungere un pubblico sterminato, inconcepibile in Occidente. Gli incarichi, i premi, le prebende compaiono nella sua biografia spesso fianco a fianco alle condanne e agli ostracismi. Dopo la morte di Stalin gli onori prevalgono di gran lunga sulle polemiche, che semmai negli ultimi anni della sua vita verranno da giovani desiderosi di affermare nuove idee contro colui che era ormai il "grande padre" della musica russa. * Privata o pubblica, e' musica E' indubbio il legame dei primi lavori coi fermenti modernisti che si agitavano nei primi decenni del Novecento. Appartenendo, come Britten che fu suo amico, a una generazione successiva a quella di Strawinsky (nato 24 anni prima) e di Prokof'ev (15 anni prima), non fu coinvolto direttamente in quei movimenti, ma ne eredito' quasi naturalmente lo spirito durante gli anni di formazione. La reazione antiromantica, l'uso coloristico della dissonanza, l'importanza del ritmo, l'arco asciutto della melodia, le sonorita' secche e legnose, il gusto per la deformazione grottesca, l'apertura alle espressioni musicali considerate meno "alte", come il jazz, la musica dell'operetta e il cabaret, sono per lui fatti acquisiti, e si sentono chiaramente nei primi lavori. L'ammirazione per Mahler e per Berg riduce fortemente la spigolosita' neoclassica, il gusto "barbaro" per il suono, ammorbidendoli in un ritrovato legame col sinfonismo romantico, e permettendogli una espressivita' piu' libera, che non cede tuttavia al sentimentalismo. Non a caso di Strawinsky ammirava enormemente la Sinfonia dei salmi, ma tutto sommato si sentiva piu' vicino al Prokof'ev "rimpatriato". Naturalmente gli elementi di partenza, che hanno diversa e talvolta contraddittoria evidenza nei primi lavori, si fondono nel corso del tempo in uno stile sempre piu' personale, e riemergono a seconda delle esigenze narrative, drammaturgiche e formali in varia misura nei lavori maturi, servendo una tavolozza molto ricca, che gli permette di costruire lavori di ampio respiro. Non a caso i terreni della sinfonia e del quartetto gli appaiono particolarmente congeniali. Fu compositore prodigiosamente prolifico. Si contano attualmente 147 numeri d'opera, fra musica sinfonica e da camera, cantate, musica da film e di commento, canti patriottici, strumentazioni (fra cui una nuova versione del Boris Godunov) e arrangiamenti. In tanta produzione si puo' distinguere una linea piu' strettamente personale, e una linea in cui si mostra piu' disponibile alle esigenze della committenza "pubblica". Rivelatore dell'integrita' artistica di Shostakovich e' il fatto che nella musica d'uso, per film, o d'occasione non aveva difficolta' ad affrontare la piu' sfacciata retorica, e piu' di una sua melodia aveva fatto breccia nei cuori piu' semplici e meno sofisticati (la sua canzone Le orecchie della madrepatria venne cantata da Gagarin al suo ritorno sulla terra nel 1961), ma nella linea piu' strettamente personale (opere, balletti, sinfonie, quartetti, musica da camera), nonostante tutte le ingerenze e le pressioni, si mantiene straordinariamente e, viste le circostanze, sorprendentemente fedele a se stesso. L'effetto peggiore della politica del regime si sente soprattutto in cio' che non ha scritto: non vi e' dubbio che l'incidente della Lady Macbeth e la sua troppo tardiva riabilitazione ci ha fatto perdere possibili lavori operistici di uguale importanza, vista la passione del compositore per il genere, e i numerosi progetti che prese in considerazione. Alle avanguardie del secondo dopoguerra reagisce con netto distacco. Le sue parole pubbliche "la dodecafonia non solo non ha futuro, ma non ha nemmeno un presente. E' giusto una moda che sta gia' passando" appaiono reazionarie (e per certi versi profetiche), ma nel privato non mostra una avversione "ideologica" a nessun linguaggio, purche' non venga meno a quella ampia comunicazione col pubblico che per lui rimase sempre irrinunciabile. Anzi in alcune tarde composizioni usa alcune tecniche derivate dalla dodecafonia stessa. * Gli anni della fine Altro frutto controverso della creativita' di Shostakovich fu nel 1962 la Tredicesima Sinfonia (Babij Yar) su testi del controverso poeta del "disgelo" Evtushenko, dedicati ai morti della guerra in Ucraina (il poema, che conteneva solo un riferimento ai morti ebrei fu successivamente emendato per includere anche russi e ucraini). La decisione del partito fu sostanzialmente di ignorarla e di non creare un "caso". Ma l'opinione ufficiale e' espressa indirettamente su "Sovetskaya Kultura": "[...] se un compositore scrive una sinfonia basata principalmente su immagini tetre, negative, sarcastico-parodistiche o lacrimevoli, il risultato e' la denigrazione della nostra vita, e ne fa un ritratto erroneo e distorto". La Quattordicesima Sinfonia del 1969, basata su undici testi di autori vari (fra cui Rilke, Apollinaire e Lorca), e' ancora piu' esplicitamente dedicata al tema della morte, con riferimenti sia al modello dei Canti e danze della morte di Musorgskij, sia al trattamento cameristico dell'orchestra dell'amico Britten, cui e' dedicata, che accentua il carattere intimo e meditativo dell'opera. La Quindicesima Sinfonia del 1971 e' decisamente enigmatica. Torna nel primo movimento una sorta di leggerezza neoclassica ("un negozio di giocattoli", commentera' l'autore), con citazioni di Rossini che pero' si intersecano nel corso del lavoro col tema del fato del Sigfrido ed echi del Tristano e Isotta di Wagner, col noto motto dell'autore, e con molte autocitazioni. Il clima e' per certi versi meno tetro che nelle precedenti sinfonie, quasi che al senso della morte si fosse sostituito un senso di rassegnazione, non serena, ma consapevole del lungo percorso fatto. Vera protagonista degli ultimi anni e' pero' la musica da camera, fino al Quindicesimo Quartetto, alla Sonata per viola e pianoforte, a cui si aggiungono i secondi Concerti per violino e violoncello, e qualche pezzo d'occasione, come la Marcia della polizia sovietica del 1970. Nella maggior parte degli ultimi lavori, apprezzati manco a dirlo piu' in Occidente che in patria, e oggi meno frequentemente eseguiti di quanto meriterebbero, prevale un senso di cupa malinconia, quasi sottolineato da momentanei ritorni di vitalita' ritmica che appare come l'ombra di una energia giovanile irrimediabilmente perduta. Nel 1962 sposa Irina Supinskaya, allora ventisettenne. La terza moglie si rivela una eccellente compagna e collaboratrice, nonche' un importante sostegno in anni di crescenti difficolta' di salute e frequenti ricoveri in ospedale. Alla poliomielite si aggiungono disturbi di cuore e infine il cancro ai polmoni. Muore il 9 agosto 1975. Seguono funerali di Stato il 14 agosto. Primo firmatario del libro di condoglianze e' Leonid Brezhnev: con lui il mondo in cui Shostakovich era vissuto comincia progressivamente a dissolversi. * Un autore da (ri)scoprire Libri La musica di Shostakovich e' pubblicata da Boosey&Hawkes e da Sikorski. Elizabeth Wilson, (1994). Shostakovich: A Life Remembered, Princeton University Press, 1994. Franco Pulcini, Shostakovich, Edt, 1988. Laurel Fay, Shostakovich: A Life, Oxford University Press, 1999. Franco, Pulcini (a cura di), L'album fotografico Dmitrij Shostakovich, De Sono, 2003. Autori Vari (a cura di Laurel Fay), Shostakovich and his world, Princeton University Press, 2004. Internet http://en.wikipedia.org/wiki/Shostakovich (si puo' ascoltare il messaggio del '41 alla radio). www.geocities.com/rickredrick/Shostakovich.html (una posizione polemicamente antirevisionista). Discografia essenziale Registrazioni storiche (Mravinskij, Richter, Oistrakh, Rostropovich e altri) si trovano nei cataloghi Bmg classics, Chant du Monde, Emi e Parnassus. Tutte le sinfonie, Wdr Sinfonieorchester, direttore Rudolf Barshai, Brilliant Classics (11 cd). Tutti i quartetti, Quartetto Rubio, Brilliant Classics (5 cd). Lady Macbeth of Mtsensk: Galina Vishnevskaya, Nicolai Gedda, Dimiter Petkov, Werner Krenn, Robert Tear e altri. Ambrosian Opera Chorus e London Philharmonic Orchestra, direttore Mstislav Rostropovich, Emi. Altre incisioni Decima Sinfonia, Berliner Philarmoniker, direttore H. von Karajan, Dgg. 24 Preludi e fughe, Tatiana Nikolaeva, Hyperion. Concerti n. 1 e 2 per violoncello e orchestra, Mstislav Rostropovich, Intaglio. Quarta, Quinta, Settima e Nona Sinfonia, Mariinskij Teatr, direttore Valerij Gergiev, Philips. * Quindici quartetti per quindici sinfonie 1906 Nasce a San Pietroburgo il 25 settembre, da Dmitrij Boleslavovich e Sofiya Vasil'evna, nata Kokulina. 1922 Entra al Conservatorio di San Pietroburgo. 1925 Prima Sinfonia. 1927 Il naso, opera da Gogol'. Seconda Sinfonia "Ottobre". 1929 Terza Sinfonia con cori Primo Maggio. 1930 L'eta' dell'oro, balletto. 1930-1932 Lady Macbeth del distretto di Mtsensk, opera. 1932 Sposa Nina Varzar. 1932-1933 24 Preludi per pianoforte. 