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Minime. 465
- Subject: Minime. 465
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 24 May 2008 00:44:40 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 465 del 24 maggio 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Oggi a Tarquinia, domani a Viterbo 2. Libera Universita' delle donne di Milano: In difesa del popolo e della cultura rom 3. Consiglio italiano per i rifugiati: Diritto d'asilo minacciato 4. Enrico Piovesana: L'Italia in guerra 5. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento 6. Un estratto da una prefazione di Sergio Moravia al "Trattato sulla tolleranza" di Voltaire 7. Letture: Anna Bravo, A colpi di cuore 8. Letture: Alan Levy, Il cacciatore di nazisti 9. Letture: Saba. Vita, poetica, opere scelte 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento 11. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. OGGI A TARQUINIA, DOMANI A VITERBO "Oggi in Spagna, domani in Italia" (Carlo Rosselli) Si svolge oggi, sabato 24 maggio, a Tarquinia la manifestazione promossa dal movimento "no coke" contro una nuova centrale a carbone a Civitavecchia (per la precisione: la riconversione a carbone della centrale Enel di Torvaldaliga Nord). E si svolge domani, domenica 25 maggio, a Viterbo la passeggiata (didattica e conviviale, di conoscenza e di testimonianza) promossa dal comitato "coi piedi per terra" nell'area termale del Bulicame che verrebbe devastata dalla realizzazione del mega-aeroporto per voli low cost. * A tutti coloro che a queste due iniziative parteciperanno, in fedelta' al buono e al vero e persuasa comprensione della gravita' dell'ora, giunga anche il nostro saluto, la nostra gratitudine, la nostra amicizia, la nostra solidarieta'. La nonviolenza e' in cammino. 2. APPELLI. LIBERA UNIVERSITA' DELLE DONNE DI MILANO: IN DIFESA DEL POPOLO E DELLA CULTURA ROM [Dal sito della Libera universita' delle donne di Milano (www.universitadelledonne.it) riprendiamo il seguente "Appello in difesa del popolo e della cultura rom"] In un ciclo di lezioni aperte alla Libera Universita' delle Donne di Milano, che si e' svolto nei mesi scorsi, abbiamo potuto conoscere la cultura e la storia del popolo rom; ne abbiamo incontrato alcune esponenti e studiose: Dijana Pavlovic, Jovica Jovic, Emanuela Miconi, Anna Rota. Sappiamo dello sterminio che hanno subito durante il nazismo e il fascismo e per il quale non hanno mai avuto ne' risarcimenti ne' alcun riconoscimento. Oggi contro di loro nuovamente si stanno realizzando forme di persecuzione etnica, che ci sgomentano e ci tolgono ogni sicurezza. Vi chiediamo di firmare questo appello Libera Universita' delle Donne * L'adesione puo' essere effettuata sia come singole persone sia come associazioni inviando una e-mail a: universitadonne at tiscali.it * Prime firme pervenute: Pippo Del Bono (regista/attore) e la sua compagnia; Sisa Arrighi (Lud); Donatella Bassanesi (docente Lud); Annamaria Imperioso (Lud); Barbara Mapelli (Universita' Milano-Bicocca); Franca Trentin (presidente onoraria Istituto della Storia della Resistenza del Veneto); Lea Melandri (scrittrice); Elio Maggioni (vicepresidente provinciale e consigliere nazionale Anpi); Donne in Nero di Milano; Augusto Bianchi (avvocato); Mietta Albertini (Rai); Giancarla Dapporto (Lud); Andrea Arrighi (psicologo); Andrea Inglese (poeta/scrittore); Antonella Nappi (Universita' Statale Milano); Alfredo Aietti (Sociologia Urbana - Universita' Ferrara); Pieranna e Alice Margaroli (Libreria Margaroli - Verbania); Sergio Manghi (Sociologia - Universita' di Parma); Marisa Erbani (Lud); Gabriella Buora (insegnante, Lud); Marco Ingrosso (Universita' di Ferrara); Anna Bertola (grafica Milano); Anna Moise (Milano); Enrica Tunesi (Lud); Georgia Ferronato Baratto (Universita' Ca' Foscari Venezia); Graziella Longoni (docente); Liliana Moro (insegnante, Lud); Luisa Passerini (Universita' di Torino); Silvia Palombi (scrittrice); Giuliana Franchini (Universita' di Genova); Nicoletta Buonapace (Lud, gruppo Sl); Anna Santoro (associazione "Araba Felice"); Rosa Conti (Gsl); Giuseppina Cavalieri - Nuccia (Busto Arsizio); Paola Redaelli (Milano); Angela Gavoni (Unione Femminile, Milano); Associazione Il pane e le rose (Ferrara); Gabriella Fabbri (Centro Documentazione Donna di Ferrara); Luciana Percovich (scrittrice); Mirella Bresci (Pistoia); Donatella Massara (Donne e conoscenza storica); Centro Studi e Documentazione Pensiero Femminile; Ferdinanda Vigliani; Collettivo Pachamama (Ferrara); Comitato per la pace Spartacus (Ferrara); Giuseppa Silicati (donna insegnante in pensione); Franca Chizzoli (Milano); Luciana Tavernini (insegnante, Milano); Maria Paola Forlani; Eleonora Cirant (Unione Femminile Nazionale); Morena Cavallini (giornalista, Ferrara); Nicoletta Chizzoli (Lud); Ester Aparo (Ferrara); casa editrice