Minime. 268



NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 268 del 9 novembre 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

Sommario di questo numero:
1. Peppe Sini: Le leggi di Norimberga
2. Vicenza
3. Il 24 novembre a Roma
4. Piercarlo Racca: Dal congresso di Verona risultati molto positivi
5. Sandro Canestrini: Un messaggio di saluto al congresso del Movimento
Nonviolento
6. Diego Cipriani: Un messaggio di saluto al congresso del Movimento
Nonviolento
7. "L'Arena": Svoltosi a Verona il congresso del Movimento Nonviolento
8. Il "Cos in rete" di novembre
9. Il 15 novembre a Torino
10. Tiziana Bartolini: L'uomo violento non ha colore
11. Luigi Malabarba: Uomini
12. Beppe Pavan: Uomini
13. Trenta, vent'anni fa
14. Associazione Pantagruel: Per l'abolizione dell'ergastolo
15. La "Carta" del Movimento Nonviolento
16. Per saperne di piu'

1. EDITORIALE. PEPPE SINI: LE LEGGI DI NORIMBERGA

Il governo e il parlamento che hanno continuato a deliberare e finanziare la
partecipazione militare italiana alla guerra terrorista e stragista in
Afghanistan in violazione del diritto internazionale e della legalita'
costituzionale.
Il governo e il parlamento che hanno mantenuto i campi di concentramento,
che hanno proseguito la politica della strage dei migranti.
Il governo e il parlamento secondo cui tutti i cittadini europei sono
uguali, tranne i poveri, che possono essere impunemente brutalizzati,
privati del piu' misero degli alloggi, sfruttati come carne schiava,
deportati.
Il governo e il parlamento complice della violenza maschilista, complice
della violenza guerriera, complice della violenza razzista.
*
E' indispensabile ed e' urgente costruire una rappresentanza nonviolenta
nelle istituzioni, che porti nelle istituzioni la politica della
nonviolenza, la politica dei diritti umani per tutti gli esseri umani, la
politica della difesa della biosfera.
E poiche' non e' pensabile che una rappresentanza nonviolenta nelle
istituzioni possa entrarvi attraverso i partiti della guerra e del razzismo,
e' indispensabile ed e' urgente cominciare a costruire un soggetto politico
nonviolento che promuova liste elettorali nonviolente.
E' compito dei movimenti nonviolenti esistenti in Italia promuovere un
appello a tutte le persone amiche della nonviolenza a tal fine.
Non c'e' piu' tempo da perdere.
Anche una persona invecchiata e malandata come chi scrive queste righe
ritiene che non si possa piu' esitare.
*
E almeno questo va detto: che non potremo far conto su coloro che campano di
incarichi e consulenze, finanziamenti e prebende, ovvero dell'assalto alla
diligenza del pubblico erario; che non potremo far conto sugli infiniti
carrieristi in carriera; su quegli intellettuali e quegli operatori sociali
come su quelle onlus e quelle ong disponibili all'omerta' e alle basse
bisogne in cambio di quattro baiocchi, sempre pronti all'obbedienza.
*
Potremo fare affidamento solo sulla forza immensa ma ignota a se stessa
degli umiliati e degli offesi, sulla forza immensa ma ignota a se stessa
della tradizione del movimento operaio, della storia delle classi sfruttate,
del pensiero e della prassi socialista e libertaria; potremo fare
affidamento solo sulla forza immensa del movimento e del pensiero delle
donne; potremo fare affidamento solo sulla cogente necessita' di intervento
che la consapevolezza ecologica disvela ed esprime; potremo fare affidamento
solo sulla forza della verita'.
Non e' affatto poco.
E' ora di metterla in campo.

2. INIZIATIVE. VICENZA

Il presidio permanente "No Dal Molin" sta effettuando il blocco dei lavori
della nuova base militare Usa di Vicenza.
Scrivono i pacifisti vicentini in un comunicato del 7 novembre: "Secondo
giorno di blocchi davanti al cancello dell'aeroporto Dal Molin di Vicenza:
anche quest'oggi gli operai incaricati di effettuare le bonifiche non hanno
potuto entrare all'interno dell'area e i lavori propedeutici alla
realizzazione della nuova base Usa sono sospesi.
"Centinaia di persone continuano ad alternarsi intorno ai fuochi allestiti
davanti all'ingresso militare e a quello civile. L'amministrazione
statunitense deve segnare il secondo giorno di ritardo nel ruolino di marcia
per la realizzazione dei progetti di militarizzazione; ritardi dovuti alla
determinazione di tanti vicentini ad impedire la costruzione
dell'installazione Usa.
"Nel frattempo, ieri pomeriggio, un pensionato ha iniziato lo sciopero della
fame e della sete presso il blocco in viale Ferrarin. Danilo Schedato, 75,
anni, pensionato di Vicenza, non e' nuovo a questo tipo di iniziative; gia'
la scorsa primavera aveva fatto 41 giorni di digiuno contro la decisione del
governo di acconsentire alle richieste statunitensi".
*
Per informazioni e contatti: Presidio permanente contro la costruzione della
nuova base Usa a Vicenza, via Ponte Marchese, c. p. 303, 36100 Vicenza,
e-mail: comunicazione at nodalmolin.it, sito: www.nodalmolin.it