1933 Primo Concerto per pianoforte e orchestra. 1934 Va in scena Lady Macbeth del distretto di Mtsensk. 1935 Primo Quartetto. 1935-1936 Quarta Sinfonia. 1936 Nascita della figlia Galina. Attacco della "Pravda". 1937 Insegna al Conservatorio di Leningrado. Quinta Sinfonia. 1938 Nascita del figlio Maxim. 1939 Sesta Sinfonia. 1939-1941 Nominato professore di Composizione. 1940 Quintetto per pianoforte e archi (Premio Stalin). 1941 Settima Sinfonia "Leningrado". 1942 Premio Stalin. 1943 Ottava Sinfonia. Membro onorario della American Academy of Arts and Letters. 1944 Secondo Trio per violino, violoncello e pianoforte. 1945 Nona Sinfonia. 1945-1948 Di nuovo professore di Composizione a Leningrado. 1943-1948 Anche professore di Composizione a Mosca. 1946 Artista del popolo della Russia. 1947-1948 Concerto per violino e orchestra. 1948 Attacco di Zhdanov e bando delle musiche. 1949 Parziale ritiro del bando e viaggio negli Usa. 1950 Viaggio a Lipsia per le celebrazioni bachiane. 1950-1951 24 Preludi e fughe per pianoforte. 1952 Cantata Il sole splende sulla nostra patria. 1953 Morte di Stalin. Decima Sinfonia. 1954 "Artista del popolo dell'Urss". Premio internazionale della pace. Muore la moglie Nina. 1955 Muore la madre. 1956 Secondo matrimonio, con Margarita Kainova. 1957 Undicesima Sinfonia "Anno 1905", secondo Concerto per pianoforte e orchestra. 1958 Premio Lenin. Si trasferisce a Mosca. 1959 Primo Concerto per violoncello e orchestra. 1960 Segretario dell'Unione dei compositori russi. Ottavo Quartetto. 1961 Dodicesima Sinfonia "Anno 1917". 1962 Tredicesima Sinfonia "Babij Yar". "Katerina Ismailova", revisione di Lady Machbeth. Rappresentante di Leningrado al Soviet Supremo. Terzo matrimonio, con Irina Supinskaya. 1966 "Eroe del lavoro socialista", Ordine di Lenin, medaglia d'oro "Falce e martello". 1967 Secondo Concerto per violoncello e orchestra. 1968 Premio di Stato. 1969 Quattordicesima Sinfonia. 1971 Quindicesima Sinfonia. 1974 Quindicesimo Quartetto. 1975 Sonata per viola e pianoforte. Muore il 9 agosto a Mosca. 4. RILETTURE. GASPARA STAMPA: RIME Gaspara Stampa, Rime, Rizzoli, Milano 1954, 1976, pp. 304. Ogni volta che rileggo il canzoniere di Gaspara Stampa mi dico che questa autrice troppo e' stata sottovalutata, e di caldamente consigliarne la lettura mi sento. Questo volumetto reca anche una introduzione di Maria Bellonci ed alcuni utili materiali documentari. 5. STRUMENTI. L'AGENDA "GIORNI NONVIOLENTI 2009" Dal 1994, ogni anno le Edizioni Qualevita pubblicano l'agenda "Giorni nonviolenti" che nelle sue oltre 400 pagine, insieme allo spazio quotidiano per descrivere giorni sereni, per fissare appuntamenti ricchi di umanita', per raccontare momenti in cui la forza interiore ha avuto la meglio sulla forza dei muscoli o delle armi, offre spunti giornalieri di riflessione tratti dagli scritti o dai discorsi di persone che alla nonviolenza hanno dedicato una vita intera: ne risulta una sorta di antologia della nonviolenza che ogni anno viene aggiornata e completamente rinnovata. E' disponibile l'agenda "Giorni nonviolenti 2009". - 1 copia: euro 10 - 3 copie: euro 9,30 cad. - 5 copie: euro 8,60 cad. - 10 copie: euro 8,10 cad. - 25 copie: euro 7,50 cad. - 50 copie: euro 7 cad. - 100 copie: euro 5,75 cad. Richiedere a: Qualevita Edizioni, via Michelangelo 2, 67030 Torre dei Nolfi (Aq), tel. e fax: 0864460006, cell.: 3495843946, e-mail: info at qualevita.it, sito: www.qualevita.it 6. STRUMENTI. L'AGENDA DELL'ANTIMAFIA 2009 E' in libreria l'Agenda dell'antimafia 2009, quest'anno dedicata alle donne nella lotta contro le mafie e per la democrazia. E' curata dal Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" di Palermo ed edita dall'editore Di Girolamo di Trapani. Si puo' acquistare (euro 10 a copia) in libreria o richiedere al Centro Impastato o all'editore. * Per richieste: - Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Via Villa Sperlinga 15, 90144 Palermo, tel. 0916259789, fax: 0917301490, e-mail: csdgi at tin.it, sito: www.centroimpastato.it - Di Girolamo Editore, corso V. Emanuele 32/34, 91100 Trapani, tel. e fax: 923540339, e-mail: info at ilpozzodigiacobbe.com, sito: www.digirolamoeditore.com e anche www.ilpozzodigiacobbe.com 7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 8. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 661 del 6 dicembre 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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