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Minime. 455
- Subject: Minime. 455
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 14 May 2008 01:08:31 +0200
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 455 del 14 maggio 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. La banalita' del male, naturalmente 2. "Peacereporter": Migliaia di profughi in fuga dal sud 3. Chiara Zamboni: Luoghi 4. Da una lettera di Margite all'amico suo Sublimio 5. Sergio Buonadonna intervista Paola Mastrocola (2004) 6. Maria Mataluno ricorda Elias Canetti (2004) 7. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento 8. Letture: Harold Bloom, Gesu' e Yahve' 9. Letture: Goethe. Vita, poetica, opere scelte 10. Letture: Alberto L'Abate, Per un futuro senza guerre 11. Riletture: Ludwig Feuerbach, L'essenza del cristianesimo 12. Riletture: Ludwig Feuerbach, Principi della filosofia dell'avvenire 13. Riletture: Filone di Alessandria, Tutti i trattati del commentario allegorico alla Bibbia 14. Riletture: Aldo Visalberghi, Pedagogia e scienze dell'educazione 15. Riletture: Aldo Visalberghi (a cura di), Scuola e cultura di pace 16. Riedizioni: Thomas S. Ashton, La rivoluzione industriale 17. Riedizioni: Erasmo da Rotterdam, Elogio della follia. Colloquia 18. Riedizioni: Margaret Mead, L'adolescenza in Samoa 19. Riedizioni: Angelantonio Spagnoletti, Storia del Regno delle Due Sicilie 20. Riedizioni: Kurt Vonnegut, Ghiaccio-nove 21. La "Carta" del Movimento Nonviolento 22. Per saperne di piu' 1. LE ULTIME COSE. LA BANALITA' DEL MALE, NATURALMENTE Se si decide di aprire gli occhi, molti misteri non sono affatto misteriosi. Il cosiddetto "bullismo" non e' altro, al livello degli adolescenti, della traduzione in atti ad essi accessibili della lingua e dei gesti e delle azioni della politica dominante. Quando il mondo e' governato da assassini, i giovani delinquenti sono solo la prova di come funzionino bene le agenze dell'istruzione e della socializzazione addette alla riproduzione dell'ideologia dominante e dei rapporti sociali dominanti, del modo di produzione (anche della vita quotidiana) dominante. Non c'e' bisogno di esser nati a Treviri per capirlo. 2. AFGHANISTAN. "PEACEREPORTER": MIGLIAIA DI PROFUGHI IN FUGA DAL SUD [Dal sito di "Peacereporter" (www.peacereporter.net) riprendiamo il seguente articolo del 13 maggio 2008 dal titolo "Afghanistan, 6.000 profughi nel sud. Paura degli attacchi Nato contro i talebani"] Oltre 6.000 persone sono fuggite dalle loro case di Garmser, un distretto nel sud dell'Afghanistan, per paura degli attacchi che la Nato sta portando avanti nell'ambito dell'operazione su larga scala intrapresa contro i talebani. I profughi, riuniti in 900 famiglie, sono stati accolti in un campo predisposto dal governo a Lashkar Gah, la capitale della provincia di Helmand di cui Garmser fa parte. L'operazione militare e' stata lanciata lo scorso 28 aprile dai marines statunitensi e dall'esercito britannico. I soldati stanno cercando di individuare i covi dei ribelli, distruggerne le armi e conquistarne le posizioni. Giovedi' scorso, circa tremila intellettuali e politici afgani hanno criticato la campagna internazionale lanciata contro i militanti islamici e hanno chiesto alle parti di dialogare per porre fine agli scontri. I Pashtun, il piu' grande gruppo etnico del Paese a cui appartiene la maggioranza dei talebani, ha accusato le truppe Nato impegnate nell'offensiva di non rispettare la cultura locale, posizionandosi deliberatamente tra le donne e i bambini. 3. RIFLESSIONE. CHIARA ZAMBONI: LUOGHI [Dal quotidiano "Il manifesto" dell'11 maggio 2008 col titolo "I luoghi che contano nel vuoto a sinistra". Chiara Zamboni e' docente di filosofia del linguaggio all'Universita' di Verona, partecipa alla comunita' filosofica femminile di "Diotima". Tra le opere di Chiara Zamboni: Favole e immagini della matematica, Adriatica, 1984; Interrogando la cosa. Riflessioni a partire da Martin Heidegger e Simone Weil, IPL, 1993; L'azione perfetta, Centro Virginia Woolf, Roma 1994; La filosofia donna, Demetra, Colognola ai Colli (Vr) 1997; Parole non consumate. Donne e uomini nel linguaggio, Liguori, Napoli 2001; Sul femminile. Scritti di antropologia e religione, Citta' Aperta, Troina (En) 2004] Qualcosa si e' trasformato radicalmente con le elezioni. Si e' messa in moto una modificazione nella destra, si e' aperto un vuoto nell'area della sinistra. Quando si crea un vuoto, avvengono degli spostamenti di valore simbolico. E' quello ad esempio che succede nel linguaggio. Quando