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Minime. 325
- Subject: Minime. 325
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Sat, 5 Jan 2008 00:38:22 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 325 del 5 gennaio 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Maria G. Di Rienzo: Mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche'... 2. Giorgio Giannini: Mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche'... 3. Cristiano Lucchi: Mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche'... 4. Sergio Paronetto: Mi abbono ad "Azione nonviolenta" perche'... 5. Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" 6. L'Agenda dell'antimafia 2008 7. L'agenda "Giorni nonviolenti" 2008 8. I volontari dell'"Operazione Colomba" nelle Comunita' di pace in Colombia 9. Ettore Masina: Lettera 125 dell'agosto-settembre 2007 10. Diana Napoli presenta "Senza verso. Un'estate a Roma" di Emanuele Trevi 11. Stanislao Arditi e Oliviero Lorelli: Ne' quattro, ne' una 12. Simplicio Dechecco: Quando 13. La "Carta" del Movimento Nonviolento 14. Per saperne di piu' 1. AMICIZIE. MARIA G. DI RIENZO: MI ABBONO AD "AZIONE NONVIOLENTA" PERCHE'... [Ringraziamo Maria G. Di Rienzo (per cntatti: sheela59 at libero.it) per questo intervento. Maria G. Di Rienzo e' una delle principali collaboratrici di questo foglio; prestigiosa intellettuale femminista, saggista, giornalista, narratrice, regista teatrale e commediografa, formatrice, ha svolto rilevanti ricerche storiche sulle donne italiane per conto del Dipartimento di Storia Economica dell'Universita' di Sydney (Australia); e' impegnata nel movimento delle donne, nella Rete di Lilliput, in esperienze di solidarieta' e in difesa dei diritti umani, per la pace e la nonviolenza. Tra le opere di Maria G. Di Rienzo: con Monica Lanfranco (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003; con Monica Lanfranco (a cura di), Senza velo. Donne nell'islam contro l'integralismo, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2005. Un piu' ampio profilo di Maria G. Di Rienzo in forma di intervista e' in "Notizie minime della nonviolenza" n. 81] Avvenne dunque, mentre il sole tramontava e la fanciulla stava per narrargli il seguito della storia, che il sovrano noto' un bollettino sulla propria scrivania e corrugo' le sopracciglia. "Sharazade", disse alla giovane favolista, "Sbaglio o sei stata tu a lasciar qui tale carta? A che serve?". "O signore, tu sai che gli atleti curano il proprio corpo per eccellere nelle discipline sportive, e gli studiosi allenano la propria mente affinche' essa carpisca dall'universo altre scintille di saggezza, e gli artigiani e gli artisti cercano di spingersi verso sempre maggior accuratezza nelle loro creazioni. Quello, percio', e' il bollettino postale con cui potrai abbonarti ad 'Azione Nonviolenta', mensile fondato da un maestro della nonviolenza piu' di quarant'anni or sono, ed oggi accudito dai discepoli di tale meravigliosa pratica, che e' ad un tempo filosofia di vita e metodo d'azione, e cerca e vuole benessere e giustizia e pace per l'umanita' intera". "Mia cara fanciulla, tu sei una splendida conversatrice, ma il senso del tuo ragionamento mi sfugge". "Forse che tu non vuoi buone relazioni fra i membri della tua famiglia, signore? Non desideri concordia fra le genti, e bilanciamento ed armonia fra tutto cio' che vive? Non vi e' tra i tuoi sogni piu' dolci lo svuotamento degli arsenali, e il vento che corre libero tra l'erba e le spighe, non piu' ferito dai gemiti degli uccisi in guerra e dal pianto di chi resta?". "Ma Sharazade, come puo' darmi questo la tua rivista?". "Essa ti mettera' sulla buona strada, signore. Poi, il resto sarai tu stesso a dartelo con l'impegno e la perseveranza, che sono pilastri della lotta nonviolenta. Coraggio, mio signore. Impara a non essere solo, a condividere cio' che sai, ad apprendere cio' che altri donano". E da allora la fanciulla pote' prendersi qualche notte di riposo, perche' non doveva raccontare al sovrano quel che egli poteva leggere da se' su "Azione Nonviolenta"... 2. AMICIZIE. GIORGIO GIANNINI: MI ABBONO AD "AZIONE NONVIOLENTA" PERCHE'... [Ringraziamo Giorgio Giannini (per contatti: giannini2000 at libero.it) per questo intervento. Giorgio Giannini, nato a Roma nel 1949, docente di discipline giuridiche, storico della Resistenza e della nonviolenza, impegnato in vari centri studi e movimenti per la pace e i diritti umani. Opere di Giorgio Giannini: segnaliamo almeno L'obiezione di coscienza, Satyagraha, Torino 1985; L'obiezione di coscienza al servizio militare. Saggio storico-giuridico, Edizioni Dehoniane, Napoli 1987; (a cura di), La lotta nonarmata nella Resistenza, Centro Studi Difesa Civile, Roma 1993; (a cura di), La Resistenza nonarmata, Sinnos, Roma 1995; (a cura di), L'opposizione popolare al fascismo, Qualevita, Torre dei Nolfi (Aq) 1996; Il giorno della memoria. Per non dimenticare, Edizioni Associate, Roma 2005] Sono abbonato ad "Azione Nonviolenta" da moltissimi anni ed invito ad abbonarsi alla rivista, che ritengo sia uno dei migliori strumenti per seguire gli studi sulla nonviolenza e per conoscere le azioni nonviolente. 3. AMICIZIE. CRISTIANO LUCCHI: MI ABBONO AD "AZIONE NONVIOLENTA" PERCHE'... [Ringraziamo Cristiano Lucchi (per contatti: cristiano.lucchi at gmail.com) per questo intervento. Cristiano Lucchi, fiorentino, giornalista dal 1999, si e' specializzato nella comunicazione dei temi legati ai movimenti sociali e alla societa' civile organizzata, curando l'ufficio stampa del Forum Sociale Europeo di Firenze, della campagna Bandiere di Pace e di quella dell'Onu per gli Obiettivi del millennio; e' responsabile della comunicazione della Rete Lilliput; collaboratore di "Diario", "L'Unita'", "Carta", "Il manifesto","Liberazione", "Il Tirreno", "Narcomafie", "Lo Straniero", "Redattore Sociale", Novaradio e Controradio - per i quali ha curato reportages dall'Argentina, dal Brasile, dal Messico e dalla Turchia - e' direttore di "Agenzia di base - Altracitta'"; cura inoltre, presso l'ufficio stampa della giunta regionale Toscana, il settore economico e della responsabilita' sociale delle imprese; e', insieme ad altri, l'ideatore di "Metamorfosi, agenzia di comunicazione per il cambiamento sostenibile"] Indipendenza, autonomia, serieta'. Il desiderio di cambiare in meglio la nostra societa' che si trasforma in una buona pratica di giornalismo dal basso. Ecco perche' mi abbono... 4. AMICIZIE. SERGIO PARONETTO: MI ABBONO AD "AZIONE NONVIOLENTA" PERCHE'... [Ringraziamo Sergio Paronetto (per contatti: paxchristi_paronetto at yahoo.com) per questo intervento. Sergio Paronetto insegna presso l'Istituto Tecnico "Luigi Einaudi" di Verona dove coordina alcune attivita' di educazione alla pace e ai diritti umani. Tra il 1971 e il 1973 e' in Ecuador a svolgere il servizio civile alternativo del militare con un gruppo di volontari di Cooperazione internazionale (Coopi). L'obiezione di coscienza al servizio militare gli viene suggerita dalla testimonianza di Primo Mazzolari, di Lorenzo Milani e di Martin Luther King. In Ecuador opera prima nella selva amazzonica presso gli indigeni shuar e poi sulla Cordigliera assieme al vescovo degli idios (quechua) Leonidas Proano con cui collabora in programmi di alfabetizzazione secondo il metodo del pedagogista Paulo Freire. Negli anni '80 e' consigliere comunale a Verona, agisce nel Comitato veronese per la pace e il disarmo e in gruppi promotori delle assemblee in Arena suscitate dall'Appello dei Beati i costruttori di pace. In esse incontra o reincontra Alessandro Zanotelli, Tonino Bello, Ernesto Balducci, David Maria Turoldo, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Perez Esquivel, Beyers Naude' e tanti testimoni di pace. Negli anni '90 aderisce a Pax Christi (che aveva gia' conosciuto negli anni Sessanta) del cui Consiglio nazionale e del cui Centro studi fa parte. E' membro del Gruppo per il pluralismo e il dialogo e, ultimamente, del Sinodo diocesano di Verona. Opere di Sergio Paronetto, La nonviolenza dei volti. Forza di liberazione, Editrice Monti, Saronno (Va) 2004] Mi abbono ad "Azione nonviolenta" per tutti i motivi ideali che accomunano il Movimento nonviolento a Pax Christi nel cui calendario per il 2008 sono accostati ogni mese pensieri di Gandhi e di Tonino Bello. Durante il Congresso nazionale del Movimento nonviolento, tenutosi a Verona nel novembre scorso, ho visto e sentito un cantiere in cammino. Esso e' partito proprio dai problemi della cittadinanza nella citta' di Verona, caduta nella spirale di tante paure e dell'attuale populismo neorazzista. E' importante riflettere su tutti i percorsi di costruzione di una nuova umana cittadinanza. Secondo me, "Azione nonviolenta" e' uno strumento necessario per tale impresa... 5. INDICAZIONI PRATICHE. PER ABBONARSI AD "AZIONE NONVIOLENTA" "Azione nonviolenta" e' la rivista del Movimento Nonviolento, fondata da Aldo Capitini nel 1964; e' un mensile di formazione, informazione e dibattito sulle tematiche della nonviolenza in Italia e nel mondo. Redazione, direzione e amministrazione sono in via Spagna 8, 37123 Verona, tel. 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19), fax 0458009212, e-mail: an at nonviolenti.org, sito: www.nonviolenti.org Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 29 euro sul ccp n. 10250363 intestato ad "Azione nonviolenta", via Spagna 8, 37123 Verona. Oppure bonifico bancario sullo stesso conto presso BancoPosta ABI 07601 - CAB 11700. Speificare nella causale "Abbonamento a 'Azione nonviolenta'". E' possibile chiedere una copia omaggio della rivista, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'". 6. STRUMENTI DI LAVORO. L'AGENDA DELL'ANTIMAFIA 2008 Uno strumento di lavoro che vivamente raccomandiamo: l'Agenda dell'antimafia 2008, Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato, Palermo 2007, euro 10. A cura di Anna Puglisi e Umberto Santino, edita dal Centro Impastato con Addiopizzo, Cesvop, Comune di Gela, Consorzio Ulisse. L'agenda puo' essere richiesta al Centro siciliano di documentazione "Giuseppe Impastato", via Villa Sperlinga 15, 90144 Palermo, tel. 0916259789, fax: 0917301490, e-mail: csdgi at tin.it, sito: www.centroimpastato.it 7. STRUMENTI DI LAVORO. L'AGENDA "GIORNI NONVIOLENTI" 2008 Dal 1994 ogni anno le Edizioni Qualevita pubblicano l'agenda "Giorni nonviolenti" che nelle sue oltre 400 pagine offre spunti giornalieri di riflessione tratti dagli scritti o dai discorsi di persone che alla nonviolenza hanno dedicato una vita intera: ne risulta una sorta di "antologia della nonviolenza" che ogni anno viene aggiornata e completamente rinnovata. Uno strumento di lavoro che vivamente raccomandiamo. Per richieste: Qualevita Edizioni, via Michelangelo 2, 67030 Torre dei Nolfi (Aq), tel. e fax: 0864460006, cell. 3495843946, e-mail: info at qualevita.it, sito: www.qualevita.it Il costo di una copia di "Giorni nonviolenti" 2008 e' di 10 euro, sconti progressivi per l'acquisto di un numero di copie maggiore. 8. INIZIATIVE. I VOLONTARI DELL'"OPERAZIONE COLOMBA" NELLE COMUNITA' DI PACE IN COLOMBIA [Dagli amici dell'Operazione Colomba (per contatti: e-mail: operazione.colomba at apg23.org, sito: www.operazionecolomba.it) riceviamo e diffondiamo il seguente comunicato del 4 gennaio 2008] Tre volontari dell'Operazione Colomba, il corpo nonviolento di pace della Comunita' papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi, sono da oggi in visita alla Comunita' di pace di San Jose' de Apartado', in Colombia. Antonio De Filippis e Livio Dengo, italiani, e Alejandro Duransegura, cileno, sono andati per portare una testimonianza concreta di solidarieta', per riscontrare sul campo la realta' della situazione e conoscere le necessita' e le attivita' che svolgono le comunita' indigene di pace che si sono formate nella regione di Uraba', nel dipartimento di Antioquia in Colombia. Questo territorio, teatro di scontri tra esercito, paramilitari e guerriglie ormai da diversi decenni, e' balzato in questi giorni all'attenzione dell'opinione pubblica italiana per il tentativo del presidente venezuelano Hugo Chavez di instaurare una mediazione tra le parti anche per la liberazione di alcuni ostaggi nelle mani della guerriglia, in primis l'ex candidata alle presidenziali Ingrid Betancourt. Meno nota all'opinione pubblica italiana e' invece la condizione degli indigeni abitanti di queste comunita' che da dieci anni circa si sono costituiti in "comunita' di pace", dichiarando pubblicamente la loro contrarieta' ed estraneita' all'uso della violenza e delle armi. "Ne' con gli uni, ne' con gli altri, ma proposte nonviolente di pace. Questa e' la scelta coraggiosa fatta da queste comunita', una scelta, pero', che in questi anni ha comportato decine di vittime innocenti, nella logica sempre piu' violenta dell''o con noi o contro di noi' perpetrata dai diversi attori del conflitto armato" spiega Antonio De Filippis, responsabile dell'Operazione Colomba, al timone della missione. "La nostra vuole essere una testimonianza concreta di sostegno all'esistenza e resistenza di queste realta' di pace, con la consapevolezza che se arriveranno proposte o 'provocazioni', ci interrogheremo anche su eventuali future presenze piu' stabili dell'Operazione Colomba in quell'area". La presenza nella comunita' si protrarra' sino all'8 gennaio. * Per ulteriori informazioni: www.operazionecolomba.it e www.cdpsanjose.org Per contatti in Italia: Daniele Aronne, cell. 3494419638, Alberto Capannini, tel. e fax: 054129005. 9. MAESTRI E COMPAGNI. ETTORE MASINA: LETTERA 125 DELL'AGOSTO-SETTEMBRE 2007 [Dal sito di Ettore Masina (www.ettoremasina.it) riprendiamo la sua lettera mensile n. 125 dell'agosto-settembre 2007. Ettore Masina, nato a Breno (Bs) il 4 settembre 1928, giornalista, scrittore, fondatore della Rete Radie' Resch, gia' parlamentare, e' una delle figure piu' vive della cultura e della prassi di pace. Sulle sue esperienze e riflessioni si vedano innanzitutto i suoi tre libri autobiografici: Diario di un cattolico errante. Fra santi, burocrati e guerriglieri (Gamberetti, 1997); Il prevalente passato. Un'autobiografia in cammino (Rubbettino, 2000); L'airone di Orbetello. Storia e storie di un cattocomunista (Rubbettino, 2005). Tra gli altri suoi libri: Il Vangelo secondo gli anonimi (Cittadella, 1969, tradotto in Brasile), Un passo nella storia (Cittadella, 1974), Il ferro e il miele (Rusconi, tradotto in serbo-croato), El Nido de Oro. Viaggio all'interno del terzo Mondo: Brasile, Corno d'Africa, Nicaragua (Marietti, 1989), Un inverno al Sud. Cile, Vietnam, Sudafrica, Palestina (Marietti, 1992), L'arcivescovo deve morire. Monsignor Oscar Romero e il suo popolo (Edizioni cultura della pace, 1993 col titolo Oscar Romero, poi in nuova edizione nelle Edizioni Gruppo Abele, 1995), Comprare un santo (Camunia, 1994; O. G. E., 2006), Il volo del passero (San Paolo, tradotto in greco), I gabbiani di Fringen (San Paolo, 1999), Il Vincere (San Paolo, 2002). Un piu' ampio profilo di Ettore Masina, scritto generosamente da lui stesso per il nostro foglio, e' nel n. 418 de "La nonviolenza e' in cammino". Su don Vinicio Albanesi dal sito www.vinicioalbanesi.it a lui dedicato riprendiamo la seguente scheda: "E' nato il 20 settembre 1943 a Campofilone, un paesino della provincia di Ascoli Piceno. Sacerdote della diocesi di Fermo, e' abate-parroco dell'antica abbazia di S. Marco alle Paludi, direttore della Caritas diocesana e insegnante di diritto canonico presso l'Istituto teologico marchigiano, sezione di Fermo (affiliato alla Pontificia Universita' Lateranense di Roma). E' stato per dieci anni presidente del Tribunale ecclesiastico regionale. Dal 1990 al 2002 e' stato presidente del Coordinamento nazionale Comunita' di accoglienza (Cnca). Agli inizi degli anni '70, durante gli studi presso la Pontificia Universita' Gregoriana, partecipa direttamente alla nascita della Comunita' di Capodarco di Roma; dopo qualche anno, con la carica di vicepresidente a livello nazionale, fa ritorno nelle Marche dove assume la responsabilita' della Comunita' di Capodarco di Fermo, luogo in cui la stessa era stata fondata nel Natale del 1966 ad opera di don Franco Monterubbianesi ed altri. Nel 1994 diventa responsabile della Comunita' di Capodarco nazionale, organismo che federa attualmente 14 comunita' residenziali, sparse in dieci regioni, con un migliaio di soci. Gli avvenimenti dei decenni '70 e '80, vissuti in maniera intensa e variegata dalla Comunita' di Capodarco - tutt'ora una delle realta' piu' dinamiche e ricche di storia nel panorama italiano della solidarieta' - vedono don Albanesi sempre al centro delle discussioni che via via, a tutti i livelli, si svolgono sul welfare e sulla caritaa' nella Chiesa. E' in quel periodo che prendono corpo: il problema delle grandi riforme (la legge 685/75 sulla droga, la legge 180/78 sulla psichiatria, il Dpr 616/77 sul decentramento delle politiche sociali); il problema dell'inserimento dei portatori di handicap (a livello sociale, lavorativo, nelle cooperative sociali, nella riabilitazione, ecc.); le grandi sfide del nostro tempo: la pace e l'obiezione di coscienza, i giovani ed il loro futuro, il volontariato e la cittadinanza, la Chiesa come comunita' dei poveri, ecc. In questi e altri settori l'azione da 'apripista' di don Albanesi si caratterizza per la lungimiranza delle intuizioni e la testimonianza dei gesti, delle proposte e delle esperienze (lo spirito comunitario, i gruppi territoriali, le famiglie sociali, le cooperative di lavoro, i servizi aperti). Ma si sviluppa anche in una densa produzione pubblicistica e saggistica. Succedendo nel '90 a don Luigi Ciotti, che lo aveva guidato per otto anni, don Albanesi prende in mano le redini del Cnca, che raccoglie oltre 250 gruppi su tutto il territorio nazionale. I principi fondanti del Coordinamento si riferiscono al rispetto della personalita' di ciascun individuo, alla condivisione dei valori (laici o religiosi), all'apertura massima verso il territorio in cui si opera. Accanto a un'intensa attivita' pubblicistica ("Famiglia cristiana", "Jesus", "Vita pastorale", "Il Regno" ecc.) e di relazione continua con le principali testate laiche nazionali, don Albanesi pubblica i primi due dei suoi sei libri con le Edizioni San Paolo. Nel 1998 esce Il Dio della compagnia - Per una spiritualita' della condivisione (prefazione di Michele Serra), una riflessione dipanata lungo il confine mai definito tra la spiritualita' e la quotidianita' di chi ha scelto di stare a fianco degli ultimi. Nel novembre 1999 e' la volta de Le tribu' dell'antico mondo - Lettera ai nipoti sul vecchio millennio, rassegna impietosa dei vizi, dei tic, delle aberrazioni di questa epoca proprio nel momento in cui tutti aspettano il nuovo e in cui 'tutti sono pronti, non si sa bene a che. In compenso sono pronti'. Nel 2000 esce La dolcezza di Dio, Edizioni Dehoniane, con cui torna alla spiritualita' in continuita' ideale con la prima opera. Nel novembre 2002, ancora per le Edizioni San Paolo, esce Preghiere probabili, raccolta di poesie e preghiere nate dall'esperienza del contatto e dell'accoglienza con persone emarginate o in difficolta' (prefazione di Ferruccio De Bortoli). E nel 2004 escono per le edizioni San Paolo Voglia di credere, una introduzione al cristianesimo in cento pagine 'per chi ha qualche dubbio', e per le edizioni Dehoniane Fede quotidiana. Nel febbraio del 2001, don Albanesi promuove l'apertura dell'Agenzia giornalistica quotidiana "Redattore sociale", prima testata in abbonamento edita da una realta' del terzo settore. All'agenzia sono abbonate varie testate nazionali tra cui la Rai, il Tg5, i quotidiani "Repubblica", "Avvenire", "Liberazione", "Europa", il settimanale "Famiglia cristiana", oltre a diverse istituzioni pubbliche e private"] Le pistole spirituali, il grillo e l'otre vecchio 1. E' stato Brecht, se ricordo bene, ad ammonirci di non dare niente per scontato, di indagare frequentemente se non vi siano trappole nascoste in cio' che consideriamo "normale", se il "buonsenso" sia sempre d'accordo con l'etica e via dicendo. Il grande poeta tedesco non fu, purtroppo, un esempio di questa introspezione, la sua adesione al comunismo essendo stata spesso acritica, almeno in pubblico. Tuttavia l'insegnamento resta valido: contraddizioni dolorose si celano in molti luoghi della vita quotidiana. Sulle agenzie di stampa, per esempio, leggo questa notizia a proposito del suicidio di un gendarme pontificio: "Il portavoce vaticano ha detto che il giovane era stato assunto come 'allievo gendarme' con l'abituale processo di selezione psicoattitudinale, relativo anche all'uso delle armi". Che ve ne pare? Una Sede che si proclama santa assume giovani dopo averne verificata la psicoattitudinalita' all'uso delle armi? Certo, la presenza di armati in Vaticano non e' una novita': anche finita l'epoca dei papi-re, la Santa Sede ha avuto, sino al 1965, un suo piccolo esercito coloratissimo, per la gioia dei turisti e la sciocca ironia di Stalin. Fu papa Montini ad abolirlo insieme alla Corte pontificia che gli pareva (egli naturalmente uso' espressioni piu' cortesi) un'anticaglia nient'affatto evangelica. Conservo' soltanto i gendarmi, in ben piu' moderne divise (e piu' spesso in abiti borghesi). Confesso di non avere mai pensato che essi fossero armati, di armi capaci di uccidere; e oggi che e' la cronaca nera a indicarmelo mi pare tristissimo temere che qualcuno possa essere ammazzato "legalmente" a due passi dal sepolcro di Pietro. Lo so bene: il diritto alla legittima difesa e' razionale e previsto da tutte le legislazioni del mondo oltre che dal catechismo cattolico, ma Gesu' non ha voluto essere difeso con le armi e sarebbe meraviglioso che il suo esempio fosse imitato da chi continuamente parla a suo nome. Gioachino Belli, che era un grande intenditore del Vaticano, dedico' un sonetto a un monsignore che aveva minacciato con due pistole un calzolaio inadempiente. L'artigiano domandava: ma le sue armi, eccellenza, non dovrebbero essere spirituali? E il monsignore, tenendo spianate le pistole, rispondeva (cito a memoria): l'ho ffatte doventa' spirituali, perche' 'nn nome de Ddio l'ho benedette. Ma ci sono armi "benedette" anche altrove. Il mese scorso comparve sui giornali una fotografia che mostrava un agente di polizia accanto a monsignor Bagnasco mentre l'arcivescovo di Genova cresimava alcuni fedeli in cattedrale. Il presule aveva ricevuto una scorta perche' su alcuni muri della citta' erano comparse minacce a suo riguardo; ma il pensiero che pistole "difensive" possano sparare in una chiesa e durante la celebrazione di un sacramento mi sembra inquietante. C'e' un altro sonetto del Belli che prorompe: "Nun ze po' mmai sape' co st'arme in mano! E ppo' a le vorte a caricalle e' er diavolo" (1). Era quello che pensava monsignor Romero e forse e' anche per questa sua inermita' evangelica, per la scomodita' del suo esempio, che in Vaticano non si decidono a proclamarlo santo. * 2. Che un movimento politico possa nascere intorno a un motto scurrile non e' cosa nuova. Ci erano gia' riusciti i fascisti con il loro "Me ne frego". Poi era stata la volta del ben meno truce, ma pur sempre pericoloso, Guglielmo Giannini, con il suo Uomo Qualunque: "Non mi rompete gli zebedei!". Chi vuole cavalcare i sentimenti negativi di una folla sa bene che gli arrabbiati sentono l'uso della volgarita', tanto piu' se a sfondo sessuale, come una dimostrazione della propria capacita' di ribellione. Purtroppo il linguaggio "antipolitico" di Grillo si accorda bene con quello di certa politica per esemplficare le quali si vedano certe irriferibili espressioni ad esempio di Scajola o di Bossi. Che il titolo del V... Day non solo non suscitasse obiezioni ma anzi trovasse echi compiacenti e collegamenti in ambienti e associazioni in cui ci si sforza di trovare un nuovo linguaggio politico mi ha profondamente addolorato. Non e' possibile coniugare il "Resistere!" di Borrelli con la trivialita': con il turpiloquio non si costruisce una nuova cultura ne' si innovano i costumi; ed e' ben raro che un linguaggio da caserma presenti documenti meditati e intelligenti. Tuttavia la jacquerie di Grillo ha raccolto grandi folle intorno a problemi reali e quindi va soppesata, nella sua composizione e nelle sue proposte. * 3. La mia impressione e' che i "grilliani" fossero fra loro eterogenei. Ho osservato attentamente le fotografie della manifestazione bolognese e mi e' sembrato che la folla non somigliasse a quelle leghiste di Pontida, blocco ferreo di candidati all'eversione. Intorno al comico genovese si e' radunata certamente, innanzi tutto, una platea di spettatori attratti dalla sua straordinaria vis comica e desiderosa di assistere gratuitamente a un suo show. Poi vi erano cittadini uniti da una rabbiosa insofferenza per la situazione politica. E' intorno a questa seconda componente, certamente maggioritaria, che si e' coagulata, secondo molti giornali, la valenza dell'evento. Ma si tratta davvero di un nuovo soggetto politico? O non si tratta, piuttosto, di quella brava gente, notissima e chiassosa, che compone certi comitati di quartiere? Insorge contro la presenza dei rom, dei barboni, delle prostitute-bambine. Non ne puo' piu' di certi spettacoli, grida che quei "disturbi" vanno eliminati. Come, non e' affar loro, dicono quei comitati: loro non si intendono di certi problemi e dunque si limitano a gridare: via, a qualunque costo. Se proprio si lasciano andare, te lo dicono francamente: si riaprano i bordelli (naturalmente in periferia, lontano dai loro quartieri), si riorganizzino i manicomi "duri", si espellano tutti gli zingari e, certo e' triste, ma va bene che anche i ragazzini rimangano in galera, li' impareranno che bisogna essere onesti. La democrazia, quanto e' troppa, va "regolata". Questa parte di opinione pubblica e' gia' schierata da sempre con Berlusconi e con Fini. Ma a Bologna e nelle altre piazze c'erano certamente molti cittadini confusi. Quest'area di elettorato si e' fatta piu' ampia negli ultimi tempi. Si sente respinta da giornali e telegiornali che le rovesciano addosso ogni giorno, in un linguaggio piu' o meno cifrato, sussurri e grida di fazioni. Il governo si limita a mugolare con l'irritante flemma professorale di Prodi il quale sembra ignorare l'importanza della comunicazione, oppure mostra l'insofferenza - anche litigiosa - che esiste tra ministro e ministro. Politologi improvvisati e cronisti embedded, arruolati dai gestori del "privato" seminano paure a larghe mani. Paure e confusione sono generate anche da problemi ai quali le forze politiche tradizionali non avevano mai prestato attenzione e che adesso sono diventate (il clima, le fonti energetiche, l'acqua...) drammatiche emergenze. Non c'e' da meravigliarsi se il numero delle persone confuse e' aumentato; ed esse meritano ben piu' rispettosa attenzione di quanta il governo e i partiti gliene concedono. Le destre hanno il gioco facile a cavalcare le loro paure. Le sinistre hanno il compito difficilissimo di far rinascere speranze e progetti. Oggi le Camere richiedono profonde riforme strutturali, i privilegi dei loro membri (i privilegi reali, non quelli fantasticati, per esempio, da un'inchiesta fasulla attribuita falsamente a "l'Espresso", che da anni circola nella rete telematica) vanno abbattuti, la qualita' etica di larga parte dei cosiddetti "onorevoli" e' deprecabile, forse da quel punto di vista abbiamo oggi il peggior parlamento della storia repubblicana, ma un miglioramento della situazione non si puo' avere senza una corresponsabilita' degli elettori, delle loro scelte politiche. E mi pare doveroso, anche in questa occasione, ricordare che da quando la democrazia ha portato alla creazione di un parlamento elettivo (dunque almeno in parte sottratto ai grandi potentati economici) l'offensiva contro di esso e' una costante prerogativa delle destre. Distruggere il prestigio del parlamento significa per i potentati riprendere larga parte della propria liberta' d'azione. * 4. Quanto alle proposte di Grillo, mi pare ottima l'idea che il parlamento debba essere epurato da chi e' stato condannato per qualche grave reato, ma la condanna deve essere definitiva, altrimenti la proposta e' solo velleitaria perche' accoglierla violerebbe il principio costituzionale dell'innocenza presunta. Che i parlamentari non possano essere rieletti una terza volta e', invece, estremismo infantile. Una decisione del genere vanificherebbe esperienze preziose, competenze, ingegni: basti pensare che uno sbarramento del genere avrebbe espulso dalle Camere gente come Moro, Scalfaro, Ingrao, Tina Anselmi, Zaccagnini, Berlinguer, Pertini eccetera. * 5. Non accettare il principio dello sbarramento a due legislature non vuol dire - sia chiaro - rinunziare a un profondo rinnovamento della classe politica italiana. Vi sono volti e nomi che ricordano inevitabilmente un moderatismo che in realta' era soprattutto ricerca di consenso e quindi un pensare in piccolo, la negazione di ogni creativita', un uso spregiudicato del clientelismo, uno stracco provincialismo culturale. La "pragmaticita'" di questi signori puo' ancora portare voti? Puo' darsi. Ma anche in politica e' vero che non si puo' immettere vino nuovo in otri vecchi. Mi ha agghiacciato la prontezza con la quale Veltroni, per non trovarselo fra i piedi in Campania, ha offerto regalmente a De Mita di diventare il tutor del movimento giovanile del Partito Democratico. Poche cose sono certe su questo partito, ma una e' certissima: se i suoi giovani dovessero somigliare a De Mita parlare di novita' meriterebbe un altro Grillo. * 6. Mi sembra degno di diffusione l'appello che don Vinicio Albanesi ha rivolto ai sindaci di Roma, Torino, Bologna e Firenze: "Gentilissimi signori, uomini di sinistra, improvvisamente vi siete svegliati attivandovi perche' le vostre citta' (citta' grandi) godessero di sicurezza. Vi siete accorti dei lavavetri, della micro e macrocriminalita', dell'immigrazione clandestina, delle vendite abusive, della prostituzione, e avete deciso di dire basta, invocando il rispetto delle regole. Gli abitanti delle vostre citta' hanno detto: finalmente, era ora. Non avendo altri strumenti avete invocato la legge penale, pensando di fare cosa giusta. Il lato debole delle vostre recenti iniziative e' il doppio passo che usate costantemente nei confronti dei cittadini che amministrate. Voi non invocate sempre legalita', ma sopportate molte illegalita' sul vostro territorio, quando esse sono a beneficio degli abitanti "doc": abusivismo nell'edilizia, nel commercio, nella pubblicita', nell'uso dei beni pubblici, nell'accoglienza etc. Non controllate, come dite, il vostro territorio, ma sopportate (e alimentate) una diffusa "legale" illegalita'. Siete molto prudenti o assenti nei confronti dei ceti che contano: diventate severi se i livelli di illegalita' "disturbano" l'equilibrio dell'illegalita' nostrana. Le vostre citta' vivono e prosperano con l'apporto degli stranieri, italiani e non. Siete stati assenti nel garantire il rispetto delle regole per gli studenti fuori sede, per gli immigrati lavoratori, per i turisti, per le prostitute di infimo bordo. Come sempre accade non avete iniziato dalla testa, ma dalla coda. Era piu' semplice sforbiciare gli estremi. Con le vostre iniziative vi ponete nell'antica tradizione della tutela dei benestanti: avrete consensi e il pensiero unico vi accompagnera' per le prossime amministrazioni. Abbiate almeno il buon senso di non invocare giustizia, ma il diritto dei piu' a non essere disturbati. Cosi' il prezzo della bottiglietta di acqua delle vostre citta' continuera' a salire nel prezzo; come il posto letto per lo studente fuori sede. Il costo dei parcheggi andra' alle stelle e le multe ingrasseranno le casse municipali. Gli immigrati lavoratori continueranno a vivere nelle stamberghe abbandonate e le prostitute povere avranno, finalmente, strade tutte loro. E se sono minorenni, pazienza. Non occorreva essere geni per capire che i grandi movimenti di popolazioni avrebbero trascinato anche irregolari e delinquenti: avete invocato il libero mercato, lamentandovi poi delle sue distorsioni. Non si tratta di ingenuita', ma di furbizia. Non e' esattamente la politica sociale che sognavamo: ma ogni sogno invoca speranza e a questa continuiamo ad appellarci". * Cari saluti Ettore Masina * Note 1. "Non si puo' mai sapere con queste armi in mano / E a volte puo' essere il diavolo a caricarle". 10. LIBRI. DIANA NAPOLI PRESENTA "SENZA VERSO. UN'ESTATE A ROMA" DI EMANUELE TREVI [Ringraziamo Diana Napoli (per contatti: e-mail: mir.brescia at libero.it, sito: www.storiedellastoria.it) per questa recensione. Diana Napoli, laureata in storia presso l'Universita' degli studi di Milano, insegna nei licei, e' volontaria presso il Centro per la nonviolenza di Brescia, cura un sito di studi storici. Emanuele Trevi e' critico letterario e scrittore. Dal sito www.festivaletteratura.it riprendiamo la seguente scheda: "Emanuele Trevi, uno dei critici piu' promettenti della nuova generazione, e' nato nel 1964 a Roma, dove vive. Ha tradotto e curato edizioni di classici italiani e francesi: si ricordano testi dedicati a Leopardi, Salgari, autori italiani del Novecento. Fa parte del comitato editoriale della casa editrice Quiritta. Collabora al 'Manifesto' ('Alias') e alla trasmissione radiofonica 'Lucifero' di Radio Tre, con una sezione dedicata alla poesia. Il suo libro Istruzioni per l'uso del lupo ha riscosso un notevole successo. All'uscita questo suo librello di sapore 'steineriano' (da George, non da Rudolph, ovviamente...) ottenne un successo di critica sulle pagine letterarie dei magazine e dei quotidiani piu' engage'. Trevi proponeva un'uscita dalla sovrabbondanza e dallo specialismo dei saperi acquisiti e delle discipline critiche, per approdare a una 'filologia del cuore', riscoprendo la disarmante impossibilita' di avvicinare la letteratura e la vita, nonostante, a volte, nella fitta ombra si aprano radure e 'chiari di bosco'. La lettura che Trevi suggerisce e' priva di pregiudizi, tutta interna alla letteratura e, al tempo stesso, tutta intrisa della vita stessa, della sua volatile ed effimera sostanza. Con Musica Distante, Trevi ritorna a meditare sul sapere. La sua meditazione non ha nulla di intellettualistico. Egli non pensa ai saperi: li pratica. Non struttura un metodo di lettura: legge. Legge le parole che un tempo di caduta ha offuscato. Sono le parole di una storia che opera dall'interno della cultura occidentale, occultamente attive nel cuore della spiritualita' piu' palese: quella cristiana, che ha edificato due millenni di civilta' e di storia umana, passando attraverso i filtri dei paganesimi e delle gnosi dei secoli che ha attraversato, mutando configurazione e prospettiva. Emanuele Trevi e' redattore di 'Nuovi Argomenti'. Ha fatto parte della giuria del premio Calvino nel 2001, e del premio Alice 2002". Opere di Emanuele Trevi: Istruzioni per l'uso del lupo, Castelvecchi, 1994; Musica distante, Mondadori, 1997; (con M. Onofri e S. Perrella), Costellazioni italiane (1945-1999). Libri e autori del secondo Novecento, Le Lettere, 1999; I cani del nulla. Una storia vera, Einaudi, 2003; Senza verso. Un'estate a Roma, Laterza, 2004; L'onda del porto. Un sogno fatto in Asia, Laterza, 2005] Senza verso sono le poesie dell'amico Pietro (Tripodo) scritte senza l'uso del verso, liberandosi dalle sue maglie e raccogliendo quasi una sfida di tutto un secolo, perche' Pietro, come scrive Emanuele Trevi, era nato in mezzo al suo secolo, nel quale sopportava, strizzandogli forse anche un po' l'occhio, l'omino gobbo che era stato anche di Benjamin, e i suoi sinistri tiri. Senza verso e' anche la direzione dell'esistenza che si aggirava, tra i ricordi di Pietro, nella grande e insopportabile canicola dell'estate del 2003 con un unico possibile refrigerio: una lingua d'acqua, lingua ancestrale il cui suono s'avvertiva in lontananza, superati con la mente tutti gli involucri artefatti umani, stringendosi ad una grata nel punto piu' estremo di un tempio di Mitra sotterraneo a San Clemente a Roma ("una lingua fatta d'acqua gelida e rocce e cavita' e dislivelli. Ma una lingua fetale... sospesa al livello primario dell'articolazione quando ancora, propriamente, parlare di lingua significa parlare del muscolo umido che si muove nella bocca, e crea la prodigiosa varieta' delle consonanti sfiorando appena il palato e la chiostra dei denti con la sua punta, leggera e infallibile come quella di una bacchetta magica"). Senza verso forse anche per quel che e' irrimediabilmente accaduto, per cui non c'e' verso: non c'e' bisogno di attendere la rassegnazione, ne' di elaborare massimi sistemi sulle adirezionali pieghe della vita, o di interrogarsi dubitosamente da un capo all'altro dei decenni che passano. Non ci sara' mai verso di venirne a capo, se non quel verso portato sempre inaspettatamente dalle coincidenze che schiudono un nuovo orizzonte che ci fa miracolosamente "sentire a casa": un foglietto con su scritto "per te" dall'amico Pietro che cade come per caso da un libro evocando una storia di cui a memoria non si cava un ragno da un buco ne' si riesce a ricordare alcunche' e che pero' si rilegge, insieme alle poesie dell'amico svelando finalmente l'"a casa" che, per tutti i mesi dell'insopprimibile calura, aveva reso nomade l'autore per la sua assenza. Infatti era bastato un ricordo di una poesia messo in moto da un dimenticato foglietto dentro un libro (di Pietro) per acquietarsi con quell'impercettibile sotterraneo sgorgare, come il suono dell'acqua percepito nei sottofondi di San Clemente, che Pietro padroneggiava con ostinazione da cesellatore di parole. Riscrivendo o solo rimemorando a voce alta la poesia dell'amico, che forse non era uscito, se non pochissime volte, dall'Italia - e si potrebbe dire, tranne rare per lo piu' familiari eccezioni, da Roma, Trevi aveva imparato "a distinguere, appena sotto il suono delle parole, quel suono che Pietro governava cosi' bene e cosi' faticosamente, un suono interno, un rumore che parte dal fondo di un'oscurita' inesprimibile, come se anche le parole scritte su un foglio avessero dentro di se', come il suolo di San Clemente, abbastanza spazio da ospitare il corso di un fiume segreto e da far risuonare nelle loro cavita' interne il sussurro di un'altra lingua, che scorre veloce e sfiorandoci ci inganna e ci deride e ci consola al tempo stesso". E questo suono, in cui coincidevano i sotterranei della citta', per le cui strade e per i cui ricordi aveva vagato, e le altezze quasi siderali da cui da terra non si vede nulla su cui amavano stare quelli come Pietro, riesce a dare un significato a quell'incrocio di strade e palazzi e storie che aveva ospitato la canicolare flanerie dell'autore offrendo la sensazione "illusoria" quanto "razionalmente insana" che esistesse un luogo in grado di "farmi sentire a casa, qualunque disastro fosse in corso o mi pendesse sulla testa". 11. LE ULTIME COSE. STANISLAO ARDITI E OLIVIERO LORELLI: NE' QUATTRO, NE' UNA Se ci fossero in parlamento quattro persone amiche della nonviolenza, il quotidiano della nonviolenza esisterebbe gia': sarebbe gia' nelle edicole, nelle rassegne-stampa, nelle bacheche sui luoghi di lavoro e per le strade, nelle scuole e nelle case (ed anche nella rete telematica, certo). Ma in parlamento non c'e' neppure una sola persona amica della nonviolenza. Se vogliamo lavorare per la nonviolenza, cominciamo almeno col dire la verita'. Chi e' complice della guerra terrorista e stragista, chi e' complice del riarmo genocida, non e' una persona amica della nonviolenza. 12. LE ULTIME COSE. SIMPLICIO DECHECCO: QUANDO [Rosa Luxemburg, 1871-1919, e' una delle piu' limpide figure del movimento dei lavoratori e dell'impegno contro la guerra e contro l'autoritarismo. Assassinata, il suo cadavere fu gettato in un canale e ripescato solo mesi dopo; ci sono due epitaffi per lei scritti da Bertolt Brecht, che suonano cosi': Epitaffio (1919): "Ora e' sparita anche la Rosa rossa, / non si sa dov'e' sepolta. / Siccome ai poveri ha detto la verita' / i ricchi l'hanno spedita nell'aldila'"; Epitaffio per Rosa Luxemburg (1948): "Qui giace sepolta / Rosa Luxemburg / Un'ebrea polacca / Che combatte' in difesa dei lavoratori tedeschi, / Uccisa / Dagli oppressori tedeschi. Oppressi, / Seppellite la vostra discordia". Opere di Rosa Luxemburg: segnaliamo almeno due fondamentali raccolte di scritti in italiano: Scritti scelti, Einaudi, Torino 1975, 1976; Scritti politici, Editori Riuniti, Roma 1967, 1976 (con una ampia, fondamentale introduzione di Lelio Basso). Opere su Rosa Luxemburg: Lelio Basso (a cura di), Per conoscere Rosa Luxemburg, Mondadori, Milano 1977; Paul Froelich, Rosa Luxemburg, Rizzoli, Milano 1987; P. J. Nettl, Rosa Luxemburg, Il Saggiatore 1970; Daniel Guerin, Rosa Luxemburg e la spontaneita' rivoluzionaria, Mursia, Milano 1974; AA. VV., Rosa Luxemburg e lo sviluppo del pensiero marxista, Mazzotta, Milano 1977] Quando la Germania entra in guerra, Rosa Luxemburg si oppone risolutamente, e finisce in prigione. L'Italia e' in guerra in Afghanistan, una guerra terrorista e stragista, imperialista e razzista, illegale e criminale tanto per il diritto internazionale quanto per la Costituzione italiana. Rosa Luxemburg non avrebbe esitato a prender posizione. 13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 14. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.miritalia.org; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 325 del 5 gennaio 2008 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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