Coi piedi per terra. 140



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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Numero 140 del primo dicembre 2008

In questo numero:
1. Si e' svolto il 29 novembre a Marino il convegno su "L'aeroporto di
Ciampino e la salute dei cittadini"
2. Hannah Arendt: Gli altri
3. Marinella Correggia: Bambu'
4. Marinella Correggia: Acqua
5. Marinella Correggia: Oro
6. Marinella Correggia: Ecobanche
7. Peppe Sini: L'ambientalista del no. Reo confesso
8. Per contattare il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo

1. INCONTRI. SI E' SVOLTO IL 29 NOVEMBRE A MARINO IL CONVEGNO SU
"L'AEROPORTO DI CIAMPINO E LA SALUTE DEI CITTADINI"
[Riportiamo il seguente comunicato del comitato del 30 novembre 2008 dal
titolo "Si e' svolto il 29 novembre a Marino (Roma) il convegno su
'L'aeroporto di Ciampino e la salute dei cittadini'. Relatrice la
dottorerssa Antonella Litta"]

Si e' svolta sabato 29 novembre 2008 a Santa Maria delle Mole, frazione di
Marino (Roma), una conferenza sul tema  "L'aeroporto di Ciampino e la salute
dei cittadini".
Marino, come e' noto, confina con Ciampino, e la frazione di Santa Maria
delle Mole e' nelle immediate vicinanze dell'aeroporto di Ciampino, e
dell'attivita' aeroportuale subisce le conseguente devastanti per la salute,
la sicurezza, la qualita' della vita.
Relatrice all'incontro la dottoressa Antonella Litta, medico, rappresentante
dell'Isde (Associazione italiana medici per l'ambiente - International
Society of Doctors for the Environment), portavoce del Comitato che si
oppone al mega-aeroporto a Viterbo e s'impegna per la riduzione del
trasporto aereo.
*
L'incontro e' stato aperto da Paola Cicinelli, portavoce del comitato
"Salviamo Marino", che nel suo intervento ha ricordato le attivita' del
comitato.
E' poi intervenuto Domenico Fabbri, impegnato nel comitato, che ha
sottolineato l'importanza del ruolo dei medici nella difesa del territorio
da fattori di rischio sanitario.
Ha poi preso la parola Alfredo Forbicini, ex assistente di volo in pensione,
membro del comitato, che ha ripercorso le varie fasi che hanno portato
all'aumento esponenziale dei voli su Ciampino; in particolare ha anche
ricordando le problematiche delle polveri sottili, dell'impatto acustico e
della sicurezza: tema quest'ultimo riproposto dal recente incidente di un
aereo finito fuori pista per problemi al carrello.
E' poi intervenuta la signora Taddei, insegnante nelle scuole elementari,
che ha portato la testimonianza del disagio sofferto da bambini ed
insegnanti costretti ad interrompere di continuo le lezioni a causa del
rumore degli aerei, e come questa situazione determini nei bambini
disattenzione, difficolta' di comprensione e di apprendimento.
Il dottor Saverio Giordano, medico di medicina generale ed allergologo, ha
confermato l'aumento delle malattie tumorali e cardiovascolari da lui
osservate tra i suoi pazienti.
*
La dottoressa Antonella Litta ha quindi svolto un'ampia relazione
approfondendo particolarmente gli aspetti sanitari della questione, e ha
dato la propria disponibilita' per successivi incontri di studio e di
informazione, anche nelle scuole.
In calce al presente comunicato alleghiamo una sintesi della relazione.
*
Il successivo dibattito e' stato assai partecipato, con molte domande
sull'impatto sanitario dell'attivita' aeroportuale.
Tra gli interventi, di particolare interesse quello di Roberto Barcaroli,
del Comitato per la riduzione dell'impatto ambientale dell'aeroporto di
Ciampino.
Molti i contributi di idee e le proposte di iniziativa, con particolar
riferimento anche alle possibili azioni legali ed al ruolo degli enti locali
per tutelare la salute dei cittadini violata da un'attivita' aeroportuale
dimostratamente nociva.
*
L'incontro si e' concluso con vivo apprezzamento dei partecipanti, e con
l'impegno ad ulteriori iniziative in difesa dell'ambiente, della salute,
della sicurezza e dei diritti dei cittadini, per la riduzione del trasporto
aereo.
*
Allegato 1. Breve notizia sulla dottoressa Antonella Litta
Antonella Litta e' la portavoce del Comitato che si oppone alla
realizzazione dell'aeroporto a Viterbo; svolge l'attivita' di medico di
medicina generale a Nepi (in provincia di Viterbo). E' specialista in
Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica
presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione
di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani
sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato
sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11,
pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per
l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia).
Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale
ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni
medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi
africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di
programmi di solidarieta' locali ed internazionali. Presidente del Comitato
"Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla
legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente.
*
Allegato 2. Sintesi della relazione della dottoressa Antonella Litta al
convegno sul tema "L'aeroporto di Ciampino e la salute dei cittadini",
Marino (Roma), 29 novembre 2008
Il problema
Nell'ultimo decennio il trasporto aereo ha registrato una costante crescita,
soprattutto per quanto riguarda il settore del trasporto delle merci e
quello dei voli low cost, solitamente legato al turismo definito anche
"mordi e fuggi".
Solo una minima parte della popolazione mondiale viaggia in aereo mentre le
drammatiche conseguenze del surriscaldamento climatico, derivanti anche dal
trasporto aereo, sono pagate dall'intera umanita' in termini di
desertificazione, alluvioni, cicloni, sconvolgimenti climatici cosi' gravi
che determinano distruzioni e carestie in aree sempre piu' estese del
pianeta.
Il trasporto aereo contribuisce in ingente misura alle emissioni di anidride
carbonica - le stime internazionali piu' accreditate vanno da un minimo dal
3% al 10% - contribuendo cosi' in maniera decisiva all'effetto serra e
all'inquinamento dell'aria. Le persone che vivono in prossimita' di scali
aeroportuali sono costrette a subire oltre all'inquinamento dell'aria anche
quello acustico ed elettromagnetico.
Secondo le stime di Eurocontrol, l'organizzazione cui partecipano 38 Stati
europei e il cui scopo principale e' di sviluppare e mantenere un efficiente
sistema di controllo del traffico aereo a livello europeo, il numero dei
voli nell'Unione Europea raddoppiera' nel 2020 rispetto al 2003 e cosi'
l'entita' delle emissioni nocive da trasporto aereo.
Il trasporto aereo si configura cosi' sempre piu' come un rilevante elemento
d'inquinamento ambientale e di danno alla salute.
Diverse sono le problematiche ambientali e sanitarie legate a questo
particolare tipo di mobilita'.
Nella presente relazione saranno esaminate le tematiche sanitarie ed
ambientali legate alle emissioni prodotte dai motori degli aerei,
l'inquinamento acustico ed elettromagnetico subito dai residenti in aree
prossime agli aeroporti.
*
Le emissioni dei motori degli aerei
Le emissioni prodotte dai motori degli aerei, alimentati con cherosene (una
miscela composta da diversi tipi di idrocarburi), sono simili per
composizione a quelle generate dalla combustione di altri carburanti fossili
ma contribuiscono fortemente all'effetto serra perche' sono rilasciate
direttamente nell'atmosfera: nella parte piu' alta della troposfera e in
quella piu' bassa della stratosfera e per questo sono ancora piu' dannose.
Queste emissioni, costituite da gas e polveri, alterano la concentrazione
dei gas serra naturali, a cominciare dall'anidride carbonica (CO2), l'ozono
(O3) e il metano (CH4); innescano la formazione di scie di condensazione e
aumentano gli addensamenti di nubi contribuendo fortemente anche in questa
maniera al surriscaldamento climatico.
Il particolato (PM) derivato dalle emissioni dei motori gioca un ruolo
sempre piu' importante nel dibattito sul danno da trasporto aereo
all'ambiente, agli ecosistemi e alla salute delle persone, soprattutto di
quelle che vivono in aree prossime agli aeroporti: infatti il quantitativo
maggiore di particolato viene prodotto proprio nelle fasi di decollo ed
atterraggio, e anche dall'attrito delle gomme e dei freni degli aerei nella
fase di atterraggio.
*
L'inquinamento acustico
Le zone prossime ad un aeroporto sono sottoposte all'inquinamento acustico
generato dalle fasi di avvicinamento, atterraggio e decollo degli aerei, e
dal connesso traffico veicolare.
Il rischio di contrarre patologie cardiovascolari, insonnia e disturbi delle
fasi del sonno, irritabilita', astenia, disturbi del sistema endocrino, del
sistema digestivo e dell'udito e' elevatissimo come ormai noto da moltissimo
tempo e dimostrato scientificamente.
Ben documentati anche i disturbi dell'apprendimento in studenti che
frequentano scuole ubicate in aree sottoposte ad inquinamento acustico.
*
L'inquinamento elettromagnetico
I sistemi radar delle torri di controllo e quelli a bordo degli aerei
insieme alle antenne di radiotrasmissione ed ai sistemi elettromagnetici
utilizzati per i controlli di sicurezza  producono inquinamento
elettromagnetico e i lavoratori e i residenti in aree prossime agli
aeroporti possono essere esposti ad effetti di sommazione di campi
elettromagnetici provenienti da piu' fonti: antenne di telefonia, cavi
elettrici ad alta tensione, linee elettriche delle ferrovie etc.
Questo particolare tipo di inquinamento, soprattutto quello legato alla
presenza degli aeroporti, e' sicuramente il meno studiato e se ne sa ancora
poco.
*
La difesa del diritto alla salute
Lorenzo Tomatis, gia' direttore dello Iarc e presidente dell'Associazione
italiana medici per l'ambiente Isde (International Society of Doctors for
the Environment - Italia) affermava: "tutti gli esseri umani sono
responsabili dell'ambiente, e i medici lo sono due volte".
Lorenzo Tomatis era un medico, scienziato e scrittore ma soprattutto un uomo
giusto ed onesto.
Un personaggio scomodo perche' capace di dire la verita' in ogni
circostanza. Egli ha sostenuto e dimostrato nella sua lunga attivita' di
ricerca che la maggior parte delle malattie deriva dall'interazione tra
fenomeni di inquinamento ambientale e genetica umana. Questa certezza e
consapevolezza e' stata recepita anche nel nuovo Codice di deontologia
medica che all'articolo  5 afferma: "Il medico e' tenuto a considerare
l'ambiente nel quale l'uomo vive e lavora quale fondamentale determinante
della salute dei cittadini... Il medico favorisce e partecipa alle
iniziative di prevenzione, di tutela della salute nei luoghi di lavoro e di
promozione della salute individuale e collettiva".
Quindi i medici sono chiamati ad un ruolo di responsabilita' nella tutela e
salvaguardia dell'ambiente proprio come primo intervento per la difesa della
salute di tutte le persone.
Il trasporto aereo rappresenta inconfutabilmente un fattore di rischio e
danno alla salute e all'ambiente, e pertanto deve essere costantemente
studiato, monitorato nei suoi effetti e  soggetto a programmi e politiche di
contenimento e riduzione.

2. MAESTRE. HANNAH ARENDT: GLI ALTRI
[Da Hannah Arendt, "La natura del totalitarismo: un tentativo di
comprensione", in Archivio Arendt. 2. 1950-1954, Feltrinelli, Milano 2003,
p. 130.
Hannah Arendt e' nata ad Hannover da famiglia ebraica nel 1906, fu allieva
di Husserl, Heidegger e Jaspers; l'ascesa del nazismo la costringe
all'esilio, dapprima e' profuga in Francia, poi esule in America; e' tra le
massime pensatrici politiche del Novecento; docente, scrittrice, intervenne
ripetutamente sulle questioni di attualita' da un punto di vista
rigorosamente libertario e in difesa dei diritti umani; mori' a New York nel
1975. Opere di Hannah Arendt: tra i suoi lavori fondamentali (quasi tutti
tradotti in italiano e spesso ristampati, per cui qui di seguito non diamo
l'anno di pubblicazione dell'edizione italiana, ma solo l'anno dell'edizione
originale) ci sono Le origini del totalitarismo (prima edizione 1951),
Comunita', Milano; Vita Activa (1958), Bompiani, Milano; Rahel Varnhagen
(1959), Il Saggiatore, Milano; Tra passato e futuro (1961), Garzanti,
Milano; La banalita' del male. Eichmann a Gerusalemme (1963), Feltrinelli,
Milano; Sulla rivoluzione (1963), Comunita', Milano; postumo e incompiuto e'
apparso La vita della mente (1978), Il Mulino, Bologna. Una raccolta di
brevi saggi di intervento politico e' Politica e menzogna, Sugarco, Milano,
1985. Molto interessanti i carteggi con Karl Jaspers (Carteggio 1926-1969.
Filosofia e politica, Feltrinelli, Milano 1989) e con Mary McCarthy (Tra
amiche. La corrispondenza di Hannah Arendt e Mary McCarthy 1949-1975,
Sellerio, Palermo 1999). Una recente raccolta di scritti vari e' Archivio
Arendt. 1. 1930-1948, Feltrinelli, Milano 2001; Archivio Arendt 2.
1950-1954, Feltrinelli, Milano 2003; cfr. anche la raccolta Responsabilita'
e giudizio, Einaudi, Torino 2004; la recente Antologia, Feltrinelli, Milano
2006; i recentemente pubblicati Quaderni e diari, Neri Pozza, 2007. Opere su
Hannah Arendt: fondamentale e' la biografia di Elisabeth Young-Bruehl,
Hannah Arendt, Bollati Boringhieri, Torino 1994; tra gli studi critici:
Laura Boella, Hannah Arendt, Feltrinelli, Milano 1995; Roberto Esposito,
L'origine della politica: Hannah Arendt o Simone Weil?, Donzelli, Roma 1996;
Paolo Flores d'Arcais, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 1995; Simona Forti,
Vita della mente e tempo della polis, Franco Angeli, Milano 1996; Simona
Forti (a cura di), Hannah Arendt, Milano 1999; Augusto Illuminati, Esercizi
politici: quattro sguardi su Hannah Arendt, Manifestolibri, Roma 1994;
Friedrich G. Friedmann, Hannah Arendt, Giuntina, Firenze 2001; Julia
Kristeva, Hannah Arendt, Donzelli, Roma 2005. Per chi legge il tedesco due
piacevoli monografie divulgative-introduttive (con ricco apparato
iconografico) sono: Wolfgang Heuer, Hannah Arendt, Rowohlt, Reinbek bei
Hamburg 1987, 1999; Ingeborg Gleichauf, Hannah Arendt, Dtv, Muenchen 2000]

Chiunque non sia in grado di tollerare gli altri, in genere non sara' capace
di sopportare se stesso.

3. MONDO. MARINELLA CORREGGIA: BAMBU'
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 20 novembre 2008 col titolo "Invenzioni
dalla tragedia".
Marinella Correggia e' nata a Rocca d'Arazzo in provincia di Asti;
scrittrice e giornalista free lance particolarmente attenta ai temi
dell'ambiente, della pace, dei diritti umani, della solidarieta', della
nonviolenza; e' stata in Iraq, Afghanistan, Pakistan, Serbia, Bosnia,
Bangladesh, Nepal, India, Vietnam, Sri Lanka e Burundi; si e' occupata di
campagne animaliste e vegetariane, di assistenza a prigionieri politici e
condannati a morte, di commercio equo e di azioni contro la guerra; si e'
dedicata allo studio delle disuguaglianze e del "sottosviluppo"; ha scritto
molto articoli e dossier sui modelli agroalimentari nel mondo e sull'uso
delle risorse; ha fatto parte del comitato progetti di Ctm (Commercio Equo e
Solidale); e' stata il focal point per l'Italia delle rete "Global Unger
Alliance"; collabora con diverse testate tra cui "il manifesto", e' autrice
di numerosi libri, e' attivista della campagna europea contro l'impatto
climatico e ambientale dell'aviazione. Tra le opere di Marinella Correggia:
Ago e scalpello: artigiani e materie del mondo, Ctm, 1997; Altroartigianato
in Centroamerica, Sonda, 1997; Altroartigianato in Asia, Sonda, 1998;
Manuale pratico di ecologia quotidiana, Mondadori, 2000; Addio alle carni,
Lav, 2001; Cucina vegetariana dal Sud del mondo, Sonda, 2002; Si ferma una
bomba in volo? L'utopia pacifista a Baghdad, Terre di mezzo, 2003; Diventare
come balsami. Per ridurre la sofferenza del mondo: azioni etiche ed
ecologiche nella vita quotidiana, Sonda, 2004; Vita sobria. Scritti
tolstoiani e consigli pratici, Qualevita, 2004; Il balcone
dell'indipendenza. Un infinito minimo, Nuovi Equilibri, 2006; (a cura di),
Cambieresti? La sfida di mille famiglie alla societa' dei consumi, Altra
Economia, 2006; Week Ender 2. Alla scoperta dell'Italia in un fine settimana
di turismo responsabile, Terre di Mezzo, 2007; La rivoluzione dei dettagli,
Feltrinelli, Milano 2007]

Ovvio: e' gia' uscita dalle cronache la recente tragedia nello stato indiano
del Bihar dove poche settimane fa il fiume Kosi in piena per le piogge
monsoniche e' uscito dagli argini allagando una vasta zona popolata da tre
milioni di abitanti. Persone la cui vita gia' in condizioni normali e' cosi'
dura da costringere molti a emigrare ogni anno nella nemmeno lontanamente
paradisiaca Kolkata (Calcutta). Da sempre il Bihar, pur ricco di terra e di
risorse minerarie, e' considerato in India lo stato piu' ingiusto, corrotto
e arretrato.
Eppure anche in un'immane tragedia nascono germogli del nuovo, di cui fare
tesoro. Ne riferisce il quindicinale socioecologista indiano "Down to
Earth", pubblicato dal Centre for Science and Environment. Intanto, la
"rivoluzione del bambu'". Una volta ritiratesi le acque, il commissario C.
Sirohi, responsabile delle operazioni di soccorso, ha lanciato un programma
di formazione nella costruzione di mobili in bambu': "All'inizio fra i
superstiti vedevamo solo facce addolorate e rassegnate al tempo stesso; a
quel punto abbiamo deciso di usare le risorse locali per aiutare gli
abitanti a ricostruirsi l'esistenza. Il bambu' sembrava la risposta piu'
ovvia, dato che qui cresce in abbondanza". In India esiste da qualche tempo
la National Bamboo Mission, creata dal Ministero federale dell'agricoltura.
Questa ha aiutato tecnicamente la costituzione di gruppi femminili di
auto-aiuto e produzione nelle aree del nord e centro Bihar piu' colpite
dalle inondazioni. Il governo del Bihar dal canto suo si e' impegnato a una
sorta di "acquisti pubblici sociali": comprera' tutti i mobili che le
vittime del disastro stanno producendo, destinandoli alle scuole e gli
uffici, al posto di quelli vecchi e malandati in legno; e cerchera' di
piazzare il prodotto anche in altri stati.
Intanto letti e stuoie di bambu' prodotti da duecento sopravvissute e
sopravvissuti si stanno usando sperimentalmente nei campi allestiti per i
senzatetto. Molto importanti da un punto di vista igienico-sanitario sono le
latrine con pareti e tetto di bambu', economiche e facili da costruire,
davvero una soluzione per le emergenze.
Dopo l'evacuazione delle aree e i primi soccorsi la priorita' del governo e'
stata rintracciare i dispersi. All'inizio si e' utilizzato un software Ibm,
che in Sri Lanka dopo lo tsunami del 2004 era stato efficace. Ma per quel
software occorrono passaporti o patenti, documenti rari in Bihar. E allora,
come ha spiegato Arvind Chowdury, direttore di Jeevika, un'organizzazione
pubblica che lavora per lo sviluppo rurale, e' stato sviluppato un software
ad hoc, basato sui nomi degli scomparsi, del villaggio, del distretto,
automaticamente corretti anche quando mal pronunciati da parenti e
conoscenti. Inoltre, per controllare le eventuali disfunzioni nei campi di
accoglienza e' stato messo in piedi un team di ispettori che giravano in
incognito muniti di cellulari con macchina fotografica, e spedivano
fotografie in tempo reale alla cellula operativa centrale antidisastri.
Ma l'invenzione piu' commovente, sottolinea il quindicinale indiano, e'
venuta dagli stessi alluvionati. Chi era rimasto completamente isolato si e'
costruito dei battelli con quel che era disponibile: pezzi di robusti
tronchi di banano legati insieme e messi in grado di galleggiare ricorrendo
alla fibra del patua, una pianta autoctona. Barche di emergenza in grado di
reggere per qualche tempo grazie al fatto che nell'acqua i tronchi di banano
si dilatano rafforzando le giunture. Per i responsabili delle operazioni di
soccorso, e' opportuno studiarne il possibile uso in altre situazioni di
emergenza.

4. MONDO. MARINELLA CORREGGIA: ACQUA
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 22 novembre 2008 col titolo "Idriche
saggezze"]

Provincia di Loja, Cantone Paltas, sud dell'Ecuador. Secoli e secoli fa gli
abitanti delle cosiddette "Ande Basse dell'Ecuador", gli indios Paltas,
erano espertissimi nelle tecniche di captazione, conservazione e utilizzo
dell'acqua. La raccoglievano in altura per ricaricare le falde che
alimentavano le sorgenti piu' a valle. Tecniche efficaci, come quelle
tradizionali in altre parti siccitose del mondo, si pensi ai qanat iraniani
e afgani; e si pensi alla cultura preincaica Nazca che riusci' a sconfiggere
il deserto costiero con acquedotti sotterranei. Una sapienza collettiva che
assicurava prosperita' e - con l'ingegno e il lavoro richiesti a ciascuno -
edificava una comunita'.
Poi, in tempi recenti, tutto questo scompariva. Spinte ad assimilarsi ai
"bianchi", le culture indigene hanno perso i tradizionali metodi di gestione
dei beni comuni; l'ampliamento della frontiera agricola con una riforma
agraria iniqua ha prodotto disboscamenti e usi irrazionali dell'acqua.
Risultato: desertificazione e abbandono fisico del territorio. Nella
provincia di Loja, tra il 1974 e il 2004, gli abitanti sono scesi da 600.000
a 400.000. Un terzo di loro ha scelto l'emigrazione, prima interna, poi
verso l'estero.
Ma e' proprio vero che con l'acqua torna la vita. Dal 2005 la gestione
comunitaria consensuale della parte superiore del fiume Playas coinvolge gli
abitanti della regione in un processo partecipato di recupero e protezione
delle risorse naturali. Un "Comitato di gestione", animato dai
rappresentanti delle comunita' dei bacini idrografici coinvolti e con un
ruolo di primissimo piano assunto dalle donne, ha riattivato le culture e le
pratiche degli antichi Paltas ricostruendo e rivedendo i loro sistemi di
captazione idrica. Sono state costruite 220 lagune alle pendici dei monti,
alimentate dai canali di captazione dell'acqua piovana che una volta
invasata penetra fino a incontrare terreno impermeabile, ricaricando le
falde sotterranee; da li' scorre verso l'esterno dove sgorga attraverso
sorgenti, confluisce in fenditure raggiungendo gli appezzamenti da irrigare,
e puo' anche essere accumulata in riserve locali.
Sono stati creati vivai comunitari per riforestare decine di ettari con
varieta' locali, e realizzate decine di nuovi orti comunitari. Nell'area e'
tornata la possibilita' di una vita dignitosa: sono coperte le necessita'
domestiche del capoluogo Catacocha e degli abitanti rurali dei bacini,
migliorate le condizioni igienico-sanitarie, la produzione agricola e la
sovranita' alimentare, riattivato il commercio locale...
Oltre diecimila le persone coinvolte. Il progetto e' andato cosi' bene che
hanno voluto applicarlo anche nell'adiacente bacino del fiume Catamayo (Gran
Rio) il quale arriva fino in territorio peruviano; ed e' prevista la replica
del modello in altre province ecuadoriane e in altri paesi andini. In due
parole, il segreto del progetto e': il connubio fra il recupero di miti e
pratiche ancestrali e tecniche moderne di gestione idrica; la partecipazione
della cittadinanza; l'interlocuzione con le istituzioni, ormai anche su
problemi politici piu' ampi.
Il progetto e' sostenuto in loco dal Consiglio provinciale di Loja e in
Italia da Progetto Sviluppo Liguria, da istituzioni locali liguri e dal
Coordinamento ligure donne latinoamericane. Se ne parlera' mercoledi' 26
novembre a Genova (Centro civico R. Zena, salita del Prione 26, primo piano,
alle 17,30), con Wendy Yesenia Sarango Bueno, la presidente del Comitato di
gestione dei bacini Playas e Catamayo, e Julio Carrion Ramirez, supervisore
tecnico.

5. MONDO. MARINELLA CORREGGIA: ORO
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 28 novembre 2008 col titolo "L'oro e i
nativi"]

Com'e' possibile che ancora si strappi oro dalle viscere della Terra, con
l'enorme quantita' che si trova gia' in circolazione e nei forzieri e che
sarebbe ricicilabile quasi in eterno, per l'elettronica come per le
dentature e sperando in un crollo dell'uso effimero gioielliero? Ingenua
domanda, visto che siamo ancora in piena economia estrattiva e il passaggio
a un'economia della permanenza non si intravvede. In tutto il mondo i
conflitti sulle miniere presentano importanti aspetti di ordine legale oltre
che ambientale. Ad esempio per quanto concerne gli strumenti di resistenza
messi in atto (azioni dirette o giudiziarie), la titolarita' delle terre
interessate e i metodi messi in atto dalle multinazionali per dividere le
comunita' locali.
Da anni la nazione di nativi nordamericani Western Shoshone, nel Nevada
(Stati Uniti) lotta contro l'apertura di una gigantesca miniera d'oro a
cielo aperto su un lato del monte Tenabo. A cura e a profitto della piu'
grande compagnia aurifera del mondo, la Canadian Barrick Gold che prevede di
estrarvi dal 2010 un milione di once all'anno almeno per i primi cinque
anni, scavando una superficie di 900 acri fino a una profondita' di 2.000
piedi. La struttura di lavorazione con il cianuro produrrebbe all'anno 1.500
milioni di tonnellate di scarti di roccia e in tutto oltre 160 milioni di
tonnellate di materiali contaminati. Occorrera' molto acqua alla miniera;
cosi', ha denunciato Carrie Dann del Western Shoshone Defense Project e
vincitrice del Right Livelihood Award, "l'acqua sara' per sempre succhiata
via dalla montagna". Per non parlare dell'inquinamento atmosferico da
microparticelle.
Pochi giorni fa il Dipartimento degli Interni con il suo Bureau of Land
Management (Blm) ha accordato il permesso di apertura della miniera. I
lavori, che costeranno 500 milioni di dollari, sono sul punto di iniziare.
Il provvedimento rientra nella "distruzione di mezzanotte" che George Bush
sta operando, facendo approvare i progetti degli amici estrattori.
Cinque gruppi nativi e associazioni quali il Great Basin Mine Watch e il
Western Mining Action Project (che da' servizi legali gratuiti ai cittadini
e tribu' native in lotta contro le miniere) hanno fatto ricorso contro la
decisione, alla Corte Federale del Nevada (e 14.000 persone hanno firmato il
loro appello). La titolarita' di quelle terre ancestrali e' riconosciuta ai
nativi sulla base del trattato del 1863. L'area che sarebbe erosa dalla
miniera e inquinata dalle sue scorie al cianuro e' luogo di importanza
spirituale e culturale per i Western Shoshone che la vivono per le loro
pratiche culturali ma vi attingono anche piante medicinali e alimenti. I
nativi sostengono di non aver mai ceduto quelle terre al governo. In effetti
lo stesso Bureau of Land Management nel suo Ethnographic Report del 2004
riconosceva che tutto il monte e' "parte della proprieta' tradizionale dei
nativi". Ma nella sua recente valutazione di impatto ambientale della
miniera, il Blm ha detto di non vedere quale uso tradizionale del monte
potrebbe essere danneggiato dalla miniera.
Su questo aspetto la Barrick non si pronuncia, sventolando invece le
possibilita' di "un nuovo sviluppo anche occupazionale per il Nevada rurale,
in tempi di crisi industriale e perdita di posti di lavoro". Cosi' le
comunita' Shoshone sono divise in merito. Alcuni loro leader hanno firmato
un accordo di collaborazione con la Barrick per interventi nel campo
dell'educazione, con un fondo ad hoc tratto dai proventi della miniera che
aiuterebbe negli studi superiori i giovani della zona in difficolta'
finanziarie...

6. MONDO. MARINELLA CORREGGIA: ECOBANCHE
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 29 novembre 2008 col titolo "Boom
ecobanche"]

Si occupano di finanziare l'economia reale anziche' rovinose speculazioni
finanziarie. E' dunque logico che le piccole, etiche ecobanche - come, in
Italia, Banca popolare etica e le Mag o Mutua autogestione - stiano
conoscendo un meritato successo. Aumenta la fiducia in loro da parte dei
risparmiatori, e anche di chi ha solo uno stipendio o una collaborazione da
far accreditare da qualche parte. Il piccolo boom delle banche etiche e'
raccontato da un articolo su www.planetark.com, il sito per l'ambiente della
Reuter. Si parla ad esempio della Triodos, storica banca eco che anziche'
investire in derivati o in qualche altro complesso prodotto finanziario fra
quelli che hanno aiutato a far scoppiare la crisi bancaria e finanziaria
mondiale, si occupa di - e presta a - progetti veri, come le fonti di
energia alternativa, i servizi sociali, i centri di cura, la cultura ecc. Un
altro fattore chiave e' la trasparenza nella comunicazione con i clienti, i
quali vogliono sapere quel che si fa con il loro denaro. Nel mese di ottobre
la Triodos e' stata quasi presa d'assalto: 60 nuovi conti aperti ogni
giorno, cinque volte piu' della media precedente. La banca, con sede
centrale in Olanda e filiali in Belgio, Spagna e Gran Bretagna, oltre a
investire solo in progetti veri, non prende prestiti all'interno del
circuito bancario.
In Gran Bretagna, l'Ecology Building Society ha goduto di versamenti per 2,5
milioni di sterline in ottobre; certo una goccia nell'oceano finanziario di
High Street, ma il doppio rispetto ad aprile. Certo "investire nel mattone"
e' quasi una banalita', ma la compagnia in questione valuta l'impatto
ambientale di ogni progetto prima di finanziarlo. Ha visto crescere i
risparmi depositati anche la Britain's Co-operative Bank, il cui sito
enuncia chiaramente le scelte etiche, contro il caos climatico e per i
diritti umani. Una cliente, intervistata nella capitale belga, ha detto che
le grandi banche convenzionali speculano sul denaro e alla fine non ci si
capisce nulla, salvo che hanno poco a che fare con la realta'. Meglio una
banca etica, che sembra rispondere meglio a quel che la gente vive tutti i
giorni.
Eppure si guadagna molto di meno affidandosi agli istituti alternativi.
Triodos Belgio, ad esempio, offre un tasso di interesse del 2 per cento sui
conti di risparmio e un premio del 2 per cento per denaro nuovo che rimane
fermo nel conto almeno sei mesi, oltre a uno 0,5 per cento per il denaro che
rimane fermo per 11 mesi. Poco, in confronto al tasso della banca Fortis del
4,25 per cento piu' un premio dell'1 per cento per il denaro depositato nei
primi tre mesi del 2008; e molto molto meno dei guadagni offerti da alcuni
prodotti finanziari ad alto rischio. Pero' Fortis, come Dexia e altre, sono
cadute nel vortice.
Secondo un esperto dell'agenzia Moody le banche etiche beneficerebbero di un
tentativo delle persone di distribuire il loro denaro fra diversi istituti
per approfittare del tetto garantito dallo stato per i depositi in ogni
istituzione. Ma per l'International relations at Ethical Investment Research
Service (Eiris) che fa ricerche sul comportamento sociale, ambientale ed
etico delle compagnie, ormai molti risparmiatori non intendono piu' ignorare
l'ambiente e i cambiamenti climatici. Oltre a non fidarsi piu' delle banche
e dei prodotti ad alto rischio. ("Niente piu' denaro e quindi niente piu'
speculazioni ne' furti ne' ignobili traffici ne' quelle ignominie causate
dalla cupidigia, niente piu' privilegiati e niente piu' miserabili": era il
sogno di una societa' comunista architettato da Sigismonde, personaggio del
romanzo Il denaro di Emile Zola...).

7. RIFLESSIONE. PEPPE SINI: L'AMBIENTALISTA DEL NO. REO CONFESSO
[Riproponiamo il seguente intervento gia' apparso nelle "Notizie minime
della nonviolenza in cammino"]

Ebbene si', sono un "ambientalista del no".
Appartengo alla trista genia di coloro che ritengono che di fronte al male
occorre dire no.
Me lo ha insegnato una volta per sempre Hannah Arendt, quandi scrisse che
"si puo' sempre dire un si' o un no", e che ad esempio di fronte al nazismo
si doveva dire no.
*
Sono un ambientalista del no perche' alla follia nucleare dico no. Ho preso
parte a dieci anni di lotte per fermare il nucleare negli anni '70 e '80 del
secolo scorso, ero a Pian dei Cangani alla festa della primavera del '77
prima ancora che il cantiere cominciasse, ed ero dinanzi ai cancelli della
centrale di Montalto (e ad essere investito dalla carica) ancora nell'ultima
manifestazione per far rispettare la volonta' popolare espressa nel
referendum che dopo la catastrofe di Cernobyl blocco' il crimine nucleare in
Italia.
*
Sono un ambientalista del no perche' all'immane avvelenamento che verrebbe
prodotto dalla centrale di Tor Valdaliga Nord riconvertita a carbone dico
no. Mi sono battuto contro le servitu' energetiche e militari nell'Alto
Lazio per piu' di trent'anni, non sono disposto a consentire questo nuovo
crimine dell'Enel.
*
Sono un ambientalista del no perche' all'illegale e insensato mega-aeroporto
a Viterbo dico no. Perche' devasterebbe per sempre l'area del Bulicame,
perche' aggredirebbe e massacrerebbe la salute e i diritti di migliaia di
viterbesi, perche' lo sciagurato incremento del trasporto aereo contribuisce
in ingente misura alla catastrofe del surriscaldamento climatico globale.
*
E non mi fermo qui: ad esempio dico no anche agli ogm. Agli inceneritori.
Alla scellerata privatizzazione dell'acqua.
Come dissi no a una devastante superstrada, la Supercassia. Che se non ci
fossimo opposti avrebbe sventrato e distrutto per sempre tanta parte del
bosco di Monte Fogliano, tanta parte della natura nel viterbese.
Come dico ancora no all'autostrada tirrenica, comunque camuffata.
*
E a dirla tutta per quanto mi riguarda dico no anche all'automobilismo
privato: al punto che non ho mai neppure preso la patente di guida, e sono
vissuto bene lo stesso fino a questa tarda eta'.
E dico no ai telefonini e a quel che implicano in termini di campi
elettromagnetici e non solo, di sanguinario sfruttamento dell'Africa (le
guerre infinite per il controllo delle aree di estrazione del coltan) e non
solo, e mi si creda se dico che si vive meglio senza essere tenuti come cani
al guinzaglio da quell'infernale macchinetta.
*
Del resto non sono solo un ambientalista del no, sono anche un pacifista del
no.
Infatti dico no alle guerre. Dico no alle armi. Dico no agli eserciti e a
tutti i gruppi armati. Dico no alle uccisioni: mi sta a cuore il diritto
alla vita di ogni essere umano.
E dico no ai razzisti e ai predoni che ci governano, e ai poteri criminali,
e all'intreccio tra politica corrotta, economia illegale e mafie.
E se dovessi ricondurre tutti questi no ad un solo criterio, dico no a chi
vuole distruggere il mondo e calpestare la dignita' e i diritti
dell'umanita'. E scusate se e' poco.
*
E' che ho letto Hannah Arendt e don Milani da giovane, e non te li scordi
piu'. E' che ho avuto la fortuna dell'amicizia di Dario Paccino e di
Alexander Langer e di Danilo Dolci e di Ernesto Balducci, e non te li scordi
piu'. Per questo non mi offendo quando mi si definisce "ambientalista del
no", anzi ne meno vanto. Lorsignori vorranno compatire.

8. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL'AEROPORTO DI
VITERBO

Per informazioni e contatti: Comitato contro l'aeroporto di Viterbo e per la
riduzione del trasporto aereo: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito:
www.coipiediperterra.org
Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa
Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it
Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it

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COI PIEDI PER TERRA
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino"
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it
Numero 140 del primo dicembre 2008

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