scompare una parola comune, il suo significato viene ridistribuito sulle parole vicine: scomparisse "casa", sarebbero "abitazione", "rifugio", "edificio" e altri segni ancora a esprimerne il valore. Anche nel caso delle elezioni c'e' stato uno spostamento significativo, subito registrato da diversi interventi apparsi sul "Manifesto". Penso in particolare a un editoriale di Valentino Parlato, che sottolineava il valore molto maggiore di luogo di elaborazione politica che questo giornale viene a prendere, dato il vuoto creatosi a sinistra. Anche a me e' sembrato subito che il vuoto avrebbe creato diversi effetti, come quello di spostare il valore del pensiero politico in altri luoghi lontano dai partiti, nei quali rimangono singole persone stimabili ma prese da un meccanismo che umilia le loro capacita'. Questo vuoto e' stato un vero e proprio choc, cui ho visto amiche reagire con un malessere fisico di tutto il corpo. Ma ha dato anche, a me e ad altri, il senso di una maggiore chiarezza, di una pulizia, dello sciogliersi di una ambiguita' che riguarda l'essere rappresentati dai partiti, e soprattutto l'idea che la politica si riduca a questo. L'ho sentito come un disfarsi di qualcosa e un punto di leva perche' qualcosa di nuovo nasca. Ho avuto chiaro che i luoghi di elaborazione politica che gia' esistono in Italia e che non sono legati ai partiti assumono oggi una responsabilita' maggiore, anche indipendentemente dalla loro intenzione, proprio per quelle leggi inevitabili di cui parlavo sopra e che formano un piano inclinato della realta'. A quei luoghi, piu' di prima, tocca pensare il reale e la sua trasformazione con immaginazione, considerando il desiderio che orienta l'agire, le pratiche possibili in cui ciascuno impegna la propria vita, ed esercitando l'ironia della critica. Penso a cio' che conosco personalmente. A gruppi che si occupano per diversi motivi dell'ambiente, intervenendo su cio' che e' vicino e cio' che e' lontano, affinando un pensiero che diventa anche modo di vivere, nuova visione dell'abitare il mondo. E anche a luoghi nei quali da tempo, per il desiderio di singoli, viene messo a tema il rapporto tra spiritualita' e politica, con modalita' libere sia dalle gerarchie ecclesiastiche sia dalle strutture dello stato, per cercare una strada che rinnovi la politica alle radici. A associazioni che pongono al centro il valore del vivere inventivo nelle citta', accettandone contraddizioni e conflitti. O a quelle cooperative - sono molte - che cercano nel lavoro una realizzazione a propria misura e una via di modificazione della societa', piuttosto che ritagliarsi una nicchia di mercato. E anche a quei docenti nelle scuole e nelle universita' che, sottraendosi alla logica dello "sfornare" diplomati e laureati, insegnano agli studenti a stare in un rapporto vivo e critico con la realta', avviandoli all'arte di vivere in comune che e' esercizio personale e politico allo stesso tempo. Il vuoto che si e' creato con le elezioni sposta il peso del fare politica su queste realta'. Si tratta di una politica che mette in circolo esperienza personale, scambio con gli altri, attenzione alle grandi questioni del mondo che viviamo, invenzione di pratiche per la modificazione di cio' che e' vicino misurato sulla prospettiva di cio' che e' lontano. Conosco questo genere di politica dal femminismo. So che la sua forza sta nell'imparare dall'esperienza e nell'avere mediazioni semplici. Il suo modo di prendere spazio e di allargarsi e' quello metonimico della contaminazione e non quello moltiplicativo e universalizzante della rappresentanza. Rimane allora a questo punto aperta e in un certo senso oggi piu' urgente da meditare e reinventare rispetto a prima, se e come un incrocio sia possibile tra questa politica e quella dei partiti, che gestiscono le leggi dello stato. Il tessuto della realta' infatti e' tutto connesso, e se una delle parti del tessuto si degrada, trascina con se' alla lunga anche l'altra. 4. CARTEGGI. DA UNA LETTERA DI MARGITE ALL'AMICO SUO SUBLIMIO Carissimo Sublimio, non ci sono "molte cause" della sconfitta elettorale dei partiti della ex-sinistra che hanno governato l'Italia negli ultimi due anni, e non c'e' da molto almanaccare per trovarle; esse sono poche e semplici: a) aver governato proseguendo una politica internazionale terrorista e stragista che ha avuto come suo elemento fondante la continuazione della guerra in Afghanistan in violazione della legalita' costituzionale e del diritto internazionale; b) aver governato proseguendo una politica razzista e assassina nei confronti dei migranti che ha favoreggiato le mafie, che ha consentito la riduzione in schiavitu' di tante e tanti innocenti, che ha insanguinato le nostre strade, le nostre coste e il Mediterraneo, anch'essa in violazione della legalita' costituzionale e del diritto internazionale; c) aver governato proseguendo una politica economica ferocemente nemica delle classi oppresse e delle persone sfruttate, quella politica economica che rende un governo null'altro che il comitato d'affari delle classi dominanti; d) aver governato attuando una politica del territorio e delle infrastrutture tutta interna a un modello di sviluppo distruttore della biosfera, e con essa distruttore dell'umanita'; e) aver governato attuando una politica sulle decisive questioni della legalita' e dell'amministrazione della giustizia (di cui dovrebbero essere elementi fondanti la lotta ai poteri criminali e al regime della corruzione) affidata a un ministro della giustizia a capo di una consorteria paradigmatica dell'intreccio politico-affaristico e della pretesa di impunita' dei potenti; f) aver governato attuando una politica di saccheggio del pubblico erario e di assalto clientelare e nepotista alle cariche pubbliche. Due anni di questa politica sono stati un disastro per i cittadini e una sorta di lunga campagna elettorale efficiente a conseguire lo scopo di consegnare il governo d'Italia ai fascisti, ai razzisti e ai mafiosi. Non c'era bisogno di essere Einstein per accorgersene. E' stata la politica fatta dal tuo partito e dai partiti vostri alleati mentre governavate il paese cio' che ha fatto vincere la destra eversiva, la destra piu' turpe. E' stata la vostra resa all'anomia, la vostra accettazione e riproduzione della violenza del potere, la vostra complicita', la vostra politica immorale e criminale. * Capisci che sic stantibus rebus voi non siete parte della soluzione, siete parte del problema. Capisci quindi che dal mio punto di vista le vostre organizzazioni e pratiche burocratiche e corruttrici, e le vostre ideologie e proposte totalitarie e nichiliste, consumiste ed onnidivoratrici, nulla hanno piu' a che vedere con la sinistra delle oppresse e degli oppressi, con la sinistra che oggi rinasce con la scelta della nonviolenza o e' schiacciata per sempre. Capisci quindi che cio' per cui ritengo valga la pena di lavorare e' la sinistra che si oppone alla guerra e al razzismo, alle mafie e alla corruzione; e' la sinistra delle classi sfruttate e dei popoli oppressi, la sinistra delle persone in lotta per affermare il riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani; e' la sinistra socialista e libertaria, la sinistra ecologista, femminista e nonviolenta... E l'unico partito in cui mi riconosco e' quell'Associazione internazionale dei lavoratori fondata a Londra nel 1864; e il programma politico fondamentale e' quello scritto da Virginia Woolf nelle Tre ghinee, da Giacomo Leopardi nella Ginestra, da Vandana Shiva nel Bene comune della Terra... 5. LIBRI. SERGIO BUONADONNA INTERVISTA PAOLA MASTROCOLA (2004) [Dal quotidiano "Il secolo XIX" del 3 settembre 2004, col titolo "Mastrocola: la scuola uccide il talento e i sogni" Sergio Buonadonna, giornalista culturale e saggista, vive a Genova, ha curato varie pubblicazioni, tra cui: Finestra sul Mediterraneo, trenta racconti da Consolo a Ben Jelloun (Il melangolo); Liguria svelata, viaggio d'autori sul territorio "nascosto"; I fiori raccontano, il viaggio di un folletto nel giardino Liguria. Paola Mastrocola, scrittrice e docente. Dalla Wikipedia, edizione italiana, riprendiamo la seguente scheda per stralci: "Paola Mastrocola (Torino, 1956) e' una scrittrice italiana. Nata e cresciuta a Torino, laureata in Lettere. Dopo un periodo come docente di Letteratura italiana all'universita' di Uppsala, attualmente insegna lettere in un liceo scientifico di Torino. Svolge anche una intensa attivita' di scrittrice, inizialmente di libri per ragazzi, poi soprattutto di romanzi. La sensibilita' educativa e l'esperienza didattica si traducono in situazioni narrative nelle quali il riferimento, spesso graffiante, alla realta' della scuola italiana di questi ultimi anni si accosta ad aspetti volutamente antirealistici. Ha partecipato a importanti concorsi letterari; nel 2004 ha ottenuto il premio Campiello con il libro Una barca nel bosco. Tra le opere di Paola Mastrocola: a) poesie: La fucina di quale dio (1991); Stupefatti (1999); b) romanzi: La gallina volante (2000); Palline di pane (2001); Una barca nel bosco (2004); Che animale