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Minime. 334
- Subject: Minime. 334
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Mon, 14 Jan 2008 00:39:00 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 334 del 14 gennaio 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Peppe Sini: Il crimine, l'infamia 2. Giampiero Girardi: Mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche... 3. Alessandro Pizzi: Mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche... 4. Pasquale Pugliese: Mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche... 5. Nanni Salio: Mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche... 6. Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" 7. Ettore Masina: Storia brasiliana in Italia 8. Riletture: Licia Bressan (a cura di), Liberi da questo mercato 9. Riletture: Elisa Baldessone, Marco Ghiberti, Gianluca Viaggi, L'euro solidale 10. Riletture: Matteo Morozzi, Antonella Valer, L'economia giocata 11. Riletture: Alessandra Pitaro, Didattica interculturale della geografia 12. L'Agenda dell'antimafia 2008 13. L'agenda "Giorni nonviolenti" 2008 14. La "Carta" del Movimento Nonviolento 15. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. PEPPE SINI: IL CRIMINE, L'INFAMIA Non c'e' bisogno di essere persone amiche della nonviolenza per sapere che alle stragi occorre opporsi. Non c'e' bisogno di essere persone amiche della nonviolenza per sapere che la guerra consiste di omicidi. Non c'e' bisogno di essere persone amiche della nonviolenza per sapere che la partecipazione italiana alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan viola l'articolo 11 della Costituzione, e chi ha votato per la guerra e' quindi un criminale, uno stragista, un golpista. Non c'e' bisogno di essere persone amiche della nonviolenza per sapere che chi non si oppone alla guerra ne e' complice. * Non c'e' bisogno di essere persone amiche della nonviolenza per sapere che tutti i rappresentanti del popolo italiano che siedono nelle istituzioni sono tenuti a rispettare la Costituzione. Non c'e' bisogno di essere persone amiche della nonviolenza per sapere che nulla giustifica un assassinio, e votare e finanziare la guerra significa approvare e sostenere innumerevoli assassinii. * Trovo quindi vieppiu' scandaloso che vi siano persone ed organizzazioni che pretendono di proclamarsi "nonviolente" e che non si oppongono alla guerra in corso, ed anzi se ne sono fatte giustificatrici, propagandiste, sostenitrici. 2. AMICIZIE. GIAMPIERO GIRARDI: MI ABBONO AD "AZIONE NONVIOLENTA" PERCHE'... [Ringraziamo Giampiero Girardi (per contatti: gia.gira at gmail.com) per questo intervento. Giampiero Girardi e' animatore di "Franz Jaegerstaetter Italia", autore e curatore di ricerche e pubblicazioni per una cultura della pace, attivo nella promozione della nonviolenza. Nato a Mondovi', in provincia di Cuneo, nel 1957, ha 4 figli. Si e' laureato in sociologia all'Universita' di Trento con una tesi su "Il posto della cultura dossettiana nel cattolicesimo della ricostruzione: La civilta' cattolica, Vita e pensiero, Cronache sociali", ha svolto il servizio civile presso la Caritas diocesana di Trento, impiegato in attivita' di assistenza a ragazzi con difficolta' familiari accolti nei gruppi-appartamento della Comunita' Murialdo (1982-83). Ha collaborato con il Dipartimento di Teoria, storia e ricerca sociale (Sezione societa' e territorio) dell'Universita' di Trento, svolgendo attivita' di ricerca sociologica; e' stato docente e direttore della Scuola di Preparazione Sociale (Sps) di Trento; e' stato direttore dell'Istituto Regionale di Studi e Ricerca Sociale di Trento (gia' Scuola Superiore Regionale di Servizio Sociale); e' stato direttore dell'Ufficio Servizio civile della Provincia autonoma di Trento; dal 2005 e' direttore con incarico speciale presso il Servizio Programmazione della Provincia autonoma di Trento. Ha svolto anche una intensa attivita' di formazione e aggiornamento. Si occupa di problematiche sociali, con particolare riferimento al volontariato, alle politiche sociali, all'intervento sociale, ai problemi legati al tema della pace, agli aspetti attinenti i rapporti internazionali. Ha svolto attivita' di formazione del volontariato. E' impegnato sulle tematiche dell'immigrazione, con particolare attenzione ai fenomeni dell'interculturalita' e dell'integrazione socio-culturale. E' stato per alcuni anni presidente di una cooperativa sociale e vicepresidente dellAssociazione trentina accoglienza stranieri. Ha svolto e svolge attivita' giornalistica, oltre che di conferenziere e di animatore. Ha svolto e svolge attivita' di formatore. Ha svolto e svolge attivita' di ricerca sociale di tipo quantitativo. Si ricorda in particolare l'indagine nazionale (su incarico della Caritas italiana) sulle scelte di vita degli obiettori dopo il servizio civile. In ambito professionale si e' particolarmente occupato di organizzazione di strutture complesse, amministrazione, controllo di gestione, con particolare e specifica attenzione all'amministrazione pubblica; formazione (e particolarmente di analisi dei bisogni, progettazione, realizzazione, verifica); ricerca sociale, con particolare attenzione agli aspetti statistico-quantitativi; comunicazione; informatica (utilizzo di sistemi per la gestione e líorganizzazione, implementazione e gestione di banche-dati, realizzazione di analisi statistiche). E' stato redattore e direttore responsabile di numerose pubblicazioni, tra cui gli "Annali dell'Istituto Regionale di Studi e Ricerca Sociale" e la rivista "La vita e' sempre in avanti"; ha svolto numerose collaborazioni con i quotidiani locali e con altri periodici locali e nazionali, con oltre un centinaio di testi pubblicati. Ha presentato relazioni a diversi convegni e seminari, tra cui le seguenti: "Gli anziani e la societa'", relazione al convegno provinciale promosso dalla Frp-Cisl sul tema "Quale futuro per gli anziani", Trento, 27 febbraio 1993; "L'attivita' culturale per la difesa dell'autonomia dell'anziano", comunicazione al Forum sul Progetto obiettivo per la tutela della salute degli anziani, promosso dall'Istituto trentino di cultura, Trento, 3 aprile 1993; Comunicazione al convegno "L'educazione continua in Italia. Una nuova normativa per un sistema integrato di educazione in eta' adulta", promosso da Universita' popolare di Roma (Upter) e Associazione italiana di educazione degli adulti (Aidea), Montecatini, 18-19 ottobre 1997; "Il nuovo ruolo dei collaboratori", comunicazione al Convegno Arge Alp, "Reti dell'educazione permanente alle soglie del XXI secolo", Riva del Garda, 13-15 maggio 1998; "Per un sistema di educazione degli adulti", relazione al convegno nazionale "Senso e bisogni di conoscenza nell'eta' adulta", promosso dalla Federazione italiana per l'educazione continua (Fipec), Trento, 25-26 ottobre 1999. Tra le pubblicazioni di Giampier Girardi: "Il volontariato degli anni '80 verso il privato sociale", in Il margine, n. 10, ottobre 1985; (con R. Gubert e P. Stefanini), "Indagine su problemi e attese degli organismi gestionali delle scuole equiparate dell'infanzia. Organizzazione e metodologia di una ricerca sul campo", in Il quadrante scolastico, n. 27, dicembre 1985; (con Michele Dossi), "Nonviolenza, senso dello Stato, obiezione fiscale", in A. Drago e G. Mattai (a cura di), L'obiezione fiscale alle spese militari. Quale pace? Quale difesa?, Eedizioni Gruppo Abele, Torino 1986; "Il servizio civile tra lassismo e intransigenza", in Il margine, n. 7, luglio-agosto 1986; "Scuole di politica: risposta ad una esigenza?", in Presbyteri, n. 8, ottobre 1989; Dopo l'obiezione. Le scelte di vita degli obiettori in servizio presso la Caritas, La Meridiana, Molfetta (Bari), 1992; "Gli anziani e la societa'", in Quale futuro per gli anziani, atti del convegno (Trento, 27 febbraio 1993), Frp-Cisl, Trento 1993; (con B. Poggio), "I candidati per 'La rete' alle elezioni politiche. Spunti per un'analisi sociologica", in Il margine, n. 2, febbraio 1993; "L'attivita' culturale per la difesa dell'autonomia dell'anziano", in A. Ardigo' e G. Sciortino (a cura di), Una svolta per la salute degli anziani, Itc, Trento s.d. [ma 1994]; "La valutazione formativa dei corsi Utetd 1992-93. Dati statistici", in Annali dell'Istituto Regionale di Studi e Ricerca Sociale, 1993; "Per una storia della Scuola Superiore Regionale di Servizio Sociale di Trento. I tempi di studio alla Scuola di servizio sociale", in Annali dell'Istituto Regionale di Studi e Ricerca Sociale, 1997/1; cura del volume e stesura del capitolo 6 di: Educazione degli adulti e universita' della terza eta'. L'esperienza del Trentino. Una ricerca empirica, Istituto Regionale di Studi e Ricerca Sociale, Trento, 1998; "L'offerta culturale del territorio. Il caso della provincia di Trento", in Rivista dell'istruzione, n. 5, settembre-ottobre 1999; "Per un sistema di educazione degli adulti", in FD Formazione domani, n. 37-38, luglio-dicembre 2000; cura del volume (insieme a Guglielmo Giumelli), Vecchiaia, cinema e audiovisivi. Film e documentari in lingua italiana sulla condizione anziana, Guerini, Milano 2000; cura del volume Franz Jaegerstaetter, un contadino contro Hitler, Berti, Piacenza 2000; cura del volume Scrivo con le mani legate. Lettere dal carcere e altri scritti dell'obiettore-contadino che si oppose ad Adolf Hitler, di Franz Jaegerstaetter, Berti, Piacenza 2005; Franz Jaegerstaetter, il contadino contro Hitler: una testimonianza per l'oggi, Berti, Piacenza 2007] Mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche' e' uno strumento indispensabile di informazione e di formazione per coloro che credono nella nonviolenza attiva. La rivista non solo continua il lavoro iniziato da Aldo Capitini ma ha anche saputo aggiornarsi e trasmetterne il messaggio nel contesto sociale e culturale di oggi. Essa merita di essere sostenuta ma soprattutto deve essere utilizzata per la ricchezza dei contenuti e gli approfondimenti che sa offrire. 3. AMICIZIE. ALESSANDRO PIZZI: MI ABBONO AD "AZIONE NONVIOLENTA" PERCHE'... [Ringraziamo Alessandro Pizzi (per contatti: alexpizzi at virgilio.it) per questo intervento. Alessandro Pizzi, gia' apprezzatissimo sindaco di Soriano nel Cimino (Vt), citta' in cui il suo rigore morale e la sua competenza amministrativa sono diventati proverbiali, e' fortemente impegnato in campo educativo e nel volontariato, ha preso parte a molte iniziative di pace, di solidarieta', ambientaliste, per i diritti umani e la nonviolenza, tra cui l'azione diretta nonviolenta in Congo con i "Beati i costruttori di pace"; ha promosso il corso di educazione alla pace presso il liceo scientifico di Orte (istituto scolastico in cui ha lungamente insegnato); e' uno dei principali animatori del comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo. Sul tema del trasporto aereo, del suo impatto sugli ecosistemi locali e sull'ecosistema globale, e sui modelli di mobilita' in relazione ai modelli di sviluppo e ai diritti umani, ha tenuto rilevanti relazioni a vari convegni di studio] Mi abbono ad "Azione Nonviolenta" perche' presenta ogni mese articoli che aiutano ad interpretare la realta' che ci circonda e rappresenta uno strumento per mettere in pratica iniziative nonviolente. Ad esempio ultimamente mi e' capitato di preparare degli interventi pubblici contro la costruzione dell'aeroporto a Viterbo e per la diminuzione del trasporto aereo utilizzando anche dei saggi pubblicati da "Azione Nonviolenta". Trovo molto interessante abbinare ad "Azione Nonviolenta" l'abbonamento a "Gaia", altra rivista necessaria per conoscere i meccanismi violenti dell'economia dominante. Inoltre mi abbono ad "Azione Nonviolenta" per provare la gioia di ricevere ogni mese la rivista fondata da Aldo Capitini. 4. AMICIZIE. PASQUALE PUGLIESE: MI ABBONO AD "AZIONE NONVIOLENTA" PERCHE'... [Ringraziamo Pasquale Pugliese (per contatti: puglipas at interfree.it) per questo intervento. Pasquale Pugliese, educatore presso i Gruppi educativi territoriali del Comune di Reggio Emilia, dove risiede, laureato in filosofia con una tesi su Aldo Capitini, e' impegnato nel Movimento Nonviolento (del cui comitato di coordinamento fa parte), nella Rete di Lilliput ed in numerose iniziative di pace; e' stato il principale promotore dell'iniziativa delle "biciclettate nonviolente"] "Azione nonviolenta" e' un punto di vista radicalmente differente sul mondo. E' una voce libera che racconta le cose e offre delle opinioni senza alcun condizionamento politico, economico o confessionale, ma a partire da una cornice culturale di riferimento: la cornice della nonviolenza attraverso la quale legge e propone di cambiare la realta'. Nasce da una grande intuizione di Aldo Capitini di 44 anni fa e, pur rinnovata graficamente, cerca di mantenere nel tempo una linea di coerenza e continuita'. Rispetto al 1964 il panorama globale e' completamente sconvolto, ma la necessita' del lavoro per la nonviolenza e' urgente piu' che mai, esattamente nelle modalita' che Capitini indicava nell'editoriale del primo numero: "Con 'Azione nonviolenta' poniamo un centro di questo lavoro. Esso sara' informativo. Fornendo notizie su tutto cio' che avviene nel mondo con attinenza al metodo nonviolento; sara' teorico, perche' esaminera' le ragioni e tutti i problemi, anche i piu' tormentosi, di questo metodo; sara' pratico-informativo, perche' illustrera' via via le tecniche di questo metodo, in modo che diventi palese quanto esse sono ricche e complesse e possono ancora accrescersi infinitamente, perche' la nonviolenza e' infinita e creativa nel suo sviluppo. 'Azione nonviolenta' riferira' su libri e articoli concernenti la nonviolenza e la pace; manterra' sempre aperto il dibattito con quesiti e risposte. E vuole anche essere fatta da tutti...". "Azione nonviolenta" e' ancora oggi tutto questo e - oggi come allora - non puo' non essere fatta da tutti, a partire da un dato primario: senza gli abbonamenti individuali di ciascuno non ci sarebbe piu'... Per l'insieme di queste ragioni non ci si puo' non abbonare ancora, io credo, o per la prima volta, ad "Azione nonviolenta". 5. AMICIZIE. NANNI SALIO: MI ABBONO AD "AZIONE NONVIOLENTA" PERCHE'... [Ringraziamo Nanni Salio (per contatti: giovanni.salio at cssr-pas.org) per questo intervento. Giovanni (Nanni) Salio, torinese, nato nel 1943, ricercatore nella facolta' di Fisica dell'Universita' di Torino, segretario dell'Ipri (Italian Peace Research Institute), si occupa da alcuni decenni di ricerca, educazione e azione per la pace, ed e' tra le voci piu' autorevoli della cultura nonviolenta in Italia; e' il fondatore e presidente del Centro studi "Domenico Sereno Regis", dotato di ricca biblioteca ed emeroteca specializzate su pace, ambiente, sviluppo (sede: via Garibaldi 13, 10122 Torino, tel. 011532824 - 011549005, fax: 0115158000, e-mail: info at cssr-pas.org, sito: www.cssr-pas.org). Opere di Giovanni Salio: Difesa armata o difesa popolare nonviolenta?, Movimento Nonviolento, II edizione riveduta, Perugia 1983; Ipri (a cura di Giovanni Salio), Se vuoi la pace educa alla pace, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1983; con Antonino Drago, Scienza e guerra: i fisici contro la guerra nucleare, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1984; Le centrali nucleari e la bomba, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1984; Progetto di educazione alla pace, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1985-1991; Ipri (introduzione e cura di Giovanni Salio), I movimenti per la pace, vol. I. Le ragioni e il futuro, vol. II. Gli attori principali, vol. III. Una prospettiva mondiale, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1986-1989; Le guerre del Golfo e le ragioni della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1991; con altri, Domenico Sereno Regis, Satyagraha, Torino 1994; Il potere della nonviolenza: dal crollo del muro di Berlino al nuovo disordine mondiale, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1995; Elementi di economia nonviolenta, Movimento Nonviolento, Verona 2001; con D. Filippone, G. Martignetti, S. Procopio, Internet per l'ambiente, Utet, Torino 2001] Mi abbono ad "Azione Nonviolenta" perche' da oltre quarant'anni e' uno strumento di diffusione coerente della cultura della nonviolenza. Bisogna seminare i fiori che vogliamo raccogliere (Vaclav Havel). E occorre anche intensificare la semina, per arrivare alle nuove generazioni e allargare il nostro campo d'azione. Possiamo realizzare questi obiettivi se operiamo con continuita', determinazione e partecipazione attiva. Per rendere la rivista ancora piu' rispondente ai nostri desideri e ai compiti che deve svolgere, e' indispensabile sostenerla anche economicamente e la forma piu' immediata ed elementare di sostegno e' l'abbonamento. 6. INDICAZIONI PRATICHE. PER ABBONARSI AD "AZIONE NONVIOLENTA" "Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964; e' un mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo. Redazione, direzione e amministrazione sono in via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 29 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad "Azione nonviolenta", via Spagna 8, 37123 Verona. Oppure bonifico bancario sullo stesso conto presso BancoPosta ABI 07601 - CAB 11700. Speificare nella causale "Abbonamento a 'Azione nonviolenta'". E' possibile chiedere una copia omaggio della rivista, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'". 7. MAESTRI E COMPAGNI. ETTORE MASINA: STORIA BRASILIANA IN ITALIA [Dal sito di Ettore Masina (www.ettoremasina.it) riprendiamo il seguente intervento del marzo 2007, dal titolo "Storia brasiliana in Italia", pronunciato il 5 marzo 2007 nella sede dell'Ambasciata brasiliana a Roma in occasione della presentazione del romanzo di Marcelo Barros, La magia del cammino. Ettore Masina, nato a Breno (Bs) il 4 settembre 1928, giornalista, scrittore, fondatore della Rete Radie' Resch, gia' parlamentare, e' una delle figure piu' vive della cultura e della prassi di pace. Sulle sue esperienze e riflessioni si vedano innanzitutto i suoi tre libri autobiografici: Diario di un cattolico errante. Fra santi, burocrati e guerriglieri (Gamberetti, 1997); Il prevalente passato. Un'autobiografia in cammino (Rubbettino, 2000); L'airone di Orbetello. Storia e storie di un cattocomunista (Rubbettino, 2005). Tra gli altri suoi libri: Il Vangelo secondo gli anonimi (Cittadella, 1969, tradotto in Brasile), Un passo nella storia (Cittadella, 1974), Il ferro e il miele (Rusconi, tradotto in serbo-croato), El Nido de Oro. Viaggio all'interno del terzo Mondo: Brasile, Corno d'Africa, Nicaragua (Marietti, 1989), Un inverno al Sud. Cile, Vietnam, Sudafrica, Palestina (Marietti, 1992), L'arcivescovo deve morire. Monsignor Oscar Romero e il suo popolo (Edizioni cultura della pace, 1993 col titolo Oscar Romero, poi in nuova edizione nelle Edizioni Gruppo Abele, 1995), Comprare un santo (Camunia, 1994; O. G. E., 2006), Il volo del passero (San Paolo, tradotto in greco), I gabbiani di Fringen (San Paolo, 1999), Il Vincere (San Paolo, 2002). Un piu' ampio profilo di Ettore Masina, scritto generosamente da lui stesso per il nostro foglio, e' nel n. 418 de "La nonviolenza e' in cammino". Marcelo Barros, monaco benedettino, teologo della liberazione, e' priore del Monastero dell'Annunciazione del Signore nella citta' di Goias; impegnato per i diritti umani di tutti gli esseri umani; di lui ha scritto Leonardo Boff: "Marcelo Barros e' un monaco, innamorato della Bibbia e dedito all'ecumenismo tra le Chiese e tra le religioni, del quale sono amico e compagno di ricerca teologica e pastorale da piu' di trent'anni. Sicuramente, assieme a Carlos Mesters e Fei Betto, Marcelo Barros e' uno dei teologi piu' letti e amati dalle comunita' ecclesiali di base. Da bambino voleva essere veterinario di animali selvaggi. Invece e' diventato monaco benedettino e fondatore di un monastero ecumenico, una comunita' di monaci inserita in mezzo ai poveri e dove passano persone delle piu' diverse tradizioni spirituali. Marcelo ha sempre raccontato volentieri fatti vissuti personalmente, brandelli di vita vissuta con intensita' e profondita' di cuore. Scrive nello stesso stile con cui parla. In questo libro ha trovato un ottimo spazio per il suo tipo di comunicazione affettuosa e franca. La sua esperienza di biblista al Cebi (Centro di studi biblici) assieme a Carlos Mesters e poi nella Pastorale della terra e nell'impegno all'interno della comunita' di Candomble', lo hanno aiutato a sviluppare una teologia macro-ecumenica della terra, dell'acqua. Ora, assieme ai suoi compagni e compagne di Asett (Associazione ecumenica dei teologi del Terzo Mondo), diffonde una teologia della liberazione a partire dal nuovo paradigma del pluralismo culturale e religioso". Tra le opere recenti di Marcelo Barros: (con Luiza E. Tomita, Jose' Maria Vigil), I volti del Dio liberatore. Sfide del pluralismo religioso, Emi, Bologna 2004; (con Luiza E. Tomita, Jose' Maria Vigil), I volti del Dio liberatore. Verso una teologia del pluralismo religioso, Emi, Bologna 2005; (con Francesco Comina), Il sapore della liberta', La Meridiana, Molfetta 2005; Un'alleanza per la vita. Pregare i salmi in una spiritualita' macroecumenica, Emi, Bologna 2005; Dom Helder Camara. Profeta per i nostri giorni, Edizioni Gruppo Abele, Torino 2006; La magia del cammino, Rete Radie' Resch, 2007] Signor ambasciatore, sono certo che l'amico Marcelo non me ne vorra' se prima di dire qualcosa del suo libro mi rivolgero' a Lei per ringraziarla dell'ospitalita'. Questo luogo ha per me e per non pochi altri presenti in questa sala uno straordinario valore. Per noi della Rete Radie' Resch l'ambasciata brasiliana a Roma e' stata, in anni ormai lontani ma indimenticabili, il simbolo di un regime brutale e perverso contro il quale cercavamo di batterci con la tenerezza e la forza della solidarieta'. Furono tempi in cui il Brasile che lottava contro la dittatura militare fu per molti italiani una specie di patria ideale. Pur nelle grandi differenze che connotavano i due movimenti, vi rintracciavamo lo spirito della nostra Resistenza. Il Tribunale Russell II, voluto da Lelio Basso, grande animatore di giustizia e liberta', fu l'espressione piu' alta e solenne di questo impegno; ma Roma e l'Italia furono anche, emotivamente, politicamente, culturalmente e persino religiosamente segnati dall'afflusso temporaneo o duraturo di grandi personaggi brasiliani, profughi fra noi. Noi imparammo a considerare la rozzezza anche estetica del governo militare da Murilo Mendes, straordinario poeta; ma poi imparammo a leggere il tormento della saudade imposta dall'esilio negli occhi di Miguel Arraes, di Paulo Freire, di Chico Buarque de Hollanda, di Carlos Prestes, di Apolonio de Carvalho, di Tullo Vigevani e della sua Maria do Socorro, di Luis del Rojo, oggi senatore della repubblica italiana. Ascoltavamo e diffondevamo le coraggiose denunzie di dom Helder Camara contro il regime della tortura e le terribili testimonianze di dom Marcelo Carvalheira sugli orrori del carcere Tiradentes di Sao Paulo; nello sguardo ferito di Dario Canale riconoscevamo la ferocia di orrendi carnefici; e poi venivamo qua, signor ambasciatore, con altri gruppi come la Comunita' di San Paolo, a urlare la nostra indignazione per le violazioni dei diritti umani o a portare petizioni per una legge di amnistia sulle quali avevamo raccolto migliaia di firme, ma sempre trovavamo il portone sbarrato e ci rispondeva soltanto l'intimazione ad andarcene, gridata da qualche commissario della polizia italiana. E' commovente per noi entrare adesso in questa sede, diventata rappresentanza di un grande stato democratico. * E' anche un'occasione per manifestare la nostra gratitudine. Noi siamo oggi qui per un evento culturale ma non dimentichiamo che in quegli anni fummo arricchiti dalla cultura dei resistenti brasiliani: quelli consapevoli e quelli che forse del tutto consapevoli non erano, ma nei loro scritti e nelle loro canzoni combattevano, se ne rendessero conto o no, la bestialita' della dittatura. Scoprivamo le allusioni "sovversive" in certe impeccabili poesie di Carlos Drummond de Andrade; leggevamo come un prolungamento degli Atti degli apostoli le lettere che Frei Betto riusciva a far uscire da quelli che definiva "i sotterranei della storia"; mettevamo in scena Morte e vida severina di Joao Cabral di Melo Neto, Con molta faziosita' giudicavamo frivola la tastiera di Jorge Amado e al Grande Bahiano preferivamo il giovane Joao Ubaldo Ribeiro e il suo Sargento Getulio. Nel secolo XIX il Brasile era entrato nell'immaginario degli italiani come una magica terra, un paese in cui ci si poteva arricchire, ma negli anni '70 e '80 del secolo XX scoprimmo un grande popolo sofferente e teimoso (testardo), un aggettivo che imparammo ad amare. Guardavamo allora il Brasile come portando gli occhiali di Miguilim, il bambino del grande Guimaraes Rosa, le lenti che svelano la realta' nuda e difficile: dietro il cosiddetto "milagre brasileiro" (miracolo brasiliano) vantato dai generali, vedevamo il Nordeste dei retirantes e dei coroneis, del "quadrilatero della fame" e le grandi citta' devastate dalle favelas e dagli squadroni della morte. Intorno a questo Brasile, alla sua tragedia, si creavano nuovi legami fra noi. Quelli che eravamo cristiani organizzavamo liturgie perche' Dio donasse pace all'anima di frei Tito de Alencar, che aveva scelto la morte per essere libero, e mentre pregavamo ci accorgevamo di avere accanto, silenziosi ma commossi, i compagni che in altre occasioni si dichiaravano atei; insieme con loro leggevamo le eroiche profezie dei vescovi del Nordeste i quali, vent'anni prima del Social Forum di Porto Alegre, proclamavano che "outro mundo e' possivel". Insieme avevamo imparato a cantare la canzone di Thiago de Melo che dice: "Si fa scuro ma io canto". * Signor ambasciatore, care amiche, cari amici, in questo mio lungo preambolo, non mi sono allontanato molto, anche se poteva sembrarlo, dall'occasione che qui ci riunisce. E' infatti nel contesto storico della lotta al regime militare che ho conosciuto Marcelo Barros. Fu nell'agosto del 1985. Erano i giorni esaltanti della "tancredizzazione", i generali erano costretti a rimettere nel fodero le loro sciabole, si aprivano le porte delle carceri, si coglievano i frutti dei grandi scioperi paulisti animati da Lula, la dittatura si trasformava, come diceva l'ironia popolare, in "democradura", gli esiliati e i profughi rientravano in patria; e da tutti i nostri corrispondenti brasiliani, non pochi dei quali avevano conosciuto l'intimita' della nostra casa, arrivo' a me e a mia moglie Clotilde l'ingiunzione a fare subito quel viaggio in Brasile che io avevo dovuto rimandare perche' sul "Correio do Povo" un eminentissimo cardinale si era degnato di fare il mio nome come quello di un pericoloso bolscevico. Partimmo, dunque, e una delle primissime tappe del nostro viaggio non-turistico, autentica romeria nella Chiesa dei poveri, fu la citta' di Goiania ove si svolgeva la quinta assemblea nazionale della Commissao Pastoral da Terra. Fu per noi un'esperienza indimenticabile: nelle stanze e nelle aule del seminario si accalcavano cento e piu' campesinos, militanti della lotta per la riforma agraria e per i diritti umani; e fra loro, vestiti come loro e privi di qualunque seigneurerie, vescovi e preti, pastori protestanti e suore. Quanto quell'impegno fosse pericoloso era dimostrato da un grande cartello che stava nell'aula magna alle spalle del tavolo della presidenza. Portava la scritta "Os nossos martires" e l'elenco di 253 persone uccise negli ultimi dodici mesi dai fazendeiros o dalla polizia. Chiudeva la lista il nome di Ezechiele Ramin, un comboniano di Padova, assassinato qualche settimana prima, ma quella lista sarebbe stata riaperta ben presto per aggiungervi il nome di un altro prete che si muoveva per quelle stanze, scampato a due attentati, sicuro di dover morire entro breve tempo, ma pronto a farlo per il vangelo di giustizia. Si chiamava Josimo Tavares. * Nel mio resoconto di quel giorno trovo scritto: "Conversammo con dom Marcelo, il benedettino che aveva presieduto la liturgia della sera precedente, un uomo dolcissimo, limpido e colto, ma ancor piu' sapiente. Gli domandai cosa avesse provato quando, al momento dell'Offertorio, un gruppo di campesinos aveva portato solennemente in mezzo all'assemblea una bandiera degli Stati Uniti e l'aveva bruciata. Sorrise e rispose che personalmente non avrebbe compiuto un gesto del genere ma che aveva pensato che forse, nello stesso momento, in qualche altra parte del mondo, come troppo spesso avviene, un prete o un vescovo stava benedicendo, secondo liturgie canonicamente approvate, una bandiera militare; e non aveva osato redarguire quei poveri che nel vessillo di Reagan, dell'Itt e dell'United Fruit Company vedevano, e non torto, un simbolo della guerra di classe che da tanti secoli i ricchi combattono contro di loro" (Ettore Masina, El nido de oro, Marietti, 1989, p. 33). * Da allora Marcelo ed io (anzi Marcelo e la Rete Radie' Resch) ci siamo spesso incontrati sinche' abbiamo finito per camminare insieme sui sentieri della Chiesa dei poveri, della difesa dei poveri, del magistero teologico dei poveri; e mentre approfondivo la sua conoscenza, io andavo comprendendo che dom Marcelo e' non soltanto un uomo geniale ma, per cosi' dire, polivalente. Mi sembra normale oggi considerarlo teologo, antropologo, politologo e poeta; e sono certo che un giorno ci troveremo a parlare di un suo libro di versi e magari di qualche sua canzone. Tuttavia debbo dire che mai avrei pensato che egli scrivesse un romanzo. Piu' o meno lecitamente, anch'io, infatti, oso definirmi un romanziere e so bene che questa forma letteraria necessita di concentrazione, di silenzio, vorrei dire di "stanzialita'". I personaggi di un romanzo non sono entita' che si possono abbandonare di quando in quando, tenendoli in freezer o richiamandoli frettolosamente in vita per qualche ora, non sono inerti manichini da rivestire o spogliare di sentimenti o, peggio ancora, di ideologie secondo i propri umori del momento. Il romanziere li vive come sue proiezioni, meglio come sue incarnazioni, molteplici e nello stesso tempo contemporanee; per questo gli e' richiesta una concentrazione che non puo' prescindere da una certa clausura. Per una lunga stagione politica ho seduto sui banchi di Montecitorio accanto a Natalia Ginzburg, forse la deputata piu' attenta alla necessita' di presenze in aula e certamente una rigorosa produttrice di arte letteraria. In quei dieci anni Natalia scrisse due soli libri; e a me parve spesso lacerata da due diverse contemporanee responsabilita', fra le quali non era possibile erigere divisioni. Ora Marcelo e' líuomo meno sedentario che io conosca: lo cerchi a Goias Velho e scopri che e' a Bolzano, a Porto Alegre ma ti dicono che e' appena partito per la Francia, poi passa qualche giorno e leggi che a Brasilia e' stato picchiato da un poliziotto. La settimana scorsa era a Nairobi, stamattina a Valencia... e stasera eccolo qui! * Ma io attesto (sia chiaro, pero', che io non sono un critico letterario ma soltanto un collega) che La magia del cammino ha una grande solidita' di impianto; la quasi totalita' dei personaggi risulta autentica; e, cosa che mi pare straordinariamente importante, il messaggio religioso contenuto nel libro non appesantisce il racconto. Da questo punto di vista parlerei di arte "pastorale", come per il romanzo, anch'esso ambientato a Sao Paulo, pubblicato anni fa in Italia da un altro caro amico, Frei Betto, e intitolato Un allucinato suono di tromba, o, dello stesso autore, il ben piu' maturo Hotel Brasil, ancora inedito in Italia. Come si concilia, allora, il pio vagabondaggio di Marcelo con la sua capacita' di romanziere? Io credo che una prima risposta sia: a ragione dell'appassionato interesse che il nostro amico porta a ogni persona e ogni ambiente che gli capita di visitare. Marcelo non dimentica mai che ciascuno di noi e' responsabile dei propri fratelli, e' nell'altro che troviamo qualche lineamento di Dio e dunque lo sguardo che gli rivolgiamo deve concentrarsi sulla globalita' del suo essere. Dire che La magia del cammino non ha soltanto una valenza letteraria ma si tratta anche di un documento pastorale, cioe' ha un significato anche propositivo e maieutico in campo religioso, significa dire che Marcelo ha accettato di correre grandi rischi. L'apologetica (cattolica, protestante, ma anche illuminista) soprattutto quella del secolo XVIII, e' fitta di tentativi abortiti di catechesi nascosta in documenti falsamente narrativi i quali svelano la pretestuosa ispirazione artistica naufragando nella noia dei lettori. Il nostro amico, invece, e' riuscito nell'impresa. C'e' una pagina magistrale de La magia del cammino (p. 66) che descrive il Joao Kenedy nordestino atterrito dal traffico della Pauliceia desvairada, la Sao Paulo allucinata. Il giovane mulatto finisce per rinunziare alla sfida che gli propone l'attraversamento di una grande arteria automobilistica, ma quest'altro mulatto, il nostro amico qui, ha accettato la sfida di attraversare il flusso dei cattivi esempi e c'e' riuscito. * Non riassumero' la trama del libro ma voglio dire cosa e' rimasto in me dopo la lettura. Una volta capito' a mia moglie ed a me di andare a Pancasan, nel cuore del Nicaragua, dove i sandinisti celebravano il decennale di una battaglia contro la Guardia di Somoza. Ci parve allora di vivere in un presepio: uomini, donne e bambini scendevano i crinali delle colline, in fila indiana, per una grande varieta' di sentieri che confluivano in una vasta radura; e ciascuno di loro portava una corona di fiori di carta, che insieme alle altre avrebbe poi trasformato in giardino la landa desolata scelta come spazio della cerimonia. La magia del cammino vive di una pluralita' di personaggi ciascuno dei quali (il grosso avvocato battista, la sua madre cattolica, il piccolo mulatto nordestino legato al candomble', la psicologa che non dimentica la fede della nonna guarani', il fisico nucleare che si e' ritirato in Bolivia in un monastero ecumenico, una moglie adultera che venera la luna) dovrebbe definirsi, come dice la canzone di Milton Nascimento, "eu, caçador de mim" (io, cacciatore di me stesso). Tutti, infatti, sono alla ricerca della propria autenticita' e tutti, o quasi, sono alla ricerca di un Dio che non riescono a trovare, stando ai margini di religioni e soprattutto di istituzioni che non riescono a dare loro se non qualche passeggera consolazione. Questa incapacita' di abbandonarsi a Dio, nella liberta' di suoi figli, imprime al libro una strana malinconia, che non e' ricordo di un passato che non tornera', ma rimpianto per una realta' che potrebbe essere piu' gioiosa (e persino erotica - che sorpresa trovare una volta tanto Barros e Ratzinger d'accordo!), se tutti sapessero mettere in comune il cammino verso Dio, portando ciascuno i fiori della propria tradizione. Questa tensione e questa speranza sono uno dei grandi sogni di Marcelo: un macroecumenismo che sappia rispondere alla proposta damore che Dio rivolge a ciascuno di noi parlando le infinitamente varie lingue - e vie - della storia. Non un generico sincretismo che confonde le fedi individuali in nuvole d'incenso piu' o meno liturgiche, ma un arricchimento reciproco, un procedere insieme nel cammino verso l'Infinito, l'Indicibile. * Vorrei concludere con un'immagine che spero non sia sgradita all'autore. Nel suo libro ha rilievo l'amabile figura di una madre, una vecchia signora borghese, un po' malata, implacabile maestra di buon senso e di galatei, che cerca di comprendere il figlio ma senza riuscirci; tuttavia nel momento della tragedia e' lei a scoprire la verita' perche' coraggiosamente entra nel mondo dei poveri, nelle loro baracche, dove crescono i loro sogni carnali, espressioni del loro testardo sforzo di sopravvivere. E allora mi vien fatto di pensare a quanto sarebbe bello che, di fronte alle tragedie planetarie, un'altra mater et magistra, invece di pretendere di governarci politicamente o di inabissarsi negli anfratti della storia per scoprirvi l'abominio dell'anticristo, ci invitasse a salire con lei i sentieri di tutte le favelas della Terra, ci facesse scoprire il riso di Gesu' che ringrazia il Padre perche' ha svelato ai poveri cose che ha nascosto ai ricchi e ai potenti. 8. RILETTURE. LICIA BRESSAN (A CURA DI): LIBERI DA QUESTO MERCATO Licia Bressan (a cura di), Liberi da questo mercato. Operazione bilanci di giustizia. Rapporto 2001, Emi, Bologna 2002, pp. 96, euro 8. Il libro presenta alcuni dati sull'esperienza della rete delle famiglie aderenti alla proposta dei "bilanci di giustizia", e propone vari materiali e riferimenti utili. Con una presentazione di Gianni Fazzini. Per richieste alla casa editrice: Emi, via di Corticella 179/4, 40128 Bologna, tel. 051326027, fax: 051327552, e-mail: sermis at emi.it, stampa at emi.it, ordini at emi.it, sito: www.emi.it 9. RILETTURE. ELISA BALDESSONE, MARCO GHIBERTI, GIANLUCA VIAGGI: L'EURO SOLIDALE Elisa Baldessone, Marco Ghiberti, Gianluca Viaggi, L'euro solidale. Una carta d'intenti per la finanza etica in Italia, Emi, Bologna 1998, 2000, pp. 144, euro 7,75. Questo breve libro, proposto dall'"Associazione finanza etica", costituisce una riflessione introduttiva, una descrizione e valutazione di variegate esperienze, e un agile strumento di lavoro. Con un intervento di Susan George. Per richieste alla casa editrice: Emi, via di Corticella 179/4, 40128 Bologna, tel. 051326027, fax: 051327552, e-mail: sermis at emi.it, stampa at emi.it, ordini at emi.it, sito: www.emi.it 10. RILETTURE. MATTEO MOROZZI, ANTONELLA VALER: L'ECONOMIA GIOCATA Matteo Morozzi, Antonella Valer, L'economia giocata. Giochi di simulazione per percorsi educativi verso una societa' sostenibile, Emi, Bologna 2001, pp. 256, euro 12,39. Il libro si compone di due parti: la prima introduce all'uso dei giochi di simulazione per educare alla mondialita'; la seconda propone 16 giochi per ragionare sull'economia in una prospettva ecoequosolidale. I giochi (presentati in modo assai dettagliato ed allegando materiali d'uso e di riferimento) sono adatti per attivita' didattiche e formative con adolescenti e giovani. Per richieste alla casa editrice: Emi, via di Corticella 179/4, 40128 Bologna, tel. 051326027, fax: 051327552, e-mail: sermis at emi.it, stampa at emi.it, ordini at emi.it, sito: www.emi.it 11. RILETTURE. ALESSANDRA PITARO: DIDATTICA INTERCULTURALE DLLA GEOGRAFIA Alessandra Pitaro, Didattica interculturale della geografia, Emi, Bologna 1997, 2001, pp. 112, euro 6,20. Un agile volumetto introduttivo utile soprattutto a insegnanti di scuole elementari e medie inferiori, con proposte di lavoro e riferimenti per l'approfondimento. Con una presentazione di Maria Gemma Grillotti Di Giacomo. Per richieste alla casa editrice: Emi, via di Corticella 179/4, 40128 Bologna, tel. 051326027, fax: 051327552, e-mail: sermis at emi.it, stampa at emi.it, ordini at emi.it, sito: www.emi.it 12. STRUMENTI DI LAVORO. L'AGENDA DELL'ANTIMAFIA 2008 Uno strumento di lavoro che vivamente raccomandiamo: l'Agenda dell'antimafia 2008, Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato, Palermo 2007, euro 10. A cura di Anna Puglisi e Umberto Santino, edita dal Centro Impastato con Addiopizzo, Cesvop, Comune di Gela, Consorzio Ulisse. L'agenda puo' essere richiesta al Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", via Villa Sperlinga 15, 90144 Palermo, tel. 0916259789, fax: 0917301490, e-mail: csdgi at tin.it, sito: www.centroimpastato.it 13. STRUMENTI DI LAVORO. L'AGENDA "GIORNI NONVIOLENTI" 2008 Dal 1994 ogni anno le Edizioni Qualevita pubblicano l'agenda "Giorni nonviolenti" che nelle sue oltre 400 pagine offre spunti giornalieri di riflessione tratti dagli scritti o dai discorsi di persone che alla nonviolenza hanno dedicato una vita intera: ne risulta una sorta di "antologia della nonviolenza" che ogni anno viene aggiornata e completamente rinnovata. Uno strumento di lavoro che vivamente raccomandiamo. Per richieste: Qualevita Edizioni, via Michelangelo 2, 67030 Torre dei Nolfi (Aq), tel. e fax: 0864460006, cell. 3495843946, e-mail: info at qualevita.it, sito: www.qualevita.it Il costo di una copia di "Giorni nonviolenti" 2008 e' di 10 euro, sconti progressivi per l'acquisto di un numero di copie maggiore. 14. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 15. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 334 del 14 gennaio 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). 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