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Minime. 660
- Subject: Minime. 660
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Fri, 5 Dec 2008 01:19:10 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 660 del 5 dicembre 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Severino Vardacampi: All'osteria della luna piena 2. Dijana Pavlovic: Storia di Flora 3. Annamaria Rivera: Orchestrine 4. Ida Dominijanni: Cambiare 5. A Roma il 10 dicembre 6. Il "Cos in rete" 7. Stefano Gorla: Hugo Pratt 8. L'agenda "Giorni nonviolenti 2009" 9. L'Agenda dell'antimafia 2009 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento 11. Per saperne di piu' 1. LE ULTIME COSE. SEVERINO VARDACAMPI: ALL'OSTERIA DELLA LUNA PIENA C'e' brava gente che vuole discutere con i leghisti sulla proposta di apartheid scolastico. A quando il dibattito con Hitler sulla bonta' dei campi di sterminio? * Il rappresentante del Vaticano all'Onu esprime contrarieta' alla proposta di depenalizzazione universale dell'omosessualita'. Che tradotto in lingua corrente vuole dire che esprime effettuale sostegno alle legislazioni che attualmente finanche condannano a morte chi ama una persona dello stesso sesso. Congratulazioni vivissime, e tanti cari saluti a Mastro Titta. * Mentre l'Italia continua a prender parte alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan in flagrante violazione dell'art. 11 della Costituzione, qui tutti guardano da un'altra parte, in attesa che quei massacri giungano nelle nostre case e solo allora chiedersi cosa sta accadendo, cosa abbiamo fatto. * Mentre passo dopo passo l'eversione dall'alto berlusconiana sta smantellando legalita' e democrazia, le burocrazie corrotte e totalitarie, complici e arrese al disordine costituito, che una volta pretendevano chiamarsi sinistra (e sinistra non sono mai state, sinistre invece si') si preoccupano del costo degli abbonamenti alle tv che diffondono il fascismo, svuotano le teste e rubano il tempo di vita. * L'unica forza politica alla quale sempre sentii valesse la pena di appartenere e' la Prima Internazionale, il cui programma riscrissero Hannah Arendt e Virginia Woolf. Che ogni giorno rinasce nelle lotte delle oppresse e degli oppressi per liberare se stessi e salvare il mondo dalla catastrofe. * Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'. E adesso, oste della malora, portaci un altro mezzo litro e una gazzosa, qui ci sono dei paesani che hanno sete. 2. RIFLESSIONE. DIJANA PAVLOVIC: STORIA DI FLORA [Dal quotidiano "L'Unita'" del 4 dicembre 2008 col titolo "Vita da rom, tra elemosina e ipocrisia"] La Corte di Cassazione ha annullato la condanna a ben sei anni per sfruttamento di minori inflitta a una donna rom che chiedeva l'elemosina insieme al suo bambino. La Corte invita a considerare le situazioni di fatto e a valutare i comportamenti legati a tradizioni consolidate, per quanto riguarda i rom quella del mangel (l'elemosina), e indica un tempo limitato nel quale esercitarla purche' il tempo residuo sia dedicato alla cura dei figli. Le reazioni della politica sono state di scandalo a destra e di invocazione della priorita' della tutela del minore a sinistra. Ma nessuno segue le indicazioni della Corte, nessuno guarda alla realta' concreta per poter giudicare e cosi' non cade il velo di ipocrisia che circonda questo argomento. Vi racconto allora una storia, una delle tante che si possono trovare nei campi della segregazione rom e che forse aiuta a capire. Flora, una mia amica, dopo innumerevoli sgomberi e' finita sotto un cavalcavia nel fango, in mezzo ai topi e ai blocchi di cemento che il comune di Milano ha costruito per impedire loro di stabilirsi li'. Nonostante la situazione disperata, Flora sistema questo posto, mette tappeti per terra, pulisce davanti alla piccola tenda, separa la "cucina" con le bombole a gas dal posto dove si dorme, e, soprattutto, tutti i giorni attraversa la citta' per portare quattro figli a scuola. Poi va a chiedere l'elemosina con il figlio piu' piccolo che non e' in eta' scolare e non puo' lasciare sotto il ponte. Qualche ora, per potersi comprare qualcosa da mangiare per pranzo e cena, e poi a prendere i figli a scuola e di nuovo sotto il ponte a cucinare. Flora e' una di quelle terribili sfruttatrici di bambini che le persone per bene incontrano nelle strade. Certo i bambini devono essere tutelati, protetti, scolarizzati e coccolati, non devono stare per strada a elemosinare. Le persone per bene dicono "poveri bambini" quando li vedono in metropolitana, poi escono e non ci pensano piu': ma perche' sono li' veramente, dove dormono, hanno da mangiare? Basta che non li si veda, che non ci ricordino di esistere. Per Flora vale una regola semplice: un bambino che non mangia e' un bambino morto, un bambino che va con lei a chiedere l'elemosina e' un bambino sfortunato ma vivo e con una minima possibilita' di andare a scuola e di avere un futuro, magari migliore del suo. E' per quello che lei vive. Flora aveva un lavoro, accudiva una signora anziana, ovviamente in