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Minime. 645
- Subject: Minime. 645
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 20 Nov 2008 01:25:03 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 645 del 20 novembre 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Alessandro Pizzi: Otto argomenti contro il ritorno al nucleare 2. Antonella Litta relatrice a due convegni a Marino e a Genova 3. Enrico Piovesana: I cacciabombardieri italiani nella guerra afgana 4. Dijana Pavlovic: Un racconto rom 5. Paolo Perazzolo intervista Jose' Saramago 6. Paolo Pegoraro presenta "In terra sconsacrata" di Alessandro Zaccuri 7. Monica Ruocco presenta "Amore in esilio" di Bahaa Taher 8. L'agenda "Giorni nonviolenti 2009" 9. L'Agenda dell'antimafia 2009 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento 11. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. ALESSANDRO PIZZI: OTTO ARGOMENTI CONTRO IL RITORNO AL NUCLEARE [Ringraziamo Alessandro Pizzi (per contatti: alexpizzi at virgilio.it) per questo intervento. Alessandro Pizzi, gia' apprezzatissimo sindaco di Soriano nel Cimino (Vt), citta' in cui il suo rigore morale e la sua competenza amministrativa sono diventati proverbiali, e' fortemente impegnato in campo educativo e nel volontariato, ha preso parte a molte iniziative di pace, di solidarieta', ambientaliste, per i diritti umani e la nonviolenza, tra cui l'azione diretta nonviolenta in Congo con i "Beati i costruttori di pace"; ha promosso il corso di educazione alla pace presso il liceo scientifico di Orte (istituto scolastico in cui ha lungamente insegnato); e' uno dei principali animatori del comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo. Sul tema del trasporto aereo, del suo impatto sugli ecosistemi locali e sull'ecosistema globale, e sui modelli di mobilita' in relazione ai modelli di sviluppo e ai diritti umani, ha tenuto rilevanti relazioni a vari convegni di studio] Il nucleare non serve a risolvere il problema energetico. Una petizione popolare indirizzata al Presidente della Repubblica, al Presidente del Senato, al Presidente della Camera, al Presidente del Consiglio, lanciata ai primi di settembre dall'associazione "Per il bene comune" ha per titolo: "Non abbiamo bisogno del nucleare". Trovo molto appropriato il titolo e del tutto condivisibile il contenuto della petizione. Per chi volesse firmare l'appello l'indirizzo e': http://petizione.perilbenecomune.org/ Per giustificare la scelta nucleare viene messa in atto una vera campagna di disinformazione. * 1. Chi vuole il nucleare afferma che l'energia prodotta ha costi bassi e favorisce l'indipendenza energetica. Non e' vero che il nucleare ci libera dalla dipendenza dall'estero, tanto e' vero che l'uranio, l'Italia dovrebbe importarlo. L'uranio non e' inesauribile e ha un costo che da 2001 al 2007 e' moltiplicato per dieci. Studi come "The economic future of nuclear power" condotto dall'Universita' di Chicago nell'agosto 2004 per conto del Dipartimento dell'energia statunitense sui costi del nucleare confrontati con quelli relativi alla produzione termoelettrica da gas naturale e carbone, o "The future of nuclearpower" pubblicato nel 2003 dal Massachusetts Institute of Technology, dimostrano come i costi del nucleare sono maggiori rispetto a quelli relativi alla produzione termoelettrica da gas naturale e carbone. Secondo una stima del dipartimento dell'energia degli Usa i costi dell'elettricita' da nuovi impianti in funzione al 2015 e al 2030 sono: Carbone 56,1 dollari per MWh al 2015 e 53,7 al 2030; Gas 55,2 dollari per MWh al 2015 e 57,2 al 2030; Eolico 68,0 dollari per MWh al 2015 e 67,9 al 2030; Nucleare 63,3 dollari per MWh al 2015 e 58,8 al 2030 (fonte: Eia/Doe 2007 Annual Forecast - valori espressi in dollari del 2005 per MWh. Inoltre e' da tenere presente che per gli impianti nucleari negli Usa e' previsto un sussidio di 18 dollari al MWh. Tra costo industriale e sussidio il costo raggiunge circa gli 80 dollari al MWh). Non c'e' da stupirsi se l'Enel e Edison si dichiarano pronti a coprire il 15-20% del fabbisogno elettrico al 2030 con 10-15 centrali. Piu' la bolletta e' alta, piu' si consuma, piu' guadagnano. * 2. Altra menzogna e' raccontata a proposito del risparmio sull'emissione di gas ad effetto serra come l'anidride carbonica. Non si dice che gli impianti nucleari richiedono enormi quantita' di acciaio speciale, zirconio e cemento, materiali che per la loro produzione richiedono carbone e petrolio. Anche le altre fasi della filiera nucleare, dall'estrazione del minerale d'uranio, alla produzione delle barre di combustibile, fino al loro stoccaggio e riprocessamento fanno si' che le emissioni indirette della produzione di un kWh da energia nucleare e' comparabile con quella del kWh prodotto in una centrale a gas. * 3. I fautori del nucleare affermano che oggi le centrali sono piu' sicure. Con la tecnologia oggi disponibile rimangono irrisolti tutti i problemi di sicurezza e