[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Minime. 400
- Subject: Minime. 400
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Thu, 20 Mar 2008 00:42:49 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 400 del 20 marzo 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Nello specchio tibetano 2. Solidarieta' con don Erwin Krautler 3. Il 20-26 marzo a Roma, il 28-29 marzo a Napoli 4. Il 20 aprile a Rimini 5. Maria Teresa Carbone: Un colloquio tra Grossman, Oz, Yehoshua 6. Giovanna Providenti: La lotta nonviolenta delle donne in Myanmar 7. Il 5 per mille al Movimento Nonviolento 8. Letture: Nicola Grandi, Fondamenti di tipologia linguistica 9. Riletture: John Stuart Mill, La liberta'. L'utilitarismo. L'asservimento delle donne 10. Riedizioni: La satira. Persio e Giovenale 11. La "Carta" del Movimento Nonviolento 12. Per saperne di piu' 1. LE ULTIME COSE. NELLO SPECCHIO TIBETANO Che si levi giusta e misericorde, condividente e responsabile, sincera e franca, la voce dell'umanita'. Che si dispieghi nonviolenta e forte, la solidarieta' internazionale col popolo tibetano e con tutti i popoli oppressi, con tutte le persone oppresse. Che si dispieghi nonviolenta e forte la lotta per il riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani. Che questa lotta sia limpida e degna, benevolente e rigorosa nei fini e nei mezzi. Che questa solidarieta' sia concreta e coerente, dell'incolumita' e della dignita' di tutti gli esseri umani sollecita e intransigente. Per esser tale, nonviolenta deve essere questa lotta, nonviolenta deve essere questa solidarieta', nonviolenta questa voce, piena la consapevolezza che vi e' una sola umanita'. Nello specchio tibetano e' il tuo volto che si riflette. Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'. 2. APPELLI. SOLIDARIETA' CON DON ERWIN KRAUTLER [Dal periodico on line dell'Associazione culturale Punto Rosso (per contatti: comunicazioni at puntorosso.it) "Lavori in corso", n. 99, riprendiamo il seguente appello diffuso da Antonio Lupo (per contatti: anlupo at alice.it). Erwin Krautler e' presidente del Cimi (Consiglio Indigeno Missionario) e vescovo di Altamira, nello stato del Para' in Brasile; lotta per i diritti delle minoranze indigene, per i diritti umani e per la conservazione dell'habitat della foresta pluviale in Brasile e nell'intera regione amazzonica. Dal sito del Parlamento europeo riprendiamo la seguente scheda "Il vescovo cattolico Erwin Krautler e' nato il 12 luglio 1939 a Koblach (Austria). Dopo gli studi universitari di filosofia e teologica ha iniziato l'attivita' di missionario in Brasile. Nel 1981 e' diventato vescovo missionario della popolazione indigena di Altamira (Brasile). In qualita' di vescovo missionario e di presidente del consiglio missionario indiano della Conferenza episcopale brasiliana e' impegnato nella lotta contro le disuguaglianze politiche, sociali ed economiche nell'intera regione amazzonica da quasi 40 anni. Il suo impegno riguarda in particolare la promozione dei diritti delle minoranze indigene, dei diritti umani e della conservazione della foresta pluviale in quanto habitat. Ha subito numerose minacce per le sue convinzioni e per la sua attivita'. Dall'inizio del 2006 e' stato ripetutamente minacciato di morte ed ha una scorta personale. E' stato insignito nel 1991 del Premio Bruno Kreisky per i risultati eccezionali conseguiti nell'ambito dei diritti umani, del Premio Karl Renner (1992) della citta' di Vienna e del Premio Konrad Lorenz (2002) per l'impegno a favore della protezione della vita e dell'ambiente. Nel 2004 ha ricevuto il Premio GlobeArt per il contributo alla convivenza pacifica tra popoli e culture". Suor Dorothy Stang, eroica lottatrice nonviolenta per la dignita' umana e la difesa del creato, e' stata assassinata il 12 febbraio 2005 dai sicari degli sfruttatori. Su Dorothy Stang cfr. anche i nn. 843 e 865 de "La nonviolenza e' in cammino", e nn. 5 e 8 di "Nonviolenza. Femminile plurale"] Don Erwin Krautler, presidente del Cimi (Consiglio Indigeno Missionario) e vescovo di Altamira, stato del Para', da vari anni e' minacciato di morte per il suo impegno a favore dei popoli indigeni e dei lavoratori agricoli di quello stato. Negli ultimi giorni le minaccie sono diventate piu' pressanti. Don Erwin si e' dedicato con suor Dorothy Stang, come tuttora, alla lotta per i diritti dei popoli indigeni e delle comunita' agricole e per la tutela dell'ambiente nella regione amazzonica; ha denunciato lo sfruttamento sessuale di adolescenti da parte di politici e l'evirazione e l'assassinio di ragazzini nello stato del Para'; sta denunciando l'attivita' di latifondisti, proprietari terrieri che si sono appropriati di terre in modo illegale, imprenditori del legno e proprietari delle aziende agricole che sfruttano il lavoro schiavo e distruggono l'ambiente; ha aperto nella sua diocesi uno spazio di dibattito sulla costruzione della centrale idroelettrica di Belo Monte, che minaccia di colpire le comunita' indigene e contadine, ma interessa molto agli imprenditori del legno e industriali locali. A causa della sua attivita' pastorale dedicata