Minime. 660



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 660 del 5 dicembre 2008

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Severino Vardacampi: All'osteria della luna piena
2. Dijana Pavlovic: Storia di Flora
3. Annamaria Rivera: Orchestrine
4. Ida Dominijanni: Cambiare
5. A Roma il 10 dicembre
6. Il "Cos in rete"
7. Stefano Gorla: Hugo Pratt
8. L'agenda "Giorni nonviolenti 2009"
9. L'Agenda dell'antimafia 2009
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'

1. LE ULTIME COSE. SEVERINO VARDACAMPI: ALL'OSTERIA DELLA LUNA PIENA

C'e' brava gente che vuole discutere con i leghisti sulla proposta di
apartheid scolastico. A quando il dibattito con Hitler sulla bonta' dei
campi di sterminio?
*
Il rappresentante del Vaticano all'Onu esprime contrarieta' alla proposta di
depenalizzazione universale dell'omosessualita'. Che tradotto in lingua
corrente vuole dire che esprime effettuale sostegno alle legislazioni che
attualmente finanche condannano a morte chi ama una persona dello stesso
sesso. Congratulazioni vivissime, e tanti cari saluti a Mastro Titta.
*
Mentre l'Italia continua a prender parte alla guerra terrorista e stragista
in Afghanistan in flagrante violazione dell'art. 11 della Costituzione, qui
tutti guardano da un'altra parte, in attesa che quei massacri giungano nelle
nostre case e solo allora chiedersi cosa sta accadendo, cosa abbiamo fatto.
*
Mentre passo dopo passo l'eversione dall'alto berlusconiana sta smantellando
legalita' e democrazia, le burocrazie corrotte e totalitarie, complici e
arrese al disordine costituito, che una volta pretendevano chiamarsi
sinistra (e sinistra non sono mai state, sinistre invece si') si preoccupano
del costo degli abbonamenti alle tv che diffondono il fascismo, svuotano le
teste e rubano il tempo di vita.
*
L'unica forza politica alla quale sempre sentii valesse la pena di
appartenere e' la Prima Internazionale, il cui programma riscrissero Hannah
Arendt e Virginia Woolf. Che ogni giorno rinasce nelle lotte delle oppresse
e degli oppressi per liberare se stessi e salvare il mondo dalla catastrofe.
*
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
E adesso, oste della malora, portaci un altro mezzo litro e una gazzosa, qui
ci sono dei paesani che hanno sete.

2. RIFLESSIONE. DIJANA PAVLOVIC: STORIA DI FLORA
[Dal quotidiano "L'Unita'" del 4 dicembre 2008 col titolo "Vita da rom, tra
elemosina e ipocrisia"]

La Corte di Cassazione ha annullato la condanna a ben sei anni per
sfruttamento di minori inflitta a una donna rom che chiedeva l'elemosina
insieme al suo bambino. La Corte invita a considerare le situazioni di fatto
e a valutare i comportamenti legati a tradizioni consolidate, per quanto
riguarda i rom quella del mangel (l'elemosina), e indica un tempo limitato
nel quale esercitarla purche' il tempo residuo sia dedicato alla cura dei
figli.
Le reazioni della politica sono state di scandalo a destra e di invocazione
della priorita' della tutela del minore a sinistra. Ma nessuno segue le
indicazioni della Corte, nessuno guarda alla realta' concreta per poter
giudicare e cosi' non cade il velo di ipocrisia che circonda questo
argomento. Vi racconto allora una storia, una delle tante che si possono
trovare nei campi della segregazione rom e che forse aiuta a capire.
Flora, una mia amica, dopo innumerevoli sgomberi e' finita sotto un
cavalcavia nel fango, in mezzo ai topi e ai blocchi di cemento che il comune
di Milano ha costruito per impedire loro di stabilirsi li'. Nonostante la
situazione disperata, Flora sistema questo posto, mette tappeti per terra,
pulisce davanti alla piccola tenda, separa la "cucina" con le bombole a gas
dal posto dove si dorme, e, soprattutto, tutti i giorni attraversa la citta'
per portare quattro figli a scuola. Poi va a chiedere l'elemosina con il
figlio piu' piccolo che non e' in eta' scolare e non puo' lasciare sotto il
ponte. Qualche ora, per potersi comprare qualcosa da mangiare per pranzo e
cena, e poi a prendere i figli a scuola e di nuovo sotto il ponte a
cucinare.
Flora e' una di quelle terribili sfruttatrici di bambini che le persone per
bene incontrano nelle strade. Certo i bambini devono essere tutelati,
protetti, scolarizzati e coccolati, non devono stare per strada a
elemosinare. Le persone per bene dicono "poveri bambini" quando li vedono in
metropolitana, poi escono e non ci pensano piu': ma perche' sono li'
veramente, dove dormono, hanno da mangiare? Basta che non li si veda, che
non ci ricordino di esistere. Per Flora vale una regola semplice: un bambino
che non mangia e' un bambino morto, un bambino che va con lei a chiedere
l'elemosina e' un bambino sfortunato ma vivo e con una minima possibilita'
di andare a scuola e di avere un futuro, magari migliore del suo. E' per
quello che lei vive.
Flora aveva un lavoro, accudiva una signora anziana, ovviamente in nero.
Dopo l'omicidio Reggiani e' stata licenziata perche' rom rumena. Mi permetto
una domanda banale: i diritti dei bambini non si proteggono tutelando anche
i diritti dei lori genitori? E ancora: chi protegge queste persone dal
pregiudizio e dal razzismo che distruggono la loro vita?

3. POESIA E VERITA'. ANNAMARIA RIVERA: ORCHESTRINE
[Ringraziamo Annamaria Rivera (per contatti: annamariarivera at libero.it) per
averci messo a disposizione questa composizione]

Alla scalcagnata orchestrina itinerante
che oggi suona nel quartiere
insulsi motivetti natalizi
anticipando lo sgomento
d'una festa lugubre
vuota d'affetti e di letizia
- quest'anno pure di consumi
sola ragione della sua sopravvivenza -
preferisco i suonatori gitani
che ogni sabato assolano
queste stesse strade
con l'allegria immotivata dei reietti.

Fisarmonica chitarra e tamburello
i loro tanghi imperfetti
risuonano il mio stesso umore:
nostalgia d'un tempo in cui
i senzapatria d'ogni colore
si spartivano pane e cordoglio
fame e feste
rivolte e sconfitte
e dipingevano la miseria indocile
con geniali armonie meticce.

4. RIFLESSIONE. IDA DOMINIJANNI: CAMBIARE
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 21 ottobre 2008 col titolo
"L'incredulita' vista da lontano"]

C'e' in ogni viaggio una felice sensazione di spiazzamento, che ci rende
piu' vicine le cose lontane e piu' lontane quelle vicine. Non e' solo una
correzione della vista, ma anche, per cosi' dire, una rieducazione
sentimentale: quello che sentivamo estraneo diventa familiare e viceversa,
quello che sentivamo familiare e ovvio diventa estraneo e non scontato. Di
ritorno da un viaggio in Canada (per un convegno femminista organizzato a
Montreal da una studiosa italiana, Aurora Caredda, da Marguerite Deslauners
della McGill University e da Giovanni Pillonca dell'Istituto italiano di
cultura, che colgo l'occasione per ringraziare pubblicamente per la
straordinaria ospitalita') e negli Stati Uniti in piena febbre
preelettorale, la sensazione di stasi depressiva e di incredulita'
permanente in cui sembra da mesi precipitata la sinistra italiana di fronte
all'epifania quotidiana del peggio mi suona estranea, per niente ovvia e
tutta da interrogare. "Cambiare non si puo'" sembra essere diventato qui da
noi lo slogan implicito della vita pubblica, nonche' dei suoi inevitabili
riflessi sulle esistenze private. "Cambiare si puo'", anzi si deve, e' il
messaggio che risuona da tutte le parti negli Stati Uniti, rimbalzando ormai
da Obama e i suoi seguaci fin nel campo avverso.
Certo, non si tratta solo di un miracolo della politica, ovvero dell'effetto
"messianico" di Barack Obama che dall'inizio alla fine di questa lunghissima
campagna elettorale si e' presentato come il profeta del cambiamento. E' il
combinato disposto della crisi economica e dell'occasione politica ad
autorizzare diagnosi sulla fine del trentennio reaganiano come quelle dello
storico Sean Wilentz o perfino di Francis Fukujama, che si e' accorto che la
storia non solo non e' finita nell'89 ma puo' riprendere a girare in un
senso diverso da quello dettato dal liberismo e dall'ossessione imperiale
del "nuovo ordine mondiale". E' la necessita' improrogabile degli interventi
di salvataggio della macchina finanziaria a riabilitare il ruolo della mano
pubblica dopo decenni di santificazione della mano invisibile del mercato.
E' l'energia della generazione nata dopo l'89 e mobilitata capillarmente da
Obama a far dire a Colin Powell che l'America ha bisogno di una leadership
giovane. E' il sentimento popolare di un'America perduta e da ritrovare,
un'America che non si faceva soltanto odiare nel mondo, a spingere verso il
cambiamento. E' il meticciato etnico e culturale a rompere la crosta
nazionalistico-identitaria in cui la politica revanchista di Bush aveva
preteso di ingabbiarlo dopo l'11 settembre. E' il protagonismo guadagnato in
questa campagna elettorale dalle ormai ex minoranze dei diritti civili, i
neri e le donne, a dare la misura di un cambiamento non solo annunciato ma
gia' operante. Ma che cos'e' politica, se non la capacita' di afferrare la
congiuntura in cui i fattori del cambiamento si presentano, per strappare la
storia alla ripetizione e piegarla a un esito diverso? Questo ci avevano
insegnato i maestri, europei, del pensiero politico moderno. Un insegnamento
che il vecchio continente sembra aver dimenticato, e che oggi sembra
trasmigrare sull'altra sponda dell'Atlantico. Dove del risultato elettorale
non c'e' certezza - ma una fondata speranza si' -, ma intanto il laboratorio
sociale, politico e culturale del cambiamento s'e' rimesso in moto. Cambiare
si puo', qualche volta si deve, e otto anni di religione neocon sono quanto
basta per decidere che si puo' e che si deve.
Quanti anni di religione berlusconiana ci vorranno dalle nostre parti per
decidere che si puo' e che si deve? Da dove dovra' spuntare un leader
politico capace non di invocare il cambiamento ma di praticarlo fidandosi di
chi ne e' spontaneamente portatore? Quanti barconi dovranno sbarcare a
Lampedusa e quante dosi di razzismo quotidiano saremo tenuti a digerire
prima di smettere di sentir dire nei talk show, da dirigenti del partito
democratico, che le classi differenziali sono "la risposta sbagliata a un
problema giusto" posto dalla Lega? Ma anche da noi, non si tratta solo di
cio' che istituzionalmente, e ormai abusivamente, si chiama politica. C'e' a
sinistra un sentimento diffuso che non spinge al cambiamento, ma si arresta
sull'incredulita': possibile che stiamo diventando razzisti? possibile che
la destra che ci governa sia tanto di destra? possibile che il berlusconismo
ci sia entrato nelle vene? possibile che dal laboratorio piu' avanzato di
invenzione della politica l'Italia sia diventato il laboratorio piu'
avanzato della sua deturpazione? Forse e' arrivato il momento di dire che
si', e' possibile ed e' avvenuto. E che cambiare si puo' e si deve, anche
quando tutto, nella conta delle urne e dei sondaggi, manda a dire che non si
puo' e non si deve.

5. INCONTRI. A ROMA IL 10 DICEMBRE
[Da Fulvio Cesare Manara (per contatti: philosophe0 at tin.it) riceviamo e
diffondiamo]

Il 10 dicembre 2008, alle ore 19, presso l'Ufficio di rappresentanza della
Provincia di Bergamo a Roma, in via di Pietra 70, si terra' la presentazione
del libro di Fulvio Cesare Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con
Gandhi in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006.
Sara' presente l'autore.

6. STRUMENTI. IL "COS IN RETE"
[Dall'Associazione nazionale "Amici di Aldo Capitini" (per contatti:
l.mencaroni at libero.it) riceviamo e diffondiamo]

Cari amici,
vi segnaliamo l'ultimo aggiornamento di novembre 2008 del Cos in rete,
www.cosinrete.it
Ricordando il Cos (Centro di orientamento sociale) di Capitini, il primo
esperimento di partecipazione democratica alle decisioni del potere locale e
nazionale, raccogliamo e commentiamo una scelta di quello che scrive la
stampa sui temi capitiniani della nonviolenza, difesa della pace,
liberalsocialismo, partecipazione al potere di tutti, controllo dal basso,
religione aperta, educazione aperta, antifascismo.
Tra gli altri,  in questo numero ci sono: Ogm e pesticidi; La sala giochi di
don Milani; Religione e sanita'; Il rifiuto e la speranza da Capitini a
Magris; Una democrazia senza socialismo; 600 trilioni di dollari; All'armi
siam fascisti; Salvare la democrazia in Italia e' possibile?; Il
Musikkindergarden di Berlino; I Pierini di ieri e di oggi; Le donne vescovo
ma non da noi; ecc.
La partecipazione al Cos in rete e' libera e aperta a tutti mandando i
contributi a capitini at tiscali.it o al blog del cos in
http://cos.splinder.com
Il sito con scritti di e su Aldo Capitini e': www.aldocapitini.it

7. PROFILI. STEFANO GORLA: HUGO PRATT
[Dal mensile "Letture", n. 617, maggio 2005, col titolo "Hugo Pratt" e il
sommario "Dieci anni fa moriva Hugo Pratt, autore di fumetti che con la sua
'letteratura disegnata' ha regalato emozioni ai suoi fedeli lettori. Una
carriera feconda, quella del padre di Corto Maltese, durata esattamente
mezzo secolo"]

"Non lo voglio vedere dai libri! I paesi dell'anima non si possono vedere
con gli occhi a prestito. Se mai li immagino o li sogno. Nessuno ha occhi
lucidi e chiari come la fantasia o il sogno". Cosi' Primo Mazzolari nel 1941
pensando a una, per lui lontanissima, Emmaus. Una verita' che deve aver in
qualche modo incrociato Hugo Pratt che ha fornito molto materiale per i
sogni di una moltitudine di lettori. Non solo. Viaggiatore curioso, ha fatto
del viaggio, come dell'accurata documentazione, uno dei punti di forza del
suo affascinante narrare. E se il suo pellegrinare per il pianeta,
rispondendo ai richiami dell'avventura e della sete di conoscenza, ha
contribuito a rendere palese una vocazione cosmopolita inserita nei suoi
geni, la sua vastissima biblioteca con gli oltre 25.000 volumi, testimonia
come Pratt sapesse viaggiare anche tra le pagine dei libri, spaziando dalla
filosofia alla poesia, saggistica e letteratura, romanzi d'avventura e dotti
trattati filologici.
La dimensione del viaggio e' forse quella che meglio aiuta a indagare la
vita e le opere di Pratt. Il viaggio per Pratt ha sempre assunto il
connotato di stimolo all'approfondimento, dello spazio per la scoperta o, al
limite, la riscoperta. Un coinvolgimento totale, assunto come modello di
vita sia per i viaggi dello spirito che per quelli della memoria,
consapevole, con Chatwin, che "l'atto stesso del viaggiare contribuisce a
creare una sensazione di benessere fisico e mentale". Viaggiare e' osservare
il mondo da diversi punti di vista, da diverse dimensioni, e' un muoversi
che sollecita la piena partecipazione di tutti i sensi.
Pratt diceva di se stesso, in aperta polemica con il mondo culturale, di
essere un fumettaro. Consapevole che quella desinenza avesse in se' qualcosa
di volgare e di dispregiativo. La sua ricerca identitaria si basava sul
fatto che gli autori di fumetto della sua generazione si fossero formati
nella convinzione di lavorare a qualcosa di minore, di sempre riferito ad
altro: frustrati di fronte a un pittore o a un illustratore, frustrati di
fronte a uno scrittore. Pratt ha sempre ripetuto, e lo ha mostrato con la
sua opera, che non c'e' ragione che possa giustificare questa situazione: lo
scrittore si esprime con i suoi mezzi, il fumettista con i suoi. Cambia il
linguaggio. E il "fumettaro" partori' quella splendida definizione di
"letteratura disegnata" che tanto ha segnato il mondo del fumetto.
*
Il maestro di Malamocco
Cosi' era chiamato, quasi per celia. Malamocco era l'ubicazione della sua
casa veneziana, nei pressi del Lido. A Venezia trascorse la sua infanzia
anche se, per assoluta casualita', era nato a Rimini il 15 giugno 1927.
Nascita che colse di sorpresa i genitori che si trovavano la' in vacanza. A
Venezia, il piccolo Hugo e la sua famiglia abitano dai nonni con zie e zii,
alla Bragora, nel Sestiere di Castello. Di Venezia e dei primi anni della
sua vita portera' un ricordo indelebile e positivo, segnato da una famiglia
cosmopolita e ben poco tradizionale. Il nonno paterno, Joseph Pratt, e'
anglo-normanno, nato a Lione e discendente di fuggiaschi che lasciarono
l'Inghilterra per motivi religiosi. Disegnatore nel campo dell'architettura
militare, si trasferi' a Venezia dove aveva trovato posto come professore di
francese nella scuola ebraica, Istituto Rava'. Lo stesso padre di Hugo,
Rolando Pratt, frequento' quella scuola.
A Venezia Joseph Pratt si sposa con Ernesta Quadrelli de' Barbanti, famiglia
originaria di Urbino. Il nonno materno Eugenio Genero, e' figlio illegittimo
di un aiuto cuoco e di una ragazza della famiglia dei gioiellieri veneziani
Zeno-Toledano, che affidarono il piccolo ai Genero, famiglia di ebrei
marrani. Mentre la nonna materna, Cesira, era un'ebrea della famiglia
Azim-Greggyo-Molho, i cui antenati avevano lasciato la Turchia per lavorare
nelle vetrerie di Murano. Un crogiolo di radici, che gia' indicano qualcosa
dell'uomo Hugo Pratt, il quale nelle lunghe chiacchierate con cui
intratteneva amici e ospiti, ricordava con piacere, romanzando qualche
dettaglio, le sue origini.
Deve alla madre la fantasia, il senso dell'ironia e dell'assurdo. La madre,
coi suoi racconti ispirati alle opere di scrittori veneziani del XVIII
secolo come Gasparo e Carlo Gozzi. Dal padre acquisi' i libri e l'amore per
essi. Un'infanzia dove s'incontravano in modo fusionale e tutt'altro che
armonico la cultura orale e quella scritta. Infatti, se la madre gli
racconta storie fantastiche dove abitavano mistero e le piu' disparate
credenze, il padre lo induceva ad amare i libri facendogli leggere i
seducenti romanzi di Jules Verne in francese, la lingua del nonno;
accompagnando al libro l'atlante geografico e fornendogli versioni
brillantemente illustrate. Un tirocinio della fantasia invidiabile, dove il
padre, con la complicita' della nonna, lo inizio' al disegno, cosa per cui
dimostro' subito una certa inclinazione. Altri interessi dei genitori
segnarono la vita di Pratt. La madre si dilettava di scienze esoteriche,
cabala e cartomanzia. Il padre, fondatore di una sezione fascista veneziana,
era attratto dalle societa' segrete. Percorsi di fascinazione che
accompagneranno le ricerche e le appartenenze di Pratt. Nella famiglia di
Pratt si aderisce al fascismo seguendo la moda del tempo, anche se non
mancano fiere opposizioni a esso, soprattutto da parte di uno zio, marinaio
nella marina mercantile, cui, per ammissione dello stesso Pratt, il
personaggio di Corto Maltese deve qualcosa.
Le letture sono gli altri stimoli che riempiono la vita di Pratt: una
versione di Omero per l'infanzia, romanzi d'evasione, leggende celtiche e le
avventure a fumetti di Cino e Franco di Lyam Young. Nel 1936 il padre trova
lavoro nell'allora Abissinia, e l'anno dopo la famiglia lo raggiunge a Addis
Abeba. Il viaggio avventuroso per raggiungere l'Etiopia restera' indelebile
nella memoria del giovane Hugo. Vive al Villaggio Littorio di Addis Abeba,
piccolo pezzo d'Italia, dove incontra altre culture e, a soli tredici anni,
viene arruolato nella polizia coloniale. Per quanto ricercate dal giovane
Pratt, non riusci' a trovare tracce dei suoi eroi di carta, eppure quelle
atmosfere l'avevano ammaliato e l'accompagneranno per tutta la vita,
spingendolo a tornare in Etiopia con un periplo che comprese Kenya e
Tanzania. Pratt aveva da poco passato la quarantina e il viaggio fu una
sorta di pellegrinaggio alla ricerca delle tracce della tomba del padre
scomparso nel 1942. La trovo' in un cimitero musulmano che aveva dedicato un
piccolo spazio a tombe cristiane.
L'Africa fu per Pratt anche il primo contatto vero con la guerra e la
scoperta dell'universo femminile. Si rinforzava anche in lui l'amore per i
libri e la lettura, stregato soprattutto dall'avventura, Robert Stevenson,
Rider Haggard, Joseph Conrad e soprattutto i romanzi western di Zane Grey,
cui Pratt riconobbe un'importanza capitale nella sua formazione: il gusto
per il feuilleton, la presenza pervasiva della natura, i tratti dell'eroe.
Non mancano naturalmente fumetto e cinema, sempre sotto il segno
dell'avventura, cui spetta un posto d'onore la striscia di Milton Caniff,
Terry e i pirati, scoperta sulle pagine dell'"Avventuroso".
Tornato in Italia, Pratt si stabilisce prima a Citta' di Castello per poi
tornare a Venezia mentre la citta' e' sotto il controllo tedesco. Arrestato
dalle SS perche' ritenuta una spia sudafricana, riesce a fuggire e si unisce
come interprete all'VIII Armata alleata con cui torna a Venezia nell'aprile
1945. A Venezia, Pratt organizza spettacoli per soldati improvvisandosi
ballerino, gioca a rugby e inizia ad appassionarsi al jazz grazie ai dischi
portati dalle truppe americane, ma soprattutto sul finire del 1945 inizia a
dedicarsi al fumetto. Con Mario Faustinelli e Alberto Ongaro lancia un
giornale a fumetti, "Albo Uragano", che presto mutera' in "L'Asso di
Picche - Comics". Attorno al gruppo gravitano anche Giorgio Bellavitis,
Paolo Campani, Fernando Carcupino, Rinaldo Dami, Damiano Damiani, Dino
Battaglia e Ivo Pavoni, insomma un'ampia fetta di quello che sara' il
fumetto italiano di qualita' e non solo. Si unisce al gruppo anche il futuro
psichiatra Franco Basaglia.
La rivista ha qualche successo e grazie a Cesare Civita i suoi autori
saranno conosciuti in America Latina. Civita e' ebreo italiano, nato negli
Stati Uniti, condirettore generale della Mondadori che, in seguito alle
campagne antisemite degli anni Trenta, lascia l'Italia per stabilirsi in
Argentina dove fonda la casa editrice Editorial Abril, con l'intento di
offrire i personaggi Disney all'America Latina. Civita crea diverse testate
che hanno un gran successo e, in un secondo tempo, propone l'avventura
argentina. Pratt e Faustinelli accettano e nel novembre 1949 s'imbarcano
alla volta del nuovo mondo.
*
Verso un mondo nuovo
Diciotto giorni di navigazione, pensando all'Argentina come una tappa verso
il sogno americano, verso la magia di un Paese da sperimentare. Pratt ha
ventidue anni e passera' i successivi tredici in Argentina, seppur con
qualche puntata a Londra e a Venezia. Sono gli anni della grande produzione,
in cui lo stile che lo caratterizzera' e' ancora in formazione. Narratore
per immagini prima che disegnatore, Pratt lavora sul suo desiderio di
narrazione e crea, con l'aiuto di diversi sceneggiatori, molti personaggi.
Sono anni di incontri: dal jazzista Dizzy Gillespie ai fumettisti argentini,
Alberto Breccia, i fratelli Del Castillo ma soprattutto il maestro e
caposcuola, Jose' Luis Salinas. Si appassiona al tango, cui regalera' un
intenso episodio della saga di Corto Maltese, mentre accosta alla scoperta
della lingua spagnola la scoperta della letteratura latinoamericana: il
colombiano German Arciniegas, da cui Pratt dice d'aver appreso a raccontare
secondo il registro dell'ironia, il messicano Octavio Paz, il poeta
argentino Leopoldo Lugones, il romanziere argentino Roberto Arlt e,
naturalmente, Jorge Luis Borges.
L'approccio di Pratt e' metodico, dedica molto tempo a un autore, lo legge
nella sua interezza, cerca di berne l'essenza. In un'intervista ricordera'
che la letteratura argentina l'ha affascinato molto piu' di quella
mitteleuropea, a cui si dedico' con uguale intensita'. Si spingera' fino ad
affermare, forse con un eccesso di enfasi e bonomia, che "la mia maturita'
e' Buenos Aires", quel crogiolo di etnie, incontro di immigrati giunti da
ogni parte del mondo, dall'ebreo polacco ai gallesi della Patagonia,
l'andaluso e l'italiano. Anni vulcanici, vissuti con intensita', tra cacce
al cinghiale, cavalcate nella pampa, molta compagnia femminile ma anche
molto lavoro. Ogni esperienza viene filtrata e convogliata nei suoi fumetti,
nel periodo forse piu' fecondo della sua carriera. Prosegue le avventure di
Junglemen, serie creata in Italia per Asso di Picche su sceneggiatura di
Ongaro e nota in America Latina come Hombres de la jungla: una serie
importante dove si iniziano a vedere cambiamenti sostanziali nella figura
dell'eroe, dove si insinua il sospetto sulla sua purezza, dove si mette in
luce una certa simpatia per i fuorilegge, per l'indiano, per il negro, i
nemici per antonomasia.
Centrale in quegli anni diverra' l'incontro con Hector German Oesterheld,
sceneggiatore raffinato e meticoloso, autore dall'immaginario avventuroso
condiviso con Pratt: Verne, Stevenson, Defoe, London. Oesterheld e' gia' uno
sceneggiatore affermato e crea, con Pratt, Ray Kitt, un detective
hard-boiled di chiara ispirazione chandleriana, inserito in un'accattivante
atmosfera latina. Una serie particolare, praticamente sconosciuta in Italia,
dove la narrazione si evolve in piccoli paragrafi successivi numerati, con
curiose vignette composte da solo testo, privilegiando nella lettura del
testo la verticalita': un caso assolutamente peculiare, cui Pratt presta un
tratto che si rifa' certamente alla lezione di Milton Caniff, affidando la
recitazione alle anatomie impeccabili dei personaggi, in un bianco e nero
abbacinante.
La collaborazione tra i due portera' ai lettori, fra l'altro, serie come il
Sgt. Kirk, Ernie Pike, Ticonderoga.
Con il Sargento Kirk - secondo la dizione originaria - Pratt impone
definitivamente il proprio talento. Ci troviamo di fronte a un eroe
tormentato, un ufficiale dell'esercito americano che diserta dopo aver
assistito al massacro di un gruppo di indiani da parte dell'esercito. Il
tratto di Pratt si fa ricercato, soprattutto nella resa dei personaggi.
Ricerca che subi' anche le pressioni dell'editore per quanto riguarda i
tratti somatici del personaggio principale. Una serie che impegno' a fondo
Pratt e per la quale produsse circa 5.000 tavole, a ritmi settimanali molto
elevati.
Con Ernie Pike, personaggio ispirato al corrispondente di guerra Ernie Pyle,
il duo racconta senza fronzoli o prosopopea la guerra, il fronte, il
sacrificio di uomini prima che soldati, la stolidita' e la drammaticita'
dell'avventura bellica.
Ticonderoga e' invece una saga ambientata nell'America settentrionale di
inizio Settecento, durante le rivolte indiane e gli scontri tra gli eserciti
d'occupazione francese e inglese. Serie che mostra la puntigliosita' della
ricostruzione storica e iconografica, ben miscelate con l'avventura, in un
armonico incontro che stimola la fantasia e il piacere della lettura.
Da Oesterheld, che anni dopo il sodalizio con Pratt creera' la celebre saga
dell'Eternauta e scomparira' sotto la dittatura argentina entrando nelle
schiere dei desaparecidos, Pratt apprese la lezione di una sceneggiatura
rigorosa, ricca e colta, dal taglio cinematografico. Questo nonostante i
contrasti tra i due, determinati dalle differenze caratteriali e da qualche
questione legata a diritti d'autore, nonche' alla proverbiale vita
spericolata di Pratt noto anche al gruppo degli italiani immigrati in
Argentina come Sbrindolin, "incostante".
*
Tra testo e segno
Il rapporto con Oesterheld, per quanto importante, non e' esclusivo per
Pratt, che in quegli anni insegna, con Breccia, alla Esquela Panamericana de
Arte e inizia a scrivere sceneggiature dove si impratichisce soprattutto nei
dialoghi, dimensione in cui non manco' d'eccellere tanto da definirsi in
qualche occasione "dialoghista". Siamo nel 1959 quando sceneggia il suo
primo lavoro completo, Ann y Dan, "Anna della giungla", un fumetto
d'avventura ambientato in Africa dove Pratt puo' restituire la sua
esperienza d'Africa e la passione per i fumetti d'avventura degli anni
Trenta alla Cino e Franco. Le caratteristiche del Pratt autore sono ormai
ben rintracciabili: un solido e suggestivo impianto narrativo accompagnato
da un tratto ben definito in cui Pratt amalgama fantasia e precisi
riferimenti storico-geografici e culturali.
Il 1960 lo passa in Inghilterra dove disegna storie di guerra per la
Fleetway e frequenta la Royal Academy of Water-Color. Ormai domina in modo
armonico tratto e testo; ha sperimentato la rottura della delimitazione
della vignetta in sequenze di azioni, interagito con la gabbia grafica,
approcciato la rappresentazione del delirio onirico e ha appreso una
notevole capacita' nel delineare le caratteristiche dei personaggi, cui
conferisce notevole profondita'. Crea la serie Capitan Cormorant, ambientata
nei mari della Polinesia, a suo dire "il lato espressionista del suo
lavoro", e presenta il suo primo capolavoro dell'eta' matura: la saga
Wheeling. Ambientata sullo sfondo delle guerre anglo-francesi di fine
Settecento, Pratt vi puo' riversare tutto l'amore per le guerre di frontiera
cui l'avevano appassionato i romanzi di Zane Grey e Kenneth Roberts. "In
qualche modo", dira' Pratt, "e' il coronamento della mia adolescenza". Da
segnalare l'ultima apparizione di ragazzi quali protagonisti delle sue
avventure; peraltro, era proprio questo il pubblico cui le pubblicazioni
erano rivolte: ragazzi che alla fine dell'avventura divengono adulti.
Il boom economico argentino volge al termine e Pratt rientra in Italia, dove
inizia a collaborare con "Il Corriere dei Piccoli" su testi scritti da
altri. Quando non e' in viaggio si divide tra Venezia, Genova e Milano. Sono
gli anni in cui sperimenta diversi stili, provando per esempio un disegno a
tratteggio per la rilettura de L'isola del tesoro di Stevenson compiuta da
Mino Milani. Sempre sul "Corrierino" pratica molto anche l'illustrazione,
accompagnando ora una riduzione di alcuni brani dell'Odissea operata da
Franca Ongaro Basaglia, ora la presentazione della figura di Paolo di Tarso
su testi di Giulio Nascimbeni. Non mancano viaggi ed esperienze esotiche, in
Brasile, Trinitad e Tobago, Florida, nelle Antille con un passaggio nella
Guyana britannica e in quella francese e olandese.
*
Il lungo viaggio di Corto
Il tratto di Pratt e' divenuto piu' rarefatto, una sintesi grafica che si
accompagna alla sintesi narrativa. I dialoghi mostrano particolare efficacia
e il patrimonio d'esperienze e di attenti studi accompagnano Pratt che pero'
si trova in un momento di difficolta'. In rotta con "Il Corriere dei
Piccoli", coglie l'opportunita' che gli offre un imprenditore genovese,
Florenzo Ivaldi, collezionista di fumetti e particolarmente ben disposto
verso Pratt che considera un maestro. Insieme progettano una rivista con
l'intento di proporre i lavori argentini di Pratt al pubblico italiano. Nel
luglio 1967 esce "Sgt. Kirk", rivista dal grande formato che partecipa al
lancio, senza nessun calcolo, di quelle testate che pubblicheranno il
"fumetto d'autore", come si amava chiamarlo allora. Oltre al recupero delle
opere di Pratt e delle sue fonti (si ripresentano Terry e i pirati di Milton
Caniff), Pratt pubblica le tavole di una avventura inedita, Una ballata del
mare salato; storia che presenta per la prima volta il personaggio di Corto
Maltese. Un ingresso in scena irrituale, il suo. Compare dopo una manciata
di tavole; barba lunga, legato a una zattera abbandonato nell'oceano. Un
eroe crocifisso e un'allusione - oscura ai piu' - a una sequenza di un film
di pirati con John Wayne per la regia di Edward Ludwig. E' l'inizio di uno
dei personaggi piu' amati dai lettori di fumetti e del personaggio a fumetti
d'avventura maggiormente noto ai non lettori di fumetti.
Con lui, prima di lui, appare da subito Rasputin, la nemesi dell'eroe, la
sua - per dirla con Pratt - "coscienza o anticoscienza, meglio: la
amoralita'". Mentre Corto conosce bene e male e la loro differenza,
Rasputin, curioso e affettuoso nemico, non e' interessato a valutare cio'
che accade, si regge sui propri impulsi, spesso slegati dalla razionalita'.
Corto Maltese e' un romantico e libero marinaio, un lontano discendente
dell'Ulisse omerico. Pragmatico, si nasconde dietro a un cinismo che non
possiede. Sensibile, e' piu' propenso ad ascoltare le avventure degli altri
che a narrare le proprie. Duro con i duri, generoso coi deboli, amico
sincero, fascinoso e cortese, avventuriero allergico alle regole. Di Corto,
Pratt ci ha mostrato vita, morte e miracoli, in una serie di avventure che
hanno fatto di Pratt uno dei narratori popolari piu' apprezzati del secolo
scorso. E non sembri un'esagerazione. La mole e la complessita' degli studi
che hanno accompagnato l'opera di Pratt lo stanno a dimostrare. Alla sua
morte l'allora ministro dei Beni culturali, il raffinato studioso d'arte
Antonio Paolucci, lo saluto' come "artista e poeta indimenticabile". In
Francia e' considerato un mito e celebrato con la consegna, nel 1988, del
Grand prix nazionale per le arti grafiche. Due anni fa il comune di
Angouleme, citta' del maggior festival europeo di fumetti, gli ha dedicato
una statua. Segni dell'affetto costituitosi intorno all'opera e alla figura
di Pratt.
Le avventure di Corto Maltese sono un'armonica alchimia di fantasia e
realta', dove precisi riferimenti etnografici e storici, e colti riferimenti
mitologici e letterari sono coniugati ad avvincenti avventure. La
centralita' dell'avventura e' continuamente registrata nelle pagine della
saga. "Un labirinto avvolto in un rebus con un enigma per soluzione? [...]
Ma si', puo' essere bello se c'e' la speranza di trovare un insolito tesoro
[...] ma se anche non si trovasse niente [...] quello che conta e' il
simbolo, il gioco, l'avventura!" dice Rasputin, l'eterno altro della saga di
Corto Maltese, in Mu, la citta' perduta, uno degli ultimi racconti del
marinaio.
*
Epilogo di un'avventura
Corto Maltese diviene in poco tempo il portabandiera di un fumetto maturo,
di quella "letteratura disegnata", vagheggiata da Pratt. La capacita' di
giocare con le fonti, di armonizzare la narrazione competendo per
complessita' affabulatoria con la letteratura e il cinema, creano una
prospettiva inedita per questi racconti colti e affascinanti, che sanno
sganciarsi persino dai canoni della narrazione a fumetti europea, dilatando
spazi editoriali e tipografici. Delle avventure di Corto Maltese esistono
diverse edizioni e diversi formati. Esistono mediometraggi animati e un
lungometraggio, mentre due avventure sono state rielaborate da Pratt stesso
in forma di romanzo e ora editate dalla Lizard, casa editrice romana che si
occupa della commercializzazione e della memoria del lavoro di Pratt.
Nel 1983, lanciata con lo slogan "L'avventura e' leggere", arriva nelle
edicole italiane anche la rivista "Corto Maltese", mensile di fumetti,
viaggi e avventure pubblicato da Rizzoli. Nel frattempo Pratt e' sempre piu'
riconosciuto come autore internazionale, amato per le sue storie e il suo
modo di raccontarle. La sua produzione degli anni Settanta e Ottanta e'
improntata a una maturita' narrativa e una produzione decisamente meno
intensa che non rifugge la ricerca, piu' narrativa che grafica. Sono gli
anni della serie Gli Scorpioni del deserto e di Cato Zulu', serie ambientate
in Africa, dove si mette in scena la guerra. L'attenzione di Pratt e' sempre
piu' attirata dalle psicologie, dalle descrizioni delle reazioni dei
personaggi di fronte alla situazione. Sono gli anni anche della
partecipazione alla serie Un uomo un'avventura delle Edizioni Cepim, una
delle incarnazioni della Sergio Bonelli Editore. Si circonda di brillanti
collaboratori come Guido Fuga e Lele Vianello, cui affida fondali, treni,
auto, macchinari vari. Diventano i creatori degli "effetti speciali", dira',
celiando, Pratt che assume con decisione la regia delle avventure, chiedendo
una dedizione e una precisione totali. Dietro ogni segno ci deve essere una
documentazione completa, precisa, raffinata. Ai collaboratori riconosce con
chiarezza il dovuto, mentre lui stesso riceve numerosi riconoscimenti e
premi.
Finisce i suoi giorni nella sua grande casa-biblioteca vicino a Losanna, in
Svizzera, dove sembrava di sentir risuonare le parole pronunciate da Corto
Maltese in Favola a Venezia: "Me ne andro' cosi'... tanto per andare!",
dissimulando la ricerca e il senso del viaggio, elementi che hanno
accompagnato Pratt fino alla fine dei suoi giorni. In fondo, come sussurra
l'affascinante Bocca Dorata, "quando un adulto entra nel mondo delle fiabe
non riesce piu' ad uscirne".
*
Critica della ragion disegnata
- Vincenzo Mollica, Mauro Paganelli (a cura di), Hugo Pratt, Editori del
Grifo, 1980.
- Gianni Brunoro, Corto come un romanzo, Edizioni Dedalo, 1984.
- Claude Moliterni, L'univers de Hugo Pratt, Dargaud, 1984.
- Antonio De Rosa, Aspettando Corto, Editori del Grifo, 1987.
- Hugo Pratt, Michel Pierre, Corto Maltese memorie, Rizzoli/Milano libri,
1987.
- Hugo Pratt, Dominique Petitfaux, All'ombra di Corto, Rizzoli, 1992.
- Autori Vari, Dedicated to Hugo Pratt, in "Fumo di China" n. 35, novembre
1995.
- Hugo Pratt, Viaggiatore incantato, Electa, 1996.
- Hugo Pratt, Il desiderio di essere inutile, Lizard, 1996.
- Guido Fuga, Lele Vianello, Corto Sconto, itinerari fantastici e nascosti
di Corto Maltese a Venezia, Lizard, 1997.
- Caludio Dell'Orso, Femmes - Hugo Pratt, Edizioni Rem, 2000.
- Autori Vari, Hugo Pratt narratore incantato, Cartoon Club, 2001.
- Autori Vari, Donde esta Oesterheld? Il fumetto argentino desaparecido, Lo
Scarabeo, 2002.
- Antonio Carboni, Corto Maltese, Glamour Associated, 2003.
- Autori Vari, Il lungo viaggio di Corto, in "Fumo di China" n. 111,
settembre 2003.
- Autori Vari, Il derviscio, lo sciamano, il massone. Gli incontri
iniziatici di Corto Maltese, Lizard, 2004.
- Gianni Brunoro, Roberto Reali, Magica America, Anafi, 2004.
- Autori Vari, Speciale Hugo Pratt. Il viaggio dell'anima, in "Scuola di
Fumetto" n. 29, 2005.
*
I suoi personaggi, le sue avventure
a) Serie (si segnala l'anno della prima uscita):
1945 Asso di Picche.
1946 Ray e Roy, Silver Pan, Sloogan e i piani scomparsi, Indian River.
1947 Indian Lore.
1948 Alan delle stelle.
1949 April e il fantasma, Junglemen.
1951 Ray Kitt.
1953 El Sargento Kirk (Sgt. Kirk).
1954 Ticonderoga, Ernie Pike.
1959 Ann y Dan (Anna della giungla).
1962 Capitan Cormorant, Wheeling.
1964 L'Ombra.
1967 Corto Maltese.
1969 Gli Scorpioni del deserto.
1985 Cato Zulu'.
b) Altre opere:
L'isola del tesoro (1965).
Il ragazzo rapito (1967).
Le avventure di Fanfulla (1967).
L'uomo dei Caraibi (1977).
L'uomo del Sertao (1977).
L'uomo della Somalia (1978).
L'uomo del Grande Nord (1980).
Tutto ricomincio' con una estate indiana (1983, disegni di Milo Manara).
Jesuit Joe (1984).
El Gaucho (1991, disegni di Milo Manara).
In un cielo lontano (1993).
Saint-Exupery: l'ultimo volo (1994).

8. STRUMENTI. L'AGENDA "GIORNI NONVIOLENTI 2009"

Dal 1994, ogni anno le Edizioni Qualevita pubblicano l'agenda "Giorni
nonviolenti" che nelle sue oltre 400 pagine, insieme allo spazio quotidiano
per descrivere giorni sereni, per fissare appuntamenti ricchi di umanita',
per raccontare momenti in cui la forza interiore ha avuto la meglio sulla
forza dei muscoli o delle armi, offre spunti giornalieri di riflessione
tratti dagli scritti o dai discorsi di persone che alla nonviolenza hanno
dedicato una vita intera: ne risulta una sorta di antologia della
nonviolenza che ogni anno viene aggiornata e completamente rinnovata.
E' disponibile l'agenda "Giorni nonviolenti 2009".
- 1 copia: euro 10
- 3 copie: euro 9,30 cad.
- 5 copie: euro 8,60 cad.
- 10 copie: euro 8,10 cad.
- 25 copie: euro 7,50 cad.
- 50 copie: euro 7 cad.
- 100 copie: euro 5,75 cad.
Richiedere a: Qualevita Edizioni, via Michelangelo 2, 67030 Torre dei Nolfi
(Aq), tel. e fax: 0864460006, cell.: 3495843946,  e-mail: info at qualevita.it,
sito: www.qualevita.it

9. STRUMENTI. L'AGENDA DELL'ANTIMAFIA 2009

E' in libreria l'Agenda dell'antimafia 2009, quest'anno dedicata alle donne
nella lotta contro le mafie e per la democrazia.
E' curata dal Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" di
Palermo ed edita dall'editore Di Girolamo di Trapani.
Si puo' acquistare (euro 10 a copia) in libreria o richiedere al Centro
Impastato o all'editore.
*
Per richieste:
- Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Via Villa
Sperlinga 15, 90144 Palermo, tel. 0916259789, fax: 0917301490, e-mail:
csdgi at tin.it, sito: www.centroimpastato.it
- Di Girolamo Editore, corso V. Emanuele 32/34, 91100 Trapani, tel. e fax:
923540339, e-mail: info at ilpozzodigiacobbe.com, sito:
www.digirolamoeditore.com e anche www.ilpozzodigiacobbe.com

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

11. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it,
sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 660 del 5 dicembre 2008

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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