dello smaltimento delle scorie. Da mettere in evidenza le conseguenze sulla salute dei cittadini per la fuoriuscita dalle centrali anche di piccole dosi di radioattivita'. La ricerca sui reattori sicuri "Generation IV" promossa dagli Stati Uniti insieme ad altre nazioni, a cui si e' aggiunta anche l'Italia, sui reattori raffreddati ad acqua o a gas e su quelli a spettro veloce, si e' posta l'obiettivo di pervenire entro il 2030 a un prototipo di reattore, quindi siamo lontani dall'oggi. Per quello che riguarda lo smaltimento delle scorie radioattive, ricordo che secondo l'inventario dell'Apat (Agenzia per la Protezione dell'Ambiente e per i Servizi Tecnici) in Italia c'e' una montagna di rifiuti altamente radioattivi: circa 25.000 m3 di rifiuti, 250 tonnellate di combustibile irraggiato - pari al 99% della radioattivita' presente nel nostro Paese -, a cui vanno sommati i circa 1.500 m3 di rifiuti prodotti annualmente da ricerca, medicina e industria e i circa 80-90.000 m3 di rifiuti che deriverebbero dallo smantellamento delle quattro centrali e degli impianti del ciclo del combustibile, che aspettano ancora un sito sicuro per lo smaltimento. * 4. Centrali e bombe nucleari sono strettamente connesse. La relazione tra il nucleare civile e quello militare e' strettissima, tanto e' vero che, ad esempio, all'Iran gli Usa vogliono proibire la costruzione di centrali nucleari con l'accusa che utilizzerebbe parte della filiera per la costruzione di bombe atomiche. * 5. La propaganda menzognera afferma che il nucleare serve per risolvere il problema energetico. Il nucleare produce solo energia elettrica. Anche se il Governo fosse in grado di costruire le centrali nucleari necessarie a coprire il 25% del fabbisogno di energia elettrica, come recentemente sostenuto dal Ministro Scajola, darebbe un modesto contributo al bilancio energetico nazionale. Infatti in Italia secondo i dati del Bilancio energetico nazionale del Ministero dello Sviluppo Economico e una elaborazione dell'Enea sui consumi finali per il 2007 l'elettricita' rappresenta solo il 18%, contro il 48% di petrolio, il 29% di gas e il 5% di carbone, cosi' distribuiti per settori: Trasporti: 97% petrolio, 1% gas, 2% elettricita'; Industria: 19% petrolio, 40% gas, 12% carbone, 29% elettricita'; Residenziale e Terziario: 11% petrolio, 55% gas, 4% carbone, 30% elettricita'. Quindi con il nucleare si andrebbe a coprire con l'ipotesi Enel tra il 2,5% e il 3,6% di tutti i consumi finali, e secondo Scajola il 4,5% di tutti i consumi finali. Questo sarebbe il contributo del nucleare al problema energetico nazionale. Inoltre gli ingenti investimenti per il nucleare toglierebbe risorse per lo sviluppo delle energie rinnovabili. La petizione popolare, ricordata all'inizio, riporta che in Italia basterebbe che venisse coperto di pannelli fotovoltaici solo lo 0,4% delle superfici costruite per soddisfare l'intero fabbisogno nazionale di energia elettrica. Ma c'e' una risorsa ancora piu' importante a mio parere, quella chiamata efficienza energetica negli usi finali dell'energia elettrica. Uno studio, commissionato da Greenpeace, dal titolo "La rivoluzione dell'efficienza", fatto dal Gruppo di ricerca sull'efficienza negli usi finali dell'energia del Dipartimento di Energetica del Politecnico di Milano, dimostra che il risparmio di energia elettrica va ben oltre il 20% previsto dal Piano d'azione per l'efficienza energetica della Commissione Europea con conseguente diminuzione delle emissioni di CO2. Va ricordato che L'Unione Europea recentemente ha dato il via libera al piano sul clima, denominato "20-20-20". Cioe' il raggiungimento del 20% della produzione energetica da fonti rinnovabili, il miglioramento del 20% dell'efficienza e un taglio del 20% nelle emissioni di anidride carbonica. Traguardi da raggiungere in tutta Europa entro la data del 2020 (per quanto riguarda l'Italia, dovra' tagliare il 13% di emissioni di C02 nei settori non inclusi nel sistema di scambio di emissioni (Ets) e dovra' aumentare del 17% i consumi energetici da fonti rinnovabili entro il 2020, rispetto ai livelli del 2005). Lo studio sopra richiamato ha preso in considerazione i settori Residenziale, Terziario commerciale, Terziario pubblico e Industriale con interventi riguardanti gli usi finali per illuminazione, per i motori elettrici, per gli elettrodomestici e, inoltre, per la riduzione del consumo dovuto allo stato di Stand-by e per consumi a vuoto (per esempio un impianto di illuminazione o ventilazione in funzione fuori dalle ore di uso di un ufficio; nastri trasportatori, macchinari, aria compressa in funzione senza utilizzo nell'industria), per l'aumento dell'efficienza di treni e tram, per la produzione di acqua calda sanitaria con solare termico, per le lavatrici e lavastoviglie con alimentazione di acqua calda prodotta esternamente, per esempio collegandole all'impianto a gas per l'acqua calda o meglio ancora all'impianto di pannelli solari termici escludendo