sei?: storia di una pennuta (2005); Piu' lontana della luna (2007)"] La polemica non la coglie impreparata. I giovani d'oggi - schiavi di videogiochi ed sms - non sanno prendere una penna in mano? Paola Mastrocola lo sapeva gia'. "Il problema e' che non sanno prenderla per esprimere pensieri. Tutta colpa della scuola" chiosa la professoressa di un liceo scientifico di Torino, scrittrice di successo con Galline volanti, Palline di pane e l'ultimo Una barca nel bosco, che - in attesa del Campiello - ricevera' domani ad Alassio il Premio "Un autore per l'Europa". La storia e' semplice e disarmante. Gaspare, tredicenne del sud, dotato di cervello e buona volonta', ma figlio di pescatore, emigra con la mamma a Torino per poter studiare. Ma i suoi 10 in latino non fanno per la scuola d'oggi, i compagni lo deridono, la scuola non sa che farsene del suo talento. Per adattarsi al mondo degli altri, Gaspare cerchera' il branco e leggera' i poeti latini di nascosto, ma alla fine, vinto da una societa' che lo ignora, e in cui non puo' vantare amicizie che contano, aprira' un bar. E' un romanzo cosi' che gli italianisti di tutt'Europa, giurati di questo specialissimo e meritorio premio Alassio, hanno votato. Bella soddisfazione per la professoressa-scrittrice. * - Sergio Buonadonna: Mastrocola, ma questa storia e' esportabile negli altri paesi europei? - Paola Mastrocola: Credo di si' perche' i problemi della scuola sono simili in tutta l'Unione. E' l'Europa che vuole conformarsi a un modello unico somigliante a quello americano. Inglesi, francesi, e ora anche gli svizzeri sono molto preoccupati per il degrado culturale delle loro scuole. Ci supereranno i ragazzi dell'Est, perche' loro almeno hanno voglia di conoscere, studiare, migliorarsi. * - Sergio Buonadonna: Il suo e' un romanzo di (s)formazione. In che cosa la scuola italiana e' cosi' capace di sformare i giovani? - Paola Mastrocola: Soprattutto quando i ragazzi arrivano miracolosamente alle superiori pieni di voglia di leggere e studiare. Ebbene li' la perdono perche' la nostra societa' preferisce non lasciare il tempo per farlo. Tutto deve essere facile, bello, divertente, e non deve far pensare. * - Sergio Buonadonna: Per questo lei ha criticato la riforma Moratti? - Paola Mastrocola: Ho criticato tutte le riforme da dieci anni a questa parte perche' il livello dell'istruzione si e' abbassato sempre di piu' rendendo la scuola paradossale. * - Sergio Buonadonna: La scuola distrugge il talento, ma la societa' lo cerca? - Paola Mastrocola: Eh, il talento se ne va, fugge o si rintana. E comunque la storia di Gaspare e' emblematica. Il suo talento trova uno sbocco surreale, perche' se avesse voluto diventare un latinista, non ce l'avrebbe mai fatta. * - Sergio Buonadonna: In Galline volanti lei si e' occupata dell'ottusita' delle ragazze di periferia che sognano il "salto sociale". In Palline di pane ha raccontato il tour de force della famiglia italiana in vacanza. In Una barca nel bosco la vicenda di un ragazzo del sud bravissimo in latino, ma non in... telefonia. Il cinema si e' interessato alle storie di Paola Mastrocola? - Paola Mastrocola: Si' ma poi ha lasciato cadere. C'era in ballo l'idea di fare un film da Galline volanti, ma la mia gioia e' avere lettori, un film forse aprirebbe ad altro pubblico, ma sarebbe un'altra opera. Io c'entrerei molto meno. * - Sergio Buonadonna: Che cosa l'insegnante ha dato alla scrittrice e viceversa? - Paola Mastrocola: La scuola e' l'oggetto privilegiato del mio sguardo perche' io ci vivo. E quindi e' l'oggetto della mia scrittura quasi senza volerlo. * - Sergio Buonadonna: E continuera' anche nel suo prossimo lavoro. - Paola Mastrocola: Che non e' un romanzo, ma un pamphlet narrativo. E' la storia degli ultimi dieci anni di scuola vista da me, cioe' da un punto di vista molto ristretto. * - Sergio Buonadonna: Il suo protagonista finisce con l'aprire un bar. E' davvero difficile realizzare i propri sogni? - Paola Mastrocola: Il nostro mondo non prevede il sogno. E noi alleviamo i ragazzi con l'idea che debbano emergere, avere successo, fare denaro e carriera, mentre noi eravamo autorizzati a fare anche studi non strettamente utili. Infatti io mi sono laureata in Lettere... 6. MEMORIA. MARIA MATALUNO RICORDA ELIAS CANETTI (2004) [Dal "Corriere del Ticino" del 13 agosto 2004 col titolo "Elias Canetti, voce della coscienza europea" e il sommario "Dieci anni fa, il 14 agosto 1994, moriva a Zurigo il grande scrittore e Premio Nobel" Maria Mataluno e' giornalista, saggista, operatrice culturale. Elias Canetti e' nato nel 1905 a Rustschuk (nel sud dell'impero austro-ungarico, oggi in Bulgaria); ha vissuto a Manchester, Vienna, Zurigo, Francoforte, Parigi, Londra, ed ha molto viaggiato. Nel 1981 ottiene il premio Nobel per la letteratura. E' scomparso nel 1994. Per l'intera sua vita ha denunciato la morte e il potere che uccide. Opere di Elias Canetti: fondamentali sono l'ampio trattato Massa e potere, l'autobiografia in piu' volumi, la raccolta di saggi La coscienza delle parole. In italiano le opere di Canetti sono apparse presso diversi editori, Adelphi ha in corso la pubblicazione delle opere complete; un'edizione delle Opere in due volumi e' apparsa presso Bompiani. Opere su Elias Canetti: Matteo Galli, Invito alla lettura di Canetti, Mursia, Milano 1986] Non e' difficile capire come mai Elias Canetti sia stato unanimemente definito dai critici una delle piu' autorevoli "voci della coscienza europea". Al ruolo di testimone della cultura del Vecchio Continente lo scrittore bulgaro, morto a Zurigo il 14 agosto del 1994, era destinato sin dalla nascita, avvenuta nel 1905 in una famiglia di ebrei sefarditi, in un crocevia di tradizioni, culture e lingue diverse. "Rustschuk, sul basso Danubio, dove sono venuto al mondo - scrive nell'autobiografia La lingua salvata - era per un bambino una citta' meravigliosa, e quando dico che si trova in Bulgaria ne do' un'immagine insufficiente, perche' nella stessa Rustschuk vivevano persone di origine diversissima, in un solo giorno si potevano sentire sette o otto lingue. Oltre ai bulgari, che spesso venivano dalla campagna, c'erano molti turchi, che abitavano in un quartiere tutto per loro, che confinava con il quartiere degli 'spagnoli', dove stavamo noi. C'erano greci, albanesi, armeni, zingari. Dalla riva opposta del fiume venivano i rumeni, e la mia balia, di cui pero' non mi ricordo, era rumena. C'era anche qualche russo, ma erano casi isolati". Fu in questo crogiuolo di linguaggi, mentalita' e costumi che il piccolo Elias ricevette il suo imprinting culturale. Li' si formo' quel suo sguardo acuminato come la punta di una matita ben temperata e capace di tante angolazioni diverse quante erano le lingue che senti' parlare nel corso della sua infanzia, a loro volta echi di una realta' molteplice, che si dipanava davanti agli occhi di Elias in un continuo mutare di panorami geografici, linguistici e culturali. Dallo scenario arcaico e variegato della natia Bulgaria, infatti, nell'arco di pochi anni Canetti si ritrovo' sbalzato in tutt'altri mondi: Manchester, dove si trasferi' nel 1911 e che nei suoi ricordi rimase sempre associata alla figura del padre, che vi mori'; Vienna, dove nel 1924 s'iscrisse alla facolta' di Medicina per volere della madre pur sentendo prepotente il richiamo della letteratura, e dove apprese il tedesco, l'idioma usato dai quattro scrittori che considero' sempre il suo "territorio" - Karl Kraus, Franz Kafka, Robert Musil e Hermann Broch - e che egli fece suo; e poi Zurigo, il "paradiso perduto" che fu costretto ad abbandonare per trasferirsi prima a Francoforte e poi, all'avvento del nazismo, a Londra; Zurigo che non dimentico' mai, tanto da tornarvi nel 1971 per fermarvisi fino alla morte. Fu forse questo peregrinare da una nazione all'altra, da una civilta' all'altra, a radicare in Canetti la convinzione che non fosse possibile rappresentare la realta' in modo univoco ed esaustivo, come avevano preteso i romanzieri dell'Ottocento, e che l'unica cosa che uno scrittore potesse fare era ritrarre aspetti circoscritti del mondo, frammenti di realta' capaci pero' di evocare, con la loro potenza didascalica, la complessita' del tutto. "Un giorno mi venne in mente che il mondo non si puo' piu' raffigurare come nei romanzi di un tempo, per cosi' dire dal punto di vista di un unico scrittore - scrisse a proposito del suo romanzo Autodafe' -, il mondo era andato in pezzi, e solo se si aveva il coraggio di mostrarlo nella sua frantumazione era ancora possibile dare di esso un'immagine veritiera. (...) Bisognava escogitare con grandissimo rigore dei personaggi estremi, come quelli di cui in effetti il mondo era fatto, e questi individui bisognava rappresentarli in tutti i loro eccessi, uno accanto all'altro e ognuno separato dall'altro". Figlio di questa parcellizzazione della realta' e' il protagonista di Autodafe', la prima opera pubblicata da Canetti nel 1931, nel clima denso di funesti presagi che precedette l'avvento al potere di Hitler. L'erudito Peter Kien, uomo "tutto testa e niente corpo" che vive