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Minime. 350
- Subject: Minime. 350
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 30 Jan 2008 00:57:21 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 350 del 30 gennaio 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Benito D'Ippolito: Lettera consolatoria all'amico e maestro Ottaviano, in lutto per la morte della sorella Iride 2. Mao Valpiana: Italia nonviolenta 3. A Bolzano il 30 gennaio 4. A Piacenza il 30 gennaio e il 2 febbraio 5. A Vicenza il 30 gennaio 6. Da oggi in edicola "L'antibarbarie" di Giuliano Pontara 7. Quei temerari sulle macchine volanti e quei politicanti ignoranti e senza scrupoli 8. L'Agenda dell'antimafia 2008 9. L'agenda "Giorni nonviolenti" 2008 10. La "Carta" del Movimento Nonviolento 11. Per saperne di piu' 1. LUTTI. BENITO D'IPPOLITO: LETTERA CONSOLATORIA ALL'AMICO E MAESTRO OTTAVIANO, IN LUTTO PER LA MORTE DELLA SORELLA IRIDE Tutti i colori dell'arcobaleno non bastano a restituire la luce di quella sola Iride che ti era sorella. Ma se una voce amica puo' lenire l'immenso dolore che spacca le pietre possa questa voce essere quella. 2. RIFLESSIONE. MAO VALPIANA: ITALIA NONVIOLENTA [Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: mao at sis.it) per averci messo a disposizione il seguente articolo pubblicato con il titolo "La nonviolenza in Italia? Un cammino in salita" nel supplemento domenicale del quotidiano "Liberazione" del 27 gennaio 2008 dedicato all'anniversario della morte di Gandhi. Mao (Massimo) Valpiana e' una delle figure piu' belle e autorevoli della nonviolenza in Italia; e' nato nel 1955 a Verona dove vive ed opera come assistente sociale e giornalista; fin da giovanissimo si e' impegnato nel Movimento Nonviolento (si e' diplomato con una tesi su "La nonviolenza come metodo innovativo di intervento nel sociale"), e' membro del comitato di coordinamento nazionale del Movimento Nonviolento, responsabile della Casa della nonviolenza di Verona e direttore della rivista mensile "Azione Nonviolenta", fondata nel 1964 da Aldo Capitini. Obiettore di coscienza al servizio e alle spese militari ha partecipato tra l'altro nel 1972 alla campagna per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza e alla fondazione della Lega obiettori di coscienza (Loc), di cui e' stato segretario nazionale; durante la prima guerra del Golfo ha partecipato ad un'azione diretta nonviolenta per fermare un treno carico di armi (processato per "blocco ferroviario", e' stato assolto); e' inoltre membro del consiglio direttivo della Fondazione Alexander Langer, ha fatto parte del Consiglio della War Resisters International e del Beoc (Ufficio Europeo dell'Obiezione di Coscienza); e' stato anche tra i promotori del "Verona Forum" (comitato di sostegno alle forze ed iniziative di pace nei Balcani) e della marcia per la pace da Trieste a Belgrado nel 1991; nel giugno 2005 ha promosso il digiuno di solidarieta' con Clementina Cantoni, la volontaria italiana rapita in Afghanistan e poi liberata. Un suo profilo autobiografico, scritto con grande gentilezza e generosita' su nostra richiesta, e' nel n. 435 del 4 dicembre 2002 de "La nonviolenza e' in cammino"; una sua ampia intervista e' nelle "Minime" n. 255 del 27 ottobre 2007. Mohandas K. Gandhi e' stato della nonviolenza il piu' grande e profondo pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il fondatore della nonviolenza come proposta d'intervento politico e sociale e principio d'organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di convivenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra, avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro la discriminazione degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della nonviolenza. Nel 1915 torno' in India e divenne uno dei leader del Partito del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico. Guido' grandi lotte politiche e sociali affinando sempre piu' la teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il 30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di quest'uomo che una volta di piu' occorre ricordare che non va mitizzato, e che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti discutibili - che pure vi sono - della sua figura, della sua riflessione, della sua opera. Opere di Gandhi: essendo Gandhi un organizzatore, un giornalista, un politico, un avvocato, un uomo d'azione, oltre che una natura profondamente religiosa, i suoi scritti devono sempre essere contestualizzati per non fraintenderli; Gandhi considerava la sua riflessione in continuo sviluppo, e alla sua autobiografia diede significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti con la verita'. In italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi; si vedano anche: La forza della verita', vol. I, Sonda; Villaggio e autonomia, Lef; l'autobiografia tradotta col titolo La mia vita per la liberta', Newton Compton; La resistenza nonviolenta, Newton Compton; Civilta' occidentale e rinascita dell'India, Movimento Nonviolento; La cura della natura, Lef; Una guerra senza violenza, Lef (traduzione del primo, e fondamentale, libro di Gandhi: Satyagraha in South Africa). Altri volumi sono stati pubblicati da Comunita': la nota e discutibile raccolta di frammenti Antiche come le montagne; da Sellerio: Tempio di verita'; da Newton Compton: e tra essi segnaliamo particolarmente Il mio credo, il mio pensiero, e La voce della verita'; Feltrinelli ha recentemente pubblicato l'antologia Per la pace, curata e introdotta da Thomas Merton. Altri volumi ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I materiali della drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L. Magnes sono stati pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei farsi massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991 (e per un acuto commento si veda il saggio in proposito nel libro di Giuliano Pontara, Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996). Opere su Gandhi: tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recentissimo libro di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori. Tra gli studi cfr. Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il Mulino; Gandhi e l'India, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig. Una importante testimonianza e' quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri particolarmente utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L. Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella di Ernesto Balducci, Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e' quella di Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem, Roma 1999; tra le piu' recenti pubblicazioni segnaliamo le seguenti: Antonio Vigilante, Il pensiero nonviolento. Una introduzione, Edizioni del Rosone, Foggia 2004; Mark Juergensmeyer, Come Gandhi, Laterza, Roma-Bari 2004; Roberto Mancini, L'amore politico, Cittadella, Assisi 2005; Enrico Peyretti, Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Fulvio Cesare Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006; Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006. Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' (a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori), Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); recentemente e' stato ripubblicato il saggio Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989; una raccolta di scritti autobiografici, Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, nuova edizione presso L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; e gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991; e la recente antologia degli scritti (a cura di Mario Martini, benemerito degli studi capitiniani) Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui i fondamentali Elementi di un'esperienza religiosa, 1937, e Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Opere su Aldo Capitini: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; Marco Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato; numerosi utilissimi materiali di e su Aldo Capitini sono nel sito dell'Associazione nazionale amici di Aldo Capitini: www.aldocapitini.it, altri materiali nel sito www.cosinrete.it; una assai utile mostra e un altrettanto utile dvd su Aldo Capitini possono essere richiesti scrivendo a Luciano Capitini: capitps at libero.it, o anche a Lanfranco Mencaroni: l.mencaroni at libero.it, o anche al Movimento Nonviolento: tel. 0458009803, fax: 0458009212, e-mail: azionenonviolenta at sis.it o anche redazione at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org Danilo Dolci e' nato a Sesana (Trieste) nel 1924, arrestato a Genova nel '43 dai nazifascisti riesce a fuggire; nel '50 partecipa all'esperienza di Nomadelfia a Fossoli; dal '52 si trasferisce nella Sicilia occidentale (Trappeto, Partinico) in cui promuove indimenticabili lotte nonviolente contro la mafia e il sottosviluppo, per i diritti, il lavoro e la dignita'. Subisce persecuzioni e processi. Sociologo, educatore, e' tra le figure di massimo rilievo della nonviolenza nel mondo. E' scomparso sul finire del 1997. Di seguito riportiamo una sintetica ma accurata notizia biografica scritta da Giuseppe Barone (comparsa col titolo "Costruire il cambiamento" ad apertura del libriccino di scritti di Danilo, Girando per case e botteghe, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2002): "Danilo Dolci nasce il 28 giugno 1924 a Sesana, in provincia di Trieste. Nel 1952, dopo aver lavorato per due anni nella Nomadelfia di don Zeno Saltini, si trasferisce a Trappeto, a meta' strada tra Palermo e Trapani, in una delle terre piu' povere e dimenticate del paese. Il 14 ottobre dello stesso anno da' inizio al primo dei suoi numerosi digiuni, sul letto di un bambino morto per la denutrizione. La protesta viene interrotta solo quando le autorita' si impegnano pubblicamente a eseguire alcuni interventi urgenti, come la costruzione di una fogna. Nel 1955 esce per i tipi di Laterza Banditi a Partinico, che fa conoscere all'opinione pubblica italiana e mondiale le disperate condizioni di vita nella Sicilia occidentale. Sono anni di lavoro intenso, talvolta frenetico: le iniziative si susseguono incalzanti. Il 2 febbraio 1956 ha luogo lo "sciopero alla rovescia", con centinaia di disoccupati - subito fermati dalla polizia - impegnati a riattivare una strada comunale abbandonata. Con i soldi del Premio Lenin per la Pace (1958) si costituisce il "Centro studi e iniziative per la piena occupazione". Centinaia e centinaia di volontari giungono in Sicilia per consolidare questo straordinario fronte civile, "continuazione della Resistenza, senza sparare". Si intensifica, intanto, l'attivita' di studio e di denuncia del fenomeno mafioso e dei suoi rapporti col sistema politico, fino alle accuse - gravi e circostanziate - rivolte a esponenti di primo piano della vita politica siciliana e nazionale, incluso l'allora ministro Bernardo Mattarella (si veda la documentazione raccolta in Spreco, Einaudi, Torino 1960 e Chi gioca solo, Einaudi, Torino 1966). Ma mentre si moltiplicano gli attestati di stima e solidarieta', in Italia e all'estero (da Norberto Bobbio a Aldo Capitini, da Italo Calvino a Carlo Levi, da Aldous Huxley a Jean Piaget, da Bertrand Russell a Erich Fromm), per tanti avversari Dolci e' solo un pericoloso sovversivo, da ostacolare, denigrare, sottoporre a processo, incarcerare. Ma quello che e' davvero rivoluzionario e' il suo metodo di lavoro: Dolci non si atteggia a guru, non propina verita' preconfezionate, non pretende di insegnare come e cosa pensare, fare. E' convinto che nessun vero cambiamento possa prescindere dal coinvolgimento, dalla partecipazione diretta degli interessati. La sua idea di progresso non nega, al contrario valorizza, la cultura e le competenze locali. Diversi libri documentano le riunioni di quegli anni, in cui ciascuno si interroga, impara a confrontarsi con gli altri, ad ascoltare e ascoltarsi, a scegliere e pianificare. La maieutica cessa di essere una parola dal sapore antico sepolta in polverosi tomi di filosofia e torna, rinnovata, a concretarsi nell'estremo angolo occidentale della Sicilia. E' proprio nel corso di alcune riunioni con contadini e pescatori che prende corpo l'idea di costruire la diga sul fiume Jato, indispensabile per dare un futuro economico alla zona e per sottrarre un'arma importante alla mafia, che faceva del controllo delle modeste risorse idriche disponibili uno strumento di dominio sui cittadini. Ancora una volta, pero', la richiesta di acqua per tutti, di "acqua democratica", incontrera' ostacoli d'ogni tipo: saranno necessarie lunghe battaglie, incisive mobilitazioni popolari, nuovi digiuni, per veder realizzato il progetto. Oggi la diga esiste (e altre ne sono sorte successivamente in tutta la Sicilia), e ha modificato la storia di decine di migliaia di persone: una terra prima aridissima e' ora coltivabile; l'irrigazione ha consentito la nascita e lo sviluppo di numerose aziende e cooperative, divenendo occasione di cambiamento economico, sociale, civile. Negli anni Settanta, naturale prosecuzione del lavoro precedente, cresce l'attenzione alla qualita' dello sviluppo: il Centro promuove iniziative per valorizzare l'artigianato e l'espressione artistica locali. L'impegno educativo assume un ruolo centrale: viene approfondito lo studio, sempre connesso all'effettiva sperimentazione, della struttura maieutica, tentando di comprenderne appieno le potenzialita'. Col contributo di esperti internazionali si avvia l'esperienza del Centro Educativo di Mirto, frequentato da centinaia di bambini. Il lavoro di ricerca, condotto con numerosi collaboratori, si fa sempre piu' intenso: muovendo dalla distinzione tra trasmettere e comunicare e tra potere e dominio, Dolci evidenzia i rischi di involuzione democratica delle nostre societa' connessi al procedere della massificazione, all'emarginazione di ogni area di effettivo dissenso, al controllo sociale esercitato attraverso la diffusione capillare dei mass-media; attento al punto di vista della "scienza della complessita'" e alle nuove scoperte in campo biologico, propone "all'educatore che e' in ognuno al mondo" una rifondazione dei rapporti, a tutti i livelli, basata sulla nonviolenza, sulla maieutica, sul "reciproco adattamento creativo" (tra i tanti titoli che raccolgono gli esiti piu' recenti del pensiero di Dolci, mi limito qui a segnalare Nessi fra esperienza etica e politica, Lacaita, Manduria 1993; La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1996; e Comunicare, legge della vita, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1997). Quando la mattina del 30 dicembre 1997, al termine di una lunga e dolorosa malattia, un infarto lo spegne, Danilo Dolci e' ancora impegnato, con tutte le energie residue, nel portare avanti un lavoro al quale ha dedicato ogni giorno della sua vita". Tra le molte opere di Danilo Dolci, per un percorso minimo di accostamento segnaliamo almeno le seguenti: una antologia degli scritti di intervento e di analisi e' Esperienze e riflessioni, Laterza, Bari 1974; tra i libri di poesia: Creatura di creature, Feltrinelli, Milano 1979; tra i libri di riflessione piu' recenti: Dal trasmettere al comunicare, Sonda, Torino 1988; La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Firenze 1996. Tra le opere su Danilo Dolci: Giuseppe Fontanelli, Dolci, La Nuova Italia, Firenze 1984; Adriana Chemello, La parola maieutica, Vallecchi, Firenze 1988 (sull'opera poetica di Dolci); Antonino Mangano, Danilo Dolci educatore, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1992; Giuseppe Barone, La forza della nonviolenza. Bibliografia e profilo critico di Danilo Dolci, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2000, 2004 (un lavoro fondamentale); Lucio C. Giummo, Carlo Marchese (a cura di), Danilo Dolci e la via della nonviolenza, Lacaita, Manduria-Bari-Roma 2005; Raffaello Saffioti, Democrazia e comunicazione. Per una filosofia politica della rivoluzione nonviolenta, Palmi (Rc) 2007. Tra i materiali audiovisivi su Danilo Dolci cfr. il dvd di Alberto Castiglione, Danilo Dolci. Memoria e utopia, 2004. Tra i vari siti che contengono molti utili materiali di e su Danilo Dolci segnaliamo almeno www.danilodolci.it, danilo1970.interfree.it, www.danilodolci.toscana.it, www.cesie.org, www.nonviolenti.org] Se oggi la nonviolenza di Mohandas Gandhi (1869-1948) ha cittadinanza politica anche in Italia, lo dobbiamo ad Aldo Capitini (1899-1968), filosofo e fondatore del Movimento Nonviolento. Senza il lavoro intellettuale di Capitini, la figura di Gandhi sarebbe probabilmente ancora confinata solo nell'ambito religioso. Gia' negli anni Trenta l'antifascista Aldo Capitini scopre la dimensione politica di Gandhi e intravede nella non-collaborazione la forza capace di sconfiggere l'oppressione del regime e la via della resistenza nonviolenta all'ormai prossimo conflitto mondiale. Capitini studia pensiero e azione del Mahatma e introduce nel dibattito etico-politico il discorso sui mezzi e i fini, concentrandosi soprattutto sul "metodo" per portare avanti la lotta: "fra mezzi e fini vi e' la stessa relazione che esiste fra seme e albero". Durante il regime fascista Capitini diventa un punto di riferimento per molti giovani ma rimane isolato sul piano politico: "Mi decisi al vegetarianesimo nel 1932, quando, nell'opposizione al fascismo, mi convinsi che l'esitazione ad uccidere animali avrebbe fatto risaltare ancora meglio l'importanza del rispetto dell'esistenza umana". Rovesciando l'antico detto latino "si vis pacem, para bellum" Capitini imposta il suo lavoro culturale sull'ipotesi "se vuoi la pace, prepara la pace" e diventa cosi' il teorico dell'obiezione di coscienza. E' nel 1948, con la prima obiezione di coscienza antimilitarista di Pietro Pinna, che dal pensiero si passa all'azione. Capitini assume un impegno costante a sostegno degli obiettori, organizzando nel 1950 a Roma il primo convegno italiano sul tema; nel 1952, in occasione del quarto anniversario dell'uccisione di Gandhi, promuove un convegno internazionale per la nonviolenza. Al termine dei lavori costituisce un Centro di coordinamento internazionale per la nonviolenza, il nucleo delle persone che avrebbero poi dato vita alla prima Marcia per la pace Perugia-Assisi e quindi al Movimento Nonviolento, nel 1961. E' sempre Capitini a valorizzare e far conoscere in Italia e all'estero la figura di Danilo Dolci che considera "il Gandhi italiano" (suo il primo digiuno politico, nel 1952, sul letto di un bambino morto di fame in Sicilia). Nell'incessante lavoro di diffusione della nonviolenza gandhiana, Capitini viene invitato a Barbiana da don Lorenzo Milani, il quale poi citera' Gandhi nella sua famosa lettera ai cappellani militari, pubblicata poi ne L'obbedienza non e' piu' una virtu'. Capitini muore nel 1968. Il movimento studentesco e quello operaio stanno preparando una stagione di lotte che affonda le radici ideologiche nel marxismo. La nonviolenza viene lasciata da parte, dimenticata, quando non derisa o considerata merce "borghese". Solo un drappello di giovani obiettori, cattolici o radicali, tiene vivo il riferimento a Gandhi. Gli altri preferiscono fare la naja come "proletari in divisa" contro l'esercito dei padroni. La battaglia civile per la legge sull'obiezione antimilitarista (che arrivera' nel 1972) viene condotta con metodi nonviolenti (marce, digiuni, sit-in) da piccoli gruppi come il Movimento Nonviolento, il Movimento Internazionale per la Riconciliazione e il Partito Radicale. I testi di Gandhi cominciano a trovare cittadinanza soprattutto in ambienti religiosi del dissenso cattolico (padre Balducci, dom Franzoni) o valdesi. Ma e' con l'approvazione della legge sull'obiezione che i piccoli e marginali movimenti nonviolenti italiani iniziano a confrontarsi con partiti e istituzioni. Negli anni '80 e '90 due partiti hanno inserito nei loro statuti fondativi il termine "nonviolenza": il Partito Radicale e la Federazione dei Verdi, ma l'esito non e' stato all'altezza delle aspettative. Il primo, dopo la stagione movimentista, si e' trasformato piu' decisamente in partito e ha assunto persino posizioni favorevoli ad interventi militari ed armati. I secondi hanno assunto posizioni piu' vicine al pacifismo generico ma dopo dilanianti contrasti interni hanno decisamente assunto la tradizionale forma partito abbandonando la spinta iniziale che veniva dal basso (con l'unica luminosa eccezione di Alexander Langer, vero amico della nonviolenza, che ha saputo fare politica senza mai tradire la sua vocazione francescana). Ora anche esponenti del pensiero comunista guardano alla nonviolenza riconoscendo che non si puo' piu' prescindere da un confronto con essa. Se e' vero che la nonviolenza non puo' essere arrogante nei confronti di altre storie o culture a meno di contraddire la sua stessa aspirazione, e' anche vero che chi arriva alla nonviolenza dopo aver percorso strade molto diverse, dovrebbe avere un atteggiamento di umilta' e riconoscenza verso chi ha tenuto accesa questa fiammella, spesso in solitudine. Il Movimento Nonviolento non pretende di esaurire in se stesso la proposta della nonviolenza che, come diceva Gandhi, e' "antica come le montagne", ma la via italiana alla nonviolenza non puo' che passare da questa storia. 3. INCONTRI. A BOLZANO IL 30 GENNAIO [Da Francesco Comina (per contatti: francesco.comina at gmail.com) riceviamo e diffondiamo] Primo convegno nazionale: "Il Mahatma letto da quattro angolature diverse. Il futuro di Gandhi. A sessant'anni dalla scomparsa (30 gennaio 1948)". Il Centro per la pace del Comune di Bolzano apre una riflessione interculturale sul tema della nonviolenza con alcuni relatori di primo piano del panorama italiano, come mons. Luigi Bettazzi, testimone degli eventi che hanno segnato l'Italia negli anni Sessanta e Settanta, Enrico Peyretti, uno dei maggiori studiosi di Gandhi, membro del Peace Recherche Institut. Mercoledi' 30 gennaio, ore 20,30, Sala di Rappresentanza del Comune, vicolo Gumer 7. Bolzano. * Sono passati sessant'anni dalla morte del profeta della nonviolenza. Poche ore prima di venire colpito da una pallottola Gandhi disse: "Se anche ora venissi colpito da una pallottola e nel morire pronunciassi solamente il nome di Dio allora significa che il mio intento e' stato raggiunto". L'intento di Gandhi era quello di rendere l'umanita' nonviolenta, ossia capace di risolvere le controversie non attraverso l'uso della forza ma attraverso la forza insopprimibile della ragione e del buon senso. Ora, dopo sessant'anni, ci accorgiamo che Gandhi e' stato un uomo del futuro. La sua azione si spalanca nel futuro. Ecco perche' abbiamo scelto di dare come titolo all'incontro "Il futuro di Gandhi", perche' sempre piu' la sua azione, la sua forza della verita' (satyagraha) diventera' il principio della saggezza politica dell'avvenire. 4. INCONTRI. A PIACENZA IL 30 GENNAIO E IL 2 FEBBRAIO [Dall'associazione Ariel (per contatti: tel. 0523976738, e-mail: info at associazione-ariel.it, sito: www.associazione-ariel.it) riceviamo e diffondiamo] L'associazione Ariel (per contatti: tel. 0523976738, sito: www.associazione-ariel.it) promuove il convegno "Neotopia. La nonviolenza di Gandhi per la democrazia partecipata oggi" che si terra' a Piacenza il 30 gennaio e il 2 febbraio 2008. * Sessant'anni fa, attorno alle cinque pomeridiane del 30 Gennaio 1948, nel giardino di casa Birla dove ogni giorno teneva i suoi incontri di preghiera aperti a tutte le religioni, Mohandas Karamchand Gandhi, il Mahatma, veniva assassinato da un fanatico indu'. Motivo di tanto odio l'amore incondizionato, e il profondo senso di giustizia ed equanimita', che Gandhi dimostrava nei confronti dei musulmani; troppo amore, dunque, la sua colpa agli occhi dei fanatici intolleranti. Per questa assurda ragione il mondo fu privato della guida dell'uomo di cui Albert Einstein avrebbe detto: Le generazioni a venire difficilmente potranno credere che un uomo simile abbia camminato in carne e ossa sulla Terra. E' probabilmente vero che Gandhi, come egli stesso affermo' piu' volte, non abbia inventato nulla di nuovo: la verita' e la nonviolenza, soleva dire, sono antiche come le montagne. Ma oggi piu' che mai e' chiaro al mondo che la sua lettura in chiave spirituale dei nodi politici, economici e sociali che affliggono la societa' moderna rimane di straordinaria attualita' e utilita'. Questo convegno si pone dunque come momento di confronto e progettualita' per il risveglio di una coscienza spirituale, etica e sociale che favorisca la conversione delle odierne societa' strutturalmente violente in comunita' nonviolente basate sui valori da sempre insegnati dai maestri spirituali dell'umanita'. * Programma Mercoledi' 30 gennaio 2008, LX anniversario dell'assassinio di Mohandas K. Gandhi, ore 21, sala convegni dell'Unione dei Commercianti, str. Bobbiese 2 (Galleana), Piacenza: "L'eredita' del Mahatma e i maestri italiani della nonviolenza". Videoproiezione di documenti rari su Gandhi, Vinoba e i discepoli italiani. Intervengono: padre Anthony Elenjimittam, monaco domenicano e discepolo diretto del Mahatma Gandhi, fondatore della Missione Sat-Chit-Ananda di Assisi per il dialogo interreligioso; Federico Fioretto, ricercatore, vicepresidente dell'Associazione Ariel, Gazzola (Piacenza); Daniele Novara, direttore del Centro psicopedagogico per la pace e la gestione dei conflitti di Piacenza; Giovanni Salio, presidente del Centro Studi Sereno Regis di Torino, membro del Mir ñ Movimento Nonviolento e della rete Transcend. * Sabato 2 febbraio 2008, ore 9, cinema teatro Politeama, via S. Siro, 7, Piacenza: "Fondamenti, attualita' e urgenza dell'azione nonviolenta". In apertura dei lavori: Alexia canta John Lennon. Introduzione dei lavori: Federico Fioretto, vicepresidente Associazione Ariel; intervengono: Ervin Laszlo, fondatore e presidente del Club di Budapest (in video); don Albino Bizzotto, fondatore e presidente di "Beati i costruttori di pace"; Silvana Borgognini, docente di Biologia delle popolazioni umane presso il corso di laurea in Scienze della Pace dell'Universita' di Pisa; Piero Giorgi, del Centro Europeo di Gargnano (Brescia), Adjunct Professor all'Australian Centre for Peace and Conflict Studies - Faculty of Sociology, University of Queensland, Brisbane; Enrico Peyretti, del Centro Studi Sereno Regis di Torino, fondatore del mensile "Il foglio". Vi sara' spazio per le domande del pubblico. * Sabato 2 febbraio 2008, ore 15, Aula Magna I.s.i.i. "G. Marconi", via IV Novembre 122, Piacenza: primo tavolo di dibattito: "L'educazione alla democrazia partecipata e alla nonviolenza"; intervengono: Valeria Ando', docente di Lingua e civilta' greca e responsabile del laboratorio "Pensiero femminile e nonviolenza di genere" all'Universita' di Palermo; Piero Giorgi, del Centro Europeo di Gargnano (Brescia), Adjunct Professor all'Australian Centre for Peace and Conflict Studies - Faculty of Sociology, University of Queensland, Brisbane; Daniele Novara, direttore del Centro psicopedagogico per la pace e la gestione dei conflitti di Piacenza; Pierpaolo Triani, docente di Metodologia dell'integrazione sociale e Metodologia del lavoro socio-educativo all'Universita' cattolica di Piacenza; vi sara' spazio per le domande del pubblico. Secondo tavolo di dibattito: "La forza della nonviolenza nelle esperienze comunitarie"; intervengono: Antonino Drago, docente di Strategie di difesa popolare nonviolenta all'Universita' di Pisa, alleato dell'Arca; Elfo Frassino (Antonio Bernini), presidente Conacreis - coordinamento nazionale comunita' di ricerca etica, interiore e spirituale; Vincenzo Linarello, presidente del Consorzio di cooperative sociali Goel, animatore delle Comunita' libere di Gioiosa Jonica (Reggio Calabria); Silvana Panciera, premio "Donna d'Europa" 1995 (per il Belgio) per l'impegno socioculturale, del Centro Europeo di Gargnano (Brescia); vi sara' spazio per le domande del pubblico. Intervento conclusivo: padre Alex Zanotelli: missionario comboniano, della comunita' "Crescere insieme" di Napoli. 5. INCONTRI. A VICENZA IL 30 GENNAIO [Da Francesco e Adelina Ambrosi (per contatti: ambrosi.francesco at fastwebnet.it) riceviamo e diffondiamo] A 60 anni dalla morte di Gandhi, il profeta della nonviolenza e dei diritti civili, una serata di riflessione, approfondimento e commemorazione. Mercoledi' 30 gennaio 2008, ore 20,30, presso l'Istituto saveriano missioni estere, in viale Trento n. 119, a Vicenza, proiezione di un filmato su Gandhi; seguiranno gli interventi: "Attualita' del messaggio di Gandhi, a cura di Matteo Soccio (Movimento Nonviolento); "Obiezione di coscienza alla guerra: ua testimonianza" di Russel Hoitt (ex soldato Usa della caserma Ederle di Vicenza). Organizzano l'iniziativa il Movimento Internazionale della Riconciliazione, il Movimento Nonviolento, la Rete Lilliput. 6. LIBRI. DA OGGI IN EDICOLA "L'ANTIBARBARIE" DI GIULIANO PONTARA In supplemento al quotidiano "L'Unita'" e' in edicola da oggi il libro di Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, apparso presso le Edizioni Gruppo Abele di Torino nel 2006 ed ora riproposto in edizione economica a 7,50 euro. Come abbiamo piu' volte segnalato e' un libro di capitale importanza di uno dei massimi studiosi della nonviolenza (gia' curatore della fondamentale antologia degli scritti di Mohandas K. Gandhi, teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi, Torino 1973, 1996). 7. RIFLESSIONE. QUEI TEMERARI SULLE MACCHINE VOLANTI E QUEI POLITICANTI IGNORANTI E SENZA SCRUPOLI [Riportiamo il seguente comunicato del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo del 28 gennaio 2008] Alcuni rappresentanti istituzionali ed alcuni dirigenti di organizzazioni imprenditoriali viterbesi continuano a mentire a se stessi e ai cittadini. Persistono in una propaganda scipita e mistificante invece di affrontare i veri, gravi problemi che l'insensata proposta di realizzare a Viterbo un devastante mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma implica. * Vi sono nodi che non possono essere elusi, e tra questi i seguenti: 1. Il grave danno per la salute delle persone che la realizzazione del mega-aeroporto comporterebbe: in termini di inquinamento atmosferico (e particolarmente con l'emissione delle famigerate polveri sottili - in un'area come l'Alto Lazio che gia' subisce le emissioni venefiche del polo energetico Civitavecchia-Montalto), in termini di inquinamento acustico (che colpirebbe una vasta area ed ampia parte della citta'), in termini di inquinamento elettromagnetico, e naturalmente in termini di contributo all'effetto serra (giacche' il trasporto aereo e' responsabile in ingente misura del surriscaldamento del clima, la principale e piu' drammatica emergenza ambientale planetaria); 2. la tremenda devastazione dell'ambiente e di rilevantissimi beni naturalistici, storici, culturali, sociali, terapeutici ed economici: il mega-aeroporto impatta nell'area termale del Bulicame, e' a due passi da rilevanti emergenze archeologiche, e' a due passi dall'Orto botanico, e' a due passi da fondamentali emergenze monumentali e beni sociali della citta'. 3. L'enorme danno economico al territorio che il danno alla salute e la devastazione dell'ambiente e delle risorse del viterbese comporta: il mega-aeroporto sara' una pesantissima servitu' che non produrra' benefici bensi' gravami e sconquassi per la qualita' della vita dei cittadini e per l'economia locale. 4. Lo scandaloso sperpero di soldi pubblici: il viterbese ha un estremo bisogno di potenziare le ferrovie, di difendere e valorizzare i suoi beni ambientali e culturali e le autentiche vocazioni produttive del territorio, di promuovere un turismo di qualita'; invece il mega-aeroporto serve pressoche' solo al turismo "mordi e fuggi" per Roma e agli interessi speculativi di una ristretta cerchia affaristica e politico-affaristica saccheggiatrice ed irresponsabile, provocando un danno enorme alla comunita' e al territorio viterbese. 5. Il trasporto aereo va immediatamente e drasticamente ridotto se si vuole salvare la biosfera dal collasso: dall'Onu alla comunita' scientifica internazionale agli statisti piu' avvertiti da anni si viene argomentando la necessita' e l'urgenza di diminuire e non incrementare alcune attivita' la cui insostenibilita' ambientale e' dimostrata, la necessita' e l'urgenza di un profondo mutamento di modello di sviluppo in direzione di scelte di sobrieta' e di responsabilita'. L'incremento del trasporto aereo, cui e' finalizzata la realizzazione di nuovi mega-aeroporti, e' punta di lancia di un modello di sviluppo i cui esiti sono nocivi e distruttivi per l'umanita' intera: e noi stiamo qui a discutere se per gli interessi speculativi di qualche impresa che viola la legge (come certe compagnie low cost operanti in Italia che rifiutano di riconoscere le leggi italiane a tutela dei lavoratori e sfruttano i loro dipendenti in modo ignobile), e per consentire a pochi soggetti di fare frenetiche vacanze consumistiche e massificate che abbrutiscono e degradano tanto chi le fa quanto chi le subisce, sia lecito danneggiare irreversibilmente l'umanita' intera e la biosfera del pianeta che e' l'unica casa comune che abbiamo? 6. Last, but not least, la proposta del devastante mega-aeroporto di Viterbo e' del tutto priva - ripetiamo: del tutto priva - delle verifiche e quindi dei requisiti previsti dalla vigente legislazione in materia di Valutazione d'impatto ambientale (in sigla: Via), di Valutazione ambientale strategica (in sigla: Vas), di Valutazione d'impatto sulla salute (in sigla: Vis). Come si puo' pretendere di realizzare un'opera che oltre ad essere sicuramente nociva per la salute dei cittadini, oltre a danneggiare il pubblico bene, oltre a costituire un saccheggio e uno sperpero dei soldi di tutti, e' anche priva delle verifiche e quindi dei requisiti disposti e previsti dalle leggi in vigore? * Occorre contrastare gli esiti nefasti dei deliri e delle mistificazioni di personaggi che invitano a chiudere gi occhi di fronte ai disastri ambientali e alla nocivita' per la salute: e' una storia gia' vista, ed ha provocato disastri e sofferenze che nessuno puo' dimenticare. Prima viene la dignita' umana, prima viene la salute e la sicurezza delle persone, prima viene il diritto alla vita di tutti gli esseri umani. Amministrare la cosa pubblica in un ordinamento giuridico democratico deve essere attivita' ordinata all'inveramento e al rispetto dei diritti dei cittadini, deve essere attivita' intesa al pubblico bene, deve essere rigoroso rispetto delle leggi vigenti. Per questo la realizzazione del devastante mega-aeroporto a Viterbo e' uno scandalo e una follia. Per questo ogni persona di volonta' buona dovrebbe impegnarsi per impedire che amministratori e affaristi irresponsabili, ignoranti e senza scrupoli compiano questo ennesimo scempio ai danni di tutti. 8. STRUMENTI DI LAVORO. L'AGENDA DELL'ANTIMAFIA 2008 Uno strumento di lavoro che vivamente raccomandiamo: l'Agenda dell'antimafia 2008, Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato, Palermo 2007, euro 10. A cura di Anna Puglisi e Umberto Santino, edita dal Centro Impastato con Addiopizzo, Cesvop, Comune di Gela, Consorzio Ulisse. L'agenda puo' essere richiesta al Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", via Villa Sperlinga 15, 90144 Palermo, tel. 0916259789, fax: 0917301490, e-mail: csdgi at tin.it, sito: www.centroimpastato.it 9. STRUMENTI DI LAVORO. L'AGENDA "GIORNI NONVIOLENTI" 2008 Dal 1994 ogni anno le Edizioni Qualevita pubblicano l'agenda "Giorni nonviolenti" che nelle sue oltre 400 pagine offre spunti giornalieri di riflessione tratti dagli scritti o dai discorsi di persone che alla nonviolenza hanno dedicato una vita intera: ne risulta una sorta di "antologia della nonviolenza" che ogni anno viene aggiornata e completamente rinnovata. Uno strumento di lavoro che vivamente raccomandiamo. Per richieste: Qualevita Edizioni, via Michelangelo 2, 67030 Torre dei Nolfi (Aq), tel. e fax: 0864460006, cell. 3495843946, e-mail: info at qualevita.it, sito: www.qualevita.it Il costo di una copia di "Giorni nonviolenti" 2008 e' di 10 euro, sconti progressivi per l'acquisto di un numero di copie maggiore. 10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 11. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 350 del 30 gennaio 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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