la resistenza elettrica e per interventi sull'involucro edilizio per il raffrescamento passivo a basso consumo. "Il Rapporto ci presenta una buona notizia. Esiste in Italia un potenziale di efficienza ampiamente ottenibile entro il 2020 e superiore al 20% che, se realizzato, produrrebbe benefici economici netti. E' possibile tagliare 50 milioni di tonnellate di CO2 rispetto allo scenario tendenziale con un vantaggio economico per la societa' e aumentando l'occupazione". Cosi' si esprime lo studio del Politecnico di Milano. * 6. Investimenti e fonti energetiche rinnovabili. Per ottenere il risparmio di energia elettrica e per la diffusione delle energie rinnovabili e' necessaria una volonta' politica per un consistente investimento. Investimento che, come ampiamente dimostrato dal rapporto "La rivoluzione dell'efficienza", ha un ritorno benefico sull'ambiente (significativa diminuzione delle emissioni di CO2) e sull'economia in termini di occupazione e risparmio. Il gruppo di ricerca afferma: "Nel complesso per raccogliere il potenziale economicamente conveniente occorrerebbero investimenti in tecnologie e programmi per circa 80 miliardi di euro (circa 5,7 miliardi/anno negli anni dal 2007 al 2020), con un beneficio economico che si protrarra' nel tempo fino al 2040. Il beneficio economico cumulato netto, cioe' la riduzione della bolletta elettrica meno gli investimenti sopra citati, risulterebbe di 65 miliardi di euro attuali... In termini occupazionali, in base a una analisi di casi internazionali, si stima un aumento dell'occupazione tra 46.000 e 80.000 posti di lavoro per 14 anni". * 7. Cambio di stile di vita. Risparmio di energia elettrica con conseguente minore emissioni di gas ad effetto serra puo' essere ottenuto anche con atti di responsabilita' personale, con un cambio di stile di vita. Voglio fare solo alcuni esempi. Per capire come cambiare stili di vita per non utilizzare inutilmente l'energia, per diminuire le emissioni di gas serra e per vivere in armonia con noi stessi e con il pianeta rimando al bel libro di Marinella Correggia, La rivoluzione dei dettagli. Manuale di ecoazioni individuali e collettive, Feltrinelli, Milano 2007. Esempi. Si puo' vivere benissimo con meno elettrodomestici, cito dal libro di Marinella Correggia: "Meno elettro- piu' 'mano-domestici'. Ogni gesto una macchina? Grattugia, spremiagrumi, coltello, apriscatole, scopa, radiosveglia, spazzolino, rasoio, scale, tutto elettrico? E' ora che si facciano avanti i 'manodomestici', che aiutano senza clic"; a proposito della lavastoviglie: "Non l'ha ordinata il medico. Nelle famiglie piccole lavare i piatti a mano puo' essere un buon esercizio di meditazione o socializzazione e se ben fatto risparmia acqua, prendendo poco tempo"; a proposito di divertimenti: "Divertirsi si' ma... perfino i divertimenti incidono parecchio; oltre a notti bianche, discoteche e concerti, non appena apre una sala multimediale la potenza richiesta agli installatori e' enorme: dell'ordine di 500 Kw"; per non parlare delle partite di calcio giocate in notturna, non certo per esigenze sportive ma solo per motivi commerciali delle televisioni che le trasmettono; e' stato calcolato ("Terna Web Magazine" del 10 luglio 2008) che per illuminare lo stadio Olimpico di Roma per i 90 minuti della partita si consumano 5372 Kwh, 4,5 volte il consumo pro capite in un anno dei cittadini dei capoluoghi di provincia. * 8. Conclusione. L'introduzione delle energie rinnovabili, soprattutto il solare fotovoltaico e termodinamico, l'introduzione delle tecnologie per l'efficienza negli usi finali di energia elettrica e il risparmio possono escludere completamente il ricorso al costoso e pericoloso nucleare. Il 4 novembre 2008 la Camera ha compiuto il primo passo per il ritorno al nucleare con l'approvazione dell'Agenzia per la sicurezza delle centrali atomiche, che secondo i piu' ottimisti dovrebbero entrare in funzione nel 2020, per arrivare a regime nel giro di una decina di anni. Se il Governo vuole ritornare al nucleare non lo fa per questioni di energia, ma per favorire qualche industriale, a partire da chi si occupa di acciaio e cemento, e per controllare il territorio, per ridurre gli spazi della partecipazione democratica dal basso della popolazione alle scelte politiche. Tanto e' vero che il pacchetto approvato alla Camera addirittura prevede la "militarizzazione" dei territori su cui dovranno sorgere le centrali nucleari e anche la possibilita' di commissariamento se non si trova l'accordo con la popolazione. A noi il compito di svelare le menzogne dei potenti, di fare informazione corretta e di facilitare la partecipazione consapevole dei cittadini alle scelte politiche. 