Tufani; rivista "Leggere Donna"; Centro Documentazione Donna di Ferrara; Luciana Tufani (editrice); Maria Grazia Campari (avvocata, Milano); Pinuccia Virgilio (insegnante, Lud); Laura Disilvestro (Banca del Tempo, Milano); Paolo Rabissi (Milano); Adriana Perrotta Rabissi (Lud); Angela Catanzariti (impiegata, Milano); Serena Raffa (insegnante); Carla Pochini (Pisa); Rosaura Galbiati (Lud); Giovanna Schiavon; Milena Mottalini (avvocata, Milano); Tommaso Spazzali (Milano); Antonia Cancro (insegnante, Milano); Gabriella Brancaforte (Milano); Ileana Montini (psicologa, psicoterapeuta); Primarosa Pia (Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti); Giulia Contri (psicanalista); Francesco Piscopo (psicoterapeuta); Ines Valanzuolo (Milano); Carla De Stefani; Cesare Melillo; Francesco Melillo; Daniele Melillo; Ilda Tassinari (Firenze); Associazione Le Donnole (Firenze); Adele Cambria; Daniela Pastor (Lud); Anna Rota (Milano); Silvia Ricca; Sonia Antoniazzi (Torino); Laura Paita (terzo anno di Scienze per la Pace di Pisa); Anita Sonego (Milano); Maria Caterina Cifatte (Genova); Maria Paola Cavallini; Susanna Bocconi (docente e giornalista, Milano); Leda Piccardo; Concetta Lindo; Maria Grazia Negrini (Bologna); Maria Carbone (Bologna); Elena Del Grosso; Floriana Lipparini (giornalista); Rete delle donne di Bologna; Isabella Carli; Enza Panebianco; Giorgio Forti (Milano); Piera Ventre (logopedista, Livorno); Michele De Zanet (informatico, Belluno); Franca Guglielmetti (pedagogista, Bologna); Pina Mandolfo; Maria Erminia Genti (insegnante a riposo, Torino); Margherita Granero (Torino); Bojana Bratic; Daniela Marin; Annamaria Palo (Milano); Maria Carla Baroni (Casa delle donne maltrattate); Genevieve Vaughan (Austin/Rome); Cristina Papa (Il paese delle donne, Roma); Antonella Prota Giurleo (artista, Corsico); Marinella Fioretta; Annalisa Crociani, insegnante; Umberto Varischio (Milano); Associazione Crinali; Cece' Damiani; Isabella Bruschi; Daniela Lucatti (scrittrice); associazione voceDonna (Castrocaro Terme e Terra del Sole, Forli'); Carla Grementieri (presidente associazione voceDonna); Alessandro Dal Lago (Universita' di Genova); Libera Mazzoleni (artista); Barbara Mazzotti; Patrizia Celotto (Torino). 3. DOCUMENTAZIONE. CONSIGLIO ITALIANO PER I RIFUGIATI: DIRITTO D'ASILO MINACCIATO [Dal Cir - Consiglio Italiano per i Rifugiati (per contatti: cirstampa at cir-onlus.org) riceviamo e diffondiamo il seguente comunicato del 21 maggio 2008] Il Consiglio Italiano per i Rifugiati (Cir) e' gravemente preoccupato per le serie restrizioni al diritto d'asilo proposte dal governo. Secondo la riforma annunciata verra' eliminata la seconda istanza di giudizio sulle richieste di protezione internazionale, in netto contrasto con la normativa europea, con i principi costituzionali e generali di diritto. "Ad ogni ladruncolo in sede penale viene data una seconda opportunita', che viene invece negata al potenziale rifugiato che potrebbe essere vittima di persecuzioni e in molti casi di tortura nel suo paese d'origine" dice Savino Pezzotta, presidente del Cir. Vogliamo ricordare che secondo le statistiche europee ben il 30% delle richieste d'asilo vengono accolte solo in seconda istanza. La modifica al decreto legislativo entrata in vigore neanche 3 mesi fa, prevede infatti che il richiedente asilo dopo aver avuto luna risposta negativa alla sua istanza debba subito rimpatriare per poi, magari, presentare un ricorso dal suo paese d'origine. "Queste modifiche proposte sono del tutto inaccettabili: vanno addirittura indietro rispetto alla Bossi-Fini del 2002, dove almeno una possibilita' di riesame veniva garantita" continua Savino Pezzotta. Per la prima volta in Italia verra' anche abolita la liberta' di circolazione sul territorio nazionale, in aperto contrasto con le norme europee. Sempre secondo le modifiche proposte, molti potenziali rifugiati si troveranno rinchiusi nei Centri di Permanenza Temporanea (Cpt). Infatti, qualora il richiedente asilo presenti la sua domanda di protezione dopo un atto di respingimento o di espulsione, avuto per qualunque motivo, dovra' essere trattenuto nei Cpt. Nella realta' odierna un gran numero di cittadini stranieri che arrivano, per esempio, a Lampedusa ottengono un respingimento prima ancora di aver avuto possibilita' di chiedere asilo. Vista l'impossibilita' di arrivare legalmente in Italia la stragrande maggioranza dei richiedenti asilo arriva in modo forzatamente irregolare attraverso gli sbarchi sulle nostre coste. Il Cir si chiede se e' veramente intenzione del governo di riempire i Cpt di tali persone. Vogliamo infine ricordare che solo pochi giorni fa il Ministro Maroni aveva dichiarato che non era sua intenzione restringere il diritto d'asilo. Vogliamo tuttora credere che si mantenga questa linea e che la modifica della procedura d'asilo venga