ai popoli indigeni e ai lavoratori, don Erwin e' stato minacciato e aggredito innumerevoli volte negli ultimi anni. Nel 1987, un incidente automobilistico su un'autostrada, sospetto di dolo, quasi gli costo' la vita e provoco' la morte di un suo amico e collaboratore, padre Salvatore Deiana. Oggi Don Erwin vive sotto la protezione della polizia militare dello stato del Para'. Si sa che e' in corso un piano articolato per assassinarlo, le cui caratteristiche rivelano che e' opera di persone di grande potere economico, probabilmente un consorzio, come quello che ammazzo' vigliaccamente suor Dorothy Stang tre anni fa. La prova di questo e' la cifra offerta ai potenziali assassini: un milione di reais (circa 400.000 euro)! Facciamo appello alla societa' brasiliana perche' ripudi questo sordido crimine in preparazione contro un lottatore in difesa dei lavoratori e dei popoli indigeni nel nostro paese; esigiamo dal ministero di giustizia, dalla polizia federale e dal governo dello stato del Para', che facciano subito scrupolose indagini, catturando e portando davanti alla giustizia questi criminali, di certo collegati al grande potere economico e politico dello stato del Para', che pianificano, come mandanti ed esecutori, di assassinare don Erwin Krautler. Sao Paulo, 12 marzo 2008 Dom Tomas Balduino (per la Comissione Pastorale della Terra - www.cptnacional.org.br), Joao Pedro Stedile (per Via Campesina e Mst - www.mst.org.br), Altamiro Borges, Beto Albuquerque, Ivan Valente (deputato federale del Pt/Sp), Joao Capiberibe (ex-governatore), Ricardo Gebrin, Ronald Rocha (Pcdb di Minas Gerais), Sergio Miranda (ex-deputato federale del Pcdb), Claudio Spis, Savio Bones, Frei Gilvander Luis Moreira (per la Cpt/Mg e per la chiesa del Carmine di Belo Horizonte), Jose' Luiz Quadros de Magalhaes (professore di Diritto Constituzionale - Ufmg), Delze dos Santos Laureano (Procuratore del Municipio di Belo Horizonte), Marcilene Maria Ferreira (per Renap - Rete Nazionale degli Avvocati Populari di Minas Gerais), Virgilio Mattos (professore di Diritto Penale della Escola Superior Dom Helder Camara e dell'Ufop), Ana Maria Turolla (per il Movimento Capao Xavier Vivo - www.capaoxaviervivo.org), Chiara De Poli (Comitato Amig@s Mst della provincia di Genova), Antonio Lupo (Comitato Amig@s Mst di Milano). * Per adesioni scrivere a: Antonio Lupo, e-mail: anlupo at alice.it 3. INCONTRI. IL 20-26 MARZO A ROMA, IL 28-29 MARZO A NAPOLI [Dal sito www.nonviolenti.org riprendiamo e diffondiamo. Thich Nhat Hanh, monaco zen vietnamita, poeta e costruttore di pace, nato nel 1926 nel Vietnam centrale, nel 1964, in piena guerra, ha dato vita al movimento di resistenza nonviolenta dei "piccoli corpi di pace": gruppi di laici e monaci che nelle campagne creavano scuole, ospedali e ricostruivano i villaggi bombardati, subendo attacchi da entrambi i contendenti, che li ritenevano alleati del nemico. Nel 1967, durante una visita negli Stati Uniti, e' stato candidato al Nobel per la pace da Martin Luther King, che dopo averlo incontrato ha preso posizione pubblicamente contro la guerra in Vietnam. Due anni dopo, gia' costretto all'esilio, ha rappresentato la comunita' buddhista, che raccoglieva l'80 per cento dei vietnamiti, alle trattative di pace di Parigi. Dopo la firma degli accordi, nel 1975, gli e' stato negato il rientro nel suo Paese. Oggi vive in Francia. La pace e' il tema delle opere, delle attivita', dei ritiri e degli incontri e manifestazioni pubbliche di Thich Nhat Hanh. Il cuore del suo insegnamento e' nella stretta relazione tra la ricerca della pace in noi stessi e la pace nel mondo. "Nel protestare contro una guerra, possiamo credere di essere una persona pacifica, un vero rappresentante della pace - recita un passo di uno dei suoi scritti - ma questa nostra presunzione non sempre corrisponde alla realta'. Osservando in profondita', ci accorgiamo che le radici della guerra sono presenti nel nostro stile di vita privo di consapevolezza. Se noi non siamo in pace, non possiamo fare niente per la pace". I suoi numerosi libri sono pubblicati in Italia da Mondadori, Ubaldini e Neri Pozza. Opere di Thich Nhat Hanh: Vietnam, la pace proibita, Vallecchi, 1967; La lotta nonviolenta del buddhismo nel Vietnam, Citta' Nuova, 1970; Essere pace, Ubaldini, 1989; Il sole, il mio cuore, Ubaldini, 1990; Il miracolo della presenza mentale, Ubaldini, 1992; Trasformarsi e guarire,Ubaldini, 1992; Vita di Siddharta il Buddha, Ubaldini, 1992; La pace e' ogni passo, Ubaldini, 1993; Toccare la pace, Ubaldini, 1994; Respira! Sei vivo, Ubaldini, 1994; Lo splendore del loto, Ubaldini, 1994; Il diamante che recide l'illusione, Ubaldini, 1995; L'amore e l'azione, Ubaldini, 1995; Una chiave per lo zen, Ubaldini, 1996; Mente d'amore, Ubaldini, 1997; L'incenso del cuore, Associazione La Rete di Indra, 1997; Il cancello di pino e altre storie, Psiche, 1997; Il bambu' della luna, Psiche, 1998; Sassolini di meditazione, Associazione Un Tempio per la Pace, 1998; Il Buddha vivente, il Cristo vivente, Neri Pozza, 1996, Tea, 1999; Insegnamenti sull'amore, Neri Pozza, 1999; AA. VV. Buddhismo impegnato, Neri