2. INCONTRI. ANTONELLA LITTA RELATRICE A DUE CONVEGNI A MARINO E A GENOVA [Diffondiamo il seguente comunicato dal titolo completo "La dottoressa Antonella Litta relatrice a due convegni a Marino e a Genova sull'impatto sanitario delle strutture aeroportuali"] La dottoressa Antonella Litta, portavoce del Comitato che si oppone al mega-aeroporto a Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo, sara' nelle prossime settimane relatrice a due convegni di studio a Marino (Roma) e a Genova. * A Marino - comune che subisce direttamente il grave impatto dell'aeroporto di Ciampino, con cui il suo territorio confina - sara' relatrice alla tavola rotonda sul tema "L'aeroporto di Ciampino e la salute dei cittadini", che si svolgera' sabato 29 novembre 2008, dalle ore 16 alle ore 19, presso il salone parrocchiale della parrocchia "Nativita' della beata vergine Maria" in via Gramsci 1, a Santa Maria delle Mole. * A Genova sara' relatrice al prestigioso convegno nazionale delle "Giornate italiane mediche per l'ambiente" sull'inquinamento delle catene alimentari, che si terra' giovedi' 11 e venerdi' 12 dicembre 2008. * Breve notizia sulla dottoressa Antonella Litta Antonella Litta e' la portavoce del Comitato che si oppone alla realizzazione dell'aeroporto a Viterbo; svolge l'attivita' di medico di medicina generale a Nepi (in provincia di Viterbo). E' specialista in Reumatologia ed ha condotto una intensa attivita' di ricerca scientifica presso l'Universita' di Roma "la Sapienza" e contribuito alla realizzazione di uno tra i primi e piu' importanti studi scientifici italiani sull'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi, pubblicato sulla prestigiosa rivista "Clinical and Esperimental Rheumatology", n. 11, pp. 41-47, 1993. E' referente locale dell'Associazione italiana medici per l'ambiente (International Society of Doctors for the Environment - Italia). Gia' responsabile dell'associazione Aires-onlus (Associazione internazionale ricerca e salute) e' stata organizzatrice di numerosi convegni medico-scientifici. Presta attivita' di medico volontario nei paesi africani. E' stata consigliera comunale. E' partecipe e sostenitrice di programmi di solidarieta' locali ed internazionali. Presidente del Comitato "Nepi per la pace", e' impegnata in progetti di educazione alla pace, alla legalita', alla nonviolenza e al rispetto dell'ambiente. 3. AFGHANISTAN. ENRICO PIOVESANA: I CACCIABOMBARDIERI ITALIANI NELLA GUERRA AFGANA [Dal sito di "Peacereporter (http://it.peacereporter.net/) riprendiamo il seguente articolo del 19 novembre 2008 col titolo "L'Italia vola in guerra" e il sottotitolo "Afghanistan, i nostri Tornado vanno a combattere"] I quattro cacciabombardieri italiani Tornado del VI stormo "Diavoli Rossi" di Ghedi partiranno per l'Afghanistan "nei prossimi giorni". Lo ha confermato ieri il generale Vincenzo Camporini, Capo di stato maggiore della Difesa. * Missione di guerra Secondo i "caveat" imposti dal governo italiano, la missione di questi aerei da guerra - che ci costera' oltre quattro milioni di euro al mese - non sara' quella di sganciare missili e bombe. Ma cio' non vuol dire che non parteciperanno alla guerra. I quattro Tornado - che non saranno sotto comando italiano, bensi' a disposizione del comandante statunitense David D. McKiernan - verranno impiegati su tutto lo spazio aereo afgano in operazioni di sorveglianza del territorio ma anche in operazioni di intelligence e ricognizione, ovvero di "acquisizione obiettivi". Vale a dire che individueranno gli obiettivi che poi verranno bombardati da altri caccia alleati o attaccati dalle truppe di terra della Nato. Affermare che i Tornado non parteciperanno alla guerra e' come dire che non lo fa l'ufficiale di puntamento addetto a un pezzo d'artiglieria che da' le coordinate di tiro all'artigliere, o che non lo facevano i soldati che venivano spediti in perlustrazione fuori dalle trincee prima di un attacco. * Lo dicono anche i militari "Le missioni aeree di ricognizione non hanno finalita' ricreative e umanitarie", ha ironizzato il generale Fabio Mini, ex comandante della missione Kfor in Kosovo. "Sono missioni da combattimento vero e proprio in quanto preludono all'attacco con bombe a grappolo, incendiari ed esplosivi ad alto potenziale". La stessa ovvieta' fu evidenziata nel marzo 2007 dall'associazione pacifista di ufficiali tedeschi "Darmstaedter-Signal" alla vigilia dell'invio dei sei Tornado della Luftwaffe che ora i nostri quattro vanno a sostituire con gli stessi compiti. "Non si puo' dire che il loro impiego sara' 'non-combat' perche' i risultati dei loro voli di ricognizione guideranno gli attacchi condotti da altri aerei o da truppe di terra". * E magari anche bombe Al di la' di questo, rimane il dubbio che i Tornado alla fine possano venire segretamente usati anche per bombardare. "Gli aerei sotto controllo americano non hanno limiti operativi e i nostri cacciabombardieri saranno chiamati a 'cacciabombardare'", ha dichiarato il generale Mini. D'altronde, osservano molti, per fare perlustrazione e osservazione delle postazioni nemiche non bastano gli aerei spia telecomandati come i "Predator", che sono fatti apposta? Anche durante la guerra del Kosovo del 1999 i Tornado italiani, ufficialmente, svolgevano solo missioni di ricognizione e supporto aereo. Poi si scopri' che sganciarono tonnellate di bombe su Belgrado. 