semplicemente cassata. * Per ulteriori informazioni: Valeria Carlini, Cir - Consiglio Italiano per i Rifugiati, via del Velabro 5/a, 00186 Roma, tel. 0669200114 int 216, fax: 0669200116, e-mail carlini at cir-onlus.org, sito: www.cir-onlus.org 4. AFGHANISTAN. ENRICO PIOVESANA: L'ITALIA IN GUERRA [Dal sito di "Peacereporter" (www.peacereporter.net) riprendiamo il seguente articolo del 22 maggio 2008 col titolo "L'Italia non ripudia la guerra" e il sommario "Il governo Berlusconi scopre le carte sulla guerra in Afghanistan" Enrico Piovesana, giornalista, lavora a "Peacereporter", per cui segue la zona dell'Asia centrale e del Caucaso; e' stato piu' volte in Afghanistan in qualita' di inviato] Ieri sera il ministro degli Esteri, Franco Frattini, dopo aver incontrato il suo omologo canadese Maxime Bernier, ha scoperto le carte del governo Berlusconi sull'impegno militare italiano in Afghanistan. Frattini ha dichiarato che "c'e' bisogno di adeguarsi rapidamente alle minacce" e che quindi l'Italia e' "pronta a discutere con la Nato la revisione dei caveat" al fine di garantire una "maggiore efficacia e flessibilita' di impiego delle nostre truppe". Il ministro ha detto che questi cambiamenti verranno discussi alla conferenza sull'Afghanistan in programma per il 12 giugno a Parigi. E saranno resi operativi ad agosto, quando l'Italia lascera' il comando della capitale Kabul ai francesi, spostando tutto il contingente (2.600 soldati) sul fronte occidentale di Herat e Farah. * L'origine dei caveat italiani nella primavera 2006 I caveat sono le limitazioni imposte dal governo nazionale all'impiego delle truppe che operano in una missione internazionale. Essi riguardano due aspetti: l'area geografica di operazione e le regole d'ingaggio. Quando, nel maggio 2006, il generale britannico David Richards sostitui' il generale italiano Mauro del Vecchio al comando della missione Isaf, la Nato stabili' che tutte le forze speciali e le forze aeree dei contingenti nazionali dovevano essere liberamente impiegabili su tutto il territorio afgano (anche sul fronte meridionale di Helmand-Kandahar) anche in operazioni offensive preventive. Il governo Prodi impose subito dei caveat che impedivano alle nostre truppe e ai nostri mezzi aerei di operare fuori dalle province del settore occidentale (Herat, Farah, Ghor, Baghis) e di prendere parte a operazioni di guerra che non fossero azioni di difesa. Fu stabilito che le deroghe a questi caveat erano possibili solo previa autorizzazione del governo italiano, rilasciata non prima di 72 ore dalla richiesta dei comandi Nato. * Il loro progressivo allentamento da fine 2006 a oggi Pochi mesi dopo, su pressione di Stati Uniti, Gran Bretagna e Canada, il governo di centrosinistra autorizzo' segretamente una maggiore flessibilita' nel rispetto dei caveat. Questo permise un sostanziale adattamento dell'Italia alle nuove regole d'ingaggio della Nato e quindi la partecipazione dei nostri soldati e delle nostre forze speciali a diverse operazioni di combattimento, offensive e non piu' solo difensive. La limitazione geografica dell'impiego del nostro contingente e' rimasta invece sempre in vigore: i nostri elicotteri non vennero inviati in soccorso dei britannici circondati dai talebani a Musa Qala, le nostre truppe, comprese le forze speciali, non hanno mai varcato i confini meridionali del settore ovest. Ma nei mesi scorsi anche questa limitazione pare sia venuta meno: secondo indiscrezioni, a marzo il governo Prodi ha autorizzato la partecipazione degli incursori italiani della Task Force 45 a un'operazione anti-guerriglia (ufficialmente si trattava di un'esercitazione) delle Sas britanniche e dei Berretti Verdi statunitensi nelle province meridionali di Helmand e Kandahar. * In concreto, ecco cosa cambiera' dalla prossima estate Frattini ha parlato di "revisione", non di "abolizione" dei caevat. E' quindi probabile che a Parigi l'Italia proporra' semplicemente di rendere ufficiali e stabili le "concessioni" ufficiose e occasionali gia' fatte dal precedente esecutivo. Cio' significa quindi che, da agosto in poi, i duecento incursori italiani della Task Force 45 e i nostri elicotteri da guerra della Task Force Fenice potranno venire liberamente e stabilmente impiegati nella guerra contro i talebani nel sud dell'Afghanistan. E che le mille truppe italiane da combattimento dei due Battle Group attivi dalla prossima estate nel settore ovest potranno operare con le regole d'ingaggio Nato, quindi non dovranno piu' limitarsi a entrare in azione solo in caso di attacco talebano, ma potranno effettuare anche operazioni offensive preventive come fanno oggi le truppe Usa, britanniche e canadesi nel settore meridionale. Con buona pace dell'articolo 11 della Costituzione, secondo cui "l'Italia ripudia la guerra". 5. PROPOSTE. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO [Dal sito www.nonviolenti.org riprendiamo e diffondiamo] Anche con la prossima dichiarazione dei redditi sara' possibile sottoscrivere un versamento al Movimento Nonviolento (associazione di promozione sociale). Non si tratta di versare soldi in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato. Destinare il 5 per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale dell'associazione. Il codice fiscale del Movimento Nonviolento da trascrivere e': 93100500235. Sono moltissime le associazioni cui e' possibile destinare il 5 mille. Per molti di questi soggetti qualche centinaio di euro in piu' o in meno non fara' nessuna differenza, mentre per il Movimento Nonviolento ogni piccola quota sara' determinante perche' ci basiamo esclusivamente sul volontariato, la gratuita', le donazioni. I contributi raccolti verranno utilizzati a sostegno della attivita' del Movimento Nonviolento ed in particolare per rendere operativa la "Casa per la pace" di Ghilarza (Sardegna), un immobile di cui abbiamo accettato la generosa donazione per farlo diventare un centro di iniziative per la promozione della cultura della nonviolenza (seminari, convegni, campi estivi, eccetera). Vi proponiamo di sostenere il Movimento Nonviolento che da oltre quarant'anni con coerenza lavora per la crescita e la diffusione della nonviolenza. Grazie. Il Movimento Nonviolento * P. S.: se non fai la dichiarazione in proprio, ma ti avvali del commercialista o di un Caf, consegna il numero di codice fiscale e di' chiaramente che vuoi destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento. Nel 2007 le opzioni a favore del Movimento Nonviolento sono state 261 (corrispondenti a circa 8.500 euro, non ancora versati dall'Agenzia delle Entrate) con un piccolo incremento rispetto all'anno precedente. Un grazie a tutti quelli che hanno fatto questa scelta, e che la confermeranno. * Per ulteriori informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 6. LIBRI. UN ESTRATTO DA UNA PREFAZIONE DI SERGIO MORAVIA AL "TRATTATO SULLA TOLLERANZA" DI VOLTAIRE [Dal sito www.tecalibri.it riprendiamo il seguente estratto dalla prefazione di Sergio Moravia alla riedizione di Voltaire, Trattato sulla tolleranza, Utet, Torino 1964, 2006 (edizione originale: Traite' sur la tolerance, 1763). Sergio Moravia (Bologna 1940) e' un illustre storico della filosofia, docente, saggista. Dall'Enciclopedia multimediale delle scienze filosofiche (www.emsf.rai.it) riprendiamo la seguente scheda: "Sergio Moravia e' nato nel 1940 a Bologna da famiglia triestina, ma si e' formato e vive a Firenze. Allievo di Eugenio Garin, si e' laureato nel 1962 con una tesi su Romagnosi. Numerose le sue conferenze e cicli di lezioni in Belgio, Francia e Germania, e soprattutto in Canada e negli Stati Uniti, dove Moravia e' stato visiting professor in alcune prestigiose universita'. Ottenuta nel 1975 la cattedra di Storia della filosofia, Moravia ha insegnato questa disciplina nella Facolta' di Magistero e di Lettere dell'Universita' di Firenze. Cofondatore della "Societa' italiana degli studi sul XVIII secolo", fa parte dei Comitati direttivi delle riviste: "Paradigmi" e "Iride". Opere: Il tramonto dell'Illuminismo. Filosofia e politica nella societa' francese (1770-1810), Laterza, Bari 1968; La ragione nascosta. Scienza e filosofia nel pensiero di Claude Levi-Strauss, Sansoni, Firenze 1969; La scienza dell'uomo nel Settecento, Laterza, Bari 1970 (trad. tedesca Munchen 1974); Introduzione a Sartre, Laterza, Roma-Bari 1973; Il ragazzo selvaggio dell'Aveyron, Laterza, Roma-Bari 1973; Il pensiero degli Ideologues. Scienza e filosofia in Francia (1785-1815), La Nuova Italia, Firenze 1974; Lo strutturalismo francese, Sansoni, Firenze 1975; Filosofia e scienze umane nell'eta' dei Lumi, Sansoni, Firenze 1982; Il pungolo dell'umano. Conversazione su un impegno filosofico, 1964-1984, Franco Angeli, Milano 1984; Itinerario nietzschiano, Guida, Napoli 1985; L'enigma della mente. Il "Mind-Body problem" nel pensiero contemporaneo, Laterza, Roma-Bari 1986; L'atlante delle passioni, Laterza, Roma-Bari 1993; Filosofia. Storia e testi. Manuale di filosofia per gli Istituti superiori, Le Monnier, Firenze 1994; L'enigma dell'esistenza. Soggetto, morale, passioni nell'eta' del disincanto, Feltrinelli, Milano 1996. Suoi articoli sono comparsi su importanti periodici anche stranieri, dal "Journal of the history of ideas" a "History of science" a "Studies on Voltaire and the XVIIIth century". Pensiero: Gli interessi di Sergio Moravia coprono un arco assai vasto di campi, discipline e problemi. Dapprima si e' accostato alla cultura francese, fra Sette ed Ottocento: tra i principali frutti delle sue ricerche figurano la riscoperta degli ideologues e delle scienze umane nel '700. Poi Moravia ha ampliato di molto l'arco dei suoi interessi, occupandosi dello strutturalismo e del pensiero francese contemporaneo, di Nietzsche e della Scuola di Francoforte, di filosofia della mente e dell'esistenza. Negli ultimi anni, l'attenzione maggiore dello studioso si e' concentrata, per un verso, sulle complesse questioni connesse al cosiddetto mind-body problem, per un altro su certi nodi epistemologico-fondazionali della psicologia e dell'analisi dell'esistenza. In questo campo egli ha sviluppato una linea di ricerca che lo ha portato da un lato a criticare le posizioni di tipo neofisicalistico e neobiologistico, dall'altro a proporre una prospettiva di tipo fenomenologico. In ambito piu' strettamente teoretico-morale, Moravia va approfondendo posizioni di ispirazione ermeneutica e pragmatistico-costruttivistica. Contro il riduzionismo epistemologico, l'omologazione dell'uomo al biologico e al computazionale e certe tendenze odierne a svalorizzare gli aspetti simbolico-assiologici dell'essere e dell'agire umani, viene riaffermata da Moravia la centralita' nell'uomo della sua dimensione poietica, context dependent, eticamente impegnata nella dimensione della scelta e della responsabilita' in direzione (auto) emancipativa". Dalla Wikipedia, edizione italiana, riprendiamo per stralci la seguente scheda: "Sergio Moravia (Bologna, 1940) e' un filosofo e antropologo italiano. E' docente ordinario di Storia della Filosofia all'Universita' degli studi di Firenze. Allievo di Eugenio Garin si e' formato in ambiente fiorentino conseguendovi la laurea in filosofia nel 1962. Professore incaricato dal 1969 e poi ordinario dal 1975 di Storia della Filosofia all'Universita' di Firenze. Nel corso della sua carriera si e' interessato particolarmente dell'illuminismo francese e del pensiero del Novecento, della storia e dell'epistemologia delle scienze umane, con particolare attenzione dedicata alla filosofia della mente e all'esistenzialismo. Attualmente le sue attenzioni di studio sono rivolte verso l'opera e il pensiero del filosofo tedesco Friedrich Nietzsche del e sul quale gia' nel 1976 pubblico' un'antologia dal titolo La distruzione delle certezze, e nel 1985 una raccolta di saggi intitolata Itinerario nietzscheano. Proprio un nuovo modo di avvicinarsi e concepire il pensiero del filosofo tedesco lo ha reso uno dei suoi interpreti piu' originali e discussi. I suoi contributi filosofici l'hanno portato ad essere Visiting Professor o Fellow presso l'Universita' della California a Berkley, l'Universita' del Connecticut a Storrs e il Center for the Humanities della Wesleyan University; conferenziere presso varie Universita' americane (Harvard, Ucla, Boston University) ed europee (in Francia, Belgio, Germania); cofondatore della Societa' italiana degli studi sul XVIII secolo; membro del comitato direttivo delle riviste filosofiche "Iride" e "Paradigmi"; collaboratore dei giornali "Corriere della sera", "Quotidiano nazionale", "La Repubblica". Opere di Sergio Moravia: a) volumi: Il tramonto dell'Illuminismo (1968 e 1986); La ragione nascosta (1969 e 1973); La scienza dell'uomo nel Settecento (1970, 2000; tr. tedesca 1977); Introduzione a Sartre (1973, 2000; tr. portoghese 1976); Il pensiero degli Ideologues (1974); La distruzione delle certezze (1976); Filosofia e scienze umane nell'eta' dei Lumi (1982 e 2000); Itinerario nietzscheano (1985); L'enigma della mente (1986, 1999; tr. americana 1996); L'enigma dell'esistenza (1996 e 1999); L'esistenza ferita (1999); Adorno. Filosofia dialettico-negativa e teoria critica della societa' (2004); Ragione strutturale e universi di senso. Saggio sul pensiero di Claude Levi-Strauss (2004); (a cura di, con Zeffiro Ciuffoletti), La massoneria. La storia, gli uomini, le idee (2004); (con Maurice Bellet, Carlo Brutti, Roberto Mancini), Per una scienza dell'umano (2005); Firenze e il (Neo-)Umanesimo. Arte, cultura, comunicazione multimediale all'alba del Terzo Millenio (2005); Lo strutturalismo francese (2006); b) articoli, saggi e contributi a volumi collettivi: Il pensiero, in L'universo del corpo, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, 2000, vol. V; Filosofia della mente e realta' psichica, in C. Genovese (a cura di), La realta' psichica, Borla, Roma, 2000; L'esistenza e il male, in AA. VV., Mysterium iniquitatis, Gregoriana, Padova, 2000; Il "Mind-Body Problem" e l'interpretazione personologico-esistenziale dell'uomo, in AA. VV., La questione del soggetto tra filosofia e scienze umane, Le Monnier, Firenze, 2000; Lettura magistrale al VI Convegno nazionale Dalla riabilitazione psicosociale alla promozione della salute mentale (Montecatini, novembre 2001), in "S.I.R.F. News", 2001; Mente, soggetto, esperienza nel mondo, in P. F. Firrao (a cura di), La filosofia italiana in discussione (Atti del Convegno "Verso il 2000. La filosofia italiana in discussione", Societa' Filosofica Italiana, Firenze 11-13 novembre 1999), B. Mondadori, Milano, 