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Coi piedi per terra. 140
- Subject: Coi piedi per terra. 140
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 1 Dec 2008 08:32:26 +0100
- Importance: Normal
=================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 140 del primo dicembre 2008 In questo numero: 1. Si e' svolto il 29 novembre a Marino il convegno su "L'aeroporto di Ciampino e la salute dei cittadini" 2. Hannah Arendt: Gli altri 3. Marinella Correggia: Bambu' 4. Marinella Correggia: Acqua 5. Marinella Correggia: Oro 6. Marinella Correggia: Ecobanche 7. Peppe Sini: L'ambientalista del no. Reo confesso 8. Per contattare il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo 1. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 29 NOVEMBRE A MARINO IL CONVEGNO SU "L'AEROPORTO DI CIAMPINO E LA SALUTE DEI CITTADINI" [Riportiamo il seguente comunicato del comitato del 30 novembre 2008 dal titolo "Si e' svolto il 29 novembre a Marino (Roma) il convegno su 'L'aeroporto di Ciampino e la salute dei cittadini'. Relatrice la dottorerssa Antonella Litta"] Si e' svolta sabato 29 novembre 2008 a Santa Maria delle Mole, frazione di Marino (Roma), una conferenza sul tema "L'aeroporto di Ciampino e la salute dei cittadini". Marino, come e' noto, confina con Ciampino, e la frazione di Santa Maria delle Mole e' nelle immediate vicinanze dell'aeroporto di Ciampino, e dell'attivita' aeroportuale subisce le conseguente devastanti per la salute, la sicurezza, la qualita' della vita. Relatrice all'incontro la dottoressa Antonella Litta, medico, rappresentante dell'Isde (Associazione italiana medici per l'ambiente - International Society of Doctors for the Environment), portavoce del Comitato che si oppone al mega-aeroporto a Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo. * L'incontro e' stato aperto da Paola Cicinelli, portavoce del comitato "Salviamo Marino", che nel suo intervento ha ricordato le attivita' del comitato. E' poi intervenuto Domenico Fabbri, impegnato nel comitato, che ha sottolineato l'importanza del ruolo dei medici nella difesa del territorio da fattori di rischio sanitario. Ha poi preso la parola Alfredo Forbicini, ex assistente di volo in pensione, membro del comitato, che ha ripercorso le varie fasi che hanno portato all'aumento esponenziale dei voli su Ciampino; in particolare ha anche ricordando le problematiche delle polveri sottili, dell'impatto acustico e della sicurezza: tema quest'ultimo riproposto dal recente incidente di un aereo finito fuori pista per problemi al carrello. E' poi intervenuta la signora Taddei, insegnante nelle scuole elementari, che ha portato la testimonianza del disagio sofferto da bambini ed insegnanti costretti ad interrompere di continuo le lezioni a causa del rumore degli aerei, e come questa situazione determini nei bambini disattenzione, difficolta' di comprensione e di apprendimento. Il dottor Saverio Giordano, medico di medicina generale ed allergologo, ha confermato l'aumento delle malattie tumorali e cardiovascolari da lui osservate tra i suoi pazienti. * La dottoressa Antonella Litta ha quindi svolto un'ampia relazione approfondendo particolarmente gli aspetti sanitari della questione, e ha dato la propria disponibilita' per successivi incontri di studio e di informazione, anche nelle scuole. In calce al presente comunicato alleghiamo una sintesi della relazione. * Il successivo dibattito e' stato assai partecipato, con molte domande sull'impatto sanitario dell'attivita' aeroportuale. Tra gli interventi, di particolare interesse quello di Roberto Barcaroli, del Comitato per la riduzione dell'impatto ambientale dell'aeroporto di Ciampino. Molti i contributi di idee e le proposte di iniziativa, con particolar riferimento anche alle possibili azioni legali ed al ruolo degli enti locali per tutelare la salute dei cittadini violata da un'attivita' aeroportuale dimostratamente nociva. * L'incontro si e' concluso con vivo apprezzamento dei partecipanti, e con l'impegno ad ulteriori iniziative in difesa dell'ambiente, della salute, della sicurezza e dei diritti dei cittadini, per la riduzione del trasporto aereo. * Allegato 1. Breve notizia sulla dottoressa Antonella Litta Antonella Litta e' la portavoce del Comitato che si oppone alla realizzazione dell'aeroporto a Viterbo; svolge l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi (in provincia di Viterbo). E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia). Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta' locali ed internazionali. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente. * Allegato 2. Sintesi della relazione della dottoressa Antonella Litta al convegno sul tema "L'aeroporto di Ciampino e la salute dei cittadini", Marino (Roma), 29 novembre 2008 Il problema Nell'ultimo decennio il trasporto aereo ha registrato una costante crescita, soprattutto per quanto riguarda il settore del trasporto delle merci e quello dei voli low cost, solitamente legato al turismo definito anche "mordi e fuggi". Solo una minima parte della popolazione mondiale viaggia in aereo mentre le drammatiche conseguenze del surriscaldamento climatico, derivanti anche dal trasporto aereo, sono pagate dall'intera umanita' in termini di desertificazione, alluvioni, cicloni, sconvolgimenti climatici cosi' gravi che determinano distruzioni e carestie in aree sempre piu' estese del pianeta. Il trasporto aereo contribuisce in ingente misura alle emissioni di anidride carbonica - le stime internazionali piu' accreditate vanno da un minimo dal 3% al 10% - contribuendo cosi' in maniera decisiva all'effetto serra e all'inquinamento dell'aria. Le persone che vivono in prossimita' di scali aeroportuali sono costrette a subire oltre all'inquinamento dell'aria anche quello acustico ed elettromagnetico. Secondo le stime di Eurocontrol, l'organizzazione cui partecipano 38 Stati europei e il cui scopo principale e' di sviluppare e mantenere un efficiente sistema di controllo del traffico aereo a livello europeo, il numero dei voli nell'Unione Europea raddoppiera' nel 2020 rispetto al 2003 e cosi' l'entita' delle emissioni nocive da trasporto aereo. Il trasporto aereo si configura cosi' sempre piu' come un rilevante elemento d'inquinamento ambientale e di danno alla salute. Diverse sono le problematiche ambientali e sanitarie legate a questo particolare tipo di mobilita'. Nella presente relazione saranno esaminate le tematiche sanitarie ed ambientali legate alle emissioni prodotte dai motori degli aerei, l'inquinamento acustico ed elettromagnetico subito dai residenti in aree prossime agli aeroporti. * Le emissioni dei motori degli aerei Le emissioni prodotte dai motori degli aerei, alimentati con cherosene (una miscela composta da diversi tipi di idrocarburi), sono simili per composizione a quelle generate dalla combustione di altri carburanti fossili ma contribuiscono fortemente all'effetto serra perche' sono rilasciate direttamente nell'atmosfera: nella parte piu' alta della troposfera e in quella piu' bassa della stratosfera e per questo sono ancora piu' dannose. Queste emissioni, costituite da gas e polveri, alterano la concentrazione dei gas serra naturali, a cominciare dall'anidride carbonica (CO2), l'ozono (O3) e il metano (CH4); innescano la formazione di scie di condensazione e aumentano gli addensamenti di nubi contribuendo fortemente anche in questa maniera al surriscaldamento climatico. Il particolato (PM) derivato dalle emissioni dei motori gioca un ruolo sempre piu' importante nel dibattito sul danno da trasporto aereo all'ambiente, agli ecosistemi e alla salute delle persone, soprattutto di quelle che vivono in aree prossime agli aeroporti: infatti il quantitativo maggiore di particolato viene prodotto proprio nelle fasi di decollo ed atterraggio, e anche dall'attrito delle gomme e dei freni degli aerei nella fase di atterraggio. * L'inquinamento acustico Le zone prossime ad un aeroporto sono sottoposte all'inquinamento acustico generato dalle fasi di avvicinamento, atterraggio e decollo degli aerei, e dal connesso traffico veicolare. Il rischio di contrarre patologie cardiovascolari, insonnia e disturbi delle fasi del sonno, irritabilita', astenia, disturbi del sistema endocrino, del sistema digestivo e dell'udito e' elevatissimo come ormai noto da moltissimo tempo e dimostrato scientificamente. Ben documentati anche i disturbi dell'apprendimento in studenti che frequentano scuole ubicate in aree sottoposte ad inquinamento acustico. * L'inquinamento elettromagnetico I sistemi radar delle torri di controllo e quelli a bordo degli aerei insieme alle antenne di