4. RIFLESSIONE. DIJANA PAVLOVIC: UN RACCONTO ROM [Dal quotidiano "L'Unita'" del 10 novembre 2008 col titolo "Il prefetto che rispettava i Rom"] Un racconto rom ci narra di Hitler Tuka: "C'era una volta un re che odiava i Rom e li voleva ammazzare, perche' erano diversi da lui e parlavano una lingua che lui non capiva. Ma ai giorni nostri ammazzare tante persone non e' proprio una grande cosa, allora penso' di far diventare tutti i Rom criminali, difatti ammazzare criminali e' tutt'altra cosa. Quindi da' l'ordine di cacciare tutti i Rom dalle citta' nei boschi in modo che la' abbiano freddo e fame cosi' ruberanno le patate ai contadini, ed ecco i ladri!...". In questo racconto si mescolano la memoria del Porrajmos, lo sterminio dei Rom, al disagio sociale dei moderni campi di segregazione, i cosiddetti "campi nomadi", che, se proprio ci devono essere, devono stare lontano, nascosti agli occhi dei "normali" cittadini. A Milano come a Roma, dove addirittura devono essere spostati al di fuori del grande raccordo anulare. E le donne e gli uomini che lavorano? e i bambini che vanno a scuola? Chi se ne frega, che se ne tornino al loro Paese, pensa e dice la Lega dimenticando che meta' dei Rom sono di origine italiana dal '400, prima di tanti "lumbard". Campi nomadi quindi come discariche sociali nelle quali e' molto difficile mantenere quei pezzi di vita decente strappati al pregiudizio e all'odio ed e' piu' facile ricorrere a tutto quello che si puo' per sopravvivere. Queste cose il prefetto di Roma Carlo Mosca le sapeva bene quando ha rifiutato di schedare con le impronte i bambini Rom e spiegava che non aiutava la sicurezza sgomberare comunita' che avevano un minimo di stabilita' spargendo sul territorio persone disperate. Ma queste cose banalmente civili non lo sono quando la paura dell'altro serve a raccattare consenso politico e a offrire un capro espiatorio a un Paese in crisi sociale, economica e morale. Allora via chi ostacola questo percorso, via chi capisce che altro deve essere il modo di affrontare un processo irreversibile come quello dell'immigrazione e della convivenza nel rispetto reciproco di etnie, culture, religioni diverse. Io vengo dalla Serbia, dalla ex-Jugoslavia, ho vissuto il dramma, la violenza, il dolore della rottura della convivenza tra le tante diversita' che formavano la mia nazione e per questo so bene quanto siano preziosi uomini che al di la' dell'appartenenza politica abbiano bene in mente il valore delle diversita' e dei principi che regolano la convivenza democratica. Prefetto Mosca, nais, te aves bahtalo'! (in romanes: grazie e la fortuna sia con lei) perche' ha fatto capire al mio popolo che si puo' sperare in persone come lei nel momento in cui in questo Paese sembrano tornare i modi del terribile Hitler Tuka. 5. RIFLESSIONE. PAOLO PERAZZOLO INTERVISTA JOSE' SARAMAGO [Dal mensile "Letture", n. 611, novembre 2004, col titolo "Saramago: Adesso e' ora di dire basta" e il sommario "Nell'ultimo suo Saggio sulla lucidita' lo scrittore portoghese si scaglia contro le ingiustizie e le sopraffazioni della societa', ponendosi in difesa dei diritti umani, senza i quali non c'e' vera democrazia"] L'ultimo libro di Jose' Saramago, Saggio sulla lucidita', si apre con un'epigrafe in cui si invitano i cani a ululare e si chiude con l'amara constatazione di come questi vengano messi a tacere. Una metafora di grande efficacia, nella quale puo' essere riassunto il senso non solo di quest'ultimo romanzo, ma dell'intera sua produzione. Quell'esortazione a ululare, indirizzata a tutti gli uomini, esprime il bisogno sempre piu' urgente di reagire, di ribellarsi a una storia che, agli occhi di Saramago, e' in gran parte storia di sopraffazioni, di dominio dei potenti sui deboli, di ingiustizie. Come pure quella disillusa constatazione finale rivela la consapevolezza del perpetuarsi delle violenze e delle iniquita', del prevalere del male. Che fare, allora? I protagonisti del Saggio sulla lucidita' provano con qualcosa di assolutamente inedito: votano in massa scheda bianca alle elezioni, confermando e accentuando la scelta in una successiva e "riparatrice" tornata elettorale. Una rivolta civile che fa degli abitanti di questa innominata citta' - parenti stretti di quelli di La caverna e soprattutto di Cecita'- dei terribili nemici del potere costituito. * - Paolo Perazzolo: Saramago, cominciamo da quell'"ululare" posto all'inizio del romanzo. Che cosa significa in realta'? Ha forse a che fare con la "lucidita'" del titolo? - Jose' Saramago: Se affrontassimo la realta' con lucidita' e con la massima obiettivita' possibile, e riuscissimo finalmente a vederla in tutta la sua brutalita', probabilmente nascerebbe in noi una tale indignazione che la reazione minima sarebbe quella di ululare. Dalla terra dovrebbe salire un enorme "basta", perche' stiamo