2001; Sujet, existence, contexte, in AA. VV., Le medecin philosophe aux prises avec la maladie mentale, Etudes de Lettres, Lausanne, 2002; Crisi della cultura e relazioni generazionali nel mondo contemporaneo, in AA. VV., Giovani e adulti: prove di ascolto (Atti del Convegno omonimo), Sansepolcro, 2003; La filosofia degli ideologues. Scienza dell'uomo e riflessione epistemologica tra Sette e Ottocento, in G. Santato (a cura di), Letteratura italiana e cultura europea tra illuminismo e romanticismo (Atti del Convegno Internazionale di Studi omonimo, Dipartimento di Italianistica, Universita' di Padova, 2000), Droz, Geneve, 2003; Liberta', finitudine, impegno. Genesi e significato della responsabilita' nel mondo moderno, in V. Malagola Anziani (a cura di), Giustizia e responsabilita' (Atti del Convegno omonimo, Firenze, 24 novembre 2001), Giuffre', Milano, 2003; Dal soggetto alla relazione, in "Maieutica", II, 2000; Demitizzazione e devalorizzazione. La crisi della 'forma famiglia' nella societa' contemporanea, in "Interazioni", I, 2001; Illuminismo e modernita', in "Hiram", n. 1, 2001; Prove d'ascolto. Crisi della cultura e relazioni generazionali nel mondo contemporaneo, in "Studi sulla formazione", a. V, n. 2, 2002; Considerazioni sulla guerra giusta, in "Hiram", n. 4, 2002; La filosofia, la conoscenza dell'umano, il dialogo col pensiero religioso, in "Hiram", n. 1, 2003; A filosofia, o conhecimento do humano, o dialogo como pensamento religioso, in "Acacia" (Brasile), n. 75, 2003; Esistenza e felicita', in "Hiram", n. 2, 2003; L'Occidente e la pace. Luci e ombre all'alba del terzo millennio, in "Hiram", n. 4, 2003; La filosofia e il suo 'altro'. La riflessione metafilosofica di Adorno in 'Dialettica negativa', Iride, XVII, 2004; L'uomo: una storia infinita, in AA. VV., Per una scienza dell'umano, Arezzo, 2004; La scoperta settecentesca dell'inconscio, l'ambiguita' del freudismo e il lavoro della psicoanalisi sull'"animale malato", in AA. VV., Metapsicologia oggi, Napoli 2005; Un mondo negato. L'assolutizzazione del corpo nella psico-umanologia contemporanea, in "Hermeneutica". fasc. speciale su Corpo e persona, n. s., 2007; Complessita', pluralita', confini, in Dal coordinatore al coordinamento. Atti del III Seminario sui Coordinatori pedagogici in Emilia-Romagna, Assessorato Servizi Sociali Provincia Bologna, Bologna, 2007"] Da pagina VII Qualche tempo fa si e' svolta in Italia un'interessante discussione sull'essere e il "che fare" della filosofia oggi. Una voce autorevole ha perorato con particolare vigore la causa dello specialismo e dell'autoreferenzialita'. Nell'era del sapere tecnologico successful - e successful in quanto concentrato su questioni strettamente delimitate e trattate con metodo scientifico -, anche il filosofare deve far propria la stessa scelta di una determinazione/elaborazione precisa e rigorosa dei propri temi. Senza, soprattutto, cedere agli appelli e lusinghe provenienti dalla societa', che vorrebbe coinvolgere i filosofi nei propri problemi - tanto complessi quanto, assai spesso, indeterminati e "impuri". Problemi che e' meglio lasciare a giornalisti e divulgatori, la "vera" filosofia avendo ben altro di cui occuparsi. Ovviamente non e' qui il caso di partecipare, neppure limitatamente, a tale dibattito. Confesso solo che, rileggendo il magistrale saggio di Voltaire riproposto in questa collana, mi sono trovato quasi costretto a ripensare ad esso. Fu Voltaire vero filosofo? Probabilmente, per certuni, non lo fu. Troppo poco attento e profondo relativamente ai temi canonici della speculazione. Troppo impegnato, invece, nelle questioni, le esigenze, i drammi ideali e reali del suo tempo. E poi quel suo stile espositivo... Cosi' poco sensibile all'esattezza dei termini e dei concetti. Cosi' proclive a intrecciare il fuoco del pathos civile alle geometrie del logos teoretico. Per non dire infine (ma e' l'addebito piu' severo) della sua irresistibile vocazione ad occuparsi di fatti, di eventi, finanche di scandali situati in un territorio cosi' lontano da quello della Filosofia tradizionale (accademicamente) considerata come tale. Non diro', a questo punto, che tutti gli studiosi dell'illuminismo (quorum ego) potrebbero senza difficolta' menzionare centinaia di pagine in cui Voltaire affronta proprio quei Massimi Problemi che per certuni costituirebbero il Canone della Filosofia. Non menzionero' tali pagine anche perche' non credo che il filosofo, per meritarsi questa definizione, debba occuparsi (solo) di quei problemi. E poi perche', lo confesso, mi piace moltissimo l'idea di un Voltaire saggista (o addirittura journaliste, il neologismo risale proprio all'eta' dei Lumi) engage' nelle questioni anche pratiche del suo mondo. Mi piace anzitutto in quanto, dal punto di vista dell'essere umano (non del Vero), la distinzione tra questioni