rinchiuso nella sua biblioteca e finisce vittima del rogo che divora i suoi centomila volumi, e' l'incarnazione di quel "mondo andato in pezzi", cosi' come coloro che l'accompagnano in questo visionario viaggio nella solitudine umana: dalla rozza governante Therese al fratello psicanalista Georges, dal rude portinaio Pfaff al nano e scacchista fallito Fischerle, ognuno e' irretito nella spirale del proprio individualismo, intrappolato nel suo asfissiante microcosmo, in una gabbia al tempo stesso fisica e mentale le cui sbarre si scioglieranno solo tra le fiamme dell'apocalittico finale. Un olocausto che non ha nulla di salvifico, poiche' quel fuoco non e' la fiamma purificatrice nella quale ogni storia individuale e collettiva trova la sua catarsi, bensi' il rogo in cui si celebra il crollo della ragione occidentale e il trionfo del nascente totalitarismo. Perche' e' proprio in un mondo di monadi "senza porte e senza finestre", nell'era dell'individualismo piu' sfrenato, che puo' nascere qualcosa come la massa, mostro spaventoso ma anche misteriosamente attraente, entita' collettiva nella quale si aliena ogni volonta' individuale, finendo per essere ancor piu' facilmente manipolabile da cio' che e' il suo contraltare e il necessario complemento: il potere. All'"enigma della massa" e al suo rapporto col potere Canetti dedico' vent'anni di studi, cominciati nel 1938 e terminati con la pubblicazione, nel 1960, di Massa e potere, un'opera in cui mitologia ed etnografia, storia e fantasia collaborano per dimostrare come "non esiste spazio vuoto tra cielo e terra, bensi' tutto e' pieno di schiere e moltitudini". Contro il mondo frammentato dove la solitudine costringe gli uomini a farsi massa anonima, contro quella giostra dominata dalla chiacchiera e dal potere che e' la vita dell'uomo contemporaneo, per Canetti rimaneva pero' un punto fermo: il linguaggio. La parola che vivifica e trasforma, il racconto che rende padroneggiabile qualsiasi storia, compresa la piu' incomprensibile: la propria. Per questo Canetti ha messo per iscritto tutte le tappe del suo vagabondaggio nella vita. Per questo ha redatto quella monumentale autobiografia in tre volumi - La lingua salvata, Il frutto del fuoco, Storia di una vita - che e' il suo piu' fecondo testamento spirituale: perche' solo líincanto del linguaggio, lo spirito del racconto e la fantasia del mito sono in grado di combattere il logorio del tutto. Come Gilgamesh attraversa le acque della morte per trovare la vita eterna, cosi' Canetti s'immerge nel fiume della parola per condurre la sua "rivolta senza fine" contro la morte, per scovare il segreto della propria permanenza. Il risultato furono, oltre alle opere sopra citate, romanzi e opere teatrali, saggi e diari che non sono soltanto esempi di alta letteratura - consacrati dal Nobel nel 1981 - ma altrettanti tentativi di combattere il senso della propria finitezza. "Talvolta ho la sensazione che le parole siano tutte prive di valore - scrisse nel 1992 - e mi domando perche' ho vissuto. Ma non trovo risposte. E l'intensita' della domanda a poco a poco viene meno, ed io mi siedo alla scrivania ed e' di nuovo far parole". 7. PROPOSTE. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO [Dal sito www.nonviolenti.org riprendiamo e diffondiamo] Anche con la prossima dichiarazione dei redditi sara' possibile sottoscrivere un versamento al Movimento Nonviolento (associazione di promozione sociale). Non si tratta di versare soldi in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato. Destinare il 5 per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale dell'associazione. Il codice fiscale del Movimento Nonviolento da trascrivere e': 93100500235. Sono moltissime le associazioni cui e' possibile destinare il 5 mille. Per molti di questi soggetti qualche centinaio di euro in piu' o in meno non fara' nessuna differenza, mentre per il Movimento Nonviolento ogni piccola quota sara' determinante perche' ci basiamo esclusivamente sul volontariato, la gratuita', le donazioni. I contributi raccolti verranno utilizzati a sostegno della attivita' del Movimento Nonviolento ed in particolare per rendere operativa la "Casa per la pace" di Ghilarza (Sardegna), un immobile di cui abbiamo accettato la generosa donazione per farlo diventare un centro di iniziative per la promozione della cultura della nonviolenza (seminari, convegni, campi estivi, eccetera). Vi proponiamo di sostenere il Movimento Nonviolento che da oltre quarant'anni con coerenza lavora per la crescita e la diffusione della