3. INIZIATIVE. IL 24 NOVEMBRE A ROMA
[Riproponiamo ancora una volta il seguente appello]

L'assemblea di singole donne e di realta' associative femminili, femministe
e lesbiche, provenienti da tutta Italia, che si sono riunite in assemblea
pubblica domenica 21 ottobre a Roma presso la Casa Internazionale delle
Donne sulla base dell'appello diffuso dal sito www.controviolenzadonne.org,
in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne
convoca una manifestazione nazionale a Roma sabato 24 novembre 2007 alle ore
14.
*
Le donne denunciano le continue violenze e gli assassinii che avvengono in
contesti familiari da parte di padri, fidanzati, mariti, ex e conoscenti.
E' una storia senza fine che continua a passare come devianza di singoli,
mentre la violenza contro le donne avviene principalmente all'interno del
nucleo familiare dove si strutturano i rapporti di potere e di dipendenza.
Ricordiamo che l'aggressivita' maschile e' stata riconosciuta (dati Onu)
come la prima causa di morte e di invalidita' permanente per le donne in
tutto il mondo.
Il tema, soprattutto in Italia, continua a essere trattato dai mezzi di
informazione come cronaca pura avallando la tesi che sia qualcosa di
ineluttabile, mentre si tratta di un grave arretramento della relazione
uomo-donna.
La violenza contro le donne non deve essere ricondotta, come si sostiene da
piu' parti, a un problema di sicurezza delle citta' o di ordine pubblico. La
violenza maschile non conosce differenze di classe, etnia, cultura,
religione, appartenenza politica.
Denunciamo la specifica violenza contro le lesbiche volta a imporre un
modello unico eterosessuale.
Non vogliamo scorciatoie legislative e provvedimenti di stampo securitario e
repressivo.
Senza un reale cambiamento culturale e politico che sconfigga una volta per
tutte patriarcato e maschilismo non puo' esserci salto di civilta'.
Scendiamo in piazza e prendiamo la parola per affermare, come protagoniste,
la liberta' di decidere delle nostre vite nel pubblico e nel privato.
Scendiamo in piazza per ribadire l'autodeterminazione e la forza delle
nostre pratiche politiche.
*
Per informazioni e contatti: www.controviolenzadonne.org

4. RIFLESSIONE. PIERCARLO RACCA: DAL CONGRESSO DI VERONA RISULTATI MOLTO
POSITIVI
[Ringraziamo Piercarlo Racca (per contatti: piercarlo.racca at fastwebnet.it)
per questo intervento.
Piercarlo Racca e' uno dei militanti "storici" dei movimenti nonviolenti in
Italia ed ha preso parte a pressoche' tutte le esperienze piu' vive e piu'
nitide di impegno di pace; e' per unanime riconoscimento una delle voci piu'
autorevoli della nonviolenza in cammino]

Il congresso del Movimento Nonviolento svoltosi a Verona dal primo al 4
novembre ha avuto dei risultati molto positivi.
Innanzi tutto la presenza a questa importante scadenza e' stata numerosa e
questo dimostra la fiducia verso un movimento piccolo ma da sempre attivo.
Ogni commissione di lavoro e' stata frequentata da un buon numero di persone
che hanno dato un loro contributo.
In un momento di "crisi della politica" e di "crisi dei valori", la
nonviolenza e il Movimento Nonviolento hanno dimostrato di essere un punto
di riferimento fermo e saldo.
Le sei commissioni di lavoro previste hanno tutte quante prodotto una
mozione che significa l'impegno del Movimento Nonviolento nei prossimi tre
anni, non parole vuote ma contenuti.
I risultati delle commissioni saranno pubblicati integralmente su "Azione
nonviolenta"; fra le novita' importanti annoveriamo l'avvio di un percorso
su "mafia e nonviolenza" con il coinvolgimento di persone presenti in
Calabria.
Il congresso e' stato anche un momento di verifica dello stato di salute del
Movimento Nonviolento e le cento persone che hanno partecipato al congresso
e le oltre duecento che hanno garantito il successo della manifestazione
conclusiva il 4 novembre non puo' che produrre una ventata di ottimismo per
il futuro del Movimento Nonviolento.