radiotrasmissione ed ai sistemi elettromagnetici utilizzati per i controlli di sicurezza producono inquinamento elettromagnetico e i lavoratori e i residenti in aree prossime agli aeroporti possono essere esposti ad effetti di sommazione di campi elettromagnetici provenienti da piu' fonti: antenne di telefonia, cavi elettrici ad alta tensione, linee elettriche delle ferrovie etc. Questo particolare tipo di inquinamento, soprattutto quello legato alla presenza degli aeroporti, e' sicuramente il meno studiato e se ne sa ancora poco. * La difesa del diritto alla salute Lorenzo Tomatis, gia' direttore dello Iarc e presidente dell'Associazione italiana medici per l'ambiente Isde (International Society of Doctors for the Environment - Italia) affermava: "tutti gli esseri umani sono responsabili dell'ambiente, e i medici lo sono due volte". Lorenzo Tomatis era un medico, scienziato e scrittore ma soprattutto un uomo giusto ed onesto. Un personaggio scomodo perche' capace di dire la verita' in ogni circostanza. Egli ha sostenuto e dimostrato nella sua lunga attivita' di ricerca che la maggior parte delle malattie deriva dall'interazione tra fenomeni di inquinamento ambientale e genetica umana. Questa certezza e consapevolezza e' stata recepita anche nel nuovo Codice di deontologia medica che all'articolo 5 afferma: "Il medico e' tenuto a considerare l'ambiente nel quale l'uomo vive e lavora quale fondamentale determinante della salute dei cittadini... Il medico favorisce e partecipa alle iniziative di prevenzione, di tutela della salute nei luoghi di lavoro e di promozione della salute individuale e collettiva". Quindi i medici sono chiamati ad un ruolo di responsabilita' nella tutela e salvaguardia dell'ambiente proprio come primo intervento per la difesa della salute di tutte le persone. Il trasporto aereo rappresenta inconfutabilmente un fattore di rischio e danno alla salute e all'ambiente, e pertanto deve essere costantemente studiato, monitorato nei suoi effetti e soggetto a programmi e politiche di contenimento e riduzione. 2. MAESTRE. HANNAH ARENDT: GLI ALTRI [Da Hannah Arendt, "La natura del totalitarismo: un tentativo di comprensione", in Archivio Arendt. 2. 1950-1954, Feltrinelli, Milano 2003, p. 130. Hannah Arendt e' nata ad Hannover da famiglia ebraica nel 1906, fu allieva di Husserl, Heidegger e Jaspers; l'ascesa del nazismo la costringe all'esilio, dapprima e' profuga in Francia, poi esule in America; e' tra le massime pensatrici politiche del Novecento; docente, scrittrice, intervenne ripetutamente sulle questioni di attualita' da un punto di vista rigorosamente libertario e in difesa dei diritti umani; mori' a New York nel 1975. Opere di Hannah Arendt: tra i suoi lavori fondamentali (quasi tutti tradotti in italiano e spesso ristampati, per cui qui di seguito non diamo l'anno di pubblicazione dell'edizione italiana, ma solo l'anno dell'edizione originale) ci sono Le origini del totalitarismo (prima edizione 1951), Comunita', Milano; Vita Activa (1958), Bompiani, Milano; Rahel Varnhagen (1959), Il Saggiatore, Milano; Tra passato e futuro (1961), Garzanti, Milano; La banalita' del male. Eichmann a Gerusalemme (1963), Feltrinelli, Milano; Sulla rivoluzione (1963), Comunita', Milano; postumo e incompiuto e' apparso La vita della mente (1978), Il Mulino, Bologna. Una raccolta di brevi saggi di intervento politico e' Politica e menzogna, Sugarco, Milano, 1985. Molto interessanti i carteggi con Karl Jaspers (Carteggio 1926-1969. Filosofia e politica, Feltrinelli, Milano 1989) e con Mary McCarthy (Tra amiche. La corrispondenza di Hannah Arendt e Mary McCarthy 1949-1975, Sellerio, Palermo 1999). Una recente raccolta di scritti vari e' Archivio Arendt. 1. 1930-1948, Feltrinelli, Milano 2001; Archivio Arendt 2. 1950-1954, Feltrinelli, Milano 2003; cfr. anche la raccolta Responsabilita' e giudizio, Einaudi, Torino 2004; la recente Antologia, Feltrinelli, Milano 2006; i recentemente pubblicati Quaderni e diari, Neri Pozza, 2007. Opere su Hannah Arendt: fondamentale e' la biografia di Elisabeth Young-Bruehl, Hannah Arendt, Bollati Boringhieri, Torino 1994; tra gli studi critici: Laura Boella, Hannah Arendt, Feltrinelli, Milano 1995; Roberto Esposito, L'origine della politica: Hannah Arendt o Simone Weil?, Donzelli, Roma 1996; Paolo Flores d'Arcais, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 1995; Simona Forti, Vita della mente e tempo della polis, Franco Angeli, Milano 1996; Simona Forti (a cura di), Hannah Arendt, Milano 1999; Augusto Illuminati, Esercizi politici: quattro sguardi su Hannah Arendt, Manifestolibri, Roma 1994; Friedrich G. Friedmann, Hannah Arendt, Giuntina, Firenze 2001; Julia Kristeva, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 2005. Per chi legge il tedesco due piacevoli monografie divulgative-introduttive (con ricco apparato iconografico) sono: Wolfgang Heuer, Hannah Arendt, Rowohlt, Reinbek bei Hamburg 1987, 1999; Ingeborg Gleichauf, Hannah Arendt, Dtv, Muenchen 2000] Chiunque non sia in grado di tollerare gli altri, in genere non sara' capace di sopportare se stesso. 3. MONDO. MARINELLA CORREGGIA: BAMBU' [Dal quotidiano "Il manifesto" del 20 novembre 2008 col titolo "Invenzioni dalla tragedia". Marinella Correggia e' nata a Rocca d'Arazzo in provincia di Asti; scrittrice e giornalista free lance particolarmente attenta ai temi dell'ambiente, della pace, dei diritti umani, della solidarieta', della nonviolenza; e' stata in Iraq, Afghanistan, Pakistan, Serbia, Bosnia, Bangladesh, Nepal, India, Vietnam, Sri Lanka e Burundi; si e' occupata di campagne animaliste e vegetariane, di assistenza a prigionieri politici e condannati a morte, di commercio equo e di azioni contro la guerra; si e' dedicata allo studio delle disuguaglianze e del "sottosviluppo"; ha scritto molto articoli e dossier sui modelli agroalimentari nel mondo e sull'uso delle risorse; ha fatto parte del comitato progetti di Ctm (Commercio Equo e Solidale); e' stata il focal point per l'Italia delle rete "Global Unger Alliance"; collabora con diverse testate tra cui "il manifesto", e' autrice di numerosi libri, e' attivista della campagna europea contro l'impatto climatico e ambientale dell'aviazione. Tra le opere di Marinella Correggia: Ago e scalpello: artigiani e materie del mondo, Ctm, 1997; Altroartigianato in Centroamerica, Sonda, 1997; Altroartigianato in Asia, Sonda, 1998; Manuale pratico di ecologia quotidiana, Mondadori, 2000; Addio alle carni, Lav, 2001; Cucina vegetariana dal Sud del mondo, Sonda, 2002; Si ferma una bomba in volo? L'utopia pacifista a Baghdad, Terre di mezzo, 2003; Diventare come balsami. Per ridurre la sofferenza del mondo: azioni etiche ed ecologiche nella vita quotidiana, Sonda, 2004; Vita sobria. Scritti tolstoiani e consigli pratici, Qualevita, 2004; Il balcone dell'indipendenza. Un infinito minimo, Nuovi Equilibri, 2006; (a cura di), Cambieresti? La sfida di mille famiglie alla societa' dei consumi, Altra Economia, 2006; Week Ender 2. Alla scoperta dell'Italia in un fine settimana di turismo responsabile, Terre di Mezzo, 2007; La rivoluzione dei dettagli, Feltrinelli, Milano 2007] Ovvio: e' gia' uscita dalle cronache la recente tragedia nello stato indiano del Bihar dove poche settimane fa il fiume Kosi in piena per le piogge monsoniche e' uscito dagli argini allagando una vasta zona popolata da tre milioni di abitanti. Persone la cui vita gia' in condizioni normali e' cosi' dura da costringere molti a emigrare ogni anno nella nemmeno lontanamente paradisiaca Kolkata (Calcutta). Da sempre il Bihar, pur ricco di terra e di risorse minerarie, e' considerato in India lo stato piu' ingiusto, corrotto e arretrato. Eppure anche in un'immane tragedia nascono germogli del nuovo, di cui fare tesoro. Ne riferisce il quindicinale socioecologista indiano "Down to Earth", pubblicato dal Centre for Science and Environment. Intanto, la "rivoluzione del bambu'". Una volta ritiratesi le acque, il commissario C. Sirohi, responsabile delle operazioni di soccorso, ha lanciato un programma di formazione nella costruzione di mobili in bambu': "All'inizio fra i superstiti vedevamo solo facce addolorate e rassegnate al tempo stesso; a quel punto abbiamo deciso di usare le risorse locali per aiutare gli abitanti a ricostruirsi l'esistenza. Il bambu' sembrava la risposta piu' ovvia, dato che qui cresce in abbondanza". In India esiste da qualche tempo la National Bamboo Mission, creata dal Ministero federale dell'agricoltura. Questa ha aiutato tecnicamente la costituzione di gruppi femminili di auto-aiuto e produzione nelle aree del nord e centro Bihar piu' colpite dalle inondazioni. Il governo del Bihar dal canto suo si e' impegnato a una sorta di "acquisti pubblici sociali": comprera' tutti i mobili che le vittime del disastro stanno producendo, destinandoli alle scuole e gli uffici, al posto di quelli vecchi e malandati in legno; e cerchera' di piazzare il prodotto anche in altri stati. Intanto letti e stuoie di bambu' prodotti da duecento sopravvissute e sopravvissuti si stanno usando sperimentalmente nei campi allestiti per i senzatetto. Molto importanti da un punto di vista igienico-sanitario sono le latrine con pareti e tetto di bambu', economiche e facili da costruire, davvero una soluzione per le emergenze. Dopo l'evacuazione delle aree e i primi soccorsi la priorita' del governo e' stata rintracciare i dispersi. All'inizio si e' utilizzato un software Ibm, che in Sri Lanka dopo lo tsunami del 2004 era stato efficace. Ma per quel software occorrono passaporti o patenti, documenti rari in Bihar. E allora, come ha spiegato Arvind Chowdury, direttore di Jeevika, un'organizzazione pubblica che lavora per lo sviluppo rurale, e' stato sviluppato un software ad hoc, basato sui nomi degli scomparsi, del villaggio, del distretto, automaticamente corretti anche quando mal pronunciati da parenti e conoscenti. Inoltre, per controllare le eventuali disfunzioni nei campi di accoglienza e' stato messo in piedi un team di ispettori che giravano in incognito muniti di cellulari con macchina fotografica, e spedivano fotografie in tempo reale alla cellula operativa centrale antidisastri. Ma l'invenzione piu' commovente, sottolinea il quindicinale indiano, e' venuta dagli stessi alluvionati. Chi era rimasto completamente isolato si e' costruito dei battelli con quel che era disponibile: pezzi di robusti tronchi di banano legati insieme e messi in grado di galleggiare ricorrendo alla fibra del patua, una pianta autoctona. Barche di emergenza in grado di reggere per qualche tempo grazie al fatto che nell'acqua i tronchi di banano si dilatano rafforzando le giunture. Per i responsabili delle operazioni di soccorso, e' opportuno studiarne il possibile uso in altre situazioni di emergenza. 4. MONDO. MARINELLA CORREGGIA: ACQUA [Dal quotidiano "Il manifesto" del 22 novembre 2008 col titolo "Idriche saggezze"] Provincia di Loja, Cantone Paltas, sud dell'Ecuador. Secoli e secoli fa gli abitanti delle cosiddette "Ande Basse dell'Ecuador", gli indios Paltas, erano espertissimi nelle tecniche di captazione, conservazione e utilizzo dell'acqua. La raccoglievano in altura per ricaricare le falde che alimentavano le sorgenti piu' a valle. Tecniche efficaci, come quelle tradizionali in altre parti siccitose del mondo, si pensi ai qanat iraniani e afgani; e si pensi alla cultura preincaica Nazca che riusci' a sconfiggere il deserto costiero con acquedotti sotterranei. Una sapienza collettiva che assicurava prosperita' e - con l'ingegno e il lavoro richiesti a ciascuno - edificava una comunita'. Poi, in tempi recenti, tutto questo scompariva. Spinte ad assimilarsi ai "bianchi", le culture indigene hanno perso i tradizionali metodi di gestione dei beni comuni; l'ampliamento della frontiera agricola con una riforma agraria iniqua ha prodotto disboscamenti e usi irrazionali dell'acqua. Risultato: desertificazione e abbandono fisico del territorio. Nella provincia di Loja, tra il 1974 e il 2004, gli abitanti sono scesi da 600.000 a 400.000. Un terzo di loro ha scelto l'emigrazione, prima interna, poi verso l'estero. Ma e' proprio vero che con l'acqua torna la vita. Dal 2005 la gestione comunitaria consensuale della parte superiore del fiume Playas coinvolge gli abitanti della regione in un processo partecipato di recupero e protezione delle risorse naturali. Un "Comitato di gestione", animato dai rappresentanti delle comunita' dei bacini idrografici coinvolti e con un ruolo di primissimo piano assunto dalle donne, ha riattivato le culture e le pratiche degli antichi Paltas ricostruendo e rivedendo i loro sistemi di captazione idrica. Sono state costruite 220 lagune alle pendici dei monti, alimentate dai canali di captazione dell'acqua piovana che una volta invasata penetra fino a incontrare terreno impermeabile, ricaricando le falde sotterranee; da li' scorre verso l'esterno dove sgorga attraverso sorgenti, confluisce in fenditure raggiungendo gli appezzamenti da irrigare, e puo' anche essere accumulata in riserve locali. Sono stati creati vivai comunitari per riforestare decine di ettari con varieta' locali, e realizzate decine di nuovi orti comunitari. Nell'area e' tornata la possibilita' di una vita dignitosa: sono coperte le necessita' domestiche del capoluogo Catacocha e degli abitanti rurali dei bacini, migliorate le condizioni igienico-sanitarie, la produzione agricola e la sovranita' alimentare, riattivato il commercio locale... Oltre diecimila le persone coinvolte. Il progetto e' andato cosi' bene che hanno voluto applicarlo anche nell'adiacente bacino del fiume Catamayo (Gran Rio) il quale arriva fino in territorio peruviano; ed e' prevista la replica del modello in altre province ecuadoriane e in altri paesi andini. In due parole, il segreto del progetto e': il connubio fra il recupero di miti e pratiche ancestrali e tecniche moderne di gestione idrica; la partecipazione della cittadinanza; l'interlocuzione con le istituzioni, ormai anche su problemi politici piu' ampi. Il progetto e' sostenuto in loco dal Consiglio provinciale di Loja e in Italia da Progetto Sviluppo Liguria, da istituzioni locali liguri e dal Coordinamento ligure donne latinoamericane. Se ne parlera' mercoledi' 26 novembre a Genova (Centro civico R. Zena, salita del Prione 26, primo piano, alle 17,30), con Wendy Yesenia Sarango Bueno, la presidente del Comitato di gestione dei bacini Playas e Catamayo, e Julio Carrion Ramirez, supervisore tecnico. 5. MONDO. MARINELLA CORREGGIA: ORO [Dal quotidiano "Il manifesto" del 28 novembre 2008 col titolo "L'oro e i nativi"] Com'e' possibile che ancora si strappi oro dalle viscere della Terra, con l'enorme quantita' che si trova gia' in circolazione e nei forzieri e che sarebbe ricicilabile quasi in eterno, per l'elettronica come per le dentature e sperando in un crollo dell'uso effimero gioielliero? Ingenua domanda, visto che siamo ancora in piena economia estrattiva e il passaggio a un'economia della permanenza non si intravvede. In tutto il mondo i conflitti sulle miniere presentano importanti aspetti di ordine legale oltre che ambientale. Ad esempio per quanto concerne gli strumenti di resistenza messi in atto (azioni dirette o giudiziarie), la titolarita' delle terre interessate e i metodi messi in atto dalle multinazionali per dividere le comunita' locali. Da anni la nazione di nativi nordamericani Western Shoshone, nel Nevada (Stati Uniti) lotta contro l'apertura di una gigantesca miniera d'oro a cielo aperto su un lato del monte Tenabo. A cura e a profitto della piu' grande compagnia aurifera del mondo, la Canadian Barrick Gold che prevede di estrarvi dal 2010 un milione di once all'anno almeno per i primi cinque anni, scavando una superficie di 900 acri fino a una profondita' di 2.000 piedi. La struttura di lavorazione con il cianuro produrrebbe all'anno 1.500 milioni di tonnellate di scarti di roccia e in tutto oltre 160 milioni di tonnellate di materiali contaminati. Occorrera' molto acqua alla miniera; cosi', ha denunciato Carrie Dann del Western Shoshone Defense Project e vincitrice del Right Livelihood Award, "l'acqua sara' per sempre succhiata via dalla montagna". Per non parlare dell'inquinamento atmosferico da microparticelle. Pochi giorni fa il Dipartimento degli Interni con il suo Bureau of Land Management (Blm) ha accordato il permesso di apertura della miniera. I lavori, che costeranno 500 milioni di dollari, sono sul punto di iniziare. Il provvedimento rientra nella "distruzione di mezzanotte" che George Bush sta operando, facendo approvare i progetti degli amici estrattori. Cinque gruppi nativi e associazioni quali il Great Basin Mine Watch e il Western Mining Action Project (che da' servizi legali gratuiti ai cittadini e tribu' native in lotta contro le miniere) hanno fatto ricorso contro la decisione, alla Corte Federale del Nevada (e 14.000 persone hanno firmato il loro appello). La titolarita' di quelle terre ancestrali e' riconosciuta ai nativi sulla base del trattato del 1863. L'area che sarebbe erosa dalla miniera e inquinata dalle sue scorie al cianuro e' luogo di importanza spirituale e culturale per i Western Shoshone che la vivono per le loro pratiche culturali ma vi attingono anche piante medicinali e alimenti. I nativi sostengono di non aver mai ceduto quelle terre al governo. In effetti lo stesso Bureau of Land Management nel suo Ethnographic Report del 2004 riconosceva che tutto il monte e' "parte della proprieta' tradizionale dei nativi". Ma nella sua recente valutazione di impatto ambientale della miniera, il Blm ha detto di non vedere quale uso tradizionale del monte potrebbe essere danneggiato dalla miniera. Su questo aspetto la Barrick non si pronuncia, sventolando invece le possibilita' di "un nuovo sviluppo anche occupazionale per il Nevada rurale, in tempi di crisi industriale e perdita di posti di lavoro". Cosi' le comunita' Shoshone sono divise in merito. Alcuni loro leader hanno firmato un accordo di collaborazione con la Barrick per interventi nel campo dell'educazione, con un fondo ad hoc tratto dai proventi della miniera che aiuterebbe negli studi superiori i giovani della zona in difficolta' finanziarie... 6. MONDO. MARINELLA CORREGGIA: ECOBANCHE [Dal quotidiano "Il manifesto" del 29 novembre 2008 col titolo "Boom ecobanche"] Si occupano di finanziare l'economia reale anziche' rovinose speculazioni finanziarie. E' dunque logico che le piccole, etiche ecobanche - come, in Italia, Banca popolare etica e le Mag o Mutua autogestione - stiano conoscendo un meritato successo. Aumenta la fiducia in loro da parte dei risparmiatori, e anche di chi ha solo uno stipendio o una collaborazione da far accreditare da qualche parte. Il piccolo boom delle banche etiche e' raccontato da un articolo su www.planetark.com, il sito per l'ambiente della Reuter. Si parla ad esempio della Triodos, storica banca eco che anziche' investire in derivati o in qualche altro complesso prodotto finanziario fra quelli che hanno aiutato a far scoppiare la crisi bancaria e finanziaria mondiale, si occupa di - e presta a - progetti veri, come le fonti di energia alternativa, i servizi sociali, i centri di cura, la cultura ecc. Un altro fattore chiave e' la trasparenza nella comunicazione con i clienti, i quali vogliono sapere quel che si fa con il loro denaro. Nel mese di ottobre la Triodos e' stata quasi presa d'assalto: 60 nuovi conti aperti ogni giorno, cinque volte piu' della media precedente. La banca, con sede centrale in Olanda e filiali in Belgio, Spagna e Gran Bretagna, oltre a investire solo in progetti veri, non prende prestiti all'interno del circuito bancario. In Gran Bretagna, l'Ecology Building Society ha goduto di versamenti per 2,5 milioni di sterline in ottobre; certo una goccia nell'oceano finanziario di High Street, ma il doppio rispetto ad aprile. Certo "investire nel mattone" e' quasi una banalita', ma la compagnia in questione valuta l'impatto ambientale di ogni progetto prima di finanziarlo. Ha visto crescere i risparmi depositati anche la Britain's Co-operative Bank, il cui sito enuncia chiaramente le scelte etiche, contro il caos climatico e per i diritti umani. Una cliente, intervistata nella capitale belga, ha detto che le grandi banche convenzionali speculano sul denaro e alla fine non ci si capisce nulla, salvo che hanno poco a che fare con la realta'. Meglio una banca etica, che sembra rispondere meglio a quel che la gente vive tutti i giorni. Eppure si guadagna molto di meno affidandosi agli istituti alternativi. Triodos Belgio, ad esempio, offre un tasso di interesse del 2 per cento sui conti di risparmio e un premio del 2 per cento per denaro nuovo che rimane fermo nel conto almeno sei mesi, oltre a uno 0,5 per cento per il denaro che rimane fermo per 11 mesi. Poco, in confronto al tasso della banca Fortis del 4,25 per cento piu' un premio dell'1 per cento per il denaro depositato nei primi tre mesi del 2008; e molto molto meno dei guadagni offerti da alcuni prodotti finanziari ad alto rischio. Pero' Fortis, come Dexia e altre, sono cadute nel vortice. Secondo un esperto dell'agenzia Moody le banche etiche beneficerebbero di un tentativo delle persone di distribuire il loro denaro fra diversi istituti per approfittare del tetto garantito dallo stato per i depositi in ogni istituzione. Ma per l'International relations at Ethical Investment Research Service (Eiris) che fa ricerche sul comportamento sociale, ambientale ed etico delle compagnie, ormai molti risparmiatori non intendono piu' ignorare l'ambiente e i cambiamenti climatici. Oltre a non fidarsi piu' delle banche e dei prodotti ad alto rischio. ("Niente piu' denaro e quindi niente piu' speculazioni ne' furti ne' ignobili traffici ne' quelle ignominie causate dalla cupidigia, niente piu' privilegiati e niente piu' miserabili": era il sogno di una societa' comunista architettato da Sigismonde, personaggio del romanzo Il denaro di Emile Zola...). 7. RIFLESSIONE. PEPPE SINI: L'AMBIENTALISTA DEL NO. REO CONFESSO [Riproponiamo il seguente intervento gia' apparso nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino"] Ebbene si', sono un "ambientalista del no". Appartengo alla trista genia di coloro che ritengono che di fronte al male occorre dire no. Me lo ha insegnato una volta per sempre Hannah Arendt, quandi scrisse che "si puo' sempre dire un si' o un no", e che ad esempio di fronte al nazismo si doveva dire no. * Sono un ambientalista del no perche' alla follia nucleare dico no. Ho preso parte a dieci anni di lotte per fermare il nucleare negli anni '70 e '80 del secolo scorso, ero a Pian dei Cangani alla festa della primavera del '77 prima ancora che il cantiere cominciasse, ed ero dinanzi ai cancelli della centrale di Montalto (e ad essere investito dalla carica) ancora nell'ultima manifestazione per far rispettare la volonta' popolare espressa nel referendum che dopo la catastrofe di Cernobyl blocco' il crimine nucleare in Italia. * Sono un ambientalista del no perche' all'immane avvelenamento che verrebbe prodotto dalla centrale di Tor Valdaliga Nord riconvertita a carbone dico no. Mi sono battuto contro le servitu' energetiche e militari nell'Alto Lazio per piu' di trent'anni, non sono disposto a consentire questo nuovo crimine dell'Enel. * Sono un ambientalista del no perche' all'illegale e insensato mega-aeroporto a Viterbo dico no. Perche' devasterebbe per sempre l'area del Bulicame, perche' aggredirebbe e massacrerebbe la salute e i diritti di migliaia di viterbesi, perche' lo sciagurato incremento del trasporto aereo contribuisce in ingente misura alla catastrofe del surriscaldamento climatico globale. * E non mi fermo qui: ad esempio dico no anche agli ogm. Agli inceneritori. Alla scellerata privatizzazione dell'acqua. Come dissi no a una devastante superstrada, la Supercassia. Che se non ci fossimo opposti avrebbe sventrato e distrutto per sempre tanta parte del bosco di Monte Fogliano, tanta parte della natura nel viterbese. Come dico ancora no all'autostrada tirrenica, comunque camuffata. * E a dirla tutta per quanto mi riguarda dico no anche all'automobilismo privato: al punto che non ho mai neppure preso la patente di guida, e sono vissuto bene lo stesso fino a questa tarda eta'. E dico no ai telefonini e a quel che implicano in termini di campi elettromagnetici e non solo, di sanguinario sfruttamento dell'Africa (le guerre infinite per il controllo delle aree di estrazione del coltan) e non solo, e mi si creda se dico che si vive meglio senza essere tenuti come cani al guinzaglio da quell'infernale macchinetta. * Del resto non sono solo un ambientalista del no, sono anche un pacifista del no. Infatti dico no alle guerre. Dico no alle armi. Dico no agli eserciti e a tutti i gruppi armati. Dico no alle uccisioni: mi sta a cuore il diritto alla vita di ogni essere umano. E dico no ai razzisti e ai predoni che ci governano, e ai poteri criminali, e all'intreccio tra politica corrotta, economia illegale e mafie. E se dovessi ricondurre tutti questi no ad un solo criterio, dico no a chi vuole distruggere il mondo e calpestare la dignita' e i diritti dell'umanita'. E scusate se e' poco. * E' che ho letto Hannah Arendt e don Milani da giovane, e non te li scordi piu'. E' che ho avuto la fortuna dell'amicizia di Dario Paccino e di Alexander Langer e di Danilo Dolci e di Ernesto Balducci, e non te li scordi piu'. Per questo non mi offendo quando mi si definisce "ambientalista del no", anzi ne meno vanto. Lorsignori vorranno compatire. 8. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL'AEROPORTO DI VITERBO Per informazioni e contatti: Comitato contro l'aeroporto di Viterbo e per la riduzione del trasporto aereo: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it =================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 140 del primo dicembre 2008 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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