nonviolenza. Grazie. Il Movimento Nonviolento * P. S.: se non fai la dichiarazione in proprio, ma ti avvali del commercialista o di un Caf, consegna il numero di codice fiscale e di' chiaramente che vuoi destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento. Nel 2007 le opzioni a favore del Movimento Nonviolento sono state 261 (corrispondenti a circa 8.500 euro, non ancora versati dall'Agenzia delle Entrate) con un piccolo incremento rispetto all'anno precedente. Un grazie a tutti quelli che hanno fatto questa scelta, e che la confermeranno. * Per ulteriori informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 8. LETTURE. HAROLD BLOOM: GESU' E YAHVE' Harold Bloom, Gesu' e Yahve'. La frattura originaria tra ebraismo e cristianesimo, Rizzoli, Milano 2006, 2007, pp. 288, euro 9,80. Tutti i libri di Bloom appassionano e nutrono, sebbene talora il lettore corra il rischio di esser distratto dal ricorrere di alcuni suoi tratti di stile ermeneutico e di alcune sue formule tipiche (cosi' come nei film di Hitchcock l'attesa dell'apparizione del regista ad un tempo aggiunge un fremito e deconcentra). A nostro parere e' un bel libro, che certo lascia insoddisfatte le persone che di questi argomenti si sono gia' occupate con non inadeguata strumentazione, ma puo' essere un invito a tante altre che su questi temi mai hanno riflettuto e faranno delle scoperte appassionanti. Harold Bloom e' autore che ha la capacita' di appassionare sempre, anche quando si e' in dissenso, ed anche quando palesemente troppo semplifica e sacrifica alla brilantezza e all'acutezza; ma soprattutto e' autore che invita al colloquio e alla critica, a cercare e pensare. E per questo vieppiu' lo amiamo. Qui ad esempio ci affascina il garbo e la leggerezza con cui affronta temi che siamo invece abituati a ponzare con tutta la pesantezza dei nostri studi e delle nostre traduzioni. Da leggere, dunque. 9. LETTURE. GOETHE. VITA, POETICA, OPERE SCELTE Goethe. Vita, poetica, opere scelte, Il sole 24 ore, Milano 2008, pp. 608, euro 12,90 (in supplemento al quotidiano "Il sole 24 ore"). Il volume a cura di Pasquale Di Palmo propone un'ampia introduzione su vita e poetica, essenziali apparati, e una selezione dell'opera lirica goethiana (ma se vi e' un autore impossibile da antologizzare e' proprio il signor consigliere segreto). Che dire? Il Goethe in versi che io amo di piu' e' quello del Faust - e del Divano, e in questo volume ovviamente l'uno manca e dell'altro vi e' poco. Ma invecchiando ho scoperto che di Goethe pressoche' ogni briciola scintilla, ogni pietra nutre. Aveva ragione Eckermann. 10. LETTURE. ALBERTO L'ABATE: PER UN FUTURO SENZA GUERRE Alberto L'Abate, Per un futuro senza guerre. Dalle esperienze personali a una teoria sociologica per la pace, Liguori, Napoli 2008, pp. XII + 398, euro 32. Alberto L'Abate e' una delle figure piu'illustri dell'impegno e della riflessione nonviolenta in Italia; in questo suo libro ha raccolto e rifuso in uno svolgimento articolato e coerente vari suoi saggi e interventi degli ultimi due decenni. Con una premessa di Franco Ferrarotti. Un libro la cui lettura vivamente raccomandiamo. 11. RILETTURE. LUDWIG FEUERBACH: L'ESSENZA DEL CRISTIANESIMO Ludwig Feuerbach, L'essenza del cristianesimo, Universale economica, Milano 1949-1950, Feltrinelli, Milano 1960, 1975, pp. 296. Con una prefazione di Antonio Banfi, un capolavoro per il quale - ci perdoni l'autore - si puo' ben usare l'aggettivo: immortale. 12. RILETTURE. LUDWIG FEUERBACH: PRINCIPI DELLA FILOSOFIA DELL'AVVENIRE Ludwig Feuerbach, Principi della filosofia dell'avvenire, Einaudi, Torino 1949, 1979, pp. XII + 148. A cura di Norberto Bobbio tre brevi, decisivi saggi: Critica della filosofia hegeliana, Tesi provvisorie per una riforma della filosofia, Principi della filosofia dell'avvenire. Ho sempre pensato che le poche pagine delle Tesi provvisorie e i 65 paragrafi della Filosofia dell'avvenire siano tra le letture che ad ogni persona dovrebbero consigliarsi. 13. RILETTURE. FILONE DI ALESSANDRIA: TUTTI I TRATTATI DEL COMMENTARIO ALLEGORICO ALLA BIBBIA Filone di Alessandria, Tutti i trattati del commentario allegorico alla Bibbia, Rusconi, Milano 1994, pp. CLVIII + 1346, lire 65.000. A cura di Roberto Radice e con la collaborazione di Giovanni Reale, Clara Kraus Reggiani e Claudio Mazzarelli. Quel filone di Filone: quasi nessuno sa chi sia, eppure da duemila anni decide di alcuni dei piu' profondi nostri schemi mentali e presupposti culturali, che quanto piu' sono impliciti tanto piu' sono radicali, e determinanti. Questa edizione e' monumentale, ed ogni volta che ad essa torno ad accostarmi lo faccio con sentimento di gratitudine sincera e verso l'antico che questi testi detto' e verso i moderni che li hanno messi a disposizione in si' pregevole forma. 