5. RIFLESSIONE. SANDRO CANESTRINI: UN MESSAGGIO DI SALUTO AL CONGRESSO DEL
MOVIMENTO NONVIOLENTO
[Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: mao at sis.it) per averci messo a
disposizione i messaggi di saluto al XXII congresso del Movimento
Nonviolento svoltosi dal primo al 4 novembre 2007 a Verona; pubblichiamo di
seguito una seconda serie di essi; gli altri pubblicheremo via via che
saranno trascritti e ci saranno messi a disposizione.
Sandro Canestrini, avvocato, particolarmente impegnato per i diritti civili,
la pace, la nonviolenza, una delle figure piu' prestigiose del Movimento
Nonviolento. Tra le opere di Sandro Canestrini: segnaliamo L'ingiustizia
militare (con A. Paladini), Feltrinelli, Milano 1973; il suo contributo in
AA. VV., Le istituzioni in Italia, Savelli, Roma 1976; quello in AA. VV., I
diritti del soldato, Feltrinelli, Milano 1978]

Amici carissimi,
sono impedito dalle mie negative condizioni fisiche dal partecipare al
Congresso, per la prima volta in tutti questi anni.
Vi auguro di tutto cuore ottimo successo nei lavori, accompagnandovi come
sempre con il mio fraterno augurio.
Vostro,
Sandro Canestrini

6. RIFLESSIONE. DIEGO CIPRIANI: UN MESSAGGIO DI SALUTO AL CONGRESSO DEL
MOVIMENTO NONVIOLENTO
[Diego Cipriani e' direttore generale dell'Ufficio nazionale per il servizio
civile; da sempre impegnato per la pace, la solidarieta', la nonviolenza, e'
stato responsabile nazionale del servizio civile della Caritas Italiana, e
dal 1991 segretario e poi presidente della Consulta nazionale enti servizio
civile. Tra le opere di Diego Cipriani: con Guglielmo Minervini,
L'abecedario dell'obiettore (1991); ancora con Guglielmo Minervini,
L'antologia dell'obiettore (1992); In difesa della patria (1999); tutti
presso La meridiana, Molfetta]

Caro presidente del Movimento Nonviolento, Caro direttore di "Azione
nonviolenta",
e' con molto piacere che saluto voi e tutti i presenti al XXII Congresso del
Movimento Nonviolento.
Come sapete, da piu' di un anno dirigo l'ufficio nazionale per il servizio
civile, ma di servizio civile mi occupo da molto tempo, da quando, cioe', ho
fatto obiezione di coscienza e ho svolto venti mesi di servizio civile,
esperienza che poi ho trasfuso nella mia vita lavorativa proprio nel campo
del servizio civile.
Nel corso di questa mia esperienza ho avuto modo di verificare come il
servizio civile sia uno strumento particolarmente efficace per diffondere
tra i giovani la cultura della cittadinanza e della partecipazione alla vita
democratica del Paese, attraverso le attivita' prestate nei vari settori in
cui esso si esplica. Ma sono convinto che, anche ora che la leva
obbligatoria nel nostro Paese e' stata sospesa, la mission principale che il
legislatore ha voluto assegnare al servizio civile nazionale sia quella del
contributo che esso e' chiamato a dare alla "difesa della Patria" con mezzi
e attivita' non militari. Dunque, la "cifra" che caratterizza il "nuovo"
servizio civile non e' molto diversa da quella del "vecchio" e cioe' la
nonviolenza.
In quest'ottica, il servizio civile costituisce un contributo alla
costruzione di una societa' piu' giusta e solidale, alla costante ricerca di
una pace duratura, una societa' che rispetta i diritti di tutti e tutela i
piu' deboli, ed e' molto importante che siano proprio i giovani a dire
questo "si'" alla pace e alla solidarieta'.
Infatti, l'esperienza del servizio civile nella vita di un giovane
costituisce un'importante occasione formativa, in cui si sperimenta la
propria capacita' di relazionarsi con gli altri, con i bisogni di chi ci sta
accanto e della comunita' in generale, e si impara a spendere le proprie
capacita' professionali, culturali ed umane per qualcosa di utile per se' e
per gli altri. So bene che anche voi, nella vostra lunga esperienza di ente
"convenzionato", prima, e "accreditato", ora, avete potuto sperimentare
tutto cio'.
Un'esperienza, quella del servizio civile nel nostro Paese, che e'
oggettivamente unica in Europa e che puo' "fare scuola", soprattutto se
riusciremo sempre piu' a coniugare l'impegno dei giovani con l'educazione
alla pace, il servizio solidale con lo spirito nonviolento, in Italia e
all'estero.
In questo, come sapete, ci ha aiutato in passato il Comitato di consulenza
per la difesa civile non armata e nonviolenta che ha operato nell'ambito
dell'Ufficio nazionale per il servizio civile, e al quale io stesso ho
partecipato come esperto. In particolare, prima del termine del proprio
mandato, il Comitato ha approvato un documento di analisi per la definizione
del concetto di "Difesa civile non armata e nonviolenta", che costituisce il
primo contributo istituzionale relativo alla definizione di una difesa
alternativa.
Nella convinzione dell'importanza del ruolo che il Comitato ha svolto, il
Ministro della Solidarieta' Sociale, succeduto nella responsabilita'
politica in materia di servizio civile, ha ritenuto utile e necessario
ricostituirlo. Ritengo che nei prossimi giorni sara' possibile annunciare la
prima convocazione del nuovo Comitato.
Dal programma del vostro Congresso, vedo che il lavoro delle commissioni
affrontera' anche il tema del servizio civile nazionale. E' per questo che,
mentre formulo a tutto voi i migliori auguri per la buona riuscita dei
lavori, auspico che da essi possa venire un contributo alla riflessione
generale che stiamo conducendo per un servizio civile che risponda sempre
meglio alle sfide del nostro tempo.
Un cordiale saluto.

7. RASSEGNA STAMPA. "L'ARENA": SVOLTOSI A VERONA IL CONGRESSO DEL MOVIMENTO
NONVIOLENTO
[Dal quotidiano "L'Arena" di Verona del 5 novembre 2007 riprendiamo il
seguente articolo dal titolo "Parte la campagna per l'esercito senz'armi e
un raduno europeo". Alcune scelte linguistiche ed interpretative del
quotidiano possono lasciare perplessi, ma si consideri che vi sono stati
molti mass-media che non hanno neppure inviato un loro cronista al congresso
del movimento fondata da Aldo Capitini... (p. s.)]

La creazione di un esercito senz'armi, la formazione sulle tematiche
ambientali, un raduno europeo contro la guerra entro il 2010. Sono questi i
principali obiettivi che si e' posto il ventiduesimo Congresso del Movimento
Nonviolento, svoltosi in citta' dal primo novembre fino a ieri.
Verona dal 1988 e' sede nazionale, in via Spagna, di quest'organizzazione,
che Aldo Capitini fondo' nel '61. Questa organizzazione ha come simbolo due
braccia che spezzano un fucile e che punta, attraverso la formazione e
l'impegno sociale a diffondere la cultura della nonviolenza e del ripudio di
tutte le guerre e di tutti gli eserciti. Anime laiche e religiose sono
accomunate da questi intenti, che non si fermano al disapprovare l'uso delle
armi, ma che vogliono intervenire con idee e pratiche della nonviolenza
nella societa'. "Ci siamo uniti in passato ad altre organizzazioni, anche
politiche, per condividere alcune battaglie", spiega il segretario Mao
Valpiana, "ma il nostro movimento ha sempre mantenuto la sua identita',
raccogliendo e portando avanti il pensiero di Capitini: contro la guerra,
per il disarmo, per ridare dignita' alla politica".
Dopo aver in apertura dibattuto sul caso Verona, "Citta' della pace ma anche
della tolleranza zero", il Congresso ha iniziato i suoi lavori, suddividendo
i partecipanti, giunti da varie regioni d'Italia, in sei commissioni.
Valpiana ci racconta la summa del lavoro svolto. "L'idea piu' forte e anche
piu' difficile da realizzare, e' quella della creazione di un corpo civile
di pace, un esercito senza armi, con persone addestrate ad intervenire sui
campi di battaglia per favorire il ritorno della pace. Ancor piu', tuttavia,
l'obiettivo del Corpo sara' di lavorare per prevenire i conflitti.
Serviranno scuole, centri di formazione ad alto livello. Per questo abbiamo
un disegno di legge da presentare al governo, senza il sostegno del quale
l'iniziativa non potra' esistere. In secondo luogo il Congresso ha
deliberato di attivare iniziative per diffondere la cultura della tutela
ambientale. Non vogliamo si torni al lume di candela, ma che gli stili di
vita cambino per il bene di tutti, anche con l'ausilio delle nuove
tecnologie, per una nuova mobilita' senza auto, per scelte di infrastrutture
ecocompatibili. In una citta' come Verona, ad esempio, le piste ciclabili
andrebbero ampliate, e non cancellate come sta avvenendo".
Il congresso di Verona, infine, si e' proposto di organizzare un grande
evento, assemblea o marcia che sia, di respiro europeo, "che riaffermi la
priorita' dell'opposizione integrale alla guerra". Avverra' entro il 2010,
anno del prossimo raduno nazionale del Movimento Nonviolento.

8. STRUMENTI. Il "COS IN RETE" DI NOVEMBRE
[Dall'Associazione nazionale "Amici di Aldo Capitini" (per contatti:
l.mencaroni at libero.it) riceviamo e diffondiamo]

Cari amici,
vi segnaliamo l'ultimo aggiornamento di novembre 2007 del C.O.S. in rete,
www.cosinrete.it.
Ricordando il C.O.S. di Capitini, il primo esperimento di partecipazione
democratica alle decisioni del potere locale e nazionale, raccogliamo e
commentiamo una scelta di quello che scrive la stampa sui temi capitiniani
della nonviolenza, difesa della pace, liberalsocialismo, partecipazione al
potere di tutti, controllo dal basso, religione aperta, educazione aperta,
antifascismo.
Tra gli altri,  in questo numero ci sono: Aminata e Vandana, le voci del
potere di tutti; La revoca degli eletti; Per difendere malati e sanita'; Un
futuro aperto alla nonviolenza; Fascismo, un mea culpa ancora lontano; ecc.
La partecipazione al C.O.S. in rete e' libera e aperta a tutti mandando i
contributi a capitini at tiscali.it o al blog del C.O.S.
http://cos.splinder.com
Il sito con scritti di e su Aldo Capitini e' www.aldocapitini.it

9. INCONTRI. IL 15 NOVEMBRE A TORINO
[Dal Centro studi "Sereno Regis" (per contatti: news at cssr-pas.org) riceviamo
e diffondiamo]

"Il futuro della nonviolenza", seminario pubblico in preparazione del
convegno "La pace e' nonviolenza". Ne discutono con il pubblico Valter
Coralluzzo, Enrico Peyretti, Pietro Polito e Giovanni Salio giovedi' 15
novembre 2007, alle ore 17,30, presso La Torre di Abele, via Pietro Micca
21, Torino.
Quale sara' il futuro della pace? Ma soprattutto: possiamo immaginare un
futuro umano che possa prescindere dall'aspirazione alla pace? Tutti, o
quasi tutti, a questa domanda risponderebbero, verosimilmente con poche
esitazioni, che immaginarlo e' impossibile. Dato questo accordo iniziale
pero' le prospettive relative al modo in cui cercare di pervenire alla pace,
e anche a cosa si deve intendere per "pace", possono differire radicalmente.
Il convegno "La pace e' nonviolenza" si svolgera' l'8 e il 9 dicembre 2007,
presso il Centro incontri della Regione Piemonte, Corso Stati Uniti 23, a
Torino.

10. RIFLESSIONE. TIZIANA BARTOLINI: L'UOMO VIOLENTO NON HA COLORE
[Dal sito di "Noi donne" (www.noidonne.org) riprendiamo il seguente
editoriale.
Tiziana Bartolini e' direttrice di "Noi donne" dal 2000. Nata a Roma ha due
figli. Laureata in storia e filosofia, giornalista, ha frequentato un master
in Formazione e Pari Opportunita' e un corso di alta specializzazione in
comunicazione e marketing del No Profit. Esperta di comunicazione sociale,
ha collaborato con riviste e quotidiani nazionali e con la Rai per il Terzo
Settore. Ha gestito quale responsabile nazionale l'area comunicazione e
l'ufficio stampa di un'organizzazione internazionale impegnata
nell'inclusione sociale delle persone con ritardo mentale, occupandosi anche
della formazione. E' stata coordinatrice editoriale di "Mondo sociale", ha
maturato competenze nel campo della pubblica amministrazione ed attualmente
e' componente del consiglio di amministrazione della Cooperativa Libera
Stampa, societa' editrice di "Noi donne"]

Il cartello diceva: "L'uomo violento non ha colore".
Mi ha scritto Gianna di ritorno da Reggio Emilia il 20 ottobre scorso: "il
corteo che ha percorso il centro era denso di tensione, tanti cartelli e
candele accese, c'erano le donne dei Centri antiviolenza, le donne
dell'Ulivo, le donne dell'Udi, le amministratrici della Provincia e del
Comune, le Consigliere di parita', giovani, bambini in braccio ai papa' o
portati in passeggino, donne migranti. C'erano anche gli uomini". Chissa' se
quegli uomini hanno deciso autonomamente di partecipare o se sono stati
sollecitati dalle loro compagne, amiche, madri. Chissa' come leggono, quegli
uomini attenti e sensibili e civili, l'omicidio di Klirim Fejzo eclatante
perche' avvenuto in un'aula di Tribunale. Chissa' se anche per loro, come
per i giornali, la povera Vjosa e' stata vittima di un gesto di follia, di
troppo amore oppure di ignoranza o delle leggi tribali. Avremmo voluto
rivolgere delle domande a quegli uomini in corteo, e simbolicamente a tutti
quelli che dividono il nostro orrore per le violenze quotidiane che
subiscono troppe donne, per capire noi cosa loro hanno capito di quella
ennesima tragedia e di tutte le altre che fanno meno clamore ma che sono
ugualmente terribili. C'e' in agguato il problema della sicurezza, fantasma
agitato continuamente dagli sciacalli della politica e dell'informazione che
hanno interesse a parlare alla pancia delle persone senza curarsi troppo di
distorcere l'interpretazione dei fatti. E' troppo facile e conveniente
infilare tutto in quel calderone torbido che impedisce di chiamare le cose
con il loro vero nome.
Nonostante le tante parole che le donne hanno impegnato in tanti anni per
spiegare l'origine di questi delitti e nonostante abbiano coniato un
termine, femminicidio, che intende definire un atto preciso, un'aggressione
all'essere delle donne e alla loro liberta', non sono riuscite a far passare
nel comune sentire la causa vera che scatena la furia omicida degli uomini
contro le donne. Forse e' su questo che le donne dovrebbero maggiormente
interrogarsi ed individuare le ragioni che impediscono a chi fa
comunicazione di definire in termini corretti l'omicidio da parte di un uomo
della donna che lo ha rifiutato o che non lo vuole piu' al suo fianco.
Perche' e' cosi' difficile leggere nei giornali che "quell'uomo ha
accoltellato la sua ex fidanzata perche' la considerava come un oggetto di
sua proprieta' e non le riconosceva il diritto di avere una sua identita' e
vita". Perche' e' cosi' difficile titolare "Violenza patriarcale" invece di
"Dramma della follia"?
Se le donne non riescono a trovare alleati nel mondo della comunicazione,
che contribuisce molto a costruire le opinioni, le possibilita' di incidere
nella cultura e nei comportamenti continueranno ad essere minime e il
messaggio restera' flebile. La prossima occasione ci sara' con la
manifestazione di Roma del 24 novembre. Tante donne in piazza avranno la
possibilita' di raggiungerne tante altre, attraverso la stampa, spiegando
bene quale e' il problema e dove trovare la soluzione.

11. RIFLESSIONE. LUIGI MALABARBA: UOMINI
[Ringraziamo Gigi Malabarba (per contatti: luigi.malabarba at senato.it) per
questo intervento dal titolo "Barbari rumeni e italici. O maschi?".
Luigi (Gigi) Malabarba, gia' senatore e gia' capogruppo in senato del Prc,
e' stato segretario della commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio
impoverito e membro del Copaco (il Comitato parlamentare di controllo sui
servizi di informazione e sicurezza); operaio dell'Alfa Romeo di Arese per
trent'anni, dirigente della Fiom e poi coordinatore nazionale del Sin.
Cobas, e' stato anche fortemente impegnato nella solidarieta'
internazionale, ed  editore e redattore della bella e non dimenticata
rivista "Quetzal" per la liberazione dell'America Latina; e' attualmente
impegnato nell'associazione "Sinistra critica". Tra le opere di Luigi
Malabarba: Dai Cobas al sindacato, Datanews, Roma 1995; Il salario sociale,
Nuove edizioni internazionali, Milano 1999; 2001-2006: segreti e bugie di
stato, Edizioni Alegre, Roma 2006]

La prima causa di morte e di invalidita' permanente nel mondo e' data dalla
violenza degli uomini. Non lo dice solo la "Marcia mondiale delle donne
contro la violenza e le poverta'", che da oltre dieci anni mobilita donne di
tutti i continenti contro il  patriarcato. Lo dice l'Onu, con dati
agghiaccianti: e' un massacro  quotidiano ad opera di mariti, padri,
fratelli e fidanzati. Ossia consumato dentro le mura domestiche.
L'efferata violenza di un giovane rumeno contro una donna in una periferia
romana e' stato il fatto scatenante per mettere sul banco degli imputati un
intero popolo e per emanare un editto di espulsione di cittadini comunitari
da parte di un Consiglio dei Ministri, convocato in un clima di emergenza e
di furore securitario.
Naturalmente si sottace che e' stata una donna rumena a denunciare il
violentatore. Naturalmente e' stata completamente cancellata la notizia che,
poco dopo, un cittadino italiano aveva dato fuoco alla sua convivente
sudamericana. Naturalmente nessuno si ricorda piu' di chi ha commesso i
delitti di Erba e, presubilmente, di Garlasco. Naturalmente. Si finge di non
vedere quel che avviene in casa o nelle sue dirette prossimita'. Dagli al
rumeno o al rom e speriamo di strappare consensi elettorali tra le pulsioni
irrazionali di persone che, a torto o a ragione, si sentono insicure e
minacciate!
Un bel servizio realizzato recentemente da Canale 5 ci mostrava qualcosa di
poco conosciuto in Italia: in Romania = dove, detto per inciso, il problema
rom semplicemente non esiste, nonostante gli zingari costituiscano una
minoranza assai consistente = c'e' un problema assai grave di criminalita'
italiana. Lo confermano dirigenti d'azienda italiani con interessi in quel
paese, giustamente preoccupati per un'immagine negativa dell'Italia, data la
dilagante presenza mafiosa in Romania, che ammazza, sfrutta, traffica e
ricatta in proporzioni industriali. E contro la temuta "invasione" rumena
dopo l'ingresso nell'Unione europea, si chiariva che e' in atto anzi un
ritorno in patria, data la forte richiesta di manodopera frutto
dell'espansione produttiva in corso.
Le autorita' di Bucarest, ben conscie della differenza tra i cittadini
italiani e i clan della criminalita' organizzata, non si sono mai appellate
al nostro governo aizzando la popolazione contro gli italici barbari. Cosa
che invece e' avvenuta qui da noi con il decreto lampo del governo.
La donne che scenderanno in piazza a Roma il 24 novembre contro la violenza
hanno chiesto a chiare lettere di non utilizzare le donne per colpire
stranieri e migranti con misure xenofobe. Altrimenti, logica vorrebbe che
cacciati dalle frontiere dovrebbero essere in primo luogo i maschi italiani.

12. RIFLESSIONE. BEPPE PAVAN: UOMINI
[Ringraziamo Beppe Pavan (per contatti: carlaebeppe at libero.it) per averci
messo a disposizione questo intervento (originariamente una lettera al
quotidiano "Il manifesto") dal titolo "Uomini, non rumeni".
Beppe Pavan e' impegnato nella bellissima esperienza nonviolenta della
comunita' di base e del "gruppo uomini" di Pinerolo (preziosa esperienza di
un gruppo di uomini messisi all'ascolto del femminismo con quella virtu'
dell'"attenzione" di cui ci parlava Simone Weil), ed in tante altre
esperienze di pace, di nonviolenza, di solidarieta'; cura la newsletter
"Uomini in cammino" ed e' tra i promotori dell'associazione "Maschile
plurale"]

Io non leggo quattro quotidiani: sono abbonato al "Manifesto". In questi
giorni cerco, tra gli articoli e le riflessioni sull'assassinio di Giovanna
Reggiani, qualche spunto che non trovo. Indicatemelo, per favore, se mi e'
sfuggito. Mi riferisco al fatto che tutti coloro che commettono stupri e
violenze non sono "rumeni", "slavi", "extracomunitari"... ma "uomini".
Se davvero ci mettiamo ad espellere chi commette simili violenze, allora
bisogna espellere gli uomini, tutti gli uomini che commettono atti di
violenza contro donne e bambini. Ma e' davvero questa la strada? Che vadano
a compiere violenze a casa loro? Perche'... cosa fanno tutti quanti? Non
commettono violenze "a casa loro"? basta leggere le cifre sulle violenze
domestiche.
Sbattere fuori di casa gli uomini che commettono violenze... per permettere
a mogli, fidanzate, figlie, madri, di vivere finalmente tranquille con figli
e figlie. E' il primo passo. Ma poi bisogna costringere questi uomini a
partecipare a corsi di "riqualificazione alla vita di relazione", che e'
l'essenza, se non vado errato, della socialita'. Perche' "l'uomo e' animale
sociale", ci insegnano.
Credo pero' che a questi corsi dovrebbero partecipare tutti gli uomini,
perche' la corresponsabilita' di genere e' lampante: tra chi violenta e chi
insegna la naturale inferiorita' della donna; tra chi predica che dio e'
maschio e chi coerentemente conclude che il maschio e' dio e si comporta di
conseguenza, nella gestione dell'economia e nell'amministrazione della cosa
pubblica, nella conduzione delle relazioni internazionali e nella formazione
a quelle interpersonali; tra tutti noi che non facciamo abbastanza per
cambiare questa cultura del dominio patriarcale sul mondo, dello sguardo
proprietario e rapace dell'uomo "che non deve chiedere mai", ma si autorizza
a prendere tutto cio' che vuole, compresi i corpi di donne e bambini.
Non mi basta dire che ho orrore di tutto cio' e della violenza che anche i
decreti governativi hanno scatenato, magari senza volerlo. Anche i ministri
sono uomini e sono corresponsabili. Anche i giornalisti e gli scrittori che
commentano queste "efferatezze". Anche il papa e i vescovi che predicano
l'amore e praticano il pensiero unico. Da questa consapevolezza puo' nascere
(e' la mia esperienza) il desiderio di cambiare, a cominciare da se', le
modalita' di stare al mondo e nelle relazioni, imparando finalmente il
rispetto e la convivialita' delle differenze.

13. MEMORIA. TRENTA, VENT'ANNI FA

Forse non avrei mai conosciuto Alexander Langer o Dario Paccino, e certo
sarei una persona assai diversa da quella che sono diventato, se alla meta'
degli anni '70 il governo non avesse varato un Piano energetico nazionale
che prevedeva la costruzione di decine di centrali nucleari in Italia, e se
Montalto di Castro non fosse stato il sito in cui si svolse lungo un
decennio la decisiva prova di forza tra la lobby nuclearista e il movimento
antinucleare.
Viterbese, militante - ed anzi dirigente e funzionario - di un piccolo ma
nitido partito della sinistra rivoluzionaria che si sciolse nell'84 (il
Partito di unita' proletaria per il comunismo), la vicenda di Montalto ha
segnato la mia vita, come quella di tante altre persone dell'Alto Lazio, e
la segna tuttora, poiche' la nostra vittoria contro il nucleare ci ha
lasciato comunque in eredita' una riconvertita inquinante centrale che
sommandosi a quelle civitavecchiesi costituisce un enorme polo energetico le
cui emissioni appestano l'aria che respiriamo.
*
Fu naturale essere li' fin dalla prima manifestazione a Pian dei Cangani -
il luogo in cui poi sorse l'immenso cantiere della centrale -: la "Festa
della primavera" del '77, che fu in quell'anno terribile uno dei pochi
momenti di sollievo; e fino ad essere investito da quell'ultima carica
dinanzi ai cancelli dieci anni dopo, mentre eravamo ancora una volta li',
dopo la tragedia di Cernobyl.
Vincemmo il referendum, e mettemmo la parola fine alla follia nucleare in
Italia - almeno per qualche anno e almeno per il territorio italiano:
sapevamo tutti che la lobby atomica sarebbe tornata all'attacco appena
possibile, ed il risultato del referendum garantiva solo per un quinquennio,
e per fortuna di anni ne sono passati gia' venti.
*
Quando mi capita che a scuola le ragazze e i ragazzi con cui lavoro in
questi anni mi chiedano di allora, e me ne chiedono come di una cosa del
tutto estranea al loro vissuto, antica come le guerre puniche o il
Risorgimento, misuro quanto tempo e' passato, nelle coscienze oltre che
nella cronologia, e nella mia stessa memoria. E quante e quali cose sono
accadute in mezzo. Come la tragedia di Genova, che per molti giovani poteva
essere la prima festa della loro vita ed invece e' stato il lutto che li
segnera' per sempre. Di Genova molto si continua a dire, sempre molto
continuando a tacere. Tutti provano un infinito senso di colpa. Anch'io, che
pure cercai di dire per tempo cio' che doveva essere detto e ascoltato, e
ascoltato non fu.
*
Sono dunque passati vent'anni da quel referendum, che vincemmo perche' c'era
stata la catastrofe di Cernobyl, certo; ma anche perche' in Italia un
movimento antinucleare forte e creativo aveva saputo resistere e tenere in
scacco lungo dieci anni la lobby atomica, perche' li avevamo bloccati a
Montalto, perche' avevamo fatto crescere una coscienza diffusa. Si tratto'
veramente di un movimento democratico di massa, che svolse un'azione di
acculturazione scientifica e civile di massa.
Vent'anni sono passati, ed in mezzo tante cose, e una grande catastrofe
morale e civile - che in Italia chiamiamo berlusconismo per usare una svelta
etichetta, ma sapendo che si tratta di una globale e complessa mutazione - e
degenerazione - dalle vaste, molteplici, profonde e pervasive radici; un
contesto di degrado globale che richiede una resistenza nitida e
intransigente, che impone la necessita' e l'urgenza della scelta della
nonviolenza.
*
Oggi alcune delle persone che conobbi davanti ai cancelli della centrale non
ci sono piu', e sono lutti dolorosi. Di altre mi capita di avere notizie per
vie bizzarre ed impervie, e mi fa piacere sapere che non hanno ceduto. Altre
ancora stanno al governo, votano per la guerra, votano per i campi di
concentramento, votano per le deportazioni, votano per lo scempio
dell'ambiente, votano ogni nefandezza. Mi guardo allo specchio e mi dico:
che fortuna sfacciata che non sono ministro.

14. INIZIATIVE. ASSOCIAZIONE PANTAGRUEL: PER L'ABOLIZIONE DELL'ERGASTOLO
[Dall'Associazione Pantagruel (per contatti: asspantagruel at virgilio.it) e da
varie persone amiche riceviamo e diffondiamo]

Siamo a pochi giorni dall'inizio dello sciopero della fame per l'abolizione
dell'ergastolo voluto da un gruppo di detenuti ergastolani di Spoleto e che
ad oggi coinvolge circa 730 ergastolani e quasi 7.000 detenuti non
ergastolani, familiari, amici, volontari, semplici cittadini, ecc.
Ci rivolgiamo con questa lettera a coloro che ci hanno scritto per dare la
loro adesione.
Siamo contenti per le molte risposte positive che abbiamo ricevuto dalle
carceri e dall'esterno. Siamo anche coscenti del difficile momento politico
e sociale.
E' certo che la campagna per l'abolizione dell'ergastolo non avra' una breve
durata, dobbiamo pensare a come muoverci nei prossimi mesi anche se oggi
dobbiamo soprattutto con grande impegno e con forte determinazione
appoggiare lo sciopero della fame che vedra' tante persone coinvolte.
Dalle carceri ci arrivano varie lettere di detenuti che evidenziano come in
loro sia nata una nuova speranza e questo ci fa capire l'importanza di
questa iniziativa e la responsabilita' che ognuno di noi si sta prendendo.
Alcuni detenuti ci sollecitano a coinvolgere i mezzi d'informazione, altri
ci chiedono di far sapere di questa loro lotta alle varie autorita' e alle
Camere Penali, noi stiamo cercando di fare del nostro meglio ma il lavoro,
come capite, sarebbe enorme.
Per questo chiediamo anche a voi che ci leggete di muovervi in grande
liberta', facendo conoscere questa campagna per l'abolizione dell'ergastolo
e questo sciopero della fame a piu' persone possibili.
La nostra associazione e' disponibile, nei limiti delle nostre possibilita',
a partecipare ad iniziative (incontri, dibattiti) che affrontino questo
tema...
Sarebbe importante che fra novembre e dicembre queste iniziative si
moltiplicassero in varie parti d'Italia...
Mai dire mai!
Teniamoci in contatto.
Associazione Pantagruel Onlus, via A. Tavanti 20, 50134 Firenze, tel. e fax:
055473070, e-mail: asspantagruel at virgilio.it, sito: www.informacarcere.it

15. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale
e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale
e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae
alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo
scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il
libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali,
l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di
nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza
geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e
la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e
responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio
comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono
patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e
contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto
dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna,
dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione,
la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la
noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione
di organi di governo paralleli.

16. PER SAPERNE DI PIU'
* Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per
contatti: azionenonviolenta at sis.it
* Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della
Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia:
www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it,
luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it
* Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista
Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati
per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per
contatti: info at peacelink.it

NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 268 del 9 novembre 2007

Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca
per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100
Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it

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