Pozza, 1999; Perche' un futuro sia possibile, Ubaldini, 2000; Il cuore dell'insegnamento del Buddha, Neri Pozza, 2000; Canti e recitazioni di Plum Village, Nobile Editore, 2000; Il piccolo libro della consapevolezza, Ubaldini, 2001; AA. VV., Ecologia buddhista, Neri Pozza, 2001; Discorsi ai bambini e al bambino dentro di noi, Ubaldini, 2002; Spegni il fuoco della rabbia, Mondadori, 2002; Il segreto della pace, Mondadori, 2003; La luce del dharma, Mondadori, 2003; Libero ovunque tu sia, Associazione Essere Pace, 2003; Il sentiero, Ubaldini, 2004; L'arte della trasformazione, Mondadori, 2004; L'arte del cammino e della pace, Mondadori, 2004; Un ascolto profondo, Ubaldini, 2005; L'unica nostra arma e' la pace, Mondadori, 2005; Nel rifugio della mente. La risposta zen al terrorismo, Mondadori, 2007] Per la prossima Pasqua, Roma prima e Napoli poi vivranno un profondo incontro tra cristianesimo e buddhismo. Sul tema dell'educazione alla pace - in particolare tra i giovani - tornera' in Italia con la sua comunita' di Plum Village (Bordeaux) il monaco buddhista vietnamita di tradizione chan (zen) Thich Nhat Hanh. La riflessione su una Pasqua di pace si arricchisce quest'anno dell'incontro con l'esperienza sprirituale del monaco vietnamita buddhista di tradizione zen forse piu' noto - insieme al Dalai Lama - per il suo impegno per i diritti umani, il superamento dei conflitti, il dialogo interreligioso. Torna infatti in Italia il venerabile Thich Nhat Hanh, con un gruppo di monache e monaci del monastero francese di Plum Village. La pace e' ogni passo: e' la sua forte sfida perche' gli essere umani, al di la' della loro fede religiosa, acquisiscano nuovi strumenti di confronto, superamento della rabbia e del desiderio di vendetta, costruzione della pace. A maggio prossimo tornera' in Vietnam, sotto l'egida dell'Unesco, per dirigere una Conferenza mondiale sul buddhismo impegnato, per affinare gli spazi di queste tradizioni rispetto ai problemi dell'ambiente, della globalizzazione, dei sistemi scolastici, delle famiglie. Quest'anno la visita italiana sara' dedicata in particolare al dialogo coi giovani. * A Roma il programma, curato dall'associazione "Essere pace", prevede: - giovedi' 20 marzo, ore 15,30, meditazione camminata aperta a tutti, con avvio da piazza Venezia (sede Onu in piazzetta S.Marco) fino a piazza Navona. Qui meditazione seduta, guidata da Thich Nhat Hanh. - venerdi 21 - mercoledi 26 marzo, ritiro nazionale, riservato a circa mille persone, presso Castelfusano. * A Napoli il programma, curato da "Progetto pace Napoli" e da "L'arte della felicita'", prevede: - venerdi' 28 marzo, ore 9,30, Thich Nhat Hanh dialoga con gli studenti (Multicinema Modernissimo - su prenotazione). - venerdi', ore 17,30, sister Chan Khong: meditazione guidata su "Toccare la terra" (Villa Pignatelli). - sabato 29 marzo, ore 10, Thich Nhat Hanh incontra la citta' (Teatro Augusteo) e, a seguire, meditazione camminata a piazza del Plebiscito. A Napoli sara' presentato il percorso di educazione alla pace svolto per oltre un anno tra i giovani napoletani, per avvicinarli alle pratiche della presenza mentale, della compassione, dell'azione nonviolenta. * Per ulteriori informazioni: www.esserepace.org e www.artedellafelicita.it 4. INCONTRI. IL 20 APRILE A RIMINI [Dal sito del Movimento Nonviolento (www.nonviolenti.org) riprendiamo e diffondiamo] Rimini, domenica 20 aprile, seminario del Movimento Nonviolento su "Informazione e nonviolenza". Il Convivio dei popoli ha affidato ad "Azione nonviolenta" la realizzazione di un importante seminario sul tema cruciale "Informazione e nonviolenza" per affrontare i seguenti aspetti: - Come influire sui mass media per un'informazione diversa e corretta sui temi pace/guerra? - Quale rapporto tra riviste cartacee e informazione web (blog, mailing lists, giornali web, ecc.)? - Quale futuro per le riviste "storiche" come la nostra? - La legge sull'editoria finanzia gli organi di informazione dei partiti, ma non tutela la stampa di movimento: come modificare una legge cosi' ingiusta? Abbiamo invitato alcuni giornalisti esperti del settore ad aiutarci nella riflessione (Beppe Lopez, Massimo Alberizzi, Roberto Natale, Giuseppe Giulietti). Fara' da moderatore il giornalista Rai Giuseppe Muraro. Il seminario si terra' a Rimini, domenica 20 aprile, dalle ore 10,30 alle 17,30 presso la "Sala degli Archi" che si trova sotto il porticato del Palazzo Comunale in piazza Cavour. La piazza si raggiunge a piedi dalla stazione in circa dieci minuti. Per chi arriva in macchina, si puo' parcheggiare nella adiacente piazza Malatesta. * Per ulteriori informazioni: "Azione nonviolenta", via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 5. INCONTRI. MARIA TERESA CARBONE: UN COLLOQUIO TRA GROSSMAN, OZ, YEHOSHUA [Dal quotidiano "Il manifesto" del 16 marzo 2008, col titolo "Grossman, Oz, Yehoshua al Salone del libro di Parigi" e il sommario "Appuntamento clou della seconda giornata parigina, la tavola rotonda fra i tre maggiori scrittori israeliani ha toccato i temi dell'altro, dell'identita', della lingua. L'invito al boicottaggio ha evidentemente ottenuto l'effetto di sollecitare la curiosita' del pubblico, che e' affluito a Paris Expo in lunghe code rallentate dalla rigidita' dei controlli". Maria Teresa Carbone, traduttrice, saggista, organizzatrice culturale, curatrice con Nanni Balestrini del sito di letture e visioni in rete www.zoooom.it David Grossman, nato a Gerusalemme nel 1954, e' uno dei maggiori scrittori contemporanei, da sempre impegnato per la pace e i diritti umani; suo figlio Uri e' morto nella guerra del 2006. Tra le opere di David Grossman: Vedi alla voce: amore (1986); Il libro della grammatica interiore (1991); Ci sono bambini a zigzag (1994); Che tu sia per me il coltello (1998); tutti presso Mondadori. Cfr. anche il libro-intervista curato da Matteo Bellinelli: David Grossman, La memoria della Shoah, Casagrande, Bellinzona 2000. Amos Oz, scrittore israeliano, nato a Gerusalemme nel 1939, militante pacifista. Opere di Amos Oz: Conoscere una donna, Guanda, Parma 1992; In terra d'Israele, Marietti, 1992; Fima, Bompiani, Milano 1997; Michael mio, Bompiani, Milano 1997; Soumchi, Mondadori, Milano 1997; Pantera in cantina, Bompiani, Milano 1999; Lo stesso mare, Feltrinelli, Milano 1999; Conoscere una donna, Feltrinelli, Milano 2000; Michael mio, Feltrinelli, Milano 2001; La scatola nera, Feltrinelli, Milano 2002; Una storia di amore e di tenebra, Feltrinelli, Milano 2003; Contro il fanatismo, Feltrinelli, Milano 2004; Non dire notte, Feltrinelli, Milano 2007; cfr. anche il libro-intervista a cura di Matteo Bellinelli, Amoz Oz, Il senso della pace, Casagrande, Bellinzona 2000. Dal quotidiano "Il manifesto" del 4 marzo 2007 riportiamo anche la seguente breve scheda biografica: "Nato a Gerusalemme nel 1939, Oz e' stato tra i fondatori di 'Peace Now', il movimento che, a partire dal 1979, si e' battuto per la creazione di due stati indipendenti, Palestina e Israele, lungo i confini del 1967. Dal punto di vista politico, non si e' mai sottratto al confronto con temi e problemi legati al ritorno del fanatismo religioso nel contesto della modernita' (Contro il fanatismo, Feltrinelli 2004) o al sorgere di nuove immagini e rappresentazioni del 'nemico' (non a caso, per una felice scelta editoriale, un suo intenso scritto accompagna l'edizione italiana, per Feltrinelli Real Cinema, del film Orso d'oro a Berlino nel 2005, 'Paradise Now' firmato dal regista palestinese Hany Abu-Assad). Chi volesse conoscere la biografia di Amos Oz ha a disposizione il poderoso volume titolato Una storia di amore e di tenebra, in cui lo scrittore risale la storia della sua famiglia, il passaggio drammatico del suicidio della madre, e le vicende del nascente Stato di Israele, dalla fine del protettorato britannico". Avraham (Abraham) B. Yehoshua, scrittore israeliano nato a Gerusalemme nel 1936, docente di letteratura comparata all'Universita' di Haifa, e' impegnato per la pace e i diritti umani. Tra le opere di Abraham B. Yehoshua: i suoi romanzi sono: L'amante (1977), Un divorzio tardivo (1982), Cinque stagioni (1987), Il signor Mani (1990), Ritorno dall'India (1994), Viaggio alla fine del millennio (1997), La sposa liberata (2002), Tre giorni e un bambino (2003) e Il responsabile delle risorse umane (2004), tradotti in Italia da Einaudi, che ha anche pubblicato Il lettore allo specchio (2003), Tutti i racconti (1999), i saggi Il potere terribile di una piccola colpa, Etica e letteratura (2000), la commedia Possesso (2001), gli articoli Diario di una pace fredda (1996) e il saggio Antisemitismo e sionismo (2004). Presso altri editori italiani sono apparsi: Il poeta continua a tacere, La Giuntina, Firenze 1987, poi anche Mondadori e Leonardo; Elogio della normalita', La Giuntina, Firenze 1991; Ebreo, israeliano, sionista: concetti da precisare, Edizioni e/o, Roma 2000 (saggio estratto da Elogio della normalita')] Secondo Edna Degon, il boicottaggio dei paesi arabi al Salon du Livre di Parigi e' un classico esempio di eterogenesi dei fini: "invitando a non partecipare hanno stimolato ancora di piu' la curiosita' dei lettori, che si sono riversati qui in massa" esulta questa signora, individuata dallo "Special litterature israelienne", pubblicato in occasione della manifestazione parigina, come la vera madrina, colei che con la sua attivita' infaticabile ha consentito agli scrittori di Israele di conquistare in meno di dieci anni un posto niente affatto secondario nell'editoria d'oltralpe. Di fronte al suo entusiasmo, i commenti dei responsabili delle case editrici francesi - da Gallimard a Calmann-Levy - appaiono piu' cauti e comunque confermano: "A giudicare dalle prime due giornate, il boicottaggio non sembra avere portato un calo dei visitatori, anzi. L'unico problema puo' venire dalla quantita' di controlli all'ingresso". In effetti, l'entrata di Paris Expo alla Porte de Versailles quest'anno somiglia a un aeroporto: code piu' o meno rigidamente disciplinate, metal detector, rapide perquisizioni. E non ha migliorato la situazione l'incidente - assolutamente fortuito - dell'inaugurazione, quando Shimon Peres ha rischiato di essere colpito da una impalcatura metallica dell'elegante padiglione israeliano, tutto un gioco in bianco e nero di pieni e di vuoti intorno al tema dell'albero del Verbo, progettato dal designer David Tartakover. Comprensibile quindi il nervosismo del servizio d'ordine, di fronte alle centinaia di persone che l'altro pomeriggio si sono accalcate - come era prevedibile - intorno al padiglione israeliano per assistere all'incontro piu' promettente del Salon, quello fra David Grossman, Amos Oz e Abraham Yehoshua. Per evitare un assalto e nuovi crolli, sono stati disposti schermi fuori dal padiglione, con la promessa che la tavola rotonda sara' presto visibile anche online sul sito della rivista "Philosophie Magazine", cui si deve l'iniziativa. E finalmente gli scrittori sono potuti salire sul palco, con l'atteggiamento sicuro e perfino lievemente divertito di tre musicisti celebri, tre solisti molto affiatati tra loro, capaci di riempire di senso un tema generico come quello che era stato dato all'incontro, "La letteratura e il mondo". Improvvisando scambi di battute di volta in volta affettuose o brillanti in risposta a domande - sull'identita', la lingua, l'altro, la forma - che potevano sembrare una involontaria parodia dell'ultimo romanzo di Amos Oz, uscito in questi giorni in Francia con il titolo Vie et mort en quatre rimes, dove uno scrittore in attesa di incontrare i suoi lettori, prevede uno a uno gli interrogativi che gli verranno posti. Nessuno di loro parla del boicottaggio, ma - quasi a voler rispondere alle voci secondo cui gli scrittori presenti al Salon si sono impegnati a non dire nulla contro il governo israeliano - Amos Oz afferma di tenere sul tavolo di lavoro due penne, una che gli serve per scrivere i suoi romanzi e l'altra "per mandare al diavolo il mio governo". E' anche un modo per sottolineare l'esistenza di "una linea fra politica e letteratura" e per replicare a Yehoshua, che si e' appena proclamato dolorosamente ma senza cedimenti "ebreo totale". Rimbeccando allegramente l'amico, l'autore del Signor Mani dice: "Conosco Oz da cinquant'anni, ci sentiamo al telefono almeno un paio di volte la settimana, e vi assicuro che sulla sua scrivania di penne ce n'e' una sola: anche nei suoi libri, come in quelli di tanti altri grandi scrittori, da Dostoevskij a Tolstoj, vengono espresse posizioni politiche. E per fortuna, altrimenti avremmo una letteratura passata alla candeggina". Cio' su cui tutti e tre concordano, invece, e' l'uso strumentale del linguaggio da parte dei politici e dei media israeliani: "Situazioni spaventose vengono descritte attraverso formule stereotipate che servono per velare l'orrore di quanto e' accaduto" osserva Grossman. Alle cui argomentazioni Oz porta esempi concreti: "Dopo la guerra dei Sei giorni i quotidiani hanno cominciato a parlare di territori liberati, quando sono semmai le persone a dover essere liberate. E vent'anni fa, il primo conflitto in Libano venne definito come la guerra per la pace in Galilea: di nuovo, ho preso la mia penna nera per fare notare che 'la guerra per la pace' non esiste. In questo modo la lingua finisce per somigliare a quella di 1984 di Orwell". Tocca allo scrittore, rileva Grossman, "sottrarsi a queste manipolazioni, e usare invece una lingua emotiva, intima, l'unica che possa davvero risvegliare l'attenzione del lettore". Ma compito principale di un autore - lo sottolineano con forza tutti e tre - e' non avere paura di conoscere l'altro, anche nei suoi lati oscuri: "L'esercizio che compio quotidianamente - riassume Oz - e' calarmi alla lettera, in modo quasi ossessivo, nei panni dell'altro, anzi nelle sue scarpe, in modo da seguire da dentro i suoi passi, i suoi movimenti. Sono convinto che sia l'empatia a costituire l'elemento morale della letteratura, a muoverci nel nostro percorso verso il perdono e l'accettazione". E, ancora, i tre scrittori sono d'accordo sulla attuale fioritura artistica di Israele, non solo in letteratura, ma anche nelle arti visive, nella musica, nel cinema. Per Yehoshua, pero', questo e' "un segnale di malessere - preferirei che la letteratura decadesse e la situazione migliorasse" - mentre Oz, che nel gioco delle parti sembra assumere il ruolo del bastian contrario, gli risponde tra il serio e il faceto che "in Iraq le cose vanno peggio, e non c'e' nemmeno fioritura intellettuale". Seduto fra i due, Grossman (che di questo incontro e' stato l'ideatore) prende il microfono: "Il nostro futuro, il futuro di Israele, e' legato alla pace. Per quanto riguarda i palestinesi, e' giusto che abbiano uno stato indipendente; quanto a noi, sono sessant'anni che viviamo in uno spazio privo di frontiere precise, e' come abitare in una casa i cui muri vengono spostati di continuo. E questo si traduce in una incerta percezione di noi stessi che porta a una tensione continua, a una violenza illimitata. Questo stato di perenne emergenza deve finire, Israele deve essere un paese speciale, si', ma come e' speciale qualsiasi paese al mondo". 6. MONDO. GIOVANNA PROVIDENTI: LA LOTTA NONVIOLENTA DELLE DONNE IN MYANMAR [Dal sito di "Noi donne" (www.noidonne.org), col titolo "Mutande contro i militari" e il sommario "Le donne nella resistenza nonviolenta al regime militare di Myanmar sfidano una secolare cultura di subalternita' e l'arroganza maschile del potere con iniziative concrete dei movimenti femminili e femministi". Giovanna Providenti e' ricercatrice nel campo dei peace studies e women's and gender studies presso l'Universita' Roma Tre, saggista, si occupa di nonviolenza, studi sulla pace e di genere, con particolare attenzione alla prospettiva pedagogica. Ha due figli. Partecipa al Circolo Bateson di Roma. Scrive per la rivista "Noi donne". Ha curato il volume Spostando mattoni a mani nude. Per pensare le differenze, Franco Angeli, Milano 2003, e il volume La nonviolenza delle donne, "Quaderni satyagraha" - Libreria Editrice Fiorentina, Pisa-Firenze 2006; ha pubblicato numerosi saggi su rivista e in volume, tra cui: Cristianesimo sociale, democrazia e nonviolenza in Jane Addams, in "Rassegna di Teologia", n. 45, dicembre 2004; Imparare ad amare la madre leggendo romanzi. Riflessioni sul femminile nella formazione, in M. Durst (a cura di), Identita' femminili in formazione. Generazioni e genealogie delle memorie, Franco Angeli, Milano 2005; L'educazione come progetto di pace. Maria Montessori e Jane Addams, in Attualita' di Maria Montessori, Franco Angeli, Milano 2004. Scrive anche racconti; sta preparando un libro dal titolo Donne per, sulle figure di Jane Addams, Mirra Alfassa e Maria Montessori, e un libro su Goliarda Sapienza. Aung San Suu Kyi, figlia di Aung San (il leader indipendentista birmano assassinato a 32 anni), e' la leader nonviolenta del movimento democratico in Myanmar (Birmania) ed ha subito - e subisce tuttora - durissime persecuzioni da parte della dittatura militare; nel 1991 le e' stato conferito il premio Nobel per la pace. Opere di Aung San Suu Kyi: Libera dalla paura, Sperling & Kupfer, Milano 1996, 2005; Lettere dalla mia Birmania, Sperling & Kupfer, Milano 2007] Nel settembre del 2007 l'opinione pubblica mondiale ha potuto assistere ad un evento storico di enorme portata simbolica: la contestazione nonviolenta di migliaia di monaci lungo le strade di Rangoon ed altri sessantasei centri della Birmania. La protesta era stata avviata gia' dal 19 agosto dall'ampio movimento civile di opposizione al regime, che nel 1988 ha fondato la Lega Nazionale per la Democrazia e dal 1990 ha all'attivo un governo democratico in esilio. A scatenare gli eventi di agosto e settembre 2007 era stato un ulteriore aumento dei prezzi di cibo e trasporti su un popolo gia' esasperato da piu' di quarant'anni di regime militare, che in nome della "via birmana al socialismo" ha schiacciato la popolazione con il terrore, ha imposto la legge marziale e ha istituzionalizzato il lavoro forzato, anche per donne e bambini. In seguito alla repressione del 26-27 settembre gli impianti statali per la cremazione hanno aumentato le loro attivita' per incenerire i corpi delle centinaia di monaci e civili uccisi, e le carceri si sono riempite di nuovi prigionieri politici, che gia' a settembre erano piu' di 1800, settecento in piu' rispetto all'anno 2006 (per aggiornamenti: www.aappb.org). Le vicende birmane catturano tutta la nostra attenzione per via della presenza carismatica di Aung San Suu Kyi, la leader dell'opposizione democratica e Premio Nobel per la pace agli arresti domiciliari da dodici anni, e per via del grande portato simbolico di vedere migliaia di monaci (che hanno connotato la protesta di una dimensione spirituale e nonviolenta) e persone completamente disarmate sfilare in avversione ad un regime armato fino ai denti. Quello birmano e' l'esercito piu' potente dell'est asiatico e non esita a reprimere la dissidenza con maltrattamenti, incarcerazioni, torture ed esecuzioni. Un altro motivo di curiosita' e' l'utilizzo di gesti simbolici da parte degli oppositori al regime, come ad esempio la campagna internazionale rivolta a provocare la superstizione dei militari, convinti che il contatto con biancheria intima femminile puo' privarli del loro potere. La provocazione consiste nell'inviare mutande a palazzi del governo ed ambasciate (lannaactionforburma.blogspot.com). Questo tipo di gesti simbolici la dicono lunga sulla componente "gender" sia della repressione che della resistenza. Da una parte il regime militare di Myanmar poggia la propria arroganza su una cultura ed una condizione sociale di subalternita' femminile e utilizza l'abuso sessuale e la violenza contro le donne come ulteriore strumento di terrore, dall'altra parte va rilevata l'imponente presenza femminile nelle organizzazioni democratiche di opposizione (con ruoli anche di leadership) e nella formazione di specifiche organizzazioni femminili e femministe. Per conoscere la storia delle donne attive nella resistenza consiglio la lettura del bellissimo libro Il pavone e i generali. Birmania: storie di un paese in gabbia (Baldini e Castoldi, Milano 2007), in cui Cecilia Brighi, in uno stile narrativo che intreccia la storia del Paese a quella individuale, racconta le vicende esistenziali di singole persone, "sempre molto sorridenti, calme e piene di energia" che "tra difficolta' quasi insormontabili svolgono attivita' politica in esilio, molti in Thailandia, nel sindacato, nelle organizzazioni democratiche o nel governo birmano in esilio, fuggiti dal proprio paese in modo rocambolesco". * Ma nascoste dall'occhio inquisitore di una delle dittature piu' violente del mondo vi sono anche molte organizzazioni rivolte ai diritti delle donne, che hanno una loro visibilita' su internet. In particolare esiste una Lega di donne Birmane (www.womenofburma.org), attiva dal 1999, che raccoglie dodici organizzazioni femminili provenienti da differenti origini etniche. Il loro impegno e' rivolto all'empowerment e al miglioramento della condizione delle donne, a favorire la loro partecipazione in tutte le sfere della societa' e a metterle in grado di partecipare effettivamente al movimento per la pace, la democrazia e la riconciliazione nazionale. Attivita' della Lega sono: sostenere le prigioniere politiche procurando loro degli avvocati, svolgere un incessante lavoro di ricerca e documentazione, organizzare dei corsi di formazione rivolti alle donne per rafforzare la loro autostima. Su internet e' possibile consultare una interessantissima pubblicazione dal titolo "Overcoming Shadows" redatta dalla Women as Peacebuilders' Team (davvero una "squadra di costruttrici di pace"!) insieme alla Lega. Nella premessa del libro le curatrici ci tengono a precisare che le storie raccontate non sono "solo pensieri, ma azione". Sono storie di donne che stanno facendo esperienza di un mondo diverso in cui loro sono protagoniste di cambiamento. Scopo di questo libro e' mostrare i risultati di due corsi di formazione rivolti ad uno stesso gruppo di donne a distanza di un anno l'uno dall'altro rivolto a donne birmane (sia in esilio che no) e tenutosi in Thailandia. Il libro e' composto da una prima sezione, in cui le ventidue partecipanti raccontano in prima persona, e "a partire dai loro cuori", le loro storie personali, condizionate da una diffusa cultura patriarcale, e da una seconda sezione in cui le stesse donne confrontano il loro modo di percepire se stesse prima e dopo il momento formativo facendo uso di metafore tratte dall'ambiente naturale. Le storie sono tutte molto toccanti e verrebbe voglia di raccontarle una ad una. Sono storie di cambiamento di donne poco coraggiose, a volte terrorizzate dalla violenza maschile. "Sono cresciuta convinta - scrive una di loro - che al mondo ci fossero due tipi di esseri umani: le donne alla merce' del cattivo comportamento degli uomini, e gli uomini che abusano sessualmente le donne come e quando vogliono". La maggior parte delle partecipanti sono ragazze abituate ad avere una scarsa stima di se' e che, imparando a riflettere sulle proprie vite e a raccontarsi l'un l'altra, scoprono che e' possibile "uscire dall'ombra". "Mentre condividevo la mia storia nel gruppo - scrive Ywe - mi accorgevo che la mia voce tremava, ma mi sentivo liberata da un'ombra oscura". Yaung Lae Lae non e' in esilio, ha passato il confine solo per frequentare il corso, dove e' tornata a distanza di un anno, per riprovare ancora quella bellissima sensazione di essere parte di un mondo che cambia e crea cambiamento e per rafforzare la propria comprensione della sofferenza delle donne e, attraverso loro, di se stessa: "il corso mi ha portato a comprendere cosa vi e' alla radice dei nostri problemi. Adesso io so che tutte le idee e credenze sono solo costruzioni umane che possono essere trasformate per migliorare la societa'. Ho anche capito che uomini e donne vivono in un ciclo di sofferenza dovuta ad un sistema patriarcale profondamente radicato". Thoo Lay Bo ha scelto come metafora di se' una violetta: "a differenza di altri fiori (in Birmania il fiore rappresenta la donna) questo piccolo fiore viola non spicca, ma e' sempre bello. Ha resistito a rabbia, ignoranza, egoismo e oppressione. Se a questo piccolo fiore conferisco autorita', potra' continuare a fiorire, nonostante l'oppressione maschile, e la sua vita potra' trovare una autentica pace". Le organizzatrici di corsi come questi (che sono molti, sparsi per il globo, e che, soprattutto quando localizzati nel sud o in parti del mondo depresse, meritano tutta la nostra attenzione), partendo dal presupposto che "niente e' immutabile e che ognuno di noi ha un ruolo nella formazione e nella lotta per un mondo migliore senza piu' violenza contro le donne o altri", invitano tutte e tutti noi a guardare ai loro sforzi, alle loro trasformazioni e ad avere fiducia e speranza nel progresso umano. * Le donne birmane impegnate per i diritti delle donne, sia attraverso campagne politiche rivolte al cambiamento della politica e delle leggi sia attraverso il rafforzamento e la formazione individuale, sono persuase che la rivoluzione della Birmania debba passare attraverso un processo di trasformazione, collettiva e individuale, in cui la componente di genere abbia una rilevante importanza, e in cui le donne siano protagoniste. Conoscendo il tipo di personalita' della leader del prossimo governo democratico birmano (su di lei consiglio la lettura del breve saggio di Cecilia Brighi ne La nonviolenza delle donne, a cura di Giovanna Providenti, Quaderni Satyagraha-Lef, Pisa-Firenze 2006), abbiamo fiducia che questo possa essere possibile. 