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Minime. 268
- Subject: Minime. 268
- From: "Centro di ricerca per la pace" <nbawac at tin.it>
- Date: Fri, 9 Nov 2007 00:37:29 +0100
- Importance: Normal
NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 268 del 9 novembre 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Sommario di questo numero: 1. Peppe Sini: Le leggi di Norimberga 2. Vicenza 3. Il 24 novembre a Roma 4. Piercarlo Racca: Dal congresso di Verona risultati molto positivi 5. Sandro Canestrini: Un messaggio di saluto al congresso del Movimento Nonviolento 6. Diego Cipriani: Un messaggio di saluto al congresso del Movimento Nonviolento 7. "L'Arena": Svoltosi a Verona il congresso del Movimento Nonviolento 8. Il "Cos in rete" di novembre 9. Il 15 novembre a Torino 10. Tiziana Bartolini: L'uomo violento non ha colore 11. Luigi Malabarba: Uomini 12. Beppe Pavan: Uomini 13. Trenta, vent'anni fa 14. Associazione Pantagruel: Per l'abolizione dell'ergastolo 15. La "Carta" del Movimento Nonviolento 16. Per saperne di piu' 1. EDITORIALE. PEPPE SINI: LE LEGGI DI NORIMBERGA Il governo e il parlamento che hanno continuato a deliberare e finanziare la partecipazione militare italiana alla guerra terrorista e stragista in Afghanistan in violazione del diritto internazionale e della legalita' costituzionale. Il governo e il parlamento che hanno mantenuto i campi di concentramento, che hanno proseguito la politica della strage dei migranti. Il governo e il parlamento secondo cui tutti i cittadini europei sono uguali, tranne i poveri, che possono essere impunemente brutalizzati, privati del piu' misero degli alloggi, sfruttati come carne schiava, deportati. Il governo e il parlamento complice della violenza maschilista, complice della violenza guerriera, complice della violenza razzista. * E' indispensabile ed e' urgente costruire una rappresentanza nonviolenta nelle istituzioni, che porti nelle istituzioni la politica della nonviolenza, la politica dei diritti umani per tutti gli esseri umani, la politica della difesa della biosfera. E poiche' non e' pensabile che una rappresentanza nonviolenta nelle istituzioni possa entrarvi attraverso i partiti della guerra e del razzismo, e' indispensabile ed e' urgente cominciare a costruire un soggetto politico nonviolento che promuova liste elettorali nonviolente. E' compito dei movimenti nonviolenti esistenti in Italia promuovere un appello a tutte le persone amiche della nonviolenza a tal fine. Non c'e' piu' tempo da perdere. Anche una persona invecchiata e malandata come chi scrive queste righe ritiene che non si possa piu' esitare. * E almeno questo va detto: che non potremo far conto su coloro che campano di incarichi e consulenze, finanziamenti e prebende, ovvero dell'assalto alla diligenza del pubblico erario; che non potremo far conto sugli infiniti carrieristi in carriera; su quegli intellettuali e quegli operatori sociali come su quelle onlus e quelle ong disponibili all'omerta' e alle basse bisogne in cambio di quattro baiocchi, sempre pronti all'obbedienza. * Potremo fare affidamento solo sulla forza immensa ma ignota a se stessa degli umiliati e degli offesi, sulla forza immensa ma ignota a se stessa della tradizione del movimento operaio, della storia delle classi sfruttate, del pensiero e della prassi socialista e libertaria; potremo fare affidamento solo sulla forza immensa del movimento e del pensiero delle donne; potremo fare affidamento solo sulla cogente necessita' di intervento che la consapevolezza ecologica disvela ed esprime; potremo fare affidamento solo sulla forza della verita'. Non e' affatto poco. E' ora di metterla in campo. 2. INIZIATIVE. VICENZA Il presidio permanente "No Dal Molin" sta effettuando il blocco dei lavori della nuova base militare Usa di Vicenza. Scrivono i pacifisti vicentini in un comunicato del 7 novembre: "Secondo giorno di blocchi davanti al cancello dell'aeroporto Dal Molin di Vicenza: anche quest'oggi gli operai incaricati di effettuare le bonifiche non hanno potuto entrare all'interno dell'area e i lavori propedeutici alla realizzazione della nuova base Usa sono sospesi. "Centinaia di persone continuano ad alternarsi intorno ai fuochi allestiti davanti all'ingresso militare e a quello civile. L'amministrazione statunitense deve segnare il secondo giorno di ritardo nel ruolino di marcia per la realizzazione dei progetti di militarizzazione; ritardi dovuti alla determinazione di tanti vicentini ad impedire la costruzione dell'installazione Usa. "Nel frattempo, ieri pomeriggio, un pensionato ha iniziato lo sciopero della fame e della sete presso il blocco in viale Ferrarin. Danilo Schedato, 75, anni, pensionato di Vicenza, non e' nuovo a questo tipo di iniziative; gia' la scorsa primavera aveva fatto 41 giorni di digiuno contro la decisione del governo di acconsentire alle richieste statunitensi". * Per informazioni e contatti: Presidio permanente contro la costruzione della nuova base Usa a Vicenza, via Ponte Marchese, c. p. 303, 36100 Vicenza, e-mail: comunicazione at nodalmolin.it, sito: www.nodalmolin.it 3. INIZIATIVE. IL 24 NOVEMBRE A ROMA [Riproponiamo ancora una volta il seguente appello] L'assemblea di singole donne e di realta' associative femminili, femministe e lesbiche, provenienti da tutta Italia, che si sono riunite in assemblea pubblica domenica 21 ottobre a Roma presso la Casa Internazionale delle Donne sulla base dell'appello diffuso dal sito www.controviolenzadonne.org, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne convoca una manifestazione nazionale a Roma sabato 24 novembre 2007 alle ore 14. * Le donne denunciano le continue violenze e gli assassinii che avvengono in contesti familiari da parte di padri, fidanzati, mariti, ex e conoscenti. E' una storia senza fine che continua a passare come devianza di singoli, mentre la violenza contro le donne avviene principalmente all'interno del nucleo familiare dove si strutturano i rapporti di potere e di dipendenza. Ricordiamo che l'aggressivita' maschile e' stata riconosciuta (dati Onu) come la prima causa di morte e di invalidita' permanente per le donne in tutto il mondo. Il tema, soprattutto in Italia, continua a essere trattato dai mezzi di informazione come cronaca pura avallando la tesi che sia qualcosa di ineluttabile, mentre si tratta di un grave arretramento della relazione uomo-donna. La violenza contro le donne non deve essere ricondotta, come si sostiene da piu' parti, a un problema di sicurezza delle citta' o di ordine pubblico. La violenza maschile non conosce differenze di classe, etnia, cultura, religione, appartenenza politica. Denunciamo la specifica violenza contro le lesbiche volta a imporre un modello unico eterosessuale. Non vogliamo scorciatoie legislative e provvedimenti di stampo securitario e repressivo. Senza un reale cambiamento culturale e politico che sconfigga una volta per tutte patriarcato e maschilismo non puo' esserci salto di civilta'. Scendiamo in piazza e prendiamo la parola per affermare, come protagoniste, la liberta' di decidere delle nostre vite nel pubblico e nel privato. Scendiamo in piazza per ribadire l'autodeterminazione e la forza delle nostre pratiche politiche. * Per informazioni e contatti: www.controviolenzadonne.org 4. RIFLESSIONE. PIERCARLO RACCA: DAL CONGRESSO DI VERONA RISULTATI MOLTO POSITIVI [Ringraziamo Piercarlo Racca (per contatti: piercarlo.racca at fastwebnet.it) per questo intervento. Piercarlo Racca e' uno dei militanti "storici" dei movimenti nonviolenti in Italia ed ha preso parte a pressoche' tutte le esperienze piu' vive e piu' nitide di impegno di pace; e' per unanime riconoscimento una delle voci piu' autorevoli della nonviolenza in cammino] Il congresso del Movimento Nonviolento svoltosi a Verona dal primo al 4 novembre ha avuto dei risultati molto positivi. Innanzi tutto la presenza a questa importante scadenza e' stata numerosa e questo dimostra la fiducia verso un movimento piccolo ma da sempre attivo. Ogni commissione di lavoro e' stata frequentata da un buon numero di persone che hanno dato un loro contributo. In un momento di "crisi della politica" e di "crisi dei valori", la nonviolenza e il Movimento Nonviolento hanno dimostrato di essere un punto di riferimento fermo e saldo. Le sei commissioni di lavoro previste hanno tutte quante prodotto una mozione che significa l'impegno del Movimento Nonviolento nei prossimi tre anni, non parole vuote ma contenuti. I risultati delle commissioni saranno pubblicati integralmente su "Azione nonviolenta"; fra le novita' importanti annoveriamo l'avvio di un percorso su "mafia e nonviolenza" con il coinvolgimento di persone presenti in Calabria. Il congresso e' stato anche un momento di verifica dello stato di salute del Movimento Nonviolento e le cento persone che hanno partecipato al congresso e le oltre duecento che hanno garantito il successo della manifestazione conclusiva il 4 novembre non puo' che produrre una ventata di ottimismo per il futuro del Movimento Nonviolento. 5. RIFLESSIONE. SANDRO CANESTRINI: UN MESSAGGIO DI SALUTO AL CONGRESSO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO [Ringraziamo Mao Valpiana (per contatti: mao at sis.it) per averci messo a disposizione i messaggi di saluto al XXII congresso del Movimento Nonviolento svoltosi dal primo al 4 novembre 2007 a Verona; pubblichiamo di seguito una seconda serie di essi; gli altri pubblicheremo via via che saranno trascritti e ci saranno messi a disposizione. Sandro Canestrini, avvocato, particolarmente impegnato per i diritti civili, la pace, la nonviolenza, una delle figure piu' prestigiose del Movimento Nonviolento. Tra le opere di Sandro Canestrini: segnaliamo L'ingiustizia militare (con A. Paladini), Feltrinelli, Milano 1973; il suo contributo in AA. VV., Le istituzioni in Italia, Savelli, Roma 1976; quello in AA. VV., I diritti del soldato, Feltrinelli, Milano 1978] Amici carissimi, sono impedito dalle mie negative condizioni fisiche dal partecipare al Congresso, per la prima volta in tutti questi anni. Vi auguro di tutto cuore ottimo successo nei lavori, accompagnandovi come sempre con il mio fraterno augurio. Vostro, Sandro Canestrini 6. RIFLESSIONE. DIEGO CIPRIANI: UN MESSAGGIO DI SALUTO AL CONGRESSO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO [Diego Cipriani e' direttore generale dell'Ufficio nazionale per il servizio civile; da sempre impegnato per la pace, la solidarieta', la nonviolenza, e' stato responsabile nazionale del servizio civile della Caritas Italiana, e dal 1991 segretario e poi presidente della Consulta nazionale enti servizio civile. Tra le opere di Diego Cipriani: con Guglielmo Minervini, L'abecedario dell'obiettore (1991); ancora con Guglielmo Minervini, L'antologia dell'obiettore (1992); In difesa della patria (1999); tutti presso La meridiana, Molfetta] Caro presidente del Movimento Nonviolento, Caro direttore di "Azione nonviolenta", e' con molto piacere che saluto voi e tutti i presenti al XXII Congresso del Movimento Nonviolento. Come sapete, da piu' di un anno dirigo l'ufficio nazionale per il servizio civile, ma di servizio civile mi occupo da molto tempo, da quando, cioe', ho fatto obiezione di coscienza e ho svolto venti mesi di servizio civile, esperienza che poi ho trasfuso nella mia vita lavorativa proprio nel campo del servizio civile. Nel corso di questa mia esperienza ho avuto modo di verificare come il servizio civile sia uno strumento particolarmente efficace per diffondere tra i giovani la cultura della cittadinanza e della partecipazione alla vita democratica del Paese, attraverso le attivita' prestate nei vari settori in cui esso si esplica. Ma sono convinto che, anche ora che la leva obbligatoria nel nostro Paese e' stata sospesa, la mission principale che il legislatore ha voluto assegnare al servizio civile nazionale sia quella del contributo che esso e' chiamato a dare alla "difesa della Patria" con mezzi e attivita' non militari. Dunque, la "cifra" che caratterizza il "nuovo" servizio civile non e' molto diversa da quella del "vecchio" e cioe' la nonviolenza. In quest'ottica, il servizio civile costituisce un contributo alla costruzione di una societa' piu' giusta e solidale, alla costante ricerca di una pace duratura, una societa' che rispetta i diritti di tutti e tutela i piu' deboli, ed e' molto importante che siano proprio i giovani a dire questo "si'" alla pace e alla solidarieta'. Infatti, l'esperienza del servizio civile nella vita di un giovane costituisce un'importante occasione formativa, in cui si sperimenta la propria capacita' di relazionarsi con gli altri, con i bisogni di chi ci sta accanto e della comunita' in generale, e si impara a spendere le proprie capacita' professionali, culturali ed umane per qualcosa di utile per se' e per gli altri. So bene che anche voi, nella vostra lunga esperienza di ente "convenzionato", prima, e "accreditato", ora, avete potuto sperimentare tutto cio'. Un'esperienza, quella del servizio civile nel nostro Paese, che e' oggettivamente unica in Europa e che puo' "fare scuola", soprattutto se riusciremo sempre piu' a coniugare l'impegno dei giovani con l'educazione alla pace, il servizio solidale con lo spirito nonviolento, in Italia e all'estero. In questo, come sapete, ci ha aiutato in passato il Comitato di consulenza per la difesa civile non armata e nonviolenta che ha operato nell'ambito dell'Ufficio nazionale per il servizio civile, e al quale io stesso ho partecipato come esperto. In particolare, prima del termine del proprio mandato, il Comitato ha approvato un documento di analisi per la definizione del concetto di "Difesa civile non armata e nonviolenta", che costituisce il primo contributo istituzionale relativo alla definizione di una difesa alternativa. Nella convinzione dell'importanza del ruolo che il Comitato ha svolto, il Ministro della Solidarieta' Sociale, succeduto nella responsabilita' politica in materia di servizio civile, ha ritenuto utile e necessario ricostituirlo. Ritengo che nei prossimi giorni sara' possibile annunciare la prima convocazione del nuovo Comitato. Dal programma del vostro Congresso, vedo che il lavoro delle commissioni affrontera' anche il tema del servizio civile nazionale. E' per questo che, mentre formulo a tutto voi i migliori auguri per la buona riuscita dei lavori, auspico che da essi possa venire un contributo alla riflessione generale che stiamo conducendo per un servizio civile che risponda sempre meglio alle sfide del nostro tempo. Un cordiale saluto. 7. RASSEGNA STAMPA. "L'ARENA": SVOLTOSI A VERONA IL CONGRESSO DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO [Dal quotidiano "L'Arena" di Verona del 5 novembre 2007 riprendiamo il seguente articolo dal titolo "Parte la campagna per l'esercito senz'armi e un raduno europeo". Alcune scelte linguistiche ed interpretative del quotidiano possono lasciare perplessi, ma si consideri che vi sono stati molti mass-media che non hanno neppure inviato un loro cronista al congresso del movimento fondata da Aldo Capitini... (p. s.)] La creazione di un esercito senz'armi, la formazione sulle tematiche ambientali, un raduno europeo contro la guerra entro il 2010. Sono questi i principali obiettivi che si e' posto il ventiduesimo Congresso del Movimento Nonviolento, svoltosi in citta' dal primo novembre fino a ieri. Verona dal 1988 e' sede nazionale, in via Spagna, di quest'organizzazione, che Aldo Capitini fondo' nel '61. Questa organizzazione ha come simbolo due braccia che spezzano un fucile e che punta, attraverso la formazione e l'impegno sociale a diffondere la cultura della nonviolenza e del ripudio di tutte le guerre e di tutti gli eserciti. Anime laiche e religiose sono accomunate da questi intenti, che non si fermano al disapprovare l'uso delle armi, ma che vogliono intervenire con idee e pratiche della nonviolenza nella societa'. "Ci siamo uniti in passato ad altre organizzazioni, anche politiche, per condividere alcune battaglie", spiega il segretario Mao Valpiana, "ma il nostro movimento ha sempre mantenuto la sua identita', raccogliendo e portando avanti il pensiero di Capitini: contro la guerra, per il disarmo, per ridare dignita' alla politica". Dopo aver in apertura dibattuto sul caso Verona, "Citta' della pace ma anche della tolleranza zero", il Congresso ha iniziato i suoi lavori, suddividendo i partecipanti, giunti da varie regioni d'Italia, in sei commissioni. Valpiana ci racconta la summa del lavoro svolto. "L'idea piu' forte e anche piu' difficile da realizzare, e' quella della creazione di un corpo civile di pace, un esercito senza armi, con persone addestrate ad intervenire sui campi di battaglia per favorire il ritorno della pace. Ancor piu', tuttavia, l'obiettivo del Corpo sara' di lavorare per prevenire i conflitti. Serviranno scuole, centri di formazione ad alto livello. Per questo abbiamo un disegno di legge da presentare al governo, senza il sostegno del quale l'iniziativa non potra' esistere. In secondo luogo il Congresso ha deliberato di attivare iniziative per diffondere la cultura della tutela ambientale. Non vogliamo si torni al lume di candela, ma che gli stili di vita cambino per il bene di tutti, anche con l'ausilio delle nuove tecnologie, per una nuova mobilita' senza auto, per scelte di infrastrutture ecocompatibili. In una citta' come Verona, ad esempio, le piste ciclabili andrebbero ampliate, e non cancellate come sta avvenendo". Il congresso di Verona, infine, si e' proposto di organizzare un grande evento, assemblea o marcia che sia, di respiro europeo, "che riaffermi la priorita' dell'opposizione integrale alla guerra". Avverra' entro il 2010, anno del prossimo raduno nazionale del Movimento Nonviolento. 8. STRUMENTI. Il "COS IN RETE" DI NOVEMBRE [Dall'Associazione nazionale "Amici di Aldo Capitini" (per contatti: l.mencaroni at libero.it) riceviamo e diffondiamo] Cari amici, vi segnaliamo l'ultimo aggiornamento di novembre 2007 del C.O.S. in rete, www.cosinrete.it. Ricordando il C.O.S. di Capitini, il primo esperimento di partecipazione democratica alle decisioni del potere locale e nazionale, raccogliamo e commentiamo una scelta di quello che scrive la stampa sui temi capitiniani della nonviolenza, difesa della pace, liberalsocialismo, partecipazione al potere di tutti, controllo dal basso, religione aperta, educazione aperta, antifascismo. Tra gli altri, in questo numero ci sono: Aminata e Vandana, le voci del potere di tutti; La revoca degli eletti; Per difendere malati e sanita'; Un futuro aperto alla nonviolenza; Fascismo, un mea culpa ancora lontano; ecc. La partecipazione al C.O.S. in rete e' libera e aperta a tutti mandando i contributi a capitini at tiscali.it o al blog del C.O.S. http://cos.splinder.com Il sito con scritti di e su Aldo Capitini e' www.aldocapitini.it 9. INCONTRI. IL 15 NOVEMBRE A TORINO [Dal Centro studi "Sereno Regis" (per contatti: news at cssr-pas.org) riceviamo e diffondiamo] "Il futuro della nonviolenza", seminario pubblico in preparazione del convegno "La pace e' nonviolenza". Ne discutono con il pubblico Valter Coralluzzo, Enrico Peyretti, Pietro Polito e Giovanni Salio giovedi' 15 novembre 2007, alle ore 17,30, presso La Torre di Abele, via Pietro Micca 21, Torino. Quale sara' il futuro della pace? Ma soprattutto: possiamo immaginare un futuro umano che possa prescindere dall'aspirazione alla pace? Tutti, o quasi tutti, a questa domanda risponderebbero, verosimilmente con poche esitazioni, che immaginarlo e' impossibile. Dato questo accordo iniziale pero' le prospettive relative al modo in cui cercare di pervenire alla pace, e anche a cosa si deve intendere per "pace", possono differire radicalmente. Il convegno "La pace e' nonviolenza" si svolgera' l'8 e il 9 dicembre 2007, presso il Centro incontri della Regione Piemonte, Corso Stati Uniti 23, a Torino. 10. RIFLESSIONE. TIZIANA BARTOLINI: L'UOMO VIOLENTO NON HA COLORE [Dal sito di "Noi donne" (www.noidonne.org) riprendiamo il seguente editoriale. Tiziana Bartolini e' direttrice di "Noi donne" dal 2000. Nata a Roma ha due figli. Laureata in storia e filosofia, giornalista, ha frequentato un master in Formazione e Pari Opportunita' e un corso di alta specializzazione in comunicazione e marketing del No Profit. Esperta di comunicazione sociale, ha collaborato con riviste e quotidiani nazionali e con la Rai per il Terzo Settore. Ha gestito quale responsabile nazionale l'area comunicazione e l'ufficio stampa di un'organizzazione internazionale impegnata nell'inclusione sociale delle persone con ritardo mentale, occupandosi anche della formazione. E' stata coordinatrice editoriale di "Mondo sociale", ha maturato competenze nel campo della pubblica amministrazione ed attualmente e' componente del consiglio di amministrazione della Cooperativa Libera Stampa, societa' editrice di "Noi donne"] Il cartello diceva: "L'uomo violento non ha colore". Mi ha scritto Gianna di ritorno da Reggio Emilia il 20 ottobre scorso: "il corteo che ha percorso il centro era denso di tensione, tanti cartelli e candele accese, c'erano le donne dei Centri antiviolenza, le donne dell'Ulivo, le donne dell'Udi, le amministratrici della Provincia e del Comune, le Consigliere di parita', giovani, bambini in braccio ai papa' o portati in passeggino, donne migranti. C'erano anche gli uomini". Chissa' se quegli uomini hanno deciso autonomamente di partecipare o se sono stati sollecitati dalle loro compagne, amiche, madri. Chissa' come leggono, quegli uomini attenti e sensibili e civili, l'omicidio di Klirim Fejzo eclatante perche' avvenuto in un'aula di Tribunale. Chissa' se anche per loro, come per i giornali, la povera Vjosa e' stata vittima di un gesto di follia, di troppo amore oppure di ignoranza o delle leggi tribali. Avremmo voluto rivolgere delle domande a quegli uomini in corteo, e simbolicamente a tutti quelli che dividono il nostro orrore per le violenze quotidiane che subiscono troppe donne, per capire noi cosa loro hanno capito di quella ennesima tragedia e di tutte le altre che fanno meno clamore ma che sono ugualmente terribili. C'e' in agguato il problema della sicurezza, fantasma agitato continuamente dagli sciacalli della politica e dell'informazione che hanno interesse a parlare alla pancia delle persone senza curarsi troppo di distorcere l'interpretazione dei fatti. E' troppo facile e conveniente infilare tutto in quel calderone torbido che impedisce di chiamare le cose con il loro vero nome. Nonostante le tante parole che le donne hanno impegnato in tanti anni per spiegare l'origine di questi delitti e nonostante abbiano coniato un termine, femminicidio, che intende definire un atto preciso, un'aggressione all'essere delle donne e alla loro liberta', non sono riuscite a far passare nel comune sentire la causa vera che scatena la furia omicida degli uomini contro le donne. Forse e' su questo che le donne dovrebbero maggiormente interrogarsi ed individuare le ragioni che impediscono a chi fa comunicazione di definire in termini corretti l'omicidio da parte di un uomo della donna che lo ha rifiutato o che non lo vuole piu' al suo fianco. Perche' e' cosi' difficile leggere nei giornali che "quell'uomo ha accoltellato la sua ex fidanzata perche' la considerava come un oggetto di sua proprieta' e non le riconosceva il diritto di avere una sua identita' e vita". Perche' e' cosi' difficile titolare "Violenza patriarcale" invece di "Dramma della follia"? Se le donne non riescono a trovare alleati nel mondo della comunicazione, che contribuisce molto a costruire le opinioni, le possibilita' di incidere nella cultura e nei comportamenti continueranno ad essere minime e il messaggio restera' flebile. La prossima occasione ci sara' con la manifestazione di Roma del 24 novembre. Tante donne in piazza avranno la possibilita' di raggiungerne tante altre, attraverso la stampa, spiegando bene quale e' il problema e dove trovare la soluzione. 11. RIFLESSIONE. LUIGI MALABARBA: UOMINI [Ringraziamo Gigi Malabarba (per contatti: luigi.malabarba at senato.it) per questo intervento dal titolo "Barbari rumeni e italici. O maschi?". Luigi (Gigi) Malabarba, gia' senatore e gia' capogruppo in senato del Prc, e' stato segretario della commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito e membro del Copaco (il Comitato parlamentare di controllo sui servizi di informazione e sicurezza); operaio dell'Alfa Romeo di Arese per trent'anni, dirigente della Fiom e poi coordinatore nazionale del Sin. Cobas, e' stato anche fortemente impegnato nella solidarieta' internazionale, ed editore e redattore della bella e non dimenticata rivista "Quetzal" per la liberazione dell'America Latina; e' attualmente impegnato nell'associazione "Sinistra critica". Tra le opere di Luigi Malabarba: Dai Cobas al sindacato, Datanews, Roma 1995; Il salario sociale, Nuove edizioni internazionali, Milano 1999; 2001-2006: segreti e bugie di stato, Edizioni Alegre, Roma 2006] La prima causa di morte e di invalidita' permanente nel mondo e' data dalla violenza degli uomini. Non lo dice solo la "Marcia mondiale delle donne contro la violenza e le poverta'", che da oltre dieci anni mobilita donne di tutti i continenti contro il patriarcato. Lo dice l'Onu, con dati agghiaccianti: e' un massacro quotidiano ad opera di mariti, padri, fratelli e fidanzati. Ossia consumato dentro le mura domestiche. L'efferata violenza di un giovane rumeno contro una donna in una periferia romana e' stato il fatto scatenante per mettere sul banco degli imputati un intero popolo e per emanare un editto di espulsione di cittadini comunitari da parte di un Consiglio dei Ministri, convocato in un clima di emergenza e di furore securitario. Naturalmente si sottace che e' stata una donna rumena a denunciare il violentatore. Naturalmente e' stata completamente cancellata la notizia che, poco dopo, un cittadino italiano aveva dato fuoco alla sua convivente sudamericana. Naturalmente nessuno si ricorda piu' di chi ha commesso i delitti di Erba e, presubilmente, di Garlasco. Naturalmente. Si finge di non vedere quel che avviene in casa o nelle sue dirette prossimita'. Dagli al rumeno o al rom e speriamo di strappare consensi elettorali tra le pulsioni irrazionali di persone che, a torto o a ragione, si sentono insicure e minacciate! Un bel servizio realizzato recentemente da Canale 5 ci mostrava qualcosa di poco conosciuto in Italia: in Romania = dove, detto per inciso, il problema rom semplicemente non esiste, nonostante gli zingari costituiscano una minoranza assai consistente = c'e' un problema assai grave di criminalita' italiana. Lo confermano dirigenti d'azienda italiani con interessi in quel paese, giustamente preoccupati per un'immagine negativa dell'Italia, data la dilagante presenza mafiosa in Romania, che ammazza, sfrutta, traffica e ricatta in proporzioni industriali. E contro la temuta "invasione" rumena dopo l'ingresso nell'Unione europea, si chiariva che e' in atto anzi un ritorno in patria, data la forte richiesta di manodopera frutto dell'espansione produttiva in corso. Le autorita' di Bucarest, ben conscie della differenza tra i cittadini italiani e i clan della criminalita' organizzata, non si sono mai appellate al nostro governo aizzando la popolazione contro gli italici barbari. Cosa che invece e' avvenuta qui da noi con il decreto lampo del governo. La donne che scenderanno in piazza a Roma il 24 novembre contro la violenza hanno chiesto a chiare lettere di non utilizzare le donne per colpire stranieri e migranti con misure xenofobe. Altrimenti, logica vorrebbe che cacciati dalle frontiere dovrebbero essere in primo luogo i maschi italiani. 12. RIFLESSIONE. BEPPE PAVAN: UOMINI [Ringraziamo Beppe Pavan (per contatti: carlaebeppe at libero.it) per averci messo a disposizione questo intervento (originariamente una lettera al quotidiano "Il manifesto") dal titolo "Uomini, non rumeni". Beppe Pavan e' impegnato nella bellissima esperienza nonviolenta della comunita' di base e del "gruppo uomini" di Pinerolo (preziosa esperienza di un gruppo di uomini messisi all'ascolto del femminismo con quella virtu' dell'"attenzione" di cui ci parlava Simone Weil), ed in tante altre esperienze di pace, di nonviolenza, di solidarieta'; cura la newsletter "Uomini in cammino" ed e' tra i promotori dell'associazione "Maschile plurale"] Io non leggo quattro quotidiani: sono abbonato al "Manifesto". In questi giorni cerco, tra gli articoli e le riflessioni sull'assassinio di Giovanna Reggiani, qualche spunto che non trovo. Indicatemelo, per favore, se mi e' sfuggito. Mi riferisco al fatto che tutti coloro che commettono stupri e violenze non sono "rumeni", "slavi", "extracomunitari"... ma "uomini". Se davvero ci mettiamo ad espellere chi commette simili violenze, allora bisogna espellere gli uomini, tutti gli uomini che commettono atti di violenza contro donne e bambini. Ma e' davvero questa la strada? Che vadano a compiere violenze a casa loro? Perche'... cosa fanno tutti quanti? Non commettono violenze "a casa loro"? basta leggere le cifre sulle violenze domestiche. Sbattere fuori di casa gli uomini che commettono violenze... per permettere a mogli, fidanzate, figlie, madri, di vivere finalmente tranquille con figli e figlie. E' il primo passo. Ma poi bisogna costringere questi uomini a partecipare a corsi di "riqualificazione alla vita di relazione", che e' l'essenza, se non vado errato, della socialita'. Perche' "l'uomo e' animale sociale", ci insegnano. Credo pero' che a questi corsi dovrebbero partecipare tutti gli uomini, perche' la corresponsabilita' di genere e' lampante: tra chi violenta e chi insegna la naturale inferiorita' della donna; tra chi predica che dio e' maschio e chi coerentemente conclude che il maschio e' dio e si comporta di conseguenza, nella gestione dell'economia e nell'amministrazione della cosa pubblica, nella conduzione delle relazioni internazionali e nella formazione a quelle interpersonali; tra tutti noi che non facciamo abbastanza per cambiare questa cultura del dominio patriarcale sul mondo, dello sguardo proprietario e rapace dell'uomo "che non deve chiedere mai", ma si autorizza a prendere tutto cio' che vuole, compresi i corpi di donne e bambini. Non mi basta dire che ho orrore di tutto cio' e della violenza che anche i decreti governativi hanno scatenato, magari senza volerlo. Anche i ministri sono uomini e sono corresponsabili. Anche i giornalisti e gli scrittori che commentano queste "efferatezze". Anche il papa e i vescovi che predicano l'amore e praticano il pensiero unico. Da questa consapevolezza puo' nascere (e' la mia esperienza) il desiderio di cambiare, a cominciare da se', le modalita' di stare al mondo e nelle relazioni, imparando finalmente il rispetto e la convivialita' delle differenze. 13. MEMORIA. TRENTA, VENT'ANNI FA Forse non avrei mai conosciuto Alexander Langer o Dario Paccino, e certo sarei una persona assai diversa da quella che sono diventato, se alla meta' degli anni '70 il governo non avesse varato un Piano energetico nazionale che prevedeva la costruzione di decine di centrali nucleari in Italia, e se Montalto di Castro non fosse stato il sito in cui si svolse lungo un decennio la decisiva prova di forza tra la lobby nuclearista e il movimento antinucleare. Viterbese, militante - ed anzi dirigente e funzionario - di un piccolo ma nitido partito della sinistra rivoluzionaria che si sciolse nell'84 (il Partito di unita' proletaria per il comunismo), la vicenda di Montalto ha segnato la mia vita, come quella di tante altre persone dell'Alto Lazio, e la segna tuttora, poiche' la nostra vittoria contro il nucleare ci ha lasciato comunque in eredita' una riconvertita inquinante centrale che sommandosi a quelle civitavecchiesi costituisce un enorme polo energetico le cui emissioni appestano l'aria che respiriamo. * Fu naturale essere li' fin dalla prima manifestazione a Pian dei Cangani - il luogo in cui poi sorse l'immenso cantiere della centrale -: la "Festa della primavera" del '77, che fu in quell'anno terribile uno dei pochi momenti di sollievo; e fino ad essere investito da quell'ultima carica dinanzi ai cancelli dieci anni dopo, mentre eravamo ancora una volta li', dopo la tragedia di Cernobyl. Vincemmo il referendum, e mettemmo la parola fine alla follia nucleare in Italia - almeno per qualche anno e almeno per il territorio italiano: sapevamo tutti che la lobby atomica sarebbe tornata all'attacco appena possibile, ed il risultato del referendum garantiva solo per un quinquennio, e per fortuna di anni ne sono passati gia' venti. * Quando mi capita che a scuola le ragazze e i ragazzi con cui lavoro in questi anni mi chiedano di allora, e me ne chiedono come di una cosa del tutto estranea al loro vissuto, antica come le guerre puniche o il Risorgimento, misuro quanto tempo e' passato, nelle coscienze oltre che nella cronologia, e nella mia stessa memoria. E quante e quali cose sono accadute in mezzo. Come la tragedia di Genova, che per molti giovani poteva essere la prima festa della loro vita ed invece e' stato il lutto che li segnera' per sempre. Di Genova molto si continua a dire, sempre molto continuando a tacere. Tutti provano un infinito senso di colpa. Anch'io, che pure cercai di dire per tempo cio' che doveva essere detto e ascoltato, e ascoltato non fu. * Sono dunque passati vent'anni da quel referendum, che vincemmo perche' c'era stata la catastrofe di Cernobyl, certo; ma anche perche' in Italia un movimento antinucleare forte e creativo aveva saputo resistere e tenere in scacco lungo dieci anni la lobby atomica, perche' li avevamo bloccati a Montalto, perche' avevamo fatto crescere una coscienza diffusa. Si tratto' veramente di un movimento democratico di massa, che svolse un'azione di acculturazione scientifica e civile di massa. Vent'anni sono passati, ed in mezzo tante cose, e una grande catastrofe morale e civile - che in Italia chiamiamo berlusconismo per usare una svelta etichetta, ma sapendo che si tratta di una globale e complessa mutazione - e degenerazione - dalle vaste, molteplici, profonde e pervasive radici; un contesto di degrado globale che richiede una resistenza nitida e intransigente, che impone la necessita' e l'urgenza della scelta della nonviolenza. * Oggi alcune delle persone che conobbi davanti ai cancelli della centrale non ci sono piu', e sono lutti dolorosi. Di altre mi capita di avere notizie per vie bizzarre ed impervie, e mi fa piacere sapere che non hanno ceduto. Altre ancora stanno al governo, votano per la guerra, votano per i campi di concentramento, votano per le deportazioni, votano per lo scempio dell'ambiente, votano ogni nefandezza. Mi guardo allo specchio e mi dico: che fortuna sfacciata che non sono ministro. 14. INIZIATIVE. ASSOCIAZIONE PANTAGRUEL: PER L'ABOLIZIONE DELL'ERGASTOLO [Dall'Associazione Pantagruel (per contatti: asspantagruel at virgilio.it) e da varie persone amiche riceviamo e diffondiamo] Siamo a pochi giorni dall'inizio dello sciopero della fame per l'abolizione dell'ergastolo voluto da un gruppo di detenuti ergastolani di Spoleto e che ad oggi coinvolge circa 730 ergastolani e quasi 7.000 detenuti non ergastolani, familiari, amici, volontari, semplici cittadini, ecc. Ci rivolgiamo con questa lettera a coloro che ci hanno scritto per dare la loro adesione. Siamo contenti per le molte risposte positive che abbiamo ricevuto dalle carceri e dall'esterno. Siamo anche coscenti del difficile momento politico e sociale. E' certo che la campagna per l'abolizione dell'ergastolo non avra' una breve durata, dobbiamo pensare a come muoverci nei prossimi mesi anche se oggi dobbiamo soprattutto con grande impegno e con forte determinazione appoggiare lo sciopero della fame che vedra' tante persone coinvolte. Dalle carceri ci arrivano varie lettere di detenuti che evidenziano come in loro sia nata una nuova speranza e questo ci fa capire l'importanza di questa iniziativa e la responsabilita' che ognuno di noi si sta prendendo. Alcuni detenuti ci sollecitano a coinvolgere i mezzi d'informazione, altri ci chiedono di far sapere di questa loro lotta alle varie autorita' e alle Camere Penali, noi stiamo cercando di fare del nostro meglio ma il lavoro, come capite, sarebbe enorme. Per questo chiediamo anche a voi che ci leggete di muovervi in grande liberta', facendo conoscere questa campagna per l'abolizione dell'ergastolo e questo sciopero della fame a piu' persone possibili. La nostra associazione e' disponibile, nei limiti delle nostre possibilita', a partecipare ad iniziative (incontri, dibattiti) che affrontino questo tema... Sarebbe importante che fra novembre e dicembre queste iniziative si moltiplicassero in varie parti d'Italia... Mai dire mai! Teniamoci in contatto. Associazione Pantagruel Onlus, via A. Tavanti 20, 50134 Firenze, tel. e fax: 055473070, e-mail: asspantagruel at virgilio.it, sito: www.informacarcere.it 15. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti. Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono: 1. l'opposizione integrale alla guerra; 2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione; 3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario; 4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo. Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica. Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli. 16. PER SAPERNE DI PIU' * Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it * Indichiamo il sito del MIR (Movimento Internazionale della Riconciliazione), l'altra maggior esperienza nonviolenta presente in Italia: www.peacelink.it/users/mir; per contatti: mir at peacelink.it, luciano.benini at tin.it, sudest at iol.it, paolocand at libero.it * Indichiamo inoltre almeno il sito della rete telematica pacifista Peacelink, un punto di riferimento fondamentale per quanti sono impegnati per la pace, i diritti umani, la nonviolenza: www.peacelink.it; per contatti: info at peacelink.it NOTIZIE MINIME DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO Numero 268 del 9 novembre 2007 Notizie minime della nonviolenza in cammino proposte dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: nbawac at tin.it Per ricevere questo foglio e' sufficiente cliccare su: nonviolenza-request at peacelink.it?subject=subscribe Per non riceverlo piu': nonviolenza-request at peacelink.it?subject=unsubscribe In alternativa e' possibile andare sulla pagina web http://web.peacelink.it/mailing_admin.html quindi scegliere la lista "nonviolenza" nel menu' a tendina e cliccare su "subscribe" (ed ovviamente "unsubscribe" per la disiscrizione). L'informativa ai sensi del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 ("Codice in materia di protezione dei dati personali") relativa alla mailing list che diffonde questo notiziario e' disponibile nella rete telematica alla pagina web: http://italy.peacelink.org/peacelink/indices/index_2074.html Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/ L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e': nbawac at tin.it
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