14. RILETTURE. ALDO VISALBERGHI: PEDAGOGIA E SCIENZE DELL'EDUCAZIONE Aldo Visalberghi, Pedagogia e scienze dell'educazione, Mondadori, Milano 1978, 1985, pp. 336. Scritto con la collaborazione di Roberto Maragliano e Benedetto Vertecchi, e' ancora un utile strumento di lavoro. 15. RILETTURE. ALDO VISALBERGHI (A CURA DI): SCUOLA E CULTURA DI PACE Aldo Visalberghi (a cura di), Scuola e cultura di pace. Suggerimenti per gli insegnanti, La Nuova Italia, Scadicci (Firenze) 1985, pp. VIII + 166. Oltre vent'anni dopo e' ancora un utile repertorio di proposte e di materiali. E significhera' pur qualcosa. 16. RIEDIZIONI. THOMAS S. ASHTON: LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE Thomas S. Ashton, La rivoluzione industriale 1760-1830, Laterza, Roma-Bari 1998, "Il giornale", Milano s.d. ma 2008, pp. 180, euro 6,90 (in supplemento al quotidiano "Il giornale"). Una classica sintesi (la prima edizione e' del 1948, l'ultima del 1966, l'autore - illustre storico dell'economia - e' deceduto nel 1968) sulla rivoluzione industriale in Gran Bretagna. 17. RIEDIZIONI. ERASMO DA ROTTERDAM: ELOGIO DELLA FOLLIA. COLLOQUIA Erasmo da Rotterdam, Elogio della follia. Colloquia, Einaudi, Torino rispettivamente 1997 e 2002, Mondadori, Milano 2008, pp. VI + 1118 (in supplemento a vari periodici Mondadori). L'Encomium a cura di Carlo Carena, i Colloquia curati magnificamente da Cecilia Asso (e peccato che qui manchi il testo latino a fronte, una prosa cosi' limpida e soave che si capisce come essa incanto' ed educo' un secolo e un continente), con un saggio di Adriano Prosperi. L'ammirazione per Erasmo mi accompagna da sempre: pensare la pace e la dignita' umana e dire il suo nome, e' una cosa sola. 18. RIEDIZIONI. MARGARET MEAD: L'ADOLESCENZA IN SAMOA Margaret Mead, L'adolescenza in Samoa, Giunti, Firenze 1954, 2008, pp. XVIII + 236 (in supplemento a "Psicologia contemporanea", euro 5.90). Un classico, la cui lettura vivamente raccomandiamo a ragazze e ragazzi ed adulte ed adulti di oggi. Con una prefazione di Mary Catherine Bateson, un'introduzione di Mary Pipher, e la presentazione di Franz Boas del 1928. 19. RIEDIZIONI. ANGELANTONIO SPAGNOLETTI: STORIA DEL REGNO DELLE DUE SICILIE Angelantonio Spagnoletti, Storia del Regno delle Due Sicilie, Il Mulino, Bologna 1997, "Il giornale", Milano s.d. ma 2008, pp. 356, euro 6,90 (in supplemento al quotidiano "Il giornale"). Spagnoletti e' docente di "Storia degli antichi stati italiani" all'Universita' di Bari, ed appunto l'approccio anche di questo libro rompe con quella tradizione teleologizzata - e quindi rozzamente ideologizzata in senso sciovinista da coloro che del nazionalismo fecero il brodo di coltura del fascismo - che vedeva la storia italiana pregressa eminentemente come un cammino verso il compimento dell'unita' nazionale in forma statuale; e consente cosi' di leggere piu' nitidamente eventi e stratificazioni altrimenti compressi in gabbie che non consentivano di essi un'ermeneutica adeguata. Come Dionisotti c'insegno' nel campo della produzione letteraria. 20. RIEDIZIONI. KURT VONNEGUT: GHIACCIO-NOVE Kurt Vonnegut, Ghiaccio-nove, Rizzoli, Milano 1986 (traduzione Rambelli), Mondadori, Milano 2000 (traduzione Curtoni), Feltrinelli, Milano 2003, 2008 (traduzione Vezzoli), pp. 224, euro 7,50. La lettura di Vonnegut mi accompagna da quando ero un ragazzino fino ad ora che un vecchio barbogio sono, e credo sia stato uno dei miei maestri segreti. Le prime volte che lo lessi scoprii che si poteva scrivere altrimenti sia da quei marmi su cui ero stato educato - da Omero a Boccaccio a Cervantes, da Melville a Svevo a Borges -, sia da quei labirinti che giovani ti appassionano (e per me erano le avanguardie storiche del Novecento - e Campanile, e la drammaturgia dell'assurdo, e poi l'Oulipo), sia da quell'irruzione della lingua parlata nella narrazione scritta che fu Hemingway. C'era un'altra via ancora: Vonnegut. Lungo una tradizione che da Luciano a Swift e Voltaire giungeva al Primo Levi dei racconti, e a Eduardo Galeano. Vonnegut. Qui ancora una volta gli rendo omaggio. 21. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 22. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 455 del 14 maggio 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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