vivendo in un inferno: la politica non risolve nessun problema, il potere economico ci deride e noi che cosa facciamo? Ci rassegniamo a leggere sui giornali o ad ascoltare dalla televisione che tutto continua come sempre. D'altra parte, che alternative abbiamo? Al massimo possiamo andare a votare ogni quattro anni, insediare un Governo al posto di un altro... E con questo? Il potere e' comunque altrove, nei consigli di amministrazione delle grandi multinazionali, e nessuno puo' modificare il cda della Coca-Cola o di qualche altra azienda. * - Paolo Perazzolo: I protagonisti dei suoi romanzi, pero', sembrano delineare una progressiva presa di coscienza... - Jose' Saramago: Quel processo di progressiva consapevolezza appartiene forse piu' all'autore, dato che non percepisco nel mondo un movimento simile. C'e' chi condivide la mia analisi, ma non vedo un aggregarsi di massa attorno a un'idea, anche perche' mancano valori in grado di attirare le persone. L'uomo ha bisogno di idee forti, ma purtroppo questo bisogno a volte porta ad abbracciare idee devastanti, come la storia del Novecento ha ampiamente dimostrato. Se le idee buone, costruttive fanno marcia indietro, avanzano quelle cattive, distruttive. * - Paolo Perazzolo: Nei suoi libri lei ha mostrato l'inaffidabilita' radicale della politica: da dove, allora, possono venire gli ideali di cui l'umanita' ha sete? - Jose' Saramago: Dalla filosofia, non intesa come corrente ideologica, bensi' come capacita' di riflessione. So che non ci possono essere sette miliardi di filosofi nel mondo, ma tutti possiamo adottare l'atteggiamento filosofico. Per definizione l'uomo e' l'essere in grado di pensare: ma come sta utilizzando questa capacita' l'uomo contemporaneo? Il progresso tecnologico e scientifico hanno raggiunto risultati straordinari, certo, ma non bastano. Ci e' necessaria la capacita' di riflettere sulla vita e sulla societa'. * - Paolo Perazzolo: E' in corso un dibattito sul concetto di democrazia occidentale. Per alcuni e' un modello insuperabile, altri invece non gli hanno risparmiato feroci critiche. - Jose' Saramago: Non vedo attorno a noi vere democrazie. Se un sistema politico e sociale non riesce a opporsi agli abusi economici non e' vera democrazia; se non riesce a far rispettare i diritti umani, non e' nemmeno vera democrazia. Esistono diritti umani senza democrazia, ma non democrazia senza diritti umani. In realta' abbiamo costruito un sistema di istituzioni, partiti, governi che definiamo democratici, ma che non godono di un potere effettivo. Viviamo in democrazie amputate, condizionate, in balia del potere economico. * - Paolo Perazzolo: In Saggio sulla lucidita' il Governo mette sotto controllo i cittadini, servendosi di tecnologie sofisticate. Siamo nell'epoca del Grande fratello? - Jose' Saramago: Il concetto di privacy ormai non esiste piu'. Tutte le nostre comunicazioni possono essere intercettate, come aveva previsto Orwell in 1984. Recentemente Israele ha mandato in orbita un satellite in grado di controllare un oggetto di 30 centimetri sulla superficie terrestre. Siamo sottoposti a un regime di vigilanza continua. In nome di che cosa? Della cosiddetta sicurezza, utilizzata come pretesto per privare i cittadini della loro liberta'. * - Paolo Perazzolo: Perche' tornano in gioco i personaggi di Cecita'? - Jose' Saramago: A un certo punto mi e' parso naturale affidare a loro la continuazione della storia, anche se all'inizio della stesura del nuovo romanzo non l'avevo previsto. Cecita' non voleva essere un romanzo esplicitamente politico, ma negli ultimi anni la situazione mondiale si e' aggravata. Ecco perche' Saggio sulla lucidita' affronta in maniera piu' diretta la questione politica. Tutti i miei romanzi immaginano una situazione paradossale: partono cioe' da un caso in se' impossibile, che il testo cerca poi di rendere possibile. In questo caso la situazione di partenza e' quella di una citta' in cui la stragrande maggioranza dei cittadini vota scheda bianca. Che cosa accadrebbe, mi sono chiesto? La risposta e' nel romanzo, anzi e' il romanzo. * - Paolo Perazzolo: Si e' detto che questo libro e' il suo testamento: e' vero? - Jose' Saramago: Gia' dopo L'assedio di Lisbona mi ero chiesto che cosa avrei potuto scrivere ancora. Lo stesso ho pensato una volta concluso Saggio sulla lucidita', anche perche' ho raggiunto gli 82 anni, ma la verita' e' che sto gia' scrivendo un nuovo libro. * Postilla. Premio Nobel del 1998 Jose' Saramago e' nato ad Azinhaga nel 1922 e si e' trasferito a Lisbona con la famiglia in giovane eta'. Abbandonati gli studi universitari per difficolta' economiche, per mantenersi ha lavorato come fabbro, disegnatore, correttore di bozze, traduttore, giornalista. Negli anni della dittatura di Salazar e' stato uno strenuo oppositore del regime, che ne ha censurato l'attivita' giornalistica. Solo dopo la caduta di Salazar si e' dedicato esclusivamente all'attivita' letteraria. Narratore, poeta e drammaturgo, ha vinto il Premio Nobel per la letteratura nel 1998. Presso Einaudi ha pubblicato L'anno della morte di Ricardo Reis, La zattera di pietra, Storia dell'assedio di Lisbona, Viaggio in Portogallo, Cecita', Oggetto quasi, Tutti i nomi, Il racconto dell'isola sconosciuta, La caverna, Il Vangelo secondo Gesu' Cristo, Manuale di pittura e calligrafia, L'uomo duplicato, Poesie e Teatro. Saggio sulla lucidita' (pp. 290, euro 17,50) e' il suo ultimo romanzo. 6. LIBRI. PAOLO PEGORARO PRESENTA "IN TERRA SCONSACRATA" DI ALESSANDRO ZACCURI [Dal mensile "Letture" n. 650, ottobre 2008 col titolo "Il destino del tempio chiamato corpo"] Alessandro Zaccuri, In terra sconsacrata. Perche' l'immaginario e' ancora cristiano, Bompiani, Milano 2008, pp. 150, euro 10. * Delle molte cose che si possono dire su questo saggio brillante ce n'e' una che mi preme in particolare: In terra sconsacrata nasce da un intenso atto di amore per l'immaginario. Perche' chi crede che il Verbo si e' fatto carne non potra' disprezzarne neppure la piu' sfigurata o deforme parvenza; e chi crede che una Storia di salvezza s'interseca con tutte le storie, anche le piu' abbiette e meschine (Mt 1, 1-16), non potra' piu' ignorarne nessuna. Ecco allora che Zaccuri, finissimo critico, si confronta con i consumi culturali della nostra epoca con lo stesso acume che dedica ai grandi classici, riconoscendo a colpo sicuro metafore capovolte come negativi fotografici, eppure ancora pregne dell'irradiazione originaria. Sono i simboli cristiani, spogliati della loro valenza teologica e della loro efficacia liturgica a "beneficio" della funzione narrativa: ecco allora che il martirio, svuotato della sua funzione redentiva, diventa horror; il miracoloso, se privato della fede, produce la meccanica del magico; il linguaggio dell'estasi mistica, quando l'anima e' disgiunta dal corpo, si muta in pornografia. La lista e' lunga. E merita particolare attenzione il costante interrogativo sul destino del corpo che tutti ci poniamo, si creda o meno nella risurrezione e nel purgatorio. Ma finche' abbiamo immagini, dice Zaccuri, anche apparentemente opposte, possiamo dialogare (in fondo anche il diavolo e' roba dei cristiani). Non e' da li' che arriva il pericolo. E' quando la carne vuole farsi Verbo di propria iniziativa, ripudiando se stessa, che cominciano i guai. Perche' allora non c'e' piu' spazio per le storie, ma solo per le idee. E uno gnostico sa essere molto piu' spaventoso di un vampiro. 7. LIBRI. MONICA RUOCCO PRESENTA "AMORE IN ESILIO" DI BAHAA TAHER [Dal quotidiano "Il manifesto" del 12 settembre 2008 col titolo "Tristi straniamenti lontano dall'Egitto" e l sommario "Romanzi. Da Ilisso Amore in esilio di Bahaa Taher"] Bahaa Taher, Amore in esilio, Ilisso, 2008, pp. 255, euro 13,50. * "Magari avessi potuto sorvolare questo mondo, che e' un muro solido e spesso, e con te vicino dirigermi verso un altro mondo, soffice e diafano, senza mattoni ne' appuntamenti, ne' giornali ne' guerre, ne' fame ne' morte, ne' le preoccupazioni di ieri, ne' le sorprese di domani". Il conflitto dell'intellettuale arabo con l'autorita', e ancor di piu' con se stesso - come esemplificato da queste parole - e' un tema ricorrente nei lavori del romanziere egiziano Bahaa Taher. La questione e' al centro di Amore in esilio, tra i romanzi piu' apprezzati dello scrittore, pubblicato dalla casa editrice Ilisso di Nuoro, nella cui collana di narrativa sono ormai presenti molti titoli di autori arabi. Il protagonista della vicenda e' un giornalista egiziano di fede nasseriana che sceglie di vivere in Europa, dopo i dissidi esplosi con la direzione del suo giornale per motivi politici e dopo la separazione dalla moglie. Gli articoli che invia al giornale vengono immancabilmente scartati con le scuse piu' diverse, anche se il direttore continua a esprimergli stima e amicizia. "Non era cominciata cosi'" - si interroga il protagonista - "perche' mai continuo a tormentare me stesso e il redattore capo? Non mi togliera' lo stipendio, e questo e' cio' che conta". Nella citta' europea, anch'essa anonima, il giornalista si trova a dover svolgere il ruolo di padre a distanza di un figlio simpatizzante fondamentalista e una figlia che invece si affanna per soddisfare i propri desideri materiali, vittima del consumismo e della societa' dell'apparire. La distanza materiale e affettiva che lo separa dai figli e' solo un aspetto della marginalita' che l'uomo vive personalmente anche dal punto di vista politico e intellettuale. L'esilio e, insieme ad esso, la sensazione di estraneita' coinvolge ogni aspetto della sua vita e del suo essere. Solo l'incontro con la giovane austriaca Brigitte, anche lei espatriata in qualche maniera, gli offre la possibilita' di essere accolto e nuovamente amato. Tuttavia, questa inaspettata storia d'amore che, per un attimo, sembra dare alla vita dell'uomo un nuovo colore si infrange, dissolvendosi, nel presente impetuoso e disordinato. Il giornalista