esclusivamente pratiche e questioni esclusivamente teoretiche risulta, almento talvolta, un po' artificiosa, se non secondaria. E poi perche', se ci si pensa bene, cio' che i lettori di un testo si aspettano non e' tanto l'astratta Verita' quanto la concreta rilevanza. * Di che cosa parla il Trattato sulla tolleranza e quanto, di esso, ci interessa? Quali tesi particolari e generali sostiene, e quanto ci coinvolgono? In qual misura tali tesi hanno concorso a trasformare nel tempo un certo modo d'essere dell'uomo? Queste (senza escluderne ovviamente altre, magari piu' speculative) sono le domande che chi si accosta al saggio voltairiano a buon diritto solleva. E se le relative risposte avranno un concetto positivo, allora non sara' a mio avviso illegittimo affermare che il Trattato e' "filosofico". A ben guardare esso offre anzi una filosofia - dell'uomo e dell'umana fratellanza, della pluralita' delle sue credenze e delle sue pratiche, dei valori della comprensione e della tolleranza - che per molti (di nuovo, me compreso) e' di buona, di buonissima lega. Una filosofia meditata la quale avvertiamo in noi il profilarsi di un nuovo sentire teorico intorno a questioni di capitale importanza. Non e' questo un riconoscimento assai alto per il testo di uno scrittore reputato un "non specialista" di questioni filosofiche? * Vediamo ora insieme, in modo necessariamente assai sintetico, gli aspetti e i contenuti centrali del saggio voltairiano. Sotto un primo profilo esso e', non sorprendetevi, un giallo - o piu' esattamente il frutto (geniale) di un'inchiesta giudiziaria. Il 9 marzo 1762 Marc-Antoine Calas, figlio di un negoziante ugonotto di Tolosa, viene trovato impiccato nella casa di famiglia. Era notoriamente un giovane istruito ma un po' "disturbato" - "un tipo inquieto, cupo e violento". Non era mai riuscito a trovare un'occupazione - anche perche', pur volendo dedicarsi all'avvocatura, vi aveva dovuto rinunciare in quanto, nella "libera" Francia, "occorrevano all'uopo certificati di cattolicita'" evidentemente preclusi a un ugonotto. Di qui forti crisi, forse qualche cattiva frequentazione, certo il vizio del gioco. Poco tempo prima dell'insano gesto aveva anzi perso una considerevole somma di denaro. E giusto allora, del proprio disegno di porre fine ai suoi giorni si era confidato con un amico. Dopo la tragedia i familiari - la madre, il padre Jean, i fratelli (uno dei quali convertito senza problemi al cattolicesimo: i Calas non erano certo dei protestanti bigotti) - probabilmente chiesero solo di esser lasciati soli col loro dolore. Ma cosi' non fu. Nell'atmosfera sovreccitata del drammatico evento animi prevenuti avanzarono ipotesi terribili, presto trasformate in condizioni assolutamente infondate. Molti cominciarono a parlare apertamente di delitto - anzi di uno dei piu' atroci tra i delitti, giacche' il primo colpevole fu indicato (senza la minima prova) nel papa' Jean - col concorso, da determinare, della madre, del fratello Pierre e di un amico che quella sera era a cena in casa Calas. Ma le cause, i moventi? Niente di preciso, naturalmente. Pero'... Intorno a questi "pero'" i prevenuti di cui sopra tirarono fuori tutti i loro pregiudizi religiosi. Ah, questi maledetti ugonotti. Minoranza, si', ma di eretici perversi. Solitamente, e' vero, mansueti e tranquilli. Ma come dimenticare il fanatismo e la crudelta' di cui, un tempo, avevano dato prova? E il fanatismo e la crudelta', si sa, sono duri a morire. Eccoli riapparire - almeno la crudelta' - in questo orribile fatto di sangue. Pochi finora, certo, i riscontri fattuali a carico di Jean Calas - ma domani chissa'. E poi, degli ugonotti - degli eretici, dei diversi - bisogna sempre dubitare. Potessimo liberarcene... Sembra incredibile (anzi no, per nulla), ma il fatto e' che, ispirati dall'animus di cui s'e' detto, varie persone fabbricarono un meccanismo di prove contro la madre, il figlio e soprattutto il padre dell'impiccato tanto gratificante (per gli anti-ugonotti) quanto traballante per il diritto. E i giudici? I giudici - succedeva anche questo, allora (e ora?) - si fecero prendere la mano dalla pressione dei tanti colpevolisti. Fino al punto di trasformare un suicidio in un omicidio, piu' esattamente in un omicidio premeditato, compiuto (aggravante orrenda) dagli stessi familiari. La sentenza fu, secondo i piu', esemplare: condanna (eseguita) al supplizio mortale della ruota per Jean Calas. * Ed eccoci a Voltaire - il philosophe per il quale la filosofia, oltre che occuparsi di questioni teoretico-metafisiche, deve anche intervenire, con la luce della ragione e le armi della critica, nelle vicende terrene degli umani. Voltaire riflette sull'affaire Calas e perviene a due conclusioni: 1) che il caso particolare della condanna e' stato cosi' iniquo da reclamare un nuovo processo, naturalmente non a Tolosa ma possibilmente a Parigi; 2) che la questione particolare si inseriva in un caso piu' generale che investiva il problema della tolleranza (religiosa, ma anche intellettuale e civile). Come era logico, il Trattato e' diventato una delle opere piu' caratteristiche di Voltaire, e dell'illuminismo in genere, soprattutto per la seconda conclusione. E' dunque a qualche considerazione sul principio voltairiano della tolleranza che questo "invito alla lettura" e' dedicato. * La prima avvertenza da trasmettere al lettore e' che la tolleranza selon Voltaire e' qualcosa di considerevolmente diverso da quella di cui perlopiu' si discute oggi. Oggi il principio in questione viene sostenuto e approfondito soprattutto in ambito epistemologico ed etico-comunicativo. La tolleranza appare connessa con una ben precisa concezione della conoscenza e della relazione comunicazionale coll'altro. Se il sapere e' un'impresa costitutivamente limitata e fallibile, elementi di tolleranza procedurale devono essere accettati per il progresso stesso delle conoscenze. Se (in secondo luogo) Ego e' costitutivamente diverso da Alter, la tolleranza appare una precondizione necessaria per accettare, nel segno di un mutuo rispetto morale, componenti di incomprensione che occorre, appunto, tollerare e non gia' vivere in modo antagonistico-conflittuale. Non basta. Oggi e' assai diffusa anche una vera e propria critica della tolleranza. Non solo perche' il concetto risulta difficilmente impiegabile dinanzi a certe pratiche umane (tollerare l'infibulazione?) e a certe politiche imperialistico-fondamentalistiche (tollerare lo sfruttamento, la violenza, gli stermini di massa?). Non solo per questo, dunque, ma anche per una ragione piu' "filosofica" che e' la seguente. Si costruisca la piu' modesta frase molecolare col verbo "tollerare": quella, ad esempio, del tipo "io ti tollero" - o "noi tolleriamo che voi...". Non e' chi non veda il forte monocentrismo, aggravato da un altrettanto forte autoritarismo, insito in tali enunciati. Il verbo in discussione appare compromesso ab imis fundamentis da una sorta di cripto-dogmatismo di fondo. Riconosciamolo: a nessuno di noi piacerebbe essere semplicemente tollerato dagli "altri". Tutto giusto, tutto vero. E' avvenuto pero' che qualche critico contemporaneo della tolleranza si sia un po' dimenticato della storia che ci sta alle spalle. In particolare proprio di quella storia che, sotto vari profili, consente a lui oggi di esprimere liberamente rilievi anche assai severi sul concetto in questione. Cosa vuole quel critico? Dimenticare, svalutare le drammatiche e insieme meravigliose vicende attraverso le quali il pensiero tra i secoli XVI e XVIII ha faticosamente elaborato e diffuso il grande principio della tolleranza? Sarebbe un'iniquita' prima ancora che un errore. Bisognera' invece ricordare al lettore che, senza risalire (come pur si dovrebbe) a certi movimenti evangelico-riformati del Cinquecento, l'idea moderna di tolleranza nasce col complesso movimento deista, raggiunge il primo traguardo di sicuro rilievo con la celebre Epistola sulla tolleranza (1689) e con La ragionevolezza del cristianesimo (1695) di John Locke, per poi trovare la propria brillante e fortunata conferma (in termini di eco e di diffusione europea) proprio col Trattato sulla tolleranza di Jean-Marie Arouet, piu' noto sotto il nome di Voltaire. 7. LETTURE. ANNA BRAVO: A COLPI DI CUORE Anna Bravo, A colpi di cuore. Storie del sessantotto, Laterza, Roma-Bari 2008, pp. IV + 322, euro 15. Gia' lo si e' scritto su questo foglio che e' sicuramente uno dei libri piu' belli pubblicati quest'anno, e il piu' bello tra quanti di essi chi scrive queste righe ha fin qui letto. 8. LETTURE. ALAN LEVY: IL CACCIATORE DI NAZISTI Alan Levy, Il cacciatore di nazisti. Vita di Simon Wiesenthal, Mondadori, Milano 2007, 2008, pp. VI + 448. Questa biografia di Wiesenthal e' una lettura che vivamente raccomandiamo: ci ricorda la figura e l'azione di un combattente per l'umanita'; non nasconde contrasti e contraddizioni finanche tra persone ugualmente impegnate nella medesima lotta per la verita' e la giustizia; ed ancora ci convoca alla memoria e all'impegno affinche' il nazismo non vinca. 9. LETTURE. SABA. VITA, POETICA, OPERE SCELTE Saba. Vita, poetica, opere scelte, Il sole 24 ore, Milano 2008, pp. 592, euro 12,90 (in supplemento al quotidiano "Il sole 24 ore"). Il volume a cura di Franca Gusmini - autrice del saggio introduttivo - ripropone un'ampia selezione dal Canzoniere. Saba, o della bonta': puoi aprire a caso una qualunque sua pagina, e sempre ti accoglie, ti soccorre, fraterna una voce. 10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 11. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 465 del 24 maggio 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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