nero. Dopo l'omicidio Reggiani e' stata licenziata perche' rom rumena. Mi permetto una domanda banale: i diritti dei bambini non si proteggono tutelando anche i diritti dei lori genitori? E ancora: chi protegge queste persone dal pregiudizio e dal razzismo che distruggono la loro vita? 3. POESIA E VERITA'. ANNAMARIA RIVERA: ORCHESTRINE [Ringraziamo Annamaria Rivera (per contatti: annamariarivera at libero.it) per averci messo a disposizione questa composizione] Alla scalcagnata orchestrina itinerante che oggi suona nel quartiere insulsi motivetti natalizi anticipando lo sgomento d'una festa lugubre vuota d'affetti e di letizia - quest'anno pure di consumi sola ragione della sua sopravvivenza - preferisco i suonatori gitani che ogni sabato assolano queste stesse strade con l'allegria immotivata dei reietti. Fisarmonica chitarra e tamburello i loro tanghi imperfetti risuonano il mio stesso umore: nostalgia d'un tempo in cui i senzapatria d'ogni colore si spartivano pane e cordoglio fame e feste rivolte e sconfitte e dipingevano la miseria indocile con geniali armonie meticce. 4. RIFLESSIONE. IDA DOMINIJANNI: CAMBIARE [Dal quotidiano "Il manifesto" del 21 ottobre 2008 col titolo "L'incredulita' vista da lontano"] C'e' in ogni viaggio una felice sensazione di spiazzamento, che ci rende piu' vicine le cose lontane e piu' lontane quelle vicine. Non e' solo una correzione della vista, ma anche, per cosi' dire, una rieducazione sentimentale: quello che sentivamo estraneo diventa familiare e viceversa, quello che sentivamo familiare e ovvio diventa estraneo e non scontato. Di ritorno da un viaggio in Canada (per un convegno femminista organizzato a Montreal da una studiosa italiana, Aurora Caredda, da Marguerite Deslauners della McGill University e da Giovanni Pillonca dell'Istituto italiano di cultura, che colgo l'occasione per ringraziare pubblicamente per la straordinaria ospitalita') e negli Stati Uniti in piena febbre preelettorale, la sensazione di stasi depressiva e di incredulita' permanente in cui sembra da mesi precipitata la sinistra italiana di fronte all'epifania quotidiana del peggio mi suona estranea, per niente ovvia e tutta da interrogare. "Cambiare non si puo'" sembra essere diventato qui da noi lo slogan implicito della vita pubblica, nonche' dei suoi inevitabili riflessi sulle esistenze private. "Cambiare si puo'", anzi si deve, e' il messaggio che risuona da tutte le parti negli Stati Uniti, rimbalzando ormai da Obama e i suoi seguaci fin nel campo avverso. Certo, non si tratta solo di un miracolo della politica, ovvero dell'effetto "messianico" di Barack Obama che dall'inizio alla fine di questa lunghissima campagna elettorale si e' presentato come il profeta del cambiamento. E' il combinato disposto della crisi economica e dell'occasione politica ad autorizzare diagnosi sulla fine del trentennio reaganiano come quelle dello storico Sean Wilentz o perfino di Francis Fukujama, che si e' accorto che la storia non solo non e' finita nell'89 ma puo' riprendere a girare in un senso diverso da quello dettato dal liberismo e dall'ossessione imperiale del "nuovo ordine mondiale". E' la necessita' improrogabile degli interventi di salvataggio della macchina finanziaria a riabilitare il ruolo della mano pubblica dopo decenni di santificazione della mano invisibile del mercato. E' l'energia della generazione nata dopo l'89 e mobilitata capillarmente da Obama a far dire a Colin Powell che l'America ha bisogno di una leadership giovane. E' il sentimento popolare di un'America perduta e da ritrovare, un'America che non si faceva soltanto odiare nel mondo, a spingere verso il cambiamento. E' il meticciato etnico e culturale a rompere la crosta nazionalistico-identitaria in cui la politica revanchista di Bush aveva preteso di ingabbiarlo dopo l'11 settembre. E' il protagonismo guadagnato in questa campagna elettorale dalle ormai ex minoranze dei diritti civili, i neri e le donne, a dare la misura di un cambiamento non solo annunciato ma gia' operante. Ma che cos'e' politica, se non la capacita' di afferrare la congiuntura in cui i fattori del cambiamento si presentano, per strappare la storia alla ripetizione e piegarla a un esito diverso? Questo ci avevano insegnato i maestri, europei, del pensiero politico moderno. Un insegnamento che il vecchio continente sembra aver dimenticato, e che oggi sembra trasmigrare sull'altra sponda dell'Atlantico. Dove del risultato elettorale non c'e' certezza - ma una fondata speranza si' -, ma intanto il laboratorio sociale, politico e culturale del cambiamento s'e' rimesso in moto. Cambiare si puo', qualche volta si deve, e otto anni di religione neocon sono quanto basta per decidere che si puo' e che si deve. Quanti anni di religione berlusconiana ci vorranno dalle nostre parti per decidere che si puo' e che si deve? Da dove dovra' spuntare un leader politico capace non di invocare il cambiamento ma di praticarlo fidandosi di chi ne e' spontaneamente portatore? Quanti barconi dovranno sbarcare a Lampedusa e quante dosi di razzismo quotidiano saremo tenuti a digerire prima di smettere di sentir dire nei talk show, da dirigenti del partito democratico, che le classi differenziali sono "la risposta sbagliata a un problema giusto" posto dalla Lega? Ma anche da noi, non si tratta solo di cio' che istituzionalmente, e ormai abusivamente, si chiama politica. C'e' a sinistra un sentimento diffuso che non spinge al cambiamento, ma si arresta sull'incredulita': possibile che stiamo diventando razzisti? possibile che la destra che ci governa sia tanto di destra? possibile che il berlusconismo ci sia entrato nelle vene? possibile che dal laboratorio piu' avanzato di invenzione della politica l'Italia sia diventato il laboratorio piu' avanzato della sua deturpazione? Forse e' arrivato il momento di dire che si', e' possibile ed e' avvenuto. E che cambiare si puo' e si deve, anche quando tutto, nella conta delle urne e dei sondaggi, manda a dire che non si puo' e non si deve. 5. INCONTRI. A ROMA IL 10 DICEMBRE [Da Fulvio Cesare Manara (per contatti: philosophe0 at tin.it) riceviamo e diffondiamo] Il 10 dicembre 2008, alle ore 19, presso l'Ufficio di rappresentanza della Provincia di Bergamo a Roma, in via di Pietra 70, si terra' la presentazione del libro di Fulvio Cesare Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006. Sara' presente l'autore. 6. STRUMENTI. IL "COS IN RETE" [Dall'Associazione nazionale "Amici di Aldo Capitini" (per contatti: l.mencaroni at libero.it) riceviamo e diffondiamo] Cari amici, vi segnaliamo l'ultimo aggiornamento di novembre 2008 del Cos in rete, www.cosinrete.it Ricordando il Cos (Centro di orientamento sociale) di Capitini, il primo esperimento di partecipazione democratica alle decisioni del potere locale e nazionale, raccogliamo e commentiamo una scelta di quello che scrive la stampa sui temi capitiniani della nonviolenza, difesa della pace, liberalsocialismo, partecipazione al potere di tutti, controllo dal basso, religione aperta, educazione aperta, antifascismo. Tra gli altri, in questo numero ci sono: Ogm e pesticidi; La sala giochi di don Milani; Religione e sanita'; Il rifiuto e la speranza da Capitini a Magris; Una democrazia senza socialismo; 600 trilioni di dollari; All'armi siam fascisti; Salvare la democrazia in Italia e' possibile?; Il Musikkindergarden di Berlino; I Pierini di ieri e di oggi; Le donne vescovo ma non da noi; ecc. La partecipazione al Cos in rete e' libera e aperta a tutti mandando i contributi a capitini at tiscali.it o al blog del cos in http://cos.splinder.com Il sito con scritti di e su Aldo Capitini e': www.aldocapitini.it 7. PROFILI. STEFANO GORLA: HUGO PRATT [Dal mensile "Letture", n. 617, maggio 2005, col titolo "Hugo Pratt" e il sommario "Dieci anni fa moriva Hugo Pratt, autore di fumetti che con la sua 'letteratura disegnata' ha regalato emozioni ai suoi fedeli lettori. Una carriera feconda, quella del padre di Corto Maltese, durata esattamente mezzo secolo"] "Non lo voglio vedere dai libri! I paesi dell'anima non si possono vedere con gli occhi a prestito. Se mai li immagino o li sogno. Nessuno ha occhi lucidi e chiari come la fantasia o il sogno". Cosi' Primo Mazzolari nel 1941 pensando a una, per lui lontanissima, Emmaus. Una verita' che deve aver in qualche modo incrociato Hugo Pratt che ha fornito molto materiale per i sogni di una moltitudine di lettori. Non solo. Viaggiatore curioso, ha fatto del viaggio, come dell'accurata documentazione, uno dei punti di forza del suo affascinante narrare. E se il suo pellegrinare per il pianeta, rispondendo ai richiami dell'avventura e della sete di conoscenza, ha contribuito a rendere palese una vocazione cosmopolita inserita nei suoi geni, la sua vastissima biblioteca con gli oltre 25.000 volumi, testimonia come Pratt sapesse viaggiare anche tra le pagine dei libri, spaziando dalla filosofia alla poesia, saggistica e letteratura, romanzi d'avventura e dotti trattati filologici. La dimensione del viaggio e' forse quella che meglio aiuta a indagare la vita e le opere di Pratt. Il viaggio per Pratt ha sempre assunto il connotato di stimolo all'approfondimento, dello spazio per la scoperta o, al limite, la riscoperta. Un coinvolgimento totale, assunto come modello di vita sia per i viaggi dello spirito che per quelli della memoria, consapevole, con Chatwin, che "l'atto stesso del viaggiare contribuisce a creare una sensazione di benessere fisico e mentale". Viaggiare e' osservare il mondo da diversi punti di vista, da diverse dimensioni, e' un muoversi che sollecita la piena partecipazione di tutti i sensi. Pratt diceva di se stesso, in aperta polemica con il mondo culturale, di essere un fumettaro. Consapevole che quella desinenza avesse in se' qualcosa di volgare e di dispregiativo. La sua ricerca identitaria si basava sul fatto che gli autori di fumetto della sua generazione si fossero formati nella convinzione di lavorare a qualcosa di minore, di sempre riferito ad altro: frustrati di fronte a un pittore o a un illustratore, frustrati di fronte a uno scrittore. Pratt ha sempre ripetuto, e lo ha mostrato con la sua opera, che non c'e' ragione che possa giustificare questa situazione: lo scrittore si esprime con i suoi mezzi, il fumettista con i suoi. Cambia il linguaggio. E il "fumettaro" partori' quella splendida definizione di "letteratura disegnata" che tanto ha segnato il mondo del fumetto. * Il maestro di Malamocco Cosi' era chiamato, quasi per celia. Malamocco era l'ubicazione della sua casa veneziana, nei pressi del Lido. A Venezia trascorse la sua infanzia anche se, per assoluta casualita', era nato a Rimini il 15 giugno 1927. Nascita che colse di sorpresa i genitori che si trovavano la' in vacanza. A Venezia, il piccolo Hugo e la sua famiglia abitano dai nonni con zie e zii, alla Bragora, nel Sestiere di Castello. Di Venezia e dei primi anni della sua vita portera' un ricordo indelebile e positivo, segnato da una famiglia cosmopolita e ben poco tradizionale. Il nonno paterno, Joseph Pratt, e' anglo-normanno, nato a Lione e discendente di fuggiaschi che lasciarono l'Inghilterra per motivi religiosi. Disegnatore nel campo dell'architettura militare, si trasferi' a Venezia dove aveva trovato posto come professore di francese nella scuola ebraica, Istituto Rava'. Lo stesso padre di Hugo, Rolando Pratt, frequento' quella scuola. A Venezia Joseph Pratt si sposa con Ernesta Quadrelli de' Barbanti, famiglia originaria di Urbino. Il nonno materno Eugenio Genero, e' figlio illegittimo di un aiuto cuoco e di una ragazza della famiglia dei gioiellieri veneziani Zeno-Toledano, che affidarono il piccolo ai Genero, famiglia di ebrei marrani. Mentre la nonna materna, Cesira, era un'ebrea della famiglia Azim-Greggyo-Molho, i cui antenati avevano lasciato la Turchia per lavorare nelle vetrerie di Murano. Un crogiolo di radici, che gia' indicano qualcosa dell'uomo Hugo Pratt, il quale nelle lunghe chiacchierate con cui intratteneva amici e ospiti, ricordava con piacere, romanzando qualche dettaglio, le sue origini. Deve alla madre la fantasia, il senso dell'ironia e dell'assurdo. La madre, coi suoi racconti ispirati alle opere di scrittori veneziani del XVIII secolo come Gasparo e Carlo Gozzi. Dal padre acquisi' i libri e l'amore per essi. Un'infanzia dove s'incontravano in modo fusionale e tutt'altro che armonico la cultura orale e quella scritta. Infatti, se la madre gli racconta storie fantastiche dove abitavano mistero e le piu' disparate credenze, il padre lo induceva ad amare i libri facendogli leggere i seducenti romanzi di Jules Verne in francese, la lingua del nonno; accompagnando al libro l'atlante geografico e fornendogli versioni brillantemente illustrate. Un tirocinio della fantasia invidiabile, dove il padre, con la complicita' della nonna, lo inizio' al disegno, cosa per cui dimostro' subito una certa inclinazione. Altri interessi dei genitori segnarono la vita di Pratt. La madre si dilettava di scienze esoteriche, cabala e cartomanzia. Il padre, fondatore di una sezione fascista veneziana, era attratto dalle societa' segrete. Percorsi di fascinazione che accompagneranno le ricerche e le appartenenze di Pratt. Nella famiglia di Pratt si aderisce al fascismo seguendo la moda del tempo, anche se non mancano fiere opposizioni a esso, soprattutto da parte di uno zio, marinaio nella marina mercantile, cui, per ammissione dello stesso Pratt, il personaggio di Corto Maltese deve qualcosa. Le letture sono gli altri stimoli che riempiono la vita di Pratt: una versione di Omero per l'infanzia, romanzi d'evasione, leggende celtiche e le avventure a fumetti di Cino e Franco di Lyam Young. Nel 1936 il padre trova lavoro nell'allora Abissinia, e l'anno dopo la famiglia lo raggiunge a Addis Abeba. Il viaggio avventuroso per raggiungere l'Etiopia restera' indelebile nella memoria del giovane Hugo. Vive al Villaggio Littorio di Addis Abeba, piccolo pezzo d'Italia, dove incontra altre culture e, a soli tredici anni, viene arruolato nella polizia coloniale. Per quanto ricercate dal giovane Pratt, non riusci' a trovare tracce dei suoi eroi di carta, eppure quelle atmosfere l'avevano ammaliato e l'accompagneranno per tutta la vita, spingendolo a tornare in Etiopia con un periplo che comprese Kenya e Tanzania. Pratt aveva da poco passato la quarantina e il viaggio fu una sorta di pellegrinaggio alla ricerca delle tracce della tomba del padre scomparso nel 1942. La trovo' in un cimitero musulmano che aveva dedicato un piccolo spazio a tombe cristiane. L'Africa fu per Pratt anche il primo contatto vero con la guerra e la scoperta dell'universo femminile. Si rinforzava anche in lui l'amore per i libri e la lettura, stregato soprattutto dall'avventura, Robert Stevenson, Rider Haggard, Joseph Conrad e soprattutto i romanzi western di Zane Grey, cui Pratt riconobbe un'importanza capitale nella sua formazione: il gusto per il feuilleton, la presenza pervasiva della natura, i tratti dell'eroe. Non mancano naturalmente fumetto e cinema, sempre sotto il segno dell'avventura, cui spetta un posto d'onore la striscia di Milton Caniff, Terry e i pirati, scoperta sulle pagine dell'"Avventuroso". Tornato in Italia, Pratt si stabilisce prima a Citta' di Castello per poi tornare a Venezia mentre la citta' e' sotto il controllo tedesco. Arrestato dalle SS perche' ritenuta una spia sudafricana, riesce a fuggire e si unisce come interprete all'VIII Armata alleata con cui torna a Venezia nell'aprile 1945. A Venezia, Pratt organizza spettacoli per soldati improvvisandosi ballerino, gioca a rugby e inizia ad appassionarsi al jazz grazie ai dischi portati dalle truppe americane, ma soprattutto sul finire del 1945 inizia a dedicarsi al fumetto. Con Mario Faustinelli e Alberto Ongaro lancia un giornale a fumetti, "Albo Uragano", che presto mutera' in "L'Asso di Picche - Comics". Attorno al gruppo gravitano anche Giorgio Bellavitis, Paolo Campani, Fernando Carcupino, Rinaldo Dami, Damiano Damiani, Dino Battaglia e Ivo Pavoni, insomma un'ampia fetta di quello che sara' il fumetto italiano di qualita' e non solo. Si unisce al gruppo anche il futuro psichiatra Franco Basaglia. La rivista ha qualche successo e grazie a Cesare Civita i suoi autori saranno conosciuti in America Latina. Civita e' ebreo italiano, nato negli Stati Uniti, condirettore generale della Mondadori che, in seguito alle campagne antisemite degli anni Trenta, lascia l'Italia per stabilirsi in Argentina dove fonda la casa editrice Editorial Abril, con l'intento di offrire i personaggi Disney all'America Latina. Civita crea diverse testate che hanno un gran successo e, in un secondo tempo, propone l'avventura argentina. Pratt e Faustinelli accettano e nel novembre 1949 s'imbarcano alla volta del nuovo mondo. * Verso un mondo nuovo Diciotto giorni di navigazione, pensando all'Argentina come una tappa verso il sogno americano, verso la magia di un Paese da sperimentare. Pratt ha ventidue anni e passera' i successivi tredici in Argentina, seppur con qualche puntata a Londra e a Venezia. Sono gli anni della grande produzione, in cui lo stile che lo caratterizzera' e' ancora in formazione. Narratore per immagini prima che disegnatore, Pratt lavora sul suo desiderio di narrazione e crea, con l'aiuto di diversi sceneggiatori, molti personaggi. Sono anni di incontri: dal jazzista Dizzy Gillespie ai fumettisti argentini, Alberto Breccia, i fratelli Del Castillo ma soprattutto il maestro e caposcuola, Jose' Luis Salinas. Si appassiona al tango, cui regalera' un intenso episodio della saga di Corto Maltese, mentre accosta alla scoperta della lingua spagnola la scoperta della letteratura latinoamericana: il colombiano German Arciniegas, da cui Pratt dice d'aver appreso a raccontare secondo il registro dell'ironia, il messicano Octavio Paz, il poeta argentino Leopoldo Lugones, il romanziere argentino Roberto Arlt e, naturalmente, Jorge Luis Borges. L'approccio di Pratt e' metodico, dedica molto tempo a un autore, lo legge nella sua interezza, cerca di berne l'essenza. In un'intervista ricordera' che la letteratura argentina l'ha affascinato molto piu' di quella mitteleuropea, a cui si dedico' con uguale intensita'. Si spingera' fino ad affermare, forse con un eccesso di enfasi e bonomia, che "la mia maturita' e' Buenos Aires", quel crogiolo di etnie, incontro di immigrati giunti da ogni parte del mondo, dall'ebreo polacco ai gallesi della Patagonia, l'andaluso e l'italiano. Anni vulcanici, vissuti con intensita', tra cacce al cinghiale, cavalcate nella pampa, molta compagnia femminile ma anche molto lavoro. Ogni esperienza viene filtrata e convogliata nei suoi fumetti, nel periodo forse piu' fecondo della sua carriera. Prosegue le avventure di Junglemen, serie creata in Italia per Asso di Picche su sceneggiatura di Ongaro e nota in America Latina come Hombres de la jungla: una serie importante dove si iniziano a vedere cambiamenti sostanziali nella figura dell'eroe, dove si insinua il sospetto sulla sua purezza, dove si mette in luce una certa simpatia per i fuorilegge, per l'indiano, per il negro, i nemici per antonomasia. Centrale in quegli anni diverra' l'incontro con Hector German Oesterheld, sceneggiatore raffinato e meticoloso, autore dall'immaginario avventuroso condiviso con Pratt: Verne, Stevenson, Defoe, London. Oesterheld e' gia' uno sceneggiatore affermato e crea, con Pratt, Ray Kitt, un detective hard-boiled di chiara ispirazione chandleriana, inserito in un'accattivante atmosfera latina. Una serie particolare, praticamente sconosciuta in Italia, dove la narrazione si evolve in piccoli paragrafi successivi numerati, con curiose vignette composte da solo testo, privilegiando nella lettura del testo la verticalita': un caso assolutamente peculiare, cui Pratt presta un tratto che si rifa' certamente alla lezione di Milton Caniff, affidando la recitazione alle anatomie impeccabili dei personaggi, in un bianco e nero abbacinante. La collaborazione tra i due portera' ai lettori, fra l'altro, serie come il Sgt. Kirk, Ernie Pike, Ticonderoga. Con il Sargento Kirk - secondo la dizione originaria - Pratt impone definitivamente il proprio talento. Ci troviamo di fronte a un eroe tormentato, un ufficiale dell'esercito americano che diserta dopo aver assistito al massacro di un gruppo di indiani da parte dell'esercito. Il tratto di Pratt si fa ricercato, soprattutto nella resa dei personaggi. Ricerca che subi' anche le pressioni dell'editore per quanto riguarda i tratti somatici del personaggio principale. Una serie che impegno' a fondo Pratt e per la quale produsse circa 5.000 tavole, a ritmi settimanali molto elevati. Con Ernie Pike, personaggio ispirato al corrispondente di guerra Ernie Pyle, il duo racconta senza fronzoli o prosopopea la guerra, il fronte, il sacrificio di uomini prima che soldati, la stolidita' e la drammaticita' dell'avventura bellica. Ticonderoga e' invece una saga ambientata nell'America settentrionale di inizio Settecento, durante le rivolte indiane e gli scontri tra gli eserciti d'occupazione francese e inglese. Serie che mostra la puntigliosita' della ricostruzione storica e iconografica, ben miscelate con l'avventura, in un armonico incontro che stimola la fantasia e il piacere della lettura. Da Oesterheld, che anni dopo il sodalizio con Pratt creera' la celebre saga dell'Eternauta e scomparira' sotto la dittatura argentina entrando nelle schiere dei desaparecidos, Pratt apprese la lezione di una sceneggiatura rigorosa, ricca e colta, dal taglio cinematografico. Questo nonostante i contrasti tra i due, determinati dalle differenze caratteriali e da qualche questione legata a diritti d'autore, nonche' alla proverbiale vita spericolata di Pratt noto anche al gruppo degli italiani immigrati in Argentina come Sbrindolin, "incostante". * Tra testo e segno Il rapporto con Oesterheld, per quanto importante, non e' esclusivo per Pratt, che in quegli anni insegna, con Breccia, alla Esquela Panamericana de Arte e inizia a scrivere sceneggiature dove si impratichisce soprattutto nei dialoghi, dimensione in cui non manco' d'eccellere tanto da definirsi in qualche occasione "dialoghista". Siamo nel 1959 quando sceneggia il suo primo lavoro completo, Ann y Dan, "Anna della giungla", un fumetto d'avventura ambientato in Africa dove Pratt puo' restituire la sua esperienza d'Africa e la passione per i fumetti d'avventura degli anni Trenta alla Cino e Franco. Le caratteristiche del Pratt autore sono ormai ben rintracciabili: un solido e suggestivo impianto narrativo accompagnato da un tratto ben definito in cui Pratt amalgama fantasia e precisi riferimenti storico-geografici e culturali. Il 1960 lo passa in Inghilterra dove disegna storie di guerra per la Fleetway e frequenta la Royal Academy of Water-Color. Ormai domina in modo armonico tratto e testo; ha sperimentato la rottura della delimitazione della vignetta in sequenze di azioni, interagito con la gabbia grafica, approcciato la rappresentazione del delirio onirico e ha appreso una notevole capacita' nel delineare le caratteristiche dei personaggi, cui conferisce notevole profondita'. Crea la serie Capitan Cormorant, ambientata nei mari della Polinesia, a suo dire "il lato espressionista del suo lavoro", e presenta il suo primo capolavoro dell'eta' matura: la saga Wheeling. Ambientata sullo sfondo delle guerre anglo-francesi di fine Settecento, Pratt vi puo' riversare tutto l'amore per le guerre di frontiera cui l'avevano appassionato i romanzi di Zane Grey e Kenneth Roberts. "In qualche modo", dira' Pratt, "e' il coronamento della mia adolescenza". Da segnalare l'ultima apparizione di ragazzi quali protagonisti delle sue avventure; peraltro, era proprio questo il pubblico cui le pubblicazioni erano rivolte: ragazzi che alla fine dell'avventura divengono adulti. Il boom economico argentino volge al termine e Pratt rientra in Italia, dove inizia a collaborare con "Il Corriere dei Piccoli" su testi scritti da altri. Quando non e' in viaggio si divide tra Venezia, Genova e Milano. Sono gli anni in cui sperimenta diversi stili, provando per esempio un disegno a tratteggio per la rilettura de L'isola del tesoro di Stevenson compiuta da Mino Milani. Sempre sul "Corrierino" pratica molto anche l'illustrazione, accompagnando ora una riduzione di alcuni brani dell'Odissea operata da Franca Ongaro Basaglia, ora la presentazione della figura di Paolo di Tarso su testi di Giulio Nascimbeni. Non mancano viaggi ed esperienze esotiche, in Brasile, Trinitad e Tobago, Florida, nelle Antille con un passaggio nella Guyana britannica e in quella francese e olandese. * Il lungo viaggio di Corto Il tratto di Pratt e' divenuto piu' rarefatto, una sintesi grafica che si accompagna alla sintesi narrativa. I dialoghi mostrano particolare efficacia e il patrimonio d'esperienze e di attenti studi accompagnano Pratt che pero' si trova in un momento di difficolta'. In rotta con "Il Corriere dei Piccoli", coglie l'opportunita' che gli offre un imprenditore genovese, Florenzo Ivaldi, collezionista di fumetti e particolarmente ben disposto verso Pratt che considera un maestro. Insieme progettano una rivista con l'intento di proporre i lavori argentini di Pratt al pubblico italiano. Nel luglio 1967 esce "Sgt. Kirk", rivista dal grande formato che partecipa al lancio, senza nessun calcolo, di quelle testate che pubblicheranno il "fumetto d'autore", come si amava chiamarlo allora. Oltre al recupero delle opere di Pratt e delle sue fonti (si ripresentano Terry e i pirati di Milton Caniff), Pratt pubblica le tavole di una avventura inedita, Una ballata del mare salato; storia che presenta per la prima volta il personaggio di Corto Maltese. Un ingresso in scena irrituale, il suo. Compare dopo una manciata di tavole; barba lunga, legato a una zattera abbandonato nell'oceano. Un eroe crocifisso e un'allusione - oscura ai piu' - a una sequenza di un film di pirati con John Wayne per la regia di Edward Ludwig. E' l'inizio di uno dei personaggi piu' amati dai lettori di fumetti e del personaggio a fumetti d'avventura maggiormente noto ai non lettori di fumetti. Con lui, prima di lui, appare da subito Rasputin, la nemesi dell'eroe, la sua - per dirla con Pratt - "coscienza o anticoscienza, meglio: la amoralita'". Mentre Corto conosce bene e male e la loro differenza, Rasputin, curioso e affettuoso nemico, non e' interessato a valutare cio' che accade, si regge sui propri impulsi, spesso slegati dalla razionalita'. Corto Maltese e' un romantico e libero marinaio, un lontano discendente dell'Ulisse omerico. Pragmatico, si nasconde dietro a un cinismo che non possiede. Sensibile, e' piu' propenso ad ascoltare le avventure degli altri che a narrare le proprie. Duro con i duri, generoso coi deboli, amico sincero, fascinoso e cortese, avventuriero allergico alle regole. Di Corto, Pratt ci ha mostrato vita, morte e miracoli, in una serie di avventure che hanno fatto di Pratt uno dei narratori popolari piu' apprezzati del secolo scorso. E non sembri un'esagerazione. La mole e la complessita' degli studi che hanno accompagnato l'opera di Pratt lo stanno a dimostrare. Alla sua morte l'allora ministro dei Beni culturali, il raffinato studioso d'arte Antonio Paolucci, lo saluto' come "artista e poeta indimenticabile". In Francia e' considerato un mito e celebrato con la consegna, nel 1988, del Grand prix nazionale per le arti grafiche. Due anni fa il comune di Angouleme, citta' del maggior festival europeo di fumetti, gli ha dedicato una statua. Segni dell'affetto costituitosi intorno all'opera e alla figura di Pratt. Le avventure di Corto Maltese sono un'armonica alchimia di fantasia e realta', dove precisi riferimenti etnografici e storici, e colti riferimenti mitologici e letterari sono coniugati ad avvincenti avventure. La centralita' dell'avventura e' continuamente registrata nelle pagine della saga. "Un labirinto avvolto in un rebus con un enigma per soluzione? [...] Ma si', puo' essere bello se c'e' la speranza di trovare un insolito tesoro [...] ma se anche non si trovasse niente [...] quello che conta e' il simbolo, il gioco, l'avventura!" dice Rasputin, l'eterno altro della saga di Corto Maltese, in Mu, la citta' perduta, uno degli ultimi racconti del marinaio. * Epilogo di un'avventura Corto Maltese diviene in poco tempo il portabandiera di un fumetto maturo, di quella "letteratura disegnata", vagheggiata da Pratt. La capacita' di giocare con le fonti, di armonizzare la narrazione competendo per complessita' affabulatoria con la letteratura e il cinema, creano una prospettiva inedita per questi racconti colti e affascinanti, che sanno sganciarsi persino dai canoni della narrazione a fumetti europea, dilatando spazi editoriali e tipografici. Delle avventure di Corto Maltese esistono diverse edizioni e diversi formati. Esistono mediometraggi animati e un lungometraggio, mentre due avventure sono state rielaborate da Pratt stesso in forma di romanzo e ora editate dalla Lizard, casa editrice romana che si occupa della commercializzazione e della memoria del lavoro di Pratt. Nel 1983, lanciata con lo slogan "L'avventura e' leggere", arriva nelle edicole italiane anche la rivista "Corto Maltese", mensile di fumetti, viaggi e avventure pubblicato da Rizzoli. Nel frattempo Pratt e' sempre piu' riconosciuto come autore internazionale, amato per le sue storie e il suo modo di raccontarle. La sua produzione degli anni Settanta e Ottanta e' improntata a una maturita' narrativa e una produzione decisamente meno intensa che non rifugge la ricerca, piu' narrativa che grafica. Sono gli anni della serie Gli Scorpioni del deserto e di Cato Zulu', serie ambientate in Africa, dove si mette in scena la guerra. L'attenzione di Pratt e' sempre piu' attirata dalle psicologie, dalle descrizioni delle reazioni dei personaggi di fronte alla situazione. Sono gli anni anche della partecipazione alla serie Un uomo un'avventura delle Edizioni Cepim, una delle incarnazioni della Sergio Bonelli Editore. Si circonda di brillanti collaboratori come Guido Fuga e Lele Vianello, cui affida fondali, treni, auto, macchinari vari. Diventano i creatori degli "effetti speciali", dira', celiando, Pratt che assume con decisione la regia delle avventure, chiedendo una dedizione e una precisione totali. Dietro ogni segno ci deve essere una documentazione completa, precisa, raffinata. Ai collaboratori riconosce con chiarezza il dovuto, mentre lui stesso riceve numerosi riconoscimenti e premi. Finisce i suoi giorni nella sua grande casa-biblioteca vicino a Losanna, in Svizzera, dove sembrava di sentir risuonare le parole pronunciate da Corto Maltese in Favola a Venezia: "Me ne andro' cosi'... tanto per andare!", dissimulando la ricerca e il senso del viaggio, elementi che hanno accompagnato Pratt fino alla fine dei suoi giorni. In fondo, come sussurra l'affascinante Bocca Dorata, "quando un adulto entra nel mondo delle fiabe non riesce piu' ad uscirne". * Critica della ragion disegnata - Vincenzo Mollica, Mauro Paganelli (a cura di), Hugo Pratt, Editori del Grifo, 1980. - Gianni Brunoro, Corto come un romanzo, Edizioni Dedalo, 1984. - Claude Moliterni, L'univers de Hugo Pratt, Dargaud, 1984. - Antonio De Rosa, Aspettando Corto, Editori del Grifo, 1987. - Hugo Pratt, Michel Pierre, Corto Maltese memorie, Rizzoli/Milano libri, 1987. - Hugo Pratt, Dominique Petitfaux, All'ombra di Corto, Rizzoli, 1992. - Autori Vari, Dedicated to Hugo Pratt, in "Fumo di China" n. 35, novembre 1995. - Hugo Pratt, Viaggiatore incantato, Electa, 1996. - Hugo Pratt, Il desiderio di essere inutile, Lizard, 1996. - Guido Fuga, Lele Vianello, Corto Sconto, itinerari fantastici e nascosti di Corto Maltese a Venezia, Lizard, 1997. - Caludio Dell'Orso, Femmes - Hugo Pratt, Edizioni Rem, 2000. - Autori Vari, Hugo Pratt narratore incantato, Cartoon Club, 2001. - Autori Vari, Donde esta Oesterheld? Il fumetto argentino desaparecido, Lo Scarabeo, 2002. - Antonio Carboni, Corto Maltese, Glamour Associated, 2003. - Autori Vari, Il lungo viaggio di Corto, in "Fumo di China" n. 111, settembre 2003. - Autori Vari, Il derviscio, lo sciamano, il massone. Gli incontri iniziatici di Corto Maltese, Lizard, 2004. - Gianni Brunoro, Roberto Reali, Magica America, Anafi, 2004. - Autori Vari, Speciale Hugo Pratt. Il viaggio dell'anima, in "Scuola di Fumetto" n. 29, 2005. * I suoi personaggi, le sue avventure a) Serie (si segnala l'anno della prima uscita): 1945 Asso di Picche. 1946 Ray e Roy, Silver Pan, Sloogan e i piani scomparsi, Indian River. 1947 Indian Lore. 1948 Alan delle stelle. 1949 April e il fantasma, Junglemen. 1951 Ray Kitt. 1953 El Sargento Kirk (Sgt. Kirk). 1954 Ticonderoga, Ernie Pike. 1959 Ann y Dan (Anna della giungla). 1962 Capitan Cormorant, Wheeling. 1964 L'Ombra. 1967 Corto Maltese. 1969 Gli Scorpioni del deserto. 1985 Cato Zulu'. b) Altre opere: L'isola del tesoro (1965). Il ragazzo rapito (1967). Le avventure di Fanfulla (1967). L'uomo dei Caraibi (1977). L'uomo del Sertao (1977). L'uomo della Somalia (1978). L'uomo del Grande Nord (1980). Tutto ricomincio' con una estate indiana (1983, disegni di Milo Manara). Jesuit Joe (1984). El Gaucho (1991, disegni di Milo Manara). In un cielo lontano (1993). Saint-Exupery: l'ultimo volo (1994). 8. STRUMENTI. L'AGENDA "GIORNI NONVIOLENTI 2009" Dal 1994, ogni anno le Edizioni Qualevita pubblicano l'agenda "Giorni nonviolenti" che nelle sue oltre 400 pagine, insieme allo spazio quotidiano per descrivere giorni sereni, per fissare appuntamenti ricchi di umanita', per raccontare momenti in cui la forza interiore ha avuto la meglio sulla forza dei muscoli o delle armi, offre spunti giornalieri di riflessione tratti dagli scritti o dai discorsi di persone che alla nonviolenza hanno dedicato una vita intera: ne risulta una sorta di antologia della nonviolenza che ogni anno viene aggiornata e completamente rinnovata. E' disponibile l'agenda "Giorni nonviolenti 2009". - 1 copia: euro 10 - 3 copie: euro 9,30 cad. - 5 copie: euro 8,60 cad. - 10 copie: euro 8,10 cad. - 25 copie: euro 7,50 cad. - 50 copie: euro 7 cad. - 100 copie: euro 5,75 cad. Richiedere a: Qualevita Edizioni, via Michelangelo 2, 67030 Torre dei Nolfi (Aq), tel. e fax: 0864460006, cell.: 3495843946, e-mail: info at qualevita.it, sito: www.qualevita.it 9. STRUMENTI. L'AGENDA DELL'ANTIMAFIA 2009 E' in libreria l'Agenda dell'antimafia 2009, quest'anno dedicata alle donne nella lotta contro le mafie e per la democrazia. E' curata dal Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" di Palermo ed edita dall'editore Di Girolamo di Trapani. Si puo' acquistare (euro 10 a copia) in libreria o richiedere al Centro Impastato o all'editore. * Per richieste: - Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Via Villa Sperlinga 15, 90144 Palermo, tel. 0916259789, fax: 0917301490, e-mail: csdgi at tin.it, sito: www.centroimpastato.it - Di Girolamo Editore, corso V. Emanuele 32/34, 91100 Trapani, tel. e fax: 923540339, e-mail: info at ilpozzodigiacobbe.com, sito: www.digirolamoeditore.com e anche www.ilpozzodigiacobbe.com 10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 11. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 660 del 5 dicembre 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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