rifiutera' allora anche questa opportunita', come quella offertagli dal ricco principe arabo il quale cerca di convincerlo a scrivere per il giornale che ha intenzione di fondare. La lotta personale dell'uomo si intreccia con gli avvenimenti che scuotevano il mondo agli inizi degli anni '80: la situazione cilena, dei rifugiati dai paesi di quello che allora non si esitava a chiamare "Terzo Mondo" ma, soprattutto, la questione palestinese e la tragedia di Sabra e Chatila che prorompe in tutta la sua drammaticita' nella parte finale del romanzo. Proprio in queste ultime pagine, in cui il lettore ripercorre gli sforzi disperati e, il piu' delle volte, vani dei giornalisti per diffondere la verita' su quanto stava accadendo in Libano, emerge la profonda lacerazione interiore del protagonista del romanzo. L'impossibilita' di rivelare e di rivelarsi, il dover vivere costantemente una condizione in cui la propria individualita' e la vera faccia del mondo non possono essere espresse. E a questo punto il protagonista sente di essere diventato "una vittima di chi ha trasformato la tua delusione, la tua debolezza, il tuo forte desiderio di restituire uno schiaffo al mondo, schiaffo che non potrai mai dare se non rubando la felicita'". Nella sua postfazione Paola Viviani, competente traduttrice del romanzo, scrive che "l'amore sembra davvero essere andato in esilio" in questo lavoro, dove la crudelta' da' l'impressione di sopraffare qualsiasi tipo di lotta, politica o personale. In questo, come in altri romanzi di Bahaa Taher, il protagonista si affanna per dare concretezza ai propri ideali politici, alla propria esistenza vissuta in un esilio senza fine. L'unica risposta sta nell'incontro con l'altro sesso, sempre troppo breve, spesso doloroso o deludente, e destinato a perdersi nella storia. Il protagonista senza nome del romanzo di Taher presenta non poche analogie con le scelte operate dallo scrittore nella sua vita. Nato al Cairo nel 1935, Taher intraprese la carriera di giornalista avvicinandosi ad ambienti politici di sinistra e, come tanti giovani della sua generazione, dopo la rivoluzione di luglio, divento' un sostenitore della politica nasseriana antimperialista. Pur apprezzando le realizzazioni in campo sociale ed economico del nazionalismo, Taher si mostro' ben presto critico nei confronti della deriva autoritaria di Nasser. La sua posizione divento' ancora piu' critica sotto Sadat. Nel 1975, il governo gli vieto' infine di scrivere e Taher scelse l'esilio volontario. Alla fine degli anni '80, il romanziere si stabili' in Svizzera, lavorando come traduttore presso le Nazioni Unite, riuscendo anche a riprendere la sua attivita' di scrittore. Baha Taher rientro' infine al Cairo dove, nel '98, gli fu attribuita dallo stato egiziano la massima onorificenza per la letteratura, come per segnare la fine di un'epoca e ricomporre il dissidio dello scrittore con il potere. 8. STRUMENTI. L'AGENDA "GIORNI NONVIOLENTI 2009" Dal 1994, ogni anno le Edizioni Qualevita pubblicano l'agenda "Giorni nonviolenti" che nelle sue oltre 400 pagine, insieme allo spazio quotidiano per descrivere giorni sereni, per fissare appuntamenti ricchi di umanita', per raccontare momenti in cui la forza interiore ha avuto la meglio sulla forza dei muscoli o delle armi, offre spunti giornalieri di riflessione tratti dagli scritti o dai discorsi di persone che alla nonviolenza hanno dedicato una vita intera: ne risulta una sorta di antologia della nonviolenza che ogni anno viene aggiornata e completamente rinnovata. E' disponibile l'agenda "Giorni nonviolenti 2009". - 1 copia: euro 10 - 3 copie: euro 9,30 cad. - 5 copie: euro 8,60 cad. - 10 copie: euro 8,10 cad. - 25 copie: euro 7,50 cad. - 50 copie: euro 7 cad. - 100 copie: euro 5,75 cad. Richiedere a: Qualevita Edizioni, via Michelangelo 2, 67030 Torre dei Nolfi (Aq), tel. e fax: 0864460006, cell.: 3495843946, e-mail: info at qualevita.it, sito: www.qualevita.it 9. STRUMENTI. L'AGENDA DELL'ANTIMAFIA 2009 E' in libreria l'Agenda dell'antimafia 2009, quest'anno dedicata alle donne nella lotta contro le mafie e per la democrazia. E' curata dal Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato" di Palermo ed edita dall'editore Di Girolamo di Trapani. Si puo' acquistare (euro 10 a copia) in libreria o richiedere al Centro Impastato o all'editore. * Per richieste: - Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", Via Villa Sperlinga 15, 90144 Palermo, tel. 0916259789, fax: 0917301490, e-mail: csdgi at tin.it, sito: www.centroimpastato.it - Di Girolamo Editore, corso V. Emanuele 32/34, 91100 Trapani, tel. e fax: 923540339, e-mail: info at ilpozzodigiacobbe.com, sito: www.digirolamoeditore.com e anche www.ilpozzodigiacobbe.com 10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 11. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 645 del 20 novembre 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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