7. PROPOSTE. IL 5 PER MILLE AL MOVIMENTO NONVIOLENTO [Dal sito www.nonviolenti.org riprendiamo e diffondiamo] Anche con la prossima dichiarazione dei redditi sara' possibile sottoscrivere un versamento al Movimento Nonviolento (associazione di promozione sociale). Non si tratta di versare soldi in piu', ma solo di utilizzare diversamente soldi gia' destinati allo Stato. Destinare il 5 per mille delle proprie tasse al Movimento Nonviolento e' facile: basta apporre la propria firma nell'apposito spazio e scrivere il numero di codice fiscale dell'associazione. Il codice fiscale del Movimento Nonviolento da trascrivere e': 93100500235. Sono moltissime le associazioni cui e' possibile destinare il 5 mille. Per molti di questi soggetti qualche centinaio di euro in piu' o in meno non fara' nessuna differenza, mentre per il Movimento Nonviolento ogni piccola quota sara' determinante perche' ci basiamo esclusivamente sul volontariato, la gratuita', le donazioni. I contributi raccolti verranno utilizzati a sostegno della attivita' del Movimento Nonviolento ed in particolare per rendere operativa la "Casa per la pace" di Ghilarza (Sardegna), un immobile di cui abbiamo accettato la generosa donazione per farlo diventare un centro di iniziative per la promozione della cultura della nonviolenza (seminari, convegni, campi estivi, eccetera). Vi proponiamo di sostenere il Movimento Nonviolento che da oltre quarant'anni con coerenza lavora per la crescita e la diffusione della nonviolenza. Grazie. Il Movimento Nonviolento * P. S.: se non fai la dichiarazione in proprio, ma ti avvali del commercialista o di un Caf, consegna il numero di codice fiscale e di' chiaramente che vuoi destinare il 5 per mille al Movimento Nonviolento. Nel 2007 le opzioni a favore del Movimento Nonviolento sono state 261 (corrispondenti a circa 8.500 euro, non ancora versati dall'Agenzia delle Entrate) con un piccolo incremento rispetto all'anno precedente. Un grazie a tutti quelli che hanno fatto questa scelta, e che la confermeranno. * Per ulteriori informazioni e contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org 8. LETTURE. NICOLA GRANDI: FONDAMENTI DI TIPOLOGIA LINGUISTICA Nicola Grandi, Fondamenti di tipologia linguistica, Carocci, Roma 2003, 2006, pp. 128, euro 9,50. Un libriccino agile, una interessante riflessione. 9. RILETTURE. JOHN STUART MILL: LA LIBERTA'. L'UTILITARISMO. L'ASSERVIMENTO DELLE DONNE John Stuart Mill, La liberta'. L'utilitarismo. L'asservimento delle donne, Rizzoli, Milano 1999, pp. 496, euro 10,33. Tre dei saggi piu' noti e apprezzati del pensatore britannico (rispettivamente del 1854, del 1861, del 1869), la cui lettura e rilettura e' sempre una boccata d'aria. 10. RIEDIZIONI. LA SATIRA. PERSIO E GIOVENALE La satira. Persio e Giovenale, Mondadori, Milano 2007, pp. VI + 680, euro 12,90 (in supplemento a vari periodici Mondadori). Persio a cura di Luca Canali e con note di Maria Pellegrini; Giovenale a cura di Giovanni Viansino. Testo latino a fronte. Ricordo che Annibale Scarpante cosi' diceva, e lo direbbe ancora: "Non so dir bene perche', ma ne' Persio ne' Giovenale mi appassionano. Beninteso, vi sono frammenti, schegge, che anch'io reco incise nel cuore (ma chi non ha mai pronunciato sentenze o inarcature memorabili?), ma nell'insieme, per motivi diversi - va da se' -, colgo un'insufficienza, un'intima incrinatura nell'opera dell'uno e dell'altro. Temo che sia la mia vocazione vociana (per non usare formule piu' trite o piu' solenni) che mi faccia velo, o peggio, un malumore e un pregiudizio che sovente, sovente, mi toglie il piacere di abbandonarmi alla lettura. La prima volta che lessi Persio, ricordo ancora, piu' procedevo e piu' mi dicevo: Tutto qui?. E lo riapro ogni volta con fastidio. E quanto a Giovenale mi par di avvertire come una mancanza di serieta' che revoca in dubbio la forza ermeneutica dell'invettiva. Meriterebbero entrambi di finire in tv, mi dico quando sono in vena di truculenze. Altra e' la satira che amo. Ma Persio e' morto pressoche' ragazzo, e Giovenale dovette darsi d'attorno affannato (non forse come Marziale, sia pure, ma sempre dovette far levatacce, sorridere col fiatone che mozza la voce e il sudore che scorre a rivoli). E infine cio' che i latini chiamano satira mi lascia sovente frigido, e detesto Orazio (e l'Orazio delle Satire forse in particolare). Ho i miei limiti, le mie idiosincrasie. E prima di pubblicare queste cattive parole dovrei forse rileggermi ancora una volta cio' che dell'uno e dell'altro autore scriveva Concetto Marchesi, che quando da lui dissento sempre ho il timore di ingannarmi...". 11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 12. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 400 del 20 marzo 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
- Prev by Date: Coi piedi per terra. 80
- Next by Date: Nonviolenza. Femminile plurale. 170
- Previous by thread: Coi piedi per terra. 80
- Next by thread: Nonviolenza. Femminile plurale. 170
- Indice: