[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Coi piedi per terra. 64
- Subject: Coi piedi per terra. 64
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Wed, 2 Jan 2008 17:03:37 +0100
- Importance: Normal
=================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Numero 64 del 2 gennaio 2008 In questo numero: 1. L'ora della ragione e della solidarieta' 2. Fabrizio Cardoni: Contro l'aeroporto 3. Bruno Dei: L'aeroporto portera' solo inquinamento 4. Alberto Cappelli: A Viterbo un parco termale al posto dell'aeroporto 5. Fiora Luzzatto: No all'aeroporto a Cantalupo 6. "Herald Tribune": Gli abitanti insorgono contro la proposta di espansione dell'aeroporto di Siena 7. Giovanni Paci: Aeroporti d'Italia. Quelle piste di troppo 8. Peppe Sini: L'allarme del Prefetto di Viterbo, "L'aeroporto rischia di portare la mafia" 9. Per contattare il comitato che si oppone all'aeroporto di Viterbo 1. EDITORIALE. L'ORA DELLA RAGIONE E DELLA SOLIDARIETA' Cresce a Viterbo l'opposizione al dissennato progetto di un mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma. Un progetto scellerato e disastroso che provocherebbe gravi danni alla salute dei cittadini che sarebbero colpiti dall'inquinamento chimico (in primo luogo le famigerate polveri sottili - in un territorio la cui popolazione gia' subisce gli effetti delle emissioni inquinanti del gigantesco polo energetico Civitavecchia-Montalto), dall'inquinamento acustico (che colpirebbe duramente interi popolosi quartieri della citta'), dall'inquinamento elettromagnetico. Un progetto scellerato e disastroso che devasterebbe un ambiente di grande valore naturalistico ed ecologico (che deve essere invece difeso e valorizzato). Un progetto scellerato e disastroso che devasterebbe rilevantissimi beni storici, culturali, sociali e terapeutici (come l'area termale del Bulicame, un bene di valore inestimabile sotto tutti i profili). Un progetto scellerato e disastroso che aggredirebbe e distruggerebbe risorse fondamentali del territorio e della comunita' locale, e massacrerebbe e impedirebbe un modello di sviluppo adeguato per l'Alto Lazio, fondato sulla difesa e la valorizzazione dei beni ambientali e culturali, e sulla promozione coerente ed ecosostenibile delle autentiche vocazioni produttive del territorio. Un progetto scellerato e disastroso che costituirebbe uno sperpero dissennato ed infame di soldi pubblici a vantaggio di una ristretta lobby politico-affaristica di speculatori e con danni gravissimi per tutti i cittadini. Un progetto scellerato e disastroso totalmente privo delle verifiche e quindi dei requisiti previsti dalla vigente legislazione in materia di Valutazione d'impatto ambientale, di Valutazione ambientale strategica, di Valutazione d'impatto sulla salute. Un progetto scellerato e disastroso in relazione a cui il Prefetto di Viterbo ha lanciato un allarme che non puo' essere sottovalutato: "L'aeroporto rischia di portare la mafia". Un progetto scellerato e disastroso che contribuisce ad incrementare una modalita' di trasporto, quella aerea, che la comunita' scientifica internazionale e gli statisti piu' avvertiti hanno ripetutamente chiesto che sia immediatamente e drasticamente ridotta, poiche' e' responsabile in rilevante misura del disastro climatico. * Fortunatamente cresce a Viterbo l'opposizione a questo progetto scellerato e disastroso da parte dei cittadini che vogliono difendere la salute e la sicurezza propria e dei propri figli, la qualita' della vita e i diritti di tutti, i beni culturali e ambientali, il diritto a un lavoro stabile onesto e sicuro, la civile convivenza, la legalita' e la democrazia, l'ecosistema locale e la biosfera nella sua dimensione planetaria. Fortunatamente cresce l'opposizione a questo progetto scellerato e disastroso da parte dei cittadini che applicano il principio responsabilita', che chiedono che nelle scelte di sviluppo e nella realizzazione delle grandi opere si adotti sempre ed intransigentemente il principio di precauzione. * E non solo a Viterbo, ma ovunque in Italia e nel mondo cresce l'opposizione al folle e criminale incremento del trasporto aereo, punta di lancia di un modello di mobilita' insostenibile ed ecocida, forma di trasporto che contribuisce in ingente misura a quell'effetto serra che sta provocando il collasso della biosfera. E' l'ora di procedere a una drastica e immediata riduzione del trasporto aereo. E' l'ora di difendere la civilta' umana e la biosfera. E' l'ora della ragione e della solidarieta'. 2. RIFLESSIONE. FABRIZIO CARDONI: CONTRO L'AEROPORTO [Ringraziamo Fabrizio Cardoni (per contatti: fabriziocardoni at email.it) per questo intervento. Fabrizio Cardoni e' studente universitario di forte impegno civile, e rappresentante degli studenti all'Universita' degli studi della Tuscia di Viterbo] La posizione favorevole alla realizzazione del terzo scalo aeroportuale a Viterbo da parte del rettore dell'Universita' degli Studi della Tuscia e' apparsa piu' volte sulla stampa locale. Facendo parte dell'Universita', sia come semplice iscritto, che come rappresentante degli studenti in uno degli organi di Ateneo, voglio esprimere la mia posizione fermamente contraria all'aeroporto. Posizione, peraltro, gia' espressa da me in altri ambiti della vita politica e sociale della citta'. Probabilmente con questa lettera rivanghero' soltanto un aspetto che molti non vorranno sentire, ma se una posizione contraria c'e', e' bene che emerga. * Leggendo l'articolo del 26 novembre 2007 apparso su "La Stampa" col titolo "L'Italia degli aeroporti inutili" si evince chiaramente l'inutilita' (appunto) dei numerosi, se non numerosissimi, scali aeroportuali presenti nel nostro territorio. Ci troviamo di fronte a ben 101 impianti con tanti altri in attesa di realizzazione o ancora in cantiere. Invito quindi, tutti coloro che auspicano uno sviluppo per la Tuscia a confrontarsi con le realta' che gia' vivono questa situazione (o questo problema, a seconda dei punti di vista) per valutare quale tipo di "evoluzione" hanno potuto registrare grazie a queste strutture. Li invito, poi, anche a domandarsi perche', nei luoghi dove e' presente un aeroporto, la cittadinanza si mobiliti per avere una migliore qualita' della vita e il rispetto per la propria salute. Si veda Ciampino con le manifestazioni no-fly, ad una delle quali ho avuto il piacere di partecipare anche io. Nel caso in cui l'aeroporto non dovesse accogliere un elevato bacino di utenze, dall'articolo citato si legge: "Insomma, i piccoli aeroporti sono piu' un costo che un beneficio. Non solo, ma contribuiscono a disperdere finanziamenti, richiedono una mole considerevole di altre spese a carico delle casse pubbliche (dalla viabilita' accessoria ai nuovi parcheggi, dai servizi anti-incendio ai controlli doganali) e spesso si cannibalizzano uno con l'altro. Come accade tra Rimini e Forli'. I casi piu' clamorosi degli ultimi anni sono quelli di Taranto (a fronte di una spesa di 100 milioni di euro nel 2006 ha visto transitare appena 16 passeggeri)". Nell'ipotesi in cui l'utenza sara' numerosa, mi rivolgo a chi afferma che la realizzazione di questo scalo andra' addirittura incontro alle direttive del protocollo di Kyoto, stupendomi del fatto che non si comprenda la logica commerciale che sta dietro a tutto, orientata all'aumento del numero di voli nel mondo, non alla riduzione dell'inquinamento. La presenza dei nostri 101 aeroporti lo dimostra; invece di dividersi il traffico aereo, lo incrementano. Servono piu' aeroporti perche' ci saranno sempre piu' voli. Piu' voli ci sono, piu' aumenta l'inquinamento. Percio' siamo ben lontani dall'osservanza dei parametri del protocollo di Kyoto... Sono intervenuti europarlamentari e scienziati a livello nazionale (su giornali e televisioni) per manifestare la loro contrarieta' allo scalo viterbese, e sulla stampa locale sembrava che avessero parlato dei "giullari di corte" degnandoli della stessa attenzione; invece, sempre sulla stampa locale, non appena intervistata la prima persona pro aeroporto di Viterbo, sembrava di trovarsi, ad un tratto, davanti ad una fonte piu' che autorevole; piu' "manicheismo" di questo... * Ho appreso poi, con stupore che la tratta ferroviaria Orte-Civitavecchia sara' conclusa. Questa e' l'inequivocabile dimostrazione che a Viterbo non si e' voluto intervenire, quando si poteva fare in ogni momento. Percio', non ringraziamo le autorita' locali e i nostri politici nazionali per la realizzazione dell'aeroporto, ma chiediamo loro perche' nessuno e' intervenuto per creare infrastrutture adeguate ad un capoluogo di Provincia come il nostro; tantomeno ringraziamo il comitato pro aeroporto, ma chiediamo loro perche' non si e' creato un gruppo di tale fattezza per andare incontro alle esigenze territoriali di base che interessano la Tuscia. Un esempio fra tutti sono i pendolari, riunitisi in vari comitati o coordinamenti per esprimere il loro disagio causato dagli innumerevoli ritardi e dalle assurde soppressioni dei treni, pur non avendo ottenuto lo stesso successo. Perche' pensiamo all'aeroporto e non pensiamo a potenziare le linee ferroviarie gia' esistenti? Altro esempio: perche' nessuno fa niente per evitare la riconversione a carbone della centrale di Torrevaldaliga nord? Forse perche' quasi tutti gli organi di informazione e quasi tutta la politica si smuovono solo quando ci sono (inutili) mega-progetti da compiere. Tutto cio' che si pensa possa derivare dalla costruzione dell'aeroporto era semplicemente ottenibile con il volere di chi ci ha governati fino ad ora e non ha mai voluto. Ci troviamo in una citta' medioevale con risorse naturali, culturali ed artistiche su cui dovremmo porre veramente attenzione. Abbiamo l'Universita', i beni culturali, la zona termale; sono questi i centri da cui dovrebbe svilupparsi l'economia di un territorio. E' per questo che la scelta senza remore, da parte del rettore dell'Universita' degli studi della Tuscia, di appoggiare quest'opera, la considero profondamente sbagliata. * Naturalmente questa lettera e' firmata a titolo personale, ma vuole essere uno stimolo nei confronti di chi all'interno dell'universita', non approva, come me, questa scelta. Invito percio' tutti i docenti, gli studenti, i ricercatori e i laureati (specie in Beni Culturali) che si vogliono opporre a questo scempio, ad esprimere il proprio dissenso. 3. RIFLESSIONE. BRUNO DEI: L'AEROPORTO PORTERA' SOLO INQUINAMENTO [Dal sito di informazione locale "Tusciaweb" riprendiamo la seguente lettera dell'8 dicembre 2007. Bruno Dei, psicologo, con una lunga esperienza di operatore dei servizi di salute mentale, e' autore di vari apprezzati saggi. Tra le opere di Bruno Dei: (con Gianni Mastrangeli), La tela di Penelope. Per una metodologia dell'agire psicoterapico, Lalli, Poggibonsi 1983; Canone. Dimensione linguistica e progetto terapeutico, 10/18, Salerno 1986; (con Giuseppe Mannu, a cura di), L'approccio fenomenologico al vissuto psicotico, Edizioni La Bussola, Frosinone 1994] Caro direttore, sono Bruno Dei, sono uno psicologo. Non sono solito intervenire spesso nel dibattito pubblico. Mi piace ascoltare. Credo che troppa gente intervenga troppo, e spesso a sproposito, e fedele all'idea che il silenzio e' comunque d'oro, per lo piu' preferisco tacere. Ma stavolta mi sembra che la situazione si sia fatta davvero critica (ridicola?) e mi sento di dover esprimere qualcosa che mi preme dentro. Ovviamente mi riferisco all'aeroporto di Viterbo che, a quanto sento dire, pare promettere l'indiscutibile rilancio della nostra citta' che - addirittura... - dovra' prendere il volo! Che dire? Cosa ci portera' l'aeroporto? Lavoro, sviluppo, progresso, modernizzazione, efficienza, e chi piu' ne ha, piu' ne metta. Beh, non prendiamoci in giro, niente di tutto questo, naturalmente. Credo che l'idea sbagliata che sta alla base di queste discussioni vacue e fumose, buone solo per fare colorati manifesti urlanti, sia quella di "sviluppo". Sviluppo di cosa? Naturalmente solo dell'inquinamento, del disagio e del caos, urbano ed extraurbano. Del cemento, con, eventualmente, l'arricchimento solo per i soliti noti, che sono ben attrezzati per trarne un beneficio privato. Si', l'idea sbagliata e' proprio quella di sviluppo. Eppure, non dovrebbe essere difficile capire che "sviluppo" e' un concetto strettamente legato al territorio che dovrebbe esserne protagonista. Quindi alle sue vocazioni di base. E qual e' (quale sarebbe) la vocazione di base di Viterbo? Il turismo? Il termalismo? E quale beneficio trarra' il termalismo da un aeroporto che sta a un tiro di schioppo dalle sue strutture? Solo il rumore e il caos, cioe' l'esatto contrario di cio' che ad esso occorre. Un aeroporto dovrebbe stare a venti chilometri, trenta, non certo a ridosso delle fonti o delle antiche mura della citta', che in questo modo diverra' ancor piu', se possibile, una ignota (ed ignobile) periferia della capitale; un non-luogo essa stessa, da attraversare senza nemmeno fermarsi. Mi sembra che si tratti di un banale sillogismo che qualsiasi bambino capirebbe. Ma non e' cosi' stavolta, non per noi. Tutti a cantare le lodi del nascente nodo di traffico aereo a Viterbo, che "finalmente" diviene una citta' "moderna". Ahime', la modernita' pare proprio non passi di qui, e con l'aeroporto si allontanera' ancora, con buona pace dei comitati promotori e di tutti coloro la cui facile tesi: "aeroporto = sviluppo" nasconde solo una sostanziale poverta' di idee rispetto a cio' che davvero sia, a cosa comporti, lo sviluppo. Sviluppo e' crescita e potenziamento dell'identita', non il suo snaturamento con una megastruttura che - e' proprio il caso di dirlo - viene a cadere dall'alto. * Leggo oggi del volgare insulto a Pasolini da parte di un consigliere comunale locale. Beh, ma qui non si puo' piu' proprio tacere! In fondo e' anche qui la stessa questione. Sono questi gli amministratori che dovrebbero portarci lo sviluppo? Ma sappiamo di chi stiamo parlando? Di uno degli intellettuali piu' alti che il paese abbia avuto nel secolo appena trascorso, e che ha onorato, lui si', la nostra citta' e provincia di una considerazione che pare proprio non dobbiamo meritare... Un caro saluto Bruno Dei 4. RIFLESSIONE. ALBERTO CAPPELLI: A VITERBO UN PARCO TERMALE AL POSTO DELL'AEROPORTO [Riportiamo il seguente intervento apparso oggi su vari siti e notiziari di informazione locale. Alberto Cappelli conosce ed ama la citta', il territorio, i beni culturali e ambientali, la qualita' della vita di Viterbo, ed e' impegnato nella loro difesa e per uno sviluppo sostenibile a beneficio dei cittadini presenti e delle generazioni future] Lo struzzo, purtroppo per lui, e' ormai conosciuto anche come carne per le tavole di noi umani. Lo struzzo e' da sempre identificato nell'immaginario collettivo come l'animale che in certi suoi momenti mette la testa sotto la sabbia. E da sempre questo modo di fare viene associato a quegli individui che di fronte a certe situazioni incresciose, difficili, fanno finta di niente anche contro l'evidenza dei fatti. Per questo e' stato coniato, nella notte dei tempi, il detto: "Non fare come lo struzzo... non mettere la testa sotto la sabbia per non vedere!". Chissa' quante volte abbiamo messo la testa sotto la sabbia pensando che si', tanto, non faccio mica male a nessuno, eccetera. E giu' con tutte quelle considerazioni autogiustificative! Alcuni giorni fa mi sono intrattenuto, per caso, a parlare con un signore del quale ho avuto subito un'ottima impressione. Siamo finiti a parlare dell'aeroporto di Viterbo, tanto per cambiare. Le nostre opinioni erano divergenti, la mia contraria. In sintesi lui decantava gli aspetti positivi, tipo il risveglio dall'isolamento, il fermento, la crescita e l'espansione economica con tutti i posti di lavoro, ecc. Cose ormai sentite e risentite. Chiudeva dicendo: "Ha il difetto che e' troppo vicino alla citta'". Ma lasciava capire che di fronte alla possibilita' di posti di lavoro si poteva, per cosi' dire, mettere la testa sotto la sabbia. Che delusione ho provato e provo ogni volta che succede un fatto del genere! Nel caso, tirare fuori la testa dalla sabbia, consentirebbe di conoscere e valutare tutti gli aspetti negativi, sociologici ed ambientali, soprattutto sanitari collettivi, non tanto riguardanti noi che abbiamo superato la ...ntina, ma le generazioni a venire. Basterebbe porre orecchi ed occhi agli studi sugli effetti nocivi, diciamo pure disastrosi, sulla salute a causa di un aeroporto cosi' grande (ricordo gli 8 milioni di passeggeri programmati, e forse anche di piu' nel tempo). Mauro Mocci, medico esperto in problematiche di tal genere, ha relazionato in maniera esaustiva sull'argomento in occasione del convegno tenuto il 4 dicembre scorso dal titolo: "Le emergenze ambientali e sanitarie nell'Alto Lazio". C'e' poco da mettere la testa sotto la sabbia, non servira' a nulla. I danni alla salute ci saranno e saranno elevati. Tuttavia non si puo' disconoscere la necessita' di lavoro per tutti. Lavoro di cui questa nostra povera terra di Tuscia, questa nostra citta' di Viterbo ridotte alla fame, secondo l'opinione corrente di molti, hanno un gran bisogno. * Qualche tempo fa ho molto modestamente espresso un'idea su quella che ritenevo potesse essere una valida alternativa, diciamo "ecosostenibilissima", alla costruzione dell'aeroporto, in grado di assicurare pari opportunita' di occupazione. Una testata locale ha gentilmente ritenuto di pubblicarla, con il titolo "Una voce fuori dal coro" e qui, per non tediare oltre ripetendo quanto gia' detto in un contesto piu' ampio, ne riproporro' uno stralcio: "... Viene da pensare se esista un'alternativa di sviluppo economico che non sia necessariamente di frontiera e che faccia sentire I benefici anche al territorio della provincia. Si', si puo' credere che esista! E' la Viterbo citta' delle terme e della cultura. Discorso vecchio e irrealizzabile? Vediamo! Proviamo ad impegnarci in un modo diverso, nuovo se vogliamo! Esistono due aree ai lati della strada Tuscanese prossime alla citta'. Una dell'esistente aeroporto militare. L'altra dell'Universita', dell'Orto Botanico, della sorgente del Bulicame, della scuola di volo dell'Esercito, dei due stabilimenti termali (tre, di cui uno purtroppo abbandonato per I soliti motivi). Se consideriamo che in un'area a prevalente destinazione turistico-termale-culturale, quale quella individuata nel secondo caso, e' d'obbligo ridurre e possibilmente azzerare le emissioni sonore, si evince che quest'area dovrebbe essere interdetta completamente al volo (che si e' rilevato essere una delle maggiori fonti di inquinamento acustico). Qui, la maggiore fonte di inquinamento acustico e' costituita dalla scuola elicotteri dell'Esercito che svolge l'attivita' con decolli ed atterraggi nelle direzioni di Tuscania e Viterbo, in un contesto abbastanza urbanizzato e su strada provinciale altamente trafficata (strada dei Bagni). Se si ipotizzasse di spostare, per le ragioni sopradescritte ma anche ormai per ragioni di sicurezza, tale attivita' nell'area dell'aeroporto militare, priva per un vasto raggio di strutture ed abitazioni, si potrebbe disporre di un'area vasta, a ridosso delle storiche sorgenti del Bullicame. Su questa area si potrebbe realizzare, per cosi' dire, il fiore all'occhiello di Viterbo. Un parco termale tematico, che abbracci in maniera omogenea strutture per le terme, la musica, lo spettacolo, in grado di caratterizzare la citta' a livello internazionale, ideato ricorrendo alla formula dell'appalto concorso internazionale e magari realizzato da un pool di imprenditori e banche locali. Che sia in sostanza un modo nuovo e particolare di intendere le terme e non singoli stabilimenti che ben conosciamo, che pur assolvono pienamente alla loro funzione terapeutica e di relax, e tutti noi potremo mantenere, anzi vederla migliorata, la nostra identita' di cittadini viterbesi...". * E potrebbero essere proprio i giovani di Viterbo e provincia a tracciare le linee guida del parco come base per una qualificatissima progettazione come sopra indicato. Magari con un concorso promosso e finanziato da una fondazione bancaria locale. In sostanza un'iniziativa unica, pensata e voluta fortemente da tutti, in grado di far risaltare le capacita' e qualita' artistiche dei viterbesi, insomma una seconda "macchina di Santa Rosa". L'elemento nuovo e' dato, se vogliamo, dal fatto che le forze armate (Esercito), per rendere possibile la realizzazione dell'aeroporto, sono disponibili a lasciare liberi i loro insediamenti(cosi' e' stato riferito dal ministro Bianchi). Credo che questa sia una notizia "storica"! Comunque vadano le cose percio' e' importante la disponibilita' dimostrata: perche' se e' vero che cio' puo' avvenire per l'aeroporto, non si vede come non possa avvenire per il parco. Un'area di provenienza "istituzionale", fortemente voluta dalla popolazione quindi non soggetta ad azioni speculative ne' a pressioni di quei potentati che potrebbero vedere nel parco una concorrenza, diciamo, "termale". Tiriamo quindi fuori la testa dalla sabbia, convinciamoci che altre grandi iniziative, accettabili da tutti i cittadini, sono possibili: e impegniamoci a realizzarle. 5. RIFLESSIONE. FIORA LUZZATTO: NO ALL'AEROPORTO A CANTALUPO [Ringraziamo Fiora Luzzatto (per contatti: fioraluz at hotmail.com) per averci messo a disposizione questo suo comunicato del 13 dicembre 2007. Fiora Luzzatto, docente all'Universita' degli studi del Molise, gia' consigliera comunale di Isernia, prestigiosa intellettuale di forte impegno civile, e' impegnata nell'ambito dei diritti umani e della solidarieta' concreta; laureata con lode, ottima conoscenza di quattro lingue straniere, master conseguito a Londra, dottorato di ricerca con il massimo dei voti in diritto internazionale a Pisa; ha partecipato alla missioni del ministero degli esteri in Bosnia e Kosovo; ha lavorato tra gli alluvionati del Mozambico con un'associazione di volontariato; consulente dell'Onu per oltre un anno in Ghana e in Etiopia, ha superato le prove di ammissione all'Onu di New York per lo United Nations Development Program] Aeroporto? No, grazie. Cosi' dovrebbero rispondere i molisani a quel gruppetto di persone che vorrebbero far atterrare gli aerei a Cantalupo del Sannio. Ci sono i numeri minimi per sostenere una infrastruttura simile? C'e' un "business plan" serio, basato su previsioni attendibili di traffico-passeggeri e di traffico-merci? Quale e' il bacino di utenza potenziale? Quali aeroporti vengono usati attualmente da quel presunto "bacino potenziale"? E' stato fatto un raffronto su altri analoghi aeroporti situati in contesti analoghi? A queste domande vorrei ricevere risposta. Alla retorica trionfalistica di chi in questi giorni gongola per l'ipotesi di un aeroporto, occorre rispondere: non sono gli aeroporti che fanno "decollare" lo sviluppo industriale. Cosi' come non sono gli alberghi-gigante che fanno decollare il turismo. Non siamo cosi' sprovveduti da non capire che l'aeroporto puo' far comodo a un ristrettissimo numero di imprenditori. L'aeroporto sarebbe utilizzato soltanto dai "pezzi grossi", sicuramente non dalla gente comune. Ma non si giustifica una infrastruttura che comporta un impatto ambientale cosi' pesante se serve soltanto a fare l'interesse di pochi. Ve li vedete gli studenti universitari (quelli che ogni domenica pomeriggio si fanno il viaggio in treno in piedi stipati come sardine) che finalmente esultano perche'... prendono l'aereo a Cantalupo? Ai molisani serve una viabilita' decente e serve il miglioramento dei treni. Basta col binario unico. Vogliamo il doppio binario. Fare un aeroporto costa molto di piu'! Suppongo che una parte dei quattrini necessari per la realizzazione dell'aeroporto verra' dai privati; ma sicuramente spetta alla Regione di dare l'ok e di mettere una certa cifra in bilancio. E allora: cari trenta consiglieri regionali, fateci sapere che cosa pensate in proposito, e come voterete in Consiglio regionale. E che cosa ne pensano i nostri parlamentari? Si metteranno tutti in coro a elemosinare il "via libera" da parte del Ministro Bianchi? E' doveroso ricordare che la "questione aeroporti" non ha una rilevanza soltanto locale; e' un problema mondiale. L'inquinamento derivante dagli aerei in volo e' incommensurabilmente piu' grave di quello derivante dalle auto. La salute del pianeta (ed anche del Molise) richiede che sia diminuito, non aumentato il trasporto aereo. La logica vuole che riserviamo gli aerei a quelle zone dove il trasporto su rotaia o su gomma e' davvero problematico. Percio', popolo dei "verdi" molisani: se ci sei, batti un colpo! Mobilitiamoci affinche' una impresa utile soltanto a pochissime persone non venga contrabbandata come se fosse un successo trionfale utile a tutti. 6. RASSEGNA STAMPA. "HERALD TRIBUNE": GLI ABITANTI INSORGONO CONTRO LA PROPOSTA DI ESPANSIONE DELL'AEROPORTO DI SIENA [Dalla newsletter del "Comitato contro l'ampliamento dell'aereoporto di Ampugnano - Siena" (per contatti: ampugnano at gmail.com) riprendiamo latraduzione italiana del seguente articolo apparso sull'"Herald Tribune" del 4 dicembre 2007, col titolo "Gli abitanti insorgono contro la proposta di espansione dell'aeroporto di Siena", e il sommario "Un programma di introdurre la citta' di Siena nell'eta' dei jet attraverso l'espansione del suo piccolo aeroporto e' attivamente contestato da un gruppo di cittadini combattivi, i quali affermano che 'Siena va bene cosi' com'e''"] L'ultima cosa che questi cittadini vogliono e' un ulteriore mezzo milione di turisti che i sostenitori dell'aeroporto prevedono che atterrino a Siena entro il 2020. Il turismo e' gia' fiorente, sostengono i contrari, con piu' di un milione di visitatori che arrivano via terra, molti attirati dal Palio di Siena. Non vogliono la costruzione di nuovi terminal, parcheggi e infrastrutture che asservano alla crescita della potenzialita' dell'aeroporto, e temono che piu' turisti attireranno imprese estranee come centri commerciali e catene di alberghi. Temono anche il rumore, le emissioni e l'impatto che l'aeroporto avrebbe sul territorio circostante, con le sue chiese medioevali, castelli e paesi abbracciati da riserve naturali, boschi e aziende agricole. "Il progresso non si puo' misurare solo in termini di crescita del prodotto interno lordo", parole di Luciano Fioroni, economista, alla recente manifestazione a Siena contro l'aeroporto. "Dobbiamo anche mettere nel bilancio la qualita' della vita. Non siamo contro la crescita, ma il nostro intento e' quello di rimanere umani". Ma secondo l'attuale consiglio di amministrazione dell'aeroporto di Ampugnano le alternative sono semplici: crescita o gettare la spugna. * Costruito nel 1930 per le truppe di Mussolini come aeroporto militare, pochi anni fa divenne un aeroporto civile, e da allora ha sempre perso soldi, somme tra il mezzo milione e 800.000 euro, o vicino a 1,2 milioni di dollari, secondo l'attuale presidente Viani. "Era impensabile pensare che potesse continuare a perdere denaro", dice al telefono il presidente, "dovevamo prendere una decisione". La decisione e' stata una gara pubblica per un progetto per ampliare l'aeroporto, vinta dal Fondo Galaxy, un fondo d'investimento "equity" dedicato alle infrastrutture nel trasporto, i cui investitori principali sono la Cassa depositi e prestiti francese, la Cassa depositi e prestiti italiana e la Banca statale di sviluppo del credito alla ricostruzione tedesca. La Banca europea d'investimento e' uno dei co-investitori di Galaxy. "Con l'investimento di 50 milioni di euro di Galaxy, e altri 30 milioni di euro provenienti dagli attuali azionisti - la Provincia e il Comune di Siena, la sua Camera di Commercio, il comune di Sovicille e la banca Monte dei Paschi di Siena, l'aeroporto diventera' remunerativo", dice Viani. Essenzialmente, l'investimento assicurera' l'operativita' della pista nella sua lunghezza totale, 1.500 metri circa, permettendo di far operare in sicurezza gli aerei di media stazza che normalmente portano dai 30 agli 80 passeggeri. Attualmente sono abituali clienti dell'aeroporto i piccoli velivoli e i jet privati. "Il progetto non e' stato ancora formalmente adottato poiche' gli amministratori locali stanno analizzando l'impatto sul territorio circostante e valutando l'umore dei cittadini", sempre secondo Viani. Secondo il progetto Galaxy, disponibile nel sito dell'aeroporto di Siena, l'aeroporto sviluppato ospiterebbe voli provenienti da 15 destinazioni - per lo piu' capitali europee - entro il 2009. I turisti in arrivo dovrebbero andare dai 150.000 del 2009 ai 330.000 entro il 2012. Ma non tutti pensano che sia una grande idea. "Penso che le amministrazioni vedano questo sviluppo come una questione di prestigio che rendera' Siena visibile, ma Siena e' quello che e' proprio perche' non e' sulla strada principale", dice Helen Ampt, residente a Montagnola Senese, una zona collinare a ovest di Siena, e membro del comitato che sta lottando contro l'espansione. "Questa zona ha visto un fiorire di comitati di lotta", nota la Ampt, citando varie iniziative ambientaliste contro l'escavazione selvaggia e un elettrodotto ad altra tensione, per esempio. "Ma questo e' il piu' grande comitato di tutti i tempi". Come tanti altri, la signora Ampt si domanda se il denaro non sarebbe speso meglio migliorando le ormai antiquate ferrovie e alcune strade. La Toscana ha gia' due aeroporti: nel 2006 Pisa registro' circa tre milioni di passeggeri, Firenze circa mezzo milione e a Grosseto e' prevista l'apertura all'aviazione civile, ci fa notare la Ampt. * Gli oppositori temono che l'ammodernamento dell'aeroporto possa aprire le porte a una valanga di voli a basso costo e a una bordata di turisti. In aggiunta a questo, l'imperativo di far profitto ad ogni costo di Galaxy - e' infatti un fondo di investimento - potrebbe forzare l'aeroporto ad una crescita persino superiore a quella prevista nell'attuale progetto. "Pensano davvero che saremo felici con un aeroporto che non e' per noi?", chiede Fabio Marzini, un ex-dipendente di banca diventato un agricoltore. "E i turisti una volta arrivati, dove pensano di andare?" aggiunge Simona, figlia di Marzini. "Qui sono favoriti i soggiorni in agriturismi e un ritmo rilassato. Non vogliamo che diventi un parco divertimenti". Molti oppositori hanno detto che si sono sentiti traditi dai governi di centro-sinistra, che tradizionalmente hanno sempre protetto il territorio dal sovra-sviluppo, e dal Monte dei Paschi di Siena, una delle banche piu' antiche e da secoli forza trainante dell'economia locale. "Come puo' una banca cosi' fortemente radicata sul territorio desiderare una cosa che devastera' il paesaggio?", chiede Maria Rosa Mariani, avvocato e membro del comitato. Lei spera che gli amministratori "tornino in se'" e "comincino a chiedersi come tutto questo possa impattare sul territorio". Viani insiste che lo sviluppo dell'aeroporto sarebbe una buona cosa per il territorio e che l'aeroporto sarebbe interessato ad attirare solo un turismo d'elite, non le compagnie low-cost. "I grandi aeroporti hanno un impatto sulla gente, e quindi piccolo e' bello", dice Enrico Diciotto, professore di diritto all'Universita' di Siena. Dice che ogni anno migliaia di turisti vengono a godersi la natura incontaminata. "Noi abbiamo ereditato una risorsa che dovremmo tramandare ai posteri". 7. RASSEGNA STAMPA. GIOVANNI PACI: AEROPORTI D'ITALIA. QUELLE PISTE DI TROPPO [Dal "Corriere della Sera" del 24 dicembre 2007, con l'occhiello: "Il caso: secondo gli operatori uno scalo su due va chiuso. Enac: cieli intasati, collassa il sistema", il titolo "Aeroporti d'Italia. Quelle piste di troppo", il sottotitolo "Da Aosta a Crotone, da Albenga a Cuneo: semideserti meta' degli scali. Bianchi: 'Serve un piano nazionale'". Giovanni Paci e' giornalista e saggista] Salerno non e' ancora sulla mappa, ma e' questione di giorni. Con 10 milioni di fondi pubblici, quello che e' uno scalo per piccoli aerei privati diventera' presto l'aeroporto della Costiera Amalfitana, per attrarre masse di turisti low cost e, magari, collegare il capoluogo a Roma e Milano. Cambiato lo status, a Salerno bisognera' continuare a investire per mantenere i livelli di efficienza e sicurezza e occorrera' pagare controllori di volo, vigili del fuoco e polizia. Non uno scherzo, visto che per la sola Enav, la societa' pubblica responsabile delle torri di controllo e di tutte le operazioni e gli apparati di controllo del volo, tenere aperto un aeroporto con meno di 40.000 movimenti costa fino a 4 milioni all'anno, tra personale e manutenzione. Tutti a carico dei contribuenti. Che poi a 50 chilometri di distanza ci sia l'aeroporto internazionale di Napoli non e' rilevante perche', per dirla con Domenico Di Paola, presidente di Assaeroporti e di Aeroporti di Puglia, "l'aeroporto e' uno status per il territorio e per i politici locali". Lui ne sa qualcosa, visto che Aeroporti di Puglia ha speso 10 milioni a Foggia, aeroporto inutile che nei primi 11 mesi del 2007 ha visto 7.137 passeggeri. Non e' un problema solo del Sud. E comunque si chiuda la vicenda Alitalia, chi vince si dovra' misurare con la frammentazione del sistema. In Italia, sono 45 gli aeroporti aperti al traffico commerciale. La meta', per stessa ammissione di quasi tutti gli interlocutori sentiti nel corso di questa inchiesta, potrebbe tranquillamente essere chiusa, o declassata: sottoutilizzati per mancanza di mercato o per la vicinanza di altri aeroporti, anch'essi semivuoti. Fare i conti dello sperpero e' arduo. Impossibile sapere quanto, del miliardo in attrezzature investito dall'Enav in quattro anni, giaccia inutilizzato. O quanti finanziamenti sono arrivati tra Stato, Regioni e Comuni. O, ancora, quanti soldi le amministrazioni locali travasino per finanziare i voli low cost. Le cifre certe sono quelle delle infrastrutture: tra l'altro, 14,5 milioni per Aosta (7.818 passeggeri nel 2006); 6 milioni per Cuneo (51.815 passeggeri tra gennaio e novembre 2007); 13,5 per Crotone (98.842 a fine novembre); 10,2 per Parma (benedetto dall'allora ministro Lunardi, 123.625 passeggeri); 1,3 milioni per Albenga (patrocinato dall'allora ministro Scajola, oggi privo di collegamenti); e ancora, 26,8 milioni per Ancona, 7 milioni per la vicina Pescara, 19 per Trapani che vive grazie a linee sovvenzionate, e cosi' via. "Gli antichi romani hanno costruito le strade - sottolinea un operatore -, noi le abbiamo punteggiate di aeroporti: 8 nei circa 400 chilometri tra Milano ed Ancona, dove al pacchetto della via Emilia - Parma, Reggio Emilia e Bologna, si aggiungono Forli', Rimini e Pescara. Tutti a pochi chilometri l'uno dall'altro e, tranne Bologna, tutti con poche centinaia di migliaia di passeggeri". Solo una dozzina degli aeroporti italiani ha piu' di 40.000 movimenti aerei all'anno, la soglia che permette di autofinanziare i circa 4 milioni del costo del controllo di volo. Per ridurre le spese, l'Enav ha chiesto, inutilmente, di chiudere di notte aeroporti come Ancona, Pescara, Trieste, Bari e Alghero. "Non si puo' generalizzare - dice Di Paola -. Ci sono aeroporti che non hanno traffico perche' in Italia gli slot se li dividono Alitalia e Airone. Prima era un monopolio, ora e' un duopolio, ma il risultato non cambia: il sistema e' bloccato e il livello di mobilita' aerea del Paese e' la meta' della media europea. Si potrebbero avere 70 milioni di passeggeri all'anno in piu'". Il sistema non si sviluppa, ma costa. "I costi per mantenere un aeroporto in piena operativita' e sicurezza sono praticamente indipendenti dai volumi di traffico", sottolinea Vito Riggio, presidente dell'Ente nazionale aviazione civile (Enac), l'authority responsabile della regolamentazione del trasporto aereo. "In Germania - continua Riggio - hanno abolito i voli sotto i 400 km di distanza, per liberare spazio aereo e fare sviluppare gli aeroporti principali sul medio e lungo raggio. Noi intasiamo i cieli con voli da 200 km (come Roma-Napoli, Genova-Milano o Ancona-Roma, ndr). Questo porta il sistema al collasso e tarpa lo sviluppo economico del Paese. Serve un piano degli aeroporti che stabilisca le priorita'. Se poi una Regione, o dei privati, vogliono un aeroporto di livello superiore a quello stabilito, che se lo paghino: non solo investimenti e manutenzione, ma anche tutti i costi, a partire da controllori di volo e vigili del fuoco. Varare un piano nazionale che definisca la vocazione di ogni aeroporto secondo gli interessi del Paese e' l'obiettivo del ministro dei trasporti, Alessandro Bianchi. "Altrove - spiegano al ministero - si e' prima fatto un piano nazionale, poi si e' liberalizzato e privatizzato. Qui no. Avviarlo oggi e' difficile, perche' tutti gli aeroporti hanno societa' di gestione autonome, spesse privatizzate. Ma va comunque fatto". Il disegno di legge delega e' da un anno in parlamento, osteggiato dalle lobby delle societa' aeroportuali e delle linee aeree, che tacciano la proposta di "dirigismo sovietico" e accusano di voler penalizzare il low cost per favorire Alitalia e Air One. "Macche' dirigismo - ribattono al ministero -. Una classificazione introdurrebbe una scala nel livello delle dotazioni e dei servizi: e' inutile avere 45 aeroporti tutti al top se 25 non sono utilizzati. E poi la concorrenza va bene, ma non puo' essere senza regole com'e' oggi. Vogliamo parlare di Aeroporti di Roma, che con i soldi guadagnati a Fiumicino a spese di chi paga, come Alitalia, invece di fare investimenti, finanzia in un modo o nell'altro i low cost su Ciampino? E, ancora, che senso ha, per esempio, che Pisa faccia concorrenza a Firenze e che Pescara la faccia ad Ancona? Tutto questo ha un costo, e il conto lo paga il Paese". 8. RIFLESSIONE. PEPPE SINI: L'ALLARME DEL PREFETTO DI VITERBO, "L'AEROPORTO RISCHIA DI PORTARE LA MAFIA" [Riproponiamo il seguente intervento gia' apparso nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino"] "L'aeroporto rischia di portare la mafia", con questo titolo in prima pagina un quotidiano locale, "La voce di Viterbo", sintetizza un passaggio cruciale della conferenza stampa di fine anno tenuta il 28 dicembre 2007 dal Prefetto di Viterbo Alessandro Giacchetti. Ed e' allarme fondato. * Il viterbese gia' in passato ha subito gravissime vicende di penetrazione da parte dei poteri criminali organizzati, e tali vicende di penetrazione mafiosa sono state sovente collegate agli appalti pubblici e alle grandi opere. In anni lontani chi scrive queste righe (che fu presidente della Commissione d'inchiesta sulla penetrazione dei poteri criminali promossa dall'Amministrazione Provinciale di Viterbo)denuncio' e documento' varie gravissime vicende di penetrazione mafiosa nell'Alto Lazio, ed elaboro' altresi' un modello interpretativo che vedeva nell'intreccio tra modello di sviluppo di servitu' (le servitu' energetiche e militari, le servitu' speculative, l'uso del territorio viterbese come discarica e colonia) e regime della corruzione (un ceto politico, amministrativo ed affaristico degradato, condizionato da poteri occulti e sussunto a dinamiche fortemente corruttive, criminali e criminogene) i prerequisiti che favorivano la penetrazione dei poteri criminali nell'Alto Lazio. * L'allarme lanciato ora dal Prefetto di Viterbo conferma la correttezza di quelle analisi ed esplicita autorevolmente le attuali preoccupazioni di tanti osservatori, analisi e preoccupazioni sulle quali peraltro verteva la relazione sul tema "Modello di sviluppo di servitu', intreccio politico-affaristico, penetrazione dei poteri criminali, devastazione ambientale nell'Alto Lazio: una ricostruzione storica, un modello di analisi, alcune proposte di intervento" che il sottoscritto ha presentato al recente convegno svoltosi il 4 dicembre 2007 a Viterbo su "Le emergenze ambientali e sanitarie nell'Alto Lazio. La situazione attuale, le azioni da proseguire, le iniziative da intraprendere", terzo dei convegni di approfondimento scientifico promossi dal Comitato che si oppone al terzo polo aeroportuale del Lazio e s'impegna per la riduzione del trasporto aereo. * La realizzazione a Viterbo di un mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma danneggia la salute e il benessere dei cittadini viterbesi, devasta fondamentali beni ambientali e culturali, danneggia le autentiche vocazioni produttive del territorio. L'opera e' interna a quel modello di sviluppo di servitu' che favorisce il degrado civile e il disastro economico ed ecologico. L'opera implica un colossale sperpero di pubbliche risorse e un danno immenso alla citta', al territorio, alla popolazione, al pubblico erario (e contribuisce a danneggiare l'umanita' intera aumentando l'effetto serra responsabile del disastro climatico che sta provocando il collasso della biosfera). L'opera non solo dunque costituisce un enorme danno certo per il territorio e la popolazione; ma rappresenta altresi' un ancor maggiore pericolo per la sicurezza dei cittadini, per la civile convivenza, per la qualita' della vita di tutti. L'opera, infine, e' priva delle verifiche e quindi dei requisiti stabiliti dalla legislazione in materia di protezione dell'ambiente e della salute. L'allarme lanciato dal Prefetto di Viterbo si aggiunge a questo quadro esplicitando un ulteriore inquietante elemento, e ne conferma e ne illumina ulteriormente la pericolosita' e la drammaticita'. * Contrastare i poteri criminali e' possibile solo difendendo la legalita', la democrazia, i diritti dei cittadini, promuovendo la coscientizzazione e la responsabilizzazione, avendo cura dei beni comuni e del pubblico bene. Opporsi alla realizzazione del mega-aeroporto a Viterbo e' un dovere fondamentale per difendere la democrazia e la legalita', la salute, la sicurezza e i diritti di tutti i cittadini, l'ambiente, la cultura, la storia e il futuro di Viterbo. Opporsi alla realizzazione del mega-aeroporto a Viterbo e' il compito dell'ora per ogni persona di volonta' buona e per ogni istituzione democratica. 9. RIFERIMENTI. PER CONTATTARE IL COMITATO CHE SI OPPONE ALL'AEROPORTO DI VITERBO Per informazioni e contatti: Comitato contro l'aeroporto di Viterbo e per la riduzione del trasporto aereo: e-mail: info at coipiediperterra.org , sito: www.coipiediperterra.org Per contattare direttamente la portavoce del comitato, la dottoressa Antonella Litta: tel. 3383810091, e-mail: antonella.litta at libero.it Per ricevere questo notiziario: nbawac at tin.it =================== COI PIEDI PER TERRA =================== Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Numero 64 del 2 gennaio 2008 Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
- Prev by Date: Minime. 322
- Next by Date: Minime. 323
- Previous by thread: Minime. 322
- Next by thread: Minime. 323
- Indice: